NNIVERSARIO DEDICAZIONE CHIESA PARTE NUOV A … parrocchiali... · la comunità parrocchiale di S....

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N OTIZIARIO P ARROCCHIALE N. 15 - MARZO 2014 e ampane ampane ampane ampane ampane di di di di di V V illazzano illazzano illazzano illazzano illazzano c L L L L L STAMPATO IN PROPRIO - e-mail: [email protected] Sito: http://www.parrocchie.it/trento/santostefano/ Cristo nostra Pasqua «Non mi trattenere, ... ma va’ dai miei fratelli e di’ loro...» (Giovanni 20,17) opera di p.Marko Ivan Rupnik 10°ANNIVERSARIO DEDICAZIONE CHIESA PARTE NUOVA 28 SETTEMBRE 2003 - 29 SETTEMBRE 2013

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N O T I Z I A R I O P A R R O C C H I A L E N . 15 - MARZO 2014

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STAMPATO IN PROPRIO - e-mail: [email protected]: http://www.parrocchie.it/trento/santostefano/

Cristo nostra Pasqua

«Non mi trattenere, ... ma va’ dai miei fratelli

e di’ loro...» (Giovanni 20,17)

opera di p.Marko Ivan Rupnik

10°ANNIVERSARIO DEDICAZIONE CHIESA PARTE NUOVA

28 SETTEMBRE 2003 - 29 SETTEMBRE 2013

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Carissime famiglie,

la comunità parrocchiale di S. Stefano augura a tutti voi Buona Pasqua

del Signore Gesù Risorto!

Risuona l’Alleluia, perché siamo chiamati a testimoniare e annunciare,

nella gioia, i semi di risurrezione presenti nella vita di ciascuno. Nessuna

pietra può soffocare e tenere sepolto il dono della Pasqua di Gesù. Dono

per tutti e che tutti possono accogliere e riconoscere, sempre dato in

abbondanza.

Facciamo nostre le parole della Preghiera Eucaristica IV:

Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza:

tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore.

A tua immagine hai formato l’uomo, alle sue mani operose

hai affidato l’universo perché nell’obbedienza a te,

suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato.

E quando, per la sua disobbedienza, l’uomo perse la tua amicizia,

tu non l’hai abbandonato in potere della morte,

ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro,

perché coloro che ti cercano ti possano trovare.

Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza,

e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza.

Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi,

nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore.

Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo

ed è nato dalla Vergine Maria;

ha condiviso in tutto, eccetto il peccato,

la nostra condizione umana.

Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza,

la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia.

Per attuare il tuo disegno di redenzione

si consegnò volontariamente alla morte,

e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita.

E perché non viviamo più per noi stessi

ma per lui che è morto e risorto per noi,

ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo, primo dono ai credenti,

a perfezionare la sua opera nel mondo

e compiere ogni santificazione.

p. Giorgio

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BATTESIMINell’amore di Dio sono rinati a vita nuova dall’acqua e dallo Spirito Santo:

DEFUNTI«Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli che ci hanno preceduto con il segnodella fede e dormono il sonno della pace. Dona loro, Signore, e a tutti quelliche riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace».

29 dicembre 2013 Rafael Pegoretti

02 marzo 2014 Arianna Battistel

20 dicembre 2013 Maria Margoni ved. Baldessari

24 dicembre Adele Cioffi

21 gennaio 2014 Antonia Farronato

27 gennaio Silvano Nicolini

20 febbraio Sandro Postal

«Il Sacramento del Perdono»«Il Sacramento del Perdono»«Il Sacramento del Perdono»«Il Sacramento del Perdono»«Il Sacramento del Perdono»(da un testo di mons. Dante Lanfranconi,

vescovo di Cremona)

Con il Battesimo è iniziato il nostro camminodi vita cristiana: ci è stata consegnata unacandela, che ha attinto la sua fiamma aquella del Cero pasquale, con l’esortazionedi mantenerla accesa fino al termine dellavita. Mantenerla accesa significa restarefedeli alla parola di Gesù lasciandoci guidareda essa: infatti “lampada ai miei passi è latua parola” (Sal 118,105).L’immagine della vita cristiana è quella di unastrada illuminata dalla luce di Cristo che ciprecede: noi lo seguiamo tenendo in mano

la candela battesimale, simbolo della nostra dignità di figli di Dio.Lungo il percorso possiamo a volte abbandonare la strada illuminata daCristo e addentrarci nei sentieri tenebrosi della nostra libertà capricciosa eincoerente: ricadiamo allora nelle tenebre del peccato. La luce battesimalenon si spegne, ma langue e anela a rientrare pienamente nell’alveo delpercorso illuminato da Cristo. Come rientrarvi? Attraverso il sacramentodel perdono.

Per riflettere e celebrare:

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Esso ci è donato per riconciliarci con Dio, quando abbiamo voltato le spallealla sua luce, ma anche per eliminare quelle ombre che, senza distogliercidalla luce del Signore, offuscano il nostro occhio e il nostro cuore.Il sacramento del perdono può scandire il cammino della nostra vita perchési svolga nella luce del Signore e ne attinga sempre più pienamente losplendore.

Rubare, non rubo … Uccidere, non uccido …E allora qualcuno affrettatamente conclude: “Perché confessarmi? Nonho niente di cui chiedere perdono a Dio!”.Se questi pensieri sfiorano anche te, fermati. Rivolgi il tuo sguardo a Gesù.Dal giorno del tuo Battesimo sei un uomo nuovo: hai ricevuto lo SpiritoSanto, sei diventato figlio, puoi rivolgerti a Dio chiamandolo “Padre”. Seientrato nella Chiesa, la comunità dei discepoli di Gesù che guardano a Luicome Salvatore, come luce che rischiara il senso ultimo della vita umana.Non dimenticare il tuo incontro con Lui; non sostituire la luce della suarivelazione con la tua saggezza, più o meno presunta, di galantuomo.

… ma forse ho sbagliato sentieroHo perso di vista la meta quando mi sono dimenticato di Dio e ho di fattoignorato che Egli ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, l’Unigenito,e non ho tenuto fede alla sua amicizia. È per questo che avverto in me unprofondo malessere, sono disorientato, confuso, vago, senza meta.Può anche darsi che non abbia rubato né ucciso, ma questo non bastaper dire che la mia vita è coerente con la mia fede, si svolge alla luce dellaparola e dell’esempio di Gesù. È più facile avvertire le cadute in azionigravemente illecite, che accorgersi di camminare passo dopo passo inuna direzione sbagliata. Ancor prima che valutare i fatti, occorre guardarealla direzione di marcia, perché potrei aver perso di vista la meta e la miadignità di figlio di Dio e il modello a cui riferirmi, Gesù Cristo.Ho perso di vista la meta quando ho rifiutato la luce. La luce di Dio è quellache rende vere le persone e le cose. Mi fa vedere ciò che è essenziale,mettendo al giusto posto ciò che conta meno.Ho perso di vista la meta quando non ho ascoltato la Parola di Dio. L’hosentita, ma non mi sono lasciato coinvolgere e mi sono perso nel maredelle parole vuote.Allora ritorna ad ascoltare la Parola di Dio, per capire quanto male ti seifatto, peccando, con le tue stesse mani, e per capire che Dio comunquenon cessa di amarti e di cercarti.

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Nel tuo smarrimento, Qualcuno ti tende la manoDio non tollera il peccato, ma continua ad amare te peccatore e, ancheattraverso l’esperienza del tuo disagio e del tuo fallimento, ti invita a renderticonto della tua situazione e ti sollecita a ravvederti.Prendi in mano la sua Parola e leggi.“Se diciamo di essere in comunione con Dio e camminiamo nelle tenebre,siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamonella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri,e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarcii peccati e purificarci da ogni iniquità” (1Gv 1,6-7.9).”Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. Ifarisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui occoglie i peccatori emangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se hacento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e vain cerca di quella perduta, finché non la ritrova? Quando l’ha trovata, pienodi gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, edice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che siera perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatoreche si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisognodi conversione» (Lc 15,1-7).

La mano di Dio attraverso la mano della ChiesaPerché confessarsi davanti a un sacerdote? Non è un problema personale,al massimo da sbrigarsi tra me e Dio?Il confessore rappresenta tutta la Chiesa: è nella Chiesa che avviene iltuo incontro con il Cristo; essa rende visibile il suoamore e dà compimento alla sua volontà diriconciliazione. È la comunità intera che ti riaccoglie,è la stessa comunità che celebra la misericordia diDio, ed è testimone del tuo cambiamento, della tuaconversione. In sintesi: “il cambiamento intimo eradicale”, “una vera conoscenza di sé”, “la volontàdi un cammino di crescita”, si compie inserito nelcammino penitenziale della Chiesa.

La celebrazione del sacramento del Perdono è un camminoPer giungere a celebrare il sacramento del Perdono bisogna fare uncammino. Il cammino della penitenza ci porta alla riconciliazione.Riconciliarsi non è un mettersi d’accordo con facilità: a volte i problemisono difficili. Riconosciamo che il conflitto è “pane quotidiano” della nostravita.

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Il cammino penitenziale ci fa entrare nel cuore dei conflitti: da lì partiamoper ricercare la verità del nostro rapporto con Dio e la fraternità nel nostrorapporto con gli uomini.La celebrazione individuale è il punto di arrivo di un cammino fattoprecedentemente, che prevede l’incontro a tu per tu con il sacerdote. Ilsacerdote confessore svolge il suo servizio a nome della Chiesa:

· annunciando il perdono di Dio e il perdono dei fratelli;· accogliendo chi ha fatto un cammino di conversione.

Elementi fondamentali per la celebrazione del sacramento del Perdonosono:

- la coscienza dei propri limiti, attraverso l’ascolto e la meditazionedella Parola di Dio;

- la consapevolezza degli errori fatti;- il desiderio di non ripeterli, e il conseguente impegno a cambiare;- la dimostrazione di tale volontà in un gesto concreto di penitenza,

come segno di cambiamento di vita;- l’accoglienza del perdono.

Papa Francesco

“EVANGELII GAUDIUM - LA GIOIA

DEL VANGELO”

Il centro è… fuori!

Un terremoto. Una scossa che non porta mortema vita, vita gioiosa. L’esortazione apostolica“Evangelii gaudium - La gioia del Vangelo” chepapa Francesco ha consegnato a tutta la Chiesa il24 novembre 2013 ha scosso come un ciclonebenefico l’animo di tutti coloro che l’hannoaccolta con cuore aperto. Una parola calda,comprensibile, affettuosa, come tutti abbiamoapprezzato in questo suo primo anno di serviziocome vescovo di Roma, la Chiesa che presiedenella carità alle Chiese del mondo intero. Vorreiricordare qui solo quattro parole che possonofar percepire un po’ quello che muove il cuore di

papa Francesco: gioia, Vangelo, missione, poveri.

La gioia

Lo sguardo sereno di Francesco esprime al meglio un sentimento che l’animanel profondo. Un cristiano non può vivere nella tristezza dell’isolamento in se

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stesso, nell’egoismo, in una chiusura rispetto agli altri uomini, alla speranza,alla gioia cristiana. Se ha incontrato Gesù morto e risorto per lui e per tutti gliuomini di tutti i tempi, il cristiano non ha il diritto di mostrare un volto senzasperanza, eternamente triste. Le difficoltà della vita esistono per tutti, enessuno ne è esente, cristiani compresi. Ma quando uno sa che Gesù lo amasempre, lo accoglie, lo perdona, è dalla sua parte per rilanciarlo nella vitapiena, questo lo riempie di una serena saldezza interiore che gli riscalda ilcuore, scioglie i grumi dell’odio e del risentimento, lo immette nel santopellegrinaggio che porta tutti gli uomini al cuore del Padre celeste. Un cristianonon può essere un uomo e una donna dal volto lugubre, con perenne “facciada funerale”. L’amore del Risorto lo scalda da dentro e gli dà solidità dolce eaperta al prossimo.

Il Vangelo

Anche se non lo sa e non lo dice esplicitamente, ogni uomo è in attesa che glivenga annunciato il Vangelo. Il Vangelo è la persona di Gesù, la buona notiziache Gesù ama tutti e ciascuno di un amore immenso, personale, delicato,paziente. Il Vangelo non è una serie di norme morali da seguire, delleinformazioni religiose da conoscere, delle verità da credereintellettualmente. La parola “Vangelo” significa “buona notizia”. Il Vangelo èla buona notizia che Dio Padre ama tutti gli uomini, di tutti i tempi, nonostantele loro ribellioni, noncuranze, peccati devastanti. Dio Padre lo ha mostratochiaramente mandando colui che aveva di più caro, il proprio figlio Gesù, acondividere la vita sbagliata e triste degli uomini, per cambiarla dal di dentro.E Gesù ci ha donato lo Spirito che lo animava nel cuore, lo Spirito del Figlioche ci rende figli di Dio. Il Vangelo è un buona notizia, la notizia che è possibilevivere la vita buona che il Vangelo ci offre. E la vita non la si vive da soli,nell’isolamento, ma dentro un popolo vivo, la Chiesa, famiglia di famiglie,popolo di Dio dal volto con tanti volti quanti sono le culture dei popoli. Lagente aspetta anche oggi che gli si dica a voce e con la vita che Dio la ama, hacuore per lei, è preziosa ai suoi occhi, è attesa e sostenuta nel cammino, èamata nonostante le tante vie sbagliate di presunta libertà che percorrepensando di trovare in esse vita e felicità.

La missione

Ecco il fuoco che arde nel cuore di papa Francesco: la Chiesa non esiste per sestessa, ma per la missione! La Chiesa non fa riferimento a se stessa, non siguarda l’ombelico, non cerca onori e poteri, non calcola i numeri e leconvenienze. La Chiesa non è una potenza di questo mondo, ma il popolo diDio che in questo mondo cammina con gioia guardando con simpatia eaccoglienza gli uomini che fanno con lei il pellegrinaggio verso la pace, lagiustizia, l’unità, la pari dignità. Un cammino verso il compimento del sognodi Dio sui suoi figli… La Chiesa esiste per la missione. La Chiesa è missione. LaChiesa esiste solo in quanto è un popolo nel quale ciascuno annuncia al suo

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vicino, con la parola e la vita, che ha incontrato Gesù che gli vuole bene, gli hariempito il cuore e gli ha trasformato il modo di rapportarsi alle persone. Lamissione non è compito solo dei vescovi, dei sacerdoti e dei consacrati. Ognicristiano, dal momento del battesimo, appartiene a Gesù. E questa granderealtà, che riempie di gioia, non la può tener nascosta per se stesso. Ognicristiano, tutta la Chiesa non aspetta che la gente venga a cercarla, domandi diGesù, ma prende l’iniziativa di uscire dalle chiese e dalle sacrestie per andarenelle strade, nelle periferie delle città e nelle periferie dei cuori imbarbaritie smarriti per la solitudine, l’incomprensione, il male di vivere. La Chiesaprende l’iniziativa, esce dai mondi e dalle logiche nelle quali la si vuoleconfinare, per coinvolgersi nella vita delle persone e dei popoli, peraccompagnare il loro cammino e festeggiare i riscatti, la vittoria della vita edel bene, della comunione e della solidarietà ritrovata. La Chiesa è una madre,non una matrigna. È una madre dal cuore aperto, che vede, ha compassione,accoglie, non giudica le persone, pur condannando il peccato che devasta ilcuore dell’uomo lasciandolo straziato. Una madre paziente, che insegna masoprattutto ama, aspetta, incoraggia, risolleva, aiuta a fare tutti i passi verso ilbene che sono possibili a una persona in quel momento.

I poveri

La Chiesa è madre e la madre aiuta in modo uguale i suoi figli, aiutando cioè dipiù chi, fra i suoi figli, è più nel bisogno e nella necessità. Gesù ha amato tutti,anche i ricchi, e non ha odiato nessuno. Ma è chiaro che i vangeli ricordano chenella sua vita, nella sua parola, con i suoi gesti e le sue scelte controcorrente,Gesù ha avuto un amore di predilezione per chi più aveva bisogno. I poveri dibeni e di bene, gli emarginati e gli esclusi, i disprezzati e i moribondi nel corpoe nell’anima hanno sentito su di sé lo sguardo attento e amoroso di Gesù. Ipiccoli e i poveri, le donne e i peccatori, le periferie della terra di Israele e delcuore di ogni uomo hanno avvertito profondamente l’amore accogliente ebenevolo di Gesù. Per quasi tutta la sua vita Gesù è stato ai margini della vitadel suo popolo, lontano dal tempio e dalla residenza del potere politico edeconomico. Ha condiviso la vita faticosa dei poveri agricoltori e artigiani,assumendo lentamente la loro visione di vita, i loro valori, le loro categoriementali. I poveri hanno segnato il cuore di Gesù e hanno forgiato il suo mododi ragionare, di parlare e di vivere. Con i suoi gesti simbolici e le sue sceltecontrocorrente, papa Francesco fa trasparire l’amore e l’attenzione di Gesùper tutti i suoi fratelli, specialmente quelli che sono più in difficoltà. E nelbisogno ci sono popoli e continenti interi, che attendono giustizia e pari dignitàcon i propri fratelli. La Chiesa deve essere dei poveri e deve essere povera,nei suoi mezzi, nei suoi atteggiamenti, nelle sue scelte. Deve pensare a partiredai poveri, a partire dal loro pensiero. Un messaggio forte di papa Francesco,un terremoto per tante coscienze, a partire da quelle dei vescovi, dei sacerdotie dei consacrati.

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Il centro è… fuori!

La scossa si è sentita… Papa Francesco spinge la Chiesa - il popolo di Dio - fuori daglischemi abituali e dai mondi rassicuranti del passato. La Chiesa è la sua missione: il suoposto è là dove gli uomini vivono, lavorano, sbagliano, soffrono, cercano, peccano,muoiono. La Chiesa e i suoi pastori guidano, accompagnano e spingono tutti a mettereil centro del proprio cuore non se stessi, i propri valori, i propri risultati, ma Gesù. E Gesùè sempre fuori, è sempre avanti. Chiama e spinge i suoi fratelli, i suoi discepoli. Il centronon è respirare aria asfittica, ma camminare, cercare, accompagnare, festeggiare. Ilcentro è là: Gesù con gli uomini. Il centro è… fuori. E tu, cosa aspetti? (Cf. EG 120).

p. Roberto Mela scj

LA FERMEZZA EDUCATIVA

(Testo ripreso da una relazione di Osvaldo Poli, psicologo e psicoterapeuta, che si

occupa principalmente della consulenza e della formazione dei genitori e della

coppia, collaborando con diversi gruppi, istituzioni e riviste)

Ogni generazione di genitori ha le sue bellezze, le sue capacità e anche i puntideboli, delle debolezze strutturali che la caratterizzano. Le gioie del nostrotempo, come genitori, sono sostanzialmente due: la capacità di dialogo con ifigli e la capacità di vicinanza affettiva. Nessuna generazione di genitoriprecedente ha messo tanto i figli sotto la lente di ingrandimento della propriaattenzione nel tentativo di scrutare, leggere e capire tutti i segni del loro animo.“Come sta? Cosa prova? Che cosa sta pensando?” sono le domande diun’attenzione perenne e impegnativa. Anche le richieste delle consulenze oggidimostrano questa situazione.

La debolezza del nostro tempo è la mancanza di fermezza educativa, unadifficoltà non vissuta dalle precedenti generazioni. Non è semplicemente lafatica di dire “no” e a resistere fermi sulle proprie posizioni: la fermezzaeducativa è questa capacità di “dire no” quando è necessario, o meglio, ladeterminazione e la sicurezza interiore di chiedere ciò che è giusto per i nostrifigli. Gli esiti della mancanza di fermezza educativa sono due: l’immaturità deifigli e l’eccessivo affaticamento dei genitori (stress, pesantezza nel sostenere illoro ruolo …).

Fermezza educativa è quindi la capacità di prendere delle decisioni,emotivamente difficili per noi genitori, ma che rappresentano il bene reale deifigli, ossia realizzano il loro bene educativo reale, e di resistere a delle pressionipsicologiche interne. Quante volte al genitore, dal punto di vista emotivo epsicologico, sembra più facile dire “no” e invece sappiamo che è giusto dire “sì”,e a volte il contrario?

Il genitore equilibrato è quello che si lascia guidare dal valore, non dalla sua

FFFFFororororormazione e rifmazione e rifmazione e rifmazione e rifmazione e riflessione per i glessione per i glessione per i glessione per i glessione per i genitorienitorienitorienitorienitori

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psicologia, colui che accetta la fatica di fare quel che è più giusto per il figlioe non ciò che è facile psicologicamente, è l’adulto che sa resistere a dellepressioni psicologiche interne ed esterne che tenderebbero a indebolire,delegittimare e modificare quegli atteggiamenti che abbiamo individuato evalutato come giusti e opportuni.

La fermezza educativa consiste in questa resistenza, che per essere realizzatanon ha semplicemente bisogno della volontà, ma anche della conoscenza di sé.

I nemici della fermezza educativa

I nemici invisibili e potentissimi della fermezza educativa possono essereesterni, più facilmente affrontabili, ma i più terribili sono quelli interni cioèquelle paure che ci condizionano e che determinano poi le scelte.

Il genitore maturo è quello che conosce le sue debolezze affettive, i puntideboli del suo carattere, non è quello che non sbaglia mai, ma quello che saseguire il percorso carsico delle proprie paure ed è consapevole dei propripunti di fragilità, li sa nominare, è colui che si conosce realisticamente, perchénon c’è nessun progresso senza la verità di se stessi. Spesso avviene unprocesso di proiezione sui figli, dei pensieri, dei limiti, dei sensi di colpa edelle paure che un genitore ha. I figli, dal canto loro, spesso cercano di renderevero quel che piace e giusto quel che conviene, sfruttando le debolezze di ungenitore o dell’altro o di tutti e due, svilendo la determinazione della lineaeducativa. Le debolezze affettive degli adulti si mostrano in modo evidentee i primi a percepire sono proprio i figli, che sanno con facilità far leva su diesse, per ottenere quel che loro vogliono.

Si insinuano dubbi e sospetti: ad esempio, davanti ad una legittima punizioneper la quale, da dentro, sorge la preoccupazione che il figlio ne capisca ilvalore e il senso dell’intervento punitivo (“Capirà che lo faccio per il suobene e non perché sono cattiva?”: variante terribile del sentire materno). Iltimore che il figlio pensi di non essere amato, o abbia il dubbio che la madrenon lo ami, è uno tsunami affettivo. Ma è principio di realtà e di verità chedeve guidare il percorso e le scelte educative.

Per amare i figli, bisogna amare maggiormente la verità del figlio stesso;l’amore richiede la verità, non richiede mai né di ingannare l’altro, né tantomeno di farsi ingannare dall’altro. Non c’è nessun amore senza verità egiustizia, c’è un amore debole, fallato, che non aiuta i figli a crescere, né ilrapporto nostro con lui. Se non consideriamo la verità, pensando di fargli delbene, tradiamo il nostro essere educatori e genitori.

Il nostro nemico è dentro di noi. L’amore per il figlio comporta anchesopportare lo sforzo e la fatica di diventare migliori, che non significaconoscere l’ultima teoria educativa alla moda, ma resettare il propriocarattere, per imparare ad amare in modo forte, in modo autentico, in modovero le persone che sono vicino a noi.

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Quando guardiamo il nostro coniuge fare l’educatore, riconosciamo confacilità le sue debolezze educative, così ugualmente dobbiamo scoprire lenostre.

Il senso di colpa

Il senso di colpa è tipicamente femminile e materno, è un virus potente, anziil principe dei virus, che intaccano la fermezza educativa: il femminile tendea sentirsi in colpa. La debolezza maschile è di tutt’altra natura, non accetta ilsenso di colpa neppure quando ce l’ha.

È misteriosa la modalità di amore femminile; il cuore femminile è un sentireinterno e profondo; la profondità è la gloria e il vanto del sentire femminilee materno. Può divenire drammatico però il continuo tentativo di riuscire avedere da più punti un avvenimento, perché porta a sprofondare nei dubbi enell’incertezza.

Il pensiero femminile è utile al padre perché dà profondità, aiuta il maschioa non rischiare di scivolare in forme di superficialità, aiuta a sentire lasensibilità propria e altrui, anche quella del figlio; è un grandissimo dono chele donne fanno agli uomini. Mentre il padre recupera un principio di equilibrioe di realtà e concretezza.

Il dolore del figlio, tutto quello che, in qualche modo, lo fa soffrire, ricadeoscuramente, come una sorta di colpa, nel cuore materno, perché è tipico ilsenso femminile protettivo (“mio figlio non deve soffrire”) e così, se accadeun piccolo grande disagio o strappo, il rammarico è per non aver capito prima,previsto ed evitato la situazione che lo ha prodotto. Si resta prigionieri delsenso di colpa che, come un virus, si mangia tutto e deforma la percezionedella realtà.

Questi virus sono talvolta socialmente rinforzati da alcuni ambienti esterni,che rischiano di buttare sul genitore le responsabilità del figlio. La società eil mondo affermano che il bravo genitore – è semplice – impedisce al figlio difare cose sbagliate e lo convince a fare quelle giuste, e se non ce la fa, vuoldire che il genitore è sbagliato, è incapace, non sa come prenderlo, è unfallito. Ma questa teoria è sbagliata, anche filosoficamente, perché seguel’idea del determinismo educativo, per cui un figlio è lo specchio della capacitàeducativa del genitore, come se non esistesse in sé, come essere autonomo,capace di scegliere. Invece è una verità consolante il fatto che i figli esistano,siano lontani dai genitori e decidano di sé.

Come tutti, un figlio a volte sa decidere e fa la cosa giusta e a volte, nonostantei nostri sforzi di genitori, persevera nel fare l’azione o il gesto sbagliato. Ora,di fronte alla cosa sbagliata, ha senso essere arrabbiati, essere preoccupatiper lui, a volte essere delusi, altro è il senso di colpa. Si tratta di due sentieri:uno è sacro l’altro, quello del colpevolizzarsi, è malato.

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La verità e l’amore vero

Mettere i figli davanti alla verità è l’azione più saggia ed equilibrata, ma habisogno di uno stacco, un taglio di quel “cordone ombelicale” che fa credereche lui sia lo specchio delle capacità educative del genitore, anzi lo sbaglio èsintomo dell’incapacità a fargli comprendere il valore.

Nonostante l’amore che si prova per i figli, talvolta si vorrebbe non averli sottogli occhi. Non tutto dipende da noi, non dobbiamo immaginarci onnipotenti,bisogna fare la fatica di accettare la nostra impotenza, dopo aver giocato tuttele nostre “carte” educative, perché nulla può sostituire la capacità di scelta diun figlio. Questi matura se è messo davanti alle sue responsabilità, rispettoalle quali il genitore non deve dannarsi, sentirsi in colpa dei suoi eventualifallimenti, ma distinguere e mettere lui davanti alla sua verità, lasciandolodavanti al dolore, se serve, che si è cercato o procurato.

È la parabola del figliol prodigo: il padre non lo ha inseguito, ma gli ha dato lasua parte di eredità. Non era un genitore menefreghista o irresponsabile: lo halasciato andare. Certamente soffriva, ma non si sentiva in colpa, portava lacroce con dignità. Il figlio prodigo, quando incontra il dolore della vita, ripensaa sé e inizia a cambiare e torna. Noi facciamo di tutto per non far incontrare ildolore ai nostri figli, invece questa esperienza serve. I figli hanno dei doveri:in famiglia, per esempio, hanno anche loro la loro parte di responsabilità,perché il clima relazionale che si vive in casa non dipenda solo dai genitori.

Anche i figli non sono perfetti, ma nulla cambia fino a che non lo scoprono enon decidono di ritenere opportuna la fatica di stare davanti a se stessi e provarea essere migliori.

L’amore chiede sempre la verità, ma l’amore esige la fatica di stare di fronte ase stessi, rispettando la giustizia e la reciprocità nei rapporti.

L’amore per i figli richiede sacrifici, ma mai di annullarsi! Ci impone di fare lecose che ci è possibile sostenere per il loro bene, implica il guardarli con gliocchi della verità e aiutarli ad accettarla senza aver paura, per questo, dicambiare se stessi.

Servono quelle parole che sono tipiche del codice maschile, oggi le piùdimenticate e misconosciute: sacrificio, disciplina, impegno, rinuncia. Mancasempre di più la figura paterna, quella che spinge ad accettare di pagare ilprezzo dell’impegno e della fatica, perché, semplicemente, ne val la pena.

Quando ci si rende conto che è più forte il “no”, il vero amore accetta questopassaggio dell’impotenza, ed è un pane amaro l’impotenza, ma è la perfezionedell’amore.

Stare inchiodati sulla croce dell’impotenza non è essere genitori irresponsabili:trafitti dai chiodi della preoccupazione, della delusione e dell’amarezzapartecipiamo, in quel momento, al dolore dell’impotenza come ad una scintilla

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Quello sguardo diverso che abita e cambia la vita

(Luigino Bruni, introduzione alla Liturgia di ringraziamento per la Vita

Consacrata, Duomo di Trento, domenica 2 febbraio)

L’insufficienza morale e civile del nostro tempo è anche la conseguenzadell’espulsione dei carismi dalla vita pubblica, e di carismi che troppotranquillamente hanno accettato la loro emarginazione, ritirandosi. E quandomancano i carismi, o quando sono considerati soltanto faccenda “religiosa” equindi irrilevante per la vita civile, allora l’economia, la politica e la società sismarriscono, perché manca loro la risorsa essenziale della gratuità. C’è, infatti,un nesso inscindibile tra i carismi e la gratuità. La gratuità arriva nel mondo,trasformandolo ogni mattina, attraverso due grandi vie. La prima alberga dentrodi noi, poiché ogni essere umano ha una capacità naturale di gratuità. La vitastessa, il nostro venire al mondo, è la prima grande esperienza di gratuità; ciritroviamo vivi, chiamati all’esistenza, senza averlo scelto, come donoprimigenio e fondativo di ogni altra gratuità. La seconda via maestra di gratuitàsono i carismi, i doni della charis (grazia, gratuità). Ogni tanto, molto piùspesso di quanto si pensi, arrivano in mezzo a noi persone con una vocazionespeciale di gratuità. Ce ne sono molti, ma raramente abbiamo la capacitàculturale e spirituale per riconoscerli. I carismi aumentano e potenziano lagratuità sulla terra, e la fanno risvegliare o risuscitare in quelli che li incontrano.Quando si incontra un autentico portatore di carisma, sia esso un cooperatoresociale o una fondatrice di una comunità religiosa, la prima e più radicaleesperienza che si fa è la sensazione fisica di incontrarti con persone che tivogliono bene, e fanno bene al mondo, con il loro esserci. Non vedi personepiù buone o altruiste di altre, ma gente che è e fa ciò che è. Teresa d’Avila eCaravaggio sono state realtà morali molto diverse, ma tutti e due hanno fattomigliore e più bello il mondo, ci hanno amato e ci amano, gratuitamente.

I carismi arrivano nel mondo per il bene di tutti, anche di chi i carismi non livede, o li disprezza. Ma vengono soprattutto per i poveri. Se non ci fossero icarismi i poveri non sarebbero visti, amati, curati, salvati, stimati. È lo sguardodiverso dei carismi che dona ai poveri speranza, gioia, e spesso li risorge. Ed èlo sguardo dei poveri che rende il carisma vivo, non lo fa morire né diventareuna semplice istituzione.

Per riscoprire la presenza preziosa di ogni personaPer riscoprire la presenza preziosa di ogni personaPer riscoprire la presenza preziosa di ogni personaPer riscoprire la presenza preziosa di ogni personaPer riscoprire la presenza preziosa di ogni persona

dell’amore di Dio. E’ un dolore che va rispettato e bisogna avere il coraggio diportare la croce con dignità. La perfezione dell’amore per i figli è accettarel’impotenza che ci sbattano in faccia, aspettando il ritorno: noi ci saremo sempreper loro quando allungheranno la mano. D’altra parte sono figli anche di Dio.

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PRESENTAZIONE ALLA COMUNITA’ DEI BAMBINI

CHE CELEBRERANNO LA PRIMA CONFESSIONE

I ragazzi che si accosteranno alla Riconciliazione quest’anno sono

quarantadue. L’intento di noi catechisti è stato, ed è, quello di far

comprendere loro la bellezza di questo

Sacramento, poco amato e quasi temuto da

noi adulti, che non ne abbiamo ancora colto

tutte le implicazioni positive per la nostra vita

di credenti. In questi mesi abbiamo lavorato

molto sul significato del perdono, sulla

bellezza del sentirsi riconciliati con se stessi,

coi fratelli e con Dio; sull’importanza di

sentirsi accolti e di accogliere; sulla certezza

che Dio ci ama sempre, anche quando

sbagliamo e che, quando ci allontaniamo da Lui, egli è sempre pronto a

riprenderci tra le sue braccia amorevoli e non è lì per castigarci o farci

sentire in colpa! Sapere che ci è sempre possibile raddrizzarci e ricominciare

è un fatto che ci consola e ci sprona.

Se i ragazzi si accosteranno alla loro Prima Confessione, avendo

interiorizzato tali sentimenti, vivranno un’esperienza positiva, che vorranno

Abati LucaAlbano MargheritaBertotti LodovicoBonaldi ClaraBonomi EmmaCagol JulianCagol LucreziaCampi DavideCavazzani PetraCecchin MichelleCimatti CaterinaColella Caterina NoemiConte EmmaCorona Alessio

Cortelletti GrabrieleMaria

Cozzini SebastianoDi Cicco ElisaGoller LeonardoGuanti GiorgiaLibera IsaiaMolignoni Silvia

MariaMollo GretaNardelli DavideNicolini ThomasNicolussi Castellan

SofiaNieddu PaoloPaoli Giada

Piffer AndreaPisoni PaoloRech DanieleRech NicoleRover FrancescaRosa LucaScarpitti MatteoSchiavini RiccardoStefenelli ElisaTarter LucaTomasi MatteoVillotti AnkushVisintainer LucaZancanella ElisaZanetti Gabriele

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EUCARISTIA DI PRIMA COMUNIONE

Domenica 27 aprile ventotto bambini della nostra parrocchia parteciperanno

alla Prima Eucaristia e riceveranno Gesù nell’Eucaristia.

Durante questo anno di preparazione essi hanno seguito il percorso dei

discepoli di Emmaus per imparare ad ascoltare la Parola di Gesù, stupirsi

e riconoscerlo nello spezzare il pane.

Ora sono contenti di poter partecipare alla mensa a cui sono stati

invitati. Lì c’è il “Pane” sempre pronto a donarsi a tutti.

Con gioia si preparano a ricevere per la prima volta Gesù nell’Eucaristia:

ANZELINI VERONICAASTE MADDALENABAZZANELLA MATTIABERTAMINI ALICEBRIDI MATTIACAGOL ELISACAPPELLETTI CORRADOCARNER ALEXCAROTTA LAURACOVI ALESSANDROCUPIDO GIULIADALLAVALLE ANGELICADEGASPERI VANESSADEVESCOVI VALENTINAFLESSATI DAMIANOFRANCESCHINI FEDERICOGIACOMONI FRANCESCAKETTMAIER MARTINKLASER GABRIELLAURO GIULIALORENZI FEDERICO

MONDINI ANNAPISETTA NICOLÒPONTALTI MARTINAPRADA LORENZORAVELLI TOMMASOSOMMADOSSI DAVIDEVANZO SUSANNA

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PRESENTAZIONE DEI CRESIMANDI

ALLA COMUNITA’

Domenica 04 maggio nella nostra chiesa si celebrerà il sacramento dellaConfermazione: accompagnati dalle loro famigliee dai loro padrini 39 ragazzi riceveranno il donodello Spirito Santo.

Il cammino che li ha portati a questo giorno èstato lungo e impegnativo; durante il percorsosono cresciuti individualmente ed è cambiato illoro modi di essere gruppo, sia dal punto divista umano che religioso.

Insieme abbiamo condiviso piaceri e fatiche;noi catechisti ci siamo sentiti a volte inadeguatialle loro esigenze di preadolescenti, ma semprecerti che lo Spirito Santo lavorava con noi,sostenendo i nostri passi e donando loro lacostanza, la voglia e l’entusiasmo percamminare insieme.

Li presentiamo con gioia alla comunità, sicuri che lisosterrà con una preghiera, affinché lo Spirito chericeveranno arda sempre in loro, accompagnandolie custodendoli in modo che, mentre realizzeranno isogni e le speranze serbate nel proprio cuore, nonperdano mai di vista gli insegnamenti e la Parola di Dio.

Che possa davvero essere l’inizio di una vera nuova vita cristiana per loro e pertutti noi che li accompagniamo.

Riceveranno il Sacramento della Confermazione:

Abati Alberto De Petris Paolo Nagliati AlokBarbareschi Silvia Di Miceli Giuliano Pizzini GiacomoBertotti Riccardo Elezi Christian Prati ChiaraBonaldi Dario Facchinelli Matteo Sanna GiacomoBordonaro Nicole Fedrizzi Martin Scartozzi AliceBornino Edoardo Giovannini Andrea Scozzi MassimilianoBoschele Simone Gisonni Stefano Stech ErikaBottura Davide Lorenzi Raffaele Tezzele MassimilianoCeschini Pietro Maccaferri Filippo Visconti MartinoCestari Benedetta Maffei Lucrezia Zanetti FrancescoCorona Federico Malavenda Anna Zanetti GiorgiaCovi Riccardo Menestrina NatashaDecarli Camilla Merler FrancecsoDecarli Margherita Motter Andrea

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ASSOCIAZIONE “BAOBAB”Nuovo Oratorio Villazzano

5 PER MILLE

SOSTEGNO SCOLASTICO PER I BAMBINISOSTEGNO SCOLASTICO PER I BAMBINISOSTEGNO SCOLASTICO PER I BAMBINISOSTEGNO SCOLASTICO PER I BAMBINISOSTEGNO SCOLASTICO PER I BAMBINIDELLA COMUNITDELLA COMUNITDELLA COMUNITDELLA COMUNITDELLA COMUNITÀÀÀÀÀ DI P DI P DI P DI P DI P..... CARL CARL CARL CARL CARLO PLO PLO PLO PLO PLOOOOOTEGHERITEGHERITEGHERITEGHERITEGHERI

(comboniano)(comboniano)(comboniano)(comboniano)(comboniano)A KHARA KHARA KHARA KHARA KHARTTTTTOUM (Sudan)OUM (Sudan)OUM (Sudan)OUM (Sudan)OUM (Sudan)

La raccolta continua ed è oraarrivata ad euro 2.042.00=rispetto alla cifra prefissata dieuro 2.300.00 =

Nell ’esprimere il ringrazia -mento di p. Carlo, si invita adaderire per portare a termine

l’iniziativa.

Anche per il 2014 ricordiamo che è possibile devolvereuna quota pari al 5 per milledell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità disostegno del volontariato, delle organizzazioni non

lucrative di utilità sociale e delle associazioni di promozione sociale.Ricordiamo che il 5 per mille non è alternativo, ma va ad aggiungersi allascelta di destinazione dell’otto per mille e non comporta alcuna spesaaggiuntiva per il contribuente.Chi desiderasse destinare il 5 per mille alla nostra Associazione, deve scriverenell’apposito quadro del mod. 730, UNICO o CUD relativi ai redditi del 2013,il proprio nome, cognome ed il codice fiscale dell’Associazione “BAOBAB-Nuovo Oratorio Villazzano” (ente beneficiario), come risulta dall’esempiosotto riportato.

Il codice fiscale del “BAOBAB” è: 96072710229

- 18 -

LLLLLAAAAA S S S S SETTIMANETTIMANETTIMANETTIMANETTIMANAAAAA SSSSSANTANTANTANTANTAAAAA

La liturgia dell’Ingresso è un momento in cui tutti siamo invitati a scortare il Re

messia verso il mistero della sua pasqua che è già orientata verso l’altra parte

della città … verso il Golgota. La Domenica delle Palme è, al contempo, la

celebrazione gioiosa che ci fa riconoscere in Gesù il figlio di Davide e il Re di

Israele, ma è pure celebrazione della sua passione. Soprattutto per coloro che

non possono prendere parte alla celebrazione del Venerdì Santo, è questo il

momento annuale in cui ascoltare con profonda partecipazione del cuore il

racconto della passione del Signore, senza il quale poco si comprenderebbe

dei vangeli della risurrezione.

I primi tre giorni di quella che la tradizione ama chiamare la Grande Settimana,

attraverso la lettura dei carmi del Servo del Signore tratti dal libro del profeta

Isaia e i racconti delle ultime parole e degli ultimi gesti di Gesù, creano nel

cuore le condizioni favorevoli per comprendere il mistero dell’amore donato e

rivelato nella Pasqua di Cristo che segna e informa la vita di ogni discepolo. Al

mattino del Giovedì Santo i presbiteri e i fedeli si riuniscono attorno al vescovo

per la messa crismale, in cui manifesta visibilmente e mistericamente il mistero

della Chiesa come luogo di servizio amorevole per la salvezza. La benedizione

degli oli è il segno di quanto la Chiesa sia come l’invenzione della compassione

di Cristo per l’umanità sulle cui ferite è chiamata a chinarsi con lo stesso amore

del suo Signore, del suo Sposo, del suo unico Pastore. Al mattino del Giovedì

Santo, nella Chiesa antica, venivano riconciliati i penitenti, coloro che avevano

commesso una grave colpa dopo il battesimo e avevano dato prova di

conversione attraverso la preghiera, il digiuno e le opere di carità. In questi

giorni è opportuno celebrare personalmente o comunitariamente il sacramento

della Riconciliazione per fare esperienza di quella misericordia del Padre che

attraverso l’opera del suo Spirito, ci rende conformi al Figlio Gesù che ci ha

amato sino alla fine.

Sabato 12 aprile alle ore 19.00,la comunità è invitata all’annuale appuntamento con :

Riflessione e la Cena del PoveroIn chiesa la riflessione/testimonianza sarà proposta da un gruppo di giovani

che nell’estate 2013, hanno vissuto un’esperienza missionaria in Mozambico.

Il “menù” della cena sarà semplice, simile a quello che si può permettere, quando ciriesce, la moltitudine dei poveri del mondo. Le offerte raccolte saranno unite aquelle dell’impegno “Quaresima di fraternità” e consegnate al Centro Missionario,perché possano essere divise tra i missionari trentini nel mondo.Si prega di segnalare la propria presenza sul foglio in fondo alla chiesa.

- 19 -

PIO ESERCIZIO DELLE QUARANTORE

LUNEDÌ 14 APRILE ore 8.00 S. Messa; segue Adorazione Eucaristica

animata dall’Avulss e dalla Caritas parrocchiale.

MARTEDÌ 15 APRILE ore 8.00 S. Messa; segue Adorazione Eucaristica

animata dai catechisti/e e dai Ministri Straordinari della Comunione.

MERCOLEDÌ 16 APRILE ore 8.00 S. Messa; segue Adorazione Eucaristica

animata dall’ Azione Cattolica e dai gruppi parrocchiali.

CELEBRAZIONE DEL SACELEBRAZIONE DEL SACELEBRAZIONE DEL SACELEBRAZIONE DEL SACELEBRAZIONE DEL SACRAMENTCRAMENTCRAMENTCRAMENTCRAMENTO DEL PERDONOO DEL PERDONOO DEL PERDONOO DEL PERDONOO DEL PERDONO

Giovedì 17 aprile ore 16.00 - 18.30

Venerdì 18 aprile ore 9.00 - 11.30 / ore 16.00 - 18.30

Sabato 19 aprile ore 9.00 - 11.30 / ore 15.00 - 18.30

Giovedì 17 aprile in Duomo: ore 9.00 celebrazione della Messa Crismalecon la consacrazione degli oli per l’amministrazione dei sacramenti.

D O M E N I C A D E L L E PA L M E E DELLA PASSIONE

DEL SIGNORE

13 aprile

Ore 9,45 r itrovo a Vi l la de Mersi

(presso la fontana)

Pomeriggio : ORE DI ADORAZIONE

ore 15.00 - 16.00 Adorazione guidata

ore 16.00 - 17.00 Adorazione guidata

ore 17.00 - 18.00 Adorazione guidata

ore 18.00 - 19.00 Vespro con adorazionee benedizione eucaristica

Benediz ione de i rami d i o l ivo

P r o c e s sione

Messa della Passione

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TRIDUO PASQUALE

La Pasqua è la memoria attualizzata del passaggio di Israele attraverso il MarRosso in fuga gioiosa verso la libertà ed è – nella pienezza dei tempi – ilmemoriale della Pasqua di Cristo cheattraversa a piedi asciutti il mare dellamorte per essere innalzato alla gloriadel Padre.In realtà si può e si deve dire che ognipassaggio è una passione, ogni passareè un patire. È stato così per Israele, èstato così per il Signore Gesù ed è cosìper ciascuno di noi in cui questo mistero di passaggio e di sofferenza continuaad attuarsi.Celebrando la Pasqua di Cristo, che è “la vera Pasqua in cui è ucciso il veroAgnello” (cf. Exultet), facendo memoria nella notte della grande notte “in cuiCristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro”, ilcredente viene immerso in questo medesimo passaggio dalla morte alla vita,un passaggio che si fa a rischio della vita e che non può essere vissuto senzapatire. Se nella morte di Cristo è stato pagato ogni debito alla sofferenza ealla morte quale salario del peccato, nondimeno ciascun credente ha il compitodi camminare, di passare, di farsi trasformare dalla grazia. Un cammino, questoche comincia con la conversione di tutta la vita e sarà compiuto solo nellagloria del cielo.La Pasqua così, lungi dall’essere semplicemente un “rito”, è propriamenteuna “celebrazione” che fa tutt’uno con la vita, e nella liturgia del TriduoPasquale è come se contemplassimo, a sorsi, l’interezza del Mistero attraversole diverse celebrazioni che vanno dalla messa in Coena Domini ai Vespri diPasqua, talora sostituiti dall’eucaristia vespertina in cui si legge il vangelo diEmmaus. Non è certo un caso che la festa cada proprio in primavera e che lacelebrazione della Veglia debba avvenire tra la notte e l’aurora. Attraversoqueste coincidenze temporali si vuole proprio affermare la radice vitale edessenziale della Pasqua.Celebrare il Triduo Pasquale con quella solennità che le è propria, e checomporta impegno e una certa fatica, è come fare il punto sulla propriacapacità di penetrare il Mistero di Cristo in tutta la sua ricchezza e profondità.Le celebrazioni del Triduo, infatti, ci rammentano le leggi fondamentali dellavita naturale e soprannaturale: passare continuamente, accettando di patirela trasformazione di ogni nostra notte in aurora, di donare la nostra vita comepane di servizio e di amore. Riecheggia così la parola del profeta: “Sentinella,quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?”. La sentinellarisponde: “Viene il mattino, poi anche la notte, se volete domandare,domandate, convertitevi, venite!” (Is 21,11-12).

- 21 -

21 aprile : LUNEDÌ dell’ ANGELOS. Messa in parrocchia: ore 9.00

Ore 08.00 - Ufficio di Lettura e LodiOre 15.00 - Via Crucis

Ore 20.30 - Celebrazione della Passione del Signore

Digiuno e astinenza

VENERDVENERDVENERDVENERDVENERDÌÌÌÌÌ SANT SANT SANT SANT SANTO - 18 aO - 18 aO - 18 aO - 18 aO - 18 aprileprileprileprileprile

SABATO SANTO - 19 aprile

Ore 8.00 Ufficio di Lettura e Lodi

Ore 9.00 - 18.00 Visita alla chiesae meditazione personale

ORE 21.00 VEGLIA PASQUALE

DOMENICA DI PDOMENICA DI PDOMENICA DI PDOMENICA DI PDOMENICA DI PASQASQASQASQASQUUUUUA - 20 aA - 20 aA - 20 aA - 20 aA - 20 aprileprileprileprileprile

SS. MESSE: ALLA GROTTA : ore 8.30

IN PARROCCHIA : ore 10.00

Ore 12.00 BENEDIZIONE PASQUALE

DELLE FAMIGLIE

GIOGIOGIOGIOGIOVEDVEDVEDVEDVEDÌÌÌÌÌ SANT SANT SANT SANT SANTO - 17 aO - 17 aO - 17 aO - 17 aO - 17 aprileprileprileprileprile

Ore 20.30 Santa Messa nel ricordo dell'Ultima Cena

e reposizione del Santissimo

Ore 21.30 - 23.00 Continua la preghiera di ringraziamento

e di adorazione

“U N PANE PER AMOR DI DIO” Q UARESIMA DI FRATERNITÀ

Durante la Messa si consegnano, al momento dell’offertorio, le bustee i salvadanai con la propria offerta, frutto del “digiuno quaresimale”e segno di condivisione con chi è più povero. Quanto raccolto saràdevoluto al Centro Missionario Diocesano.

- 22 -

TEMPO PASQUALE (dalla Solennità di Pasqua alla

Solennità di Pentecoste - 8 giugno)

Il cristiano deve vivere in una pneumatosfera che il tempo pasquale cerca di ravvivare nelcuore di ogni credente, come pure nel cuore della Chiesa sempre in attesa orante di unarinnovata e approfondita effusione dello Spirito del Risorto.Celebrare la Pasqua e vivere il tempo pasquale significa per il cristiano ridare vigore alproprio cammino in virtù della speranza che la risurrezione di Cristo già abita e illuminale ombre della nostra vita. La gioiosa speranza che sboccia proprio nel giardino dellarisurrezione diventa un pegno di gloria, e di una gloria che matura, che cresce e si dilatafino alla sua pienezza così spesso evocata nell’eucologia di questo tempo: “O Dio, chenella liturgia pasquale ci dai la gioia di rivivere ogni anno la risurrezione del Signore, fa’ chel’esultanza di questi giorni raggiunga la sua pienezza nella Pasqua del cielo” (Colletta delmercoledì dell’Ottava di Pasqua). Il mistero del compimento di ogni cosa nel settimo giornoe del coronamento di ogni speranza nell’ottavo riguarda ciascuno di noi. Nell’attesa dellagrande e universale risurrezione bisogna adoperarsi con tutti se stessi alla piccola risurre-zione da vivere qui e ora, e i cui segni luminosi possano essere riconosciuti da quanti civivono accanto, come fu per Pietro e Giovanni nel sepolcro vuoto. La nostra piccola risurre-zione corrisponde all’opera di rinnovamento e di ringiovanimento, che è l’opera dello Spiritodentro il cuore del credente e a cui siamo chiamati a dare spazio, creando sempre piùspazio per la vita e per l’amore, come avvenne in quel profumato mattino di Pasqua e nelmattino infuocato di Pentecoste.

Domenica 27 aprile ore 10.00 S.Messa Festa della Prima Eucarestia

Sabato 3 maggio ore 16.00 Festa del Perdono

Domenica 4 maggio ore 16.00 S.Messa Festa della Confermazione

Sabato 10 maggio ore 15.30 S.Messa Festa parrocchiale del Malato

Venerdì 16 maggio ore 20.00 Preghiera itinerante del Rosario,

animata dai gruppi della catechesi

Sabato 17 maggio ore 19.00 - Domenica 18 maggio ore 10.00

S. Messa Festa Anniversario Matrimoni 2013/2014

(anni 5 - 10 - 15 - 20 - 25 - 30 - 35 - 40 - 45 - 50 - ...)

Sabato 7 Giugno Pellegrinaggio a piedi dal Santuario della Grotta

al Santuario Madonna di Pinè.

Partenza ore 8.00; ore 16.00 S.Messa nel prato della Comparsa

Domenica 15 giugno - Festa del Grazie

Ore 10.00 S.Messa - Pranzo comunitario

- 23 -

Grest parrocchiale elementari lunedì 16 - venerdì 20;

Lunedì 23 - venerdì 27; lunedì 30 giugno - venerdì 04 luglio

Grest parrocchiale medie lunedì 16, mercoledì 18, venerdì 20,

lunedì 23, mercoledì 25, venerdì 27 giugno

Campeggio I – II - III media a La Polsa di

Brentonico

sabato 28 giugno – sabato 05 luglio

Campeggio Elementari a La Polsa

di Brentonico

sabato 05 – sabato 12 luglio

Campeggio I - II Superiore

a Santa Giuliana di Levico

domenica 27 luglio - domenica 3 agosto

Campo Itinerante Adolescenti

dal 15 al 27 agosto

SONO APERTE LE ISCRIZIONI

presso la segreteria Baobab da sabato 15 marzo a sabato 12 aprile

Corso di ricamo, con le Suore, per ragazze

(II elementare – III media)

07 - 25 luglio, al mattino

ATTIVITA’ ESTIVE 2014

- 24 -

BILANCIO PARROCCHIALE 2013

ENTRATE 2012 2013AVANZO Cassa/Banca anno precedente 10.267,99 -16.283,59

A10 101,Elemosine e Candele 15.114,67 17.864,12

A10 102,103,Offerte Sacram.-libere-altre 7.319,61 4.557,22

A10 106,Rifusione e Rimborsi spese utenze 11.191,00 9.995,00

A11 101,105,Offerte:Destinaz.Mutuo,per Spese Oratorio 29.699,92 35.823,97

A11 101,Elargizioni da Enti (Casa Rurale di Trento) 5.000,00 5.000,00

A11 103, Contributi diocesani 20.000,00

A11 104,105,108,Offerte Sp.Pastorali,Att.Caritative, Sp.Oratorio 3.820,00 6.236,00

B1 102,Rendite Fabbricati 4.983,95 4.983,95

C1 101,Interessi attivi da c/c 83,40 80,00

Totale Ricavi 77.212,55 104.540,26

Totale Entrate 87.480,54 88.256,67

A20 201,Remunerazione Parroco 3.300,00 3.300,00

A20 205,Rimborso spese 2.930,00 1.590,00

A21 201,Spese Ordinarie di Culto 1.967,45 1.332,73

A21 202,Sp. Elettr.Acqua Gas Chiese parrocch.e Grotta 6.890,25 7.477.06

A21 203,Spese Ufficio, Postali, Telefoniche 4.113,84 2.890,86

A21 204,Sp. Manut.Ordinaria (luce,acqua,gas,RSU) 8.965,91 9.856,14

A21 205,Sp. Assicurazioni, RC Infortuni 2.926,09 3.005,79

A21 206,212,213,Sp.per Attività Pastorali 3.639,83 3.297,25

A21 207,Sp. Gestione Oratorio(luce,acqua,gas,RSU) 10.390,23 8.609,99

A21 208,Riviste e stampa cattolica 915,05 1.048,83

A21 210,212,214, Comp.comm.listi,Contr.Diocesano,Erog.caritative 1.000,00 526,30

B2 204,Imposte e Tasse 2.313,15 3.437,34

PF 101 Mutuo: quota capitale 31.146,90 32.254,70

C2 201,Int.Pass.Scoperti fidi bancari 1.295,85 1.391,32

C2 202,Interessi Passivi mutui, finanziamenti,fidi 4.726,55 4.036,18

C2 203,Spese c/c bancari 76,10 73,60

D2 201,Manutenzione Straordinaria Immobili 8.463,81 9.420,50

G2 203,Acquisto Mobili Attrezz.Impianti 5.104,56 0

G2 204,Compensi Straord.Professionisti 3.598,56 1.073,02

Totale Uscite 103.764,13 94.621,61

Entrate Euro 87.480,54 88.256,67

Uscite Euro 103.764,13 94.621,61

Fondo Poveri Missionari in attesa di destinazione Euro 7.795,60

Crediti v/ terzi Euro 550,00

Saldo disponibilità Att/Pas Euro -16.283,59 1.980,66

Residuo 31/12/2013:

*Mutuo 300.000,0 (termine ottobre 2016) Euro -130.009,63 -97.754,93

*Saldo disponibilità Banca/Cassa Euro -16.283,59 1.980,66

Debito verso Banca Euro -146.293,22 -103.569,87

USCITE

- 25 -

L’ 8xmille alla Chiesa cattolica è arrivato a tanti, lontano e nel territorioin cui vivi. Nelle parrocchie e nelle diocesi ha sostenuto tre grandi direttricid’intervento: i progetti di culto e pastorale, gli interventi caritativi in Italia enei Paesi in via di sviluppo, il sostentamento dei sacerdoti. È per operecome queste che ti chiediamo di riconfermare la tua firma anche nel2013.Anche la nostra parrocchia ha ricevuto € 20.000,00 (gennaio 2013) per“alleggerire” un po’ il debito.

BILANCIO PARROCCHIALE 2013

Nella chiesa, parte vecchia, sono terminate le rilevazioni (in sei punti) delle

fessurazioni/crepe presenti. Non sono stati riscontrati problemi particolari di

stabilità dell’edificio. Vi è una piccola infiltrazione d’acqua sotto una finestra

e un’area circoscritta di possibile distacco d’intonaco nella volta del presbiterio.

Per ora non è giunta risposta alla domanda di contributo della Provincia per il

rifacimento del tetto del Santuario della Grotta.

Il bilancio economico ha tanti numeri, che dicono la generosità di tante

persone, per continuare nell’estinzione del mutuo (termina ottobre 2016)

della casa parrocchiale. La parrocchia riesce inoltre, con fatica, a far fronte ai

suoi impegni economici ordinari e mensili di gestione. E non è mai stato

tralasciato l’impegno economico a favore delle missioni, della carità, delle

emergenze, … Rimane aperta un fideiussione con la banca di € 25 mila, perché

durante l’anno si scende “sotto” per le piccole migliorie e la manutenzione

ordinaria.

La necessità di intervenire per la chiesa vecchia e il Santuario della Grotta per

ora rimane sospesa, in attesa di tempi economici migliori.

Nel bilancio non appaiono il “capitale” e il “valore” umano che sono

continuamente presenti a favore della comunità parrocchiale. Il contributo di

servizio, attenzione, volontariato, di tante persone nei confronti delle “cose”

comunitarie è un valore fuori dai conteggi. E pensare che ci sono ancora

persone e luoghi comuni che ritengono esista uno “stipendio/ricompensa”

nei confronti di chi svolge un servizio in parrocchia! La gratuità e il dono

disinteressato del proprio tempo suscitano interrogativi, perché sono una

“buona notizia”.

- 26 -

OFFERTE PRO DEBITO CASA PARROCCHIALE

* Totale debito Euro 470.000,00* Interessi passivi su mutuo sovvenzione e gestione Euro 205.027,66 Totale Euro 675.027,66

Sono stati raccolti, compresi i contributida parte di Enti , Curia Arcivescovile di T rentoe della Cassa Rurale di Trento :

Rimanenza mutuo Euro -92.268,70Disponibilità Cassa più Banca Euro - 6.322,98Gr.Miss-Iniz.Missionarie(importi da destinare) Euro -7.795,60

Saldo esposizione al 28/02/2014 Euro -106.387,28

Si ringraziano le persone che in qualche modo (impegno mensile, con

offerte libere o versamento continuativo in banca) si sono impegnate.

L’impegno naturalmente continua, per cui un caldo invito a tuttia farsi carico con perseveranza di questo debito.L’obiettivo nostro sarebbe di arrivare ad una raccolta mensile di quote che

coprissero la rata mutuo di circa 3.000 Euro mese (più circa 2000 euro per spese

chiesa e casa parrocchiale).

Le modalità per contribuire alla riduzione del debito sono le seguenti:

– Versamenti su c/c bancario con le seguenti coordinate:

EUR IBAN IT38 R083 0401 8010 0000 0002 862 - Intestato a ParrocchiaS.Stefano presso la Cassa Rurale di Trento - fil. Villazzano

– Nei giorni festivi con buste al termine delle SS. Messe

– Versamenti presso l’ Ufficio Associazione BAOBAB-Nuovo OratorioVillazzano il sabato ore 15.00-17.00 .

Anno 2006 Euro 20.053,63Anno 2007 Euro 128.604,21Anno 2008 Euro 101.775,00Anno 2009 Euro 108.571,80Anno 2010 Euro 75.344,15

Anno 2011 Euro 49.182,78Anno 2012 Euro 34.500,42Anno 2013 Euro 60.823,97Anno 2013 Euro 3.903,00

Totale raccolto al 28/02/2014 Euro 582.758,96

Rimanenza debito Euro -92.268,70

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Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

AMEN.

La Pace del Signore entri nella nostra casa.

Preghiamo insieme: PADRE NOSTRO…

Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra, che

nella grande luce della Pasqua manifesti la tua gloria

e doni al mondo la speranza della vita nuova; guarda a noi tuoi figli, radunati

intorno alla mensa di famiglia: fa’ che possiamo attingere alle sorgenti della

salvezza la vera pace, la salute del corpo e dello spirito e la sapienza del

cuore, per amarci gli uni gli altri come Cristo ci ha amati. Egli ha vinto la

morte, e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

(Il capofamiglia con un ramoscello d’olivo porge l’acqua benedetta e ciascuno

si fa il segno della croce)

BENEDIZIONE IN FAMIGLIA

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VENERDÌ 28 MARZO ORE 20.30 incontro Genitori dei bambinidi I Elementare, della parrocchia di s. Stefano, per l’inizio delcammino di catechesi.

Per la Festa degli Anniversari di Matrimonio 17 e 18 maggiosi prega di segnalare la propria partecipazione.

ALALALALALCUNI CUNI CUNI CUNI CUNI AAAAAVVISIVVISIVVISIVVISIVVISI

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BuonaBuonaBuonaBuonaBuona

Pasqua! Pasqua! Pasqua! Pasqua! Pasqua!

dalla COMUNITA’

PARROCCHIALE

di S. STEFANO