Nicoletta Giorgi Aiga 2013-2015 Linee programmatiche Candidato Presidente

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Nicoletta Giorgi Linee programmatiche AIGA 2013-2015 1 Linee programmatiche AIGA 2013-2015 La Giustizia italiana ha vissuto e vive in questi ultimi anni un momento di grave crisi: tempi lunghi per i processi, incertezza del diritto e della pena, carenza di strutture e di magistrati, eccessivo formalismo processuale, scontro continuo tra politica e magistratura. L’elenco dei “mali” della Giustizia è molto più lungo; il cittadino appare ormai sconcertato e disilluso. Se è vero che la civiltà di un Paese si misura soprattutto attraverso il funzionamento del Servizio Giustizia, i dati italiani, comparati con quelli delle altre nazioni europee, non lasciano spazio a dubbi. Gli indicatori internazionali segnalano ormai da tempo l’Italia agli ultimi posti per la durata dei processi e ciò comporta una sorta di effetto di trascinamento agli ultimi posti anche nelle altre classifiche internazionali. Gli effetti negativi sul Paese sono evidenti in termini di mancata crescita economica e di benessere per i cittadini. Un paese, in cui il sistema Giustizia non funziona, è destinato irrimediabilmente a un declino socio-economico. Nell’attuale momento storico, mentre da più parti viene segnalata la necessità di modernizzare la società italiana, anche mettendo in discussione quelle che fino a ieri sembravano importanti conquiste sociali, il sistema giudiziario appare assolutamente impermeabile ad ogni cambiamento. Ma certamente non possiamo limitarci ad un ripetitivo cahier des dolèances, di rendiconti costantemente passivi. Non è più tempo di elencare solamente il contesto negativo del Servizio Giustizia, offrendo

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Le linee programmatiche della candidatura delineano le criticità dell'attuale avvocatura e tracciano un chiaro percorso di intervento. L’esposizione muove anzitutto dalle necessarie modifiche della legge di riforma forense approvata a fine 2012, passando attraverso l'attenzione da porre sui regolamenti di attuazione della stessa (che facciano prevalere sempre l’interesse generale su quello particolare), per delineare i futuri interventi da perseguire al fine di rendere la professione di avvocato maggiormente al passo con i tempi e rispondente alle esigenze ed aspettative della società civile, in un’ottica collaborativa di amministrazione della giustizia.

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Linee programmatiche AIGA 2013-2015

La Giustizia italiana ha vissuto e vive in questi ultimi anni un momento di grave crisi: tempi

lunghi per i processi, incertezza del diritto e della pena, carenza di strutture e di magistrati,

eccessivo formalismo processuale, scontro continuo tra politica e magistratura.

L’elenco dei “mali” della Giustizia è molto più lungo; il cittadino appare ormai sconcertato e

disilluso.

Se è vero che la civiltà di un Paese si misura soprattutto attraverso il funzionamento del

Servizio Giustizia, i dati italiani, comparati con quelli delle altre nazioni europee, non lasciano

spazio a dubbi.

Gli indicatori internazionali segnalano ormai da tempo l’Italia agli ultimi posti per la durata

dei processi e ciò comporta una sorta di effetto di trascinamento agli ultimi posti anche nelle

altre classifiche internazionali.

Gli effetti negativi sul Paese sono evidenti in termini di mancata crescita economica e di

benessere per i cittadini.

Un paese, in cui il sistema Giustizia non funziona, è destinato irrimediabilmente a un declino

socio-economico.

Nell’attuale momento storico, mentre da più parti viene segnalata la necessità di

modernizzare la società italiana, anche mettendo in discussione quelle che fino a ieri

sembravano importanti conquiste sociali, il sistema giudiziario appare assolutamente

impermeabile ad ogni cambiamento.

Ma certamente non possiamo limitarci ad un ripetitivo cahier des dolèances, di rendiconti

costantemente passivi.

Non è più tempo di elencare solamente il contesto negativo del Servizio Giustizia, offrendo

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all'opinione pubblica la prova della conflittualità tra Avvocati, Magistrati e Politici, ma è tempo

che ciascun protagonista della Giurisdizione metta a disposizione le proprie esperienze e

proponga un progetto su quello che si può e si deve fare con urgenza al fine di ottenere un

costante e sensibile miglioramento del servizio Giustizia.

Ed è per questo che occorre proporre una riforma della Giustizia basata sul merito, un

modello che coniughi concorrenze e mercato con formazione, qualità e professionalità.

In altre parole, un riassetto globale del sistema Giustizia che introduca meccanismi

effettivamente premiali per i magistrati più laboriosi ed equilibrati, che incoraggi la

produttività del personale amministrativo e che privilegi il merito nell’accesso, nella

formazione e nella permanenza negli albi degli Avvocati, con la previsione di rimedi

deontologici che sanzionino in modo rigoroso la colpa professionale.

Anche in base a queste valutazioni si sono delineati, man mano, sempre più chiaramente i

contorni del “Presidente che vorrei”.

“AIGA merita un Presidente che consenta alla nostra associazione di essere un punto di

riferimento non solo all’interno dell’Avvocatura ma anche per le altre componenti sociali.

Un Presidente che dialoghi con le istituzioni fornendo contributi concreti, frutto di analisi di

numeri e fenomeni che, prima di ogni contestazione, fornisca la soluzione del problema.

Un Presidente che coinvolga le altre associazioni nelle proprie battaglie per ottenere il massimo

risultato.

Un Presidente che denunci gli ostruzionismi a cui assiste e faccia in modo che l’Avvocatura lavori

realmente e non istituisca gruppi di lavoro che, se convocati vanno deserti o che, ancor peggio,

non vengono convocati.

Un Presidente che lavori perché “il modo di fare” l’avvocato risponda alle esigenze dei tempi che

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cambiano, perché si introducano delle nuove tutele per i giovani e le donne senza che queste

siano di ostacolo all’instaurazione del rapporto professionale o un “peso” ulteriore per gli studi

di appartenenza.

Un Presidente che abbia il coraggio di parlare di nuovi ruoli e compiti dell’avvocato ma anche di

avvocatura “dipendente”, di un’Avvocatura che precipita in un mercato saturo e impietoso e che

lascia sempre meno spazi di manovra e che possa fornire a loro quanto necessario per riuscire a

guardare oltre il quotidiano, senza paura di investire sul loro futuro e fare scelte nuove.

Un Presidente che studi e analizzi i modi per incidere sulla produttività ed efficienza del sistema

giudiziario e proponga una nuova organizzazione dei nostri tribunali.

Un Presidente che veda nella comunicazione un punto di forza e che, pertanto, ne curi lo sviluppo

adottando ogni sistema utile perché il lavoro di Aiga sia conosciuto dai suoi associati e

dall’intera società, che sappia e voglia parlare oltre l’Avvocatura.

Un Presidente che intervenga a rafforzare la struttura organizzativa dell’associazione in nome

di una partecipazione e di un coinvolgimento sempre maggiore, fornendo alle singole sezioni un

canale immediato e diretto con il nazionale ed al nazionale un sistema di aggiornamento

costante e concreto delle sue componenti.

Un Presidente che sappia valorizzare tutte le potenzialità di questa meravigliosa associazione.

Un Presidente che sappia ascoltare.”

Prendendo le mosse da queste considerazioni, ho iniziato a predisporre la bozza del

programma che allegherò alla presentazione ufficiale della mia candidatura.

In questo documento mi prefiggo di tracciare le linee “essenziali” del mio programma politico,

consapevole che, negli incontri con le sezioni d’Italia, ho raccolto e raccoglierò nuove idee,

contributi, analisi, pulsioni, suggerimenti.

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L’essenzialità mi costringe a essere sintetica e schematica, il che non è un male.

LA RIFORMA DELLA PROFESSIONE

Nel programmare gli interventi operativi del prossimo biennio non possiamo che partire dalla

delibera congressuale n° 35 approvata al Congresso Nazionale di Bari lo scorso novembre.

Il mandato che volge al termine ha visto la nostra Associazione dare grandi contributi nel

contesto di cambiamenti, o pseudo tali, che hanno investito l’Avvocatura.

Dopo ottant’anni è stata promulgata la nuova legge di Riforma Forense (L. 247/12).

L’attesa è stata delusa dal testo della norma in quanto privo, purtroppo, di quanto veramente

necessario per rendere l’Avvocatura competitiva ed al passo con i tempi.

La pressione esercitata dal CNF sugli Ordini e sulle Associazioni, perché non vi fossero

opposizioni alla promulgazione della legge di riforma, è stata tale che ha comportato la

manifestazione del consenso ad una legge che doveva essere cambiata prima ancora di

entrare in vigore.

Abbiamo assistito ad una difesa più della forma che della sostanza.

Purché l’Avvocatura non venisse disciplinata alla stregua di qualsiasi altra professione, anche

ordinistica, tramite fonti normative secondarie (vedi DL 138/11), è stata inseguita la

disciplina legislativa autonoma.

Tale scelta è stata ancorata alla necessità che l’Avvocatura si mostrasse unita e compatta, cosa

che, invece, ha solo imbavagliato le Associazioni, che altrimenti sarebbero state additate come

causa della mancata riforma.

In questo contesto, AIGA ha avuto il merito di responsabilizzare l’Avvocatura proponendo al

Congresso di Bari di Novembre la mozione n° 35 ed ottenendo la sua approvazione a

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larghissima maggioranza. La mozione ha impegnato la dirigenza a richiedere al Governo, che

si sarebbe formato a seguito delle dimissioni del governo tecnico di Monti, di modificare la

Legge di Riforma forense in merito a:

1) LA GOVERNANCE DELL’AVVOCATURA: con l’introduzione di un principio di democrazia

nell’amministrazione della professione, secondo il principio “un avvocato un voto”,

separando a livello nazionale la funzione disciplinare da quella amministrativa, senza

sbarramenti anagrafici;

2) LA FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA: con innalzamento dell’esonero

dell’obbligatorietà della formazione permanente agli avvocati con oltre 40 anni di

anzianità d’iscrizione all’albo e con una valorizzazione nell’offerta formativa dei

COA, delle Unioni Regionali e delle Associazione maggiormente rappresentative;

3) LE SPECIALIZZAZIONI: con l’affidamento delle specializzazioni forensi all’Avvocatura

e con l’adozione di una normativa di dettaglio, che possa consentire di formare

effettivamente i professionisti specialisti secondo criteri improntati al merito,

all’equità e alla reale competitività;

4) L’ACCESSO: con l’introduzione del numero programmato nelle facoltà di

Giurisprudenza, per evitare che la professione forense continui ad essere il

parcheggio di migliaia di disoccupati intellettuali negli Albi e per riaffermare il

principio che l’Avvocatura non è un ripiego per chi non ha superato altri concorsi.

Oggi, solo grazie all’approvazione della mozione n° 35, l’Avvocatura può chiedere con forza

alla politica che la Legge 247/12 venga modificata, facendo in modo che il percorso di

rinnovamento della nostra professione possa davvero attuarsi.

L’OUA, in merito alla Governace, in data 05 aprile 2013, ha deliberato di “costituire –

unitamente al C.N.F. al quale ne formulerà specifica proposta - un tavolo permanente di

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concertazione al quale invitare gli Ordini Forensi, le Unioni Regionali, la Cassa Nazionale

Forense e le Associazioni Forensi, con l’intento di pervenire ad una proposta di modifiche

statutarie e regolamentari, per quanto possibile unitaria e condivisa, da sottoporre

all’approvazione della prossima assise congressuale”.

Il Congresso Nazionale di Venezia del 2014, quindi, dovrà essere una vera occasione perché la

tematica della Governance dell’Avvocatura trovi finalmente terreno fertile ed una fattiva

attuazione nel rispetto del principio di democrazia.

TEMATICHE DI LAVORO: i regolamenti di attuazione della riforma forense.

Unitamente a questi impegni, AIGA è altresì chiamata a monitorare e ad intervenire nella fase

di attuazione della legge 247/12. Essa, infatti, demanda la propria applicazione a ben 16

regolamenti di competenza del CNF, a 5 regolamenti di competenza dei COA e a 15

regolamenti da adottarsi con DM.

Tra i vari regolamenti, ritengo che particolare attenzione dovrà essere dedicata:

- all’emanazione del nuovo codice deontologico (entro il 02.02.2014): valutando

l’opportunità della previsione specifica delle condotte contestabili, limitando il più

possibile un’interpretazione ampia e soggettiva di principi generali quali “dignità e

decoro” ;

- al regolamento per la formazione continua: operando il correttivo al limite dei 25

anni di iscrizione per l’esonero per l’esonero dall’obbligo di formazione, previsione

ingiustificabile e di danno ai giovani, per l’evidente maggiore onere, e ai cittadini che

non possono contare su un uguale impegno formativo di tutta l’Avvocatura. Si dovrà

proporre un sistema nazionale uniforme che consenta la verifica costante da parte dei

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COA dell’esatto adempimento formativo degli iscritti. La formazione, specialistica e

non, dovrà essere lasciata all’Avvocatura tramite i COA e le associazioni al fine di

evitare dannose speculazioni e/o percorsi formativi inutili;

- al regolamento per il conseguimento del titolo per l’iscrizione all’albo dei

patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori: il titolo di Cassazionista oggi

consente anche l’eleggibilità al CNF, pertanto, tale aspetto è fortemente legato anche al

tema della Governance. Il conseguimento del titolo deve, quindi, essere accessibile a

tutti evitando una limitazione nella scelta della futura classe dirigente dell’Avvocatura;

- ai regolamenti per la nomina dei componenti dei Consigli distrettuali di

disciplina e per la disciplina del procedimento disciplinare: evitando sbarramenti

anagrafici, di genere e possibili conflitti di interesse;

- al regolamento per le modalità di accertamento dell’esercizio effettivo,

continuativo abituale e prevalente della professione: già la legge vieta che il distinguo

faccia riferimento a criteri di reddito; sarà quindi necessario individuare i criteri che

non pregiudichino i giovani e le donne, ossia le parti deboli della categoria. Si

dovranno prevedere requisiti che si differenziano a seconda dell’anzianità di iscrizione

all’albo e si dovrà tenere conto di esenzioni derivanti da maternità, malattia et similia;

- al regolamento per la costituzione delle camere arbitrali che dovranno proporsi

come una valida alternativa alla giurisdizione ma senza ricalcare gli aspetti negativi

della mediazione che oggi è stata nottetempo reintrodotta. Fintantoché il Decreto

Legge non verrà sottoposto alla conversione sarà onere della nostra Associazione fare

quanto possibile perché la mediazione non sia un costo, in termine di denaro e di

tempo, per il cittadino proponendo come valido strumento una semplice dichiarazione

da parte degli avvocati che il tentativo è stato esperito o insistendo perché la

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mediazione per il mezzo degli organismi costituiti nei COA venga fornita a costi ridotti.

Per poter dare il massimo del contributo, AIGA dovrà fin da subito costituire dei dipartimenti

di lavoro specifici per ciascun emanando regolamento in sostituzione di Osservatori che

spesso sono rimasti inutilizzati.

PROPOSTE DI INTERVENTO

A) LA GESTIONE DEGLI STUDI

La nostra Associazione dovrà farsi portatrice di nuove istanze e di interventi concreti a tutela

dei Giovani Avvocati: non si può più rimandare la previsione di un contratto che disciplini

efficacemente la collaborazione sia durante la pratica, sia nella fase successiva, quando l’unico

“cliente” è costituito dallo Studio legale presso il quale si collabora (si veda art. 41 Legge

247/12). Questo aspetto potrà essere agevolato considerando che tali accordi non dovranno

essere presi in considerazione per l’applicazione dell’IRAP.

Inoltre, tali accordi potrebbero essere agevolati prevedendo la copertura assicurativa

infortuni, oggi imposta per legge, tramite adesione al COA. I nostri Consigli degli Ordini,

dall’evidente maggiore potere contrattuale rispetto a quello del singolo iscritto, devono essere

sollecitati alla conclusione con compagnie assicurative di una polizza infortuni con la formula

“dell’adesione” come oggi avviene per le associazioni sportive. Nella quota di iscrizione

potrebbe, così, essere inclusa la quota per la suddetta copertura che coinvolgerebbe più

facilmente i collaboratori con i quali sono stati conclusi accordi contrattuali.

B) LA GESTIONE DELLA GIUSTIZIA

Si dovrà altresì agire per l’informatizzazione del processo e dell’avvocatura vigilando perché

la data del 30.06.2014 non venga disattesa.

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AIGA dovrà pretendere, e agire perché ciò avvenga, il rispetto del D. Lgs. 33/2013 che impone

il riordino degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte

della PA. Questo consentirà di monitorare la produttività dei Tribunali e di agevolare la

riorganizzazione degli stessi.

A questo proposito sarà necessario coinvolgere il più possibile gli organi istituzionali (CNF,

CASSA FORENSE), perché forniscano gli strumenti necessari affinché l’Avvocatura non arrivi

impreparata.

I mezzi necessari sono già di uso quotidiano, tuttavia la puntuale preparazione tecnica

agevolerà la fase iniziale. Ritengo che una piattaforma comune per tutta l’Avvocatura

consentirebbe una uniformità che ridurrebbe notevolmente le differenze oggi esistenti nei

territori.

AIGA dovrà, inoltre, farsi portavoce della necessità di apportare cambiamenti nella gestione

organizzativa dei tribunali, attesa l’ormai ineludibile riforma della geografia giudiziaria,

nonché degli uffici pubblici che orbitano attorno all’attività giudiziaria.

Si dovrà esaminare l’opportunità che venga istituita una gestione manageriale dei tribunali,

rivolta alla maggiore efficienza dei servizi per il cittadino e per l’Avvocatura, separando

l’esercizio della giurisdizione dall’organizzazione degli uffici e dalla gestione delle risorse, da

affidare magari ad un manager pubblico, di specifica formazione, dotato di autonomia

decisionale

Troppo spesso si legge sui giornali delle condizioni al limite della legalità che si rinvengono

nei Tribunali per ottenere i servizi necessari allo svolgimento del mandato (ambienti di lavoro

inappropriati e indecorosi, code fin dalle prime ore del giorno per potere eseguire notifiche e

pignoramenti, rilascio dei titoli esecutivi in tempi talmente lunghi da far venire meno

l’interesse al recupero coattivo, orari inadeguati delle cancellerie, etc…).

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Alcune proposte potrebbero essere quelle di:

- limitare all’eccezionalità i casi di collocamento fuori ruolo dei magistrati impegnati ad

esercitare funzioni diverse da quelle giurisdizionali;

- richiamare il personale di cancelleria distaccato in altre amministrazioni e rivedere le piante

organiche in base alle reali e documentate esigenze dei singoli uffici;

- unificare i riti nel processo civile;

- riformare la magistratura onoraria, coniugando stabilità del ruolo e temporaneità

dell’incarico.

C) NUOVI SPAZI DI MERCATO

AIGA dovrà continuare nella strada già tracciata della ricerca di nuovi spazi di mercato per

l’Avvocatura, valorizzando fin dalla fase della pratica l’esperienza all’estero, in sintonia con il

progetto europeo Lifelong Learnig Programme e con quanto l’Unione Europea mette a

disposizione per la costruzione di una cittadinanza europea, per ampliare i confini geografici

dei servizi legali offerti e le competenze.

La nostra Associazione, inoltre, come anche già fatto in passato in collaborazione con l’ISTAT,

dovrà fornire una lettura della realtà sociale utile per la Giovane Avvocatura e nell’ottica di

fare in modo che l’offerta di professionalità risponda alla reale domanda della società.

Per questo immagino una nuova collaborazione con gli Istituti legati ai ministeri del Lavoro e

delle Politiche sociali (ad es. l’ISFOL Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei

lavoratori) e della Giustizia.

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D) ORGANIZZAZIONE INTERNA AIGA

Coordinatori regionali.

Aiga vedrà un coinvolgimento maggiore dei coordinatori regionali che dovranno relazionare

al nazionale e parteciperanno a delle riunioni appositamente convocate.

Si dovrà predisporre un albo aggiornato degli iscritti Aiga per recuperare un progetto già

realizzato nella giunta Militi ma che non ha avuto più seguito e che stimolerà la base ad avere

un contatto più diretto e soprattutto costante con il nazionale.

Questo consentirà di avere una fotografia aggiornata e reale dell’associazione utile nell’ottica

di chiedere al CNF l’individuazione delle associazioni interlocutrici delle istituzioni.

È capitato, anche recentemente, che agli incontri con il Ministro della Giustizia sedessero sullo

stesso tavolo realtà associative con oltre quarant’anni di storia, come Aiga, e associazioni con

pochi mesi di vita.

Questo ovviamente comporta un dispendio di energie, di attenzione che nuoce al dialogo con

le istituzioni.

Sistemi di informazione.

Occorrerà sviluppare la newsletter grazie all’aggiornamento degli indirizzi mail, potenziare il

sito rendendolo più snello ma allo stesso tempo ricco di contenuti e aggiornamenti che

contengano anche i lavori di giunta con la pubblicazione dei verbali delle riunioni.

Ciò consentirà il costante aggiornamento sulle tematiche che di volta in volta vengono

affrontate.

A questo proposito, si provvederà alla pubblicazione on line degli estratti dei verbali di giunta

permettendo alle sezioni, e non solo, di essere aggiornate sul lavoro in essere e poter così

intervenire fattivamente nei CDN e nella vita associativa di ogni giorno.

Fondazione Tommaso Bucciarelli.

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Dovrà finalmente vedere il proprio riconoscimento giuridico.

È lo strumento che meno ha avuto modo di esprimere le proprie potenzialità. Nel corso di

questo mandato ha partecipato insieme ad Aiga ad un bando europeo (progetto Eutralex) per

la progettazione e realizzazione di strumenti e metodologia di formazione per un cultura

giuridica europea, non riuscendo però, solo per poca differenza di punteggio, ad ottenerne

l’aggiudicazione.

La nostra Fondazione dovrà avere un ruolo attivo, con il coinvolgimento di persone in “quota

Aiga” che per loro attitudine ed interessi culturali avranno l’entusiasmo di valorizzare la

formazione dell’Avvocatura e gli aspetti scientifici che interessano la nostra categoria

professionale.

Le risorse

E’ necessario poter disporre di risorse economiche ulteriori a quelle oggi disponibili, per

avere la massima tranquillità operativa, e poter investire ancora di più in comunicazione, sia

nei confronti dell’associazione, che del mondo esterno. E’ un fatto oggettivo che AIGA sia

l’associazione forense con il maggior numero di iscritti, che, oltretutto, sono un target di

riferimento per moltissime aziende.

Dovremmo quindi valutare di agire fattivamente per identificare la miglior strategia per

valorizzare il “marchio AIGA”, di presentarlo, ed individuare aziende interessate ad essere

nostri sponsor ufficiali ed a stipulare convenzioni, con esclusiva di settore merceologico,

seguendone poi l’andamento in modo che non si risolvano in esperienze occasionali, ma

diventino un’integrazione costante delle risorse associative a favore di tutti gli iscritti.

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Molte sono ancora le tematiche che il prossimo biennio dovranno essere poste all’ordine del

giorno:

- i rapporti con Cassa Forense affinché i Giovani Avvocati possano vedere garantito il loro

diritto alla rappresentanza, alla pensione ed allo stesso tempo ravvisino nella Cassa un

organismo di sostegno anche per il presente;

- le spese di giustizia e il loro reinvestimento nel sistema giudiziario;

- il problema delle carceri deve essere fatta una campagna di sensibilizzazione e formazione

ad hoc sui giovani avvocati affinché nasca una nuova generazione forense che non tolleri che

l'Italia venga additata come rea di violenze e maltrattamenti sui detenuti;

- la previsione di agevolazioni fiscali per le associazioni e/o società tra professionisti,

favorendo le aggregazioni tra Giovani Avvocati;

- il numero programmato nelle facoltà di Giurisprudenza e accesso alla professione;

- specializzazioni: la loro determinazione ed il loro effettivo conseguimento;

- la rimodulazione degli studi di settore, con il superamento degli attuali iniqui automatismi;

- la previsione di criteri di selezione per meriti dei professionisti incaricati dalla P.A. con

l’introduzione della rotazione “effettiva” degli incarichi;

- la semplificazione della compravendita immobiliare con estensione di competenze agli

avvocati.

- il decreto ingiuntivo per mezzo degli avvocati con possibilità di autenticare le scritture

contabili e quindi la modifica dell’art. 2703 c.c. che ancora non è stata recepita.

Di una cosa sono certa: il programma non è, e non può essere, solo l’espressione delle idee di

chi propone la propria candidatura alla presidenza ma deve consistere nella raccolta di

molteplici punti di vista, sensibilità e opinioni, anche in relazione alle differenti realtà locali

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dove ciascun avvocato vive ed esercita la professione.

Ho la convinzione che il lavoro di gruppo sia la strategia vincente per ottenere i risultati

migliori, per consentire una crescita continua e costante della nostra Associazione e

conseguentemente dei Giovani Avvocati.

Per questo motivo le linee programmatiche che oggi sottopongo alla Vostra attenzione sono

un “cantiere aperto” pronto a recepire il contributo di ciascuno.