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Nicola Schibuola www.nicolaschibuola.it

ETOBIOSOFIAIL SAPERE CHE GUARISCE e IL COOPERATIVE LEARNING

Ci sono Attimi nella Vita, piccoli impercettibili Attimi di Vita, che cambiano il modo di

percepire il tempo che ha da venire, il nostro tempo. Attimi che delimitano un prima ed un dopo.

Un bivio mentre camminiamo, nello svuotarsi della clessidra, una scelta e non si torna più

indietro… si può solo proseguire, un po’ cambiati. Questi Attimi, Sacri alla Sopravvivenza, sono

appuntamenti con il nostro passato genealogico, e manifestazione, per quanti hanno occhi per

vedere e orecchie per sentire, del nostro sé incarnato ed eterno. Sono i gradini, a volte faticosi, di

una scala che ci eleva. Sono lo strumento dell’Evoluzione.

Essi si rivelano nel vivere quotidiano, per (sos) spingerci a crescere sui Piani dell’Esistenza:

Spirituale, Intellettuale, Emotivo, Sessuale e Corporeo. Queste Occasioni sottostanno alle regole

dell’Emozione, ove non esiste il bene o il male, ed il segno “più” o “meno” non rappresenta una

direzione di merito, ma solo un movimento di andata e ritorno, un ritmo.

È più utile la sistole o la diastole cardiaca? L’inspiro o l’espiro, il giorno o la notte? Così, in

questo flusso di eventi, ci capita di vivere a intervalli regolari situazioni che hanno in sé lo stesso

scopo, la medesima struttura, un’identica volontà di potenza. Se non le comprendiamo

profondamente, queste situazioni torneranno eternamente per quello che sono: memorie di sequenze

emotive interrotte. Accadimenti conflittuali vissuti, generalmente, da nostri avi, diventati traccia

chimica indelebile nelle membrane cellulari e nel DNA, si perpetreranno nelle infinite costellazioni

e modalità relazionali proprie di ogni famiglia e nel Karma. Messaggi nella bottiglia lanciati verso

il futuro. In questi messaggi, un unica richiesta: risolvere una memoria di Conflitto che si è

verificato, nella linea genealogica, su uno dei piani dell’esistenza.

Chi studia pragmaticamente ed empiricamente queste dinamiche, sa che un conflitto non

risolto di un singolo individuo si riversa sulle generazioni successive scalando di un livello la

densità di energia: dal fine stato Spirituale a quello Intellettuale, da questo all’Emozionale e così

via, fino a manifestarsi a livello della materia, sul piano Corporeo.

Questo ultimo è il campo in cui vigono le 5 Leggi Biologiche scoperte dal Dott Hamer. A

livello Corporeo non v’è soluzione del conflitto, al di fuori di sé. La filogenesi ha demandato al

cervello, inteso come organo, il compito di amministrare l’intenzione e la forza evolutiva insita in

ogni cellula, e l’istinto di sopravvivenza che ne è il corollario. Il controllo del cervello si estende

dalla singola cellula a tutti i tessuti organici, agli organi, agli apparati. Un essere vivente, a livello

biologico, non può quindi che conoscere se stesso, ed il campo d’azione del cervello per risolvere in

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modo efficace i conflitti che mettono a repentaglio la sopravvivenza fisica, sarà unicamente il

proprio corpo. Per ottenere dal cervello una risposta automatica di sopravvivenza, definita da

Hamer Programma Biologico di Sopravvivenza (PBS), il conflitto deve essere di tipo Biologico, e

cioè un conflitto che mette a repentaglio la vita del singolo e della specie. Un PBS si attiva a partire

da uno di quegli Attimi Sacri dell’Evoluzione, chiamati da Hamer: DHS. Solamente un

accadimento vissuto in modo drammatico, in solitudine, che ha colto la persona in contropiede e

senza possibilità di soluzione efficace, attiva un PBS. Se non sono presenti tutte queste componenti,

non siamo in presenza di una DHS, e nessun PBS verrà attivato. I PBS sono comunemente definiti

malattie.

Tutte le malattie sono dei PBS, e cioè dei Programmi Biologici di Sopravvivenza,

selezionati dall’evoluzione e al servizio dell’evoluzione, attraverso la garanzia della sopravvivenza,

per la sopravvivenza del singolo e della specie. Esistono molte modalità per entrare in una fase

conflittuale, ma in assenza di una DHS non vi sarà alcuna risposta organica, nessuna malattia, e il

disagio resterà confinato in ambiti psichici, emozionali, spirituali. Pensiamo ad un lutto, ad

esempio: il più delle volte la sofferenza, per quanto intensa, è solo di tipo psichico e affettivo, e non

organico, nel senso che non si sviluppano “patologie” organiche. La DHS fa la differenza! Di più,

la DHS si differenzia. Si differenzia dalla miriade di Attimi Sacri di Vita perché mette in gioco non

solo l’Evoluzione Spirituale, Intellettuale, Emotiva o Sessuale del singolo e della specie, ma la loro

Sopravvivenza. V’è una sostanziale diversità tra il conflitto derivante dal desiderio, frustrato, di

potersi sedere in modo dinamico, modificando a piacere in modo veloce e pratico la propria

posizione nello spazio piano, che ha portato un individuo nella notte dei tempi ad inventare la sedia,

ed un conflitto che ha come soluzione un PBS di cancro allo stomaco. Il secondo, a differenza del

primo, mette a repentaglio la vita del singolo. Ma perché? Ritengo che il 99% dei lettori a questa

domanda risponderebbe ancora: “per il cancro che lo ucciderà, ovviamente!”. No, non per il cancro,

perché questo è un Programma Biologico determinato alla Sopravvivenza, ma per il conflitto

biologico in sé, che ci obbliga ad elevarci, o essere eliminati, per il bene superiore della specie.

Ho cercato, nei corsi che ho tenuto fino ad oggi, di permettere ai corsisti di accedere a questa

consapevolezza: non esiste la malattia in quanto tale, ed ogni malattia è un PBS. Ho seguito diverse

strade epistemologiche ma, molto spesso, mi rendevo conto che, puntando esclusivamente alla

comunicazione frontale dei contenuti, la modalità di esposizione poteva cambiare, da semplice a

complessa, ma il risultato era simile: la qualità della comprensione era spesso effimera, poco

profonda. Poco partecipata. Ho così cercato di inventare e costruire la mia sedia. Più praticamente,

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ne ho cercata una che facesse al caso mio, e mi è arrivato alla mente un ricordo emotivo di un

seminario montano tenuto dal professor Mario Comoglio, al quale partecipavamo anche noi, il

gruppo di Lindbergh.

Era un seminario sul Coperative Learning. Comprendere attraverso l’Emozione del rapporto

interpersonale, sfruttando le potenzialità dell’interdipendenza creativa tra le persone, valorizzando

la partecipazione di ognuno al raggiungimento degli obiettivi. Soprattutto, colmare i vuoti che si

creano nella comunicazione di un contenuto da parte di un pedante relatore (che stia parlando di

me?), con la cooperazione tra Persone, e quindi con l’intreccio di Menti, Cuori, Bisogni, diversi; e

di Vite uniche ed irripetibili.

Gli incontri recenti con Paolo Scorzoni, il nostro storico Presidente, il Presidente di

Lindbergh, divenuto un appassionato esperto del metodo C.L., mi hanno permesso di incontrare un

grande amico, e di imparare a governare, da autista con la “P” sul lunotto, una nuova modalità di

svolgimento dei miei incontri. Ho applicato per la prima volta le tecniche del C.L. nel mio ultimo

seminario sulle 5 Leggi Biologiche di Hamer, ed è stato un successo. Non è stato facile per me,

all’inizio, vincere la mia resistenza alla sintesi, necessaria per far posto, a parità di tempo a

disposizione per l’incontro, al lavoro individuale e di gruppo. Devo ammettere che la cosa mi

sembrava poco coerente con la mia volontà di comunicare quante più nozioni utili possibili, ma il

feedback dei corsi precedenti mi aveva sempre dimostrato che non la quantità, ma la qualità

dell’apprendimento delle informazioni è l’obbiettivo primario a cui puntare. Ebbene, questo

obbiettivo l’ho raggiunto. Il risultato è, migliorabile, affinando la padronanza del metodo, ma la

qualità delle domande, i commenti, le proposte, le osservazioni da punti di vista inediti venutemi

dal pubblico e la vivacità del clima creatosi durante il corso sono stati per me motivo di gioia, e

sommessa, grande soddisfazione.

Nicola Schibuola