NicaraNicara NICARAHUAC 90 - 2006 1 Bollettino bimestrale della Associazione di amicizia,...

12
Nicara Bollettino bimestrale della Associazione di amicizia, solidarietà e scambi culturali Italia - Nicaragua - Direttore Responsabile: Bruno Bravetti - Redazione e Amministrazione: Coordinamento Nazio- nale: Via Mercantini, 15 - 20158 Milano - Tel. e Fax 02-33220022 - Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 5289 del 5/9/1985 - Spedizione in abb. postale 70% Filiale di Milano - Stampato in proprio - Hanno collaborato a questo numero: Federica Comelli, Roberto Cova, Angela Di Terlizzi, Giorgio Trucchi. N. 90 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2006 - NUOVA SERIE Daniel Ortega Presidente della Repubblica del Nicaragua Le ultime elezioni hanno riportato Daniel Ortega e il FSLN al governo, il Consejo Supremo Electoral (CSE) ha pubblicato i risultati finali preliminari, a parte le impu- gnazioni dei risultati di circa un centinaio di seggi, che in ogni caso non cambiano lesito delle elezioni.  Non sono mancate le sorprese.  Daniel Ortega ottiene il 38 % dei voti, circa 10 punti di differenza dal candida- to della ALN, Eduardo Montealegre, che ottiene il 28,30%. In terza posizione JosØ Rizo (PLC) con il 27,11%. Molto piø staccati: Edmundo Jarquín (Alianza MRS) con il 6,30% EdØn Pastora (Alianza por el Cambio) con il 0,29%.  Nonostante levidente sconfitta del Partito Liberal Constitucionalista (PLC) dellex Presidente Arnoldo AlemÆn (che dimezza i voti e il numero di deputati), l 8 per cento dei voti che non erano ancora stati scruti- nati ha riportato il partito a ridosso della Alianza Liberal Nicaraguense (ALN). Montealegre mantiene comunque la se- conda posizione ed ottiene un posto da deputato nella futura Asamblea Nacional. Diversa invece la situa- zione nei risultati delle elezioni per deputati nazionali in questo caso: FSLN ottiene il 37,18% PLC secondo partito con il 27,45% ALN terzo posto con il 26,28% Alianza MRS aumenta i suoi voti raggiungendo l8,14%.  Secondo questi dati, ri- sulta evidente che i nica- raguensi hanno comincia- to ad abbandonare, alme- no in parte, il classico voto a cascada (stesso voto per Presi- dente e per deputati). Una parte dellelettorato ha deciso di vota- re Ortega per Presidente, ma ha dato poi la sua preferenza per i deputati della Alian- za MRS. Stessa situazione per il voto anti- orteguista, che scelto Montealegre come Presidente ed ha poi votato per i deputati della Alianza MRS.  Questo dettaglio si rileva nei voti totali espressi. Ortega ottiene 930.862 voti, ma i depu- tati del FSLN ne ottengono solo 899.292 Montealegre ottiene 693.391 e i suoi deputati 635.679 Edmundo Jarquín ottiene 154.224 ed i deputati della Alianza MRS 205.340 Praticamente uguali i voti ottenuti da JosØ Rizo e dai deputati del PLC.  Un altro elemento che si evidenzia L il fatto che Ortega e il FSLN ripetono quasi esattamente il risultato elettorale del 2001 (in termini di votanti e non di percentuale finale, la quale risente ovviamente del 20% in piø di potenziali votanti che in questi anni hanno raggiunto letà per poter votare - 16 anni compiuti). Il liberalismo (PLC e ALN) ha invece incre- mentato i propri votanti del 14%. Questi dati indicano che il successo di Ortega L dovuto soprattutto alla tenuta dello zoccolo duro sandinista ed ad una certa massa di votanti che ha rimpiazzato il voto che si L spostato verso la Alianza MRS, ma soprattutto e come già detto, alla divisione del voto della destra nicara- guense (insieme otterrebbe oltre il 55 %) Continua in seconda pagina Socio Euro 16,00 Socio + Rivista Envio Euro 42,00 Studente Euro 13,00 Studente + Envio Euro 39,00 Modalità di pagamento versamento tramite conto corrente postale n. 13685466 oppure tramite cc bancario n. 19990 Banca Popolare di Milano Ag. 21 - ABI 05584 - CAB 01621 intestati a Associazione Italia-Nicaragua c/o CGIL Via Mercantini 15 - 20158 Milano Iscriviti all’Associazione Italia-Nicaragua Buon 2007 Ai soci e alle socie un invito a rinnovare la tessera

Transcript of NicaraNicara NICARAHUAC 90 - 2006 1 Bollettino bimestrale della Associazione di amicizia,...

  • NICARAHUAC 90 - 2006 1

    NicaraBollettino bimestrale della Associazione di amicizia, solidarietà e scambi culturali Italia - Nicaragua- Direttore Responsabile: Bruno Bravetti - Redazione e Amministrazione: Coordinamento Nazio-nale: Via Mercantini, 15 - 20158 Milano - Tel. e Fax 02-33220022 - Autorizzazione Tribunale diBologna n. 5289 del 5/9/1985 - Spedizione in abb. postale 70% Filiale di Milano - Stampato inproprio - Hanno collaborato a questo numero: Federica Comelli, Roberto Cova, Angela Di Terlizzi,Giorgio Trucchi.

    N. 90 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2006 - NUOVA SERIE

    Daniel Ortega Presidente della Repubblica del Nicaragua

    Le ultime elezioni hanno riportato DanielOrtega e il FSLN al governo, il ConsejoSupremo Electoral (CSE) ha pubblicato irisultati finali preliminari, a parte le impu-gnazioni dei risultati di circa un centinaio diseggi, che in ogni caso non cambianolesito delle elezioni. Non sono mancate le sorprese. Daniel Ortega ottiene il 38 % dei voti,circa 10 punti di differenza dal candida-to della ALN, Eduardo Montealegre, cheottiene il 28,30%.In terza posizione José Rizo (PLC) con il27,11%.Molto più staccati:Edmundo Jarquín (Alianza MRS) con il6,30%Edén Pastora (Alianza por el Cambio)con il 0,29%. Nonostante levidente sconfitta del PartitoLiberal Constitucionalista (PLC) dellexPresidente Arnoldo Alemán (che dimezzai voti e il numero di deputati), l 8 per centodei voti che non erano ancora stati scruti-nati ha riportato il partito a ridosso dellaAlianza Liberal Nicaraguense (ALN).Montealegre mantiene comunque la se-conda posizione ed ottiene un posto dadeputato nella futura Asamblea Nacional.

    Diversa invece la situa-zione nei risultati delleelezioni per deputatinazionali in questocaso:

    FSLN ottiene il 37,18%PLC secondo partitocon il 27,45%ALN terzo posto con il26,28%Alianza MRS aumenta isuoi voti raggiungendol8,14%. Secondo questi dati, ri-sulta evidente che i nica-raguensi hanno comincia-to ad abbandonare, alme-no in parte, il classicovoto a cascada (stesso voto per Presi-dente e per deputati).Una parte dellelettorato ha deciso di vota-re Ortega per Presidente, ma ha dato poila sua preferenza per i deputati della Alian-za MRS. Stessa situazione per il voto anti-orteguista, che scelto Montealegre comePresidente ed ha poi votato per i deputatidella Alianza MRS. Questo dettaglio si rileva nei voti totaliespressi.

    Ortega ottiene 930.862 voti, ma i depu-tati del FSLN ne ottengono solo899.292Montealegre ottiene 693.391 e i suoideputati 635.679Edmundo Jarquín ottiene 154.224 ed ideputati della Alianza MRS 205.340Praticamente uguali i voti ottenuti da JoséRizo e dai deputati del PLC. Un altro elemento che si evidenzia è ilfatto che Ortega e il FSLN ripetono quasiesattamente il risultato elettorale del 2001(in termini di votanti e non di percentualefinale, la quale risente ovviamente del20% in più di potenziali votanti che inquesti anni hanno raggiunto letà per potervotare - 16 anni compiuti).Il liberalismo (PLC e ALN) ha invece incre-mentato i propri votanti del 14%.Questi dati indicano che il successo diOrtega è dovuto soprattutto alla tenutadello zoccolo duro sandinista ed ad unacerta massa di votanti che ha rimpiazzatoil voto che si è spostato verso la AlianzaMRS, ma soprattutto e come già detto,alla divisione del voto della destra nicara-guense (insieme otterrebbe oltre il 55 %)

    Continua in seconda pagina

    SocioEuro 16,00

    Socio + Rivista EnvioEuro 42,00

    StudenteEuro 13,00

    Studente + EnvioEuro 39,00

    Modalità di pagamento

    versamento tramite conto corrente postale n. 13685466oppuretramite cc bancario n. 19990 Banca Popolare di MilanoAg. 21 - ABI 05584 - CAB 01621intestati a Associazione Italia-Nicaragua c/o CGILVia Mercantini 15 - 20158 Milano

    Iscriviti all'Associazione Italia-NicaraguaBuon 2007Ai soci e alle socie un invito a rinnovare latessera

  • 2 NICARAHUAC 90 - 2006

    Come si definisce la nuova AsambleaNacionalAnche qui non sono mancate le sorprese.E importante ricordare che i deputati di-partimentali sono eletti in base ai risultati diogni Dipartimento e non hai risultati globalie che ogni Dipartimento elegge un numerodiverso di deputati (per esempio, Chinan-dega elegge 6 deputati e il Rio San Juansolo 1).In attesa dei risultati finali definitivi e dellarisoluzione di alcuni problemi avuti allin-terno di vari seggi (un deputato conteso traALN, FSLN e PLC nella RAAN):FSLN otterrebbe 38 deputatiPLC 25ALN 22Alianza MRS 5. A questi conteggi ancora da confermare,bisogna però aggiungere dei dati.Il FSLN potrebbe contare con il voto diMario Valle, eletto per la Alianza MRS mache ha già annunciato di voler passare conil gruppo parlamentare sandinista e conquello del Presidente del Partito de laResistencia Nicaraguense (PRN), Salva-dor Talavera, candidato della ALN, mache prima delle elezioni ha firmato unaccordo con Ortega.In questo modo, il FSLN conterebbe con40 deputati.La ALN aggiungerebbe lex PresidenteBolaños ed Eduardo Montealegre ai suoi22 deputati, ma perderebbe la presenza diTalavera, raggiungendo un totale di 23.Il PLC resterebbe come seconda forza inParlamento con 25 deputati, mentre laAlianza MRS, con la perdita di Mario Val-le, passerebbe da 5 a 4 deputati.Come già detto in passato, unalleanza trale forze del liberalismo non permetterebbenessun tipo di riforma costituzionale odapprovazione di leggi di carattere costitu-zionale (come la Legge Elettorale o lanomina delle principali cariche dei Poteridello Stato).E invece ovvio che nella futura Asambleanon potrà più esistere ununica negozia-zione tra due partiti (FSLN e PLC), ma chesi dovrà costantemente negoziare tra piùforze. Le prime mosse di OrtegaIl nuovo Presidente eletto, Daniel Ortega,ha immediatamente iniziato un fitto giro diincontri con i vari settori che compongonoil mondo lavorativo, dando la priorità a queisettori che hanno da sempre osteggiato lasua corsa verso la presidenza. Si è riunito con la comunità donante, con ipiù importanti esponenti dellimprendito-rialità nazionale ed internazionale, con ilsettore bancario e con lattuale governodel Presidente Bolaños, ricevendo la di-sponibilità a collaborare con il nuovo go-

    verno che entrerà in carica il prossimo 10gennaio 2007. Si è riunito con il mondo sindacale, con isettori dei produttori agricoli e non e con ilmondo delle cooperative, raccogliendotutte le richieste e riproponendo le pro-messe fatte in campagna elettorale e neldiscorso pronunciato l8 novembre davan-ti alla massa sandinista in festa, tra cuispicca il riconoscimento della proprietàprivata e il rifiuto di qualsiasi tipo di espro-priazione od occupazione di terra.Ha anche visitato il progetto dellimpresanordamericana Grupo Textil Internacional(GTX), che sta costruendo una nuovamaquila in regime di Zona Franca e cheinvestirà circa 100 milioni di dollari con unpotenziale di circa 20 mila posti di lavoronei prossimi tre-quattro anni. Ha lanciato un appello ai governi di tutto ilmondo, per poter continuare la collabora-zione che è esistita fino ad oggi ed hachiesto al governo degli Stati Uniti, in modoufficiale, di poter iniziare un dialogo for-male su unagenda aperta e ampia.

    Questultima proposta sembra essere sta-ta ben accettata dal Dipartimento di Statonordamericano, tanto che lattuale amba-sciatore USA, Paul Trivelli, uno dei mag-giori esponenti della campaña sucia con-tro Ortega, ha ribadito la disponibilità delgoverno nordamericano a dialogare con ilnuovo governo, facendo intendere che

    dalla prima pagina

    prossimamente ci potrebbe essere un pri-mo incontro. E inoltre trapelato che alcuni degli attualiministri o presidenti di organi statali (comeil Banco Central de Nicaragua) potrebberomantenere il proprio incarico durante ilfuturo Governo Ortega. Ha infine incontrato gli alti vertici dellaChiesa Cattolica (il cardinal Obando y Bra-vo ha celebrato una messa nella cattedra-le per festeggiare il 61° compleanno diOrtega) e i leader dei principali partiti delladestra nicaraguese, per proporre un go-verno di Unità Nazionale.

    Prossimamente è probabile un incontro,con il Fondo Monetario Internazionale(FMI), da cui si potrà avere unidea un popiù chiara di come Ortega riuscirà a rispet-tare le sue promesse elettorali che, moltospesso, si scontrano con le condizionalitàimposte dai Programmi Strutturali di que-sto organismo. Un Ortega, quindi, che si propone comecontinuazione di quello che è stato il leitmotiv della sua campagna elettorale, ba-sata sulla riconciliazione, pace e lavoro eche sta cercando di mettere le basi per nondoversi scontrare con la dura opposizionedi quei settori che lhanno duramente at-taccato nel passato, strizzando contem-poraneamente locchio a quei settori diriconosciuta appartenenza sandinista.

    Edizioni Achab, Via Caroto, 2/A37131 VeronaTel. 045-8489196 - FAX 045-8403149e-mail [email protected]

    Finito di stampare nel mese disettembre 2006

    60 pagineCosto 12 Euro

  • NICARAHUAC 90 - 2006 3

    Come valuta il risultato elettorale dellaAlianza MRS? I dati indicano un risulta-to inferiore alle aspettative...La nostra valutazione è positiva. Abbiamoottenuto 205 mila voti nelle elezioni perdeputati e sappiamo perfettamente che inalcuni posti non abbiamo avuto la capacitàdi difendere il voto, perché non avevamosufficienti persone per coprire tutti i seggi. I sondaggi ci davano una percentuale com-presa tra l11 e il 16 per cento ed alla fineabbiamo ottenuto quasi il 9 per cento perdeputati e poco più del 6 per cento nelleelezioni per Presidente. Uno dei motiviprincipali è stato un fenomeno che è avve-nuto allinterno della destra nicaraguensee che riguarda il voto utile.La destra si è mossa per paura di unavittoria di Daniel Ortega ed ha fatto unaforte campagna per non disperdere il voto,invitando a concentrarlo sui loro candidati.Questo fattore ha determinato uno sposta-mento di parte del nostro elettorato versoil candidato della Alianza Liberal Nicara-guense (ALN), Eduardo Montealegre e inpiccola parte, verso il FSLN, per timore adunennesima vittoria della destra.Aldilà delle cifre, la nostra Alleanza hacomunque ricevuto un forte appoggio e lesimpatie degli elettori e questo va oltre ilsemplice risultato.Quello che non siamo riusciti a fare è statodi convincere gli elettori a rimanere con noie a non piegarsi alla politica del voto utile.Abbiamo comunque ottenuto cinque de-putati, dei quali ne resteranno solo quat-tro, dato che da alcuni mesi avevamoscoperto che uno di loro era un infiltrato delFSLN.Siamo sicuri che con questi deputati potre-mo lanciare una battaglia morale e politicaallinterno della Asamblea Nacional, indi-pendentemente dal numero relativamentebasso 

    Che valutazione politica date a questorisultato della Alianza MRS? Anche dal punto di vista politico lo consi-deriamo positivo, perché in primo luogosiamo riusciti a costruire una forza che haottenuto lappoggio di una fetta importantedella popolazione ed inoltre, è una forzadecisa a continuare a consolidare questirisultati e continuare a lavorare.  È stato positivo vedere la gente mobilitarsie lavorare con convinzione e in modovolontario per un progetto. Abbiamo avutomolti fattori che hanno giocato a nostrosfavore, ma il fatto di essere riusciti amantenere questo numero di elettori,indica unadesione che va molto più in làdel processo elettorale, unadesione adun progetto, ad unetica.Stiamo realizzando una verifica dellintero

    processo elettorale e cercando di creareunorganizzazione per il futuro, di frontealle battaglie politiche che ci aspettano.   Nella precedente intervista affermavache Lei avrebbe preferito un program-ma più di sinistra, per puntare alleletto-rato sandinista e non solo a quello an-cora indeciso sul voto.Crede che privilegiare come settore didisputa il campo della sinistra avrebbeportato più voti? Con un messaggio più di sinistra avremmopotuto consolidare i nostri elettori sandini-sti e quelli che stavano con noi al momentodella morte di Herty Lewites. Con la sua morte, cè stata indubbiamenteuna migrazione del 4-5 per cento verso ilFSLN e probabilmente, con un discorsopiù preciso su alcuni punti sensibili e vitaliper queste persone, saremmo riusciti apreservare il nostro zoccolo duro. Questaè la mia percezione, ma non labbiamoancora discusso allinterno della Alianza.  Come abbiamo già detto la volta scor-sa, la Alianza è formata da un gruppomolto eterogeneo di forze politiche esociali, le quali si sono unite per finielettorali. Come vi muoverete adessoper dare una conformazione più di fon-do ed anche ideologica a questa Alian-za ?In questa Alianza ci sono due forze cheprovengono dal Sandinismo e che sonoprofondamente vincolate alla Rivoluzione:il Movimiento Renovador Sandinista(MRS) ed il Movimiento por el Rescate alSandinismo (MPRS). Ci sono poi le altre forze, come il PartidoSocialista, il Partido de Acción Ciudadana,gli ecologisti ed i movimenti sociali. A livello di Alianza, che era elettorale,abbiamo cominciato un dibattito a livellopiù generale sui principi della Alianza stes-sa, mentre, allinterno delle due forze chevengono dal sandinismo, abbiamo comin-ciato a dibattere su come rifondare unaforza di sinistra, per ridiscutere il program-ma, i principi, gli statuti.È qualcosa più di fondo e pensiamo chenon sia conveniente mantenere due grup-pi separati, bensì costituire un solo grup-po. Questo ci sta portando a questioni piùideologiche, come che tipo didentità ab-biamo, che cosa vuole dire essere oggi disinistra in Nicaragua, come costruire unaforza che sia veramente unalternativa disinistra per il paese.In questo modo speriamo di poter determi-nare il profilo del nuovo movimento edovviamente, avrà anche una chiara in-fluenza sulla programmatica della Alian-

    za, che dovrà essere una programmaticapiù ampia.Siamo decisi a continuare a lavorare unitiin funzione della conformazione della nuo-va sinistra in Nicaragua.

    Questo tipo di lavoro lo porterete ancheallinterno della Asamblea Nacional? In termini generali e anche senza avere ivoti sufficienti, abbiamo deciso di portareavanti le proposte di legge che erano pre-viste nel nostro Programma.Manterremo un profilo di denuncia e citrasformeremo nella voce credibile delParlamento.Avremo una Asamblea Nacional con gruppiparlamentari che gireranno intorno alladisciplina di partito e alle posizioni politi-che che sono espressione dei gruppi eco-nomici del paese. Noi ci trasformeremo inun gruppo parlamentare senza nessuncoinvolgimento e totalmente indipendentedai gruppi economici. Potremo esseremaggiormente indipendenti sui tanti temiche verranno proposti, non tanto per poterottenere un cambiamento dei risultati, per-ché non abbiamo la capacità numerica perfarlo, ma affinché la cittadinanza conoscaveramente dove e come si stanno muo-vendo questi interessi economici nel Par-lamento. Giocheremo un ruolo di costantecritica e denuncia e allo stesso tempo,sosterremo quelle iniziative con cui ci sen-tiremo identificati.

    Che cosa pensa delle prime azioni diDaniel Ortega? Sembra che effettiva-mente voglia fare un governo di UnitàNazionale con la partecipazione di tuttii settori I primi passi confermano iamo già detto.Daniel Ortega ed il gruppo che controlla ilFSLN hanno una posizione molto prag-matica, di centro-destra, che non ha nullaa che fare con un partito di sinistra.Le sue prime mosse servono a garantireal grande capitale nazionale ed internazio-nale e agli Organismi finanziari internazio-nali che non ci saranno cambiamenti im-portanti nella politica nazionale ed interna-zionale. Si è riaffermata la volontà di man-tenere lo status quo esistente in relazioneal capitale finanziario nazionale ed inter-nazionale e questo, a mio parere, è unevi-dente dimostrazione che, al di fuori di al-cune misure di carattere palliativo, di fron-te alla situazione di povertà e miseria chevive la gente, non ci saranno cambiamentipolitici ed economici di fondo. Allo stessotempo, però, questo fattore crea la condi-zione propizia affinché si apra realmenteuno spazio per ricostruire e rifondare unaforza progressista e di sinistra in Nicara-gua. 

     

    Il dopo elezioniIntervista a Mónica Baltodano deputata eletta per la Alianza MRS

  • 4 NICARAHUAC 90 - 2006

    Il sindacalismo, durante i suoi quasi duesecoli di vita, ha svolto un ruolo importan-te, non solo per i suoi iscritti, ma anche peril resto dei lavoratori e per la società nelsuo insieme.Levoluzione del sindacalismo è diretta-mente relazionata allandamento delleco-nomia, della società e della politica e puòanticipare o seguire tale evoluzione.I e le dirigenti sindacali hanno forse piùesigenze che i e le dirigenti politiche, inquanto sebbene tutti i dirigenti politici sia-no i protagonisti dei cambiamenti, avendolobbligo di interpretare la società, i sinda-calisti devono avere un olfatto fine perpercepire i segni del tempo, interpretare ibisogni dei loro affiliati, le aspettative, lerichieste e collocarli nel contesto economi-co e politico. Devono, quindi, adattare inanticipo le strutture, i programmi, le attivi-tà, e le rivendicazioni in base a questeesigenze.I sindacati sono indiscutibilmente promo-tori del progresso sociale e per questo laloro presenza nella società è assoluta-mente imprescindibile.

    Le trasformazioni di fine secoloAnalizziamo ora le grandi trasformazioniavvenute durante la fine del ventesimosecolo e linizio del ventunesimo, che tan-te modificazioni, mal di testa, pensare eripensare e nuove strategie ci hanno por-tato.Lo Stato Provvidenza che dopo la crisidegli anni 30 sorse come unistituzioneproduttiva, potente ed onnipresente, ven-ne fortemente messo in discussione alla

    fine del secolo.Gli anni 80, i dieci anni perdutinella nostra amata e dolenteAmerica Latina, hanno lasciatocome saldo il fatto che lo Stato,sotto limpulso delle ideologieneoliberiste e nellintento di ri-durre i deficit generatori del fla-gello dellinflazione, si allonta-nasse dalle attività produttive edabbandonasse una parte dellasua vecchia funzione di grandegeneratore di occupazione, adot-tando politiche di riduzione dellaspesa pubblica.La legislazione individuale e col-lettiva del lavoro, così come lenorme che regolavano le rela-zioni, si trasformarono in modoveloce e sostanziale, dando luo-go ad una nuova relazione sala-riale, molto diversa da quellaconosciuta fino a quel momento,denominata relazione salarialefordista.Si crearono nuove forme dove lo

    spazio per le relazioni lavorative, gli attoried i temi oggetto della negoziazione, simuovevano e si avvicinavano progressi-vamente.Da un lato, dal settore verso limpresa edil posto di lavoro e dallaltro, dal settoreverso il livello della politica macroecono-mica, cercando una nuova coerenza con ilregime di accumulazione di capitali chefinì di strutturarsi durante gli anni 90.A questo dobbiamo sommare i cambia-menti dei valori etici, filosofici, attitudinali edei comportamenti delle persone e deigruppi sociali.Assume importanza lindividualismo, lau-tonomia personale, il liberalismo econo-mico e politico, il sentimento anticorporati-vo, il rifiuto di ogni forma di ingerenza delloStato ed il desiderio di raggiungere, inmodo diverso, lo sviluppo e la promozionepersonale, indipendentemente dal conte-sto e dalla situazione di crisi, senza nessu-na priorità per la solidarietà.La caduta dei paesi del socialismo reale,le cui conseguenze per lAmerica Latina,salvo Cuba, abbiamo timidamente avver-tito, ha rafforzato le tesi dei promotori delcambiamento.Queste due decadi hanno lasciato ai mo-vimenti sindacali, salvo quelli del NordEuropa, il bisogno di analizzare il perchédella diminuzione di iscritti e delle percen-tuali di sindacalizzazione, la crescita delladisoccupazione aperta, laumento del la-voro informale e del lavoro nero.Abbiamo anche visto lavoratori organizza-ti al di fuori dei loro sindacati, iniziare adessere più attivi nella crescente attività

    delle negoziazioni collettive.Inoltre, come in ogni processo per concre-tizzare le proprie rivendicazioni sociali edeconomiche, i sindacati non possono piùricorrere sistematicamente ad una pres-sione diretta o indiretta sullo Stato, né allacomplessità sistematica formulata in ter-mini di lotta di classe contro limprendito-rialità.Questo fenomeno non si spiega solo conla desindacalizzazione e con la pressionedel mercato del lavoro, ma anche con laperdita di potere ed influenza e con ladiminuzione della credibilità sociale deisindacalisti, creando difficoltà ai lavoratoriper mobilitarsi collettivamente.Ovviamente, le trasformazioni hanno col-pito le nostre organizzazioni sindacali econtinueranno a farlo ancora di più.

    Quali strategie?Rimane comunque un ampio margine af-finché, gli attori sociali che abbiano chia-rezza sul tipo di società che vorrebberocostruire, siano i protagonisti di questacostruzione.Per iniziare a costruire dobbiamo ricono-scere che non esistono ricette, né modelliunici per lo sviluppo del sindacalismo, mache lesperienza internazionale è moltautile per analizzare le nostre realtà nazio-nali e quella latinoamericana.Basta guardare come la nostra dirigenzasindacale sia alla ricerca di questi nuoviparadigmi e come, anche quando il sinda-calismo a livello di impresa, settore diattività o a livello nazionale sembra debili-tarsi, a livello internazionale la partecipa-zione risulta rafforzarsi in quanto a numeridi affiliati e potere delle organizzazioni.È che non è facile cercare il nuovo para-digma.Daltra parte, lanalisi della storia ci deve inparte tranquillizzare.Non posso non fare riferimento alla dram-matica situazione vissuta durante la metàdel secolo XIX, durante la RivoluzioneIndustriale e la nascita del capitalismo.Se i precursori del sindacalismo hannoavuto la grandezza, lintelligenza, la capa-cità di progettare e lottare e sono staticapaci di ottenere che il progresso econo-mico si desse attraverso la promozionedella classe operaia, perché non possia-mo farlo noi, vincendo tutte le sfide diquesta nuova istanza del mondo globaliz-zato?Credo che davanti a noi abbiamo la possi-bilità di rinnovare lazione in difesa dellavoro umano, che non è solo un doveresociale, bensì un diritto umano.Il lavoro ha smesso di essere il doveresociale degli individui ed è diventato undiritto umano.

    Donne, sindacalismo e societàIntervento di Graciela Camaño1 durante la XIII Conferenza della Regionale Latinoamericana della UITA

  • NICARAHUAC 90 - 2006 5

    Credo che dobbiamo garantire che i lavo-ratori e le lavoratrici godano di uguaglian-za di diritti e di opportunità e non includosolo la necessità di rivedere la condotta ele legislazioni sulle donne, ma anche poli-tiche aggressive per risolvere il problemadel lavoro informale e del lavoro nero,vero creatore delle più grandi iniquità. Nonsolo perché emargina dal punto di vistadella relazione lavorativa e delle presta-zioni sociali, ma anche perché emarginaed esclude il lavoratore dalla società.Una strategia salariale che permetta che ilsalario concorra, in maniera ragionevole,al Prodotto Interno Lordo (PIL) di ognipaese e della regione.In Argentina, 50 anni fa il salario concorre-va per il 52 per cento al PIL ed oggiconcorre solo per il 25-30 per cento.È necessario inserire nellagenda pubbli-ca internazionale, politiche che permetta-no che la distribuzione della crescita nonsia patrimonio di chi ha di più.Nel 2006, il PIL del mondo potrebbe au-mentare di oltre il 4 per cento e per 4 anniconsecutivi. I tassi di interessi sono anco-ra relativamente bassi, le imprese regi-strano guadagni senza precedenti e si èpronosticato che il commercio mondialecontinuerà a crescere del 7 per cento.Con questa situazione, è necessario faremergere alcuni aspetti propri della regio-ne.LAmerica Latina è una regione tra le piùinique. Il 43 per cento della popolazione èpovera o indigente, gli Stati sono indebita-ti, senza finanze e non investono in infra-strutture economiche o sociali. Questo creaingovernabilità.Se parliamo delle Mete per il Millenniodella ONU nel periodo 1990-2005 in Ame-rica Latina, un solo paese li ha raggiunti,mentre solo cinque hanno avuto dei pro-gressi. Il resto sta peggio che nel 1990.In quanto alla Meta sulla Fame, solo 15 dei24 paesi hanno potuto ridurre la denutri-zione.Nelle Mete sullOccupazione, la disoccu-pazione è aumentata del 6,9 per cento nel1990 e del 10 per cento nel 2004.Le Mete fissate per lEquità di Generesono quelle che hanno avuto maggioririsultati.Nelle Mete fissate per la difesadellAmbiente vediamo che lo stato di de-grado continua a peggiorare.Il numero totale di lavoratori poveri chevivono con meno di 2 dollari al giorno perpersona rimane lo stesso di 10 anni fa.Tutto questo ci mette davanti a sfide conprofonde implicazioni politiche e di sicu-rezza. Credo nella necessità di ricostruireil potere sindacale a partire da attori impre-scindibili, includendo le donne ed i giova-ni. Bisogna incorporare nuove attività e

    strategie a quelle tradizionalmente offertedai sindacati, prendendo in considerazio-ne i cambiamenti culturali e sociali, leinnovazioni tecnologiche ed organizzativeavvenute e le aspettative e richieste deilavoratori.

    Le donne e il lavoroGli anni 80, gli anni dellindebitamento edellinflazione, hanno avuto bisogno delladonna per risolvere gli asfissianti problemifamiliari e del lavoro. Nonostante in prece-denza la donna partecipasse al mercatodel lavoro, indubbiamente gli ultimi 20-30anni sono stati i più importanti in tema dipartecipazione lavorativa femminile.Possiamo dire, senza paura di sbagliarci,che la partecipazione della donna al mer-cato del lavoro è stato un fattore determi-nante per lo sviluppo. Lo possiamo affer-mare anche se le politiche pubbliche nonhanno considerato questo fenomeno comeil fatto politico più trascendente degli ultimi20 anni e non si siano create politichepubbliche tese a favorire le donne nellavoro, in quanto a responsabilità familiarie gestione dei figli.Non abbiamo nemmeno avuto politicheeducative tese a visualizzare il fenomenodellincorporazione della donna nel mon-do del lavoro e ciò che questo ha significa-to in termini di crescita e sviluppo sociale.Ci siamo incorporate e basta.Sappiamo della breccia salariale esisten-te tra i generi e allinterno del mondo fem-minile. Non ci sono solo differenze salaria-li tra donne ed uomini, ma anche tra donnee dipende dalla mancanza di politiche pub-bliche.Le differenze tra donne sono strettamentevincolate al grado di preparazione, ed è daqui che si vede loperato della politicaeducativa, che sicuramente non era pre-parata allirruzione della donna nel mondodel lavoro.Esistono anche differenze salariali tra don-ne in base alletà. Più sono adulte e menoguadagnano.

    Quali posti di lavoro per la donna?Le donne trovano lavoro prevalentementecome impiegate di buona qualità (segreta-rie, recepcionist, etc) o impiegate di bassaqualità (venditrice porta a porta, promotri-ci, venditrici di servizi, domestica, came-riera, etc).Alla fine degli anni 90 hanno iniziato arivendicare il loro diritto a oltrepassare ilfamoso tetto di cristallo: donne moltopreparate che non riuscivano ad averelavori importanti. Cè bisogno che le qua-lità femminili vengano prese in considera-zione per incarichi di direzione.Ultimamente vediamo donne lavorare nel-

    le maquilas e nellagroindustria, ma nonfacciamoci illusioni, perché qui la brecciatra uomini e donne non è importante e nonperché si sia elevata la capacità salarialedella donna, ma perché sono lavori consalari molto bassi e precari.È importante riconoscere il lavoro comeun diritto umano ed il salario come lele-mento che muove la società.È interessante sapere che nella regione, laproporzione di donne che lavorano varia inbase alle entrate del nucleo famigliare.Un altro grave problema è quello dellamigrazione, non solo internazionale, maanche interna.Le donne migranti rappresentano quasi il50 per cento del totale della popolazionemigrante a livello mondiale che, nel suoinsieme, e di circa 191 milioni di persone.Sono bambine, giovani ed anziane, celibio sposate, vedove o divorziate, alcuneviaggiano con i loro figli, ma la maggioran-za li lascia nel luogo dorigine. (Relazionesullo Stato della popolazione mondiale -Nazioni Unite 2006).Questo è il panorama della situazione deilavoratori in generale e delle donne inparticolare.Insisto. Credo che non si stiano trovandosoluzioni intelligenti, credo che quello chesta succedendo è che abbiamo bisogno dirisposte e purtroppo, non le abbiamo an-cora trovate.È assolutamente necessario costruire unsindacalismo intelligente, con strategia,che abbia la possibilità di anticipare i tem-pi, perché anche i tempi ci stanno indican-do come si sta trasformando lAmericaLatina.Se il mondo continua ad essere diviso nelmodo in cui lo è oggi, con un Nord ricco,lAfrica abbandonata e praticamente as-sente dal pianeta, un continente asiaticoche è la manodopera del futuro e lAmericaLatina, a cui quelli che organizzano il mon-do sembrano averle conferito il destino dialimentare il Nord, a qualunque prezzo, alprezzo della salute dei nostri lavoratori, alprezzo della degradazione del nostro am-biente, non avremo via duscita.Credo che sia dal settore del sindacali-smo, che è dove si concentrano la miglioreorganizzazione sociale, la più potentecome organizzazione, storia, possibilità,che debba generarsi la capacità di trovarele strategie che ci permettano di cambiareil futuro del mondo.

    1Graciela Camaño: sindacalista, ex Mini-stra del lavoro ed attuale deputata dellaRepubblica dArgentina

  • 6 NICARAHUAC 90 - 2006

    Riportiamo lappello promosso dal co-ordinamento ed il Gruppo Transcultu-ra Donna (Genova) inviato alle autoritàpolitiche nicaraguensi.

    Ciò che sta accadendo in Nicaragua ri-schia di costituire un balzo allindietronella barbarie. Vittime principali: le don-ne, quelle povere in particolare.

    Il Parlamento nicaraguense ha approvatola penalizzazione dellaborto terapeutico

    Il Nicaragua è un Paese afflitto dalladisuguaglianza sociale, con una percen-tuale del 79% di povertà, il 20% di fami-glie monoparentali, una media di 4,5 figliper famiglia, una gran quantità di bambiniindigenti senza diritti, un tasso di violenzaintrafamiliare, sessuale e di alcoolismoaltissimo.Le donne, già oppresse dalla cultura ma-schilista, dallo sfruttamento (i loro salarisono la metà di quelli degli uomini) e dallamiseria, rischiano oggi di diventare vitti-me sacrificali della convenienza politica,perdendo ogni diritto di decidere dellapropria vita e del proprio corpo.Con la riforma al Codice Penale, si preve-de che commette delitto di aborto chiprovoca, in qualsiasi modo, la morte diuna persona che sta per nascere, duranteil lasso di tempo che va dal concepimentoalla nascita (Art. 162). La persona checommetta il delitto di aborto sarà castiga-ta con una pena da 6 a 14 anni di presidio(Art. 163). Se come conseguenza del-laborto si produce la morte della madre,

    si applicherà, a chi causa o coopera neldelitto di aborto, una pena aggiuntiva di20 anni alla pena dellarticolo anteriore.Se la madre risulta con danni fisici opsicologici, si applicherà una pena ag-giuntiva da 5 a 10 anni. La somma dellapena non potrà eccedere i 30 anni dipresidio....Si applicherà una pena da 1 a4 anni di prigione alla donna che causa ilproprio aborto o consente ad altri di cau-sarlo (Art. 164).Se la persona che causa o coopera nel-lesecuzione dellaborto è un medico, per-sonale sanitario, farmacista, alla penaprevista dallArt. 163 si applicherà unapena accessoria che inabiliti leserciziodella sua professione per un periodo equi-valente alla pena prevista. Il locale in cuisi pratichi laborto verrà chiuso definitiva-mente. I direttori ed amministratori diquesti luoghi che non partecipano comeautori del delitto verranno consideraticome complici...(Art. 165).Con la nuova legge il 10% delle donne,appartenente afamiglia ricca, po-trà andare al-lestero per tute-lare la propria vita,mentre altre do-vranno morire perpartorire dei figliche si troverannogarantito solo undiritto alla nasci-ta, per di più pri-vato dellamore edella protezione

    Approvata la penalizzazione dellaborto terapeuticoIn pericolo i diritti delle donne e dello Stato Laico in Nicaragua

    della madre.Donne che sono spesso vittime, e nonartefici, delle gravidanze che non posso-no affrontare, e che morendo provvede-ranno solo a consegnare vita misera esenza tutele alla loro prole, visto che lostato che legifera questa barbarie si guar-da bene dal prevedere misure di acco-glienza e sostegno per gli orfani che na-sceranno.Riteniamo scandaloso che molti deputatidel FSLN abbia votato a favore della rifor-ma e si associno a questa crociata oscu-rantista, che colpendo soprattutto le citta-dine più povere, presenta laggravante diessere una persecuzione di classe, inve-ce di impostare una razionale e giustapolitica di prevenzione alle gravidanzeindesiderate e di educazione sessuale.Mentre i diversi partiti del Nicaragua chie-devano voti a loro favore, non hannotenuto conto del fatto che, come testimo-niano le inchieste, più del 70% della po-polazione si dichiara contraria a questadisumana proposta di legge.Sarebbe bene che le sinistre europeescendessero in campo con una presa diposizione netta, a favore dello stato laicoe del diritto delle donne ad essere trattatenon come oggetti riproduttivi, ma comepersone la cui vita non vale meno diquella dei loro figli, specie se non ancoranati e comunque dipendenti, per la pro-pria sopravvivenza, dalla presenza dellamadre.Contro la questa riforma si sono espressiampi settori della società civile, della co-munità medica, la ex Ministra della sanitàe un grande numero di organizzazioniinternazionali e della diplomazia esterapresente in Nicaragua.Siamo vicine alle donne del Nicaragua ea tutte le donne costrette a ricorrere allin-terruzione di gravidanza per motivi di sa-lute perchè il loro diritto alla difesa dellavita sia mantenuto e/o ripristinato.

    Questa offensiva contro il diritto alla vitadelle donne non può e non deve passaresotto silenzio.

    Da "El Nuevo Diario" del 26/10 ( manifestazione contro la riforma della legge sull'aborto terapeutico)

  • NICARAHUAC 90 - 2006 7

    Sedici anni di politiche neoliberiste e difalse promesse hanno trasformato il Nica-ragua nel secondo paese più povero del-lAmerica LatinaLa riduzione dello Stato, la privatizzazionedei servizi basilari, un esercito di pseudoeconomisti ed imprenditori senza scrupoli,politici e governanti che hanno utilizzato ilsettore pubblico come territorio di conqui-sta, per arricchirsi e sviluppare la più bru-tale corruzione delle ultime decadi, hannoportato il paese alla deriva.La maggioranza della popolazione soprav-vive oggi grazie al denaro che i proprifamigliari inviano dallestero, dove sonoemigrati per non morire di fame.Si calcola che circa l80 per cento dellapopolazione sopravvive con meno di duedollari al giorno e che la maggioranza dinicaraguensi lavora nel settore informaleo non ha lavoro.Gli indici di analfabetismo si sono nuova-mente elevati (circa 800 mila giovani ri-mangono ogni anno fuori dal sistema sco-lastico) e laccesso alla Sanità continua adessere solo un sogno per la maggioranzadei nicaraguensi.La privatizzazione del settore bancario halasciato i piccoli e medi produttori senzaaccesso al credito e lo sviluppo sempre piùesteso delle monocolture per lesportazio-ne ha provocato unondata di emigrazioneinterna, accentuando lavanzamento dellafrontiera agricola e la relativa distruzionedelle foreste. Nessuno finanzia la produ-zione di alimenti e gli alti indici di denutri-zione sono solo uno dei tanti effetti diqueste politiche.Allo stesso tempo, ristrette élites controlla-no la ricchezza che ogni anno si genera,aumentando ancora di più la breccia traricchi e poveri.Il Nicaragua sopravvive anche grazie al-lelemosina degli organismi finanziari in-ternazionali, i quali concedono prestiti incambio del totale e incondizionato rispettodegli accordi-capestro che impongono alpaese.La totale sottomissione dei governi e deisettori politici a queste disastrose ricetteeconomiche, ha portato il paese a vivereuna democrazia a metà, con gravi limita-zioni alla sua sovranità nazionale.

    È il caso del Fondo Monetario Internazio-nale (FMI), che negli ultimi anni ha imple-mentato limposizione di oltre 25 condizio-nalità in cambio della sottoscrizione dinuovi programmi di finanziamento.Di fronte a queste politiche del FMI, laCoordinadora Civil (CCER) ha promossouna Campagna internazionale di pressio-ne affinché si rendano più flessibili le con-dizioni imposte al Nicaragua.

    Secondo leconomista Adolfo AcevedoVogl la Campagna contro latteggiamen-to del FMI è stata promossa da molti orga-nismi, tra i quali Oxfam Intermón, OxfamGran Bretagna e Francia, Trocaire, MSDinamarca, Foro SY Suecia, ALPE, ReteGiubileo e molte or-ganizzazioni di basedella Spagna, Ger-mania e Nicaragua.Le condizioni impo-ste al Nicaragua im-pediscono al paese dipotere raggiungere gliObiettivi di Sviluppodel Millennio (ODM),accordati allunanimi-tà tra tutti i capi diStato che integranole Nazioni Unite.Per la prima volta, ilFMI sta imponendoriforme costituzionalial governo nicara-guense, fatto total-mente inaccettabile eche viola la sovranitàdel nostro paese. Co-stituisce, inoltre, unatto senza precedenti nella storia dellerelazioni internazionali e che difficilmentepotrà creare consenso nella popolazione,provocando invece diverse forme di resi-stenza.

    Tra le condizioni imposte dal Fmi al Nica-ragua ci sono il congelamento della massasalariale del Governo e soprattutto quellaper i settori Istruzione e Sanità, il trasferi-mento di nuove funzioni ai Comuni, senzaperò un adeguato aumento delle loro risor-se economiche trasferite dal Governo comeprevede la Costituzione.Vengono inoltre imposte riforme alla Co-stituzione Politica del paese per la revi-sione delle assegnazioni costituzionali alleUniversità, una profonda revisione delCodice Tributario, fissare un tetto massi-mo alla Spesa Pubblica, il pagamento delDebito interno con fondi derivati dalla can-cellazione parziale del Debito estero, de-terminate percentuali di aumento nelle ta-riffe dei servizi pubblici, attualmente con-trollati dalle multinazionali. Uno dei punti più discutibili ha conti-nuato Acevedo Vogl è il tentativo del FMIdi imporre riforme costituzionali, come lariforma del Codice Tributario.Tale sistema è uno dei più regressivi dellaregione e le entrate economiche continua-no a concentrarsi nelle mani di un piccologruppo di persone.Questo gruppo concentra la maggior partedelle ricchezze del paese, contribuisce in

    forma minima alle entrate fiscali e conti-nua a godere di massicce esenzioni edesoneri fiscali, mentre il carico tributarioricade quasi totalmente sulla maggioran-za della popolazione, che vive nella pover-tà più assoluta.

    Inoltre, la cancellazio-ne di buona parte delDebito estero e i fondiche si sono liberaticontinuano ad essereusati per coprire ilDebito interno e nonper una Strategia perla Riduzione dellaPovertà.

    In opposizione a que-ste politiche, la Coor-dinadora Civil (CCER)ha organizzato unagrande marcia che haattraversato le stradedella capitale nicara-guense, proponendounAgenda cittadinadenominata Il Nica-ragua che vogliamo.Gli obiettivi di questa

    Agenda toccano aspetti molto importanticome la richiesta di risorse pubbliche permigliorare laccesso e la qualità dellistru-zione, della sanità e delle abitazioni.Si è chiesto, inoltre, lapprovazione dileggi urgenti come la Legge GeneraledellAcqua, quella sulle Pari Opportunità,di Accesso allInformazione Pubblica, diStimolo alla Produzione e Ristrutturazio-ne del Debito Interno ed anche la rinazio-nalizzazione dellenergia elettrica.Uno dei punti principali resta comunque ilrifiuto delle condizioni imposte dal FMI.Secondo Georgina Muñoz della CCER ilNicaragua che vogliamo è possibile senzale condizioni imposte dal Fondo MonetarioInternazionale.La situazione di povertà nel paese e lamancanza di politiche reali a beneficiodella maggioranza della popolazione, cihanno portato a presentare queste richie-ste, basandoci su processi di investigazio-ne e soprattutto, grazie al contatto direttocon la cittadinanza.Gli accordi tra il Governo ed il FMI impedi-scono qualsiasi opportunità ed amplianola breccia tra ricchi e poveri. Nessunoparla di queste cose e solo si vedono glieffetti drammatici sulla popolazione.Al nuovo governo chiediamo la capacità dinegoziazione e la trasparenza in questiaccordi con gli Organismi finanziari inter-nazionali. Deve essere un dialogo apertoed ampio, partendo dalle necessità e pro-poste del Nicaragua che vogliamo.

    La protesta contro il FMIUna campagna e una marcia a Managua promosse dalla Coordinadora Civil (CCER)

  • 8 NICARAHUAC 90 - 2006

    Durante il mese di settembre, la zonaoccidentale del Nicaragua è stata scossada una tragedia che non ha precedenti.Commercianti senza scrupoli hanno ac-quistato illegalmente grandi quantità dimetanolo e lhanno usato per allungarebevande alcoliche di basso costo e diconsumo popolare (guarón).Il risultato è stato una massiccia intossica-zione che ha provocato più di 50 morti,quasi 800 intossicati e decine di personeche hanno perso la vista per sempre.Attualmente è in corso un processo perdeterminare la colpevolezza di numerosepersone, mentre i principali responsabilisono riusciti a fuggire allestero.Il dramma che si è vissuto prevalentemen-te nei Dipartimenti di León e Chinandega,ha però risvolti che vanno oltre la truffa elirresponsabilità da parte di queste perso-ne e che sconfinano in un dramma che èancora peggiore e che interessa in modotrasversale lintera società nicaraguense:lalcolismo.Lo scrittore nicaraguense Francisco Ja-vier Sancho Más ha raccontato in modomolto incisivo come questi due elementisincrocino e si avvitino su sé stessi, fino acreare una situazione esplosiva che haportato a questa tragedia.

    Conosco una donna gentile che, senzasapere il perché, mette sempre a disposi-zione qualcosa da mangiare per le perso-ne alcolizzate del mio quartiere.Lo prepara sempre e glielo mette in mano,dando loro consigli pur sapendo che benpresto torneranno a cercare un bocconefortuito dalle sue mani.Nessuno sa perché lo faccia, ma non sidimentica mai di loro, come se non potes-se smettere di farlo. Normalmente metteda parte qualcosa che ha preparato nellacucina di casa sua, e dice: Questo è per imiei borrachitos, come li chiama.

    Quello che è successo a León, è unatragedia molto più seria. Ma si legge moltopoco sul problema dellalcolismo in Nica-ragua.Ci sono solo alcuni dati e studi che ciavvicinino alla vera dimensione del pro-blema dellalcolismo, ben visto e permes-so, che esiste in Nicaragua.Questa assuefazione che alla fine soffocale persone, i loro parenti e qualsiasi strut-tura della vita. Nemmeno io ho potutotrovare qualcosa che aiuti a comprendereil perché di questa discriminazione traalcune droghe sociali ed altre asociali.Una notte, alcuni anni fa, sono andato conun gruppo di amici ad una riunione a León.La Flor de Caña, uno degli affari più reddi-tizi in Nicaragua, inaugurava la vendita al

    pubblico di una nuova bottiglia contenentemolti litri di rum.Ad alcuni del gruppo sembrò una buonaidea portarsi dietro questa enorme botti-glia.Nessuno laveva mai vista e quando lamisero sul tavolo, ci sembrò una cosaenorme e sorprendente. Eravamo in cin-que. Uno disse che fino a che non laves-simo finita non saremmo usciti da lì.Al mio fianco cera un amico poeta venutoda Managua con suo figlio, un bambino dicirca undici o dodici anni che mi sorprese,perché passò tutto il tempo in silenzio,ridendo solo a tratti per qualche trovata deipresenti.La maggior parte del tempo rimase assor-to e triste, osservando una fila di formicheche passava vicino a lui.Allinizio non capivo perché suo padrelavesse portato con lui, ma ben presto necapii il motivo.Quando scese la notte, il bambino mi con-fessò che sua mamma gli chiedeva sem-pre di accompagnare suo padre affinchélaiutasse a tornare a casa sano e salvo.Lei sapeva benissimo che alla fine si sa-rebbe ubriacato ed avrebbe perso il con-trollo. Il viso del bambino si alterava soloun poco quando il padre cominciava adeclamare poesie sulla Cattedrale di León,lottando per non accasciarsi sul tavolo.Alla fine li guardai andare via. Lui dondo-lando, enorme, con un carico che sostene-va appena, guidato dallabilità dal bambi-no che correva il rischio di soccomberesotto il peso di suo padre ubriaco.

    Mi ha sempre sorpreso e disturbato lagrande discriminazione che esiste in Nica-ragua nei confronti delluso del tabacco odella stessa marijuana, associandolo adambienti di emarginazione. Tuttavia, lal-colismo appartiene a quelle cose che han-no avuto la grazia di essere culturalmentepermesse ed anche ben viste.Non cè tavolo senza una bottiglia di rum,e cè troppo rum in Nicaragua. È una drogacome unaltra e troppo spesso ce lo di-mentichiamo.Ed in una buona parte del Nicaragua,siamo malati, dipendenti da una droga dicui non ci hanno mai parlato, di cui non cihanno fatto vedere il lato peggiore e sullaquale non ci hanno mai educati. Ancoraoggi continuiamo a cadere per terra esubiamo o esercitiamo la violenza o ladistruzione che viene dopo.

    Dopo la riunione a León, siamo riusciti atornare a casa allalba ed ognuno è ritorna-to alla propria vita.Quella stessa notte, molti altri tornavano acasa allo stesso modo. Durante una di

    queste notti, esseri ignobili mettevanometanolo in alcune bottiglie, provocandouna ferita ancora più grande ed aggiun-gendo più morte, o semplicemente avvici-nando quella che ogni sorso porta con sé.

    La donna gentile di cui parlavo continua adare qualcosa da mangiare alle personeche si avvicinano alla sua porta, con unabuona dose di oblio. Nessuno sa perché lofaccia. Potrei immaginare che in loro vedeparte di una propria sconfitta. Una parte diquesta sconfitta è anche nostra, e alle lorospalle, durante un tragitto tortuoso, ci sonoanche le nostre ferite.Stavo rileggendo una poesia di Allen Gin-sberg, uno di quei poeti nordamericanidella beat generation che provarono ditutto e che morirono sempre giovani, oquasi, ma che almeno ci lasciarono gliululati di quella generazione che decise diperdersi.

    Vidi le migliori menti della mia generazionedistruttedalla pazzia, svanendo nude eisterichetrascinandosi allalba per i quartierineri cercandouna collerica iniezione

    Se fossimo al corrente della quantità diuomini e donne che abbiamo perso inquesta disgrazia, ci farebbe paura. È ora diprendere sul serio questo problema. È untema grave di salute pubblica.Ci sono cose che vanno molto più in là diquello che è successo a León, molto più inlà dellalcolismo. È una vecchia sconfittache abbiamo ereditato, così vecchia chenon siamo riusciti a scrollarcela daddos-so.Le droghe e lalcool mettono solo sfumatu-re ai danni della nostra memoria, ma nonce la tolgono. Quello che sì ci tolgono è ilresto della vita. E lalcool è così negativo,così traditore, che alla fine ci toglie sempreciò che più amiamo. Dopo cè il nulla.

    Il dramma dellalcolismo in NicaraguaUn problema da non sottovalutare

    Puoi richiederlo al Coordinamento

    Costa 16 Euro compresa la spedizione

    Tel. 02-33220022e-mail: [email protected]

    Regala un libroRegala un libro

  • NICARAHUAC 90 - 2006 9

    Il Nicaragua sta vivendo una delle più forticrisi energetiche delle ultime decadi.La dipendenza quasi totale dal petrolio edalle fluttuazioni del suo prezzo nel mer-cato mondiale, le politiche sconsideratedei governi neoliberisti che hanno ammini-strato il paese negli ultimi 16 anni, la ge-stione monopolistica della distribuzionedellenergia elettrica, in mano alla multina-zionale spagnola Unión Fenosa, e la pri-vatizzazione quasi totale della generazio-ne di energia, hanno portato il Nicaraguasullorlo del collasso e al dramma di conti-nui black-out in tutto il territorio nazionale. Uno dei punti dei programmi dei candida-ti che hanno da poco partecipato alle ele-zioni presidenziali, era lo sviluppo di stra-tegie per risolvere la crisi energetica.Si è parlato a lungo di fonti alternative dienergia, ma molto raramente si è spiega-to come lo avrebbero fatto.Nella ricerca di fonti alternative di genera-zione di energia, uno dei megaprogetti chegode del sostegno di vari settori dellaclasse politica ed economica nazionale einternazionale, è la costruzione di un siste-ma di generazione idroelettrica nella Cuen-ca del Río Grande di Matagalpa (Copalar,Tumarín e Mojolka), nel nord del Nicara-gua.Il progetto è stato presentato dallImpresaENERGIA S.A., con il 70 per cento dicapitale straniero ed il 30 per cento nazio-nale.Il megaprogetto, suddiviso in due fasi, sipropone di costruire bacini artificiali pergenerare 980 MW di energia idroelettrica,mediante la costruzione di 3 dighe.

    Nella prima fase si costruiranno due dighe(Copalar e Tumarín), con un potenziale diproduzione di 860 MW e nella secondafase si costruirà la terza diga (Mojolka),per produrre altri 120 MW.Il progetto è già stato presentato alla Asam-blea Nacional, ma non è ancora statoapprovato.La costruzione di questi bacini artificialicontempla linondazione di un territoriocompreso tra la Regione Autonoma del-lAtlantico Sud, quella dellAtlantico Norded i Dipartimenti di Boaco e Matagalpa(circa 345 Km²), con gravi danni per lepopolazioni locali e le risorse naturali diquesta zona.Secondo lIng. Víctor Campos, vicepresi-dente del Centro Humboldt, circa 20 milapersone dovranno abbandonare i proprivillaggi ed essere reinseriti in un altroterritorio. Limpatto sociale di questo pro-getto è poco quantificabile, ma sarà sicu-ramente grave, per la perdita di valorididentità locale e culturale, per la scom-parsa di scenari importanti legati alla vitadi questa gente.Inoltre, verrebbe inondata una zona che,dal punto di vista del patrimonio culturale,archeologico, paleontologico e di biodi-versità, non è ancora stata studiata.Un altro effetto sociale che provocherà ilprogetto è una grande ondata di emigra-zione verso i villaggi confinanti.Credo che sia necessario realizzare unostudio sul costo-beneficio del progetto, percapire che cosa convenga maggiormenteal paese: se la generazione idroelettricanei termini esposti in questo progetto o laproduzione agricola, lallevamento, lo svi-luppo e unaltra forma di utilizzo dellerisorse naturali.Nella sua presentazione, Víctor Camposha allargato il discorso, spiegando comealcuni studi internazionali abbiano ampia-mente dimostrato che la costruzione digrandi bacini artificiali portino conseguen-ze negative per lecosistema.Il processo di costruzione e riempimentodel bacino taglierà il flusso di acqua e ciòcauserà un abbassamento del livello delfiume, causando gravi danni alle comunitàetniche e alle popolazioni indigene dellazona. Sappiamo perfettamente che le cen-trali idroelettriche possono essere una so-luzione al problema energetico, ma biso-gna farlo con molta attenzione.La nostra posizione è che si debba diver-sificare la matrice energetica del paese,bilanciando le varie fonti di produzioneenergetica, per non ritrovarci un domaninella stessa situazione di dipendenza chestiamo vivendo oggi.La promozione di questo progetto sacrifi-ca le nostre condizioni ambientali, per

    favorire gli interessi di imprese multinazio-nali e di un gruppo ridotto di imprenditorilocali.La sua dimensione contraddice la volontànazionale di ridurre il nostro margine didipendenza e non è in linea con il progettodi cambiamento allinterno della composi-zione delle fonti energetiche nazionali,sottomettendo il paese ad un nuovo tipo dimonopolio.Oltre ai costi ambientali e sociali, ci sonoanche costi economici. Secondo Tania Osejo, coordinatrice del-lArea di Incidenza del Centro Humboldt,la nostra posizione è che si debbanosfruttare le fonti rinnovabili che esistononel paese.La dimensione del Progetto Río GrandeMatagalpa porta anche a conseguenzeeconomiche: la diminuzione della portataecologica del fiume provocherà una dimi-nuzione della disponibilità dacqua per lepopolazioni e ciò colpirà le produzioni agri-cole, lallevamento ed impedirà la naviga-zione per la pesca di sussistenza, unadelle principali fonti di sopravvivenza diqueste popolazioni. Questo progetto sipotrebbe inoltre trasformare in un obietti-vo di sicurezza nazionale, in quanto, comegià accaduto altre volte, le nostre ForzeArmate simpegnerebbero nella difesa diun investimento privato, violando ciò chestabilisce la Costituzione.Dal punto di vista giuridico bisogna inoltretener conto che, se si realizzasse questoprogetto senza prima approvare la LeggeGenerale dellAcqua, la compagnia nonpagherebbe nessun tipo di canone perlutilizzo e sfruttamento di questa risorsa.Ciò comporterebbe la concentrazione delpossesso e proprietà delle aree interessa-te nelle mani di questa impresa, con unaprivatizzazione di fatto delle risorse idri-che attraverso la loro concessione per laproduzione di energia.Secondo il Centro Humboldt, si deve rive-dere la formulazione tecnica del progettoin base alle nuove condizioni naturali risul-tato della crisi ambientale e globale, ridi-mensionandolo per coprire la domanda dienergia e le prospettive di crescita per iprossimi 10 anni.Chiede inoltre la previa approvazione del-la Legge Generale delle Acque Nazionali,che lo Stato sia il principale azionista inquesto progetto ed in qualsiasi altro fina-lizzato a generare energia elettrica e che sidebba sempre considerare lapprovazio-ne della popolazione.Ha chiesto infine di prendere in considera-zione lo studio del Programma delle Na-zioni Unite per lAmbiente (PNUMA), in cuisi determina che il Nicaragua ha un poten-ziale di 40 mila MW di energia eolica.

    Il megaprogetto Río Grande MatagalpaUna centrale idroelettrica e il suo impatto ambientale, sociale ed economico

  • 10 NICARAHUAC 90 - 2006

    di Adolfo Acevedo Vogl

    Nella passata campagna elettorale, i can-didati hanno moltiplicato le loro promes-se relative ad una massiccia creazione diposti di lavoro ben remunerati.Vale la pena interrogarsi su quanto que-ste promesse si possano davvero realiz-zare.Negli ultimi 15 anni, leconomia naziona-le sta creando un tipo di occupazione ingrado di assorbire una forza lavoro con lecaratteristiche proprie di quella nicara-guense e cioè lavori precari, di bassaqualità e poco retribuiti.Per questi lavori si richiede, quindi, unaforza lavoro con un grado molto basso diqualificazione professionale.Risulta ovvio che uneconomia la cui for-za lavoro ha indici molto bassi di qualifi-cazione professionale, non possa gene-rare posti di lavoro di qualità e con unabuona remunerazione, in quanto questiultimi richiederebbero capacità profes-sionali molto più elevate.In un certo senso, la nostra società disu-guale sta raccogliendo quello che ha se-minato; privando i bambini che vivononelle famiglie con minori entrate (e chesono la maggioranza), dellaccesso al-listruzione pubblica, si è di fatto condan-nato il paese ad avere oggi una forzalavoro di bassa qualificazione professio-nale.Tutta questa gente potrà trovare sololavori come quelli che la nostra economiasta generando.Secondo la Ricerca di Misurazione delLivello di Vita (2001), il 66 per cento deilavoratori in Nicaragua non hanno maifrequentato la scuola o sono arrivati almassimo alla licenza elementare.Il 52 per cento ha studiato da 0 a 3 anni.Questo settore ha oggi unentrata mediaequivalente al 44 per cento del costo delPaniere e solo quelli che hanno comple-tato gli studi superiori (circa l8 per centodel totale dei lavoratori), riescono a copri-re detto costo.

    Il peso del settore informaleIl tipo di attività economica che generaunoccupazione in grado di assorbire unaforza di lavoro con queste caratteristiche,sono le attività prevalentemente informa-li, di bassa produttività, il cui adempimen-to esige una bassa qualificazione profes-sionale e che generano miseri salari.I settori che generano la maggior partedelloccupazione (circa l87,5 per cento,tra cui ha una grande prevalenza il settoreinformale) sono lagricoltura (29 per cen-to delloccupazione e di cui il 70 per centodegli occupati appartengono al settoreinformale), il commercio (23 per centodegli occupati e con il 79 per cento nelsettore informale), i servizi comunali, so-ciali e personali (21 per cento degli occu-pati con il 48 per cento nel settore infor-male), lindustria manifatturiera (14,5per cento delloccupazione totale ed il 57per cento nel settore informale).

    Allinterno dellindustria manifatturiera,nemmeno la maquila, che appartiene alsettore formale, si può dire che generi untipo di impiego che richieda una qualifica-zione professionale molto elevata.Come si può notare, il 66 per cento vienegenerato da piccole unità economicheurbane e rurali, le quali occupano solo dauna a cinque persone, e che frequente-mente sono il risultato del bisogno dellefamiglie più povere di creare, con i proprimezzi, qualche tipo di attività economicaper sopravvivere.Insieme alle unità economiche che impie-gano da 6 a 20 persone (catalogate comepiccole), generano quindi l82 per centodelloccupazione totale del paese.Solo l8,6 per cento delloccupazione to-tale viene generato dalle grandi impresedel settore formale, le quali hanno inveceaccesso a qualsiasi tipo di risorse.

    La tendenza in America LatinaQuesta tendenza è caratteristica di tuttalAmerica Latina.Secondo i dati della CEPAL, sette di ognidieci nuovi impieghi nella regione vengo-no creati da unità economiche piccole.Al contrario, le grandi imprese del settoreformale, sottoposte alla concorrenza in-ternazionale, raggiungono livelli moltobassi di nuova occupazione a causa degliaccentuati processi di razionalizzazionee di introduzione di nuovi processi tecno-logici, che le portano a crescere più dalpunto di vista della produttività che dellacreazione di impiego.In nessuna parte dellAmerica Latina ilgrande investimento privato, locale o este-ro, si è trasformato nel motore principa-le della generazione di impiego.

    In questo contesto, il denominato mer-cato del lavoro si divide in due parti. Dauna parte il settore informale che assorbela maggior parte di manodopera poco onon qualificata e dallaltra, le grandi im-prese che utilizzano percentuali moltobasse di forza di lavoro, concentrando laloro domanda verso la manodopera qua-lificata.

    Listruzione riproduce la polarizzazio-neLa polarizzazione nellistruzione riprodu-ce ed approfondisce la gigantesca pola-rizzazione e disuguaglianza sociale esi-stente. I bambini delle famiglie con mino-ri entrate potranno avere solamente ungrado di scolarità molto basso (al massi-mo quattro anni) e di scarsa qualità.Saranno irrimediabilmente condannati,per il resto della loro vita, a trovare lavoriche li manterranno sotto la soglia dellapovertà.Al contrario, i bambini delle famiglie chegodono di maggiori entrate, raggiunge-ranno livelli di professionalità molto piùelevati che gli permetteranno di accederea occupazioni di qualità e ben rimunerati.Risulta quindi evidente la stretta relazio-ne tra laccesso allistruzione e la polariz-zazione e disuguaglianza nella distribu-zione delle entrate.I limitati settori che hanno accesso ailivelli superiori distruzione si colloche-ranno tra i settori con maggiori entrate,mentre con un basso livello distruzione lamaggioranza della popolazione sarà con-dannata a rimanere irrimediabilmente conlivelli minori di entrate.

    Superare il profondo dualismoLa conclusione è inevitabile.Per poter creare una quantità generaliz-zata di impieghi con maggiore qualità sideve superare il profondo dualismo esi-stente e permettere a tutti laccesso aduna scolarità più estesa e di maggiorqualità. Ciò significa anche permettere achi lavora nel settore informale di poterraggiungere una maggiore qualificazioneprofessionale.In questo contesto è quindi evidente che,concentrare gli sforzi per produrre oppor-tunità lavorative sulla promozione di po-litiche di enclaves di capitale nazionaleo straniero (come per esempio la maqui-la), attraverso nuovi e massicci sussiditributari e sovvenzioni di ogni tipo, nonfarà altro che approfondire ulteriormentelenorme eterogeneità strutturale, laccen-tuato dualismo e la gigantesca ed intolle-rabile polarizzazione e disuguaglianzaeconomica e sociale che caratterizzano ilnostro paese.

    Distorsioni salariali per mancanza di accessoallistruzione

  • NICARAHUAC 90 - 2006 11

    Notizie dal Coordinamento

    Il 15 di ottobre si è svolta, nellaudito-rium del Centro Storico del Comune diManagua, una cerimonia per premiare ivolontari impegnati nella campagna dialfabetizazione, Yo sì puedo.Oltre alla presenza di un centinaio dipersone, erano presenti il Ministro del-lEducazione (MECD), Miguel Angel Gar-cia, che nel suo breve intervento hasostenuto che il programma di alfabeti-zazione con audiovisivi Yo sì puedoera un ottimo esempio di come si puòrisolvere il problema dellanalfabetismoin Nicaragua.La collaborazione con la Associazioneper lEducazione Popolare Carlos Fon-seca Amador (Aepcfa), avrebbe permes-so di alfabetizzare 180 mila personequestanno, che rappresenta il 10% de-gli analfabeti del paese.Erano presenti anche il deputato FSLN,Bayardo Arce Castaño, il deputato Libe-rale, Javier Ruiz, il rappresentante del

    Fons. Catalan, la responsabile della co-operazione spagnola, e Orlando Pine-da, che nel suo intervento ha spiegatoche il programma attualmente copre 95municipi, di cui 18 non sono sandinisti;altri 3 tra cui Rivas inizieranno a brevelattività.A questa campagna sono coinvolti17.800 giovani e oltre 11 mila coppie.Un fatto molto siginificativo è quello chequesto programma si sta organizzandoanche tra i reclusi delle carceri principalidel paese, presente una delegazioni deireclusi con i rispettivi secondini, tra tuttiqueste persone ne sono state premiate,200 per la loro abnegazione.Nel 2006 saranno 70 mila le personealfabetizzate tra cui 500 con capacitàdifferenti (portatori di handicap).Il 23 agosto 2007 in occasione dellanni-versario della prima crociata di alfabeti-zazione ci sarà una grande manifesta-zione in cui 40 municipi sfileranno con la

    bandiera che dichiara il loro municipiolibero dallanalfabetismo, oltre a 3 di-stretti di Managua. Il presidente dellAe-pcfa, Orlando Pineda, prevede la pre-senza di oltre 45 mila persone a questoanniversario. Il rappresentante del Fons Catalan, cheraggruppa tutte le università della Cata-lunia, ha dichiarato che continuerannoad appoggiare lAEPCFA in questo pro-getto e che hanno già stanziato i fondiper lacquisto di 57 generatori di corren-te elettrica da utilizzare nelle comunitàdove non cè lenergia elettrica, e quindiad inviare brigate di studenti per dareun supporto agli alfabetizatori nel lorolavoro; daccordo con Orlando Pinedasperano di raggiungere lobiettivo di di-minuire lanalfabetismo sotto il 5% nel2008.

    AdrianoUfficio AIN Managua

    Abbiamo scelto di intitolare ilCircolo di Roma dellAssociazioneItalia-Nicaragua ad uno dei massimiesponenti della lotta di liberazionedi quel paese, Leonel Rugama,perché forse ne incarna lo spirito inun modo unico ma onnicomprensivoallo stesso momento: combattente,poeta, martire. Colui che salió delseminario pa meterse a la guerrillarappresenta egli stesso, con il suoesempio, il legame che quotidiana-mente dobbiamo sforzarci di averecon la Memoria. Intesa non comecelebrazione, ma come guerraalloblio, questo virus mortale cherischia di annientare le coscienze edemolire i pilastri dellavanzamentosociale e della civile convivenza. Lecompagne ed i compagni che delcircolo fanno parte vogliono inserir-si in questo invisibile ma indistrutti-bile tracciato costruito con lasolidarietà e la umanità. Ed a volte,costellato di delusioni e rabbia.

    Esperienze e biografie diverse, peretà e provenienza, ma accomunatedallimpegno e dalla volontà di noncedere terreno al disinteresse, allaprevaricazione ed alla logica delprofitto, tanto per citare solo alcunidei sacri fuochi che animano ilcriminale neo-liberismo di questiultimi anni. Roma è il Palazzo, ilcaos, i furbetti del quartierino ed iltempio dellinciucio, ma è anche uncuore pulsante di umanità. IlNicaragua, la sua Storia, la lotta perla sopravvivenza di milioni dipersone; Latinoamerica, il continen-te che si ostina a resistere, BolívarSandino ed il Che.I campi di lavoro sono stati lespe-rienza comune da cui è nata anchelidea di ufficializzare un circolo,sebbene non ci sia ancora una sedefissa, ed è stata sempre più avvertitala necessità di tenere vivo linteresseper tutti/e coloro che hanno nelcuore la solidarietà ed il Nicaragua.

    E' attivo il circolo AIN "Leonel Rugama" di Roma

    Durante questo periodo ci siamoimpegnati, facendo contro-informa-zione, per la campagna sulle zonefranche e bananeras; sostenendo ilprogetto borse di studio dei bambinidi Matagalpa, la comunitàSonzapote della Isla Zapatera, edultimo, solo in termini di tempo, lalotta contro la privatizzazionedellacqua del Comitè Sí a la vidano a la destrucción del medioambiente, della Comunità diSutiaba-León.

    Per contatti ed [email protected]

    La voce dei diseredati, degli invisibi-li, dei senza-dio, è il grido di unpoeta guerrigliero (o un guerriglieropoeta) che un 15 gennaio di trentaseianni fa, al megafono della GuardiaNacional che ne pretendeva la resa,così rispose:QUE SE RINDA TU MADRE!Leonel Rugama

    Aggiornamento della Campagna di alfabetizazione Yo sì puedo(rif. Nicarahuac N. 84)

  • 12 NICARAHUAC 90 - 2006

    Il processo elettorale venezuelano en-tra oggi in una settimana decisiva, chevedrà la chiusura della campagna, lin-stallazione dei seggi elettorali ed i pre-parativi finali per le votazioni del 3 di-cembre.

    A mezzanotte di domenica è entrato invigore il divieto di divulgare i risultati disondaggi sulle elezioni e in tutti quelligià diffusi emerge chiaramente linten-zione di voto a favore del presidentedella Repubblica Hugo Chávez.Le ultime inchieste danno in media alpresidente, aspirante alla rielezione, unmargine superiore ai 20 punti contro ilsuo principale avversario, Manuel Ro-sales.

    Tra questi spicca quello realizzato dal-limpresa statunitense Zogby commis-sionato dallUniversità di Miami che daa Chávez il 60% dei voti contro il 31% diRosales. Il margine derrore consideratopossibile è del 3,5%.

    Una marea rossa chavista inonda i vialidi CaracasCentinaia di migliaia di simpatizzanti delpresidente Hugo Chávez hanno riempito

    domenica il centro sto-rico della capitalecome massimaespressione per le ele-zioni del 3 dicembre,dando vita ad una ma-nifestazione conside-rata senza precedentinella storia politica delVenezuela, ha riporta-to PL.Alcuni, come il sinda-co di Caracas FreddyBernal, hanno stimatoche la manifestazionea favore della rielezio-ne nelle prossime con-sultazioni può aver vi-sto la partecipazione

    di due milioni di persone, disseminate indiversi viali della città.Chávez, parlando di fronte ai suoi sosteni-tori, ha ricordato di aver conquistato lapresidenza nel 1998 con il 54%, la rilegit-timazione nel 2000 con il 56-57%, di avervinto il referendum nazionale con il 60% edi aspirare ad ottenere un consenso supe-riore domenica prossima.Il Presidente bolivariano ha affermato do-menica che dedicherà la sua vittoria elet-torale al 50º anniversario dello sbarco de-gli spedizionari rivoluzionari cubani delGranma.Chávez ha esteso la sua dedica a tutti ipopoli dellAmerica Latina, menzionandotra gli altri quelli del Nicaragua, Bolivia,Argentina, Brasile e Uruguay, con i lororispettivi capi di Stato.Il Presidente ha nello stesso tempo esor-tato i suoi simpatizzanti a stare allertarispetto a possibili tentativi dellopposizio-ne antidemocratica, interessata a disco-noscere i risultati elettorali.Il presidente siè rivolto agli organismi di sicurezza, aiministeri dellInterno, della Giustizia e del-la Difesa affinchè stiano attenti.Dobbiamo garantire di essere blindati inmodo che non possano attivare azioni disabotaggio ha affermato, dando indicazio-ne alle autorità ed ai lavoratori di prendereil controllo dei punti cruciali di settori comelelettricità e le comunicazioni.Nel caso perdessi le elezioni riconoscereiimmediatamente la mia sconfitta, ha ag-giunto e quindi sarebbe bene che gli aspi-ranti oppositori si impegnino a comportarsinello stesso modo, ma non lo hanno fattoe ciò potrebbe far pensare che stannopreparandosi a non riconoscere il risultatoelettorale. Ha pertanto ribadito che nes-suno deve abbassare la guardia fino aquando non consolideremo la vittoria.

    Venezuela alle urne

    tratto da Granma Internacional

    "qui managua,nicaragua"da una idea di cesare ciacci

    agenzia stampa dellassociazione di amiciziae solidarietà italia-nicaragua

    Il 12 ottobre si è lanciato il numero 0 dell'agenzia stampa on-linedell'Associazione, allo scopo di mantenere vivo l'interesse suNicaragua e Centroamerica, con notizie che ci giungono da corri-spondenti che vivono nei rispettivi paesi e in via sperimentale usciràuna volta al mese."qui managua, nicaragua" è supplemento ed integrazione on-line delbollettino bimestrale NICARAHUAC - Nicaragua e dintorni

    Come funziona? Arriva via posta elettronica e si presenta come unanewsletter con brevi sintesi di una serie di articoli. Per ogni articolosi può leggere l'intero contenuto attraverso un collegamento diretto alnostro sito www.itanica.org

    Chi fosse interessato a riceverla, può scrivere all'[email protected]