Newsletter 0 dicembre 2008

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uesta Newsletter nasce dall’esigenza di diffondere il nostro patrimonio di competenze e condividerlo. Per tale motivo ab- biamo deciso di produrre a cadenza periodica questo strumento divulgativo delle nostre attività, tutte o quasi riconduci- bili alla salvaguardia della salute umana. Attraverso la Newsletter, diretta soprattutto ai cittadini, ci proponiamo di comunicare in modo corretto le tematiche veterinarie che coinvolgono il benessere animale e la salute dell’uomo. Da qui la scelta di approfondire il caso del recente focolaio di West Nile Disease in alcune aree del nord Italia che ci ha impegnati come Centro di Referenza Nazionale per lo studio delle malattie esotiche. La West Nile Disease è infatti una zoonosi, ovvero una malattia di origine animale trasmissibile all’uomo, poco nota eppure potenzialmente rischiosa anche per il suo carattere asintomatico o talvolta per una sintomatologia che può es- sere scambiata per una semplice influenza. È doveroso approfondire il “caso melamina” alla luce della conta- minazione del latte di provenienza cinese che ha generato negli ul- timi tempi un acceso dibattito mediatico. Spesso, infatti, il susseguirsi di notizie superficiali o peggio allarmistiche genera di- sinformazione e preoccupazione ingiustificata nel consumatore. Ci occupiamo da sempre di sicurezza alimentare e per questo il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ci ha affidato un ruolo di primo piano nel controllo dei prodotti a base di latte per delineare i contorni di questa emergenza, invero non così drammatica, almeno nel nostro Paese, come è stata presentata dalla maggior parte degli organi di stampa. Questo numero zero della Newsletter ci offre infine l’opportunità di presentare la nostra ultima pubblicazione sulla cooperazione in- ternazionale, attività che portiamo avanti sin dai primi anni ’90. Un’antica vo- cazione quella della cooperazione che rispecchia la nostra politica di internazionalizzazione, oramai indispensabile per competere in un mercato sempre più globalizzato. L’apertura delle frontiere europee, i mutamenti geopolitici nell’area balcanica e l’immigrazione dai Paesi del bacino del mediterraneo hanno imposto un rafforzamento dei controlli su materie prime, prodotti e animali destinati al territorio nazionale. Contestualmente il nostro impegno è stato indirizzato alla formazione in loco del perso- nale dei Paesi produttori e esportatori, affinché eventuali problematiche vengano risolte alla radice. Da qui in avanti è nostra intenzione presentare le tematiche di stringente attualità veterinaria, allo scopo di informare e docu- mentare; comunicare il rischio, reale e potenziale, traducendo le parole della scienza in un linguaggio comprensibile e, non ultimo, ridurre la distanza tra medicina veterinaria e medicina umana. L'occasione mi è gradita per augurare ai lettori della Newsletter Buone Feste e felice anno nuovo a nome di tutte le donne e di tutti gli uomini dell'Istituto. Vincenzo Caporale Direttore Istituto G. Caporale Newsletter Verso nuove frontiere ISTITUTO G . CAPORALE - TERAMO L’emergenza West Nile Disease Il caso della melamina nel latte cinese Oltre confine Trimestrale di informazione Numero 0 - dicembre 2008 Nell’estate del 2008 sono stati notificati casi clinici di WND in alcune province del nord Italia. Questa zoonosi causa forme di meningo-encefalite negli uccelli, nei cavalli e nell’uomo. La melamina è un composto ottenuto per sintesi chimica, introdotto in modo fraudolento nei prodotti a base di latte in Cina per aumentare il contenuto proteico. Newsletter ISTITUTO G. CAPORALE - TERAMO in corso di registrazione presso il Tribunale di Teramo Direttore Vincenzo Caporale Redazione Monica Bucciarelli, Giulio D’Agostino, Manuel Graziani Grafica Sandro Santarelli Stampa Giservice srl, Teramo © 2008 Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “Giuseppe Caporale”, Via Campo Boario64100 Teramo Tel. +39 0861 3321Fax +39 0861 332251 www.izs.it e-mail: [email protected] La cooperazione internazionale è da oltre un decennio il fulcro delle azioni dell’Istituto G. Caporale che collabora sempre più a stretto contatto con Istituzioni e Organismi internazionali come l’OIE. Q Sommario Il nostro impegno sarà quello di presentare le tematiche di stringente attualità veterinaria, allo scopo di informare e documentare; comunicare il rischio, reale e potenziale, traducendo le parole della scienza in un linguaggio comprensibile e, non ultimo, ridurre la distanza tra medicina veterinaria e medicina umana.

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Editoriale del Direttore. Verso nuove frontiere - L'emergenza West Nile Disease - Il caso della melamina nel latte cinese - Oltre confine

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uesta Newsletter nasce dall’esigenza di diffondere il nostro patrimonio di competenze e condividerlo. Per tale motivo ab-biamo deciso di produrre a cadenza periodica questo strumento divulgativo delle nostre attività, tutte o quasi riconduci-bili alla salvaguardia della salute umana. Attraverso la Newsletter, diretta soprattutto ai cittadini, ci proponiamo dicomunicare in modo corretto le tematiche veterinarie che coinvolgono il benessere animale e la salute dell’uomo.

Da qui la scelta di approfondire il caso del recente focolaio di West Nile Disease in alcune aree del nord Italia che ciha impegnati come Centro di Referenza Nazionale per lo studio delle malattie esotiche.La West Nile Disease è infatti una zoonosi, ovvero una malattia di origine animale trasmissibile all’uomo, poco notaeppure potenzialmente rischiosa anche per il suo carattere asintomatico o talvolta per una sintomatologia che può es-sere scambiata per una semplice influenza.È doveroso approfondire il “caso melamina” alla luce della conta-minazione del latte di provenienza cinese che ha generato negli ul-timi tempi un acceso dibattito mediatico. Spesso, infatti, ilsusseguirsi di notizie superficiali o peggio allarmistiche genera di-sinformazione e preoccupazione ingiustificata nel consumatore.

Ci occupiamo da sempre di sicurezza alimentare eper questo il Ministero del Lavoro, della Salute edelle Politiche Sociali ci ha affidato un ruolo diprimo piano nel controllo dei prodotti a base dilatte per delineare i contorni di questa emergenza,invero non così drammatica, almeno nel nostroPaese, come è stata presentata dalla maggiorparte degli organi di stampa.Questo numero zero della Newsletter ci offre infinel’opportunità di presentare la nostra ultima pubblicazione sulla cooperazione in-ternazionale, attività che portiamo avanti sin dai primi anni ’90. Un’antica vo-cazione quella della cooperazione che rispecchia la nostra politica diinternazionalizzazione, oramai indispensabile per competere in un mercatosempre più globalizzato.L’apertura delle frontiere europee, i mutamenti geopolitici nell’area balcanica

e l’immigrazione dai Paesi del bacino del mediterraneo hanno imposto un rafforzamento dei controlli su materie prime, prodotti eanimali destinati al territorio nazionale. Contestualmente il nostro impegno è stato indirizzato alla formazione in loco del perso-nale dei Paesi produttori e esportatori, affinché eventuali problematiche vengano risolte alla radice.Da qui in avanti è nostra intenzione presentare le tematiche di stringente attualità veterinaria, allo scopo di informare e docu-mentare; comunicare il rischio, reale e potenziale, traducendo le parole della scienza in un linguaggio comprensibile e, non ultimo,ridurre la distanza tra medicina veterinaria e medicina umana.

L'occasione mi è gradita per augurare ai lettori della Newsletter Buone Feste e felice anno nuovo a nome di tutte le donne e ditutti gli uomini dell'Istituto.

Vincenzo CaporaleDirettore Istituto G. Caporale

NewsletterVerso nuove frontiere

ISTITUTO G. CAPORALE - TERAMO

L’emergenzaWest Nile Disease

Il caso della melaminanel latte cinese

Oltre confine

Trimestrale di informazione Numero 0 - dicembre 2008

Nell’estate del 2008 sono statinotificati casi clinici di WND inalcune province del nord Italia.Questa zoonosi causa forme dimeningo-encefalite negli uccelli,nei cavalli e nell’uomo.

La melamina è un compostoottenuto per sintesi chimica,introdotto in modo fraudolentonei prodotti a base di latte inCina per aumentare il contenutoproteico.

N e w s l e t t e rISTITUTO G. CAPORALE - TERAMOin corso di registrazione presso il Tribunale di Teramo

DirettoreVincenzo Caporale

RedazioneMonica Bucciarelli, Giulio D’Agostino, Manuel Graziani

GraficaSandro Santarelli

StampaGiservice srl, Teramo

© 2008Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise“Giuseppe Caporale”, Via Campo Boario・64100 TeramoTel. +39 0861 3321・Fax +39 0861 332251www.izs.it e-mail: [email protected]

La cooperazione internazionaleè da oltre un decennio il fulcrodelle azioni dell’IstitutoG. Caporale che collaborasempre più a stretto contattocon Istituzioni e Organismiinternazionali come l’OIE.

QSommario

Il nostro impegno sarà quello di presentare le

tematiche di stringente attualità veterinaria, allo

scopo di informare e documentare; comunicare il

rischio, reale e potenziale, traducendo le parole

della scienza in un linguaggio comprensibile e, non

ultimo, ridurre la distanza tra medicina veterinaria

e medicina umana.

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La West Nile Disease (WND) è una malat-tia ad eziologia virale trasmessa da zan-zare, che causa forme di meningo-

encefalite negli uccelli sia selvatici che dome-stici, negli equidi e nell’uomo. La WND è carat-terizzata da un ciclo di trasmissione zanzara-uccello-zanzara: le zanzare (vettori) trasmet-tono il virus agli uccelli domestici e selvatici(ospiti), che a loro volta fungono da serba-toi/amplificatori virali. Questo ciclo è conside-rato come ciclo endemico di trasmissione.Quando l’uomo e il cavallo entrano incidental-mente in tale ciclo, si ha l’evidenza della malat-tia in quanto manifestano la sintomatologiaclinica. Tuttavia l’uomo e il cavallo non sono ingrado di ritrasmettere la malattia e per questomotivo, con un termine tecnico, vengono consi-derati “ospiti a fondo cieco”. Il virus della WNDè stato isolato per la prima volta nel 1937 inUganda, nel distretto di West Nile, dal sanguedi una donna con sintomatologia febbrile. In Ita-lia la WND è stata diagnosticata per la primavolta nella tarda estate del 1998 in una zonaumida della Toscana, precisamente nel Paduledi Fucecchio. Sebbene la malattia sia una zoo-nosi, ovvero una malattia comune all’uomo edagli animali, nel focolaio italiano non fu segna-lata alcuna sintomatologia umana. Negli ultimidieci anni il virus è circolato nella maggior

parte dei Paesi del bacino delMediterraneo, oltre che in Paesidel Nord Europa, e vengono pe-riodicamente segnalati nuovicasi. Nel 1999 la malattia èstata diagnosticata in Nord Ame-rica, a New York City, da dove si

è diffusa su tutto il territorio degli Stati Uniti,in Canada, nel Bacino Caraibico e in Sud Ame-rica. In Italia, in seguito al focolaio del 1998,il Ministero della Salute ha deciso di istituireun Piano di Sorveglianza Nazionale con l’obiet-tivo di individuare precocemente (sistema diallerta rapido) l’eventuale circolazione del virus

della West Nile Disease in aree“a rischio” sul territorio nazionale,ovvero aree considerate favorevoliall’instaurarsi del ciclo epidemiolo-gico dell’infezione in base ad alcunecaratteristiche ecologico ambientali:zone umide, presenza di uccelli ezanzare, ecc. Nell’estate del 2008sono stati notificati casi clinici diWest Nile Disease nei cavalli e nel-l’uomo in alcune province dell’EmiliaRomagna, della Lombardia e del Ve-neto. Le analisi filogenetiche effet-tuate sui virus isolati in Italia nel1998 e nel 2008 dimostrano nonsolo che essi sono simili, ma chepresentano una notevole affinità con

i ceppi virali che circolano da almenoun decennio in Europa e in alcuniPaesi africani. Queste coincidenzehanno consolidato l’ipotesi fatta sul-l’origine dei focolai italiani, cioè chel’infezione potrebbe essere stata in-trodotta tramite uccelli migratorigiunti dall’Africa sub-sahariana.

Dal 1991, per Decreto Ministeriale, l’Istituto G. Caporale è Centrodi Referenza Nazionale per lo Studio e l’accertamento delle Ma-lattie Esotiche degli animali (CESME).

I suoi compiti sono quelli di coordinare l’applicazione delle tecniche dia-gnostiche standard nei laboratori nazionali e relativa redazione e distri-buzione dei metodi; produrre, conservare e distribuire gli antigeninecessari per gli esami diagnostici;tipizzare e conservare in collezionegli agenti patogeni isolati; ricercarenuovi metodi diagnostici; fare for-mazione in campo diagnostico edepidemiologico; collaborare conanaloghi centri diagnostici interna-zionali; effettuare esami di labora-torio per la diagnosi delle malattie; coordinare le attività relative allagestione dei focolai di malattie epidemiche e collaborare con il Mini-stero. Il Centro Studi Malattie Esotiche dell’Istituto interviene attiva-mente, a livello regionale e nazionale, in caso di emergenze di tipoepidemico conseguenti all’insorgenza di sospetto focolaio/focolaio dimalattia esotica, procedendo con le indagini epidemiologiche e gli ac-certamenti necessari. Vengono effettuati esami di tipo parassitolo-gico, virologico, batteriologico e di biologia molecolare.Il Centro svolge inoltre un’attività di identificazione e monitoraggio dellespecie di artropodi vettori implicati nella trasmissione di microrgani-smi patogeni. In qualità di massima autorità italiana sulla WND, ilCentro Studi Malattie Esotiche dell’Istituto provvede nello specifico a:- coordinare le attività tecnico-scientifiche previste dal Piano di Sor-

veglianza Nazionale;- elaborare le schede utili allo svolgimento delle attività;- coordinare le attività relative alla sorveglianza entomologica;- effettuare gli esami di laboratorio per la diagnosi di WND;- comunicare gli esiti positivi di tutti gli esami di laboratorio svolti nel-

l’ambito del Piano;- redigere rapporti periodici delle attività svolte sul territorio nazio-

nale.A livello pratico e operativo, in caso di sospetto clinico di West NileDisease il Servizio veterinario della Azienda USL di zona preleva cam-pioni di sangue, li invia all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale com-petente per territorio il quale deve a sua volta farli pervenire, entro 4giorni lavorativi, al CESME per gli esami di laboratorio. Il CESME,

quindi, analizza i campioni di sangue prelevati e, in caso di positività con-fermata, dà immediata comunicazione dei risultati al Ministero del La-voro, della Salute e delle Politiche Sociali, alla Regione e alla AziendaUSL competente.Arrivati a questo punto il CESME supporta l’AUSL nell’applicazione ditutte quelle attività previste dal Piano di Sorveglianza Nazionale e prov-

vede ad individuare l’estensione ter-ritoriale del fenomeno mediantel’esame per WND di un campionesignificativo di sieri di animali sen-tinella prelevato durante l’attua-zione del Piano di SorveglianzaNazionale della Bluetongue.

WEST NILE DISEASEL’emergenza

REGIONE AREA A RISCHIOAbruzzo foce del fiume Vomano (Teramo)Basilicata lago di San Giuliano (Matera)Calabria foce del fiume Neto (Crotone)Campania Serre Persano (Salerno)Emilia Romagna valli di Comacchio (Ferrara)Friuli V. Giulia laguna di Grado e Marano (Gorizia)Lazio lago di Sabaudia (Latina)Marche Sentina (Ancona)Molise foce del Biferno (Campobasso)Puglia Manfredonia (Foggia)Sardegna stagno di S’Ena Arrubia (Oristano)Sicilia stagni costieri di Vendicari (Siracusa)Toscana Padule di Fucecchio (Pistoia)Umbria lago Trasimeno (Perugia)Veneto valle Averto e laguna sud di Venezia (Venezia)

Il Centro Studi Malattie Esotiche dell’Istituto G. Caporale

interviene attivamente, a livello regionale e nazionale, in

caso di emergenze di tipo epidemico conseguenti

all’insorgenza di sospetto focolaio, procedendo con le

L’Istituto e la West Nile Disease

indagini epidemiologiche e gli

accertamenti necessari

attraverso esami di tipo

parassitologico, virologico,

batteriologico e di biologia

molecolare.

ROSSELLA LELLIResponsabile CESME

Nell’estate del 2008 sono stati

notificati casi clinici di West Nile

Disease nei cavalli e nell’uomo in

alcune province dell’Emilia Roma-

gna, della Lombardia e del Veneto.

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I pericoli per l’uomoNegli ultimi mesi lo scandalo del latte in polvere contaminato inCina ha destato molte preoccupazioni anche nel nostro Paese.Una sostanza chimica chiamata melamina è stata aggiunta negli

alimenti per l’infanzia al fine di ridurre e compensare i costosi prodotti abase di latte e quindi commercializzarli sul mercato mondiale a prezziestremamente ridotti.Poiché le aziende mirano a massimizzare i guadagni, è stato avvertito ilrischio che prodotti a basso costo contaminati potessero arrivare anchesul mercato europeo dove il latte in polvere non si trova soltanto negli ali-menti per l’infanzia, ma anche in molti altri prodotti alimentari come be-vande ipocaloriche e dolciumi.La melamina è un composto ottenuto per sintesi chimica, utilizzato nel-l’industria della plastica per la for-mazione di resine che trovanoimpiego anche nella produzione dimateriali a contatto con gli ali-menti, colle, tessuti, ritardanti difiamma, fertilizzanti e medicinali.La melamina è un metabolita dellaCiromazina, un insetticida impie-gato nel trattamento di una vastagamma di colture ortofrutticole,costituito dal punto di vista chimico per oltre il 60% del suo peso daazoto. Questa caratteristica di elevata percentuale di azoto è stata sfrut-tata in maniera fraudolenta per sostituire le proteine normalmente pre-senti negli alimenti.La melamina è stata impropriamente aggiunta ai prodotti alimentari peraumentare il contenuto proteico apparente, per aumentare cioè l’azotonon proteico simulando un tenore di proteine maggiore di quello effettivo.Infatti, nel controllo ufficiale degli alimenti, per la determinazione delleproteine a livello internazionale, viene ricercato il tenore di azoto.Il problema della contaminazione da melamina, legato all’alimentazioneanimale, era stato già evidenziato lo scorso anno in USA dove, a seguitodella morte di numerosi cani e gatti, le autorità avevano rilevato la pre-senza di melamina prodotta in Cina in materie prime a base di proteineconcentrate.Sempre nel 2007 la Commissione Europea ha richiesto agli Stati mem-bri di effettuare la ricerca della sostanza che contaminava i mangimi peranimali da compagnia, ossia la melamina e le sostanze ad essa struttu-ralmente affini (come acido cianurico, amamelide e ammelina) sulle se-guenti materie prime di origine vegetale: glutine di frumento, glutine dimais, farina di mais, proteine di soia, crusca di riso, concentrati di pro-teine del riso, nonché alimenti per animali da compagnia provenienti daPaesi Terzi, con particolare riferimento alle importazioni di origine ci-nese. In seguito sono stati disposti controlli sistematici su queste ma-trici provenienti dalla Cina e sono stati rafforzati i controlli per quelleprovenienti da altri Paesi terzi. Nel corso del 2007 sono state effettuatecomplessivamente 15 notifiche, tramite il sistema di allerta comunita-rio, tutte relative a proteine concentrate o glutine di mais contaminatodestinato all’alimentazione animale.

Negli uomini adulti non sono stati riportati finora casi di intossica-zione acuta, pertanto si sa ancora poco sulla tossicità della me-lamina. Tuttavia, a seguito della recente emergenza causata dal

latte di produzione cinese, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attra-verso il sistema Infosan, ha trasmesso a tutti gli Stati aderenti una in-formativa concernente le patologie connesse all’intossicazione damelamina e relativa sintomatologia. Poiché la melamina nell’organismoumano viene eliminata principalmente per via renale, ciò comporta il so-vraccarico su questi organi e quindi il rischio della formazione di calcolie di patologie conseguenti. È importante sottolineare che tali patologie

sono abbastanza rare nei lat-tanti e nei bambini. L’AutoritàEuropea per la Sicurezza Ali-mentare (EFSA) il 24 settem-bre del 2008 ha emesso unparere specifico sulla valuta-zione del rischio per la salutepubblica legato alla presenza dimelamina in alcuni prodotticomposti che contengono latte

di origine cinese. Il rene è stato identificato come bersaglio primariodella tossicità da melamina, anche se non si conosce esattamente il pe-riodo necessario di esposizione al contaminante per lo sviluppo di danniseri. Di conseguenza, per la propria valutazione, l’EFSA ha utilizzato comedose giornaliera tollerabile (Tolerable Daily Intake, TDI) la misura caute-lare di ingestione di 0,5 mg di melamina/kg di peso corporeo; misuraconsiderata cautelativa anche in seguito ad una esposizione per tutta lavita di un individuo. L’EFSA ha elaborato ilproprio parere sviluppando possibili scenaridi esposizione, tenendo conto di alcune va-riabili, quali la quantità di latte in polvere nor-malmente presente nei prodotti sospetti, ilconsumo medio stimato di queste tipologiedi prodotti nelle diverse fasce di popolazione(bambini e adulti) e il livello di contamina-zione. I risultati dimostrano che il tipo diesposizione al contaminante, anche nel peg-giore dei casi possibili, non suscita preoccu-pazione per gli adulti e non si deve ritenerea rischio il consumo medio di alimenti po-tenzialmente contaminati da parte dei bam-bini. Soltanto l’ipotesi di un elevato consumocombinato di cioccolato e prodotti di pastic-ceria, ottenuti con latte contaminato ai livellidella contaminazione più alta rilevata in Cina(2500 mg/kg), porterebbe il bambino a su-perare la dose tollerabile giornaliera di trevolte.

Il nostro Paese ha immediatamente reagito aquesto gravissimo caso di frode alimentare,che in Cina ha provocato la morte di 4 lattanti

ed una sintomatologia riferibile agli effetti dellasostanza tossica su oltre 50.000 bambini.A seguito delle informazioni pervenute tramite ilSistema di Allerta Rapido comunitario, il 15 set-tembre 2008 il Ministero del Lavoro, della Sa-lute e delle Politiche Sociali ha provvedutoimmediatamente ad allertare i propri Uffici peri-ferici (Posti di Ispezione Frontaliera e Uffici di Sa-nità Marittima, Aerea e di Frontiera), l’Agenziadelle Dogane, le Regioni e le Province Autonome,affinché venissero rafforzate le misure di controllosu tutte le importazioni provenienti dalla Cina.Ogni successiva informativa pervenuta dalla Com-missione Europea è stata trasmessa ai compe-tenti organi di controllo con le opportuneistruzioni operative.

In particolare già il 16 settembre 2008 è statorichiesto alle Regioni e alle Province Autonome diintensificare attraverso le ASL la vigilanza nei ne-gozi etnici: ciò ha portato ai primi rinvenimentidi prodotti contenenti latte che risalgono al 22settembre da parte della Regione Lombardia innegozi cinesi.

La presenza di prodotti che contengono mela-mina sul territorio italiano risulta per fortunaestremamente contenuta, anche perché è con-seguente all’importazione illegale di prodotti ali-mentari provenienti dalla Cina destinati quasiesclusivamente a negozi etnici. Nel nostro Paesei Piani di controllo e di ispezione sono stati di-

sposti tempestivamente, sono stati improntati almassimo rigore e hanno riguardato un numero dicategorie di prodotti alimentari più vasto rispettoa quanto previsto dalle norme comunitarie. A talproposito bisogna aggiungere che le misure di-sposte dal Ministero sono state in un primo mo-mento giudicate addirittura eccessive dalla UE,tuttavia il “modello di controllo italiano” sui pro-dotti cinesi a base di latte o suoi derivati è statopoi adottato dalla Commissione Europea che pre-

scrive agli Stati membri di:- vietare l’importazione nella

Comunità dei prodotti composti originari dellaCina o da essa provenienti, contenenti latte oprodotti lattieri, destinati all’alimentazione par-ticolare dei lattanti e dei bambini nella primainfanzia;

- garantire il ritiro immediato e la distruzione diquesti prodotti eventualmente presenti sulmercato dopo l’entrata in vigore della presentedecisione;

- effettuare i controlli documentali, di identità emateriali, comprese le analisi di laboratorio, sututte le partite, originarie della Cina o da essaprovenienti, di prodotti composti, compresi imangimi, contenenti prodotti lattieri;

- poter effettuare controlli casuali prima di im-portare altri mangimi e alimenti ad alto conte-nuto proteico originari della Cina;

- comunicare i risultati sfavorevoli delle analisi dilaboratorio attraverso il sistema di allarme ra-pido per gli alimenti e i mangimi e di comuni-care ogni due settimane alla Commissione irisultati favorevoli;

- adottare le misure necessarie a garantire chei prodotti vengano sottoposti a controlli di li-vello opportuno per accertare il tenore di me-lamina.

Allo stato attuale, per l’effettuazione delle ana-lisi di laboratorio sulla melamina, nel nostroPaese sono stati incaricati l’Istituto Zooprofilat-tico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta,l’Agenzia Regionale per la protezione dell’am-biente di Torino, l’Istituto Superiore di Sanità,l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Re-gioni Lazio e Toscana, l’Istituto Zooprofilattico

Sperimentale del laSardegna e l’IstitutoZooprofilattico Speri-mentale dell’Abruzzo edel Molise. Nella faseiniziale di questa emergenza i primicampioni sono stati inviati all’IstitutoG. Caporale poiché il Ministero gli hariconosciuto le competenze adatte e,soprattutto, le potenzialità operativemigliori. Del “caso melamina” se n’è occupato ese ne sta ancora occupando il reparto Bromato-logia, Residui Alimenti per l’uomo e gli animali, in-serito all’interno del Laboratorio di Alimenti diOrigine Animale (LAOA). Dal 30 settembre al 19novembre 2008 sono stati analizzati circa 100campioni di cui soltanto 4 sono risultati positivi ein una percentuale che non desta eccessiva pre-occupazione.

Il caso della melamina nel latte cinese

La melamina è stata impropriamente aggiunta

ai prodotti alimentari per aumentare il

contenuto proteico apparente, per aumentare

cioè l’azoto non proteico simulando un tenore di

proteine maggiore di quello effettivo.

Nel nostro Paese i Piani di controllo e di

ispezione sono stati disposti tempesti-

vamente, sono stati improntati al mas-

simo rigore e hanno riguardato un

numero di categorie di prodotti alimen-

tari più vasto rispetto a quanto previsto

dalle norme comunitarie.

La melamina in Italia

Fonte: Istituto G. Caporale

GIACOMO MIGLIORATIResponsabile LAOA

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Paesi nei quali l’Istituto G. Caporale

ha svolto o ha in corso attività,

rapporti di cooperazione

e collaborazione

Al centro della politica na-zionale e internazionaledell’Istituto G. Caporale ci

sono la Sanità Pubblica Veteri-naria e la Sicurezza dei prodottialimentari, attività che si tradu-cono nell’elaborazione di proto-colli e nella sperimentazione dinuove tecnologie utili al pro-gresso del nostro e dei Paesipartner. Pertanto la coopera-zione internazionale è divenutada oltre un decennio il fulcrodelle azioni dell’Istituto che col-labora sempre più a stretto con-tatto con Istituzioni e Organismiinternazionali come l’Unione Eu-ropea (UE), l’OrganizzazioneMondiale per la Sanità Animale(OIE), l’Organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) e la Food andAgriculture Organization delleNazioni Unite (FAO). Basti pen-sare che negli ultimi anni la par-tecipazione a bandi di garapromossi dalla UE e da altre Isti-tuzioni pubbliche ha consentito diacquisire risorse finanziarie peroltre 7 milioni di Euro, intera-mente finalizzate ad attività dicooperazione internazionale.Il livello di fiducia e di attenzioneche l’Unione Europea, il Governodegli Stati Uniti d’America, nu-merosi Paesi dell’America Latinae dell’Africa prestano nei con-

fronti della variegata e costante attività pro-gettuale sviluppata dall’Istituto nel mondo, èsempre più elevato.La qualità e la competenza espresse sono at-testate non solo dall’affidamento di incarichi deiPaesi beneficiari, ma anche dalle gare interna-zionali vinte nell’ambito dei programmi comuni-tari. La convinzione dei vertici dell’Istituto è cheil futuro si giocherà sempre più sul piano del-l’innovazione e delle strategie di sviluppo mi-rate, in modo particolare, al consolidamentodell’obiettivo prioritario: la tutela della salute

dell’uomo. Per tale motivo essere in possessodi conoscenze ed esperienze che consentono diinteragire con il sistema integrato benessereanimale-sanità animale-sicurezza alimentare di-venta la condizione necessaria al raggiungi-mento dell’obiettivo. Alla base della vocazioneinternazionale c’è stata e continua ad esserci,infatti, anche una responsabilità etica che de-riva dalla presa di coscienza dei rischi collegatial commercio degli animali e dei loro prodotti inun quadro sempre più ampio e diversificato, inuna sola parola: globalizzato.L’impegno dell’Istituto nella cooperazione/for-mazione a livello internazionale ha spinto nel2005 alcuni deputati appartenenti a diversischieramenti politici a darsi da fare per ricono-scere all’Istituto questo ruolo. Nell’atto formaledepositato dai deputati è stato richiesto al go-verno italiano di impegnarsi ad adottare le op-portune iniziative normative volte a riconoscerel’Istituto G. Caporale quale “Ente strumentaledi interesse nazionale e strumento operativod’eccellenza del Ministero della Salute per le at-tività comunitarie e internazionali di coopera-zione ed alta formazione […] con particolareriferimento al potenziamento delle attività in-ternazionali di ricerca, di cooperazione e di for-mazione del personale delleIstituzioni pubbliche e private edell’erogazione dei servizi nellematerie della sicurezza degli ali-menti, della profilassi veterinaria

internazionale e nelle materie ad esse correlatein particolare nel bacino Mediterraneo e nei Bal-cani, lasciando fermi i compiti e le funzioni isti-tuzionali già svolti dallo stesso IstitutoZooprofilattico Sperimentale ai sensi della vi-gente legislazione di riferimento”.Dalla metà degli anni ‘90 l’Istituto lavora ala-cremente alla produzione ed esportazione del-l’innovazione: sono più di 100 i progetti dicooperazione internazionale portati avanti nelcorso degli ultimi anni con il personale dell’Isti-tuto costantemente impegnato nel mettere leproprie competenze tecnico-scientifiche a di-sposizione di Paesi europei ed extraeuropei.Basti pensare che nel solo 2007 specialisti deidiversi settori hanno svolto oltre 250 missioniinternazionali.L’Istituto è riconosciuto dall’Unione Europeacome uno degli strumenti per l’assistenza tec-nica ai Paesi del programma PHARE (PologneHongrie Aide pour la Reconstruction Economi-que); per i progetti Twinning (progetto di ge-mellaggio per la formazione di formatori), dovel’Istituto partecipa e/o gestisce il maggior nu-mero di progetti con i nuovi Paesi dell’Unione;per gli Interreg IIIA (cooperazione transfronta-liera tra zone contigue) e per il programmaCARDS (Community Assistance for Recon-struction Development and Stability). Sempresu richiesta della UE l’Istituto effettua la for-mazione in epidemiologia, con particolare rife-rimento alla BSE, per gli ispettori veterinaricomunitari.Uno degli ultimi “riconoscimenti internazionali”all’Istituto G. Caporale è arrivato nel 2007quando il Ministro della Salute ha richiestoespressamente un Veterinario dirigente del-l’Istituto per affidargli l’incarico di direttore delLaboratorio Centrale Veterinario della Namibia,a Windhoek. Incarico che ha come compitoprincipale l’organizzazione del Laboratorio e laformazione del personale namibiano secondostandard scientificamente elevati.

Oltre confine

Dalla metà degli anni ‘90 l’Istituto

lavora alacremente alla produzione e

all’esportazione dell’innovazione: sono

più di 100 i progetti di cooperazione

internazionale portati avanti nel corso

degli ultimi anni con il personale

dell’Istituto costantemente impegnato

nel mettere le proprie competenze

tecnico-scientifiche a disposizione di

Paesi europei ed extraeuropei.

Il nostro impegno nel mondo

newsletter:newsletter 15-12-2008 11:38 Pagina 1