NEW BUSINESS, STRATEGIE E FINANZADAL 27 FEBBRAIO AL 12 MARZO IL GIORNALE DELL’INFORMATION &...

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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY DAL 27 FEBBRAIO AL 12 MARZO PAG.17 NEW BUSINESS, STRATEGIE E FINANZA Aziende&Mercati CALENDARIO Stefano Caviglia «Le banche torneranno a investire nell’ICT» «Dopo la fase del controllo dei costi, ora si pensa alla crescita. E c’è bisogno di tecnologie» Vincenzo Giovannitti numero uno di Banksiel (Almaviva): «Pronti a intercettare la nuova domanda del mondo della finanza» IN RILANCIO Vincenzo Giovannitti, ex partner di Accenture, ora amministratore delegato di Banksiel «Siamo all’inizio di una ripresa degli investimenti in chiave tecnologica per le banche italiane, che offre ottime opportunità per le società informatiche». La previsione è di Vincenzo Giovan- nitti, già partner di Accenture e da qualche mese amministratore delegato di Banksiel, società del Gruppo Alma- viva, la holding che controlla le aziende del Gruppo COS e del Gruppo Finsiel. Banksiel è la Società di Almaviva dedi- cata al mercato dei financial services per le attività di consulenza, progettazione, sistemi e servizi. Dal mese di luglio, cioè da quando l’imprenditore romano Alberto Tripi, da molti anni presente nel settore dei call center con il gruppo Cos, ha acquistato Finsiel di cui Banksiel è il braccio opera- tivo per banche e assicurazioni, è iniziato per la società un processo di rilancio che prevede una forte accelerazione nei pros- simi mesi. Che cosa le fa pensare che in questo momento le banche italiane siano pronte a tornare a investire in tecno- logia dopo la lunga frenata degli anni scorsi? Diversi elementi. Negli anni scorsi il mondo della finanza ha puntato esclu- sivamente sul controllo dei costi, ma questo, se pur giustificato, è un approc- cio che ha una valenza prevalentemente tattica. Ora si sta cominciando a voltare pagina. Molte aziende selezionano gli investimenti per tornare a crescere. Senza gli eccessi di fine anni ‘90, certo, ma con una forte consapevolezza della necessità di ammodernarsi. Il “Risiko bancario” che sta coinvol- gendo i maggiori istituti di credito vi darà una mano? In un certo senso sì. Le banche italiane hanno bisogno di recuperare efficienza e redditività per affrontare la concorrenza degli istituti stranieri. Questo offre ai gruppi specializzati nell’informatica e nella consulenza per gli istituti di cre- dito notevoli possibilità di crescita. Per coglierle fino in fondo bisogna essere ben attrezzati, naturalmente. Come vi state preparando a questa nuova fase? Stiamo riorganizzando l’azienda all’insegna del massimo orientamento al business e alle necessità del cliente. Il nuovo piano industriale prevede una forte specializzazione in tre direzioni: l’area del credito, con il conseguente migliora- mento dei processi interni alle banche; il rinnovamento dei sistemi di pagamento, che rappresentano uno dei settori con maggiore possibilità di crescita; l’appro- fondimento del Crm operativo, una spe- cializzazione in cui abbiamo possibilità di sviluppo molto importanti, in quanto si trova alla confluenza fra il mondo dei call center, fortemente presidiato da Cos e quello dell’informatica, dove è grande la nostra esperienza. Banksiel trainerà tutto il gruppo in questo settore? Soprattutto avrà il compito di integrare le diverse competenze e di commercia- lizzare le offerte del gruppo sul proprio mercato di riferimento. Da questo punto di vista lo sviluppo tecnologico dei “vecchi” call center, che ora si chiamano più correttamente contact center, è fon- menti fatti. Che ruolo avrà in tutto questo l’ou- tsourcing, la disponibilità di banche e assicurazioni ad affidare all’esterno processi e funzioni svolti finora inter- namente? Sicuramente un ruolo importante. L’ou- tsourcing è un fenomeno ancora giovane e poco sviluppato, in particolare in Italia, e come tale ha margini di crescita molto elevati, anche se nel breve periodo l’anda- mento può essere irregolare. Ad esempio ci sono istituti di credito che per impie- gare personale che altrimenti sarebbe in esubero riportano all’interno funzioni già esternalizzate. Il nostro compito è rendere l’outsourcing il più possibile semplice e adattabile alle esigenze dei clienti. In par- ticolare preparandoci a gestire segmenti dei processi aziendali in collaborazione con il personale interno all’azienda. In questo caso si parla di co-sourcing e penso che sarà una strada molto battuta nei prossimi anni. La cura che avete cominciato a somministrare a Banksiel ha già dato risultati tangibili? Sì. La società, che ha risentito negli ultimi anni sia della congiuntura negativa del mercato sia di un’incertezza di pro- spettive, ha realizzato nel 2005 ricavi per 64 milioni di euro e perdite per 8 milioni. Ma bisogna guardare all’andamento delle due metà dell’anno, visto che la nuova gestione è cominciata nel mese di luglio. Nel secondo semestre il fatturato è stato di 34 milioni e la perdita di 1 milione. Nel 2006 contiamo di raggiungere il pareggio operativo, con un fatturato di 72 milioni, per un incremento del 12 per cento. L’obiettivo è raggiungere 85-90 milioni nel 2008. damentale. Il lavoro degli operatori che rispondono al telefono si basa ormai in modo così ampio sull’uso di software e apparati di telecomunicazioni da rendere l’integrazione fra le diverse piattaforme tecnologiche uno degli strumenti fonda- mentali di questo business. Secondo lei ci abitueremo presto a guardare in faccia gli operatori dei call center? Per quanto riguarda gli help desk direi proprio di sì. In breve tempo penso che questa modalità diventerà abbastanza comune attraverso l’uso della tv digitale terrestre. Di Crm si parla molto fin dalla fine degli anni ’90. Non pensa che rispetto alle attese generate dalle nuova filo- sofie di gestione del cliente i risultati per le banche siano stati un po’ delu- denti? Finora in questo campo si è fatta soprat- tutto teoria, molta cultura e molti sistemi informatici, mediamente con risultati modesti. Ora è venuto il momento di passare alla pratica, cercando di portare a casa risultati concreti. Premesso che la tecnologia è matura e disponibile a prezzi accessibili, da sola non basta. Se non vengono reindirizzati i processi operativi di front-end con la clientela, e se non vengono allineate le offerte ai diversi canali e, ancora, se non vengono rivisti in tale contesto i sistemi incentivanti per le risorse umane, diventa difficile crescere in concretezza e valorizzare gli investi- Nuovi servizi «L’uso della tv digitale terrestre ci avvicina al momento in cui vedremo in faccia gli operatori dei contact center» Il risanamento La società conta di raggiungere il pareggio operativo nel 2006 con un fatturato di 72 milioni per un incremento del 12% FONDAZIONE BORDONI La lingua e la tecnologia La Fondazione Ugo Bordoni insieme con il ministero delle Comunicazioni, l’Iscom, l’Ilc-Cnr e la Rai organizza, presso l’Aula Magna del ministero delle Comunicazioni, una conferenza sul Trattamento Automatico della Lin- gua (forumtal.it) con l’obiettivo di far conoscere le nuove potenzialità delle tecniche di elaborazione della lingua parlata o scritta. Apriranno i lavori il presidente della conferenza Nicoletta Calzolari, il direttore dell’Iscom Luisa Franchina, il direttore di Media Duemila Giovanni Giovannini, il pre- sidente dell’Associazione Italiana Edi- tori Federico Motta, il presidente della Rai Claudio Petruccioli e il presidente della Fondazione Ugo Bordoni Gior- dano Bruno Guerri. Interverrà inoltre il Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi. La Conferenza è strutturata sull’illustrazione di esempi di successo nell’applicazione di tecnologie TAL soprattutto in tre principali aree appli- cative: l’accessibilità, la formazione e il tempo libero, e l’intelligence. Com- pletano il panorama due tavole rotonde, “TAL nella Pubblica amministrazione” e “Il futuro sviluppo tecnologico”. CIO Appuntamento per i decision maker Si svolge il 4 aprile 2006 a Milano (Milan Marriott Hotel, via Washington 66) la Cio Conference 2006 (Idc), evento di riferimento in Italia per gli IT decision maker. La conferenza- sia attraverso workshop tematici, tavole rotonde con importanti CIO e alcuni player del mercato che laboratori con- dotti da esperti nel campo economico e tecnologico - vuole fornire ai decisori aziendali la possibilità di condividere esperienze e approfondimenti per le strategie future. Intervengono fra gli altri Vernon Turner, Group Vice President and General Manager, Enter- prise Computing di IDC, Peter Weill, Director of the Center for Information Systems Research, Sloan School of Management MIT, Filippo Passerini Cio Procter e Gamble, Marco Forneris Cio Telecom Italia. REPORT I vantaggi del Contact Center Il contact center viene considerato sem- pre più elemento chiave per aumentare il vantaggio competitivo tra le aziende. Anche quest’anno Dimension Data ha commissionato il Merchants Global Contact Centre Benchmarking Report che verrà presentato mercoledì 8 marzo alle 11.30 c/o Prima Pagina Comu- nicazione (in via Ciro Menotti 11/D, Milano). Roberto Fasiani, Respon- sabile Linea di Business IPC & CIS, e Jan-Marc Pajot, Director Europe CIS, di Dimension Data illustreranno i risultati del report insieme a Mario Massone, fondatore di CMMC, comu- nità di aziende italiane che utilizza call center integrati. La convergenza è destinata a distribuire servizi generati da reti e tecno- logie differenti sul telefono cellulare, uno strumento che diventa chiave di accesso privilegiata del nuovo ecosistema high tech. Se i vantaggi di questo processo sono tanti e vanno nella direzione di un ampio ventaglio di offerta per gli utenti mobili di tutto il mondo, è pur vero che il progressivo passaggio in mobilità delle connessioni Internet, che secondo alcune stime sono destinate a superare quelle da pc entro pochi mesi, pone inquietanti interrogativi circa la capacità di difesa dei cellulari verso le mille minacce presenti in rete. È plausibile pensare che hacker e pro- duttori di codici maligni concentreranno la propria attenzione nella messa a punto di nuove armi disegnate ad hoc per semi- nare il caos nei device mobili di nuova generazione. “I cellulari sono terreno di conquista pri- vilegiato per hackers e scrittori di codici maligni - dice Ray Gurvitz, business development director Emea di McA- fee - e la quantità di virus espressamente generati per attaccare dispositivi mobili sta crescendo a un ritmo che è dieci volte superiore rispetto a quanto non succe- deva, qualche anno fa, nel contatto tra pc e rete internet”. Anche se lo scenario è più che mai realistico, in Italia gli utenti non sem- brano sensibilizzati circa i pericoli che la convergenza tecnolo- gica potrebbe presto scatenare nel tranquillo universo del mobile. “La sicurezza in mobi- lità non è vissuta come una priorità in tutto il mondo e non solo in Italia - sostiene Gurvitz -. Il vostro paese, poi, è caratterizzato da un mercato molto particolare, dove si presta più attenzione al design che ad altri aspetti tecnici dei cellulari, come la sicurezza”. Al contrario di quanto avviene tra gli utilizzatori di pc, gli utenti mobili non si sentono responsabili in prima persona della sicurezza del loro cellulare, ma tendono a pensare che siano i rivenditori Lo scudo in mobilità targato McAfee Virus Scan Mobile è una soluzione che protegge i cellulari dalle minacce di virus e codici maligni a dover risolvere qualsiasi eventuale problema: “Chi compra un cellulare è meno disposto a tollerare un disservizio di quanto non lo sia un navigatore internet standard - sostiene Gurvitz -. Per questo i nostri committenti non sono gli utenti finali, anche se abbiamo un’offerta diretta anche a loro, ma i manifat- turieri che producono gli apparecchi”. Presto tutti i maggiori player di settore si trove- ranno costretti a investire in strumenti di sicurezza da montare direttamente sui device, sostiene il manager di McAfee, in modo tale da soddisfare le richieste di protezione degli utenti mobili: “Abbiamo part- nership commerciali con la maggior parte dei manifatturieri worldwide - dice Gurvitz - ma sono soprattutto i produttori asiatici che dimostrano già un grande interesse per le tematiche della sicurezza in mobilità”. Anche se molto più veloce nei cicli di espansione, la pandemia di virus e codici maligni sui cellulari difficilmente raggiungerà i livelli di penetrazione spe- rimentati sui personal computer: dopo una rapida diffusione che potrebbe aver il suo apice nel 2008 la presenza di codici malfare dovrebbe stabilizzarsi. McAfee offre soluzioni di sicurezza per device mobili in grado di proteggere i cellulari dall’aggressione di virus informatici, salvaguardare l’integrità dei dati sensibili e impedire che, ad attacco in corso, le fun- zioni del cellulare vengano compromesse o impedite. Il prodotto che assicura questo schermo di sicurezza ad ampio spettro è VirusScan Mobile: “Il programma è dise- gnato per provvedere ad una protezione in tutti i punti di vulnerabilità maggiore - spiega Gurvitz - in modo tale da eli- minare qualsiasi minaccia nel più breve tempo possibile”. La soluzione agisce attraverso un processo di scansione con- tinuo che pulisce file, mail, download da internet, messaggi di testo e allegati. La barriera viene eretta in molteplici punti di entrata e di uscita e la quantità di risorse necessarie al funzionamento del software sono minime (il programma occupa solo 850 K di spazio). E.G. Ray Gurvitz «Nel mondo c’è ancora poca sensibilizzazione sui rischi connessi all’utilizzo della rete tramite gli smarthphone»

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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGYDAL 27 FEBBRAIO AL 12 MARZOPAG.17

N E W B U S I N E S S , S T R A T E G I E E F I N A N Z AAziende&Mercati

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IO

Stefano Caviglia «Le banche tornerannoa investire nell’ICT»

«Dopo la fase del controllo dei costi, ora si pensa alla crescita. E c’è bisogno di tecnologie»

Vincenzo Giovannitti numero uno di Banksiel (Almaviva): «Pronti a intercettare la nuova domanda del mondo della finanza»

IN RILANCIOVincenzo Giovannitti, ex partner di Accenture, ora amministratore delegato di Banksiel

«Siamo all’inizio di una ripresa degli investimenti in chiave tecnologica per le banche italiane, che offre ottime opportunità per le società informatiche». La previsione è di Vincenzo Giovan-nitti, già partner di Accenture e da qualche mese amministratore delegato di Banksiel, società del Gruppo Alma-viva, la holding che controlla le aziende del Gruppo COS e del Gruppo Finsiel. Banksiel è la Società di Almaviva dedi-cata al mercato dei financial services per le attività di consulenza, progettazione, sistemi e servizi.

Dal mese di luglio, cioè da quando l’imprenditore romano Alberto Tripi, da molti anni presente nel settore dei call center con il gruppo Cos, ha acquistato Finsiel di cui Banksiel è il braccio opera-tivo per banche e assicurazioni, è iniziato per la società un processo di rilancio che prevede una forte accelerazione nei pros-simi mesi.

Che cosa le fa pensare che in questo momento le banche italiane siano pronte a tornare a investire in tecno-logia dopo la lunga frenata degli anni scorsi?

Diversi elementi. Negli anni scorsi il mondo della finanza ha puntato esclu-sivamente sul controllo dei costi, ma questo, se pur giustificato, è un approc-cio che ha una valenza prevalentemente tattica. Ora si sta cominciando a voltare pagina. Molte aziende selezionano gli investimenti per tornare a crescere. Senza gli eccessi di fine anni ‘90, certo, ma con una forte consapevolezza della necessità di ammodernarsi.

Il “Risiko bancario” che sta coinvol-gendo i maggiori istituti di credito vi darà una mano?

In un certo senso sì. Le banche italiane hanno bisogno di recuperare efficienza e redditività per affrontare la concorrenza degli istituti stranieri. Questo offre ai gruppi specializzati nell’informatica e

nella consulenza per gli istituti di cre-dito notevoli possibilità di crescita. Per coglierle fino in fondo bisogna essere ben attrezzati, naturalmente.

Come vi state preparando a questa nuova fase?

Stiamo riorganizzando l’azienda all’insegna del massimo orientamento al business e alle necessità del cliente. Il nuovo piano industriale prevede una forte specializzazione in tre direzioni: l’area del credito, con il conseguente migliora-mento dei processi interni alle banche; il rinnovamento dei sistemi di pagamento, che rappresentano uno dei settori con maggiore possibilità di crescita; l’appro-fondimento del Crm operativo, una spe-cializzazione in cui abbiamo possibilità di sviluppo molto importanti, in quanto si trova alla confluenza fra il mondo dei call center, fortemente presidiato da Cos e quello dell’informatica, dove è grande la nostra esperienza.

Banksiel trainerà tutto il gruppo in questo settore?

Soprattutto avrà il compito di integrare le diverse competenze e di commercia-lizzare le offerte del gruppo sul proprio mercato di riferimento. Da questo punto di vista lo sviluppo tecnologico dei “vecchi” call center, che ora si chiamano più correttamente contact center, è fon-

menti fatti.Che ruolo avrà in tutto questo l’ou-

tsourcing, la disponibilità di banche e assicurazioni ad affidare all’esterno processi e funzioni svolti finora inter-namente?

Sicuramente un ruolo importante. L’ou-tsourcing è un fenomeno ancora giovane e poco sviluppato, in particolare in Italia, e come tale ha margini di crescita molto elevati, anche se nel breve periodo l’anda-mento può essere irregolare. Ad esempio ci sono istituti di credito che per impie-gare personale che altrimenti sarebbe in esubero riportano all’interno funzioni già esternalizzate. Il nostro compito è rendere l’outsourcing il più possibile semplice e adattabile alle esigenze dei clienti. In par-

ticolare preparandoci a gestire segmenti dei processi aziendali in collaborazione con il personale interno all’azienda. In questo caso si parla di co-sourcing e penso che sarà una strada molto battuta nei prossimi anni.

La cura che avete cominciato a somministrare a Banksiel ha già dato risultati tangibili?

Sì. La società, che ha risentito negli ultimi anni sia della congiuntura negativa del mercato sia di un’incertezza di pro-spettive, ha realizzato nel 2005 ricavi per 64 milioni di euro e perdite per 8 milioni. Ma bisogna guardare all’andamento delle due metà dell’anno, visto che la nuova gestione è cominciata nel mese di luglio. Nel secondo semestre il fatturato è stato di 34 milioni e la perdita di 1 milione. Nel 2006 contiamo di raggiungere il pareggio operativo, con un fatturato di 72 milioni, per un incremento del 12 per cento. L’obiettivo è raggiungere 85-90 milioni nel 2008.

damentale. Il lavoro degli operatori che rispondono al telefono si basa ormai in modo così ampio sull’uso di software e apparati di telecomunicazioni da rendere l’integrazione fra le diverse piattaforme tecnologiche uno degli strumenti fonda-mentali di questo business.

Secondo lei ci abitueremo presto a guardare in faccia gli operatori dei call center?

Per quanto riguarda gli help desk direi proprio di sì. In breve tempo penso che questa modalità diventerà abbastanza comune attraverso l’uso della tv digitale terrestre.

Di Crm si parla molto fin dalla fine degli anni ’90. Non pensa che rispetto alle attese generate dalle nuova filo-sofie di gestione del cliente i risultati per le banche siano stati un po’ delu-denti?

Finora in questo campo si è fatta soprat-tutto teoria, molta cultura e molti sistemi informatici, mediamente con risultati modesti. Ora è venuto il momento di passare alla pratica, cercando di portare a casa risultati concreti. Premesso che la tecnologia è matura e disponibile a prezzi accessibili, da sola non basta. Se non vengono reindirizzati i processi operativi di front-end con la clientela, e se non vengono allineate le offerte ai diversi canali e, ancora, se non vengono rivisti in tale contesto i sistemi incentivanti per le risorse umane, diventa difficile crescere in concretezza e valorizzare gli investi-

Nuovi servizi«L’uso della tv digitale terrestre ci avvicina al momento in cui vedremo in faccia gli operatori dei contact center»

Il risanamento La società conta di raggiungere il pareggio operativo nel 2006 con un fatturato di 72 milioni per un incremento del 12%

FONDAZIONE BORDONI

La linguae la tecnologiaLa Fondazione Ugo Bordoni insieme con il ministero delle Comunicazioni, l’Iscom, l’Ilc-Cnr e la Rai organizza, presso l’Aula Magna del ministero delle Comunicazioni, una conferenza sul Trattamento Automatico della Lin-gua (forumtal.it) con l’obiettivo di far conoscere le nuove potenzialità delle tecniche di elaborazione della lingua parlata o scritta. Apriranno i lavori il

presidente della conferenza Nicoletta Calzolari, il direttore dell’Iscom Luisa Franchina, il direttore di Media Duemila Giovanni Giovannini, il pre-sidente dell’Associazione Italiana Edi-tori Federico Motta, il presidente della Rai Claudio Petruccioli e il presidente della Fondazione Ugo Bordoni Gior-dano Bruno Guerri. Interverrà inoltre il Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi. La Conferenza è strutturata sull’illustrazione di esempi di successo nell’applicazione di tecnologie TAL

soprattutto in tre principali aree appli-cative: l’accessibilità, la formazione e il tempo libero, e l’intelligence. Com-pletano il panorama due tavole rotonde, “TAL nella Pubblica amministrazione” e “Il futuro sviluppo tecnologico”.

CIO

Appuntamentoper i decision makerSi svolge il 4 aprile 2006 a Milano (Milan Marriott Hotel, via Washington 66) la Cio Conference 2006 (Idc),

evento di riferimento in Italia per gli IT decision maker. La conferenza- sia attraverso workshop tematici, tavole rotonde con importanti CIO e alcuni player del mercato che laboratori con-dotti da esperti nel campo economico e tecnologico - vuole fornire ai decisori aziendali la possibilità di condividere esperienze e approfondimenti per le strategie future. Intervengono fra gli altri Vernon Turner, Group Vice President and General Manager, Enter-prise Computing di IDC, Peter Weill,

Director of the Center for Information Systems Research, Sloan School of Management MIT, Filippo Passerini Cio Procter e Gamble, Marco Forneris Cio Telecom Italia.

REPORT

I vantaggi del Contact Center Il contact center viene considerato sem-pre più elemento chiave per aumentare il vantaggio competitivo tra le aziende. Anche quest’anno Dimension Data ha

commissionato il Merchants Global Contact Centre Benchmarking Report che verrà presentato mercoledì 8 marzo alle 11.30 c/o Prima Pagina Comu-nicazione (in via Ciro Menotti 11/D, Milano). Roberto Fasiani, Respon-sabile Linea di Business IPC & CIS, e Jan-Marc Pajot, Director Europe CIS, di Dimension Data illustreranno i risultati del report insieme a Mario Massone, fondatore di CMMC, comu-nità di aziende italiane che utilizza call center integrati.

La convergenza è destinata a distribuire servizi generati da reti e tecno-logie differenti sul telefono cellulare, uno strumento che diventa chiave di accesso privilegiata del nuovo ecosistema high tech.

Se i vantaggi di questo processo sono tanti e vanno nella direzione di un ampio ventaglio di offerta per gli utenti mobili di tutto il mondo, è pur vero che il progressivo passaggio in mobilità delle connessioni Internet, che secondo alcune stime sono destinate a superare quelle da pc entro pochi mesi, pone inquietanti interrogativi circa la capacità di difesa dei cellulari verso le mille minacce presenti in rete.

È plausibile pensare che hacker e pro-duttori di codici maligni concentreranno la propria attenzione nella messa a punto di nuove armi disegnate ad hoc per semi-nare il caos nei device mobili di nuova generazione.

“I cellulari sono terreno di conquista pri-vilegiato per hackers e scrittori di codici maligni - dice Ray Gurvitz, business development director Emea di McA-fee - e la quantità di virus espressamente

generati per attaccare dispositivi mobili sta crescendo a un ritmo che è dieci volte superiore rispetto a quanto non succe-deva, qualche anno fa, nel contatto tra pc e rete internet”.

Anche se lo scenario è più che mai realistico, in Italia gli utenti non sem-brano sensibilizzati circa i pericoli che la convergenza tecnolo-gica potrebbe presto scatenare nel tranquillo universo del mobile.

“La sicurezza in mobi-lità non è vissuta come una priorità in tutto il mondo e non solo in Italia - sostiene Gurvitz -. Il vostro paese, poi, è caratterizzato da un mercato molto particolare, dove si presta più attenzione al design che ad altri aspetti tecnici dei cellulari, come la sicurezza”.

Al contrario di quanto avviene tra gli utilizzatori di pc, gli utenti mobili non si sentono responsabili in prima persona della sicurezza del loro cellulare, ma tendono a pensare che siano i rivenditori

Lo scudo in mobilità targato McAfeeVirus Scan Mobile è una soluzione che protegge i cellulari dalle minacce di virus e codici maligni

a dover risolvere qualsiasi eventuale problema: “Chi compra un cellulare è meno disposto a tollerare un disservizio di quanto non lo sia un navigatore internet standard - sostiene Gurvitz -. Per questo i nostri committenti non sono gli utenti finali, anche se abbiamo un’offerta diretta

anche a loro, ma i manifat-turieri che producono gli apparecchi”.

Presto tutti i maggiori player di settore si trove-ranno costretti a investire in strumenti di sicurezza da montare direttamente sui device, sostiene il manager di McAfee, in modo tale da soddisfare le richieste di protezione degli utenti mobili: “Abbiamo part-

nership commerciali con la maggior parte dei manifatturieri worldwide - dice Gurvitz - ma sono soprattutto i produttori asiatici che dimostrano già un grande interesse per le tematiche della sicurezza in mobilità”.

Anche se molto più veloce nei cicli di espansione, la pandemia di virus e

codici maligni sui cellulari difficilmente raggiungerà i livelli di penetrazione spe-rimentati sui personal computer: dopo una rapida diffusione che potrebbe aver il suo apice nel 2008 la presenza di codici malfare dovrebbe stabilizzarsi. McAfee offre soluzioni di sicurezza per device mobili in grado di proteggere i cellulari dall’aggressione di virus informatici, salvaguardare l’integrità dei dati sensibili e impedire che, ad attacco in corso, le fun-zioni del cellulare vengano compromesse o impedite. Il prodotto che assicura questo schermo di sicurezza ad ampio spettro è VirusScan Mobile: “Il programma è dise-gnato per provvedere ad una protezione in tutti i punti di vulnerabilità maggiore - spiega Gurvitz - in modo tale da eli-minare qualsiasi minaccia nel più breve tempo possibile”. La soluzione agisce attraverso un processo di scansione con-tinuo che pulisce file, mail, download da internet, messaggi di testo e allegati. La barriera viene eretta in molteplici punti di entrata e di uscita e la quantità di risorse necessarie al funzionamento del software sono minime (il programma occupa solo 850 K di spazio). E.G.

Ray Gurvitz«Nel mondo c’è ancorapoca sensibilizzazione

sui rischi connessiall’utilizzo della rete

tramite gli smarthphone»