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Attuazione delle linee guida per il progetto di riforma istituzionale 19 luglio 2004 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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Attuazione delle linee guida per il progettodi riforma istituzionale

19 luglio 2004

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

Attuazione

delle linee guida per ilprogetto

diriform a istituzionale

19 luglio 2004

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

a cura delDipartim ento Affarie Relazioniistituzionali

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

I

> Indice

1. SISTEM A ISTITU ZIO N ALE D ELL’AU TO N O M IA 1

2. L’AREA D ELLA N O RM AZIO N E 3

3. L’AREA D ELL’AM M IN ISTRAZIO N E RISERVATA ALLAPRO VIN CIA 4

4. L’AREA D ELL’AM M IN ISTR AZIO N E CO N D IVISA TR ACO M U N I E PR O VIN CIA 6

4.1. LE FU N ZIO N I D I G O VER N O D EI CO M U N I E D ELLA

PR O VIN CIA 64.1.1. Le funzioni di governo 74.1.2. Materie riconducibili prevalentemente a funzioni

di governo 74.1.3 Materie riconducibili prevalentemente a funzioni

di governo: individuazione delle funzioniripartite tra i Comuni e la Provincia 8

4.2. LE FU N ZIO N I D I SER VIZIO D EI CO M U N I E D ELLA

PR O VIN CIA 94.2.1. Le funzioni di servizio 94.2.2. Materie riconducibili prevalentemente a funzioni

di servizio: individuazione delle funzioni ripartitetra i Comuni e la Provincia 10

5. TER R ITO R I PER L’ESER CIZIO D ELLE FU N ZIO N I D IG O VERN O - AM BITI TER R ITO R IALI PER LEFU N ZIO N I D I SER VIZIO 17

5.1. TER R ITO R I PER L’ESER CIZIO D ELLE FU N ZIO N I D IG O VER N O 18

5.2. FU N ZIO N I D I G O VER N O E M O D ELLI ISTITU ZIO N ALI 19

5.3. LE PR O PO STE D I TER R ITO R I PER L’ESER CIZIO D ELLEFU N ZIO N I D I G O VER N O 205.3.1. Principi che informano la definizione dei territori

per l’esercizio delle funzioni di governo 205.3.2. proposta di definizione dei territori aperta al

confronto 20

5.4. A M BITI TER R ITO R IALI PER L’ESER CIZIO D ELLEFU N ZIO N I D I SER VIZIO - M O D ELLI ISTITU ZIO N ALI E

O R G AN IZZATIVI 26

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II

5.4.1. Criteri che fondano la definizione degli ambititerritoriali per l’esercizio delle funzioni diservizio 26

6. IL N U O VO EN TE 33

6.1. PRIN CIPI 336.1.1. Eventuale fusione di comuni 34

6.2. M O D ELLO ISTITU ZIO N ALE D I AG G R EG AZIO N E D EI

CO M U N I 356.2.1. Presupposti e caratteristiche del modello

istituzionale di aggregazione dei comuni 356.2.2. La definizione del modello di nuovo ente: i

contenuti della legge provinciale 366.2.3. La definizione del modello di nuovo ente: i

contenuti degli statuti 386.2.4. Il modello istituzionale del nuovo ente 39

7. L’AREA D ELLA CO LLABO RAZIO N E 46

7.1. IL CO N SIG LIO D ELLE AU TO N O M IE 46

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1. SISTEM A ISTITU ZIO N ALE D ELL’AU TO N O M IA

Con il termine “riform a istituzionale” non si intende far riferimentounicamente ad un disegno di legge provinciale, ma ad un complesso edarticolato processo di riform a del sistem a istituzionale

dell’autonom ia, che si fonda su un progetto realizzato con il metododella concertazione sostanziale e sistematica di tutti i livelli istituzionaliinteressati.

I passi fondamentali di questo processo condiviso sono dati da:

- l’approvazione della legge regionale volta a modificarel’ordinamento dei comuni e a rinviare alla legge provinciale la disci-plina di dettaglio dei principali istituti (personale dei comuni e se-gretari comunali; contabilità; forme collaborative intercomunali; ser-vizi pubblici locali; procedimento amministrativo);

- l’approvazione della conseguente legge provinciale di disciplina delquadro di riferimento dell’intero nuovo sistema istituzionaledell’autonomia, attraverso l’allocazione delle funzioni amministrative,l’individuazione dei territori per le funzioni di governo e degli ambitiper le funzioni di servizio, le forme di collaborazione interistituziona-le, la connessa riorganizzazione provinciale, etc;

- la successiva revisione organica di tutti i settori dell’interventoprovinciale, attuando le linee tracciate dal nuovo sistema istituzio-nale dell’Autonomia e dai principi costituzionali di sussidiarietà eadeguatezza, sia mediante la revisione dei modelli organizzativi e digovernance delle strutture e degli enti pubblici e privati sia mediantela riforma della legge provinciale in tutti i settori interessati;

- la conseguente e coerente m odifica della normativa provinciale inmateria di finanza locale;

- la conseguente e coerente m odifica delle politiche del personale

e dei relativi contratti collettivi di lavoro;

- infine la m odifica dello Statuto di autonom ia, anche al fine diprevedere che la funzione legislativa abbia una base concertativanell’ambito del Consiglio delle autonomie, che potrà assumere la fun-zione di “seconda camera”, nonché quella di iniziativa legislativa.

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Tale processo guidato e concertato mira a riformare il complessivo si-stema istituzionale dell’autonomia, articolandolo nelle seguenti aree:

area della norm azione

� potestà legislativa primaria e seconda-ria riservata alla Provincia e, alla lucedel nuovo contesto statutario, possi-bile oggetto di un iter condiviso

nell’ambito del Consiglio delle autono-mie

area

dell’am m inistrazione

riservata alla Provincia

� potestà esecutiva che si esplica attra-verso l’esercizio di tutte le funzioni digoverno e di servizio nelle materie ri-servate alla Provincia

area

dell’am m inistrazione

condivisa

� potestà esecutiva che si esplica attra-verso l’esercizio delle funzioni di gover-no e di quelle di servizio, entrambe ap-partenenti sia alla Provincia che ai

Com uni

area

della collaborazione

� coordinamento e integrazione tra i li-velli istituzionali esercitati dal Consi-glio delle autonom ie attraverso il si-stema delle intese e della concertazioneistituzionali

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2. L’AR EA D ELLA N O R M AZIO N E

L’area della normazione riguarda la potestà legislativa attribuita allasola Provincia, che consiste nel potere di definire le norme giuridiche dicarattere generale e astratto nelle materie di competenza. Si estrinseca,in particolare:

- nell’approvazione delle leggi provinciali nelle materie di competenza;la modifica dello Statuto di autonomia potrà prevedere che la funzio-ne legislativa abbia una base concertativa nell’ambito del Consigliodelle autonomie;

- nell’iniziativa legislativa parlamentare, ivi compresa quella di modifi-ca statutaria.

Per quanto concerne la “norm azione secondaria” è riservata alla Pro-vincia esclusivamente l’approvazione dei regolamenti di esecuzione dileggi provinciali; la legge provinciale può prevedere forme di concerta-zione nell’ambito con il Consiglio delle autonomie.Infine, i regolamenti di organizzazione e quelli per la gestione delle fun-zioni loro attribuite sono adottati dai Comuni e dalla Provincia per learee di rispettiva competenza.

La disciplina delle modalità di partecipazione del Consiglio delle auto-nomie al processo di definizione delle norme giuridiche e della“normazione secondaria” è rimessa alla legge provinciale, mentre è ne-cessaria una modifica dello Statuto speciale per consentire la condivisio-ne con il Consiglio delle autonomie dell’iter di formazione delle leggi.

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3. L’AR EA D ELL’AM M IN ISTRAZIO N E RISER VA-TA ALLA PR O VIN CIA

Dall’area dell’amministrazione condivisa tra Comuni e Provincia sono in-teramente escluse solo alcune materie, nelle quali l’applicazione delprincipio costituzionale di sussidiarietà richiede una gestione unitaria epertanto nelle quali sia le funzioni di governo che quelle di servizio sonoriservate di norma alla sola Provincia.

• Rapporti con gli organi dello Stato, rapportiinternazionali e con l’Unione Europea esclusal’attività di mero rilievo internazionale deiComuni e la cooperazione tra Comuni e altrienti locali di province diverse:- cooperazione transfrontaliera- cooperazione interregionale- cooperazione allo sviluppo- emigrazione

• Finanza locale• Vigilanza e tutela sulle amministrazioni co-

munali, consorzi e altri enti locali• Vigilanza sugli uffici del Giudice di pace• Impianto e tenuta dei libri fondiari

A ttività istituzionali

• Ordinamento camere di commercio• Governo del territorio, ad esclusione

dell’urbanistica e degli altri settori della ma-teria esplicitati nella tabella seguente traquelle “condivise” tra Provincia e Comuni

• Tutela dell’ambiente e del paesaggio• Caccia e pesca• Parchi• Foreste demaniali• Corpo forestale• Utilizzazione delle acque pubbliche

G estione delterritorio

• Opere idrauliche

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• Grandi reti di trasporto e comunicazione

Servizia carattereim prenditoriale eservizia rete e loro

infrastrutture

• Produzione e trasporto dell’energia

• Igiene e sanità: DA VALUTARE• Previdenza complementare e integrativa• Orientamento e collocamento al lavo-

ro/mercato del lavoro(eccetto lavori socialmente utili)

• Formazione professionale• Tutela e sicurezza del lavoro• Professioni• Apprendistato e libretti di lavoro

Sanità, servizisocialie lavoro

• Istituti zooprofilattici• Istruzione elementare e secondaria, forma-

zione di base

Istruzione, form a-zione dibase, uni-versità e ricercascientifica

• Ricerca scientifica e tecnologica e sostegnoall’innovazione per i settori produttivi

• Coordinamento degli interventi in materia diuniversità

• Edilizia universitaria• Assistenza universitaria• Casse di risparmio, casse di rurali, aziende

di credito a carattere regionale; enti di cre-dito fondiario e agrario a carattere regionale

• Istituti fitopatologici Settorieconom ici

• Commercio con l’estero

Attività culturaliesportivo ricreative

• Tutela e conservazione dei beni culturali

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4. L’AR EA D ELL’AM M IN ISTRAZIO N E CO N D I-VISA TR A CO M U N I E PR O VIN CIA

L’area dell’amministrazione condivisa ricomprende le funzioni di go-verno e le funzioni diservizio che sono esercitate in parte dai Comunie in parte dalla Provincia.

4.1.LE FU N ZIO N I D I G O VERN O D EI CO M U N I E D ELLAPR O VIN CIA

Le funzioni di governo sono quelle riconducibili a processi decisionaliche definiscono il contesto delle regole di carattere organizzativo eprocedurale e l’indirizzo politico nonché il controllo dei risultati delquale gli enti che le esercitano assumono le relative responsabilità.

Le funzioni di governo, esercitate sia dai Comuni (anche in forma asso-ciata, mediante accordi di programma e patti territoriali) sia dalla Pro-vincia, si riferiscono a tutte le materie attribuite alla competenza del“sistema dell’Autonomia” escluse solo quelle esplicitamente riservate allaProvincia in relazione alla tipologia prevalente delle relative funzioni, chenon risultano ripartibili in base al principio di sussidiarietà.

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4.1.1. Le funzionidigoverno

Le funzionidigoverno dei Comuni e della Provincia consistono in:

• l’attività di regolam entazione organizzativa e procedurale

• l’attività di regolazione di settore (ivi compresa la tenuta di albi eregistri)

• la pianificazione generale e di settore (programmazione e indi-rizzo) nonché per la Provincia gli atti di indirizzo concertati nel Con-siglio delle autonomie e riguardanti solo gli obiettivi (livelli minimi deiservizi) e le relative risorse (fondi di settore) e non gli strumenti, cherientrano nella sfera di responsabilità dei Comuni

• la definizione dei livelli quantitativi e qualitativi delle prestazio-ni pubbliche di ogni ordine e tipo

• le attività di verifica e di controllo dei risultati rispetto agli obiet-tivi programmati

• le politiche tributarie e tariffarie ovvero le scelte di finanza pub-blica riguardanti le entrate, da acquisire sia sotto forma di imposteche di tariffe

• le politiche dispesa

• vi rientrano anche, in funzione strumentale, le attività che inerisconol’utilizzo delle potestà pubbliche quando queste costituiscono laprevalenza delle attività di un settore (quali le autorizzazioni, i nullaosta, le concessioni, le abilitazioni e le sanzioni)

4.1.2. M aterie riconducibili prevalentem ente a funzio-nidigoverno

FunzionidiG overno ambiente, urbanistica, toponomastica, tuteladel paesaggio, usi civici, espropriazioni, rap-porti istituzionali interregionali, nazionali, co-munitari e internazionali, finanza locale, si-curezza, polizia amministrativa, tutela e pro-mozione delle minoranze linguistiche

Funzioni di supporto

alG overno

supporto alle attività istituzionali, personale,ragioneria, organizzazione, gestione del pa-trimonio

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4.1.3 M aterie riconducibili prevalentem ente a fun-zioni di governo: individuazione delle funzioniripartite tra iCom unie la Provincia

M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA

PRO VIN CIA

FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Toponom astica Dizionario toponomastica Tutto il resto

U rbanistica Piano urbanistico provin-

ciale (PUP)Tutto il resto

U sicivici Compiti riservati alla Pro-

vincia dalla legge sugli usi

civici (autorizzazioni)

Tutto il resto

Espropriazioni Competenza ripartita in base alla competenza sull’opera

Pubblica sicurezza Attribuzioni riservate al

Presidente della Provincia

(art. 20 Statuto)

Tutto

Polizia am m inistra-

tivaCompetenza ripartita in base alle materie e alle funzioni

Tutela e prom ozione

delle m inoranze lin-

guistiche

Ciascuno competente per le rispettive materie

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4.2.LE FU N ZIO N I D I SER VIZIO D EI CO M U N I E D ELLAPR O VIN CIA

4.2.1. Le funzionidi servizio

Rientrano nelle funzioni di servizio o di produzione di prestazionitutte le altre attività che si sostanziano nella prestazione di qualsiasi tipodi servizio, materiale o immateriale, in natura o denaro, di tipo economi-co o non economico, nonché quelle di carattere autoritativo, quandoqueste non assumono carattere prevalente della funzione, ma risultanoper converso strumentali rispetto alle attività di tipo gestionale.

Nella tabella che segue sono illustrate le materie e le funzioni di servi-zio che sono ripartite tra Comuni e Provincia, salvo quelle che rien-

trano nell’area dell’am m inistrazione riservata alla Provincia (checomprende materie nelle quali la Provincia esercita in via esclusiva tuttele funzioni di governo e di servizio).

Per completezza di ricostruzione dell’intero sistema si riportano nella ta-bella (con separata evidenziazione) anche le funzioni di servizio ricondu-cibili a materie interamente riservate alla Provincia e quindi sottratteall’area dell’amministrazione condivisa tra i Comuni e la Provincia mede-sima.

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4.2.2. M aterie riconducibili prevalentem ente a fun-zioni di servizio: individuazione delle funzioniripartite tra iCom unie la Provincia

M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA

PRO VIN CIA

FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Protezione civileStati di calamità di compe-

tenza del Presidente della

Provincia

Stati di calamità di competen-

za del sindaco

Opere di prevenzione e di pronto soccorso

per calamità pubbliche

Finanziamento ai Comuni,

interventi diretti e contri-

buti agli enti pubblici e ai

privati per le opere di pre-

venzione e di pronto soc-

corso di rilevanza provin-

ciale

Tutto il resto

Servizio antincendiCorpo permanente VVFF Corpo volontario VV.FF.

Caccia e pescaM ateria esclusiva Provincia(*)

Parchi e foreste, corpo forestaleM ateria esclusiva Provincia(*)

Acque pubbliche e opere idraulicheM ateria esclusiva Provincia(*)

A. Gestione delterritorio

Polizia localeTutto

(*) Per le materie indicate come “materia esclusiva Provincia” possono essere

attribuiti specifici compiti ai Comuni.

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M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA

PRO VIN CIA

FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Viabilità Autostrade, strade statali,

strade provinciali

Tutto il resto

Impianti a fune

Controlli tecnici sugli im-

pianti a fune

Tutto il resto

Porti lacuali Tutto

Comunicazioni e trasporti Infrastrutture ferroviarie e

intermodali; servizi ferro-

viari e di trasporto stradale

di ambito provinciale, inter-

provinciale e interregionale

Tutto il resto

B. Serviziacarattere imprenditoriale, serviziarete e

loro infrastrutture

Ciclo dell’acqua

Ciclo dei rifiuti

Illuminazione pubblica

Distribuzione dell’energia elettrica

Distribuzione del gas

Tutto

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M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA

PRO VIN CIA

FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Igiene e sanitàDa valutare se riservare alla Provincia

AlimentazioneDa valutare se riservare alla Provincia

Farmacie Tutto

Servizio cimiteriale Tutto

Mattatoi Tutto

Edilizia abitativaTutto - Itea come soggetto

funzionale di tutti i Comuni:

gestione di ambito provinciale

Assistenza e beneficenza Accreditamenti Tutto il resto

Previdenza integrativaM ateria esclusiva Provincia(*)/R egione

Professioni M ateria esclusiva Provincia(*)

Collocamento e avviamento al lavoro Tutto, eccetto lavori so-

cialmente utili

Lavori socialmente utili

Tutela e sicurezza del lavoro M ateria esclusiva Provincia(*)

Addestramento e formazione professio-

nale

M ateria esclusiva Provincia(*)

Asili nido Tutto

Valorizzazione e riconoscimento volonta-

riato sociale

Albo Tutto

Prevenzione emarginazione Tutto

Interventi nel settore immigrazione stra-

niera extracomunitaria

Tutto

C. Sanità, servizisocialielavoro

Politiche a favore dei giovani Tutto

(*) Per le materie indicate come “materia esclusiva Provincia” possono essere

attribuiti specifici compiti ai Comuni.

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M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA

PRO VIN CIA

FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Scuola materna Accreditamento

N B. valutare gestione del

personale insegnante

Tutto il resto

Istruzione elementare, istruzione media,

istruzione secondaria superiore, forma-

zione di base

M ateria esclusiva Provincia(*)

Università, ricerca scientifica e tecnologi-

ca

M ateria esclusiva Provincia (*)

Assistenza scolastica, diritto allo studio Tutto

D. Istruzione, form

azione dibase, università e

ricerca scientifica

Edilizia scolastica Tutto

(*) Per le materie indicate come “materia esclusiva Provincia” possono essere

attribuiti specifici compiti ai Comuni.

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M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA PR O VIN CIA FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Intese Provincia/Comuni sulle politiche di sviluppo localeAgricoltura

Rapporti a livello provinciale con le associa-

zioni di categoria

Incentivi economici

Albi, registri, etc.

Interventi e compiti indivi-

duati dalle intese Provin-

cia/Comuni

Sviluppo della montagnaRipartizione in base alla tipologia di ciascun intervento e alla correlata

collocazione a livello provinciale o comunale (materie trasferite)

Intese Provincia/Comuni sulle politiche di sviluppo localeIncremento produzione in-

dustriale Rapporti a livello provinciale con le associa-

zioni di categoria

Azioni societarie e finanziarie (Agenzia per

lo sviluppo; Tecnofin, Confidi)

Incentivi economici

Interventi e compiti indivi-

duati dalle intese Provin-

cia/Comuni

Intese Provincia/Comuni sulle politiche di sviluppo localeArtigianato

Rapporti a livello provinciale con le associa-

zioni di categoria

Incentivi economici

Albo

Provvedimenti già previsti

dalla vigente legislazione

Interventi e compiti indivi-

duati dalle intese Provin-

cia/Comuni

Fiere e mercatiRipartizione in base alla classificazione concertata in seno al Consiglio

delle Autonomie

Intese Provincia/Comuni sulle politiche di sviluppo localeMiniere, cave e torbiere

Rapporti a livello provinciale con le associa-

zioni di categoria

Incentivi economici

Controlli tecnici

Provvedimenti già previsti

dalla vigente legislazione

Interventi e compiti indivi-

duati dalle intese Provin-

cia/Comuni

Intese Provincia/Comuni sulle politiche di sviluppo locale

E. Settorieconomici

Turismo, ivi compresi gui-

de, maestri di sci, etc. Rapporti a livello provinciale con le associa-

zioni di categoria

Promozione di tutto il territorio provinciale

Incentivi economici

Provvedimenti già previsti

dalla vigente legislazione

Interventi e compiti indivi-

duati dalle intese Provin-

cia/Comuni

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Intese Provincia/Comuni sulle politiche di sviluppo localeCommercio

Attribuzioni riservate al Presidente della

Provincia dall’articolo 20 Statuto

Rapporti a livello provinciale con le associa-

zioni di categoria

Incentivi economici

Commercio con l’estero

Provvedimenti già previsti

dalla vigente legislazione

Interventi e compiti indivi-

duati dalle intese Provin-

cia/Comuni

Credito (casse di risparmio,

casse rurali, aziende di cre-

dito a carattere regionale,

enti di credito fondiario e

agrario a carattere regiona-

le)

M ateria esclusiva Provincia (*)

(*) Per le materie indicate come “materia esclusiva Provincia” possono essere

attribuiti specifici compiti ai Comuni.

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M ATERIA FU N ZIO N I RISERVATE ALLA

PRO VIN CIA

FU N ZIO N I D EI CO M U N I

Musei Una istituzione provinciale

per ciascun settore

Tutto il resto

Biblioteche Una biblioteca provinciale Tutto il resto

Tutela e conservazione beni culturali M ateria esclusiva Provincia(*)

Attività sportive e ricreative Strutture e attività di rilievo

provinciale individuate

d’intesa nel Consiglio delle

Autonomie

Tutto il resto

F. Attività culturaliesportivo-ricreative

Attività culturali, manifestazioni e attività

artistiche

Strutture e attività di rilievo

provinciale individuate

d’intesa nel Consiglio delle

Autonomie

Tutto il resto

(*) Per le materie indicate come “materia esclusiva Provincia” possono essere

attribuiti specifici compiti ai Comuni.

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5. TER RITO R I PER L’ESERCIZIO D ELLE FU N -ZIO N I D I G O VERN O - AM BITI TER RITO R IA-LI PER LE FU N ZIO N I D I SER VIZIO

Le funzioni di governo e di servizio dei Comuni e della Provincia sonosvolte con riferimento ai territori per le funzioni di governo e agli am -

bititerritoriali per quelle di servizio.

L’individuazione dei territori e degli ambiti territoriali dev’essere il fruttodi un processo guidato dalla legge provinciale di riforma, che vede duestrumenti essenziali nella concertazione e nella consultazione. La con-certazione si realizza in seno al Consiglio delle autonomie; la consul-tazione si attua mediante assemblee territoriali alle quali sono chiamatia partecipare tutti gli amministratori comunali, nonché attraverso for-mali proposte deliberate dai consigli comunali.

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5.1.TERRITO R I PER L’ESER CIZIO D ELLE FU N ZIO N I D IG O VERN O

Per procedere alla definizione dei territori per l’esercizio delle funzionidi governo nonché alla scelta dei correlati modelli organizzativi e istitu-zionali occorre tenere in considerazione la necessaria compresenza deidiversi livelli di esercizio delle medesime funzioni:

• livello ricom prendente l’intero territorio della Provincia non-ché quello o parte di quello di altre regioni, province, anche di altriStati, entro i quali si ritenga indispensabile costituire una forma as-sociata o comunque di collaborazione istituzionale per l’esercizio delruolo di governo e, ove occorra, anche del ruolo di gestione, assicu-rando risposte comuni a bisogni e a interessi strategici per la comu-nità provinciale, ma non assolvibili adeguatamente su scala solo pro-vinciale. In tali casi l’ente di governo è la Provincia stessa, ferma re-stando la possibilità – che la legge dovrà disciplinare – di assicurareadeguate forme di coinvolgimento della Conferenza delle autonomie

• livello entro il quale i Comuni attivano – con un processo concertatoe fondato su regole comuni e tempi massimi certi – il nuovo entecon ampia autonomia statutaria e al quale confluiranno i processi de-cisionali e le attività riconducibili alle funzioni di governo, individuatedallo statuto sulla base della legge e delle intese intervenute nellaConferenza delle autonomie

• livello relativo ai Com uni di m aggiori dim ensioni (Trento e Ro-vereto) i quali attivano convenzioni di cooperazione am m ini-

strativa per le funzioni di governo con i Com uni lim itrofi, per iquali non sussistano ipotesi adeguate di costituzione del nuovo ente

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

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5.2.FU N ZIO N I D I G O VERN O E M O D ELLI ISTITU ZIO N ALI

Le funzioni di governo svolte dalla Provincia fanno quindi riferimentoa dimensioni variabili da un ambito provinciale ad ambiti interregio-nali(Parco nazionale dello Stelvio, navigazione sul lago di Garda, istitutizooprofilattici) o nazionali (intese istituzionali di programma e relativiaccordi di programma quadro, piano generale utilizzazione delle acquepubbliche, piano strade statali), o all’ambito com unitario (corridoio in-termodale del Brennero) a seconda della materia mediante il sistemadelle intese e degli accordi interistituzionali.

Le funzioni di governo svolte dai Com uni, in attuazione dei principi disussidiarietà e adeguatezza, fanno riferimento a dimensioni variabili dalterritorio del singolo com une al “TER R ITO R IO ” sovracom unale co-stituito dall’aggregazione di più Comuni contermini.

I modelli istituzionali per lo svolgimento delle funzioni di governo sono:a) la Provincia per le proprie funzioni di governo mediante il sistema

delle intese e degli accordi interistituzionali;b) i Com uni per le funzioni di governo già trasferite e con riferimento

al territorio del comune;c) il nuovo ente dei Comuni per le funzioni che saranno trasferite ai

Comuni e con riferimento al TERRITORIO sovracomunale.

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

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5.3.LE PR O PO STE D I TER R ITO R I PER L’ESERCIZIO D ELLEFU N ZIO N I D I G O VER N O

5.3.1. Principi che inform ano la definizione dei terri-toriper l’esercizio delle funzionidigoverno

a. Valorizzazione delle forme di collaborazione esistentib. Omogeneità socio-economicac. Continuità territoriale d. Omogeneità orografica ed infrastrutturalee. Modificabilità dei territori a condizione che siano valutati gli effetti

sulla funzionalità dei servizi, sui relativi costi e sulle tariffef. Mantenimento delle risorse provinciali spettanti per i Comuni che

aderiscono ad una nuova forma di aggregazione sovracomunale

5.3.2. Proposta di definizione dei territori aperta alconfronto

Di seguito si formula una prima proposta di definizione dei territori perl’esercizio delle funzioni di governo, nella quale sono ipotizzate alcuneaggregazioni “stabilizzate”, per le quali verrebbero mantenute le con-formazioni degli attuali comprensori (TAB 1), altre per le quali si indica-no tipologie alternative di aggregazione (TA B 2).

TAB 1. AggregazionidiCom uni“stabilizzate”

Attuale com prensorio Com uni Popolazione(1)

C.1 Valle diFiem m eCapriana, Carano, Castello-Molina di Fiemme, Cavale-se, Daiano, Panchià, Predazzo, Tesero, Valfloriana,Varena, Ziano di Fiemme

18.567

(11 comuni)

C.2 Prim ieroCanal San Bovo, Fiera di Primiero, Imer, Mezzano, Sa-gron Mis, Siror, Tonadico, Transacqua

9.836(8 comuni)

C.7 Valle diSoleCaldes, Cavizzana, Commezzadura, Croviana, Dimaro,Malé, Mezzana, Monclassico, Ossana, Peio, Pellizzano,Rabbi, Terzolas, Vermiglio

15.020

(14 comuni)

C.11 Valle diFassa(2) Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin, Moena, Pozza diFassa, Soraga, Vigo di Fassa

9.195(7 comuni)

1 I dati relativi alla popolazione riportati nelle tab. 1 e 2, forniti dal Servizio statistica,

sono aggiornati al 31 dicembre 2002.2 I comuni ladini della Valle di Fassa fanno parte di un unico ambito territoriale a sé

stante identificato in un territorio connotato linguisticamente che potrebbe essere de-nominato “Comun Generela de Fasha”

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

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TAB 2. Proposte dinuove aggregazioni

Attuale Proposte alternative

1. Telve, Telve di Sopra, BorgoValsugana, Torcegno, Ron-cegno, Novaledo, Castel-nuovo, Ronchi Valsugana

N. comuni 8 Pop. 14.097

1. idem C. 3

(Bassa

Valsugana

e Tesino)

N. comuni 21

Pop. 25.694

1. mantiene il ter-ritorio com-prensoriale

2. Pieve Tesino, Castello Tesi-no, Cinte Tesino, Bieno, Gri-gno, Ospedaletto, Scurelle,Carzano, Ivano Fracena,Samone, Spera, Strigno,Villa Agnedo

N. comuni 13 Pop. 11.597

2. idem

C. 4

(Alta Val-

sugana)

N. comuni 20

Pop. 46.602

1. mantiene il ter-ritorio com-prensorialesenza Lavaronee Luserna (1) (2)

N. comuni 18 Pop. 45.228

(1) devono com un-que essere assi-curate particolariform e di garanziaper la m inoranzalinguistica conspecifico riferi-m ento ad asili,scuole, cultura efunzionam entodelle istituzioniper le m inoranzelinguistiche

(2) da valutare For-nace se con C.4Cem bra

1. Levico Terme, Caldonazzo,Calceranica al Lago, Bosen-tino, Vattaro, Vigolo Vatta-ro, Centa San Nicolò

N. comuni 7 Pop. 14.763

2. Pergine Valsugana, Baselgadi Piné, Bedollo, Civezzano,Fierozzo, Fornace, Frassi-longo, Palù del Fersina,Sant’Orsola Terme, Tenna,Vignola Falesina

N. comuni 11Pop. 30.465

1. idem

2. idem

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TAB 2. Proposte dinuove aggregazioni

Attuale Proposte alternative

1. Trento e inconvenzioneAldeno, Cimo-ne, Garniga

N. comuni 4 Pop. 110.061

1. Trento e in convenzione La-vis, Aldeno, Cimone, Garni-ga

N. comuni 5 Pop. 117.867

1.Trento, Besenello, Calliano

N. comuni 3 Pop. 109.194

(1) Aldeno, Cim one, Garniga con i

Com uni destra Adige della

Vallagarina

2. Lavis e Valle diCembra

N. comuni 12 Pop. 18.660

2. Valle di Cembra

N. comuni 11 Pop. 10.854

2. Valle di Cembra

N. comuni 11 Pop. 10.854

3. Mezzolombar-do, Piana Rota-liana, Paganel-la, compresaZambana (1)

N. comuni 12 Pop. 22.878

(1) da valutare se

com prendere an-

che Sporm inore e

Ton

3. idem

N. comuni 12 Pop. 22.878

3. Lavis + idem

N. comuni 13 Pop. 30.684

C. 5

(Valle

dell’Adige)

N. comuni 34

Pop.

160.948

4. Terlago, Vezza-no, Calavino,Lasino, Cavedi-ne, Padergnone

N. comuni 6 Pop. 9.349

4. idem

N. comuni 6 Pop. 9.349

4. idem

N. comuni 6 Pop. 9.349

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TAB 2. Proposte dinuove aggregazioni

Attuale Proposte alternative

C. 6

(Valle di

N on)

N. comuni

38

Pop.

37.143

1. mantienel’attuale territoriocomprensoriale

1. Cles, Campodenno, Coredo,Cunevo, Denno, Flavon,Nanno, Sanzeno, Sfruz,Smarano, Sporminore, Taio,Tassullo, Terres, Ton, Tres,Tuenno, Vervò, (verificareSporminore e Ton)

N. comuni 18 Pop. 24.250

2. Fondo, Amblar, Bresimo,Brez, Cagnò, Castelfondo,Cavareno, Cis, Cloz, Dam-bel, Don, Livo, Malosco, Re-vò, Romallo, Romeno, Ron-zone, Ruffré, Rumo, Sarno-nico

N. comuni 20 Pop. 12.893

1. idem

2. idem

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TAB 2. Proposte dinuove aggregazioni

Attuale Proposte alternative

1. Tione, Bleggio Inf., BleggioSup, Dorsino, Lomaso, Fiavè,Ragoli, Stenico, San Lorenzoin Banale, Preore, Bolbeno,Zuclo, Montagne

N. comuni 13 Pop. 13.287

1. Tione, Preore, Bolbeno,Zuclo, Breguzzo, Bondo,Montagne

N. comuni 7 Pop. 6.096

2. Bleggio Inf., BleggioSup., Lomaso, Dorsino,Fiavè, Ragoli, S.Lorenzoin Banale, Stenico

N. comuni 8 Pop. 8.438

2. Pinzolo, con Valle Rendena

N. comuni 12

Pop. 9.204

3. idem

N. comuni 12 Pop. 9.204

C. 8

(G iudicarie)

N. comuni 40

Pop.35.647

1. mantienel’attuale ter-ritorio com-prensoriale

3. Storo, Condino, Bersone,Bondone, Brione, Castel Con-dino, Cimego, Daone, Larda-ro, Pieve di Bono, Praso,Prezzo, Roncone, Bondo, Bre-guzzo

N. comuni 15 Pop. 13.156

4 idem senza Breguzzo,Bondo

N. comuni 13Pop 11.909

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TAB 2. Proposte dinuove aggregazioni

At-tuale

Proposte alternative

1.Arco, Tenno, Dro, Drena,Nago Torbole

N. comuni 5 Pop. 22.801

1. Arco, Tenno, Dro, Drena,Nago Torbole

N. comuni 5 Pop. 22.801

2.Riva del Garda

Pop. 15.037

C. 9

(AltoG ardae Le-dro)

N. co-muni 12

Pop.42.955

1. mantiene l’attualeterritorio compren-soriale

3.Bezzecca, Concei, Molina diLedro, Pieve di Ledro, Tiar-no di Sopra, Tiarno di Sotto

N. comuni 6 Pop. 5.117

2. Riva del Garda, Bezzecca,Concei Molina di Ledro,Pieve di Ledro, Tiarno diSopra, Tiarno di Sotto

N. comuni 7 Pop. 20.154

1. mantiene l’attualeterritorio compren-soriale, esclusa Fol-garia

N. comuni 17 Pop. 78.482

1. Folgaria, Lavarone, Luser-na

N. comuni 3 Pop. 4.442

1. Folgaria, Lavarone, Luser-na

N. comuni 3 Pop. 4.442

2. Ala, Avio, Mori, Brentonico,Ronzo Chienis

N. comuni 5 Pop. 24.850

2. Rovereto e in convenzioneTerragnolo, Trambileno,Vallarsa, Volano

N. comuni 5 Pop. 39.852

C.10

(Valla-garina)

Comuni:18

Pop.81.550

2. Folgaria, Lavarone,Luserna

N. comuni 3 Pop. 4.442

3. Rovereto, Terragnolo,Trambileno, Vallarsa, Vo-lano, Isera, Nomi, Villala-garina, Calliano, Besenello,Nogaredo, Pomarolo

N. comuni 12 Pop. 56.632

3. Brentonico, Mori, RonzoChienis, Isera, Nomi, Vil-lalagarina, Nogaredo, Po-marolo, Ala, Avio, Aldeno,Cimone, Garniga Terme (1)

N. comuni 13 Pop. 39.497(1) I com uni diCalliano, e Bese-

nello sono inseriti nel terri-torio n. 1, terza colonna rife-rito alC5.

totaleterritori 15 23 23

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5.4.A M BITI TER R ITO R IALI PER L’ESERCIZIO D ELLEFU N ZIO N I D I SER VIZIO - M O D ELLI ISTITU ZIO N ALI EO R G AN IZZATIVI

5.4.1. Criteri che fondano la definizione degli am bititerritoriali per l’esercizio delle funzioni di ser-vizio

L’individuazione degli am biti territoriali per le funzioni di servizio eproduzione di prestazioni è fondata sui seguenti criteri:

a. si ipotizza una rete di servizi generale nella quale confluiscono“idealmente” tutte le attività di servizio e tutti i soggetti (agenzie conpersonalità giuridica, aziende, società e fondazioni) e gli organismi(agenzie senza personalità giuridica) che concorrono al sistemadell’offerta pubblica nel Trentino;

b. ogni am bito territoriale costituisce la sfera di riferimentodell’operatività di un ente o organism o digestione;

c. in ogni ambito territoriale il soggetto gestore dipende per le decisionidi governo da un ente territoriale esponenziale, identificato nellaProvincia, nel Comune o nel nuovo ente il cui territorio rientranell’ambito e che sono uniti tra loro (ove siano una pluralità) da unaconvenzione; quando la funzione di governo è stata attribuita dallaProvincia o dal Comune al nuovo ente, è tale ente che entra in con-venzione e costituisce quindi l’autorità di riferimento in sostituzionedel comune o della Provincia;

d. si prendono in considerazione sia le funzioni da trasferire daparte della Provincia, sia le funzioni già dei Com uni, per le qualioccorre valutare se attribuire alcune attività operativo/gestionali a li-vello di territorio o di bacino. Ciò in quanto la titolarità della funzionein capo al comune non impedisce che il comune stesso debba perse-guire obiettivi di razionalizzazione e miglioramento del servizio sia intermini qualitativi che quantitativi, contenendo i costi attraverso eco-nomie di scala. Con l’attivazione di queste misure si può, infatti, otte-nere il duplice risultato di mantenere la responsabilità in capo al Co-mune, ma contemporaneamente creare un insieme di servizi a rete ingrado di fornire prestazioni e attività del proprio ente anche al di fuoridel suo territorio;

e. prendendo in considerazione i singoli servizi, soprattutto quelli a ca-rattere economico, o le possibili aggregazioni di servizi omogenei è

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anche possibile ipotizzare che il medesimo servizio, in ragione dei li-velli di investimento molto elevati o dell’utilizzo di tecnologie moltocomplesse, possa essere strutturato esso stesso su alcune attivitàconcentrate in un unico ambito provinciale (ad es. dorsali della distri-buzione elettrica e del gas, termovalorizzatore, etc.); altre attivitàgestite a livello d’ambito territoriale (distribuzione energia elettrica,gas, etc.) e altre infine distribuite a livello di singolo comune.

Le funzioni di servizio trasferite dalla Provincia ai Comuni dovranno ne-cessariamente essere svolte in AM BITI che potranno coincidere, a se-conda della funzione con:

Am bitidibase coincidenti con i TER R ITO R I

Am bitidibacino derivanti dall’aggregazione di più

am biti di base (si possono ipotizzare iseguenti bacini: Chiese, Sarca, Noce,Avisio, Brenta, Adige)

Am bito provinciale per la Provincia e i Comuni

Am bito sovraprovinciale per la sola Provincia

Con riferimento ai modelli istituzionali, il soggetto responsabile delservizio verrà individuato come segue:

Per l’ambito di base I Comuni con i nuovi enti associativi

Per l’ambito di bacino I Comuni o i nuovi enti associativi ap-partenenti all’ambito legati tra lorodalle convenzioni

Per l’ambito provinciale La Provincia per le funzioni di servizioche rimangono in capo ad essa; per lealtre funzioni tutti i Comuni o tutti inuovi enti associativi sulla base di con-venzione

Per l’ambito sovraprovinciale La Provincia con convenzioni, accordi diprogramma quadro, patti tripartiti, etc.

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In ogni ambito territoriale delle funzioni di servizio la scelta del modelloorganizzativo per la gestione del servizio medesimo verrà effettuatadall’ente territoriale titolare delle funzioni di gestione del servizio.

I m odelli organizzativi, che non variano rispetto al livello istituzionaledi riferimento (Provincia o Comuni), sono i seguenti:

• gestione diretta – utilizzo della struttura dell’ente territoriale neicasi in cui questo gestisce direttamente il servizio in economia, alledirette dipendenze dell’organo esecutivo

• agenzia senza personalità giuridica, collegata con l’ente el’organo esecutivo dell’ente di governo di riferimento (Provincia,nuovo ente o Comune) attraverso un contratto di servizio senza sca-denza ma soggetto a revisione periodica

• agenzia con personalità giuridica/ente funzionale con autono-mia organizzativa

• fondazione

• azienda/società di capitali pubblica collegata con l’ente territo-riale di governo e di riferimento in rapporto di concessione regolatoda un contratto di servizio

• associazione accreditata

Per le attività a carattere economico e di natura imprenditorialeoperanti in regime di concorrenza sul mercato senza fruire di al-cuna prerogativa pubblica salvo l’eventuale apporto di capitalipubblici non si può che prevedere il modello:

• società dicapitali/im presa

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Sulla base di tali criteri gli am biti entro i quali attivare i nuovi modelliorganizzativi per la gestione dei servizi saranno:

• di norm a coincidenti con i TER R ITO R I per l’esercizio delle funzionidi governo (cd. am bito dibase)

• per alcune funzioni coincidenti con aggregazioni di territori,sulla base di convenzioni (cd. am bito dibacino)

• per altre funzioni coincidenti con aggregazioni a livello provin-ciale sulla base di convenzioni (cd. am bito provinciale)

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TIPO LO G IA D I SER VIZIO AM BITO PER LA G ESTIO N E M O D ELLO O R G AN IZZA TIVO

Anagrafe • am bito dibase

• aggregazioniditerritorisi-

no all’intero am bito provin-

ciale per la gestione di alcuneattività sulla base di progetti diriorganizzazione approvati dalConsiglio delle autonomie (perla creazione ad esempio di“società” di servizio partecipateda tutti i Comuni)

Agenzia

Uffici Tecnici illuminazione e viabilità e infrastrutture (con relativi espropri) am bito dibaseAgenzia

Servizigià

deiComuni

Uffici finanziari (bilancio, tributi, personale) • am bito dibase

• aggregazioniditerritorisi-

no all’intero am bito provin-

ciale per la gestione di alcuneattività sulla base di progetti diriorganizzazione approvati dalConsiglio delle autonomie (perla creazione ad esempio di“società” di servizio partecipateda tutti i Comuni)

Agenzia o gestione diretta

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TIPO LO G IA D I SER VIZIO AM BITO PER LA G ESTIO N E M O D ELLO O R G AN IZZA TIVO

Servizida trasferire aiComuni

Servizi di coesione, integrazione e promozione e sostegno allo sviluppodella persona e della comunità:

1.servizi alla persona:

• asili nido• scuole infanzia• assistenza scolastica e diritto allo studio• mercato del lavoro e sostegno al reddito• sostegno alla famiglia• edilizia abitativa• lotta all’emarginazione e politiche di integrazione• sostegno agli anziani• tutela e integrazione handicap

2. promozione e sostegno alla cultura e pieno sviluppo della persona ela realizzazione dei suoi diritti sociali e politici:

• attività culturali• biblioteche• musei• attività sportive e ricreative

3. sicurezza delle persone e del territorio:

• protezione civile• vigili del fuoco• polizia locale

am bito dibase

o am bito dibacino

Agenzia

Agenzia o fondazione

Agenzia

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TIPO LO G IA D I SER VIZIO AM BITO PER LA G ESTIO N E M O D ELLO O R G AN IZZA TIVO

Servizi pubblici di carattere economico a sostegno dello sviluppo economi-co e sociale della comunità

1. servizi acquedotto, fognatura e depurazione

• Am bito dibacino • alcune attività possono es-

sere decentrate a livello co-m unale o diterritorio tenen-do conto delle attuali forme dicooperazione

l’attività di depurazione è con-centrata a livello provinciale, comeform a di gestione unitaria di

tuttiiCom unie territori

Aziendao società

2. servizi trasporto pubblico locale attribuito ai Comuni Am bito dibaseAziendao società

3. servizi raccolta e smaltimento dei rifiuti • Am bito dibacino

• L’attività di term ovalorizza-

zione è concentrate a livelloprovinciale, come form a di

gestione unitaria dituttii

Com unie territori

Aziendao società

4. servizi di distribuzione energia elettrica e gas Am bito provinciale, con pos-sibilità di decentramento inam bito dibase o dibacino

Azienda

o società

Serviziin

parte già

deiComuniin

parte da trasferire

5. altre attività economiche (farmacie, macelli, teleriscaldamento, ci-miteri, partecipazioni in società di capitali)

Am bito dibaseAzienda

o società

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6. IL N U O VO EN TE

Gli enti istituzionali ai quali sono affidate le funzioni di governo, sullabase del principio di sussidiarietà ed adeguatezza, sono:

- la Provincia

- I Com unie le loro aggregazioni (nuovo ente)L’aggregazione di Com uni è configurabile secondo modelli al-ternativi, che si differenziano a seconda dell’intensità e della rile-vanza politico/istituzionale conferita dai Comuni alla forma asso-ciativa nell’ambito dello statuto.

In ogni caso la scelta del modello si ha con la elaborazione e conl’approvazione da parte di tutti i Comuni interessati dell’atto costituti-

vo e dello statuto del nuovo soggetto. Lo statuto dovrà uniformarsi alletipologie e alle caratteristiche previste dalla legge provinciale per ciascunmodello (concertata nel Consiglio delle autonomie).

6.1.PRIN CIPI

La scelta del modello istituzionale “aggregato”, ovvero della tipologia dinuovo ente, deve essere informata ai seguenti principi:

a. garanzia di partecipazione dei Com uni nell’ente

b. garanzia di rappresentanza delle m inoranze dei consigli dei Co-muni interessati.

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6.1.1. Eventuale fusione dicom uni

Rimane nella disponibilità dei Comuni la facoltà (che spetta solo edesclusivamente ad essi) di utilizzare gli strumenti giuridici previstidall’ordinamento degli enti locali in materia di fusione.

Nel caso in cui tutti i Comuni appartenenti al medesimo territorio indivi-duato secondo quanto previsto dal precedente paragrafo 5.3. ritenes-sero, nella loro piena autonomia, di procedere alla fusione, il nuovo Co-mune che dovesse nascere, acquisterebbe la totalità delle funzioni e deicompiti dei Comuni esercitati sia dai precedenti Comuni sia dall’ente fe-derativo.

Nel caso di fusione di solo alcuni Comuni appartenenti al medesimoterritorio, nei rapporti con l’ente federativo subentrerebbe il nuovo Co-mune derivante dalla fusione; infatti, in questa eventualità permarrebbeovviamente anche l’ente di tipo federativo.

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6.2. M O D ELLO ISTITU ZIO N ALE D I AG G REG AZIO N E D EICO M U N I

6.2.1. Presupposti e caratteristiche del m odello isti-tuzionale diaggregazione deicom uni

La definizione del modello di aggregazione dei comuni si fonda sui se-guenti principi, che costituiscono i capisaldi di tutto il sistema:

• il Com une, e non il nuovo ente, è ente territoriale necessarioprevisto e tutelato specificatamente dalla Costituzione

• per ogni territorio è costituito un unico ente intercomunale con ruolodi governo sulla base di un unico m odello organizzativo che preve-de però possibili diverse forme di composizione degli organi, delleloro attribuzioni, nonché dei rapporti con i Comuni che lo costituisco-no.

Da tali considerazioni prelim inari discendono le caratteristiche delmodello istituzionale di aggregazione dei Comuni, che viene individuatoin un N U O VO EN TE configurabile come ente ditipo federativo.Ciò significa che il nuovo ente non “supera” i Com uni che lo costitui-scono, ma ne limita la sovranità per espressa volontà dagli stessi di-chiarata nello statuto del medesimo ente. Da tale caratteristica fondamentale consegue inevitabilmente il principioper cui i Com uni mantengono un adeguato potere di influenza e dipartecipazione alla vita del nuovo ente e ai suoi processi decisionali.L’intensità politico-istituzionale del nuovo ente può inoltre aumen-tare qualora anche le funzioni di governo proprie dei Comuni siano tra-sferite al nuovo ente e i suoi organi siano eletti direttamente.

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PRO VIN CIA AU TO N O M A D I TREN TO

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6.2.2. La definizione del m odello di nuovo ente: icontenutidella legge provinciale

Tralasciando il riferimento alle modifiche che dovranno essere apportateallo Statuto di Autonomia e ai contenuti della legge regionale che dovràessere approvata in tempi brevi1 nell’ambito del processo di riformaistituzionale, il nuovo sistema dell’Autonomia dovrà essere definito dallalegge provinciale e dagli statuti dei nuovi enti, che dovranno essereadottati dai comuni negli stessi compresi e che andranno a costituirli nelrispetto della legge provinciale medesima (concertata in seno al Consi-glio delle autonomie).

In particolare la LEG G E PR O VIN CIALE, approvata con il metodo dellaconcertazione e adottata nel rispetto dei principi che saranno stabilitidalla legge regionale, dovrà avere i seguenti CO N TEN U TI:

� definizione dei principi generali del nuovo sistem a istituzio-

nale con riferimento al ruolo e alle funzioni della Provincia e deiComuni anche nelle loro forme di collaborazione rispettivamente so-vraprovinciale e sovracomunale (nuovo ente)

� riparto delle funzioni tra il livello provinciale e il livello locale co-me risultato di un processo concertativo

� individuazione dei principi, dei criteri e delle procedure, sem-pre secondo il metodo della concertazione, in base ai quali vengonodefiniti i territori della collaborazione istituzionale sui quali è costi-tuito il nuovo ente e gli am biti per l’esercizio delle funzioni di servi-zio

� definizione delle caratteristiche e dei criteri generalicostituti-vi e di funzionamento del nuovo ente, assicurando ampi spazi allostatuto che sarà approvato dai Comuni

� individuazione deglioggettie degliistituti che lo statuto dovràdisciplinare

� definizione delle m odalità e delle form e mediante le quali è as-sicurato il coordinam ento sistem atico tra gli atti di program -

m azione del nuovo ente e quelli dei singoli Com uni che lo

com pongono

1 Il relativo disegno di legge n. 10 è stato assegnato alla prima commissione

legislativa del Consiglio regionale il 17 maggio 2004

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� individuazione delle form e di partecipazione dei singoli Co-

m uni alle decisioni più rilevanti dell’ente e quindi dei casi in cuia ciascun Comune è riservato il potere di intervento mediante pareriobbligatori o codecisioni in determinati procedimenti amministrativie decisionali a carattere strategico, con particolare riferimento aibilanci, ai programmi a valenza pluriennale, ai regolamenti, aglistrumenti di pianificazione territoriale, nonché alle decisioni concer-nenti:

1. l’assetto dei servizi pubblici provinciali e comunali (esercitati attra-verso il potere di indirizzo del nuovo ente) a carattere economico enon, e le relative modalità gestionali e di impianto organizzativo edeconomico;

2. il livello quanti/qualitativo delle prestazioni dei servizi conferiti alnuovo ente;

3. le politiche tariffarie con specifico riferimento al livello di compar-tecipazione dei contribuenti alla spesa per il servizio pubblico, non-ché alla quota di oneri che il Comune stesso rimborsa al nuovo enteper il servizio medesimo;

4. le modalità per assicurare sia il potere diverifica da parte dei Co-muni dei risultati sia quello di im pulso verso il nuovo ente per laeliminazione degli eventuali scostamenti e gli specifici casi nei quali iComuni possono esercitare poterisostitutivi nei confronti del nuo-vo ente

� individuazione delle modalità e dei criteri per il graduale trasferi-m ento al nuovo ente delle funzioni, del personale, dei benistrumentali, dei rapporti giuridici nonché delle risorse finanziariesulla base di progressive fasi di avanzamento attuate mediante pro-grammi concertati

� in parallelo alla disciplina del trasferimento di funzioni dovrà definirele norme transitorie che provvedano all’adeguam ento del sistem a

istituzionale attuale rispetto a quello nuovo e in particolare al su-peramento delle attuali forme di cooperazione interistituzionale e deicomprensori

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6.2.3. La definizione del m odello di nuovo ente: icontenutideglistatuti

Lo statuto del nuovo ente dovrà essere deliberato da tutti i consigli co-munali dei Comuni associati secondo le fasi operative stabilite dalla leg-ge provinciale e, nell’ambito dei criteri generali costitutivi e di funziona-mento fissati dalla medesima legge provinciale, dovrà prevedere:

• gli organi e la form a di governo del nuovo ente. Ciò significanon solo individuazione degli organi, ma altresì definizione dellaloro com posizione, delle modalità di nom ina (elezione diretta oindiretta), dei poteri e dei processi decisionali (modalità di for-mazione della volontà nel caso di organi collegiali)

• le caratteristiche del m odello istituzionale (in conformità allelinee guida indicate al successivo § 6.2.4.). Lo statuto dovrà disci-plinare le caratteristiche costitutive e di funzionamento del nuovosoggetto istituzionale, definendo le forme di coinvolgimento e diintegrazione dei comuni con il nuovo ente, che consentanol’esercizio del potere di influenza e di partecipazione dei Comunialla vita del nuovo ente medesimo

• le funzioni di Com uni e Provincia conferite al nuovo ente nelrispetto della legge provinciale e delle intese da essa previste edefinite in seno al Consiglio delle autonomie. I Comuni potrannotrasferire al nuovo ente anche funzioni già proprie

• i rapporti econom ici, giuridici e finanziari tra Com uni e nuo-

vo ente, individuando anche gli specifici strum enti della coope-

razione istituzionale

• la previsione dei casi in cui al Comune è riservato il potere di in-tervento in determ inati procedim enti am m inistrativi e deci-

sionali più specifici (bilanci, programmi a valenza pluriennalecon particolare riferimento ai servizi conferiti, regolamenti, stru-menti di pianificazione territoriale) mediante pareri obbligatori opotere di codecisione di determinati provvedimenti di caratterestrategico

• ogni altro oggetto demandato dalla legge provinciale

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6.2.4. Ilm odello istituzionale delnuovo ente

Lo statuto, nel definire il m odello istituzionale del nuovo ente,

dovrà garantire il rispetto del carattere fondam entale

dell’aggregazione dei comuni quale ente di tipo federativo, che nonsupera i suoi “costituenti”, ma che ne limita la “sovranità” (rectius“ruolo istituzionale costituzionalmente tutelato”) in forma esclusiva-mente concordataria in sede costitutiva e statutaria nel rispetto dei vin-coli e delle modalità previste dalla legge provinciale. Ciò significa che ilnuovo ente non dovrà porsi quale soggetto “terzo” rispetto ai comuniche lo compongono (cfr. § 6.2.1). Come si è detto ai comuni dovrà es-sere garantito il m antenim ento di un adeguato potere di influenza

e di partecipazione alla vita del nuovo ente e ai suoi processi decisio-nali.

Tali caratteristiche si riflettono nella costruzione del modello istituzionaledi nuovo ente che si descrive di seguito e che si è sintetizzato nel quadrocomparativo.

Come base di confronto ed approfondimento si possono ipotizzare alcu-ne possibili varianti nell’am bito del m odello di nuovo ente, dellequali le prim e due (m od. A e m od. B), che si differenziano a se-conda che nell’assem blea la partecipazione di diritto dei sindaci sia(mod. B) o non sia (mod. A) prevista.U na terza variante (m od. C) prevede che i Comuni condividano unaquota maggiore di sovranità, trasferendo al nuovo ente significative fun-zioni di governo. Ne consegue quindi la previsione dell’elezione diretta diuno o più organi dell’ente.

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Il m odello istituzionale (nelle tre varianti m enzionate) dovrà

com unque prevedere organi che per m odalità di costituzione,

com posizione e com piti siano coerenti con la natura “federativa”

e non “terza” delnuovo ente.

Ciò comporta che debbano essere individuati gli strumenti attraverso iquali i Comuni esercitano la loro influenza e partecipano alla vita delnuovo ente. Conseguentemente le varianti al modello che si propongo-no, sintetizzate nell’apposita tabella, sono state costruite osservan-do le seguenti linee guida, che dovranno essere stabilite dalla leggeprovinciale:

a) deve essere sem pre previsto un processo di codecisione deiconsigli dei Com uni che fanno parte del nuovo ente sugli atti dicarattere strategico assunti dall’ente medesimo (ad es. approva-zione degli strumenti di pianificazione e dei bilanci). Per la formazio-ne delle scelte dell’ente non è necessaria l’unanimità, ma è suffi-ciente l’approvazione da parte della maggioranza dei consigli comu-nali coinvolti che a loro volta rappresentino la maggioranza della po-polazione interessata.

In tutti i modelli sintetizzati nel quadro comparativo è presente,pertanto, il livello di codecisione con i consigli dei comuni interessati;

b) deve essere sempre previsto il coinvolgim ento dei sindaci nei

processi di decisione degli atti di governo più significativi. Ciòavviene prevedendo oltre ad uno specifico organo, la “conferenza deisindaci” (mod. A), anche la partecipazione di diritto degli stessinell’organo assembleare (mod. B). In entrambe le ipotesi deve es-sere stabilita la regola della doppia ponderazione del voto, per laquale la maggioranza è data dall’espressione favorevole dei rappre-sentanti della maggioranza dei comuni e della maggioranza della po-polazione complessiva dell’ente.

Nell’ipotesi di assemblea eletta indirettamente i rappresentanti diciascun comune potrebbero essere di diritto il sindaco e il candidatosindaco non eletto più votato di ogni comune associato (mod. B);

c) la partecipazione delle m inoranze nei processi decisionali delnuovo ente dovrà essere garantita oltre che dalla codecisione sugliatti strategici da parte dei consigli comunali anche attraverso le mo-dalità di formazione dell’organo assembleare, anche quando questo ènominato indirettam ente;

d) possibilità di prevedere, in relazione all’intensità della cooperazionepolitico-istituzionale, l’elezione diretta degli organi (sia assembleache presidente).

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Il sistema elettorale dovrà prevedere strumenti idonei a garantire laterritorialità della rappresentanza e ad assicurare la rappresentan-za delle m inoranze. L’elezione degli organi (Assemblea e/o Presi-dente) del nuovo ente coincideranno di norma con il turno generaleper l’elezione degli organi dei Comuni.

Sulla base dei criteri generali sopraevidenziati si possono ipotizzare leseguenti soluzioni per quanto riguarda la composizione e le attribuzionidegli organi, nonché le modalità di formazione della volontà2:

ASSEM BLEA

1) Com posizione

a) elezione indiretta ad opera dei Comuni che costituiscono ilnuovo ente, con durata corrispondente a quella dei rispettivi con-sigli comunali, e nel numero di due rappresentanti per ciascuncomune, uno in rappresentanza della maggioranza e uno in rap-presentanza della minoranza. Ciò allo scopo di evitare assembleeeccessivamente numerose, ma soprattutto di ottenere una direttacorrelazione tra il ruolo di rappresentante unico della maggioran-za o della minoranza di un Consiglio Comunale e la responsabilitàdiretta dell’operato in seno all’organo assembleare dell’Ente fe-derato. In tal modo, infatti, si stabilisce anche la premessa ne-cessaria per un costante rapporto tra il rappresentante e l’organorappresentato, rapporto che deve essere compiutamente discipli-nato dallo Statuto dell’Ente sulla base degli specifici principi recatidalla legge provinciale.

I due rappresentanti di ciascun Comune potranno essere:

- scelti per elezione da parte dell’organo comunale competente(Consiglio) con voto limitato che consente un rappresentante perla maggioranza e uno per le minoranze (m od. A).

- di diritto il sindaco per la maggioranza e il candidato sindaco noneletto più votato (nei casi di unica lista quello che segue nellagraduatoria) (m od. B); in tal caso non si tratta di elezione indi-retta in senso proprio ma di composizione dell’Assemblea deter-minata direttamente dall’esito delle consultazioni comunali.

2 I modelli di seguito descritti sono riportati in sintesi nella tabella che chiude ilpresente paragrafo.

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Lo statuto dovrà stabilire i m odi con i quali i rappresentanti del

Com une si rapportano con il rispettivo consiglio. In ogni caso

dovrà essere previsto l’obbligo di partecipare ai consigli com u-

nali quando trattano argom enti connessi all’attività del nuovo

ente o, su invito delsindaco, anche su richiesta delle m inoranze.

b) Elezione diretta a suffragio universale, prevedendo sempredue componenti per ciascun Comune, con votazioni coincidenticon quelle dei rispettivi consigli comunali, ed assicurando la rap-presentanza delle minoranze (m od. C).

Anche in questo caso, come per i mod. A) e B), lo statuto dovrà stabilirei modi con i quali i rappresentanti del Comune si rapportano con il ri-spettivo consiglio. In ogni caso dovrà essere previsto l’obbligo di parte-cipare ai consigli comunali quando trattano argomenti connessiall’attività del nuovo ente o, su invito del sindaco, anche su richiestadelle minoranze.

2) Form azione delle decisioni

Allo scopo di assicurare il rispetto della proporzionalità tra maggio-ranza e minoranze di ciascun comune nonché della proporzionalitàcon la popolazione sempre di ciascun comune costituente il nuovoente si prevede un sistema di doppia ponderazione del voto deirappresentanti, utilizzando un coefficiente che valorizzi il rappresen-tante della maggioranza rispetto a quello della minoranza e un coef-ficiente che valorizzi i comuni di classi demografiche superiori (si ve-da l’esempio nella tabella che segue).

SISTEM A D I PO N D ERAZIO N E D EI VO TI D EI RAPPRESEN TAN TI

a. esempio di coefficiente di mag-gioranza

-rappresentante maggioranza: 1,4/1,5

-rappresentante minoranza: 1

b. esempio di coefficiente di classedemografica del comune*

*da adattare caso per caso alle caratteristi-che specifiche di ciascun ente e dei comuniche lo compongono, entro minimi e mas-simi stabiliti dalla legge. In ipotesi: i co-muni di maggiori dimensioni non possonoavere un coefficiente complessivo supe-riore a (X) volte quello dei comuni di di-mensioni inferiori

- comuni fino a1.000 abitanti: 1,0

- comuni da 1.001 a 2000 abitanti: 1,3

- comuni da 2001 a 3000 abitanti: 1, 5

- etc.

Il coefficiente totale ( c ) da applicare al voto di ciascun rappresentante si ottienemoltiplicando gli specifici coefficienti (a) e (b) a ciascuno spettante (c = a · b).

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3) Com pitidell’Assem blea

� attività di regolamentazione organizzativa e procedurale� attività di regolazione di settore� attività di programmazione (pianificazione generale e di set-

tore) e di indirizzo� definizione dei livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni

pubbliche� verifica e controllo dei risultati rispetto agli obiettivi e agli in-

dirizzi forniti� politiche tributarie e tariffarie� definizione delle politiche di spesa

CO N SIG LI CO M U N ALI

1. È prevista la loro codecisione con l’Assem blea sugli atti di mag-giore rilevanza riservati all’Assemblea medesima:

� attività di programmazione e di indirizzo di carattere generalee strategico (es. piano urbanistico), con particolare riguardoalla programmazione pluriennale

� definizione dei livelli quantitativi e qualitativi delle prestazionipubbliche

� attività di verifica e di controllo rispetto all’attività di pro-grammazione e di indirizzo, agli obiettivi e alle politiche dispesa che i consigli comunali medesimi hanno codeciso conl’Assemblea

� definizione delle politiche di spesa

2. Il procedimento di codecisione si intende positivamente concluso conl’approvazione della m aggioranza dei consigli com unali che rap-

presentino anche la m aggioranza della popolazione com ples-

siva dell’ente.

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CO N FER EN ZA D EI SIN D ACI

1. Costituisce l’organo collegiale di codecisione con l’A ssem blea

degli atti di maggior rilevanza dell’Assemblea stessa per i quali ilruolo di codecisione non è riservato ai consigli comunali.

2. Delibera con il sistem a di votazione a doppia ponderazione:una proposta è approvata qualora ottenga il voto favorevole dellamaggioranza dei sindaci (50 % più uno), purché rappresentino an-che la maggioranza della popolazione.

3. Com pitidella Conferenza deisindaci

In particolare la conferenza dei sindaci codecide con l’Assemblea:

� attività di regolamentazione organizzativa e procedurale dimaggiore rilevanza

� attività di regolazione di settore di maggiore rilevanza (ad es.la disciplina del rilascio delle licenze di commercio)

� programmazione e pianificazione generale e di settore dimaggiore rilevanza (es. piani annuali)

� verifica e controllo dei risultati rispetto agli obiettivi e agli in-dirizzi che la conferenza dei sindaci ha codeciso conl’Assemblea

� politiche tributarie e tariffarie sulla base degli indirizzi e dellapianificazione codecisi da Consigli e Assemblea

� attuazione politiche di spesa individuate da Assemblea eConsigli.

PRESID EN TE

1. Elezione indiretta nell’ambito dell’Assemblea ovvero della Confe-renza dei sindaci;

2. elezione diretta a suffragio universale coincidente con la tornataordinaria per le elezioni degli organi comunali; il Presidente elettosarà membro di diritto del Consiglio delle autonomie.

3. Com piti:organo esecutivo cui competono tutte le funzioni di rappre-sentanza dell’ente nonché quelle esecutive non riservate all’organocollegiale eventualmente previsto.

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M O D ELLO O RG AN IZZATIVO D EL N U O VO EN TE

Livello dicooperazione baseLivello dicooperazione

evolutoO R G A N I

m odello A m odello B m odello C

funzioni organo diindirizzo e di governo (vedi pag. 42, punto n. 3)

Assem bleacom posizione

espressione dei consigli comunali è costituitada due rappresentanti per ogni comune;i rappresentanti nell’assemblea votano con voto ponderato o parzialmente ponderato a se-conda della dimensione demografica del comu-ne e del ruolo di rappresentanti rispettivamentedella maggioranza o della minoranza

ll sindaco e il candidato sindaconon eletto più votato di ogni co-mune associatoi rappresentanti nell’assembleavotano con voto ponderato (vedimod. A)

eletta direttamente a suffragiouniversale coincidente con latornata ordinaria per le elezio-ni degli organi comunali

Consigli

com unalifunzioni organo dicodecisione sugli atti di governo dell’Assemblea di maggiore rilevanza (vedi pag. 42, punto n. 1)

funzioni

organo collegiale di codecisione per gli atti di indirizzo e governo riferiti agli atti di pianificazione generale e disettore e ai livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni non attribuiti alla codecisione dei Consigli comunali (ve-di pag. 43, punto n. 3)Conferenza

deisindaci

com posizionei sindaci dei Comuni facenti parte del nuovo ente, con voto paritario oppure voto ponderato o parzialmente pon-derato

funzioni organo esecutivo m onocratico, cui competono tutte le funzioni esecutive/operative non riservate all’organocollegiale (vedi pag. 43, punto n. 3)

Presidentem odalità no-

m ina

Elezione indiretta nell’ambito dell’Assembleaconferenza dei sindaci

Elezione indiretta nell’ambitodell’Assemblea

elezione diretta a suffragiouniversale coincidente con latornata ordinaria per le elezio-ni degli organi comunali

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7.L’AR EA D ELLA CO LLABO R AZIO N E

7.1. IL CO N SIG LIO D ELLE AU TO N O M IE

Il processo di concertazione istituzionale innanzi descritto pone in pienaevidenza la necessità di trovare una soluzione istituzionale alla rap-presentanza dei Com uni oggi affidata alla R U C , ma con finalità li-mitate, e alla Conferenza delle autonom ie, ma con insufficiente rile-vanza giuridica e con ruolo troppo limitato alla sola funzione di“consulenza e consultazione volontaria”.

La questione è posta del resto anche a livello costituzionale (articolo123) con la previsione del Consiglio delle autonomie locali per le Regionia Statuto ordinario, ma fondando un principio che in una lettura siste-matica delle norme transitorie della legge costituzionale n. 3 del 2001vale – a nostro avviso- anche per l’ordinamento speciale.

In ogni caso esso nasce da un’esigenza oggettiva ed insopprimibile dievoluzione del sistema dei rapporti tra Provincia e Comuni che si è an-dato instaurando quantomeno negli ultimi dieci anni, ma che appartieneanche alle precedenti legislature, e che da ultimo ha portato alla costitu-zione, accanto alla RUC già prevista dallo Statuto speciale per la finanzalocale, della Conferenza delle autonomie con funzione consultiva, sullabase di un protocollo d’intesa di “autoregolamentazione dei rapporti”,quindi su base pattizia di un reciproco riconoscimento di pari dignitàistituzionale degli enti contraenti.

Ora si tratta di fare evolvere il ruolo e la dignità istituzionale della con-certazione con la costituzione del Consiglio delle autonomie come organoprovinciale:

1) con legge provinciale (è prevista in tal senso un’apposita norma dilegge nell’ambito del disegno di legge n. 24, già approvato dallaCommissione, e inserito all’ordine del giorno del Consiglio provincialeper il mese di giugno 2004), istituendo il Consiglio delle autonomiecome organismo consultivo necessario per pareri obbligatori sia sututti i disegni di legge riguardanti le tematiche di interesse comunalee la riforma istituzionale complessiva, nonché per le intese previstedalla legge e per la concertazione su quant’altro, in particolare inmateria di finanza locale, gli si voglia attribuire;

2) con la modifica dello Statuto di autonomia, facendo evolvere a ruolodi seconda “cam era legislativa” riconoscendo il potere di iniziativalegislativa con poteri partecipativi e parzialmente anche interdittivinell’iter di formazione delle leggi riguardanti il sistema

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dell’autonomia, la finanza locale e i tributi locali.

In tal caso i Com ponenti del Consiglio delle autonom ie potranno

essere costituiti dai presidenti degli enti associativi eletti diretta-mente dal popolo e da un pari num ero di sindaci eletti dalla Con-ferenza provinciale degli stessi, assicurando la rappresentanza deiComuni per classi di dimensione demografica diversa.

La Giunta provinciale parteciperà ai lavori del Consiglio in sede di de-finizione delle intese e per le consultazioni finalizzate all’acquisizionedei pareri obbligatori nonché in generale come sede concertativa e diconfronto istituzionale.

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ROM ALLO

M ALO SC O

SPERA

SAN M ICHELE ALL'ADIGE

TASSULLO

DARE'

CARZANO

ANDALO

CALCERAN ICA AL LAG O

CANAL SAN BO VO

PER GINE VALSUG ANA

CAG NO'

FIERA DIPRIM IERO

RONCO NE

BO SENTINO

7

58

23

16

9

4

10

11

Com prensori(11)C11 -9.195C2 -9.836C7 -15.020C1 -18.567C3 -25.694C8 -35.647C6 -37.143C9 -42.955C4 -46.602C10 -81.550C5 -160.948

Com prensoricon popolazione

Servizio StatisticaP.A.T.

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3

7

2

5

1

4

126

14

15

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9

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10

Peio

Ala

Daone

Trento

Rabbi

Siror

Avio

Arco

Predazzo

M oena

Storo

Telve

Vallarsa

Vermiglio

Tuenno

Pinzolo

Cles

Folgaria

Canazei

M ori

Ragoli

CanalSan Bovo

Tesero

CastelloTesino

Dro

Grigno

Ton

Rovereto

M ezzano

Lomaso

Brentonico

Rumo

Cavalese

Stenico

Tonadico

Pozza diFassa

Spiazzo

Bresimo

Fondo

M ale'

Terlago

Imer

Levico Terme

Tonadico

Tenno

Trambileno

Concei

Fiave' Cavedine

Brez

Spiazzo

Condino

Strembo

M olveno

Roncegno

Giustino

Scurelle

Dim aro

Vezzano

Terragnolo

Ossana

Valfloriana

Bedollo

Roncone

Giovo

Pelugo

Tres

Pellizzano

Livo

Breguzzo

Varena

Pieve Tesino

M azzin

Besenello

Transacqua

Caldes

M ezzana

Borgo Valsugana

Isera

Lavarone

Coredo

Pergine Valsugana

San Lorenzo inBanale

Sover

M olina diLedro

Tiarno diSopra

Taio

VillaRendena

Panchia'

Lasino

Revo'

Vervo'

Lavis

Sfruz

Pieve Tesino

Cem bra

Riva delGarda

Castelfondo

Spormaggiore

Bondone

Ziano diFiem me

Fierozzo

Nago-Torbole

Castello-M olina diFiem me

Vigo diFassa

Bieno

Amblar

Ragoli

Baselga diPine'

Cam podenno

Segonzano

Carano

Bezzecca

M ezzocorona

Caldonazzo

Bleggio Superiore

Praso

Faedo

Caderzone

Cloz

Faver

VillaLagarina

Strigno

Cis

Coredo

Bondo

Torcegno

Soraga

Dorsino

M assim eno

Stenico

Denno

Carisolo

Civezzano

Sporminore

Pieve diBono

Volano

Bolbeno

Carisolo

Frassilongo

Calavino

Capriana

Comm ezzadura

Ospedaletto

Brione

VigoloVattaro

Drena

Grumes

Andalo

Imer

Daiano

Pieve diLedro

Soraga

Cam pitello diFassa

Cimone

Albiano

Aldeno

Telve diSopra

M ontagne

Sarnonico

Bersone

Don

Tione diTrento

Nom i

Zuclo

Vattaro

Flavon

Castelnuovo

Romeno

CinteTesino

VillaAgnedo

Valda

Luserna

Bleggio Inferiore

Palu'delFersina

Cavedago

Terres

Cavareno

Grauno

Sagron M is

Ruffre'

Pomarolo

CinteTesino

Sanzeno

Fornace

Cimego

Giustino

Ronzo-Chienis

Garniga Term e

M ezzolom bardo

BocenagoSant'OrsolaTerme

Novaledo

Pellizzano

Zambana

Lardaro

Cunevo

Tassullo

Lisignago

CastelCondino

Smarano

Vignola-Falesina

M onclassico

Baselga diPine'

Preore

Zuclo

Dambel

Terzolas

Strembo

Nanno

FaidellaPaganella

Lona-Lases

Calliano

CentaSan Nicolo'

Tassullo

Sam one

Tiarno diSotto

Tione diTrento

Calliano

Prezzo

Rovere'dellaLuna

Pellizzano

Croviana

Lardaro

Riva delGarda

RonchiValsugana

Bleggio InferioreTenna

M alosco

Cagno'

Zambana

Cimego

Ivano-Fracena

Tione diTrento

Nogaredo

Breguzzo

Lona-Lases

CinteTesino

Cavizzana

Vigo Rendena

Ronzone

Spera

Padergnone

Nave San Rocco

M assim eno

M alosco

Romallo

Ronzone

Spera

Tassullo

San M icheleall'Adige

Dare'

Carzano

Andalo

Calceranica alLago

Pergine Valsugana

CanalSan Bovo

Brentonico

Cagno'

FieradiPrimiero

RonconeBosentino

Ipotesi1 (15)

Ipotesi1 -popolazione1-185672-98363-150204-91955-256946-452287-1100618-186609-2287810-934911-3714312-3564713-4295514-7848215-4442

Servizio Statistica -PAT

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Ala

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Pinzolo

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Tesero

CastelloTesino

Dro

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Ton

Rovereto

M ezzano

Lomaso

Brentonico

Rumo

Cavalese

Stenico

Tonadico

Pozza diFassa

Spiazzo

Bresimo

Fondo

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Terlago

Imer

Levico Terme

Tonadico

Tenno

Trambileno

Concei

Fiave' Cavedine

Brez

Spiazzo

Condino

Strembo

M olveno

Roncegno

Giustino

Scurelle

Dim aro

Vezzano

Terragnolo

Ossana

Valfloriana

Bedollo

Roncone

Giovo

Pelugo

Tres

Pellizzano

Livo

Breguzzo

Varena

Pieve Tesino

M azzin

Besenello

Transacqua

Caldes

M ezzana

Borgo Valsugana

Isera

Lavarone

Coredo

Pergine Valsugana

San Lorenzo inBanale

Sover

M olina diLedro

Tiarno diSopra

Taio

VillaRendena

Panchia'

Lasino

Revo'

Vervo'

Lavis

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Pieve Tesino

Cem bra

Riva delGarda

Castelfondo

Spormaggiore

Bondone

Ziano diFiem me

Fierozzo

Nago-Torbole

Castello-M olina diFiem me

Vigo diFassa

Bieno

Amblar

Ragoli

Baselga diPine'

Cam podenno

Segonzano

Carano

Bezzecca

M ezzocorona

Caldonazzo

Bleggio Superiore

Praso

Faedo

Caderzone

Cloz

Faver

VillaLagarina

Strigno

Cis

Coredo

Bondo

Torcegno

Soraga

Dorsino

M assim eno

Stenico

Denno

Carisolo

Civezzano

Sporminore

Pieve diBono

Volano

Bolbeno

Carisolo

Frassilongo

Calavino

Capriana

Comm ezzadura

Ospedaletto

Brione

VigoloVattaro

Drena

Grumes

Andalo

Imer

Daiano

Pieve diLedro

Soraga

Cam pitello diFassa

Cimone

Albiano

Aldeno

Telve diSopra

M ontagne

Sarnonico

Bersone

Don

Tione diTrento

Nom i

Zuclo

Vattaro

Flavon

Castelnuovo

Romeno

CinteTesino

VillaAgnedo

Valda

Luserna

Bleggio Inferiore

Palu'delFersina

Cavedago

Terres

Cavareno

Grauno

Sagron M is

Ruffre'

Pomarolo

CinteTesino

Sanzeno

Fornace

Cimego

Giustino

Ronzo-Chienis

Garniga Term e

M ezzolom bardo

BocenagoSant'OrsolaTerme

Novaledo

Pellizzano

Zambana

Lardaro

Cunevo

Tassullo

Lisignago

CastelCondino

Smarano

Vignola-Falesina

M onclassico

Baselga diPine'

Preore

Zuclo

Dambel

Terzolas

Strembo

Nanno

FaidellaPaganella

Lona-Lases

Calliano

CentaSan Nicolo'

Tassullo

Sam one

Tiarno diSotto

Tione diTrento

Calliano

Prezzo

Rovere'dellaLuna

Pellizzano

Croviana

Lardaro

Riva delGarda

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M alosco

Cagno'

Zambana

Cimego

Ivano-Fracena

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Nogaredo

Breguzzo

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CinteTesino

Cavizzana

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Ronzone

Spera

Padergnone

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M assim eno

M alosco

Romallo

Ronzone

Spera

Tassullo

San M icheleall'Adige

Dare'

Carzano

Andalo

Calceranica alLago

Pergine Valsugana

CanalSan Bovo

Brentonico

Cagno'

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RonconeBosentino

Ipotesi2 (23)

Ipotesi2 -popolazione1-185672-98363-150204-91955-134786-122167-147638-304659-11786710-1085411-2287812-934913-2425014-1289315-1328716-920417-1315618-2280119-1503720-511721-444222-2485023-53632

Servizio Statistica -PAT

Page 56: New Attuazione delle linee guida per il progetto di riforma istituzionale · 2009. 10. 6. · delle linee guida per il progetto di riforma istituzionale 19 luglio 2004 PROVINCIAAUTONOMA

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Tuenno

Pinzolo

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Folgaria

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M ori

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CanalSan Bovo

Tesero

CastelloTesino

Dro

Grigno

Ton

Rovereto

M ezzano

Lomaso

Brentonico

Rumo

Cavalese

Stenico

Tonadico

Pozza diFassa

Spiazzo

Bresimo

Fondo

M ale'

Terlago

Imer

Levico Terme

Tonadico

Tenno

Trambileno

Concei

Fiave' Cavedine

Brez

Spiazzo

Condino

Strembo

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Giustino

Scurelle

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Terragnolo

Ossana

Valfloriana

Bedollo

Roncone

Giovo

Pelugo

Tres

Pellizzano

Livo

Breguzzo

Varena

Pieve Tesino

M azzin

Besenello

Transacqua

Caldes

M ezzana

Borgo Valsugana

Isera

Lavarone

Coredo

Pergine Valsugana

San Lorenzo inBanale

Sover

M olina diLedro

Tiarno diSopra

Taio

VillaRendena

Panchia'

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Revo'

Vervo'

Lavis

Sfruz

Pieve Tesino

Cem bra

Riva delGarda

Castelfondo

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Ziano diFiem me

Fierozzo

Nago-Torbole

Castello-M olina diFiem me

Vigo diFassa

Bieno

Amblar

Ragoli

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Segonzano

Carano

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Caldonazzo

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Faedo

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Coredo

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Torcegno

Soraga

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M assim eno

Stenico

Denno

Carisolo

Civezzano

Sporminore

Pieve diBono

Volano

Bolbeno

Carisolo

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Calavino

Capriana

Comm ezzadura

Ospedaletto

Brione

VigoloVattaro

Drena

Grumes

Andalo

Imer

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Pieve diLedro

Soraga

Cam pitello diFassa

Cimone

Albiano

Aldeno

Telve diSopra

M ontagne

Sarnonico

Bersone

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Tione diTrento

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Zuclo

Vattaro

Flavon

Castelnuovo

Romeno

CinteTesino

VillaAgnedo

Valda

Luserna

Bleggio Inferiore

Palu'delFersina

Cavedago

Terres

Cavareno

Grauno

Sagron M is

Ruffre'

Pomarolo

CinteTesino

Sanzeno

Fornace

Cimego

Giustino

Ronzo-Chienis

Garniga Term e

M ezzolom bardo

BocenagoSant'OrsolaTerme

Novaledo

Pellizzano

Zambana

Lardaro

Cunevo

Tassullo

Lisignago

CastelCondino

Smarano

Vignola-Falesina

M onclassico

Baselga diPine'

Preore

Zuclo

Dambel

Terzolas

Strembo

Nanno

FaidellaPaganella

Lona-Lases

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CentaSan Nicolo'

Tassullo

Sam one

Tiarno diSotto

Tione diTrento

Calliano

Prezzo

Rovere'dellaLuna

Pellizzano

Croviana

Lardaro

Riva delGarda

RonchiValsugana

Bleggio InferioreTenna

M alosco

Cagno'

Zambana

Cimego

Ivano-Fracena

Tione diTrento

Nogaredo

Breguzzo

Lona-Lases

CinteTesino

Cavizzana

Vigo Rendena

Ronzone

Spera

Padergnone

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M assim eno

M alosco

Romallo

Ronzone

Spera

Tassullo

San M icheleall'Adige

Dare'

Carzano

Andalo

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Ipotesi3 (23)

Ipotesi3 -popolazione1-185672-98363-150204-91955-134786-122167-147638-304659-10919410-3068411-934912-1085413-2425014-1289315-609616-843817-920418-1190919-2280120-2015421-444222-3985223-39497

Servizio Statistica -PAT