Network Scan Data - Polo Tecnologico per l'Energia...nella giunta di Confindustria! Il Trentino...

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Page 1: Network Scan Data - Polo Tecnologico per l'Energia...nella giunta di Confindustria! Il Trentino potrebbe davvero essere un laboratorio dell’efficienza energetica degli edifici pubblici
claudio.miori
Rettangolo
claudio.miori
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EDILIZIAIl buco è di 600 milioni

LA CRISI

Debiti insoluti cresciuti del 28%Pesano le avventure immobiliariNei guai tanti artigiani non pagatiIl dramma dei senza lavoro, da chi hapiù di 50 anni ai capisquadra esperti

Un cantiere fermo in Trentino. L’edilizia tradizionale è in profonda crisi ma si cercano strade nuove nelle costruzioni green e sostenibili e nei mercati dei Paesi emergenti

LA PROPOSTA L’ingegner Maurizio Fauri (Università di Trento) rilancia un progettopresentato nel 2012 e snobbato: «Con i pochi milioni dati dallaProvincia ai privati per il risparmio energetico, si potrebbe invecegarantire gli interessi e creare un mercato da 500 milioni di euro»

DOMENICO [email protected]

Parliamo di efficienzaenergetica degli edifici e,subito, l’ingegner MaurizioFauri parla di soldi. «Si tratta»dice di spostare la direzionedei soldi, di reindirizzare lafinanza». Fauri, docente diSistemi elettrici per l’energiaall’Università di Trento epresidente della società PoloTecnologico per l’Energia srl,è uno dei massimi espertinazionali nel campodell’efficienza energetica.Professor Fauri, è legittimo direche le case, gli edifici sono ilnostro petrolio?«Sì. Per spese diriscaldamento, una famigliaspende tra i 1.500 e e i 2.000euro all’anno. È una spesache si può dimezzare,recuperando risorse che orase ne vanno all’estero, inRussia o nei Paesi Arabi, peracquistare gas o petrolio».È questo che intende con«rendirizzare la finanza»?«Certo. Noi possiamo tenere isoldi in Italia in due modi.Primo, utilizzando fontienergetiche alternative,biogas, biometano,sfruttando la biomassa perprodurre calore come aFondo, Cavalese, Coredo...Ma la cosa più intelligente èridurre i consumi, fareefficienza».Però le Esco, le Energy servicecompany non funzionano e lestesse agevolazioni fiscali per ilrisparmio energetico sifermano, salvo poche eccezioni,davanti alle porte deicondomini. Il nostro «petrolio»resta quindi inutilizzato...«Il problema è finanziario,l’investimento iniziale. LeEsco non partono per diverseragioni: perché non hannogaranzie sui pagamenti,perché le case vecchie sonospesso abitate da anziani chedicono: che vantaggio ho afare un investimento per 10-15 anni?».In Habitech stanno pensando adun bando prototipo?«Troppo complicato. LaProvincia ci ha provato con laRsa di Levico: una Escoprivata fa l’intervento, vieneripagata col risparmioenergetico ottenuto, e laProvincia fa da garante. Unbando complicato. Tuttofermo».Cosa si dovrebbe dunque fareper far partire a tappeto gliinterventi di efficientamentodegli edifici, dando in questo

modo fiato al settore dellecostruzioni in crisi drammatica?«Serve un approccio culturalediverso. Se una persona hafreddo, si mette il cappotto.Lo stesso si dovrebbe farecon le case. Ma in questocaso si dice che “il ritorno èlento”, perché il cappottodella casa si paga solo in 10-15 anni. Ma perché non ci sichiede quali sono i tempi diritorno di altri interventicostosi, come la realizzazionedelle nuove gallerie diPiedicastello?».E la proposta?«Il meccanismo dell’Esco è difatto un pagamentodilazionato, ripagato con ibenefici dell’intervento. Ma,come detto, ci sono dei

problemi: chi fal’investimento inziale, comelo si lega alla gestione, lagaranzia del ritornoeconomico... Per questoripropongo l’idea dicostituire un Fondo trentinoper l’ambiente e l’efficienzaenergetica».Qual è l’idea?«Oggi la Provincia finanzia gliinterventi di efficienzaenergetica a fondo perduto.Se invece viene creato unFondo pubblico,raccogliendo capitale dallefamiglie, importi contenuti,dai mille ai 5 mila euro, conperò un interesse minimogarantito, i contributi datioggi dalla Provincia a fondoperduto potrebbero invece

pagare gli interessi delcapitale raccolto dal Fondo.Vuol dire mettere in circolo,per l’efficienza degli edifici,non 10-15 milioni, ma 500!Vuol dire creare un mercato,creare lavoro».Come funzionerebbe?Il Fondo può essere utilizzatoa favore di un Comune, senzainteressi, che pagadirettamente l’impresa, puòfinanziare direttamente ilcostruttore, o il privato cheutilizza una Esco, previavalutazione del risparmioottenuto... Serve però unaregia tra amministratoripubblici, imprese, tecnici».Perché dice «ripropongo»?«Perché lanciai l’idea tre annifa, nei parlai anche conPacher per valutare l’utilizzodi Laborfonds. Convocai unariunione ad hoc inConfindustra di cui allora eromembro di giunta...».E com’è finita?Grande risata. «Non se n’èfatto nulla e io non sono piùnella giunta di Confindustria!Il Trentino potrebbe davveroessere un laboratoriodell’efficienza energeticadegli edifici pubblici e privati:un investimento di 20-30anni, con guadagni indiretti insalute e qualità della vita. Manon lo è. Dovrebbe muoversiper primo il mondo delleimprese, che però non si èattrezzato a farlo, abituatoancora alle vacche grasseche non ci sono più».

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LE AZIENDEDELLA RETE TCI

Sono dodicile aziende trentineche partecipanoalla rete Trentino

ConstructionInternational

100

MILIONIIL FATTURATOLe 12 imprese

trentine delconsorzio Tci

nel 2014 hannofatturato 100milioni di euro

L’eventoREBUILD

«Riqualificare una casa al minuto perrilanciare l’economia» è il messaggioche sarà lanciato da «REbuild» nellaprossima convention nazionale del-la riqualificazione e gestione immo-biliare, il 25 e il 26 giugno a Riva delGarda. Lo ricorda Thomas Miorin, di-rettore di Habitech e promotore del-l’evento: «Con oltre 18 milioni di abi-tazioni che necessitano di una riqua-lificazione, l’Italia ha il secondo pa-trimonio immobiliare più vecchio delmondo, inadeguato da molti punti divista: energetico, estetico, funziona-le, ambientale e della sicurezza sismi-ca e d’uso». Nella due giorni di Rivasarà affrontato il tema delle necessa-ria industrializzazione dei processidi riqualificazione, come fatto in Olan-da dove si stanno sperimentando -ricorda Miorin - soluzioni capaci diriqualificare una casa in meno di 15giorni con un costo capace di ripa-garsi con la riduzione dei consumi».

Case: riqualificarecome in Olanda

2,4

MILIARDIDI CREDITI

I crediti bancariall’edilizia sono

pari a 2,4 miliardidi euro

in calo del 4%

3

MILIONI DI OREDI CASSA

Nel 2014 inedilizia la cifra

record di 3 milionidi ore di cassaintegrazione

L’ingegnerMaurizio Fauri(a sinistra)rilancia laproposta di unFondo (in altolo schema difunzionamento)per l’ambientee l’efficienzaenergeticadegli edificipubblicie privati

Gli ultimi sommersi: dittestoriche dalla Giordani allaSilvelox, Btd, la maggiorecoop edile. I salvati, cheanzi rilanciano: dalla n. 1Collini alla Mak alla Carron

FRANCESCO TERRERItwitter: @fterreri

I debiti non pagati dalle aziende trenti-ne dell’edilizia sono arrivati al livellorecord di 600 milioni di euro, il 28% inpiù dell’anno precedente. Ormai è insofferenza un quarto di tutti i creditibancari al comparto delle costruzioni.Sono nei guai 422 imprese edili: nell’ul-timo anno le aziende in sofferenza neipagamenti sono aumentate di 52 uni-tà, pari ad un incremento del 14%. Lacrisi e lo stillicidio di chiusure - bastipensare al bollettino di guerra delle ul-time settimane - ha prodotto in primoluogo due vittime: i lavoratori, che re-gistrano 1.800 licenziati negli ultimi an-ni e, nel solo 2014, più di 1.500 nuovicassintegrati, personale spesso quali-ficato che vive, se va bene, con 800 eu-ro al mese. E poi l’effetto domino suifornitori artigiani, a cui non vengonopagati i lavori fatti.L’esplosione delle sofferenze.Secondo la Banca d’Italia, nel suo ulti-mo bollettino statistico, i crediti in sof-ferenza al settore edile trentino sonoarrivati a fine 2014 a 600 milioni, 133milioni in più in un anno. I prestiti to-tali al settore ammontano a 2 miliardi418 milioni e continuano a scendere (-4% nell’ultimo anno). Di conseguenzala quota delle sofferenze sui crediti faun balzo passando in un anno dal 18a quasi il 25% del totale: un quarto deiprestiti non torna indietro. Le aziendecon debiti non pagati sono aumenta-te in dodici mesi da 370 a 422, su untotale di meno di duemila.Il peso dell’immobiliare.Le aziende edili trentine sono nei guaiin primo luogo per la contrazione delmercato interno, a partire dal drasti-co calo degli appalti pubblici. Anchese poi opportunità ce ne sono ancora,dall’Expo al recentissimo (l’Adige di ie-

ri) appalto da 44 milioni per ProgettoManifattura, il nuovo complesso «gre-en» a Rovereto. E proprio sul green siaprono nuove possibilità (vedi paginaa fianco). Spesso però le aziende van-no a fondo a causa delle avventure im-mobiliari. Tra gli esempi più recenti, Giordani Costruzioni ha debiti con lebanche per 2,5 milioni ma se si consi-derano le controllate immobiliari sal-gono a 7,8 milioni, la Martinatti di Ar-co è andata in profondo rosso (quasi3 milioni) sui progetti immobiliari, BtdServizi Primiero è nei guai tra l’altroper lo stop al progetto immobiliare diTransacqua, un po’ come Iobstraibizercon il centro commerciale sull’area exVettorazzi-Beber a Levico.Gli edili senza lavoro.Gli iscritti alle liste di mobilità in edili-zia, cioè i licenziati degli ultimi anni,sono circa 1.800, di cui 363 da azien-de sopra i 15 dipendenti. Contempo-raneamente è esploso il ricorso allacassa integrazione. L’anno scorso l’Inpsha autorizzato alle imprese trentinedel settore più di 3 milioni di ore di cas-sa, un record, corrispondenti a circa1.500 nuovi cassintegrati.«Emergenza sociale, la politica si svegli».Centinaia di famiglie di edili in cassaintegrazione vivono con circa 800 eu-ro mensili di indennità. Esauriti gli am-mortizzatori sociali, scattano i 18 me-

si di disoccupazione speciale edilizia,di poco superiore ai 600 euro mensili.«Tra i licenziati - sottolinea il sindaca-lista Stefano Pisetta della Filca Cisl - cir-ca 600 hanno più di cinquant’anni espesso hanno una grande manualità eprofessionalità antiche, ma pochissi-me possibilità di inserirsi di nuovo allavoro». Pisetta ricorda che fra la tren-tina di cassintegrati della Giordani Co-struzioni si contano 8 capisquadra dielevata professionalità. «Questa del-l’edilizia è un’emergenza sociale - sot-tolinea Pisetta - È bene che la politicae la Provincia se ne accorgano».Gli artigiani beffati.Dei 126 fallimenti trentini dell’annoscorso, 44 riguardano aziende dellecostruzioni. Poi c’è lo stillicidio di con-cordati preventivi, ripreso in questoscorcio di 2015. Ma la procedura con-corsuale di un’azienda medio-grandesi trascina la crisi dei suoi fornitori,soprattutto artigiani, che si ritrovanocrediti bloccati per lavori già esegui-ti. L’allarme è stato rilanciato di recen-te dal presidente di Assoartigiani Ro-berto De Laurentis a proposito della cri-si della Btd Primiero.I sommersi e i salvati.Tra i «sommersi» dalla crisi del matto-ne ci sono nomi storici dell’imprendi-toria edile trentina: solo nelle ultimesettimane sono saltate la Silvelox, la Giordani, la Btd mentre la Tassullo e la Rossaro, pur ricorrendo al concorda-to, provano ad andare avanti. Ma ci so-no anche i «salvati», che anzi spessosono in espansione, in controtenden-za col resto del settore. La numero unoresta la Collini Lavori (130 addetti), im-pegnata in grandi opere in Italia e al-l’estero, che solo ieri, capofila di unraggruppamento di ditte trentine, havinto la gara da 44 milioni per Proget-to Manifattura. Ma ci sono anche la Mak di Lavis e la trevigiana Carron, cheha messo radici in provincia.

Un fondo per far partirel’efficienza degli edifici

Il nuovo consorzio dell’Ance punta all’EritreaALL’ESTERO

In Africa la nuova frontieraLe nuove vie anticrisidell’edilizia sono leristrutturazioni green degliedifici, di cui si parla sopra, egli appalti nei Paesiemergenti, dove non sitrovano solo le grandi opere,appannaggio dei colossi delsettore, ma anche molteopportunità di lavori allaportata delle aziende trentinemedio-piccole. Su questopunta Trentino ConstructionInternational (Tci), la nuovarete di imprese promossa daAnce Trento. Tci, guidato da Giuseppe Salvaterra e StefaniaCarraro, raggruppa 12aziende con l’obiettivo diandare alla conquista deimercati esteri. Il nuovo

consorzio mette insieme Misconel, X Lam Dolomiti &Group (gruppo Paterno), Consorzio Stabile Trentino, Idrotech, Rossaro Costruzioni, Martinelli & Benoni, Costruzioni Carraro Geom.Adriano, Pedrotti Impianti, Georocce, Impresa CostruzioniBasso Sarca, Gips-ConsorzioCostruttori a Secco, MakCostruzioni. Insieme le dodiciaziende contano 515dipendenti, tra cui 89ingegneri, architetti e tecnici,e hanno ottenuto nel 2014 unfatturato di 100,3 milioni dieuro. Il consorzio haindividuato sette Paesiprioritari su cui puntare: inEuropa Romania e Serbia, nel

Maghreb l’Algeria, in MedioOriente l’Arabia Saudita, inAsia centrale l’Azerbaigian,nel Corno d’Africa Eritrea eKenya. Proprio l’Eritreadovrebbe vedere la primainiziativa, la partecipazionead un grosso appalto suimpianti di irrigazione (fotosopra). Interessanti sonoanche le prospettive inAlgeria, dove il governo havarato un maxi piano dicostruzione di alloggipopolari. Tci lavorerà conimprese locali. Di fatto, oltreche trovare lavoro per itrentini, darà una manoanche allo sviluppo locale ealla ricerca di alternativeall’emigrazione. F. Ter.

600

EURO AL MESEL’INDENNITÀL’indennità

di disoccupazionespeciale in edilizia

è di circa600 euro al mese Protesta dei lavoratori edili in Piazza Affari a Milano

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