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magazinenumero 1 - anno 2 - aprile-maggio-giugno 2017

IZZO TOGNAZZI

i nostritestimonial

CHIRURGIA plastica immortale

del tempo

L’ARTEdella famiglia

al servizio

NASCITAAttesa e

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3ARTEMISIA MAGAZINE

EDITORIALE

La sanità e l’etica, un binomio da cui non possiamo prescindere. E ladonna, la figura dolcemente forte della nostra società, un punto diriferimento per la famiglia, anche in questo numero ha un posto

d’onore. Nel momento storico in cui viviamo, sia dal punto di vistaimprenditoriale sia da quello sociale, è doveroso rivolgere una particolareattenzione alla famiglia, sia dal punto di vista della salute sia da quellopsicologico. Il focolare è speranza e serenità ma, se non curato ogni giorno,può diventare terreno fertile di paure e violenze. Per questo noi cidedichiamo alle problematiche che si annidano all’interno dei nucleifamiliari perché, inutile negarlo, a una società sana corrisponde una famigliasana e viceversa. Un nostro obiettivo è abituare chi vive in una famiglia,tradizionale o una allargata che sia, ad assumersi anche un impegno socialeoltre che personale perché i nostri figli sono il nostro futuro, la nostra luce equesto non dobbiamo mai dimenticarlo. Dato che nella società attualel’educazione è merce rara, i genitori vanno preparati a diventare educatoridi un futuro che i nostri figli dovranno affrontare. Tutte le culture che sistanno aggiungendo alla nostra vanno conosciute e capite. Molti Paesi delMediterraneo hanno una cultura antica, imbevuta di cristianità e tradizioniche ci impediscono a volte di accettare altri usi e costumi mantenendo peròsempre saldi i nostri. Il messaggio che va lanciato alle famiglie è dipreparazione e di coraggio. La salute è un elemento fondamentale permantenere il benessere familiare. Curare i nostri familiari, saper affrontaremalattie che a volte possono essere devastanti è prioritario. Come? Anchecon la prevenzione, per noi un punto fermo che perseguiamo nei nostricentri. La cultura del cosiddetto “one day” è prioritaria. Capireimmediatamente una malattia è fondamentale. Dare informazione è allabase della risoluzione di qualsiasi problema, per questo nella nostra reteesiste l’informazione medica, culturale, sui giovani. E c’è la volontà di farmedicina intrecciando sempre etica e norme deontologiche. Su questonon potremo mai scendere a patti.

famiglia infelice

Tutte le

ogni

FAMIGLIEfelici

è infelice a modo suo

si somigliano,

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3 EDITORIALEMaria Stella Giorlandino

6 SPAZIO DIETADieta acida e dieta alcalina: dubbi e verità

9 TESTIMONIALSimona Izzo “Maria Stella è la mia quarta sorella”

11 ARTE E TERAPIA L’arte al servizio della famiglia Arteterapia e benessere

13 SPAZIO BELLEZZABellezza e benessere secondo Artemisia

16 SPAZIO DONNAMonnalisa Touch

18 SPAZIO MAMMAPartorire in casa oggi si può

20 SPAZIO BIMBI Attesa e nascita cosa accade nella mente delladonna e dell’uomo

24 SPAZIO BIMBIIl racconto teatrale lettura e narrazione

27 SPAZIO BIMBIIl ritmo dell’anno e la sua risonanza nell’animadel bambino

28 NO AL BULLISMOScacchi strategie educative e prevenzione al bullismo

30 CAPIRE SE STESSILa fiaba terapeutica per risolvere problemi

33 LETTEREL’esperto risponde

4 ARTEMISIA

SOMMARIO

Periodico edito da Artemisia LabVia Velletri, 10 [email protected] Director e impaginazione:Loredana Cattabriga e Davide Lopopolo per PsychodesignStampa: Skyprint, Via Cesare Pascarella 900011 Bagni di Tivoli - Roma

20SPAZIO BIMBIAttesa e nascita la mente della donna e dell’uomo

6

magazine•

®

SPAZIO DIETADieta acida e dieta alcalina

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6 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO DIETA

Da qualche anno su numerose ri-viste e libri si legge della “dietaalcalina o alcalinizzante” comerimedio per combattere le ma-

lattie, tra cui il cancro, per dimagrire, percontrastare il diabete, per la longevità… in-somma, una panacea per tutti i mali. Ma è realmentecosì? Facciamo chiarezza, partendo dalla chimica, labiochimica e la fisiopatologia.la determinazione dell'acidità o della basicità di unalimento avviene dall'analisi delle ceneri residue rimastea seguito della sua combustione. Tali ceneri sono co-stituite in prevalenza da minerali acidi o da mineralibasici e in base a ciò determinano la caratteristica asso-ciata all'alimento in questione per quanto riguarda ilpH, motivo per cui possiamo erroneamente definireacido il limone (per la sua caratteristica acidità), le cuiceneri sono però basiche e quindi classificano questoagrume come alcalino.i cibi alcalini sono quindi quelli i cui residui non me-tabolizzati dall'organismo hanno un pH basico, comela frutta e tutti i vegetali.

• Sono alimenti alcalinizzanti: alghe, agrumi, anguria, asparago, ananas, broccolo, ca-

volo, cavolo verde, cachi, carote, castagne, cavolfiori,cavolini di Bruxelles, fichi secchi, funghi, indivia,

lattuga, mango, melone, melassa, miso, mora,

peperoni, prugne umeboshi, rapa, ravanelli,rucola, i semi oleosi e specialmente le man-dorle, i semi di zucca e gli anacardi, spinaci,sedano, le acque minerali alcaline.

• Sono condimenti alcalinizzanti: aglio, cannella, zenzero, peperoncino, prez-

zemolo, curry, salvia, rosmarino, semi di finocchio esemi di cumino, il sale marino.

• Sono cereali (o simil-cereali) alcalinizzanti laquinoa, il miglio e l'amaranto.Secondo i principi della dieta alcalinizzante come prin-cipale causa dell'acidità eccessiva viene indicata l'as-sunzione di alimenti dall'azione particolarmente acidi-ficante. Una dieta che va verso gli alimenti ad azioneacidificante dovrebbe condurre all'insorgere di malattiecardiovascolari o di patologie infiammatorie cronichee di disturbi più o meno gravi, a partire dal comuneraffreddore fino al cancro.nel nostro organismo la ricerca verso un equilibrioacido/base (leggi: alcalino) è costante. Se tale equilibrioviene perduto e se l'ambiente in cui vivono le nostrecellule diventa molto acido, avremo un’alterazione delph del nucleo e si verranno a creare i presupposti perle malattie da degenerazione cellulare. nel nostro corpo la formazione di prodotti della de-gradazione porta alla formazione continua e obbligatadi ammoniaca ed acidi urici, ma questi scarti metabolici

Dieta alcalina come rimedio infallibile per combattere il cancro, il diabete e per vivere di più. Facciamo chiarezza.

di Prof. rolando alessio Bolognino Biologo nutrizionista - Professore a c. Master in scienze della nutrizione e dietetica clinica Presso l'università degli studi di roMa "la saPienza"

AciDAdubbi e verità

dietaAlcAlinA:dieta e

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7ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO DIETA

sono in gran parte influenzati dalla nostra alimenta-zione.in generale, sono ritenuti acidificanti la maggioranzadei cereali: farro, grano, orzo, avena, riso, segale, maise loro derivati, compresa la pasta ed il pane. Quindi ingenerale lo zucchero, che sia semplice o complesso, èsempre acidificante. Anche alcuni legumi sono consi-derati acidificanti: ceci, fagioli bianchi e lenticchie. Tragli alimenti altamente acidificanti troviamo: la carne(pollo, maiale ma soprattutto quella di manzo), le uova,i gamberetti, il merluzzo, il salmone.Ma quindi è tutto qua? Basta scegliere i cibi si edeliminare quelli no?in realtà è più complesso... per fortuna!

Il pH altro non è che l’unità di misura con la quale sidetermina se sangue e urine sono acide o alcaline ov-vero se hanno un valore inferiore a 7 (acido), superiore(alcalino) o pari (neutro). Quando c’è acidità significache vi è un’eccessiva presenza di ioni idrogeni (pH stainfatti per “potenza dell’idrogeno”) all’interno del corpoe questo, a lungo andare, porta alla comparsa di diversidisturbi.certo, la regolazione del pH è importante, ma l’ali-mentazione non è certo l’unico modo per controllarlané obbligatoriamente il principale. Un accumulo diacidi nell'organismo può essere dovuto anche a farmaci,stress, fumo, alcool, disidratazione o ad una vita tropposedentaria. l’acidità del sangue è regolata da delicati

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SPAZIO DIETA

meccanismi di compenso che mantengono ilpH ematico entro limiti decisamente ristretti; quandociò non accade possono insorgere problematiche anchegravissime.le modificazioni che un regime dietetico può ap-portare al pH ematico per alcalinizzarlo sono deci-samente lievi e, cosa ancora più importante, di ca-rattere transitorio. Diverso è il discorso verso l’acidità,dove la scelta di cibi giusti può proteggere dall’ab-bassamento troppo drastico dei valori di ph.Se così fosse gli atlet, esposti alla produzione conti-nua di acido lattico come effetto collaterale del loroallenamento, potrebbero tranquillamente abbatteretale formazione assumendo bicarbonato di sodio.così facendo però l’unica reazione certa e documen-tata sarebbero crampi e disturbi gastrici e intestinali.inoltre sempre in ambito sportivo eccellerebbero neirisultati solo atleti tendenzialmente vegetariani/ve-gani mentre i medaglieri internazionali sono com-posti da atleti che si alimentano in maniera eteroge-nea, quindi sia onnivori che vegetariani/vegani.non si parla mai dei rischi collegati ad una dieta ec-cessivamente alcalina, che per sua natura è moltoricca di potassio: tale alimentazione è sconsigliata achi è affetto da patologie renali e per quei soggettiche assumono diuretici risparmiatori di potassio.Se alzassimo troppo il nostro ph (oltre la soglia di7.4 che è quella fisiologica) andremmo incontro al-l’alcalosi metabolica, alterazione caratterizzata davomito incoercibile, disidratazione, confusione, aste-nia e che nei casi più acuti può portare a morte (ri-schio a cui si sottopongono quegli sportivi dissen-nati che assumono alcali per lungo tempo al fine diessere più definiti e trattenere meno liquidi).Quindi vincono i cibi acidi o quelli alcalini? Vinceil buon senso!Una dieta sana deve essere varia ed equilibrata: pro-teine, carboidrati, grassi e fibra devono essere traloro ben bilanciati secondo i principi della fisiologiae non delle mode del momento. le proteine sono un costituente indispensabileper l’organismo con finalità plastiche ed ana-boliche, ma se consumate in eccessosono correlate con una maggiorereplicazione cellulare, e quindi po-

tenzialmente cancerogene. inoltre più proteinevengono introdotte con la dieta e maggiori saranno gliscarti metabolici con aumento di azotemia e uricemia.i grassi sono il costituente del fosfolipide cellulare e lamatrice del 70% di tutti gli ormoni circolanti, ma con-sumati in eccesso sono correlati con l’aumento di cole-sterolo e trigliceridi, aterosclerosi e malattie cardiova-scolari, quindi i tanto decantati semi oleosi ricchi diomega-3 ed altamente alcalinizzanti, come ad esempioi semi di zucca, non possono essere consumati libera-mente, ma vanno misurati nella quantità.Gli zuccheri sono il nutriente fondamentale del cer-vello e prendono parte a tutte le reazioni metabolichedel nostro organismo (anche il dimagrimento), maun loro consumo eccessivo è correlato con il diabete,la sindrome metabolica, iperinsulinemia, iperten-sione, l’obesità. E la frutta non fa eccezione. Moltipazienti sviluppano la malattia diabetica per un suosmodato consumo, ma questo non vuol dire che lafrutta faccia male, anzi 2-3 frutti andrebbero consu-mati giornalmente per il loro importante contenutoin vitamine e sali minerali.Perfino la fibra (verdura cruda e cotta), che po-tremmo definire il miglior amico dell’uomo nelmondo vegetale, se consumata in eccesso, puòcreare grandi problemi per salute: tendenza al ma-lassorbimento intestinale generico, eccessivo in-troito di acido fitico ed acido ossalico, molecolechelanti che legandosi ad alcuni ioni (come il ferroed il calcio) ne impediscono l'assorbimento inte-stinale, predisposizione alla disidratazione nel casoin cui l'eccesso di fibra induca diarrea osmotica.la dieta corretta va bilanciata sull’esigenza del sin-golo soggetto dopo attenta visita specialistica, pren-dendo in esame eventuali patologie concomitantie dopo accurata misurazione di massa magra, massagrassa e acqua circolante. Solo così saremo sicuridi nutrirci, cioè di mangiare quello che ci serve, sianella qualità che nella quantità.

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9ARTEMISIA MAGAZINE

TESTIMONIAL ARTEMISIA ONLUS

“L’immagine che ho di maria Stella è diun bellissimo canguro nel cui sacco cisono le persone che hanno bisogno dicure e di amore, la ammiro molto per-

ché so quanto è difficile per una donna affrontare ilmondo dell’imprenditoria”. Per Simona Izzo, maria

Un’amicizia lunga una vita quella che unisce Simona, Ricky e Maria StellaGiorlandino, presidente dell’associazione Artemisia Onlus

SImOnA“Maria Stella è la mia quarta sorella”

Izzo

Stella Giorlandino, presidente dell’associazione ArtemisiaOnlus e responsabile dei centri clinici e diagnostici Ar-temisia Lab, è la quarta sorella. Oltre a Simona, Giuppye Fiamma Izzo, c’è Stella. “Ci conosciamo fin da ragazze,amiche da sempre”. Simona Izzo insieme al maritoRicky Tognazzi è testimonial di Artemisia Onlus, asso-

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10 ARTEMISIA MAGAZINE

ciazione nata con l’obiettivo di assistere le patologiematerno fetali e proteggere le gravidanze a rischio. Oggil’associazione è la risposta concreta alla prevenzionegratuita. Fornisce anche il supporto clinico ed econo-mico ai più bisognosi di trattamenti e di cure. “Le festee le ricorrenze sono l’occasione per promuovere giornateo incontri di prevenzione gratuita: per i nonni, lemamme, i nipoti, tutta la famiglia”. maria Stella ha unaschiera di “angeli” come li chiama Simona Izzo. Ha ini-

TESTIMONIAL ARTEMISIA ONLUS

ziato spinta dalla passione e dal desiderio di aiutare glialtri. La sua battaglia è sempre stata quella di promuovereuna sanità d’eccellenza affidandosi a un’equipe sceltatra i migliori esperti dei vari settori della salute. “Io eRicky abbiamo sempre creduto in questo progetto, solouna leonessa come maria Stella poteva dar vita a un’as-sociazione così presente sul territorio, vicina alle persone,capace di mettere al centro il paziente, di ascoltare ilpiù bisognoso”. Il presidente dell’associazione ArtemisiaOnlus oltre a essere un architetto è anche un artista:“Gli arredi delle cliniche di Stella non lasciano nulla alcaso e i tocchi di classe sono espressione del suo gustoartistico. Stella è una pittrice, una donna poetica, capacedi amalgamare l’imprenditore all’artista, perfetta com-mistione tra cervello e cuore”.

Attore. Regista. David di Donatello nel 1985 comemigliore attore non protagonista per Qualcosa di biondo,David e Nastro d’argento come miglior registaesordiente per Piccoli equivoci, David come regista perUltrà e La scorta. Nel 2008 interprete de L’ultimocrodino, film che racconta il rapimento della bara diEnrico Cuccia. Nel 2012, regista ed interpreta de Il casoEnzo Tortora – Dove eravamo rimasti? Figlio del grandeattore italiano Ugo Tognazzi. "Mi ha trasmesso lapassione di fare cinema. Lui era vitale, divertente. Iosono un ascoltatore timido e malinconico. ForseGianmarco, mio fratello, in tante cose gli assomiglia dipiù". Ha diretto molti spot pubblicitari (Ferrero,Lambretta, Fiat 500 ecc.). Ha partecipato in veste digiudice al talent di Rai Uno Altrimenti ci arrabbiamo.

Ricky Tognazzi

Attrice. Doppiatrice. Sceneggiatrice. Vinse il David diDonatello come miglior regista esordiente per Maniacisentimentali nel 1994. Del 2007, Tutte le donne della miavita, la vede ancora da regista a celebrare in unflashback romantico e doloroso la bellezza delle donne.Sceneggiatrice del film: Il padre e lo straniero e dellaserie tv Il caso Tortora – Dove eravamo rimasti?,entrambi diretti dal marito Ricky Tognazzi. Figlia diRenato, insegnante di Doppiaggio e fondatore della"Pumais due". Diventa anche lei doppiatrice. Sua la vocedi Kim Basinger in Nove settimane e 1/2. Ha scrittoanche dei libri. L'ultimo: Quando l'amore non aspetta,con l'urologo Vincenzo Mirone. Sei storie che raccontanoil rapporto della coppia di oggi con l'amore e con ilsesso. I protagonisti sono uomini che si trovano a fare iconti con un amore che non ha la forza di aspettare.

Simana Izzo

“L’istinto salvifico di Stella, è questa la sua grande forza”

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11ARTEMISIA MAGAZINE

ARTE E TERAPIA

Cosa è l’Arteterapia?Si tratta di una tecnica che mettea disposizione il materiale dicreazione artistica (colori, carte

di diverse grammature, paste da modellare,ecc.) e materiali naturali (foglie, pigne, cor-tecce, ecc.) per consentire la libera creazione dei par-tecipanti e far emergere, tramite il processo artistico,le loro emozioni in modo spontaneo. Il materiale cheusiamo durante le sessioni di Arteterapia è di tipo “nonstrutturato” e consente, pertanto, di assecondare l’im-maginazione dei partecipanti anche attraverso metaforee simboli. La metafora, del resto, così come i simboli,sono un elemento essenziale del processo creativo erappresentano una componente fondamentale del lin-guaggio espressivo che appartiene a ciascuno di noi edi cui facciamo uso più o meno consapevolmente nellavita di tutti i giorni. Nelle sessioni di Arteterapia l’usodi questi elementi diventa più evidente e consapevole.

Cosa offre l’Arteterapia nell’ambito del ServizioCoesione?L’Arteterapia è una disciplina con vocazione socialeche mette a disposizione l’Arte per aiutare a mantenere

o ritrovare il benessere attraverso la praticaartistica. Nell’ambito del Servizio Coesione(ideato dall’Avv. Maria Antonietta Schet-tino) l’Arteterapia si mette a disposizionedella famiglia per supportare ogni compo-nente nel gestire al meglio le proprie po-

tenzialità di fronte alle sfide della vita quotidiana o aparticolari situazioni di disagio o problematicità.

Qual è il primo obiettivo quando si inizia unpercorso arteterapeutico? Il primo obiettivo è consentire alla persona di “co-struire” uno spazio in cui poter esprimere liberamentele proprie emozioni senza sentirsi in alcun modogiudicata. In questo spazio, con l’intermediazione el’ascolto attento dell’arteterapeuta, la creatività torneràad “abitare” e, con l’emergere delle emozioni, il pro-cesso creativo (e la terapia) avranno inizio.

È necessario avere dimestichezza con i materiali?Non è necessario essere già “artisti” o avere unaparticolare dimestichezza con i materiali per usu-fruire dei benefici dell'Arteterapia. L’esperienza cidimostra che spesso sono le persone che si defini-

“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata dalla vita di tutti i giorni” Pablo Picasso.

di dott.ssa María González-Vallinas – arte-terapeuta psicodinaMico ed artista plastico (ospedale FatebeneFratelli, roMa ed uniVersità di trento) specializzata in donne, donne in GraVidanza

e baMbini (MEMBRO EQUIPE PROGETTO COESIONE)

L’ARTEArteterapia

della famigliaebenessere

al servizio

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12 ARTEMISIA MAGAZINE

scono “meno creative” quelle che riescono a svi-luppare più facilmente un linguaggio artistico per-sonale. E la libertà nel gioco creativo che consenteai partecipanti di mettersi di fronte alle proprieemozioni e che apre la strada alla creazione artisticasenza dipendere necessariamente dalla tecnica.

A chi è destinata l’Arteterapia?Come detto, l’Arteterapia non ha un destinatario par-ticolare. Essendo un processo artistico è rivolta a tutti,adulti e bambini, che vogliono riscoprire, valorizzareo semplicemente esplorare l’utilizzo dei materiali arti-stici e naturali per dare libera voce alla loro creatività.

In che modo si lavora con i bambini?I bambini, come noto, si esprimono e comunicanomoltissimo attraverso immagini e azioni piene di si-gnificato. In questi casi, la funzione dell’Arteterapiaè quella di valorizzare, tramite i materiali adeguati ela relazione terapeutica, il potenziale artistico deibambini. A seconda dei casi, il lavoro è finalizzato a“creare” una via di sfogo e sollievo rispetto a specifi-che situazioni di stress o a “conoscere” più in pro-fondità le emozioni dei più piccoli al fine di aiutarlia rafforzare la loro personalità e aiutarli ad affrontarecon più sicurezza specifiche sfide o difficoltà.

Come si svolge il lavoro arteterapeutico con gliadulti?Per gli adulti l’utilizzo dei materiali artistici e naturalipuò essere una “riscoperta” molto utile. Nell’ambitodell’Arteterapia l’utilizzo di tali materiali può consentiredi liberare la propria creatività, di conoscersi da unanuova prospettiva (lato artistico-creativo), di identificare

le proprie potenzialità al fine di “gestire” specifici mo-menti della vita quotidiana. Nell’ambito familiare, il ricorso all’Arteterapia ed allacreazione artistica consente di avvicinarsi al proprio fi-glio/a, partner (o altro familiare) esprimendosi tramiteun “nuovo” e “diverso” linguaggio. In questo modo sipotranno affrontare insieme specifici momenti dellavita quotidiana aiutandosi a vicenda a riconoscere evalorizzare i propri sentimenti.“Attraverso l'arte, la creatività si mette in gioco e mette inconnessione la persona con il mondo, trasformando en-trambi”.

(Héctor Fiorini, psichiatra e psicoanalista argentino)

ARTE E TERAPIA

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13ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BELLEZZA

La durata della vita media è au-mentata e il nostro organismonon sembra ancora essersiadattato al fenomeno della

longevità. A 50 anni, un tempo, eravamoal tramonto della nostra esistenza. Oggisiamo chiamati a dare il meglio di noiproprio a questa età. È necessario arri-vare in forma al traguardo, superarlo ri-manendo competitivi e sicuri di noi. Artemisia si occupa della bellezza edel benessere a 360 gradi mediante unapproccio olistico e interdisciplinare. Unpool di professionisti che prima di esaminare le carte,guardano il paziente, ascoltano l’uomo o la donnache hanno di fronte, dal punto di vista umano primache clinico e terapeutico. Al centro dell’attenzionec’è il momento diagnostico anche per gli inestetismipiù banali perché il paziente possa essere consa-pevole della natura del suo problema e da persona

Un approccio olistico e interdisciplinare cheparte dall’ascolto della persona, passa attraversoun percorso terapeutico motivato e condiviso e termina con una nuova consapevolezza di sé.DI GUALTIERO TRAMONTI – SPECIALISTA CHIRURGIA PLASTICA E MARINA TROMBETTI SPECIALISTA IN DIETOLOGIA, DIETOTERAPIA E MEDICINA ESTETICA

BELLEZZABELLEZZAsecondoArtemisiae benessere

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14 ARTEMISIA MAGAZINE

coinvolta partecipare coscientemente al momento tera-peutico.“Le mie analisi sono ok ma io non mi sento in forma,pratico sport ma le mie gambe sono orribili, sono pe-rennemente a dieta ma non dimagrisco”. Sono questialcuni esempi delle problematiche che i nostri pazientici propongono. Ascoltarli nella prima fase è molto im-portante per iniziare un programma su misura che pre-vede l'inquadramento diagnostico del problema e la de-finizione di un percorso terapeutico motivato econdiviso.Il supporto degli esami di laboratorio, delle indaginitermografiche per studiare la cellulite e riportarla allasua reale consistenza di patologia del microcircolo, del-

SPAZIO BELLEZZA

l'esame impedenziometrico per arrivare a definire il me-tabolismo di base. In alcuni casi, come diabete, obesità,disturbi digestivi, anche la genetica può essere di aiuto:mediante semplici prelevi salivari, risaliamo al nocciolodel problema. Ancora, ricorrendo ai protocolli Bhrt, mediante l'uti-lizzo di ormoni bioidentici ed integratori preparati adpersonam galenicamente, affrontiamo le problematichedi menopausa e andropausa affinché l'organismo superiquei blocchi dovuti ad un orologio biologico che tendea rallentare, mentre noi siamo ancora in corsa. Di paripasso procede la correzione di inestetismi del volto,del collo mediante peelings, filler, fili in PDO sia idra-tanti che di trazione, tossina botulinica e biorivitaliz-zazione. Abbiamo messo a punto per il viso un protocollo ribat-tezzato “Lifting sine bisturi” ovvero non chirurgicobasato sul Prp (plasma arricchito di piastrine) riccodi fattori rigeneranti, radiofrequenza needling che de-termina una contrazione del collage e una neo produ-zione di fibre che rinvigorisce il rilassamento cutaneo.Se necessario il trattamento viene coadiuvato da laserfrazionato per il miglioramento della texture delle rughedel viso e da infiltrazioni con acido ialuronuco per ilmiglioramento dei volumi del viso. Radiogfrequenza, carbossiterapia e mesoterapia perinestetismi degli arti inferiori. Pratichiamo anche larimozione di macchie, depositi adiposi di lieve entitàmediante mesolipolisi, ma ricorriamo a tecniche inter-disciplinari quando necessario attraverso il supportodella chirurgia plastica. I nostri specialisti con tecnichemini-invasive possono procedere a lite-liposculture e alite-lipostrutture per il rimodellamento del corpo e peril viso a soft lifting con lipostruttura per ridonare unaspetto più rilassato e giovanile.

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e l'invecchiamento cellulareaccelera esponenzialmente.

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16 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO DONNA

L’età della menopausa varia da individuo aindividuo con una media di circa 50 annia livello mondiale. La menopausa si defi-nisce come prematura o precoce quando

si verifica prima dei 40 anni (OMS), e può esseresia spontanea che indotta. I sintomi associati sonosempre quelli della carenza estrogenica.Il temine post-menopausa si riferisce a tutto il pe-riodo che segue l'ultima mestruazione indipenden-temente dal tipo di menopausa (spontanea o in-dotta) (OMS).Le alterazioni endocrine che caratterizzano la peri-menopausa si manifestano principalmente con al-terazioni del ritmo e della quantità del flusso me-struale. Circa il 90% delle donne prima dellamenopausa sperimenta irregolarità mestruali chepossono durare dai 4 agli 8 anni.In ordine di frequenza, subito dopo le irregolaritàmestruali in perimenopausa, e al primo posto unavolta cessati i flussi, vengono i sintomi vasomotori,tipici della carenza estrogenica, (vampate, sudora-zioni notturne) e disturbi del sonno ad essi conse-guenti, definiti anche come sintomi a breve terminepoiché tendono a scomparire in prossimità dellacompleta cessazione della produzione estrogenicaovarica. Per i sintomi vasomotori si stima che nesoffrano fino all'85% della donne.La perdita della produzione di estrogeni da partedelle ovaie si associa all'insorgenza di atrofia vagi-nale. Il tratto genitale è infatti particolarmente sen-sibile al declino estrogenico e circa la metà di tuttele donne in postmenopausa lamentano i sintomi ti-

pici dell'atrofia genitale che interferiscono pesan-temente con la funzione sessuale e la qualità di vita.Mentre le vampate di calore e le sudorazioni not-turne si risolvono spontaneamente nel tempo, i sin-tomi correlati all'atrofia della vagina e del bassotratto urinario spesso peggiorano nel tempo e nellamaggior parte dei casi necessitano di un trattamentospecifico. L'atrofia vaginale si rende clinicamenteevidente 4/5 anni dopo la menopausa e le modifi-cazioni oggettive, così come i sintomi soggettivi,sono presenti nel 25/50% di tutte le donne in po-stmenopausa. Le problematiche associate non sonosempre denunciate dalle pazienti al proprio medicoe pertanto l'incidenza sopra riportata è sicuramentesottostimata.L'atrofia si verifica sia in conseguenza sia dellamenopausa naturale, sia della menopausa chirur-gica che porta alla rimozione delle ovaie, sia di trat-tamenti per alcune condizioni mediche che richie-dono la radioterapia della pelvi o la chemioterapiacon conseguente alterazione della funzione ovarica.Il declino dei livelli circolanti di estrogeniassociato alla transizione menopausale èstrettamente correlato a :

• Alterazione morfologica dell'epitelio della mucosa vaginale;

• Riduzione del flusso sanguigno e della secrezione del fluido vaginale(secchezza vaginale);

• Diminuzione dei lattobacilli vaginali e aumento del PH.L'atrofia vaginale è uno dei più importanti fattori

Attenzione e accorgimenti per la seconda giovinezza di una donna.DI STEFANIA GRANDE MEDICO CHIRURGO SPECIALISTA IN OSTETRICA E GINECOLOGIA

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17ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO DONNA

che interferiscono con la funzione sessuale, conseguiti significativi sulla qualità della vita di unadonna. E' facile intuire come la salute vaginale siadi fondamentale importanza per la salute sessuale.Gli estrogeni modulano il processo emodinamicocoinvolto nel ciclo della risposta sessuale per cui,a causa della carenza estrogenica, le donne in me-nopausa riportano secchezza vaginale e, se sonosessualmente attive, possono riferire disturbi im-portanti della sessualità come dolore durante l'attosessuale (dispareunia).Inoltre la salute del tratto urinario e' strettamentecorrelata con la sintomatologia vaginale, soprattuttoin assenza di estrogeni. Sintomi urinari come l'elevatafrequenza urinaria, soprattutto notturna (nicturia),l'urgenza urinaria, il dolore durante la minzione(di-suria), l'incontinenza e le infezioni postcoitali sonoriportati con maggior frequenza quando è presenteun certo grado di atrofia vaginale.I più diffusi trattamenti per l'atrofia vaginalesono:

• Trattamenti non- ormonali, lubrificanti e idratanti

• Preparazioni fitoestrogeniche

• Terapia ormonale sostitutiva

• Terapia estrogenica locale o transdermicaL’ultima frontiera per il trattamento dell’atrofia va-ginale è il Monnalisa touch che è tra le tecnichepiù avanzate di foto ringiovanimento vaginale,Monnalisa touch allevia i sintomi più fastidiosiassociati all’atrofia vaginale: scarsa lubrificazione,prurito vulvare e secchezza. agendo con delicatezzasu i tessuti della mucosa vaginale il laser stimola laproduzione di collagene, migliora la sensibilità dellearee trattate e ne ristabilisce la corretta irrorazione,ridona tono ai tessuti, aumenta la lubrificazione, ilMonnalisa touch effettua un vero e proprio ripri-stino funzionale della vagina. Non ci sono criteridi esclusione assoluti per il Monnaslisa Touch,l’unica vera controindicazione è la presenza di in-fezioni vaginali in atto.le sedute non sono dolorose,non richiedono anestesia durano circa 15 minuti.

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18 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO MAMMA

I l parto in casa è ultimamente stato rivalutatoin molti paesi del mondo, e anche se ledonne in Italia sono ancora una minimaparte (meno di 500 casi nello scorso anno

secondo i dati dell’Istituto Negri di Milano) in moltipaesi in Europa, e anche negli Stati uniti, moltefuture mamme scelgono questa modalità per met-tere alla luce i loro figli. In particolare negli StatiUniti il numero di gestanti che scelgono di nonandare in ospedale per far nascere il proprio figlioè in continua crescita, spesso perché le futuremamme vogliono evitare un parto indotto o un ce-sareo. In linea di massima la scelta di a casa: nelpartorire in casa nasce dal desiderio di vivere ilparto nel rispetto della natura fisiologica del-l’evento, in un contesto familiare e soprattutto de-medicalizzato. Da alcuni studi condotti da medicidall’Università di Portland che hanno analizzatocirca 80.000gravidanze, è emerso che esistonodelle differenze tra chi ha deciso di partorire inospedale e chi ha pianificato una nascita nel primocaso la mortalità alla nascita ed entro il primo meseè pari a1,8 bambini su mille, mentre quando si sce-glie la nascita a casa raddoppia a 3,9 ogni millenati. Un pericolo comunque limitato, tuttavia sal-gono anche la probabilità di convulsioni, di venti-lazione per il bimbo e di trasfusioni per la madre,mentre si riducono il ricorso ai cesarei e ai metodiper accelerare o indurre il travaglio, così come lelacerazioni. I dati quindi sono molto chiari e chi è

Partorire in casa in totale sicurezza è possibile, a patto che vi siano le condizioni necessarie.

DI SILVIA GAMBADORO

CASAPartorire da oggi si può

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19ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO MAMMA

pro- ospedale fa notare l’aumento dei rischi, mentrele associazioni che promuovono il parto fuori dallecliniche sottolineano i vantaggi per la donna e laminor medicalizzazione alla nascita.

Le condizioni per poter partorire in casa? Tra le condizioni imprescindibili per partorire incasa c’è l’assistenza, prima, durante e dopo il parto,di personale qualificato, sia esso proveniente dauna struttura pubblica che privata. Altro aspettofondamentale è che sia la futura mamma che il bam-bino presentino un quadro clinico perfetto.Infine è

molto importante che ci sia una struttura ospeda-liera raggiungibile entro trenta minuti al massimo.

I CostiIl parto in casa, laddove le pazienti abbiano le ca-ratteristiche necessarie per poterlo fare, rappresentaun risparmio anche per il Servizio sanitario na-zionale. Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, e laprovincia di Trento e Bolzano erogano un rim-borso dell’80 % delle spese sostenute dalle mammeper pagare le ostetriche, un costo che può variareda regione a regione ma che si aggira intorno aiduemila euro, comprensive di reperibilità H24 eassistenza post partum, secondo il criterio dellacontinuità assistenziale. Le Asl di Torino, Parma,Modena e Reggio Emilia forniscono assistenzapubblica gratuita alle partorienti domiciliari. Lagestante infatti, e su questo aspetto le opinioni diSin e Associazione concordano, non deve avere pa-tologie particolari. E’ fondamentale affidarsi a oste-triche specializzate e poter raggiungere in caso dinecessità.

Partorire in casa nasce dal desideriodi vivere il parto nel rispetto

della natura fisiologica dell’evento, in un contesto familiare e soprattutto

demedicalizzato.

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20 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

Nel primo articolo vi ho descritto il desi-derio di maternità e paternità e come essoabbia bisogno di consapevolezza per po-tersi trasformare in azioni e comporta-

menti e adattamenti che porteranno al concepimento.Il concepimento, tappa importante e inizio del viaggioche dopo nove mesi, se tutto procede in modo fisio-logico, porterà al grande cambiamento: la nascita diun figlio.E’ importante rendersi conto che durante i nove mesidi gravidanza hanno inizio molti cambiamenti, nonsolo fisici ma soprattutto psicologici, nella futura ma-dre ma anche nel futuro padre. I cambiamenti nellafutura madre sono sicuramente più evidenti “la panciache cresce” ed anche psicologicamente l’irritabilità,la labilità emotiva ed i momenti di ansia e di intensagioia si alternano.

Nascita di un padre Non possiamo certo continuare a pensare che per ipadri “il problema sarà dopo la nascita”. Come perla maternità e l’essere una madre, di cui ho ampia-mente scritto nel primo articolo, oggi siamo consa-pevoli che il padre e la paternità sono due concettidifferenti. Padre è quell'uomo che, insieme ad una

donna, procrea un figlio oppure quell'uomo che, fa-cendo richiesta insieme alla propria consorte, ottienedalla legge l'affido e/o l'adozione di un minore. La pa-ternità invece è un processo inter e intra-soggettivoche si costruisce prima sul rapporto che si sviluppanella mente del padre nei confronti del figlio, poinella relazione interpersonale che egli instaura con laprole. Possiamo pertanto affermare che la paternitàinizia con la gestazione della compagna, o comunquecon l'attesa del figlio; ad esempio quando non è un fi-glio naturale la paternità si costruisce a partire dalprincipio dell'iter burocratico (facendo domanda diaffido e adozione). L'uomo prossimo a diventare padrenon “vive” le modificazioni corporee legate alla gra-vidanza, tuttavia, dal momento in cui riceve la co-municazione dell'attesa del nascituro, comincia a per-cepire che il figlio “cresce” dentro di sé.

È nel solco di questa attesa che va via viacostruendosi la paternità. Il momento della nascita del figlio (o dell'incontrocon lo stesso in caso di affido e adozione) coincide, edetermina, la nascita del padre. Prima di ritornare alla futura madre e ad alcune pro-blematiche psicologiche e fisiche in gravidanza e al

Prospettive e speranze verso il grande cambiamento: la nascita di un figlio.

DI DOTT.SSA ROSSANA RIOLO, PSICHIATRA, PSICOTERAPEUTA, RESPONSABILE CSM E DELL’AMBULATORIO “MAMME SENZA DEPRESSIONE” ULSS 15 CAMPOSAMPIERO-PADOVA, PRESIDENTE ASS. KAIROS DONNA

(MEMBRO EQUIPE PROGETTO COESIONE)

NASCITAcosa accade nellamente

attesa e

donna e dell’uomodella

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21ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

momento del parto, vorrei ricordare che le ricerchescientifiche più recenti (Baldoni) hanno dimostratoche “una funzione maschile di straordinaria importanza,per lungo tempo sottovalutata e solo recentemente oggettodi ricerche, è quella di proteggere la propria compagnanei periodi di cambiamento psicofisico in cui è maggior-mente esposta a problemi emotivi, particolarmente alladepressione.”Questi momenti cruciali sono fondamentalmente due:il primo è quello relativo alla gravidanza e ai primimesi dopo il parto, il secondo coincide con l’adole-scenza e l’emancipazione dei figli. In questi due mo-menti le donne sono maggiormente esposte a difficoltàemotive e reazioni di carattere depressivo legate nonsolo ai mutamenti fisici e ormonali, ma anche ai cam-biamenti del proprio ruolo sessuale femminile didonna e di madre. La funzione del maschio, in questi

casi, è quella di aiutare la propria compagna a superarele difficoltà mantenendo la sofferenza e la problema-ticità a livelli tollerabili. Nel mio lavoro ambulatoriale con le neo coppie hopotuto riscontrare che il padre è in grado di accudireil piccolo sin dai primissimi mesi di vita, in manieracorretta ed efficiente. Conducendo colloqui clinicicon le coppie neo genitoriali ho potuto constatareche gli uomini sembrano sempre più responsabilizzatie precocemente coinvolti, trovando in loro stessi loslancio nell'esserci e nel fare. Questo atteggiamento viene accolto positivamentedalla compagna. La cultura attuale privilegia il rapporto triadico (ma-dre, padre e bambino) nella preparazione a diventarepadri, sin dai primi momenti della gravidanza dellapartner. Si realizza così un valido aiuto, non solo al-

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22 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

l'individuo ma anche alla coppia e alla futura famigliache verrà. Non solo il futuro padre si sente meglio in-tegrato nel suo ruolo, ma sviluppa e infonde senso disicurezza alla futura mamma (vedi tabella indagineEurispes-Focus 2014).

Nascita di una madre “Siete sempre stata la figlia di vostra madre e questarelazione, positiva o negativa che sia, è sempre statacentrale per la vostra identità. Quando però avete unbambino, cominciate a privilegiare la vostra identitàdi madre rispetto a quella di figlia. La vita che avetetrascorso come “figlia di” diventa il passato e inizia ilvostro futuro di madre, con tutte le sue grandiosepossibilità. A seguito di questa trasformazione, cheavviene in un lasso di tempo molto breve, è possibileavvertire un profondo senso di perdita o al contrariodi una straordinaria conquista. Questo spostamentodi identità è in gran parte responsabile del complessointreccio di emozioni che la maggioranza delle donneprovano dopo la nascita del proprio bambino e spiegacome mai si sentano al tempo tristi e felici, felici peril piccolo che è nato e tristi perciò che hanno lasciatodietro sé”.Questa citazione di Daniel N. Stern descrive mirabil-mente ciò che accade nella mente di una madre e chepuò ad esempio, spiegare certi turbamenti o disagipsicologici.È importante ricordare, tra questi, nel primo trimestrela presenza di nausee e vomito (50-70% dei casi) do-vuti ad un adattamento psicobiologico determinatodall’aumento delle gonadotropine corioniche o, in ter-mini incosci, all’ambivalenza fisiologica presente ingravidanza. Per questo disagio si può ricorrere a rimedicome lo Zenzero o Ipeca (rimedio omeopatico).Il termine di IPERMESI si usa quando tale stato per-siste oltre il primo trimestre e si aggrava invece di re-cedere. L’incidenza di tale disturbo è del 0,5-1 su 1000donne in gravidanza. Nell’anamnesi personale di que-sti casi, spesso si evidenzia che la propria madre hasofferto dello stesso disturbo.L’eziologia è incerta, ma alcuni studi hanno messo inevidenza una correlazione con i disturbi del compor-tamento alimentare e la gravidanza non pianificata. Iltrattamento medico è essenzialmente quello di ripri-

stinare l’equilibrio elettrolitico e dal punto di vistapsicologico è indicato utilizzare il counseling e la ras-sicurazione. Nei casi più persistenti con presenza divomito, anche notturno e continuativo, si può ricor-rere all’uso di ansiolitici.

Tocofobia conoscerla per curarlaUn giorno in ambulatorio ha chiamato una donnaalle 31 settimana chiedendo un aiuto e una certifica-zione essendo affetta da “tocofobia”.Il termine tocofobia proviene dal greco “tokos” (na-scita) e “phobos” (paura). La tocofobia è stata classi-ficata per la prima volta nella letteratura medica nel2000 da Kristina Hofberg e Ian Brockington sul Bri-tish Journal of Psychiatry. Lo studio è partito dall’os-servazione del fatto che ci sono alcune donne chesono terrorizzate dalla nascita di un bambino fino adarrivare ad evitarla nonostante abbiano il desiderio didiventare madri. Il terrore, e non la semplice e fisio-logica paura, porta alcune donne a strategie di evita-mento importanti, come quella di decidere di nonavere figli pur di evitare il momento del parto.Questa fobia si classifica perciò in primaria e secon-daria. La primaria è la paura del parto che appareprima della gravidanza e che può iniziare nell’adole-

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23ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

scenza. La secondaria è legata ad una serie di eventiquali: una esperienza precedentemente negativa ri-spetto a una nascita traumatica, una mancanza di at-tenzione da parte dell’ostetrica o del medico, l’aversofferto di una depressione post partum o altri eventiugualmente perturbanti. Entrambe le forme di toco-fobia possono essere trattate con l’assistenza di unprofessionista esperto in tali tematiche. La mancanza di una diagnosi precoce e quindi di unapossibilità di intervento precoce spesso porta a ri-chiedere una certificazione e intervenire con un parto

cesareo. Sarebbe sufficiente diagnosticare questa fobianel primo trimestre di gravidanza per avere il tempo,in molti casi, di intervenire con lo strumento dellapsicoterapia. In base alle conoscenze accumulate èpossibile pensare a interventi di prevenzione primaria,con attenzione all’individuazione dei soggetti a rischio,e di prevenzione secondaria, con intervento precocesui sintomi. Gli interventi di prevenzione primaria dovrebberointeressare, durante la gravidanza, gli operatori oste-trici alle visite di controllo e nei corsi preparto, con laraccolta anamnestica di informazioni circa disturbipsicologici precedenti, abusi fisici e sessuali e conmessaggi puntuali alla gravida sulle procedure delparto in ospedale: una differenza troppo elevata traaspettative e reali condizioni del parto è connessacon una percezione molto negativa della situazioneda parte delle donne. E’ comunque possibile che, inalcun casi, o perché prossimi al parto o perché nono-stante la psicoterapia i traumi pregressi siano ancoraattivi, la donna necessiti di una certificazione che at-testi questo disturbo e poter così effettuare il partocesareo.Vorrei concludere questo articolo con una frase di ungrande psicoanalista e pediatra Donald W. Winnicottche durante le trasmissioni radiofoniche rivolta allemadri in cui sottolineava sempre la grande differenzaesistente tra “sapere” e “imparare” disse:

“Non lasciate che i professionisti della salute, quandovi danno consigli, vi tolgano la fiducia che avete nel

vostro naturale sapere” (D.W. Winnicott)

Quando ha iniziato a sentirsi veramente padre?

Quando ho saputo che la miacompagna era incinta

Nel corso dei mesi dellagravidanza

Quando è nato mio figlio

Quando ho iniziato a prendermicura di mio figlio

Ne ho preso coscienzagradualmente dopo la nascita, col passare del tempo

4035302520151050

Celibe Sposato/a Convivente Vedovo/a Divorziato/a

Fonte: Focus - Nostrofiglio.it - Eurispes

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Eccoci ancora con Paola Riolo,attrice ed insegnante di tea-tro, per parlare di teatro, dibambini e di giochi teatrali

da fare in famiglia. Una parte impor-tante nell’intrattenimento dei nostribambini è il racconto, sia esso inven-tato o letto. Cosa ci suggerisce in proposito?Tra le cose più emozionanti e gratificanti del me-stiere di genitore c’è la gioia di “raccontare la vita”ai nostri bimbi e vederli, attenti e curiosi, ascoltarele nostre parole. Tutti intuiamo l’importanza dellanarrazione per i bambini ed è infatti abitudine dimoltissimi mamme e papà, leggere per i loro piccoliprima della nanna, la favola della buonanotte. Soloqualche consiglio, quindi, per rendere più teatraleil vostro modo di raccontare. Ricordiamo innanzi-tutto che il racconto che nasce dalla nostra fantasia,piuttosto che quello letto da un libro, è stimolantenon solo per noi che ci cimentiamo, ma anche peri nostri piccoli perché li induce ad imitarci, inven-tando a loro volta storie e racconti. Inventare una storia dà ai bambini la possibilità disviluppare la loro fantasia, ma anche la capacità diesprimersi con scioltezza seguendo lo schema men-tale del racconto, strutturandolo e arricchendolo

Creatività, arte e famiglia si danno la mano nel Progetto Coesione dell’Associazione Artemisia Onlus.

DI PAOLA RIOLO ATTRICE E INSEGNANTE DI TEATRO (MEMBRO EQUIPE PROGETTO COESIONE)

TEATRALElettura e narrazione

il racconto

24 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

a mano a mano che da pensiero si traducein parole.

Come si può rendere più teatrale unracconto?Erroneamente si crede che per renderepiù espressivo il nostro modo di parlare

si debba enfatizzarne l’interpretazione: molti, du-rante una narrazione rivolta a bimbi, tendono adallungare le vocali, cantilenare, ecc; portando anchei bambini verso quel modo di parlare fasullo e sto-nato. Per creare l’atmosfera, per rendere espressiva lanostra lettura o i nostri racconti è sufficiente pen-sare al significato delle parole...solo questo. Se leg-giamo la parola “freddo”, basterà pensare al freddoperché la nostra voce acquisti quella piccola vi-brazione che sembrerà un brivido e trasmetterà lasensazione del freddo: avremo interpretato leg-gendo. Perché un racconto sia teatrale si deve poi darespazio non solo alla descrizione dei paesaggi odegli ambienti, ma soprattutto alla descrizionedei personaggi, sia fisica che caratteriale. Inoltre,prediligendo il discorso diretto, si potranno usarevoci diverse per i diversi personaggi, dando lorovita durante il racconto.

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25ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

Un momento importante è quando i nostribambini cominciano a leggere: come vincere laloro riluttanza e far loro amare la lettura?Il momento in cui i bimbi si avviano alla lettura èdelicato e difficile: gli amati libri, ad un tratto, di-ventano nemici...sono compiti.Leggere insieme agli adulti è sicuramente un modoefficace per aiutarli in questo passaggio; l’esperienzacondivisa, il supporto, l’amore che trasmettiamoloro, li renderanno più disponibili. Leggendo in-sieme sarà utile far notare subito ai nostri bambinila punteggiatura. La punteggiatura è una didascalianon scritta, è come un’indicazione dell’autore per iltono da dare e le giuste pause interpretative da fare.Il punto è la pausa che chiude una parte di racconto,ma è anche importante per prendere fiato, ed il re-

spiro è essenziale per il cambio di tonalità. Due vir-gole racchiudono un inciso e la nostra voce si ab-bassa per creare un “effetto tra parentesi”, oppureci indicano un elenco e possiamo accelerare la nostralettura rendendola più agile. Sono cose ovvie pernoi adulti, ma occorre tempo per scoprire i segreti

La narrazione è la premessaall’oratoria. Un bambino che racconta

e riassume la favola che ha letto,acquista quella padronanza della

lingua e capacità oratoria

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26 ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

di una lettura espressiva e, forse, facendo notarequesti piccoli trucchi ai nostri bimbi li renderemonon solo abili più in fretta, ma anche incuriositi edinteressati al fantastico mondo dei libri ed alla ca-pacità della nostra voce di renderli vivi. Leggendoun racconto sarà utile anche giocare a cambiarne ilfinale, aggiungere un personaggio, cambiare l’am-bientazione: questo darà modo al bambino di im-padronirsi di ciò che ha letto e di sentire suoi un li-bro ed una storia.

E’ importante che i nostri bambini si abituino araccontare oltre che a leggere?La narrazione è la premessa all’oratoria. Un bambinoche racconta e riassume la favola che ha letto, ac-quista quella padronanza della lingua e capacitàoratoria che gli servirà poi per ripetere, ad esempio,la lezione di storia letta sul libro. E non importa senon usa subito “parole sue”, questo è un passaggiomolto difficile, occorre tempo e maturazione; è suf-ficiente che usi le parole comprendendone a fondoil significato. Ma ricordiamo che la cosa più impor-tante è che tutto questo sia proposto sempre comeun gioco, che abbia i tempi giusti a seconda dell’etàe che non sia un’imposizione. Nessun bambino preferisce leggere se può correre!Ed è giusto e normale che sia così.Però può esseredolce e gratificante per lui, raccontare alla sua

mamma la favola della buonanotte mentre la stringeprima della ninna.

Cosa possiamo fare per stimolare la fantasia ela creatività dei nostri bambini?Lasciare loro più tempo libero. Vi sembrerà stranoil mio suggerimento, ma credo che i nostri figlisiano ormai troppo costretti, guidati, stimolati, eche questo ostacoli la libertà dei loro pensieri equindi della loro fantasia e creatività. La differenzatra noi adulti ed i bimbi è che loro non stanno maisenza fare niente...mai. Quando ci sembra che i no-stri figli siano senza fare nulla e temiamo che pos-sano annoiarsi, è perché paragoniamo il nostrooziare al loro: il tempo senza obblighi è per i bambinicomunque pieno di esperienza e di apprendimento.Se noi adulti ci sdraiamo sull’erba a fissare un albero,troviamo beneficio nel non far nulla, non pensare anulla. Se un bimbo si ferma ad osservare un alberoapprende il movimento osservando le foglie mossedal vento, impara come è fatto, quali animali pos-sono trovare in esso un rifugio, inventa storie fan-tastiche...sogna. Ed i sogni di quel bambino sono iprogetti dell’adulto che sarà. Noi insegniamo giu-stamente ai nostri figli il senso del dovere, dell’im-pegno e della responsabilità, ma non dimentichiamodi insegnare loro anche la gioia del sentirsi liberi ela felicità. del fare ciò che si ama.

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27ARTEMISIA MAGAZINE

SPAZIO BIMBI

Il ritmo dell'anno che si manifesta attraverso ilrespiro della terra e le conseguenti variazioni sta-gionali è caratterizzato dal cambiamento del rap-

porto tra luce e buio: da un massimo di luce durantel'estate alle giornate cortissime di metà dicembre.Taleritmo può essere sottolineato da un 'tavolo delle sta-gioni' il cui contenuto cambierà con il mutare esternodella natura: dai ricci in autunno ai fiori in estate.Per offrire una panoramica si passa dall'equinoziod'autunno, data in cui i semi iniziano a dormire sottoterra per risvegliarsi in primavera, a San Michele (29settembre) arcangelo con la spada che vince il drago,simbolica incarnazione del coraggio di superare ipropri limiti. L'11 novembre ricorre San Martino,data in cui è bello costruire lanterne, allegoria dellaluce protetta che splende in noi e che dovrebbe ac-crescersi all'aumentare dell'oscurità esterna. Seguepoi Santa Lucia (13 dicembre) dalla corona di can-dele simbolica portatrice di doni: in questa data dipossono costruire e decorare candele. Segue il solsti-zio d' inverno dove alla natura addormentata corri-sponde un aumento di luce interiore e di attività dafarsi all'interno di una casa (canti, decorazioni). Inquesto periodo si accendono candele che accompa-gneranno fino in primavera. Sulla corona d'avvento,costruita nella prima domenica d'avvento e decoratacon fiori secchi raccolti durante l'estate, si possonomettere 4 candele da accendere progressivamenteuna alla settimana. Fiaba tipica di questo periodo è

la pioggia di stelle. A Natale brillano molte luci sul-l'albero e nel presepe, concretizzazione della luce in-teriore nel cuore dell'inverno.A primavera la natura si risveglia e sul tavolo dellestagioni appaiono fiori e foglie e le candele non ser-vono più. La luminosità esterna raggiunge il suo mas-simo a San Giovanni (24 giugno) all'inizio dell'estate,dove il rito di saltare il fuoco rappresenta il coraggio.Alle piccole fiammelle del Natale corrisponde il fuoco.La fiaba di questo periodo è la regina delle api, conla luce d'oro contenuta nel miele. Passando attraversoil sole, i fiori, i frutti e la vita all'aperto dell'estate siritorna di nuovo a San Michele, dove l'arcangelo dalmantello dorato all'interno riporta la luce dentro laterra mentre l'interiorità animica si rischiara e ci siraccoglie in sè fino a primavera.

Le stagioni come percorso per dipingere il cuore dei bambini e illuminare le loro vite.

DI LUCILLA DE MARTINIS, PSICOLOGA E ARTETERAPEUTA STEINERIANA (MEMBRO EQUIPE PROGETTO COESIONE)

RITMOe la sua risonanza nell’anima

il

delbambino

dell’anno

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Gli scacchi sono un gioco e uno sport checoinvolge grandi e piccoli, possono esserepraticati dai 5 ai 99 anni. allenare la menteè solo uno degli aspetti più conosciuti, ci

sono molte altre implicazioni nel gioco che al mondoconta il maggior numero di appassionati. Ne abbiamoparlato con Carla Mircoli, istruttore della FederazioneScacchistica Italiana esperta di insegnamento a bam-bini e ragazzi con progetti mirati al recupero sociale eal benessere della persona con gli scacchi.

Come può un gioco secolare come gli scacchiessere un potente strumento educativo perbambini e ragazzi? Gli scacchi sono cultura, arte, gioco, sport e possonoessere praticati a ogni età, ma è proprio nei bambiniche riescono a determinare un miglioramento nellaconcentrazione, nella riflessione e nei comportamenti.indipendentemente dall’età, il gioco degli scacchi aiutaa migliorare la concentrazione, la pazienza e la per-severanza e può sviluppare il senso di creatività, l’in-tuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e de-cisionali; considerando che gli scacchi insegnanoinoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo.il gioco degli scacchi, in particolare, principe dei giochidella mente, può svolgere un ruolo estremamente pro-

Allenare la mente per educare i ragazzi all’aggregazione.DI CARLA MIRCOLI, ISTRUTTORE DELLA FEDERAZIONE SCACCHISTICA ITALIANA ESPERTA DI INSEGNAMENTO

A BAMBINI E RAGAZZI CON PROGETTI MIRATI AL RECUPERO SOCIALE E AL BENESSERE DELLA PERSONA CON GLI SCACCHI (MEMBRO EQUIPE PROGETTO COESIONE)

Scacchiprevenzione al bullismo

strategie educative e

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NO AL BULLISMO

ficuo e stimolante per lo sviluppo e l’affinamento dellecapacità di ragionamento; nella pratica del gioco si ri-scontrano numerose strategie educative frequente-mente associate alla logica e alla matematica, certa-mente caratteristiche insite negli scacchi, ma sonoimplicite anche prospettive che riguardano la sferaeducativa-comportamentale: dal rispetto delle regoleal rispetto dell'avversario, dall'assunzione di respon-sabilità per le decisioni prese durante la partita all’ac-cettazione delle sconfitte. La cultura della tolleranzae del rispetto delle regole che la sua pratica induce,può risultare molto utile anche nella prevenzione diun preoccupante fenomeno di prepotenza, come ilbullismo. Le abilità messe in campo dallo scacchista

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29ARTEMISIA MAGAZINE

NO AL BULLISMO

non sono solo tecniche; il giocatore, quando pensa lamossa e prevede quella dell'avversario, utilizza anchealcuni aspetti dell’intelligenza emotiva, come l'empatia,per riconoscere le emozioni, per gestirle e per motivarese stesso sviluppando, in modo consapevole, le proprieed altrui suggestioni. Partecipare ad eventi sportivi quali tornei o manife-stazioni di piazza aiuta a fare gruppo, a confrontarsicon gli altri, a vincere le proprie timidezze e quindi adavere un’occasione per accrescere la propria autostimae a fornire la possibilità di potersi confrontare con tuttisenza distinzione di razza, sesso, ceto sociale e abilitàfisiche. Si avviano così processi relazionali e collettiviconnessi alle attività scacchistiche che coinvolgonole istituzioni sociali ed il territorio ed arricchisconol'uso sano del tempo libero, la crescita e il benesseredella persona. il valore educativo del gioco è riconosciuto anche dallacomunità europea che ha fornito indicazioni sulla va-lenza dell'insegnamento degli scacchi a scuola e, in al-cune nazioni come la Spagna, sono stati inseriti nel-l'orario curriculare come materia di studio.

Come imparare a giocare a scacchi? Quali sono iprogetti per le scuole?Si può imparare nelle associazioni scacchistiche oppurea scuola. Nella mia decennale esperienza di istruttoree divulgatore del nobil giuoco ho sviluppato numerosiprogetti per le scuole con l'obiettivo di diffondere ilgioco e di aiutare e sostenere la crescita sana dei giovaniattraverso gli scacchi. Fin dalla scuola d'infanzia sipuò iniziare l'esplorazione della scacchiera gigantecon esercizi di giocomotricità che portano il bambinoa sperimentare con il corpo lo spazio circoscritto, siutilizza molta fantasia per raccontare e vivere in pra-tica il gioco e il movimento dei pezzi. Nella scuolaprimaria la multidisciplinarietà offerta dagli scacchiha la sua espressione più significativa nei numerosicollegamenti possibili con altre discipline dai raccontialla matematica, dal disegno alla creazione di scacchicon materiali riciclati, poi storia geografia per arrivareal pensiero astratto e al problem solving. Sono molti iprogetti per l'insegnamento degli scacchi con obiettivispecifici, si possono organizzare corsi orientati allamatematica offerta dalla scacchiera oppure laboratori

scacchistici dove l'insegnamento degli scacchi è ac-compagnato da altri giochi della mente, adattati e ri-visitati in ambito scacchistico: cruciverba dei campionidel mondo o dei pezzi degli scacchi, rebus e scaccoku:sudoku scacchistico. Dall'esperienza maturata nellaperiferia disagiata di Roma ho ideato il progetto “Scac-chi contro il bullismo - il rispetto delle regole”. Tuttii corsi hanno un leitmotiv: “pensare prima di muovere”perchè gli scacchi stimolano il pensiero e la liberaespressione, educano al piacere dell'impegno mentale,sviluppano gradualmente le capacità di analisi, valu-tazione ed organizzazione delle attività e degli interessipersonali, aiutano a calcolare le conseguenze delleproprie azioni. Si aiuta lo sviluppo mentale con l'ac-crescimento di capacità logiche e si risolvono situazioniproblematiche. La formazione del carattere viene fa-vorita e arricchita attraverso il controllo dell'impulsivitàe dell'emotività. inoltre si aiuta la formazione di unacoscienza autocritica, si stimola la fiducia in sé stessi,il senso di responsabilità e la maturazione generale. Nella gestione dei corsi il ruolo di istruttori, insegnantie genitori è molto importante, poiché solo in un si-stema di partecipazione tra famiglia, scuola e societàsi possono stabilire legami e sinergie per la sana crescitadei giovani con queste basi etiche e morali. Non acaso il motto della FIDE-Federazione Internazionaledegli Scacchi è “Gens una sumus”… siamo una solafamiglia.

È possibile dare scacco matto al bullismo?Sì, gli scacchi insegnano alle potenziali vittime a parlaree denunciare, come si fa chiamando l'arbitro per se-gnalare un'irregolarità se qualcuno è stato scorretto; alpotenziale bullo viene stimolato il rispetto delle regole,il mettersi nei panni degli altri, a capire il loro puntodi vista e le loro sensazioni. I giovani scacchisti non saranno né vittime né pre-potenti; attraverso il gioco, le regole e le attività col-legate abbiamo modo di prevenire il bullismo.La possibilità di intercettare le situazioni di disagio/dif-ficoltà dei ragazzi e di offrire un modello di esperienzapositiva, rappresenta una risorsa di sicuro valore pre-ventivo. Pensare prima di agire, valere qualcosa per sée per gli altri, sono le esperienze che si vivono inquesto sport e sono utili nella vita.

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30 ARTEMISIA MAGAZINE

CAPIRE SE STESSI

Come aiutare una persona chepresenta all’esperto una spe-cifica difficoltà? Con una me-tafora terapeutica ad esempio!

È strumento utile al professionista peraiutare un paziente in un momento dicrisi dovuta ad una situazione problema-tica, intrappolato in una dinamica disfunzionalema può essere di aiuto anche nei riguardi di uncompagno di lavoro, un familiare, un amico. Ca-piamolo con un esempio relativo ad un problemadi rispetto dei propri confini al lavoro e nel quoti-diano. Una collega lamentava l’impossibilità a sbri-gare le sue attività burocratiche di lavoro, per viadi continue ed eccessive richieste e incursioni daparte di altri lavoratori, che la interpellavano in-terrompendola, sottoponendole altre questioni la-vorative o personali, che avrebbero potuto aspettaremomenti più appropriati, sentendosi autorizzatidal suo essere psicologa e dunque persona, a parerecomune, per definizione sempre dedita all’ascolto.Lei stessa si sentiva obbligata a dare udienza nel-l’immediato, rallentando il lavoro cui si stava dedi-cando e mettendolo a rischio di errori, sia perchéera convinta, per professione, di dover ascoltare

tutti i bisognosi di aiuto e udienza, siaperché quando provava a declinare la ri-chiesta vedeva la persona ‘guardarla male’e questo la turbava. Per di più si accorgevaanche di richieste non esplicitate aperta-mente, nel momento in cui vedeva ilmodo in cui qualcuno le ‘girava intorno’

finendo per accogliere anche le richieste più re-condite. Per la frustrazione poi finiva per fare delleabbuffate non seguite da induzione del vomito. Te-nendo conto di questi elementi e avendo ancheprestato attenzione a una sua precedente espres-sione di avere ‘voglia di vomitare’, ho costruito unametafora per lei. L’intenzione era di dare vita aduna storia in cui identificare inconsciamente somi-glianze con il problema senza tuttavia trovarsi adoverlo affrontare sul piano della pura razionalitàe le connesse probabili reticenze ad accettare logi-che ipotesi risolutive proposte, per via della diffi-coltà che ognuno di noi abitualmente sperimenta ascardinare strategie e comportamenti messi in attoin modo routinario, in linea col proprio abitualemodo di ‘funzionare’. all’inizio della consulenzache mi ha chiesto per trovare sollievo ai disturbiemotivi e fisici, le chiedo il permesso di impiegare

Costruire una metafora che riesca a farci analizzare un problema da un altro punto di vista, per risolverlo.

DI DR.SSA MIRELLA MOSTARDA - NEUROLOGA (MEMBRO EQUIPE PROGETTO COESIONE)

lafiabaterapeuticaper risolvere problemi

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sto: “Sì, un po’ ci guadagna ma in verità non ha cuoredi rifiutare l’ingresso anche ad amici, parenti, personeche entrano senza biglietto, anche a solo chi insisteun po’, persino se qualcuno si affaccia lo fa entrare

31ARTEMISIA MAGAZINE

CAPIRE SE STESSI

10 minuti per raccontarle una metafora terapeutica:“Una storia pazzesca che mi è capitata e che sisvolge …”

Al circo“Qualche giorno fa sono andata a un piccolo circoche c’è nel mio quartiere, vicino alla scuola di calciodi mio figlio. Mi sono trovata in una situazione diemergenza: il proprietario del circo non si sapeva re-golare sull’afflusso delle persone e per bontà o inge-nuità lasciava entrare molte più persone di quanto lastruttura potesse ospitarne”. La collega ha ribattuto:“Ma il proprietario ci guadagna di più così, non èvero?”. Mi è sembrato che parlasse del vantaggiosecondario che ogni problema nasconde. Ho rispo-

“Si è creata una situazione di vero pericolo con il rischio chequalcuno si facesse male. Dopo unpo’ qualcuno, nonostante la scritta

‘VIETATO USCIRE’ ha forzato la porta di ingresso”

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CAPIRE SE STESSI

prima di aver ricevuto la richiesta, immaginandonel’intenzione. All’interno non solo non c’erano più postia sedere ma tutto lo spazio era occupato, si stavastretti stretti in una situazione insostenibile e moltihanno iniziato a sentirsi male. La gente ha cominciatoa spingersi anche verso l’area centrale e gli animali -le emozioni - che si esibivano hanno iniziato ad agi-tarsi. In principio solo i leoni e le tigri, per quanto se-dati”, le emozioni forti che lei è abituata a soffocare,“hanno dato segni di reattività e subito dopo persinole caprette ed i lama, abitualmente molto mansuetisono divenuti parecchio inquieti”. Lei fa una osser-vazione, specifica di non sapere che gli animali fe-roci al circo sono sedati. Tutto ciò che il riceventecomunica, durante il racconto della metafora, è si-gnificativo perché connesso a qualche aspetto cheha catturato particolarmente la sua attenzione. inquesto caso lei esprime che non sa di avere l’abitu-dine a controllare le emozioni intense specie se di

carattere considerato negativo, come la paura e larabbia. io proseguo con il racconto: “A quel punto,la folla spaventata e accalcata si è riversata pericolo-samente verso la porta d’uscita che essendo una portadi servizio, anche un po’ stretta e arrugginita, con-sentiva lentamente l’evacuazione di una sola personaalla volta”. Lascio all’immaginazione del lettore acosa corrisponda la porta di uscita! “Si è creata unasituazione di vero pericolo con il rischio che qualcunosi facesse male. Dopo un po’ qualcuno, nonostante lascritta ‘VIETATO USCIRE’ ha forzato la porta di in-gresso”, in riferimento alla volontà di liberarsi colvomito, “scoprendo che, pur non essendo adibita al-l’uscita, in caso di emergenza poteva essere usata permotivi di salvezza. Anch’io, in quel momento, sonoriuscita ad uscire con i miei figli ed il resto delle per-sone e mi sono resa conto di aver scampato un bel pe-ricolo. Ho saputo dal vicino presidente della scuola dicalcio che il responsabile del circo ha ricevuto unamulta salata e ha dovuto sostenere le spese di risana-mento dell’interno ed esterno della struttura per idanni subiti”, in riferimento ai danni fisici internied esterni che il fisico riporta per lo stress dovutoalla difficoltà di confinare appropriatamente le ri-chieste esagerate e alle abbuffate, seguite o non se-guite da vomito. infine ho concluso la storia così:“E da quel momento il responsabile del circo ha desti-nato un lavoratore a vigilare sull’ingresso delle per-sone, rimandando con ferma educazione le personein esubero a un turno o a un giorno successivo perpreservare tutti dai pericoli di cui adesso aveva fattoesperienza”. Lì per lì, naturalmente, la collega è ri-masta un po’ stupita dalla stranezza della storia manei periodi immediatamente successivi è riuscita aproteggere i suoi confini lavorativi e familiari, a ri-mandare ad altri momenti gli appuntamenti, a di-scriminare le situazioni urgenti da quelle procra-stinabili. Ha declinato con ferma autorevolezzaverbale l’invadenza di alcuni. Si è sentita semprepiù sicura, efficace. Ha vinto così il bisogno di com-pensare rabbia, tensione, frustrazione e sensi dicolpa con l’eccessiva e impetuosa assunzione dicibo, un atto dannoso sia all’interno (stomaco e or-ganismo) sia all’esterno (sovrappeso e immaginecorporea sgradevole).

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33ARTEMISIA MAGAZINE

LE VOSTRE LETTERE

VACCINAZIONIFacciamo chiarezzaA settembre sarò mamma, in questigiorni sui giornali ho letto moltosulle vaccinazioni e mi si è creataun po’ di confusione, siccome sonomolto apprensiva, è il primo bam-bino, vorrei un po’ di chiarezza.

Giulia F. Nei giorni scorsi vi è stato un incontrotra il Ministro della Salute e le Regioniper l’attuazione del nuovo pianovaccini.Le vaccinazioni vanno distinte traquelle d’obbligo e quelleraccomandate.Le vaccinazioni obbligatorie per ineonati sono: l’antidisterica, l’antiepatite B, l’antitetanica e l’antipolio,quelle consigliate, sempre per i nuovinati, sono: l’antimorbillo, l’antirosolia,l’antiparotite, l’antimeningococco C,l’antipneumococco, l’antiaemophilus Boltreché l’anti HPV. Le obbligatoriesono tali e costituiscono una sorta ditrattamento sanitario obbligatorio.Chi non ottempera oggi a taledisposizione viene sanzionatoamministrativamente in modo

ALLERGIEPrimavera, allerta per gli allergiciÈ già in arrivo la primavera nellanostra regione e, come tutti glianni scorsi, inizio ad avere con-tinua lacrimazione e naso inta-sato e qualche problema di respi-razione.

Grazia P.Credo che lei abbia unarinocongiuntivite allergica(stagionale) e qualche problemapolmonare (asma). Queste formecontraddistinguono unasensibilizzazione che si manifestaquando comincia la fioritura di alcunipollini (es. graminacee). L’asmaallergico è una condizione moltoseria e da quello che mi espone,nell’ultimo periodo, si è sovrappostaalla rinocongiuntivite. Unaconsultazione con uno specialistaallergologo può inquadrare taleforma ed eventualmenteprogrammare unadesensibilizzazione ed una terapia.Per [email protected]

Professor Giancarlo Palmieri, Primario Emerito di Medicina InternaOspedale Niguarda Ca’Granda, Milano

ESPERTOrispondel’

indiretto.Altre sanzioni che si possono applicareè la non fruizione di determinati servizipubblici: iscrizione all’asilo, a scuola, ...Voglio ricordare che le vaccinazionisono efficaci, oltre che comefenomeno personale anche comefenomeno collettivo e ne consegue cheper essere efficaci debbano coprire lapiù ampia fetta possibile dellapopolazione.Voglio ricordare anche che lavaccinazione è il metodo più efficaceper prevenire malattie infettive: ungenitore che liberamente sceglie dinon vaccinare il proprio bambinomette a repentaglio la sua salute equella della comunità, per cui chivaccina il proprio bambino dimostra unimportante atto di responsabilità versoil proprio figlio e la comunità in cui vive.La polemica che vi è stata sul fatto chele vaccinazioni potessero indurre“autismo”, è stata completamentedisinnescata, in quanto non vi è stataalcuna dimostrazione scientifica diquesta affermazione e chi si è preso lapaternità di asserire quanto detto èstato radiato dall’Ordine dei Medici delRegno Unito.

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Via Velletri, 10 - 00198 Roma - Tel. 06 [email protected] - www.associazioneartemisia.it

OTTOBRE 2016 Festa d’autunnogiornata di prevenzione gratuita dedicata ai bambinicon consulenze specialistiche e voucher per tamponefaringeo.

2 OTTOBRE 2016 Festa dei Nonnigiornate di prevenzione con visite medichegratuite per gli anziani.

12 MARZO 2017 Festa della Donnagiornata di prevenzione gratuita per prevenire il tumore al collo dell’utero con pap test

19 MARZO 2017 Festa del Papàgiornata di prevenzione delle malattie cardiovascolari con elettrocardiogramma gratuito.

7 MAGGIO 2017 Festa della Mammagiornata di prevenzione del tumore al collo dell’utero con pap test.

11 GIUGNO 2017 Festa della Primaveragiornata di prevenzione dermatologica pediatrica convisita gratuita.

PROMUOVE GIORNATE DI PREVENZIONE GRATUITE

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI "GUGLIELMO MARCONI"

FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE

MASTER UNIVERSITARIO DI I° LIVELLOAnno Accademico 2016-2017

VIOLENZA INTERPERSONALE:Strategie efficaci e modelli psicosociali integrati

per il contrasto al fenomeno delle molestie assillanti e degli atti persecutori

DIRETTORE DEL MASTER: PROF. LUIGI IAVARONE

COMITATO SCIENTIFICOProf. Tonino Cantelmi (Università Gregoriana di Roma)Prof. Fabio Massimo Gallo (Presidente Vicario Corte di Appello di RomaPresidente Sezione Lavoro Corte di Appello di Roma)Prof. Luigi Iavarone (Unimarconi, CNR - Roma)

Il Master intende sviluppare le competenze necessarie per rilevare, ridurre e gestire il fenomeno dei conflitti e dei comportamenti aggressivi in soggetti vittime di vessazioni e atti persecutori secondo un modello psicosociale integrato. In particolare, il Master fornirà un bagaglio di competenze interdisciplinari utili alla formazione professionale degli operatori impegnati nel trattamento di manifestazioni comportamentali che comprendono diversi profili psicologici e psicopatologici. A tal fine saranno incrementate le conoscenze giuridiche per poter al meglio fruire degli strumenti legislativi di contrasto alla violenza e alle vessazioni.Il presente Corso e rivolto agli operatori delle professioni che a vario titolo sono coinvolti in processi di cura, assistenza e soccorso: psicologi, psichiatri, medici di base, avvocati, operatori ambito sociale, addetti a sportelli e centri d'ascolto, rappresentanti sindacali, giornalisti, consiglieri delle pari opportunita,responsabili di risorse umane e performance e forze dell’ordine. è volto, altresì, a favorire la realizzazione di obiettivi partecipati e controllati su procedure di gestione dello stress, dell’emotivita e su competenze relazionali e comunicative per il benessere e l’equilibriopsico-fisico della persona.

IN CONVENZIONE CON:

Per informazioni: telefono 06 85856030info@associazioneartemisia.itwww.associazioneartemisia.it

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