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Evento online

1 ora Lu 25.01; Sa 30.01

Me 03.02

Relatore: Ing. Cristian Bettin

Utilità dei Test Cromogenici nelle indagini giudiziarie, in medicina legale e balistica forense

Ing. C. Bettin: Introduzione cromogenici 2021 - Ordine degli Ingegneri di Padova

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Utilità dei test cromogenici nelle indagini giudiziarie, in medicina legale e balistica forense

a cura di Ing. Cristian Bettin

2021

Ing. C. Bettin: Introduzione cromogenici 2021 - Ordine degli Ingegneri di Padova

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Cosa sono i test cromogenici (o chemiografici)

Sono test chimici che producono colore. Reazioni specifiche usate per visualizzare o verificare la presenza

di determinati composti o elementi chimici.

Per esempio utili per dimostrare la presenza di: - Piombo - Rame - Nitriti - Nitrati - Antimonio - altro…

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A chi è indirizzata questa introduzione e perché

Consulenti in ambito giudiziario (CTU, periti, PP.SS., ecc.) Guidano gli inquirenti/magistrati in questioni tecniche, eseguono

sopralluoghi, analizzano reperti. Dovrebbero conoscere e saper applicare le tecniche.

Medici legali

Sono i primi a poter analizzare una vittima. Agiscono quando le tracce disponibili sono ancora poco o affatto alterate.

Dovrebbero conoscere e saper applicare le tecniche.

Giuristi (magistrati, avvocati,..) Dovrebbero conoscere le tecniche, o almeno averne sentito parlare e capirne l’utilità per il loro mestiere.

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Perché usare i test cromogenici

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Perché usare i test cromogenici?

• Per ricavare informazioni utili a ricostruire un evento d’interesse forense.

• Nello studio della balistica terminale, forense in particolare ma anche per applicazioni industriali.

• Negli esami medico legali dei reati connessi alle armi da fuoco

in particolare, ma non limitatamente alle sole armi da fuoco.

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• Sono facili da eseguire.

• Sono rapidi (quasi tutti si concludono entro pochi minuti).

• Sono economici.

• Quasi tutte le tecniche validate e in uso da decenni possono essere utilizzate direttamente • sulla scena del crimine, • in una qualsiasi stanza/laboratorio/officina senza particolari

misure di protezione. Non serve un laboratorio specializzato.

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Perché usare i test cromogenici?

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• L’esito del test è visibile immediatamente.

• L’esito del test è grafico e facile da presentare anche ai non addetti ai lavori.

• La sensibilità dei test può essere molto elevata (dipende dal test e dalla procedura).

• I test sono validati da lungo tempo, riconosciuti a livello internazionale e ampiamente documentati nella letteratura scientifica.

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Perché usare i test cromogenici?

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The Association of Firearm and Tool Mark Examiners

USA

Indicati da: (esempi)

…e tantissimi altri paesi del mondo

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Cenni storici

Si usano dagli anni ‘20 del 1900 – Storia del Metodo di Griess

1928 Curt Goroncy, medico legale e chimico tedesco, propose l’uso di alfa-

naftilammina e acido solfanilico in una soluzione di acido acetico per rilevare i nitriti presenti nei residui della polvere da sparo. Il suo test prevedeva il prelievo di un pezzo del tessuto della vittima e l’estrazione dei residui dalla stoffa. La reazione con i nitriti formava una colorazione rossa e l’intensità del colore indicava approssimativamente la distanza di sparo. Questo metodo non visualizzava la distribuzione dei residui ed era distruttivo per il campione repertato.

1937 Joseph Walker propose un sistema basato sul metodo di Goroncy. Prendendo spunto dal test di Lunge usò i reagenti acido “C” (2-naftilmamina-4, acido 8-disolfonico) o “H” (alfa naftilammina (1-amino-naphtolo-3) e acido solfanilico). Anziché miscelare questi reagenti per estrarre i nitriti da un campione di tessuto, Walker impregnò un foglio di carta fotografica desensibilizzato (fissato) e formò un pacco di tre strati composto dal foglio desensibilizzato, dal capo di vestiario della vittima e da uno strato di garze imbevute di acido acetico. Scaldando il pacchetto con un ferro da stiro egli trasferì la reazione chimica dei nitriti sul foglio fotografico, visualizzando un alone colorato che mostrava la nube dei residui di sparo.

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Il vantaggio di questo metodo era evidente. Si otteneva una rappresentazione grafica dell’alone dei nitriti. L’immagine era fissata su un foglio fotografico e permetteva la conseguente ricostruzione in laboratorio della distanza di sparo. Inoltre il metodo non danneggiava i reperti.

Anni ‘70 del 1900. La procedura di Walker fu usata per molti anni e decadde nei primi anni ’70 del ventesimo secolo quando si scoprì che l’alfa-naftilammina è cancerogena. Cercando una soluzione meno tossica si passò al metodo di Griess, il quale usava il reagente di Marshall (una soluzione di acido solfanilico in acqua combinata in parti uguali con una soluzione di N1-naftiletilendiammina dicloridrato in alcol metilico). Verso la fine degli anni ’70 si scoprì che anche il reagente di Marshall è cancerogeno e si riprese la ricerca di un reagente atossico, specifico per l’esame cromogenico e che potesse essere integrato nella procedura in uso. La soluzione fu l’alfa-naftolo, un ingrediente atossico e leggermente antisettico. Sostituendo nel metodo di Griess il reagente di Marshall con l’alfa-naftolo nacque il metodo di Griess modificato.

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Utilità delle tecniche Campo di applicazione e cosa fanno

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Cenni sul loro utilizzo

Campo di applicazione

I test cromogenici si possono usare su: Superfici rigide:

muri, pietre, legno, metalli, lamiere, cartongesso ecc.

Indumenti, stoffe (vestiti in genere).

Esami istologici, dermatologici.

Particolato vario, p.e. granelli di povere da sparo ecc.

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Cosa fanno

Evidenziano la presenza della sostanza cercata tramite una reazione colorata.

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Cosa fanno

Alcune reazioni cromatiche sono uniche per determinati elementi (certezza assoluta che si tratta di quell’elemento).

Piombo

Reazione di conferma

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Cosa fanno

Se usati su ampie superfici possono evidenziare estensione e morfologia degli aloni. Utile per direzionalità e informazioni geometriche sulle

possibili dinamiche che hanno portato alla formazione della traccia.

Piombo

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Cosa fanno

Si usano per ricostruire la distanza di sparo.

Reperto Analisi chimica

Test di confronto

Confronto

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Cosa fanno

Sono una tecnica importante per distinguere i fori d’entrata da quelli d’uscita in medicina legale.

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Cosa fanno

Offrono informazioni morfologiche e chimiche per discriminare tra tracce d’interesse forense o d’altra origine.

Sassata o sparo?...Sparo!

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Cosa fanno

Offrono informazioni morfologiche e chimiche per discriminare tra tracce d’interesse forense o d’altra origine.

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Competenze necessarie

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Competenze necessarie

1. Capire la chimica alla base delle reazioni (come funziona).

DTO

Rame

Nichel

Cobalto

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Competenze necessarie

2. Possedere un protocollo d’esecuzione (regole per fare).

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Competenze necessarie

3. Conoscere le implicazioni giuridiche dei test (§CPP).

4. Sapere quali reagenti usare e quando usarli (cosa e quando).

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Competenze necessarie

5. Avere esperienza nell’uso delle tecniche (come farlo).

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Competenze necessarie

6. Capire come interpretare i risultati (cosa ci dicono).

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Alcune considerazioni sull’efficacia in ambito processuale dei metodi cromogenici In Italia è ancora presente l’ombra di un metodo chemiografico largamente usato tempo addietro e caduto in disuso a seguito di un parere negativo sulla sua validità in ambito processuale. Anche i lettori non avvezzi alle indagini balistico-forensi avranno sentito parlare del “guanto di paraffina”. Questo metodo consisteva nel trasferire i potenziali residui di sparo, presenti sulla mano del presunto sparatore, su di uno strato di paraffina e verificare con la reazione di Griess la presenza di nitrati e nitriti, che si ritenevano indicatori di uno sparo. L’aspetto fallace di questo metodo risiedeva nel ritenere che i nitrati fossero indubbiamente attribuibili a uno sparo, mentre essi sono presenti in moltissime sostanze di uso comune. L’errore del guanto di paraffina non risiedeva nella reazione chimica, ma nello scopo affidato a tale reazione. Il metodo si prefiggeva di identificare una persona che avesse sparato, supponendo erroneamente che il risultato del test di Griess potesse dare esito positivo solamente a seguito dell’uso di un’arma da fuoco.

Competenze necessarie

7. Sapere contestualizzare correttamente le tecniche e i risultati

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I metodi cromogenici funzionano sotto altre premesse. Anticipiamo che il metodo di Griess modificato accennato non si usa per rilevare i nitrati ma solamente i nitriti, molto più rari in natura e instabili chimicamente. Inoltre la reazione non si applica alle persone, ma agli oggetti, in particolare ai vestiti. L’interpretazione dei risultati si basa poi sulla presenza dei nitriti assieme alla morfologia dell’alone di sparo e alla certezza che sull’indumento in esame vi sia stato sparato un colpo. Certezza che deriva dal foro di proiettile sull’indumento e soventemente dal cadavere/vittima contenuto nell’indumento! E’ l’insieme della presenza di nitriti, la forma che questa nube di nitriti ha sul reperto, il fatto che l’esame mostra un’elevata concentrazione di nitriti solamente in una determinata zona, la riproducibilità del fenomeno, la presenza di altre tracce chimiche (qui non discusse) e il foro di un probabile proiettile che validano i risultati della procedura. L’esito ci dirà che è stato sparato un colpo e da quale distanza, ma non chi ha sparato! Analogamente, i metodi proposti per rilevare i metalli funzionano se inseriti in un determinato contesto e in ogni caso non dicono mai “chi” ha sparato, ma “che” è (molto probabilmente) stato esploso un colpo (e magari la distanza, la direzione, ecc.). Anche questi metodi non si usano generalmente sui viventi, ma su oggetti o cadaveri (è comunque possibile lavorare anche su viventi).

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