«Nella preghiera il cristiano impara a condividere la...

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1 «Nella preghiera il cristiano impara a condividere la stessa esperienza spirituale di Cristo e incomincia a vedere con gli occhi di Cristo. A partire da Lui, dal Figlio Unigenito del Padre, conosciamo Dio anche noi e possiamo accendere in altri il desiderio di avvicinarsi a Lui». - Lettera Enciclica Lumen Fidei - «Volete essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente?» (Papa Francesco alla GMG 2013). trasforma colui che prega, in Colui davanti al quale è inginocchiato. Anche se il cuore talvolta appare freddo e come spento, non è falsità inginocchiarsi, ammettere la pro- pria incapacità di pregare e desiderare in- tensamente Dio. Se nonostante tutte le difficoltà, l’aridità interiore e le distrazioni, cerchiamo, con sincerità, di pregare, Dio non ci rifiuterà mai la Sua grazia. Egli, in- fatti, vuole essere il centro del nostro cuore, vuole ispirarci, guidarci e far sì che nella nostra vita, tutto giunga a compi- mento. È in questo modo che tutto il nostro agire e operare, si trasforma in preghiera. Se ci avviciniamo a Dio e cerchiamo la comunione con Lui, saremo sempre più vicini anche al nostro prossimo e potremo vivere davvero gli uni per gli altri. Madre Teresa – che pregava quasi incessante- mente il Rosario – chiese a un seminarista: «Quante ore preghi ogni giorno?». Il se- minarista rispose sorpreso: «Madre, da Lei per tenere viva in noi la luce della fede e po- terla condividere con altri, abbiamo assoluto bisogno della preghiera. La preghiera è inso- stituibile. Pregare è la cosa più bella, più im- portante e più potente che un uomo riesca a fare. Adorare Dio è la prima vocazione del- l’uomo. Poiché siamo creature di Dio nate dal Suo cuore, il nostro spirito e il nostro cuore anelano a Dio, per poter ri- manere in Lui, nostro Padre e amico. Come il respiro mantiene in vita il corpo, così la preghiera riempie l’anima umana di vita divina. Senza di essa, l’uomo muore interiormente. Ma come far diventare la preghiera l’impeto genuino più spontaneo del nostro animo? Semplicemente, come fecero gli Apostoli, chiediamo supplicando: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Dobbiamo deciderci – di nuovo, ogni volta – a pregare e aprire il nostro cuore a Dio. La preghiera cambia la persona, i suoi sentimenti, il suo modo di pensare, di decidere e di agire. Pregando, l’anima entra nel mondo soprannaturale di Dio. Per questo, il mistico tedesco Angelo Silesio disse che la vera preghiera mi aspettavo un richiamo alla carità verso il prossimo, un invito ad amare di più i po- veri. Perché mi chiede quante ore prego?». Madre Teresa prese le sue mani e gli con- fidò : «Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, Dio mi mette il Suo amore nel cuore e solo così posso amare i poveri. Pregando! ». Cari amici, nessun tempo possa risultarci più caro e importante di quello trascorso in preghiera! Se siamo un’Opera di persone che pregano, non ci manche- ranno mai i mezzi finanziari ne- cessari per soddisfare le tante richieste di aiuto che ci giungono giorno dopo giorno. Chi in preghiera sprofonda dentro Dio, ba- derà a ogni bisogno del prossimo. Vi benedico con gratitudine, P. Martin M. Barta Assistente Ecclesiastico «Pregare è la cosa più bella, più importante e potente che un uomo riesca a fare». Foto: Grzegorz Galazka State saldi nella fede, siate forti (1 Cor 16,13). N. 7 - Ottobre 2013 Esce otto volte l’anno www.acs-italia.org

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«Nella preghiera il cristiano impara a condividere la stessaesperienza spirituale di Cristo e incomincia a vedere con gliocchi di Cristo. A partire da Lui,dal Figlio Unigenito del Padre,conosciamo Dio anche noi e possiamo accendere in altri il desiderio di avvicinarsi a Lui».

- Lettera Enciclica Lumen Fidei -«Volete essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente?» (Papa Francesco alla GMG 2013).

trasforma colui che prega, in Colui davantial quale è inginocchiato. Anche se il cuoretalvolta appare freddo e come spento, nonè falsità inginocchiarsi, ammettere la pro-pria incapacità di pregare e desiderare in-tensamente Dio. Se nonostante tutte ledifficoltà, l’aridità interiore e le distrazioni,cerchiamo, con sincerità, di pregare, Dionon ci rifiuterà mai la Sua grazia. Egli, in-fatti, vuole essere il centro del nostro

cuore, vuole ispirarci, guidarci e far sì chenella nostra vita, tutto giunga a compi-mento. È in questo modo che tutto il nostroagire e operare, si trasforma in preghiera.

Se ci avviciniamo a Dio e cerchiamo la comunione con Lui, saremo sempre più vicini anche al nostro prossimo e potremovivere davvero gli uni per gli altri. MadreTeresa – che pregava quasi incessante-mente il Rosario – chiese a un seminarista:«Quante ore preghi ogni giorno?». Il se-minarista rispose sorpreso: «Madre, da Lei

per tenere viva in noi la luce della fede e po-terla condividere con altri, abbiamo assolutobisogno della preghiera. La preghiera è inso-stituibile. Pregare è la cosa più bella, più im-portante e più potente che un uomo riesca afare. Adorare Dio è la prima vocazione del-l’uomo. Poiché siamo creature di Dio natedal Suo cuore, il nostro spirito e il nostrocuore anelano a Dio, per poter ri-manere in Lui, nostro Padre eamico. Come il respiro mantienein vita il corpo, così la preghierariempie l’anima umana di vitadivina. Senza di essa, l’uomomuore interiormente.

Ma come far diventare la preghiera l’impetogenuino più spontaneo del nostro animo?Semplicemente, come fecero gli Apostoli,chiediamo supplicando: «Signore, insegnacia pregare» (Lc 11,1). Dobbiamo deciderci –di nuovo, ogni volta – a pregare e aprire ilnostro cuore a Dio. La preghiera cambia lapersona, i suoi sentimenti, il suo modo dipensare, di decidere e di agire. Pregando,l’anima entra nel mondo soprannaturale diDio. Per questo, il mistico tedesco AngeloSilesio disse che la vera preghiera

mi aspettavo un richiamo alla carità versoil prossimo, un invito ad amare di più i po-veri. Perché mi chiede quante ore prego?».Madre Teresa prese le sue mani e gli con-fidò : «Figlio mio, senza Dio siamo troppopoveri per poter aiutare i poveri! Ricordati:io sono soltanto una povera donna cheprega. Pregando, Dio mi mette il Suo amorenel cuore e solo così posso amare i poveri.Pregando! ».

Cari amici, nessun tempo possarisultarci più caro e importantedi quello trascorso in preghiera!Se siamo un’Opera di personeche pregano, non ci manche-ranno mai i mezzi finanziari ne-

cessari per soddisfare le tante richieste diaiuto che ci giungono giorno dopo giorno.Chi in preghiera sprofonda dentro Dio, ba-derà a ogni bisogno del prossimo.

Vi benedico con gratitudine,

P. Martin M. BartaAssistente Ecclesiastico

«Pregare è la cosa più bella, più importante e potente che un uomo

riesca a fare».

Foto: Grzegorz Galazka

State saldi nella fede,

siate forti (1 Cor 16,13).

N. 7 - Ottobre 2013Esce otto volte l’annowww.acs-italia.org

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Intenzioni di San

te Messe

Un aiuto triplo per i sacerdotiLa Chiesa è qui per i poveri. Bene-detto XVI ha affermato che «accantoalla presenza reale di Gesù nellaChiesa, nel Sacramento, vi è un’altraseconda presenza reale di Gesù:negli umili, nei derelitti di questomondo, negli ultimi, nei quali vuoleessere da noi riconosciuto».

Questa esperienza della duplice presenzareale è particolarmente vissuta dai sacerdoti.Sono loro che effettuano la consacrazione ri-petendo – forti della loro ordinazione sacer-dotale – le parole pronunciate da Gesù. Esono sempre loro che spesso condividonocon i poveri anche le intenzioni di SanteMesse che ricevono. Nello Zambia molteparrocchie sono talmente povere, per man-canza di lavoro e diffusione dell’AIDS, danon poter sostenere finanziariamente le tra-sferte dei sacerdoti nei villaggi più lontani.L’aiuto economico che arriva dalle intenzionidi Sante Messe, fa sì che, almeno il 70%

delle comunità parrocchiali, possa celebrarela Messa una volta al mese. E quando il sa-cerdote arriva, molto spesso ha con sé le me-dicine che servono ai malati, e pure quellesono pagate con le intenzioni di SanteMesse. Nell’arcidiocesi di Lusaka, semprenello Zambia, 41 preti possono vivere viciniai loro fedeli, grazie alle vostre intenzioni diSante Messe (16.400 euro). La maggior parte dei sacerdoti sa ciò che liattende, perché anche nei seminari, la vita èpiù o meno quella. Infatti, anche per i pro-fessori le intenzioni di Sante Messe sono laparte più consistente del reddito. Per esem-pio, grazie agli 8.400 euro arrivati loro nel-l’anno corrente, i sette che insegnano nelseminario dei Ss. John Fisher e TommasoMoro vicino Harare, nello Zimbabwe, pos-sono concentrarsi sulla formazione dei futuripreti, dando così ai giovani un buon esempioper la futura vita sacerdotale. Proprio neiPaesi poveri – e non solo in Africa – i sacer-doti vivono con la costante necessità di dovertrovare un lavoro, qualcosa che assicuri loroun’entrata per vivere. Inevitabilmente, que-sto sottrae tempo alla cura delle anime.Spesso anche alla preghiera e alla celebra-zione della Messa. Il rischio è che non rie-scano più ad accorgersi neanche dei piùpoveri tra i poveri e si allontanino anche dallavocazione. Le intenzioni di Sante Messe evitano tutto questo e sono un triplo aiuto:rafforzano la vocazione sacerdotale, li so-stengono nella cura dei poveri, rinsaldano lasolidarietà tra voi e i sacerdoti della Chiesache soffre. E poi – non dimentichiamolo –consentono di portare le nostre intenzioni da-vanti al Signore. •

Tanzania: presenza reale tra gli umili e iderelitti.

Il vescovo sudanese cerca di nascon-dere le lacrime. È addolorato per comei suoi sacerdoti sono a volte costrettia vivere: soli, poveri, sotto pressione.Non è l’unico vescovo che assiste impotenteagli sforzi che per la mancanza di mezzi eco-nomici, compiono i propri sacerdoti per por-tare avanti con coscienza il servizio pastorale.È a nome di questi preti che si rivolge a noi.Hanno bisogno di momenti di silenzio, dipreghiera con i confratelli, di familiare con-fidenza. L’animo del sacerdote ha periodica-mente bisogno di ritemprarsi. Lo scambio diesperienze tra confratelli è importante anchedal punto di vista umano, perché permettonodi recuperare forze. Proprio per questo, unaltro vescovo, Melchisedec Sikuli dalla Re-pubblica Democratica del Congo, ci chiedeaiuto per organizzare un ritiro spirituale peri suoi 41 sacerdoti (6.500 euro). Per alcunidi essi – a causa dei combattimenti in corso

nella loro regione e della mancanza di stradesicure – muoversi in aereo è l’unica possibi-lità. Alcuni provengono poi da zone a mag-gioranza islamica. Un altro vescovo,Sosthène Bayemi, dal Camerun, vorrebberinnovare con giornate di studio (6.200euro), lo spirito della vocazione dei suoi sa-cerdoti, aiutandoli a ritrovare il loro primoamore. Tutto ciò è possibile. Grazie a voi! •

Repubblica Democratica del Congo: sacerdoti in ritiro spirituale.

L’epoca del primo amore

Primo amore: padre Werenfried (sulla destra)

celebra la sua prima Messa il 25 luglio 1940.

Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.

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Preghiera

Cercare consiglio per la vitaScriveva il Beato Giovanni Paolo IIche «essere uomini significa mettersialla ricerca di Dio» e che «alla fin fine,ogni ricerca umana non è altro cheuna ricerca di Dio». E come possiamotrovarlo? Secondo san Francescod’Assisi, «leggendo la Sacra Scrit-tura» perché ciò significa «rivolgersia Cristo per un consiglio».

Avete aiutato milioni di persone a cercarequesto consiglio per la vita, fin da quandoerano bambini. Nella Sacra Scrittura per i piùpiccoli (Bibbia del Fanciullo) o nel Libricinodel Santo Rosario, il riassunto del Vangelo.A partire dalla prima edizione, stampata nel2003, «Il Rosario» è stato tradotto in 14 lin-gue e pubblicato in 2,2 milioni di copie. Dal2009, la versione per i bambini – intitolata«Noi bambini preghiamo il Santo Rosario»

– è stata tradotta in otto lingue e stampata in600.000 copie. Una suora brasiliana ricono-sce alla preghiera dei bambini una forza ca-pace di unire il mondo: «Sicuramente la loropreghiera andrà a beneficio di voi tutti. Gesùposa il suo sguardo sui bambini, ma vedeanche la vostra buona azione attuata attra-verso la diffusione del libricino».I bambini cercano e trovano. Dal Messico,Angelina ci scrive: «Io non ho una mamma,ma – secondo l’insegnante di catechismo –la Vergine Maria è la mia Mamma che sta incielo. Io parlo con lei e lei mi vuole tanto

bene. La sento vicina e per questo il Rosa-rio non mi sembra troppo lungo. Le sonograta che mi abbia accettata come figlia eprego affinché la Madonna protegga tutti ibambini che non hanno una mamma». InUruguay, i bambini vanno di casa in casa einvitano i coetanei che incontrano, a pre-gare il Rosario con i genitori, specialmentecon il papà: «Alcuni ci ascoltano con gioia,altri non sono affatto interessati. Allora pro-seguiamo e bussiamo altrove. Non è un pro-blema, sentiamo fortemente l’amore dellaMadre di Dio». •

India del Nord: la devota preghiera delmattino in una scuola cattolica.

Appena arrivati: 500 libricini del Rosarioper i bambini di Manila, nelle Filippine.

«La misericordia di Gesù non è soloun sentimento. È una forza che dàvita, che risuscita l’uomo». In nessun altro caso, questa frase di PapaFrancesco è vicina alla realtà come in quellodei neonati che avrebbero dovuto essere uc-cisi. In pochi altri posti al mondo, è facileche accada come a Città del Messico. Maqui c’è anche la forza che dà la vita in ben51 Centri, fissi e mobili, di assistenza allefuture mamme. Nei 24 anni trascorsi dallafondazione del primo, questi Centri hannosalvato quasi 200.000 bambini. Nel frat-tempo, ne sono stati aperti di simili in 15Paesi dell’America Latina. In ciascuno di

essi, campeggia la frase «il motivo per cuiesiste questo Centro è Cristo». Infatti, tuttii collaboratori sono consapevoli che senzala preghiera, nulla va… Cristo è fonte di mi-sericordia. Per questo, collegata ai Centri, aCittà del Messico saranno conclusi i lavoriper una cappella per l’Adorazione del San-tissimo. Ogni giorno, vi verrà celebrata laSanta Messa e si potrà adorare il Santis-simo, 24 ore su 24. Si pregherà invocandola misericordia per le madri che aborti-scono, per l’anima dei bambini morti e perquella di chi permette l’aborto, sia concre-tamente che con le sue scelte in politica.Preghiere saranno elevate anche per porre

fine al dramma dell’aborto in tutto il mondoe anche per tutti coloro che hanno reso pos-sibile la realizzazione di questa cappella eper le loro famiglie. Abbiamo promesso perquesto progetto 11.500 euro. •

Uno dei 200.000: una mamma felice conil suo “bambino salvato”.

Senza la preghiera nulla va

Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Un aiuto per sopravvivere: acquistare rosari prodotti dagli artigiani cristiani diBetlemme.

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In Nepal – lo Statotra le montagnecon 24 milioni diabitanti, ubicatotra India e Cina –vivono appena8.000 cattolici esono tra i più po-veri del Paese.«Li aiutiamo comepossiamo», scrivepadre Richard della chiesa della Risurrezione, nella capitale Kathmandu.«Senza le intenzioni di Sante Messe, ciò non sarebbe possibile. Senza questoaiuto non saremmo nemmeno in grado di comprare le medicine necessarieper i problemi di salute dei sacerdoti». Grazie ad esse, «possiamo andare difamiglia in famiglia a portare la benedizione del Signore». La piccola comunitàcattolica ringrazia «dal profondo del cuore per il sacrificio che fate per noi eper queste famiglie». Da parte loro, padre Richard e gli altri sacerdoti, promet-tono di pregare ogni giorno «per l’Opera, i benefattori e le loro famiglie».

Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere

Johannes Heereman,Presidente esecutivo

Dio vi benedicaLa somma che invio non è segno di ric-chezza materiale, perché è un pagamentoche lo Stato mi doveva e che pensavo nonavrei mai più ricevuto. Ritengo che voisaprete utilizzarla meglio di me… Dio vibenedica attraverso la vostra Opera.

- Una benefattrice dal Portogallo -

Forza del Bene Sento ricorrentemente come la Chiesa siaminacciata in Paesi come la Nigeria. Perquesto è essenziale continuare a pregaree aiutare. Aiuto alla Chiesa che Soffre èpiù che mai una forza del Bene.- Un benefattore dalla Gran Bretagna -

Offerte e preghiere per chi soffre Troverete allegato un assegno di 200 dol-lari per il vostro magnifico lavoro, concui partecipate alla costruzione delRegno di Dio in terra. Vorrei poter faredi più per i sacerdoti e i cattolici che

vivono in Paesi devastati da guerre o chesono oppressi, come accade in MedioOriente. Grazie per tutto quello che fate.Nelle mie preghiere e nel Rosario sonovicina ai fratelli e sorelle in Cristo.

- Una signora dall’Australia -

Grazie per il Rosario Grazie per lo stupendo Rosario che miavete inviato. Oggi pomeriggio – du-rante quello recitato a Nostra Signoradi Lourdes che seguo ogni giorno in te-levisione – hanno elevato una preghieraper i cristiani perseguitati. Anche leMesse sono importanti, aiutano a man-tenere viva la nostra fede e la nostrasperanza. Sto per compiere 84 anni enon sempre mi sento abbastanza forteper andare a Messa, ma prego comun-que ogni giorno affinché i cristiani e isacerdoti perseguitati, tornino a unavita normale.

- Una signora dalla Francia -

L’Eco dell’Amore N. 7 - Ottobre 2013 - Direttore responsabile: Mons. Sante Babolin -Redazione: Jürgen Liminski - Editore: Aiuto allaChiesa che Soffre - Piazza San Calisto 16 -00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica -Registra zione del Tribunale di Roma N. 481 del24 novembre 2003 - Poste Italiane S.p.A. - Spe-dizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut.GIPA/C/MI/2013

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È scritto negli Atti degli Apostoli(11,26) che fu ad Antiochia che, perla prima volta, i discepoli furono de-finiti “cristiani”. Nell’antichità, que-sta città turca, era siriana. Dista,infatti, solo poco da Aleppo, dove damesi i cristiani vivono nell’inferno.Chi può, fugge dalla città e dalletruppe di Assad, dai ribelli islamici,dalla fame, dalla miseria, dallamorte. Una volta, in questa regionefioriva il cristianesimo, ora i cristianicercano soltanto di sopravvivere.La guerra è sempre una sconfitta per l’umanità, affermava il BeatoGiovanni Paolo II, rispetto a un’al-tra guerra combattuta nella stessaregione, quella in Iraq. I cristiani sitrovano anche lì in una situazionedifficilissima.Ma allora si deve restare a guar-dare? No. Grazie alla vostra genero-sità, stiamo da tempo facendoqualcosa: troviamo strade per far ar-rivare aiuti – cibo, acqua, medicine– laddove la gente si nasconde. Sonovie complicate e segrete, ma gli aiutiarrivano a destinazione. C’è un’altracosa che stiamo facendo e dobbiamocontinuare a fare: pregare. Dioesaudisce sempre le preghiere. Vedenei cuori e conosce tutti i nostrinomi. Preghiamo per i fratelli e lesorelle che vivono in una terra che è alla sorgente del nostro nome comune.

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Siria

Nello spirito di san Simeone

Simeone lo Stilita, il monaco della colonna, è stato insieme ai dottori dellaChiesa, Hieronymus e Agostino, una grande figura di santo del V secolo.Visse da eremita nelle vicinanze dell’attuale città martire di Aleppo. Vissein cima a una colonna, pregando e digiunando, ciò che fece di lui, ancoravivente, un modello di dedizione ascetica. Alla sua saggezza ricorseronumerose parti che all’epoca erano in conflitto. San Simeone mediava,predicava, portava la pace.

Ancora oggi si sente l’influsso di san Simeone. Padre François Mourad avevafondato vicino ad Aleppo una piccola co-munità monastica. Aveva così iniziato aistruire giovani siriani che intendevano di-ventare monaci seguendo l’esempio delSanto e aveva iniziato a costruire un con-vento. Quando i ribelli islamisti occupa-rono il territorio intorno ad Aleppo, padreMourad si ritirò a Gassanieh in un conventofrancescano, prendendosi cura della popo-lazione locale cristiana e musulmana, vit-tima della guerra civile. Ma c’era sempre ilrischio che gli islamisti arrivassero anchelì. Il 23 giugno accadde e lo devastaronosparando. Coloro che vi si erano rifugiati,fuggirono in preda al panico. Padre Mouradandò a braccia aperte verso gli islamisti perparlare con loro. Gli spararono a sanguefreddo. Poi distrussero tutto ciò che non po-tevano portare via e scapparono.

Un giorno la guerra in Siria finirà. E alloraci sarà bisogno di persone come padre

François e come i suoi discepoli. Il suoconvento sarà un’oasi di dedizione. Per ilmomento è vuoto. Ma esiste, simbolodella presenza cristiana in un Paese deva-stato dalla guerra e dal fanatismo. È ilsimbolo di una presenza che affonda in unpassato che è precedente all’arrivo del-l’Islam e risale alle origini del cristiane-simo. Jacques Behnan Hindo, arcivescovodi Hassaké-Nisibi nel cui territorio sitrova questo convento, si sente responsa-bile per questo lascito spirituale. È statolui a ordinare sacerdote padre Mourad:«Ricordo com’era grato ai vostri benefat-tori! Senza il sostegno di ACS non sa-rebbe stato possibile costruire le mura delconvento. Siete sempre stati nella patenadurante la Messa».

Secondo l’arcivescovo, ACS comprendebene la situazione in Siria e la posizionedei cristiani perseguitati, «siete gli unici adarci una mano per realizzare il progettodel convento», afferma. Per questo, lui e

«Offerto in sacrificio per voi»: padreFrançois Mourad (a sinistra) con l’arci-vescovo Hindo durante la Santa Messa.

Al di sopra di tutto, la Croce: la costru-zione del convento di san Simeone Stilita è quasi terminata.

Dal 422 fino al 459, quando morì, Si-meone visse in cima a una colonna. Tut-tora, lo si rappresenta così nelle icone.

padre François, avevano chiesto un ulte-riore aiuto: mancano porte e impianti sa-nitari ed è altresì necessario installare deicavi elettrici. È soltanto lo stretto neces-sario... I giovani monaci non vivranno suuna colonna, ma certo seguiranno la spi-ritualità di san Simeone, portando la paceattraverso la preghiera. Abbiamo donato20.000 euro. Non è molto per un simbolodella Chiesa martire, per un oasi di pre-ghiera, di silenzio e dedizione. •

Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.

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Romania

Maria Radna – Fortezza dell’anima per DioLa prima cappella risale al 1520. Lafece erigere una pia vedova. Qui ifrancescani e i fedeli venivano per ce-lebrare la Santa Messa, anche du-rante la dominazione ottomana. Nel1695, quando i turchi si ritirarono, lacappella fu incendiata, ma l’immaginesacra rimase miracolosamente in-tatta. I fedeli continuarono a recarsi aMaria Radna. Il primo grande pellegri-naggio è datato 1709, anno della finedella peste. Dal 1750, il santuario diMaria Radna è ricono-sciuto ufficialmente taledalla Chiesa.

Da allora, questa Madonnadella diocesi di Timisoara, ri-chiama a sé pellegrini da Ro-mania, Ungheria e Balcani.Maria Radna è diventata unsantuario nazionale, comeLoreto per l’Italia, Einsiedelnper la Svizzera, Czestochowaper la Polonia, Fatima per ilPortogallo o Lourdes per laFrancia. I comunisti ferma-rono l’afflusso, ma non pote-rono fermare l’adorazione. Trasformaronoanche l’adiacente convento francescano inun ospizio statale per anziani.

I cambiamenti avvenuti negli anni ‘90 in-cisero a fasi alterne perché molti cattoliciemigrarono e le 151 parrocchie della diocesi, si ridussero ad appena 73. Da al-

cuni anni, i pellegrini stannotornando. Anche da altriPaesi, come accade dallaGermania con i “Donau-schwaben” [tedeschi del Da-nubio]. Ma come ci si puòprendere cura di loro? Man-cano strutture per l’acco-glienza e la necessariapreventiva formazione,

quindi i ritiri spirituali per i sacerdoti. LaMadonna è al centro di tutto, ma è come seil suo mantello fosse strappato. L’ingressonell’Unione Europea consente di realizzarequeste strutture e ricucire questi strappi. Maè pur vero che essa sovvenziona solo gli in-terventi in mete di interesse turistico e cul-turale, sebbene Maria Radna offra anche

questo... Padre Werenfried, Fondatore dellanostra Opera, avrebbe detto che è una for-tezza di Dio.

Per la gente della regione, racconta il ve-scovo Martin Roos, «il pellegrinaggio aMaria Radna rappresenta il centro del-l’anno». Ogni comunità ha il proprio giornodi pellegrinaggio, in cui «sperimenta ilsenso dello stare insieme e rafforza la pro-pria fede». Sono un avvenimento indimen-ticabile, soprattutto per i giovani: «ConMaria si riescono a superare molte diffi-coltà», affermano. Dopo tutto quello che haattraversato, oggi la gente si fida più dellaChiesa che della politica, come confermanoi sondaggi.

Ogni giorno arrivano oltre 200 pellegrini.Ma il loro numero potrebbe aumentaremolto. L’Unione Europea vede in MariaRadna un progetto per la riqualificazionedella regione ed è disposta a erogare i mi-lioni di euro necessari per restaurare chiesae convento, ma pone la condizione che ladiocesi paghi il 2% del totale e si occupidegli aspetti puramente pastorali. Fatti iconti, si tratta di oltre 500.000 euro e per laparrocchia e la diocesi è un esborso inso-stenibile. Per questo il vescovo sta chie-dendo aiuto ai fratelli nella fede in EuropaOccidentale, alle fondazioni e anche a noi.Gli abbiamo promesso 100.000 euro per ilrestauro di questa fortezza dell’anima. •

Da maggio alla festa del Rosario in ottobre: i pellegrinaggi sono sempre più numerosi.

Il santuario: Giovanni Paolo II l’ha elevato a Basilica Minor pontificia.

Sopravvissuta all’incendio dei turchi:l’immagine delle grazie.

Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.