Navigazione in contesti speciali

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WEB DESIGN Navigazionale: QUARTA UNITA’

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WEB DESIGN

Navigazionale:

QUARTA UNITA’

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Navigazione in contesti speciali

Un buon design navigazionale deve sempre tenere conto delle nuove

tecniche di design, delle nuove tipologie di servizi per la rete e dello

sviluppo di nuove tecnologie.

In quest’ultima unità dedicata al web design navigazionale

prenderemo in considerazione differenti contesti navigazionali di

recente sviluppo: i sistemi di ricerca e i sistemi di classificazione

sociale o tagging (social bookmarking).

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La ricerca è comunemente considerata come una valida alternativa

alla navigazione di base, strutturata attraverso un sistema di link. Di

norma un sistema navigazionale di ricerca coordina la domanda

dell’utente con quelle pagine in rete che contengono le keyword

ricercate. La navigazione inoltre permette alla persone di visualizzare

e scorrere i contenuti scelti, fornendo una panoramica sul sito,

aiutando quindi gli utenti nella ricerca.

Dal punto di vista dell’utente, la navigazione e la ricerca non sono

operazioni contrastanti. Le persone desiderano semplicemente trovare

le informazioni di cui hanno bisogno. Pertanto integrare i sistemi di

ricerca al sistema navigazionale generale di un sito migliorerà

l’esperienza navigazionale degli utenti. L’utilizzo di meccanismi di

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ricerca, come sistemi di navigazione principali all’interno di un sito, è

un’organizzazione tipica di quei siti web dedicati alla condivisione di

contenuti, come ad esempio Youtube e Flickr.

Interfaccia di Youtube (youtube.com)

Pertanto nel corso di questa lezione considereremo i vari sistemi di

ricerca tramite keyword, intesi come mezzi principali di navigazione,

suggerendo degli elementi e le possibile tecniche navigazionali di

supporto.

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Navigazione prima della ricerca

Esistono diversi modi per integrare i meccanismi navigazionali con il

processo di ricerca dei dati, cominciando con la realizzazione di un

modulo (form) di ricerca appropriato.

In quest’ultimo è possibile includere opzioni navigazionali speciali,

come “menù di ricerca mirati” e “ruote di parole” (word wheels) per

rendere un sistema di ricerca diretto è più mirato. Altrimenti è

possibile preparare e fornire dei termini preimpostati per aiutare gli

utenti a formulare le giuste domande nell’apposito form.

Le cosiddette ricerche “preimpostate” (canned search) combinano la

navigazione di base con un sistema di ricerca prestabilito cosicchè

cliccando su un link si avvierà subito in background una ricerca. La

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chiave di questa operazione è quella di fornire contemporaneamente

opzioni navigazionali di scorrimento e di ricerca affinchè l’utente

possa scegliere a seconda delle proprie esigenze.

Ricerca mirata (scoping search)

Alcuni moduli di ricerca includono delle opzioni specifiche che

permettono alle persone di indicare un campo di indagine più stretto

o, per l’appunto, “mirato”, già prima di avviare la ricerca tramite

l’apposito pulsante.

Molto spesso un menù a tendina già contiene quella divisione di un

sito secondo sezioni chiave, che riflette il sistema di navigazione

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principale. Gli utenti selezionano una categoria dal menù proprio per

limitare l’estensione della ricerca nei contenuti.

Questo specifico sistema navigazionale è ottimale per quei siti

organizzati gerarchicamente, secondo diverse aree di contenuto.

Ad esempio il seguente sito, www.yoox.com, fornisce un sistema di

navigazione principale nella parte alta della pagina dove, prima

dell’utilizzo del modulo di ricerca è possibile selezionare una delle

categorie presenti. Una volta selezionata la sezione desiderata

attraverso il maccanismo di navigazione principale, un semplice

menù a tendina può essere utilizzato per mirare la ricerca scegliendo

una categoria specifica, tra quelle presenti, in cui effettuare

l’indagine.

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Sistema di ricerca mirata in yoox.com

La “ruota” di parole (word wheel)

La cosiddetta “ruota di parole” mostra una breve sezione di una lista

di termini presenti all’interno del meccanismo di ricerca.

La “ruota” reagisce in maniera dinamica agli input degli utenti,

visualizzando a seconda della richiesta la parte appropriate della lista.

Ad esempio quando un utente digita già una lettera, come ad esempio

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la N, la “ruota di parole” gli mostrerà le prime cinque o dieci parole

contenenti la lettera inserita.

Ad esempio il sito answers.com utilizza nel proprio meccanismo di

ricerca proprio la “ruota” per fornire dei suggerimenti all’utente e

velocizzare il processo di ricerca dei dati. Cliccando su uno dei

termini forniti, questo verrà ricercato automaticamente.

Molto spesso è possibile confondere il meccanismo navigazionale di

ricerca word wheel con quella lista di dati già inseriti dall’utente che

alcune volte i browser conservano.

Tuttavia una word wheel permette di visualizzare durante la ricerca

solamente quella lista utile per la ricerca mirata che è stata impostata

dal sito stesso, durante la progettazione dei meccanismi

navigazionali.

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Esempio di word wheel da youtube.com

Un approccio più sofisticato di questo sistema base implica

l’inserimento e quindi l’utilizzo di un “percorso di coordinamento”.

In questo caso la word wheel reagirà all’input dell’utente mostrando

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non solo quella lista di termini e contenuti inizianti con quella o quel

gruppo di lettere ma tutte quelle parole contenenti la stringa inserita.

Ricerca “predeterminata” (canned search)

Con il termine canned search si indicano quei collegamenti che

normalmente appaiono normalmente con la dicitura “cerca più

risorse” e sono programmate per contenere delle chiavi di ricerca.

Cliccando sul link, l’utente verrà direttamente condotto ai risultati di

una ricerca preimpostata.

Collegamenti di questo tipo vengono spesso utilizzati per condurre

gli utenti a dei contenuti che non sono presenti direttamente nel sito

di partenza.

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Tuttavia le cosiddette canned search possono risultare utili anche

all’interno di uno stesso sito web. Ad esempio le opzioni

navigazionali possono condurre direttamente alle pagine di risultato

della ricerca invece che a delle pagine di atterraggio o galleria, anche

solo partendo dagli elementi di navigazione principale, evitando

passaggi inutili. Questo processo permette inoltre di evitare l’update

manuale delle pagine. In questo modo sarà ad esempio possibile

vedere sempre la versione aggiornata di una pagina galleria.

Ad esempio cliccando su “Fine wines” nella barra di navigazione

principale del sito wine.com sarà possibile visualizzare direttamente

una pagina di risultati.

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Anche senza condurre una ricerca “canonica” gli utenti possono

quindi restringere ancora i campi di ricerca utilizzando il meccanismo

di ricerca presente sulla sinistra.

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La navigazione dopo la ricerca

Molto spesso non basta inserire una determinata keyword per

ottenere, attraverso una semplice ricerca i risultati desiderati. Dopo la

prima ricerca è molto spesso necessario ripeterla, inserendo o

impostando ulteriori elementi necessari ad ottenere risultati più

precisi.

Alcune tecniche navigazionali possono aiutare l’utente a trovare

esattamente i dati ricercati dopo l’operazione di ricerca preliminare.

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Topic links

I risultati di ricerca spesso contengono dettagli specifici su ogni

pagina trovata e ovviamente anche il tema principale di questa. Se gli

argomenti di ogni pagina, presente nel risultato di ricerca, sono

muniti di un collegamento ipertestuale, cliccando su uno di questi

sarà possibile raggiungere le altre pagine appartenenti alla stessa

categoria. In questo modo gli utenti possono navigare direttamente

attraverso i contenuti interni di un dato soggetto, secondo gli

interessi.

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Raggruppamenti e clustering

Alcuni sistemi di ricerca raggruppano automaticamente i risultati

simili per contenuto in sotto-gruppi, spesso visualizzando una lista di

sotto argomenti. Quest’ultimi vengono generalmente posizionati

lungo uno dei lati della pagina, come un vero e proprio sistema

navigazionale. Cliccando su uno dei sotto contenuti i risultati trovati

verranno automaticamente filtrati.

In questo caso cercando una tematica qualsiasi, una volta ottenuti i

primi risultati della ricerca base, sarà possibile attraverso uno dei

sotto-contenuti, presenti sul lato sinistro della pagina, accedere

all’area di effettivo interesse, come evidenziato nella slide seguente.

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Per creare dei sotto contenuti vengono utilizzate generalmente le

tecniche di clustering e grouping.

Sebbene i termini siano interscambiabili, essi indicano due tecniche

differenti attraverso le quali si può tuttavia ottenere uno stesso

risultato finale.

Con la tecnica del clustering, le categorie provengono

automaticamente da un set di risultati. In questo modo non solo è

possibile trovare subito la “tematica” generale d’appartenenza di un

oggetto ma anche determinare le etichette rientranti nella stessa

categoria. Dal momento che queste etichette sono dinamiche, esse

possono cambiare aspetto da una ricerca all’altra anche nel caso in

cui venga formulata la stessa richiesta (query).

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Con la tecnica di grouping gli oggetti esistono già sotto forma di un

indice di termini. Il risultato della ricerca base verrà visualizzato

diversamente a seconda della ricerca ma i raggruppamenti verranno

presentati sempre nella stessa forma.

Ad esempio il seguente sito usa la tecnica dei clusters per mostrare le

sue categorie sul lato sinistro della pagina, a fianco dei risultati di

ricerca. Il numero degli elementi presenti in ogni “gruppo” o cluster

compare nelle parentesi, di seguito a ogni link, come nell’es.

seguente.

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Esempio di clustering dal sito zalando.it

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In contrasto i risultati di ricerca evidenziati nella slide seguente, dal

sito sun.com (www.sun.com) sono un buon esempio della tecnica di

grouping. In primo luogo, le etichette filtrano la lista dei risultati

secondo delle categorie prestabilite. Alcune delle etichette presentano

anche un secondo livello di raggruppamento che appare all’utente

come un meccanismo navigazionale “canonico”, per la navigazione

principale e/o locale.

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Esempio della tecnica di grouping

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Suggerimenti per la navigazione

I meccanismi di ricerca possono infine suggerire dei termini di

ricerca alternativi, volti a migliorare la formulazione delle richieste

preliminari inoltrate dagli utenti.

Spesso dopo la ricerca base, in molti siti web viene automaticamente

generata una lista di termini, sulla base dei contenuti del primo

risultato di ricerca.

Esistono diversi tipologie di “suggerimenti” e differenti modalità

relative alla loro visualizzazione.

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Esempio di “suggerimenti” per la ricerca da ebay.it

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Utilizzo dei suggerimenti di tipo best bets

Una tipologia specifica di “suggerimenti” è quella in cui delle pagine

prestabilite compaiono durante la ricerca di determinate keyword.

Questo tipo di suggerimento viene comunemente definito “best bet”

oppure “sistema di raccomandazioni”.

Ad esempio il sito della BBC include proprio, in seguito ad una

ricerca base, delle specifiche raccomandazioni, indicate attraverso

l’utilizzo della specifica etichetta “editor’s choice”, inserite proprio in

cima a tutti i risultati di ricerca.

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Esempio di “suggerimenti” best bets dal sito bbc.co.uk

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Nessun risultato

Nel caso in cui una ricerca non produca alcun risultato, nella maggior

parte dei casi viene visualizzato un messaggio che indica che nessun

contenuto è stato trovato.

Messaggio di “no records found” da ebay-it

Tuttavia è possibile migliorare la navigazione di un sito web anche

attraverso l’utilizzo di una pagina di questo tipo.

Ad esempio è possibile associare i termini ricercati ad altre parole

preimpostate e organizzate in un indice specifico, affinchè il sistema

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di base possa visualizzarle all’occorrenza. In questo modo il sistema

può suggerire delle keyword alternative da quelle inserite magari

differenti per quanto riguarda lo spelling.

Esempio di “suggerimento” da ebay.it

Un’altra strategia nella realizzazione di suggerimenti è quella di

mostrare ulteriori collegamenti anche nel caso in cui la ricerca non

produca i risultati sperati. I contenuti visualizzabili possono anche

non essere in alcun modo collegati ai termini originariamente

ricercati. In questo modo anche non ottenendo i risultati previsti un

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utente viene spinto a continuare la navigazione nel sito utilizzando i

contenuti proposti.

Esempio di “suggerimenti” dal sito www8.hp.com

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Vantaggi di un’architettura a “faccette”

Le tecniche menzionate finora rappresentano un approccio

individuale per integrare il sistema di navigazione e di ricerca di un

sito web.

Nell’organizzazione navigazionale dei meccanismi di ricerca è molto

spesso utile, per l’organizzazione e la visualizzazione dei dati ottenuti

attraverso la ricerca primaria, utilizzare un’architettura a “faccette”.

I principali vantaggi nell’utilizzo di questo tipo di interfaccia sono i

seguenti:

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Ordine di selezione

Gli utenti per raggiungere uno stesso obiettivo possono selezionare i

risultati in qualsiasi ordine.

Navigare attraverso le categorie produce sempre dei risultati

Attraverso un’interfaccia a faccette è subito possibile esplorare le

sottocategorie indicate dai primi risultati di ricerca visualizzati.

Deselezionare i valori

Qualora il risultato ottenuto da una prima ricerca fosse

insoddisfacente, gli utenti hanno la possibilità di deselezionare quei

valori non necessari da una “faccetta” per poi espandere la lista dei

risultati.

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Esperienza pre-determinata

Lo stile delle faccette utilizzate nella visualizzazione dei risultati di

ricerca rispecchia l’interfaccia navigazionale generale del sito.

Pertanto navigare tra i risultati della ricerca sarà un’operazione

familiare agli utenti, già abituati ad una navigane a “faccette”.

Indicazione delle “grandezze”

Ogni categoria visualizzata attraverso una ricerca preliminare

indicherà l’esatto numero delle corrispondenze del termine all’interno

di parentesi. In questo modo l’utente potrà scegliere consapevolmente

di visualizzare quei contenuti che contengono maggiori riferimenti

alle keyword ricercate.

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Questo particolare approccio sembra ricalcare completamente i

sistemi già analizzato di “raggruppamento”.

Tuttavia, attraverso l’utilizzo di un’interfaccia a “faccette”, le

categorie e i loro valori sono esposti come elementi navigazionali fin

dal principio e pertanto sono fruibili anche senza un’operazione di

ricerca.

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Esempio di percorso di ricerca a “faccette”, con in evidenza il percorso di ricerca e le

rimanenti categorie navigabili

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Esistono tre fasi principali nel processo di visualizzazione dei

contenuti ricercati all’interno di un sito: la prima riguarda la pagina di

partenza, la seconda la pagina relativa ai risultati e infine la pagina

oggetto.

1) Pagina di partenza

La pagina di partenza offre una prima visualizzazione dell’aspetto

delle “faccette”, evidenziando eventualmente forme e colori

specifiche. Ad esempio nella slide successiva, ogni categoria

principale del sito ebay.it è evidenziata in blu e marcata in grassetto.

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In ogni categoria le varie sezioni di ricerca sono indicate sempre in

blu ma stavolta non in grassetto, attraverso un link.

Esempio dell’interfaccia di una pagina di partenza a “faccette” (ebay.it).

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Un’interfaccia di questo tipo fornisce non solo la possibilità di

avviare una nuova ricerca attraverso l’apposito spazio nella parte alta

della pagina ma anche di navigare direttamente attraverso i contenuti

indicati.

2) Pagina di risultato

Le pagine di risultato sono normalmente organizzate in tre sezioni o

aree principali:

Area del risultato

I risultati della ricerca primaria occupano normalmente lo spazio

maggiore sul lato destro della pagina. Nel caso dell’esempio relativo

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al sito (http://www.lib.ncsu.edu/), i risultati sono accompagnati dalle

immagini associate all’elemento ricercato e trovato.

Area dei valori

Le faccette indicanti i valori, applicabili al corrente set di risultati

sono elencati sul lato sinistro della pagina. Cliccando su uno dei link

presenti sarà possibile restringere la ricerca svolta alla specifica

sezione scelta, aggiornando il risultato precedentemente ottenuto.

Area del percorso di domanda

Il percorso intrapreso al momento della ricerca primaria è indicato

normalmente a sinistra, nella parte alta della pagina.

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Le sezioni descritte finora, presenti in una pagina di risultato

organizzata secondo “faccette”, sono ben visibili nella slide seguente.

Infatti sempre nel sito http://www.lib.ncsu.edu/, già preso in

considerazione, ogni sezione presente in una delle categorie

principali, tutte evidenziate in grigio chiaro, è rappresentata da un

link. Il numero degli oggetti trovati in una data sezione è fornito

attraverso l’indicazione tra parentesi della “grandezza”. In questa

particolare interfaccia le ulteriori opzioni di ricerca richiamano per

aspetto proprio dei meccanismi di navigazione locale e/o principale,

mentre la visualizzazione veloce dei risultati occupa la parte centrale

della pagina.

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Esempio di “pagina di risultato” con le varie aree.

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La funzione principale di una pagina di risultato è quella di fornire

ulteriori elementi, organizzati secondo criteri specifici, per la

navigazione dei contenuti del sito.

Inoltre attraverso questa pagina è già possibile modificare e/o

azzerare la ricerca effettuata utilizzando quegli elementi presenti per

deselezionare gli ambiti di ricerca finora scelti.

Infine, è importante considerare che il sistema di faccette è ottimale

per conferire omogeneità di visualizzazione nel passaggio dalla

pagina principale di ricerca alla pagina risultato, attraverso un attento

utilizzo dei colori.

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3) Pagina oggetto (item page)

Gli utenti in questa pagina specifica possono scegliere di visualizzare

un singolo elemento tra quelli forniti dalla pagina dei risultati.

La pagina oggetto fornisce delle immagini più grandi degli elementi

ricercati e generalmente delle informazioni molto più dettagliate.

Nella pagina viene generalmente visualizzato ancora il percorso di

ricerca intrapreso per raggiungere un determinato elemento.

In una pagina oggetto, tutti i valori utilizzati per classificare un

elemento sono visualizzati sul alto destro della pagina, in una

struttura albero espandibile in più livelli. Gli utenti possono

selezionare a piacere i nuovi termini visualizzati, per iniziare una

nuova ricerca.

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Nell’esempio seguente, la pagina oggetto, sempre dal sito

www.lib.ncsu.edu, mostra nella parte centrale della pagina le

informazioni dettagliate dell’oggetto scelto nella pagina risultato.

Gli ulteriori elementi navigazionali di ricerca sono posti proprio nella

parte destra della pagina. Essi forniscono quei collegamenti utili per

ulteriori ricerche del libro desiderato in varie biblioteche e ulteriori

link che possono condurre l’utente a raggiungere oggetti simili al

contenuto ricercato in origine.

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Esempio di “pagina oggetto”

Page 45: Navigazione in contesti speciali

L’obiettivo delle tecniche navigazionali finora presentate è quello di

integrare il sistema navigazionale generale con il sistema di ricerca,

affinchè ogni contenuto del sito sia fruibile da più punti di partenza.

Ovviamente l’applicazione delle suddette tecniche navigazionali si

adatta perfettamente all’organizzazione navigazionale di quei siti web

particolarmente ricchi di contenuti.

L’utilizzo di un’architettura a “faccette” infine, applicata in siti di

questa tipologia, rappresenta sicuramente una scelta navigazionale

ottimale per la strutturazione e visualizzazione di tutte quelle

informazioni necessarie alle diverse operazioni di ricerca.

Page 46: Navigazione in contesti speciali

Il sistema di tagging

Il sistema di tagging viene utilizzato nell’ambito della progettazione

delle pagine web per migliorare l’organizzazione interna dei

contenuti, rendendoli più facilmente trovabili.

Pertanto anche il sistema di tagging serve a migliorare le opzioni di

ricerca all’interno di un sito.

Attraverso questo sistema di organizzazione dei contenuti è possibile

associare a determinati elementi (parti di testo, immagini, file video,

ecc.) delle specifiche keyword o tag per meglio identificarli

nell’insieme dei contenuti.

Associando i tag a degli oggetti la loro ricerca sarà più semplice e

rapida.

Page 47: Navigazione in contesti speciali

Tuttavia per essere effettivamente utile, un sistema di tagging deve

essere navigabile.

Il tagging

L’operazione di tagging implica proprio, secondo uno schema di

classificazione precedentemente stabilito, l’associazione di parole

chiave scelta a specifici oggetti.

Il tagging offre pertanto una valida alternativa a quegli schemi di

classificazione organizzati in forma di “vocabolari”.

Nel sistema di tagging ogni utente può assegnare liberamente dei

termini scelti ad un oggetto presente in rete, come ad esempio una

pagina, una foto o un video, affinchè possa poi facilmente ritrovarlo.

Page 48: Navigazione in contesti speciali

Le parole chiave utilizzate per “taggare” una determinata risorsa in

rete possono presentarsi nelle maniere più disparate dal momento che

tali keyword non devono necessariamente appartenere ad un

vocabolario predefinito.

Proprio l’utilizzo di un linguaggio “naturale” nella scelta delle

keyword da utilizzare rappresenta uno dei maggiori punto di forza del

sistema di tagging.

Inoltre con questo stesso sistema è possibile applicare una keyword a

un dato elemento, senza collocarlo necessariamente in una

determinata categoria; in questo modo ogni elemento in rete può

avere tag multipli e pertanto essere più facilmente raggiungibile

durante la navigazione, attraverso percorsi diversi.

Page 49: Navigazione in contesti speciali

Tuttavia tale sistema può comportare anche diversi inconvenienti

navigazionali. I principali problemi di utilizzo sono dovuti a:

L’utilizzo di parole troppo specifiche. In questo caso le keyword

scelte hanno “senso” solo per un determinato gruppo di persone. In

questo caso il sistema di tagging risulta utile solo a quelle persone o

gruppi in possesso di una chiave di lettura.

Errori di spelling. Difficilmente una data risorsa sarà più facilmente

trovabile con un tag scritto in maniera errata o poco comprensibile.

Page 50: Navigazione in contesti speciali

Confronto tra sistemi di “classificazione”

Classificazione attraverso un

“vocabolario” controllato

Classificazione attraverso il tagging

system

Un utilizzo regolare dei termini utilizzati Un utilizzo incostante di termini diversi

Tale classificazione si poggia su un elenco

di parole predefinite

Ogni termine è accettabile in questo sistema

La classificazione si presenta come rigida e

impersonale

Il sistema è flessibile e personalizzabile

Le keyword possono essere applicate alle

risorse solo da persone specifiche.

Chiunque può “taggare” una risorsa

Tale classificazione rispecchia il volere del

creatore o dell’autore di un oggetto

Una comunità o un utente applica quelle

keyword che ritiene importanti.

Page 51: Navigazione in contesti speciali

Comporta tempi e costi di mantenimento

elevati.

Il lavoro di organizzazione del sistema di

tagging è svolto dalla stessa comunità che lo

utilizza.

I cosiddetti “vocabolari controllati” si adattano bene per quei domini

di piccolo dimensioni ma con un alto livello di definizione dei

contenuti. All’interno di questi gli utenti, molto spesso esperti dello

stesso settore, proprio attraverso un vocabolario prestabilito, di cui

conoscono già gli elementi strutturali, trovano più facilmente quello

che cercano (ad esempio quei siti di carattere medico, giuridico, ecc.).

Al contrario, quei domini di carattere “aperto” con una gamma e

tipologia più ampia di utenti (ad es. i cosiddetti social bookmarking)

ottengono grandi benefici in ambito navigazionale proprio attraverso

l’utilizzo del sistema di tagging. All’interno di questi siti non esiste

Page 52: Navigazione in contesti speciali

un’autorità centrale che si occupa di creare delle categorie standard

per la ricerca e non c’è nessuno che potrebbe mantenere una struttura

di questo tipo.

Tipologie del sistema di tag

Esistono diverse tipologie di tagging system, ma tutte presentano gli

stessi tre elementi chiave:

Le risorse. L’oggetto che riceverà il tag.

Gli utenti. I membri del sistema sociale di riferimento che

applicano liberamente i tag alle risorse presenti.

Page 53: Navigazione in contesti speciali

I tag o keyword. Le keyword specifiche utilizzate per descrivere

le risorse.

Virtualmente ogni risorsa presente nella rete può essere taggata.

Tuttavia le modalità con cui i tag vengono creati, mantenuti e quindi

usati dipende dalla provenienza e dalla tipologia dell’oggetto che

riceve il tag.

Le risorse da taggare possono infatti provenire da:

Page 54: Navigazione in contesti speciali

Dai partecipanti di una comunità virtuale, com’è il caso delle foto

di Flickr o dei file video di Youtube.

Da uno stesso sito web o da un sistema di tagging, com’è il caso

delle descrizioni di album o artisti su last.fm.

Dalle risorse free presenti nella rete, come le pagine dedicate al

bookmarking (ad. es. il portale di delicious.com).

Inoltre è importante ricordare che il processo di tagging differisce in

base alla tipologia della risorsa in questione. Ad esempio, applicare i

tag ad una pagina web pubblica è un’operazione diversa

Page 55: Navigazione in contesti speciali

dall’applicazione di un tag ad una foto o ad un video caricati da

singoli utenti.

Con una pagina web pubblica, il sistema può riconoscere l’oggetto da

taggare attraverso la sua URL, creando poi un collegamento con gli

altri eventuali tag che le persone hanno già utilizzato.

Il testo e il titolo di una pagina possono essere allo stesso tempo usati

per suggerire ulteriori tag.

Con una foto o un video di carattere “privato” non esistono

precedenti tag o keyword descrittivi. Pertanto il sistema non può

identificare la data risorsa senza che prima questa non venga descritta

da chi l’ha caricata.

Page 56: Navigazione in contesti speciali

I tag pertanto possono essere distinti in due tipologie:

privati, in modo che solo un utente possa utilizzarli

pubblici, in modo che un intero gruppo di persone possa

utilizzarli.

Ad esempio Gmail permette ai singoli utenti di taggare le email, ma

queste saranno visibili solo per chi ha compiuto l’operazione.

Alcuni siti web con un sistema di tagging permettono agli utenti di

scegliere se rendere i tag applicati pubblici o privati.

La tabella nelle slide successive riporta una lista dei più comuni

sistemi di tag forniti da diversi siti e le loro proprie caratteristiche.

Page 57: Navigazione in contesti speciali

Risorsa

“taggata”

Servizio Descrizione Fonte del

materiale

Tag pubblico o

privato?

Foto Flickr Servizio di

condivisione di

foto – provvisto di

tagging system

Foto caricate dagli

stessi utenti

Privato e pubblico

Video Youtube Servizio di

condivisione di

video – provvisto

di tagging system

Video caricati

dagli stessi utenti

Pubblico

Musica LastFM Un database di

informazione

musicale che

permette agli

utenti registrati di

taggare artisti,

album e singole

canzoni

Informazioni e

dati musicali

forniti dal sistema

stesso

Pubblico

Page 58: Navigazione in contesti speciali

Libri e recensioni LibraryThing Permette ai

membri di taggare

i dati dei libri

all’interno di una

propria libreria

virtuale e poi di

recensirli.

Classificazione di

libri, con relative

recensioni

Pubblico

Email Gmail Un programma di

posta elettronica

che permette agli

utenti di taggare

le mail

Email presenti nel

sistema

Privato

Page 59: Navigazione in contesti speciali

Sistemi di social tagging

I servizi in rete che permettono alle persone di navigare utilizzando i

tag di altri membri vengono comunemente chiamati sistemi di Social

tagging o bookmarking. In questi siti un insieme di tag deriva da una

classificazione sociale completamente pubblica.

In una struttura di questo tipo non c’è un limite all’estensione e

all’applicazione del sistema di tag e non esiste alcuna gerarchia

applicata ad esso.

Page 60: Navigazione in contesti speciali

Navigare attraverso un sistema di social tagging

Dal punto di vista degli utenti, esistono due ragione fondamentali alla

base della creazione di un tag:

gli utenti vogliono poter ritrovare facilmente in rete qualcosa che

hanno già visualizzato in precedenza.

gli utenti vogliono condividere una determinata risorsa.

In entrambi i casi la navigazione gioca un ruolo fondamentale.

Per capire questo è necessario considerare le tre azioni distinte alla

base del processo di tagging:

Page 61: Navigazione in contesti speciali

1. Creare i tag

2. Utilizzare e gestire i propri tag

3. Usare i tag creati da altri

Ogni fase coinvolge l’utilizzo di diversi aspetti navigazionali.

1. Creare tag

Il modo in cui un tag viene creato influisce sul suo futuro utilizzo.

Page 62: Navigazione in contesti speciali

Creando un tag è necessario considerare in che modo gli utenti

avranno accesso ad esso, come realizzare suggerimenti relativi a

questo e infine il modo in cui ogni tag potrà essere inserito.

Incoraggiare l’operazione di tagging

Per incoraggiare la creazione e l’utilizzo dei tag è senz’altro

importante rendere semplice il tagging system.

Il sito di Flickr ad esempio, come evidenziato nella slide successiva,

permette ai membri di applicare un singolo tag a più foto con un

singolo passaggio, anche durante il loro stesso caricamento.

Page 63: Navigazione in contesti speciali
Page 64: Navigazione in contesti speciali

Accesso ai servizi di tag

I servizi di bookmarking sono frequentemente accessibili attraverso il

cosiddetto “bookmarklet”, un programma JavaScript contenuto

direttamente nella barra di bookmarking del browser. Il

“bookmarklet” fornisce accesso diretto al servizio da qualsiasi punto

nella rete. Il procedimento è semplice:

L’utente naviga nella pagina che gli interessa taggare per visite

successive

L’utente clicca sul “bookmarklet” del proprio browser e inserisce

un tag di sua scelta per salvare la pagina.

Page 65: Navigazione in contesti speciali

Ad esempio nell’immagine seguente vediamo insieme i bookmarklet

di diversi siti nella barra apposita del browser Google Chrome

Page 66: Navigazione in contesti speciali

Alcuni siti di informazione, come quello presentato nell’esempio

seguente, contengono collegamenti diretti ai servizi di bookmarking

in modo da rendere ogni articolo facilmente raggiungibile. Tali link

sono inoltre utili per condividere delle risorse senza interrompere

l’esperienza di navigazione.

Page 67: Navigazione in contesti speciali

Esistono due sistemi principali per navigare verso un servizio di

bookmarking: un modello di bookmarking parallelo e un modello

sequenziale.

Con l’approccio parallelo, il link d’accesso esterno, come ad esempio

un bookmarklet interno ad un browser, verrà aperta una finestra pop-

up affinchè l’utente non debba abbandonare la pagina corrente.

Nel modello sequenziale, la pagina per l’aggiunta dei bookmark

copre la finestra corrente, visualizzata dal browser. Dopo che la

Page 68: Navigazione in contesti speciali

pagina scelta è stata “aggiunta”, gli utenti ritornano alla pagina

precedentemente visualizzata.

I due modelli d’accesso ai servizi di bookmarking

Page 69: Navigazione in contesti speciali

Suggerimento dei tag

Molti dei siti che prevedono un sistema di tagging forniscono dei

suggerimenti per la scelta e l’inserimento delle keyword, a seconda

dei contenuti a cui devono essere applicate.

Questi suggerimenti vengono spesso forniti sotto forma di una “ruota

di parole” tra cui l’utente può scegliere quella che ritiene più adatta e

così creare il tag.

Nella slide successiva, dal portale delicious.com, i “suggerimenti” per

i tag da inserire in corrispondenza della risorsa selezionata, sono

forniti attraverso una lista predefinita in base alla tipologia della

risorsa stessa. Pertanto è possibile utilizzare i tag già esistenti o

crearne di nuovi.

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Forma dei tag

La forma in cui un dato tag appare all’utente è determinante nella

ricerca della risorse. Inserendo una keyword contenente due o più

parole alcuni sistemi potrebbero considerare lo spazio e pertanto

gestire i termini inseriti singolarmente. Per evitare questo, gli utenti

che desiderano applicare un tag “esteso” ad una determinata risorsa

dovrebbero utilizzare, per separare le parole, dei punti, trattini o

sottolineature.

Es.

social.software.programs

Partydifineanno2007

Compleanno_lucilla

Page 72: Navigazione in contesti speciali

2) Navigare attraverso i tag creati

Creando numerosi tag è essenziale poterli raggiungere facilmente e

con rapidità. Il sistema di tagging deve pertanto rendere possibile il

loro ritrovamento nel maggior numero di modi possibili, affinchè le

risorse taggate siano nuovamente visualizzabili e i tag creati possano

essere eventualmente modificati.

Vedere i tag

I sistemi di tag forniscono inoltre delle semplici opzioni per filtrare e

organizzare la propria lista. Queste opzioni prevedono la possibilità

di ordinare i propri tag secondo un ordine alfabetico, cronologico,

numerico, oppure secondo un criterio di importanza.

Page 73: Navigazione in contesti speciali

Esempi di elementi per l’organizzazione dei tag dal portale di bookmarking delicious.com

(1)

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(2)

Page 75: Navigazione in contesti speciali

Combinare i tag

La possibilità di combinare i tag, può costituire un potente strumento

per localizzare facilmente una risorsa in rete. Un’organizzazione di

questo tipo infatti permette di richiamare allo stesso tempo un

insieme di tag, utilizzando spesso un’architettura a “faccette” per

l’organizzazione visiva dei contenuti.

Per far questo il sistema, in un elenco generale di tag presenta gli

ulteriori tag possibili, associabili sempre ad uno stesso elemento.

Page 76: Navigazione in contesti speciali

Risorse per la navigazione

Un tagging system deve rendere semplice la navigazione attraverso le

risorse taggate. Spesso le risorse vengono presentate in una lista

simile a quella normalmente presente in una “pagina di risultato” di

ricerca.

Normalmente come già evidenziato in alcuni esempi precedenti è

comunque possibile utilizzare ulteriori elementi per facilitare

l’organizzazione e quindi la navigazione tra i tag creati. In particolare

diversi siti web permettono di:

Filtrare o ridurre il numero di elementi in cui cercare impostando

dei parametri di ricerca specifici.

Page 77: Navigazione in contesti speciali

Organizzare la “lista di tag” secondo differenti criteri (ad es.

alfabetico, numerico, ecc.).

Ricercare o trovare direttamente i tag e le risorse taggate con una

semplice ricerca attraverso inserimento di keyword.

Proprio il portale dedicato al bookmarking di Delicious.com permette

tutte e tre le operazioni elencate.

Nell’ultimo caso la ricerca attraverso keyword coinvolgerà tutto il

sito ma i primi elementi visualizzati nella “pagina risultato”

riguarderanno la ricerca effettuata tra i tag personali creati in

precedenza.

Page 78: Navigazione in contesti speciali

Esempio di utilizzo del filtro per tag da delicious.com

Page 79: Navigazione in contesti speciali

Output di ricerca dei tag creati su delicious.com

Page 80: Navigazione in contesti speciali

3) Navigare attraverso i tag degli altri

Il secondo motivo per cui le persone creano e applicano i tag è quello

di condividere le risorse con gli altri utenti della rete.

Le cosiddette “classificazioni sociali”, una collezione di

organizzazioni personali, offrono degli interessanti spunti

navigazionali e vengono proprio utilizzate per navigare attraverso le

risorse taggate da altri utenti.

Una tipologia navigazionale adattiva rappresenta una tecnica

importante per la visualizzazione di quelle classificazioni sociali

esposte all’interno di un sistema di tag.

Inoltre è necessario considerare l’aspetto sociale proprio del tagging

system.

Page 81: Navigazione in contesti speciali

Creare un collegamento navigazionale diretto ad un altro utente e

visualizzare le risorse taggate da quest’ultimo sono elementi

importanti del processo navigazionale attraverso “classificazioni

sociali”.

Navigazione adattiva

Le “nuvole di marcatura” o “nuvole di tag” (tag clouds) di cui

abbiamo già discusso nelle precedenti unità, sono il mezzo più

frequente di presentare i tag in una classificazione sociale.

Dal momento che non esiste una gerarchia prestabilita in un sistema

di classificazione sociale, generalmente non è possibile visualizzare

un set limitato di categorie di primo livello (cioè poste in cima alla

“piramide” gerarchica dei contenuti).

Page 82: Navigazione in contesti speciali

Inoltre dal momento che i sistemi di tag tracciano allo stesso tempo

milioni di tag, non è possibile visualizzare tutti questi in una sola

volta. Spesso, un limitato set di tag viene mostrato proprio attraverso

le “nuvole di tag”, secondo dei raggruppamenti cronologici o di

popolarità.

Ad esempio il sito technorati.com, nella slide seguente, permette di

vedere molteplici tag presenti nel sistema in una singola panoramica.

Nell’esempio seguente vediamo che i tag sono organizzati sia

secondo una classificazione cronologica sia secondo il loro livello di

popolarità.

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Dal momento che i sistemi di classificazione sociale comprendono

una vastissima quantità di contenuti, i meccanismi navigazionali di

ricerca costituiscono un altro metodo fondamentale di accesso ai tag.

Pertanto i sistemi sociali di tagging utilizzano delle tecniche

specifiche per filtrare il più possibile le ricerche.

Ad esempio è possibile per ogni risorsa vedere le relative risorse

taggate dagli altri utenti, spesso riportate con la dicitura “Le persone

che hanno visto questo hanno visto anche …”.

Page 85: Navigazione in contesti speciali

Ricerca di una risorsa specifica

Dal momento che i sistemi in questione possono contenere moltissimi

tag, alcuni tag possono apparire solo quando un utente visualizza una

data risorsa all’interno del tagging system.

Mostrare i tag che altri utenti hanno utilizzato per una stessa risorsa

indica un’importante tipologia di navigazione associativa che

conduce alla “scoperta” dell’oggetto ricercato.

Ad esempio su last.fm i tag di classificazione sociale per una risorsa

vengono visualizzati subito al di sotto della descrizione di questa.

Per visualizzare il maggior numero di tag è inoltre possibile

espandere la sezione “visualizza altro” per accedere alla tag cloud,

come evidenziato negli esempi seguenti.

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Creare un link diretto ad altri utenti

In un sistema sociale di tagging (social bookmarking) sono

fondamentali le relazioni dirette tra gli utenti del sistema.

Creando dei meccanismi navigazionali per un sistema di

classificazione sociale è importante evidenziare dove possibile questa

connessione. Si tratta infatti di un ulteriori elemento utile alla

scoperta di nuove risorse presenti in rete.

Tale elemento si poggia sulla seguente idea: se due persone usano tag

simili, ci sono buone probabilità che queste persone condividano uno

stesso interesse.

Pertanto visualizzare i tag inseriti e utilizzati da altri utenti può

rivelare nuove risorse, interessanti per entrambi.

Page 88: Navigazione in contesti speciali

I gruppi sono un’altra parte importante dei sistemi sociali di tagging.

Flickr ad esempio è ben conosciuto proprio per i suoi gruppi di

discussione.

Esempi di accesso e visualizzazione dei tag di gruppo in Flickr

Per ogni gruppo su Flickr è possibile vedere i tag di riferimento

utilizzati, attraverso il meccanismo navigazionale delle “nuvole di

marcatura” (tag cloud) come nell’esempio seguente.

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Aderire ad un tag attraverso RSS

Molti servizi di tagging permettono ai membri di aderire ad un tag

attraverso RSS (Really Simple Syndication). Con questa sigla si

indica uno specifico formato di diversi contenuti pubblicati e diffusi

in rete. Questo formato permette di creare una struttura che si presta a

contenere diversi dati e attraverso la quale è possibile visualizzare le

risorse di possibile interesse.

Con questo formato vengono realizzati i cosiddetti flussi RSS o feed

RSS che permettono agli utenti di rimanere aggiornati sui nuovi

contenuti presenti in quei siti di interesse già visitati, senza tuttavia

essere obbligati a visitarli nuovamente uno ad uno.

Page 91: Navigazione in contesti speciali

Aderendo ad un tag attraverso RSS l’utente verrà pertanto

costantemente informato, attraverso un lettore di RSS feed, di tutti

quei nuovi contenuti che condividono lo stesso tag.

Nell’esempio seguente vediamo che i membri del sito possono

aderire ad un tag per ricevere aggiornamenti.

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Esempio di “adesione” via RSS dal sito upcoming.com

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Approcci integrati

Alcuni siti, per l’organizzazione e una migliore visibilità e utilizzo

dei tag, utilizzano dei raggruppamenti (clusters). Il sito Flickr ad

esempio, per organizzare i contenuti in condivisione e facilitare

l’utilizzo del tagging system, ha predisposto dei raggruppamenti

tematici di foto. Le categorie create forniscono un importante aspetto

navigazionale.

Page 94: Navigazione in contesti speciali

Esempio di clusters in Flickr

Utilizzando una suddivisone in clusters è possibile accedere

direttamente attraverso il tagging system a contenuti simili.

Esplorando i contenuti di Flickr è tuttavia possibile filtrare secondo

ulteriori parametri gli elementi che si desidera visualizzare.

Page 95: Navigazione in contesti speciali

Tra le diverse opzioni disponibili troviamo ad esempio:

È possibile scorrere i contenuti cronologicamente (foto più recenti,

oppure caricate da un anno, ecc.)

È possibile scorrere i contenuti secondo il copyright (the

commons)

È possibile scorrere i contenuti secondo la loro popolarità (tag più

utilizzati)

È possibile scorrere i contenuti secondo il grado di interesse

attuale (foto interessanti degli ultimi 7 giorni)

Page 96: Navigazione in contesti speciali

Divisioni di questo tipo aumentano ovviamente con la crescita dei

contenuti in condivisione.

Esempio di categorie per approccio integrato in Flickr

Page 97: Navigazione in contesti speciali

FINE LEZIONE