Natale 2014

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MA QUANDO VENNE LA PIENEZZA DEL TEMPO, DIO MANDÒ SUO FIGLIO, NATO DA DONNA (Gal 4, 4) LEDUE ANTE S Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa BRESCIA N A T A L E 2 0 1 4

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giornale della Comunità edizione natalizia 2014

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MA QUANDO VENNE LA PIENEZZA DEL TEMPO,

DIO MANDÒ SUO FIGLIO,

NATO DA DONNA (Gal 4, 4)

“ ”

LEDUE ANTESParrocchia Sante

Bartolomea Capitanioe Vincenza Gerosa

BRESCIA

N A T A L E 2 0 1 4

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NATALE 2014 | 32 | NATALE 2014

FerialeInvernale 08.30 18.30 da lunedì a giovedì 08.30 20.30 venerdìEstivo 08.30 - da lunedì a giovedì 08.30 20.30 venerdì

Prefestivi 18.30

Festivo Invernale 08.00 10.00 11.15 18.30Estivo 08.00 10.30 - 18.30

Segreteria Parrocchiale Suor Antonietta 030 2301955Suore Maria Bambina Comunità 030 2310020Sagrestia Franco Perna 340 3726777Cons. affari economici Natale Cosatto 030 2310214Cons. Pastor. Parrocch. Daniela Sandonà 030 2306717Commissione Liturgica Francesca Bottari 030 2304064Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema 030 2304541Commissione Oratorio Flavio Nicassio 030 2311412Commissione Cultura Laura Di Palma 030 2319767Biblioteca Franca Crescimbeni 030 2310173Gruppo Missionario Marida Canori 030 2310253e Commissione CaritàEquipe Battesimi Salvatore e 030 2319777 Margherita Giuffrida ICFR Genitori Claudio e Elena Guarini 030 2310923 Catechisti/Animatori Don Andrea 030 2301793Ministranti Don Andrea 030 2301793 Davide Riccardi 030 2319767Amiche del giovedì Etiene Bicelli 030 2306347 Gruppo Pensionati Guido Masserdotti 030 2304297 Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli 030 2306347Atelier Betania Maria Mottinelli 030 2310206Caritas Carla Ghidini 030 2304526 Mamme del lunedì Monica Favalli 335 7167675Anche tu sei mio fratello Marilena Taini 339 1797419Coro adulti Antonio Idra 030 2306229Coro Voci dal cuore Alessandro Zanardi 030 2301535 ASD calcio Daniele Di Meo 349 4733618 Armando Mombelli 334 6818632ASD pallavolo Alex Guizzo 340 5818707 Gruppo Teatro Giamba Zambelli 030 3531228Redazione giornalino Laura Di Palma 030 2319767

Don Giacomo 030 2301955 [email protected] Andrea 030 2301793 [email protected] Domenico 030 2306876 [email protected]

I NOSTRI SACERDOTI

OPERANO NELLA COMUNITÀ

ORARIO DELLE SANTE MESSE

SOMMARIO

In redazioneLaura Di Palma, Loredana Mantovani, Dino Matesich, Filippo Milia,Delia Richiedei, Davide Riccardi, Orietta Cavaleri

Hanno collaborato a questo numeroDon Giacomo Franceschini, Don Andrea Dotti, padre Davide Boldini, suor Franca, fam. Plebani, Marida Canori, Giuliana e Claudio Signoriello, Angela e Flavio Nicassio, Barbara Bottari, Paola e Daniele Fumagalli, Renato Magni, Michele Zanardi, Daniele Di Meo, Marco Mor, Mario e Patrizia

“Le due Sante” trimestrale della Parrocchia Sante Capitanio e Gerosa - Brescia Dir. resp. Don Giacomo Franceschini (ODG elenco speciale) Aut. Trib. di Brescia - n. 46 del 23-11-2007PRIVACY E CERTIFICATI. La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino par-rocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’aggiornamento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

DON GIACOMO 3

DON ANDREA 4

IN COMUNITÀ 5

LE SUORE 6

SPECIALE PAOLO VI 8

9

10

10

TESTIMONI DELLA FEDE 12

IN COMUNITÀ 15

L’APPROFONDIMENTO 16

IN COMUNITÀ 17

IN COMUNITÀ 18

IN COMUNITÀ 19

IN COMUNITÀ 20

LE SUORE 22

L’ESPERTO 23

IN COMUNITÀ 24

DALLE MISSIONI 26

IN COMUNITÀ 27

28

Oratorio: luogo di una comunità incarnata

Va’ dove ti porta il SignoreSuor Antonietta e Suor Franca

Ti ho affidato la mia vita, Signore

La nostra famiglia a servizio della Chiesa

Si incarnerebbe Nostro Signore ai giorni nostri?

MA QUANDO VENNE LA PIENEZZA DEL TEMPO,

DIO MANDÒ SUO FIGLIO,

NATO DA DONNA (Gal 4, 4)

“ ”

LEDUE ANTESParrocchia Sante

Bartolomea Capitanioe Vincenza Gerosa

BRESCIA

N A T A L E 2 0 1 4

Vorremmo risentire il silen-zio di quella notte, dopo il bagliore subito sopito

degli angeli, muoverci anche noi verso una semplice grotta, an-cora odorante di fieno e di fiato di animali e intravedere, al tenue chiarore di una lampada, un bim-bo che vagisce nel tepore sobrio di un pugno di paglia. Vorremmo incontrare lo stupore dolce della madre, l’orgoglio te-nero del padre, stupore di un an-nuncio che ora prende volto: Dio ci ha visitati. Sostare in silenzio, bere a quegli sguar-di e farli nostri. E pensare una notte, un giorno, mille giorni, tutto il tempo necessario, per capire. Vorremmo stare lì e riposare il cuore. Dio ci salva facendosi piccolo!

Quanto sarebbe stato più effi-cace farsi grande e avere le file di spettatori, le masse, un inte-ro popolo ben disposto ad acco-glierlo! È Natale, spegniamo le luci colo-rate, togliamoci le cuffie, per una notte santa. I regali e gli auguri possono attendere, andiamo ol-tre l’evidenza. Dio ci salva in un bambino nato

povero e forse continua a nascere fra quelli

che non hanno po-sto nella società, ormai sazia di se stessa. Gesù spez-za la nostra facciata

di giustizia, la paura che ci fa blindati, nelle

idee accolte senza critica, nei sorrisi e saluti negati, nell’or-

ganizzazione del mondo, in cui domina solo l’economia, nei ca-scinali dismessi dove si celano i nuovi poveri, nel pane gettato nella pattumiera, nella mancata tenerezza per la vita che nasce o si spegne, nelle guerre lonta-ne, frettolosamente dimenticate. Venite Angeli, svegliateci! Dicia-moci con gioia che Gesù viene a noi perché ci ama, ama davvero ciascuno, personalmente, forte-mente, dolcemente... Rallegriamoci per questo amore e irradiamo attorno a noi quel che Gesù va effondendo nelle nostre anime. Il mondo ha bisogno di essere incentivato da questo fuo-co. Buon Natale, carissimi, nella gioia di quest’incontro sempre nuovo.

Don Giacomo

A Natale ci parli il silenzio

DON GIACOMO

Scuola di evangelizzazioneSeminario Maranathà

“Facciamoci le storie”

Natale 2014

In copertina:“Natività” olio su tela di Nikolinka Nikolova, Collezione privata

A NATALE CI PARLI IL SILENZIO

Per quest’anno vorremmo sottrarci alla baraonda di luci, suoni, regali dovuti e richieste d’aiuto che ci invade a Natale.

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Ero forestiero e mi avete ospitato...

Buono a sapersi

Associazione Pensionati: il nuovo presidente si presenta

È festa! Cantiamo al Signore!

A casa di Paolo VI

DIO CI SALVA

FACENDOSI PICCOLO

”“

La pecorella nera

Una rete per pescare...avvisi e informazioni

Piccole voci crescono

Anagrafe parrocchiale

Tu sei il mio rifugio

Mese dello sportivo

Nelle preghiere e nei canti dell’Uganda al centro c’è Dio

La veglia missionaria dedicata a Paolo VI

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NATALE 2014 | 54 | NATALE 2014

In questo tempo di Avvento siamo chiamati a con-templare il mistero che ha mutato la vicenda dell’in-tera umanità. Dio, che ha creato l’uomo, decide di

nascere come un uomo. A tal proposito Dante dice che in Maria l’umanità è divenuta così bella e nobile “che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura” (Par XXXIII,5-6), ossia che il creatore è divenuto come una creatura. Se questo è vero in assoluto per l’even-to dell’incarnazione di Gesù nel grembo di Maria, noi sappiamo anche che questa unione tra Dio e l’uomo si allarga a tutta l’esperienza umana tanto che il concilio Vaticano II ci fa leggere che «con l’incarnazione il Fi-glio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo» (GS 22). A noi, come ai Magi, è chiesto oggi di guardare ai segni dei tempi in cui siamo inseriti per cercare la carne di Cristo. Guardando la stella infatti i magi sono portati a contemplare le bellezze del firmamento, ma la stella non porta ad una contemplazione solo cele-ste, anzi chiede ai tre Re di abbassare lo sguardo su una grotta e a guardare nel ventre della terra una carne che è divina, che è il Bambino Gesù. Questo esercizio

di guardare in alto ed essere condotti poi a guardare alla terra è ciò che permette ai cristiani di fare memo-ria continua dell’incarnazione. Oggi certo noi troviamo la presenza reale del corpo di Cristo nell’Eucaristia che continuamente riceve il gesto di adorazione come quello dei magi da parte dei nostri adoratori, ma accanto a questo chiediamoci dove pos-siamo adorare la carne di Cristo. È la comunità il luogo dove riceviamo la grazia di un Dio che si fa vicino a noi. Possiamo allora sottolineare che tra i luoghi che la comunità si è data per celebrare Dio-con-noi vi è lo spazio dell’oratorio pensato come luogo in cui si possa condividere la vita cristiana nella sua quotidianità. La comunità può così trovarsi a custodire e contemplare Cristo nel volto dell’altro e in particolare dei più piccoli o giovani. Questo luogo è veramente adatto alla vita comunitaria non a partire dai suoi ambienti, ma dalle persone che lo animano. Per questo possiamo rilan-ciare, anche sulla scorta del lavoro fatto dalla nostra diocesi sull’efficacia educativa degli oratori, il nostro oratorio come luogo di evangelizzazione, una evange-lizzazione che si concretizza nelle attività specifiche di preghiera, annuncio, catechesi e carità, ma che poi si scioglie dentro alla moltitudine di tempi aspecifici, ma che caratterizzano il quotidiano. Pensare che un’ora passata in oratorio senza esservi convocati per appun-tamenti di varia natura sia irrilevante è come pensare che uno sguardo al cielo sia solo contemplare la volta celeste, ma in quella volta la stella c’è e l’attenzione e l’umiltà possono far camminare spediti verso Cristo. Inoltre l’oratorio non è solo affidato a specialisti, ma a tutta la comunità e quindi anche il ministero dell’edu-cazione alla buona vita del Vangelo. Cristo, che viene anche in questo Santo Natale in mezzo a noi, ci aiuti a cercare il suo volto nell’Eucaristia e nei volti di tutti i fratelli in attesa della sua venuta nella gloria.

Don Andrea

ORATORIO:LUOGO DI UNA COMUNITÀ INCARNATA

DON ANDREA

“Tu sei sacerdote per sempre”. Pochi giorni dopo l’ordinazione che impressione ti fa?Il 4 ottobre, giorno della mia ordinazione, ero molto emozionato. Pur avendo già svolto una buona parte del mio cammino, questa è stata la parte conclu-siva e, in assoluto, la più sentita. Quel pomeriggio entrando in chiesa, il coro ha cantato proprio “Tu es Sacerdos in aeternum”: in quel momento mi sono rilassato e ho sentito tutta la chiesa ricolma di amo-re e di speranza, ricolma della Presenza di Dio, pie-na di eternità in un piccolo istante, e, riprendendo le parole del vescovo di quel giorno, è giusto che un sacerdote ricordi che tutti tendiamo all’eternità. Quindi riascoltando queste parole mi sento invadere sicuramente di una responsabilità che ho affidato nelle mani di Dio Padre che mi sosterrà in eterno.

A Gambara le cerimonie sono state molte se-guite, sentite e solenni. Quali erano i tuoi senti-menti in questi momenti?Sì, le due cerimonie, quella dell’ordinazione e la pri-ma messa, sono state vissute molto intensamen-te dalla popolazione di Gambara che ha accolto in questi ultimi anni una nuova vocazione e con il 4 ottobre, citando alcune parole dette insieme ad al-tre parrocchie, ha “forgiato un nuovo sacerdote”.

I miei sentimenti in queste celebrazioni sono stati molto intensi, in primis c’è la gratitudine del dono che mi è stato fatto e poi per il dono di una fami-glia cristiana dove sono cresciuto, ma soprattutto la comunità di Gambara che con il battesimo mi ha educato nella fede e mi ha sostenuto nei momenti della mia adolescenza e delle grandi scelte. E qui vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono sta-te vicine e si sono prodigate per la preparazione di queste feste.

I momenti più importanti?Difficile dire i momenti più importanti delle celebra-zioni. Però, pensandoci bene, ce ne sono stati tre o quattro nei quali ho sentito la presenza dello Spirito Santo. Il primo è stato il momento del canto del-le Litanie: in quell’attimo, sdraiato in terra, mi sono sentito davvero abbandonato al Creatore, mi sono davvero sentito tutto suo. Il secondo momento è stato quello dell’imposizione delle mani da parte di tutti i sacerdoti presenti e del Vescovo: in quell’i-stante ho sentito davvero la comunione di tutta la Chiesa. Il terzo momento è stato quello dell’omelia di Padre Igor alla prima messa, dove ho sentito dav-vero l’esperienza dell’amore di Dio nell’esempio di qualcuno che ha donato tutto se stesso ai giovani. Il quarto sono stati i ringraziamenti, dove mi sono davvero emozionano perché ho percepito la gioia del popolo di avere un nuovo sacerdote.

Del tuo percorso di preparazione cosa ricordi con più piacere?Degli anni di formazione passati in preparazione al sacerdozio quello che ricordo con più piacere è l’anno di noviziato, in Brasile. In quell’anno passato lontano dall’Italia, da casa e dagli amici, ho speri-mentato cosa vuol dire essere accolto, cosa vuol

Padre Davide: nuovo sacerdote piamartino.

TI HO AFFIDATO LA MIA VITA, SIGNORE

IN COMUNITÀ

Gesù si incarna nei volti della comunità.

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dire accogliere e cosa vuol dire fare parte di una cul-tura che non è la tua, ma soprattutto ho scoperto una nuova famiglia, “la congregazione S. Famiglia di Nazareth” che mi ha mostrato il suo lato famigliare e mi ha accolto davvero come un Figlio.

Erano presenti molti giovani, cosa diresti loro?Alla celebrazione non mancavano si-curamente i giovani, a partire dai mini-stranti, ragazzi di catechismo delle varie parrocchie dove sono stato, i miei amici, il gruppo vocazione e il Movimento Giovanile Piamar-tino. Che cosa dire loro? Cari giovani, ragazzi, ado-lescenti: basate la vostra vita sulla fiducia a Dio, ma non dimenticate che il primo aspetto della fiducia è volere bene ad una persona e riuscire a perdonar-

la. Quando riuscirete allora a vedere Cristo nel volto dell’altro, sarete già a metà strada per il Paradiso!!!

Hai l’impressione che Padre Piamarta fosse presente nella tua Gambara?

Più che aver sentito una presenza, mi sono sentito osservato: naturalmente è una battuta, anche se ha una par-te di verità, perché ho sentito posato su di me uno sguardo che portava i

sentimenti di un Padre. All’istituto Bon-signori, dove ho studiato, c’era scritto

“Padre Piamarta per i figli dei Campi”: prima ero un figlio dei campi ora mi sento ancor più Figlio di Dio e confratello di Padre Piamarta, impegnato a continuare la sua opera.

P. Davide Boldini (intervista tratta da FP)

Carissimi, finalmente riesco a rita-gliarmi uno spazio per farvi

giungere mie notizie da Venezia.Come voi sapete sono arrivata a Venezia il 6 Settembre, ufficial-mente ho iniziato il mio servizio in carcere il 1° Ottobre...L’esperienza che sto vivendo è uni-ca... e la considero una grazia del Signore. Servire gli ultimi è un pri-vilegio che in questo momento mi è stato affidato e ne comprendo piano piano la profondità: stare a contatto con le donne recluse, mi fa gustare in modo particolare la libertà di cui godo, ma soprattutto mi “costringe a stare in contatto” con la realtà di me che è, come per ogni persona, un misto di luce ed ombra... Le donne che incontro non sono dei “mostri”, la televisione spesso ce ne parla così..., anche se hanno commesso colpe molto gravi.

Mi trovo a contatto anche con ra-gazze giovani: 21, 22 anni... tra loro ci sono persone con pene lunghe 17-18 anni di reclusione. L’altro giorno ho ascoltato una ragazza di 22 anni col “fine pena MAI”: erga-stolo ostativo... all’inizio ho sentito tutta la mia impotenza, cosa dire? Quale speranza additare a una ra-gazza che dovrà passare il resto della sua vita in carcere?Poi mi sono venute alla mente le parole di Gesù nel Vangelo... “Ero in carcere e siete venuti a visi-tarmi”, non a salvarmi.Ecco il mio compito, ecco la mia missione: portare un po’ di sollie-vo a chi sta vivendo momenti di grossa fatica e sofferenza, come la Veronica che non ha cambiato il corso della vita a Gesù, mentre sa-liva il Calvario, ma con il suo gesto di umanità gli ha recato un po’ di sollievo!Le emozioni in carcere sono am-plificate, tutto qui viene vissuto con una intensità che fuori difficil-

mente si sperimenta....Le messe che celebriamo al Saba-to pomeriggio, sono un’ immersio-ne in una umanità ferita che chiede misericordia e pace. Sono davvero speciali e tocco con mano, ogni volta, la presenza di Gesù che con-divide la nostra umanità.Vi penso spesso, sento nostalgia della comunità e del “nostro bellis-simo coro Voci dal cuore” e coltivo nel cuore la speranza che una mes-sa in carcere sia animata da voi.Vi invio alcune foto di Venezia e del carcere... vi abbraccio forte forte.

Suor Franca

Nei mesi scorsi suor Antonietta e suor Franca,due suore attive in parrocchia da tempo, sono state trasferite a nuova destinazione: a loro il nostro grazie per quanto ci hanno donato.

LE SUORE

Proveniente da Edolo, suor Antonietta era arrivata in parrocchia sul finire dell’e-

state 2011 e aveva iniziato il suo servizio tra noi con l’inizio dell’anno pastorale 2011/2012. Il suo prov-videnziale arrivo è stato un vero e proprio dono: in questi tre anni suor Antonietta ha operato in segreteria ma soprattutto si è resa disponibile come referente dei catechisti de-

gli adulti, che in lei hanno sempre trovato una spalla forte e sensibile al tempo stesso. Con l’inizio del nuovo anno pastorale, lo scorso settembre, suor Antonietta è stata trasferita dai suoi superiori a nuova destinazione; le auguriamo dunque ogni bene per il suo attuale com-pito e ringraziamo il Signore che ci ha permesso di camminare con lei lungo un tratto di strada.

SUOR ANTONIETTA

SUOR FRANCA

BASATE LA VOSTRA VITA SULLA FIDUCIA

A DIO

”“

VA’ DOVE TI PORTA IL ...SIGNORE

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SPECIALEPAOLO VILA NOSTRA FAMIGLIA A SERVIZIO DELLA CHIESA

Cari fratelli, con gioia condividia-mo con voi il dono che ci ha fatto il Signore il 19 ottobre scorso,

permettendoci di partecipare alla Mes-sa di beatificazione di Paolo VI con la nostra famiglia, portando i doni durante l’offertorio. La chiamata è giunta a lu-glio, quando il nostro Vescovo cercava una famiglia disponibile a svolgere que-sto servizio. La richiesta era che ci po-tessero essere i genitori, i figli e i nonni. Questo per noi è stato molto significa-tivo perché abbiamo letto una chiamata del Signore a ricordarci da dove siamo venuti e ad essere umili, rifuggendo la tentazione di credere di esserci fatti da soli. Le giornate a Roma sono state molto ricche e feconde dal punto di vista spiri-tuale, con la visita alla tomba del Beato e le prove il sabato mattina, durante le quali, al di là della semplice organizza-zione, siamo stati invitati da Mons. Ma-rini a considerare questa celebrazione come una chiamata alla nostra santità, a partire dalla contemplazione della bel-

lezza della vita del Papa, per cercare di rendere belle le nostre vite. Abbiamo quindi proseguito la giornata con la confessione nella Basilica di San Pie-tro e la Messa al Santuario del Divino Amore, presieduta dal nostro Vescovo insieme ai rappresentanti della Diocesi di Brescia. Abbiamo potuto incontrare lì il sacerdote che ci ha sposato, che ora vive a Roma, e anche questo per noi è stato molto significativo: proprio da quel giorno è iniziata la nostra vocazione e da lì ha avuto origine la nostra famiglia. È stata la celebrazione del sacramento

del matrimonio che ha trasformato il nostro amore di uomo e donna e ci ha donato un nuovo amore per lo Sposo Gesù, inserendoci nella Chiesa come nuova cellula che presenta, in piccolo, le stesse caratteristiche del Corpo.Siamo stati ospitati con grande disponi-bilità dalla Comunità Missionaria di Villa-regia, e le cene insieme sono state oc-casione per una profonda condivisione della fede con i missionari. La giornata di domenica è iniziata con uno scambio fitto di messaggi con tanti di voi, che ci ha fatto ricordare che non eravamo solo noi presenti in piazza San Pietro quella mattina, ma che all’offertorio avremmo portato insieme a noi, davanti al Papa, tante famiglie che condividono con noi la passione di essere parte della Chiesa, ricercando giorno dopo giorno la strada che il Signore ci presenta per divenirlo sempre più in profondità.La celebrazione è stata faticosa, per le lunghe ore di attesa e il sole forte, ma come sempre all’occorrenza il Signore dà la forza di cui abbiamo bisogno. An-cora le parole del Papa nell’introduzio-ne e durante l’omelia le abbiamo colte come un invito a proseguire nel cammi-no di sequela di Cristo, accompagnati dagli esempi che Lui ogni giorno ci met-te accanto. Il momento dell’offertorio è stato vissuto con serenità assoluta, da

La Beatificazione di Paolo VI e l’incontro con Papa Francesco.

NATALE 2014 | 98 | NATALE 2014

noi, dai figli e dai nonni. Tutta la ten-sione della preparazione è svanita e ci siamo sentiti guidati direttamente dal Maestro. Speriamo che le carezze del Papa che si sono portati a casa i nostri figli restino nel loro cuore come ricor-

do di una dolcezza infinita, che possa aiutarli a superare i momenti di ama-rezza che inevitabilmente dovranno affrontare nella loro vita. Ringraziamo ancora il Signore per que-sta significativa esperienza di famiglia

che ci ha donato, certi che i frutti po-tremo coglierli e gustarli negli anni a venire.

Federico, Luisa, Davide, Cristina, Sara, Giovanni,

Pietro, Francesca e i nonni

CONOSCIAMO IL NOSTRO PAPA BRESCIANONELL’ANNO DELLA SUA BEATIFICAZIONE

Venerdì 17 ottobre Padre Marcello dei Saveriani, Padre Tullio dei Comboniani, insieme al nostro parroco Don Giacomo, hanno guidato la Veglia

Missionaria zonale aperta a tutte le parrocchie vicine per un momento di preghiera comunitario segno di unità e condivisione della chiesa locale.La veglia ci ha condotto ad approfondire alcuni aspet-ti della figura di Paolo VI, del quale si è celebrata la beatificazione il 19 ottobre, che nel suo lungo ponti-ficato (1963-1978), ha avuto modo di manifestare le sue convinzioni missionarie in mille occasioni.Fu il primo papa ad uscire dai confini della nazione italiana, il primo a recarsi in Africa, in Terra Santa, in India, alle conferenze episcopali dell’Asia, all’Assem-blea delle nazioni Unite.I suoi viaggi apostolici hanno aperto la via ai Papi successivi, tanto che non è più concepibile un Papa “chiuso in Vaticano”. Paolo VI è “uscito” ed è stato profeta della “Chiesa in uscita” di Papa Francesco.È stato un uomo di grande fede, pienamente orientato all’evangelizzazione, capace di misurarsi con la cul-tura moderna. “Per la Chiesa non si tratta soltanto di predicare il Vangelo in fasce geografiche sempre più vaste o a popolazioni sempre più estese, ma anche di raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i modelli di vita dell’umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e con il disegno di salvezza…occorre evangelizzare in modo vitale, in profondità e fino alle radici, la cultura e le culture dell’uomo, partendo sempre dalla persona e tornando sempre ai rapporti delle persone tra loro e con Dio.” (Dall’esor-tazione apostolica Evangelii nuntiandi - 1975).Nella “Ecclesiam suam”, promulgata nel 1964, a Con-cilio aperto, Papa Montini prefigura una Chiesa che si apre al mondo attraverso il dialogo; una comuni-tà cristiana che si apre, si avvicina e cammina nella storia degli uomini e dei popoli in tutti i continenti.A novembre del 1970, nel suo viaggio missiona-rio verso le nazioni dell’Oceania volle fermarsi, sia pur brevemente, all’aeroporto di Dhaka capitale del

Bangladesh per portare una parola di confor-to alla nazione colpita il 12 novembre 1970 dal ciclone Bhola che fu gravissimo e provocò quasi cinquecentomila vittime: “Vengo a voi come amico ad amici, come fratello a fratelli, per dirvi quan-to condivido la vostra pena in questa occasione, quan-to mi sento unito alle famiglie in lutto, quanto vorrei confortarvi con la mia fraterna amicizia. Vengo a voi come capo della religione cattolica, il cui Fondatore ha fatto dell’amore fraterno il segno dal quale sarebbe-ro stati riconosciuti i suoi discepoli…La mia parteci-pazione viene dal cuore, perché credo fermamente che noi siamo figli della stessa famiglia umana. La tristezza che oggi pervade il vostro popolo non deve volgersi in disperazione: possano queste testimo-nianze concrete dell’intensa commozione degli uo-mini che li spinge a venirvi in aiuto, essere per voi una luce nell’oscuro periodo che attraversate e un conforto che vi faccia riprendere animo e ritrovare la fiducia in un domani migliore…Assicuro tutti coloro che piangono e tutti coloro che soffrono, quale sia la loro religione, della mia supplichevole preghiera a Dio, Signore di tutte le cose e Padre di tutti gli uomi-ni, perché conceda ad essi il conforto della sua pro-tezione e la dolcezza del suo amore misericordioso”.Al termine della Veglia è stata distribuita la preghie-ra composta dal nostro vescovo Luciano Monari per la beatificazione di Paolo VI, con allegato un piccolo sacchetto di terra nel ricordo del gesto compiuto da Papa Montini durante i suoi viaggi, ripetuto simbo-licamente all’inizio della veglia, come esempio di condivisione e di unità con i popoli della terra. È un segno che rappresenta i luoghi di lavoro, di studio, di famiglia, le “terre di missione” dove ogni giorno il Signore ci invia e ci precede per continuare, insieme a Lui, l’annuncio del Vangelo con la nostra vita.

Marida

LA VEGLIA MISSIONARIA DEDICATA A PAOLO VI

Page 6: Natale 2014

NATALE 2014 | 1110 | NATALE 2014

SPECIALEPAOLO VI

SI INCARNEREBBE NOSTRO SIGNORE AI GIORNI NOSTRI?

NATALE 2014 | 11

CONOSCIAMO IL NOSTRO PAPA BRESCIANONELL’ANNO DELLA SUA BEATIFICAZIONE

La domanda può sembrare ten-denziosa e provocatoria, ma è conseguente ad una rifles-

sione sul fatto che Nostro Signore scelse per incarnarsi, un mondo pa-cificato, sotto l’imperatore Augusto.

Possiamo dire altrettanto del nostro oggi, quando ogni mezzo di comu-nicazione riporta la fotografia di una realtà inquietante, anzi tragica? Im-magini di guerre, uccisioni, assas-sini, corruzione, degrado ambien-

tale, manifestazioni di piazza che degenerano in pestaggi, pedofilia e prostituzione minorile sono offerte come il pane quotidiano insieme ai dati di una crisi economica epocale. Fatti gravi, sì, ma molto più tragica

Per il pomeriggio di domenica 30 novembre la nostra parrocchia, sempre pronta a promuo-vere iniziative che stimolano la crescita della

fede, ci ha invitato a partecipare ad una visita guidata a Concesio, presso la casa nativa del Papa brescia-no Paolo VI. Un numero di 20 persone, tra cui alcuni bambini, hanno risposto con entusiasmo a questo invito. Spinte dal desiderio di conoscere, di vedere, nonché di acquisire maggiori informazioni sul tra-scorso del nostro Papa, sono state accolte con gio-ia da una suora della Comunità Religiosa di Figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane di Don Bosco), la quale, facendoci accomodare in una sala ben riscaldata, si è resa disponibile a ricostruire nel minimo dettaglio, avvalendosi anche di filmati, la vita di Paolo VI. En-trando nel vivo della visita, abbiamo avuto la possi-bilità di apprezzare l’arte e l’arredo di queste stanze. Questa casa custodisce la storia di Paolo VI fin dalla nascita e vedere il luogo in cui è nato, leggere le pri-me lettere scritte di proprio pugno alla madre in età

scolare, quelle dalla Polonia nonché quelle scritte da Papa, hanno suscitato in noi tutti stupore ed ammi-razione per questa straordinaria e grandiosa figura. La visione di altri oggetti, che in certo senso hanno segnato la vita del nostro Papa, la reliquia rappresen-tata dal pugnale con il quale è stato ferito durante una visita apostolica, alcuni capi di abbigliamento papa-le, nonché libri storici appartenenti alla sua famiglia, hanno reso questo visita affascinante ed unica nel suo genere. Conoscere la vita, le gioie e le sofferenze di questo uomo ci ha arricchiti di umanità e di umiltà. Abbiamo avuto la possibilità di riscoprire un uomo che con saggezza e talvolta in solitudine ha cercato per la prima volta un dialogo tra la chiesa e il mondo e ha introdotto il culto alla Madonna grazie alla fede di sua madre. Nel rivivere i momenti più importanti della vita del beato Paolo IV abbiamo potuto riflettere sul ruolo che ha la famiglia nel trasmettere ai propri figli l’amore, la fede, e il coraggio di essere veri cristiani anche con piccoli gesti quotidiani come la preghiera, l’accogli-mento, la riflessione e l’ascolto. Un grazie ai nostri Don e alla Commissione Famiglia che hanno promosso questa iniziativa.

Giuliana e Claudio

è la convinzione della gente che niente può cambiare ed è ormai rassegnata a vivere alla giornata, contando solo su se stessa. L’as-senza delle istituzioni, la sfiducia nella giustizia e nella classe politi-ca, che invece di preoccuparsi del-la realtà fa della pura demagogia, la disoccupazione dilagante e la scar-sità del lavoro che ai giovani toglie aspirazioni e progetti per il futuro, privano l’animo di certezze e spe-ranze. Si vive come viandanti sen-za una meta, in cerca di una strada e una guida che ci riporti all’antica dignità di uomini. In queste condi-zioni, che tipo di Natale sarà il no-stro? Dove potremo trovare nuovi stimoli e ragioni valide per reagire e cambiare? Noi cristiani, soprat-tutto bresciani, dovremmo ricorda-re e trovare le risposte nelle parole che il nostro Papa Paolo VI pronun-ciò nel corso di varie celebrazioni natalizie. Trovo che le più consone al momento di crisi generale che stiamo attraversando siano quelle rivolte ai fiorentini in un Natale di quasi cinquanta anni fa, per rincuo-rarli e portare loro un messaggio cristiano di speranza. Rileggendole mi sono stupita della loro attualità. Il Papa avrebbe potuto benissimo rivolgersi a noi con le stesse parole in questo Natale 2014. Ne riporto i passi più significativi, che data la lunghezza del testo, ho cercato di legare fra loro, nel tentativo di dare continuità al discorso. Non li com-mento di proposito perché non mi sento all’altezza, ma anche perché ognuno possa rielaborarli autono-mamente, trovandovi forza, corag-gio, fiducia e certezza cristiana in Nostro Signore, che con grande misericordia vede le nostre mise-

rie, ma torna anche quest’anno ad incarnarsi per noi. “Nella grande prova la nuova cer-tezza di fede! Siamo venuti per condividere la speranza che ci fa rinascere come popolo vivo ed uni-to; popolo laborioso e credente. Ri-nascere, figli carissimi, è una gran-de parola, spesso fraintesa, dai satelliti della moda, o dai sovversivi delle strutture. È una parola che sa di utopia per chi non conosce il Natale. Rinascere vuol dire rifare se stessi, i propri pensieri, i propri propositi. Rinnovatevi nello spirito della vostra mentalità, per ritrovare le energie interiori, che la tradizione cristiana ha inserito nell’essere vo-stro, e riacquistare coscienza delle supreme aspirazioni del nostro tem-po, la giustizia, quella sociale spe-cialmente, e la pace, quella interna-zionale. Ed è per riaccendere in voi codesta coscienza, codesta fiducia, in un’ora che può essere decisiva per il vostro orientamento morale, che noi siamo venuti a celebrare il Natale, non solo di Cristo, ma vo-stro, il Natale della speranza cristia-na. Sì, diamo a questa celebrazione religiosa, il suo pieno significato re-ligioso. Celebriamo la beata memo-ria dell’umile e meravigliosa nascita di Cristo nel mondo, nella storia, fra noi, uomini dispersi e cercanti. Anzi una sua rinnovata presenza noi ce-lebriamo. Ed è così vero, così sug-gestivo questo avvenimento, che non è fantasia pensare a noi stessi come viandanti nello sconfinato pa-norama della vita, i quali si mettono al passo sopra uno stesso sentiero, e l’uno all’altro si rivelano pellegrini verso una stessa meta. Eccoci in-sieme. Dove andiamo? Andiamo a Cristo. Chi è Cristo? Dov’è Cristo?

Il Salvatore? Il Maestro? Il Verbo di Dio vivente nella povera e pura carne di Gesù, resosi nostro fra-tello, nostra guida, nostro collega, nostro amico, anzi nostro capo, no-stra vita? Se questo è vero, come è vero, ecco è stupendo, è sbalorditi-vo. Sì, è vero, voi lo sapete e nes-suno sia stupito o scandalizzato se l’apparizione delude ogni fantasia trionfalistica, ma si presenti invece nelle vesti dell’umiltà, della povertà, dello squallore terreno: una rivela-zione di suprema bontà, un’offerta di fratellanza a pari livello con ogni uomo, intenzionalmente compreso l’uomo minore, l’uomo minimo, e una tacita, ma potente lezione rie-ducativa sui veri valori della vita, non poteva avvenire che così: l‘humilis Deus del Presepio è proprio quello che ci può convincere e che può finalmente cavare dal nostro arido cuore la nuova scintilla, l’amore. Questo è il Natale!”.

Loredana

A CASA DI PAOLO VI

Natale di Paolo VI a Firenze (1966)

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NATALE 2014 | 1312 | NATALE 2014

TESTIMONIdella FEDE

SEMINARIO MARANATHÀL’Apocalisse di San Giovanni parla alla nostra vita quotidiana a servizio della comunità.

SCUOLA DI EVANGELIZZAZIONE

Si è conclusa a metà dicembre l’esperienza parrocchiale della Scuola di Evangelizza-zione, seguita e partecipata con costanza e

impegno da una cinquantina di persone… coppie di sposi, ma anche singoli e vedovi, giovani ma an-che di una certa età… tutti accomunati dal deside-rio di non trasformarsi in quei “cristiani mummie da museo” di cui Papa Francesco parla in Evangelii Gaudium.Da subito ai partecipanti è stato chiaro che Gesù non fa agli apostoli un invito, dicendo: “Gradi-rei la vostra gentile collaborazione per l’opera di evangelizzazione del mondo”.Nemmeno una proposta: “Nel tempo della mia assenza, se lo ritenete opportuno, potreste impe-gnarvi nell’evangelizzazione”.Neppure dà un consiglio, come fece per esempio con il giovane ricco quando gli disse: “Se vuoi es-sere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e se-guimi” (Mt 19,21).Gesù usa l’imperativo, con gli apostoli e con tutti noi: “Andate e predicate il Vangelo ad ogni crea-tura”! È un comando e come tutti i comandi esige

obbedienza immediata. Proprio da qui, dal grande mandato di Gesù, è partita l’esperienza della Scuola di Evangelizza-zione della nostra parrocchia e anche dall’inco-raggiamento di Paolo VI che, nel presentare il documento di riferimento della storia dell’evange-lizzazione contemporanea, l’Evangelii Nuntiandi, diceva:“Non bisogna avere paura a ricominciare da capo la complicata ed estenuante missione del-la evangelizzazione”. Per essere sinceri, dobbiamo ammettere che, pri-ma di questa serie di incontri, quando sentivamo il termine “evangelizzazione”, ci venivano alla mente domande strane ed imbarazzanti: “Che cosa vuol dire? ... Andare di casa in casa, martellando la te-sta della gente con le storie del Vangelo? ... Andare contro la privacy altrui “pilotando” la discussione, che abbiamo con qualcuno, su Gesù? ... Maga-ri tentando di “plagiare” con tecniche di vendita, trucchi o cose del genere?”.Questi dubbi ci assalivano perché eravamo abitua-ti a vedere solo nei preti, nelle suore e nei cate-chisti gli “incaricati ufficiali” dell’evangelizzazione, cosicché non riuscivamo ad immaginare in ogni

Quando abbiamo più bisogno di un dinamismo missionario che porti sale e luce al mondo, molti laici temono che qualcuno li inviti a realizzare qualche compito apostolico, e cercano di fuggire da qualsiasi impegno che possa togliere loro il tempo libero (…)Così prende forma la più grande minaccia, che «è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenerando nella meschinità». Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolcia-stra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come «il più prezioso degli elisir del demonio». Chiamati ad illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che generano solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo apostolico. Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Papa Francesco Evangelii Gaudium (81 e 82)

singolo battezzato un evangelizzatore, se non… accostandolo ad un testimone di Geova.L’abitudine, in questo caso, ci stava giocando un brutto scherzo! Infatti, le testimonianze bibliche e storiche sottoli-neano che la Chiesa originaria si accrebbe in modo sorprendente, perché tutti i cristiani si sentivano in dovere di comunicare la gioia della fede e della salvezza ricevuta a tutti coloro che facevano parte del loro ambiente di vita: a quelle persone cioè che già conoscevano, perché con loro vi erano delle re-lazioni di vita quotidiana.Una lettura dell’attuale contesto storico-culturale ci mostra chiaramente come le nostre parrocchie siano protese, con fatica, a tenere viva e forte la vita cristiana di chi già partecipa alla vita parroc-chiale. Quindi, nonostante tutti gli aspetti positivi che le nostre comunità sperimentano, nonostante la varietà e l’intensità delle nuove proposte, esse ri-mangono spesso “autocentrate” e forse proprio per questo motivo la parrocchia non sembra più in grado di “convertire” nuove persone a Cristo… anzi, sono sempre di più coloro che si allontanano rispetto a quanti si avvicinano, nonostante un’ade-guata, efficiente e ben amministrata struttura nella quale le persone sono invitate a nutrirsi spiritual-mente. Tante volte la parrocchia è stata anche per noi il luogo dove ricevere nutrimento mentre continua-vamo a vivere la nostra fede in Cristo in forma privata ed intimistica… abbiamo fatto della nostra fede una cosa talmente personale che, per esem-pio, quando come genitori vorremmo trasmetterla ai nostri figli, ci troviamo in difficoltà a fare un an-nuncio esplicito, a parlare loro di Gesù.Tanto ci risulta naturale partecipare a delle cele-brazioni e magari anche fare opere di carità, tanto, invece, troviamo “innaturale” non solo evangeliz-zare i non credenti che incontriamo, ma anche par-lare della nostra fede, di Gesù con i colleghi, con i vicini di casa o con altri credenti.“Li chiamò perché stessero con Lui e per mandarli

a predicare” (Mc 3,13-15). A lungo siamo stati con-sapevoli solo della prima parte di questa frase del Vangelo di Marco (lo stare con Lui): eravamo con-vinti che “lo stare con lui” servisse esclusivamente a noi, per darci una “carica” spirituale nell’affron-tare la vita. In realtà così facendo indebolivamo la nostra fede e le impedivamo di crescere.Avete mai pensato che se noi, oggi, possiamo spe-rimentare la gioia e la bellezza dell’amore di Gesù è perché in questi duemila anni tante persone, a partire dagli apostoli, hanno trasmesso la loro fede a quanti hanno incontrato nel cammino della loro vita? Certamente tutto questo è innanzitutto azione di Grazia e opera di Dio, ma è altrettanto vero che il progetto di Dio per la salvezza di ogni uomo passa dalla collaborazione di ciascuno di noi. Proprio noi! Se saremo mossi dall’esperienza personale dell’in-contro con Gesù, se avremo nel cuore il desiderio di condividere la bellezza di questo incontro con ogni persona che incontriamo, come discepoli, attraverso la preghiera, l’amore, il servizio… po-tremo annunciare “strada facendo”, cioè lungo il cammino della nostra vita, il Vangelo.Evangelizzare non è catechizzare: un catechista può aiutare un gruppo di persone a crescere in quella fede che essi hanno già. Evangelizzare, invece, è far fare all’altro l’esperien-za della fede che non è trasmissione di dati, ma è appunto una “esperienza”, innanzitutto d’amore.Quindi, rispetto al parlare di questioni di fede con una persona incontrata occasionalmente, evange-lizzare nel proprio ambiente di vita è un impegno più difficile, ma più coinvolgente, perché chi evan-gelizza deve farsi veramente “prossimo”, manife-stare un amore nuovo, una nuova attenzione pro-

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NATALE 2014 | 1514 | NATALE 2014

TESTIMONIdella FEDE

prio a chi già conosce tutto di lui.Ciò rende tutto più autentico: non evangelizzo chi tutto sommato può conoscere di me solo il lato di buon cristiano, ma chi conosce le mie “maga-gne”, i miei trascorsi. Non approfitto del fatto che l’altro non sappia nulla dei miei errori, ma utilizzo proprio il mio e il suo “peccato” per far risaltare il perdono di Dio. Non è perché ho tutto sommato un buon rappor-to, consolidato nel tempo, con quella persona che posso evangelizzarla, ma attraverso le diffi-coltà intercorse nei rapporti precedenti, magari proprio a causa mia, potrò mostrargli la mia sin-cera conversione che potrà aprirgli il cuore all’a-more di Dio. L’evangelizzazione è la testimonianza di quello che si è visto, di quello che si è capito, della gioia che ci è stata donata con il Vangelo di Gesù, la trasformazione che è avvenuta per avere incon-trato il Salvatore. Si tratta quindi di coinvolgere.Allora per non essere quelle “mummie” che tanto poco piacciono al nostro Papa Francesco, ci sforzeremo di testimoniare con la nostra vita, condividendo il cambiamento del nostro cuo-re, raccontando di un modo diverso di vedere le cose, le persone, le relazioni, il valore stesso della vita. Testimonieremo ciò che Gesù ha com-piuto nella nostra vita perché anche l’altro Lo in-contri. Annunceremo la nostra “vita nuova” per aiutare altri a giungere a questa novità. Alla scuola di Evangelizzazione abbiamo impara-to che è necessario dire e dare la “propria” fede, anche se piccola, proprio per farla crescere, pro-prio per la realizzazione piena della nostra iden-tità di cristiani.In parrocchia allora ci sforzeremo di passare dal venite all’andate, ma non basta: anche noi dob-biamo passare dal “vai tu” all’“andiamo tut-ti”, tutti insieme ci dobbiamo sentire chiamati a costituire il “popolo degli inviati”, ad essere la luce e il lievito del mondo.

Angela e Flavio

Dal 5 al 7 dicembre, nella nostra parroc-chia, abbiamo avuto la grazia di poter se-guire un seminario sull’Apocalisse.

Noi siamo abituati a pensare che Apocalisse sia sinonimo di sventura, di fine del mondo e non sappiamo, invece, che il libro dell’Apocalisse ci spiega la Liturgia con un linguaggio simbolico.In questo libro, San Giovanni Apostolo, ci guida alla comprensione della Rivelazione del piano di Dio nella storia di ognuno di noi, portando-ci a guardare gli avvenimenti della nostra vita dal punto di vista di Dio, cioè dal suo trono, cioè dall’alto.Noi siamo abituati a leggere la nostra storia dal basso e quindi non riusciamo a scorgere quale meraviglia sia, perché ci perdiamo nei meandri dei nostri problemi; il Signore nell’Apocalisse ci invita a cambiare prospettiva, per poter scoprire che “il Regno dei cieli” è qui e adesso; perché è Lui che con la sua morte e Risurrezione ci ha guadagnato la vita eterna.Il seminario è terminato con la Celebrazione Eu-caristica, che i partecipanti hanno vissuto com-prendendo, per la prima volta, che la Santa Mes-sa è il “Paradiso in terra”.Consiglio a tutti coloro che non hanno potuto partecipare al seminario “Maranathà” di non perdere l’occasio-ne, quando verrà riproposto, di aderirvi per-ché “guardare dall’alto” è meglio che “guardare dal basso”.Barbara

SEMINARIO MARANATHÀ

M a voi, quante storie vi fate?” Con questa domanda a misura di adolescente (e non solo), abbiamo iniziato anche quest’anno

i nostri incontri del venerdì sera con i ragazzi della scuola superiore, ovvero con un gruppo variegato e interessantissimo di giovani che stanno attraversan-do la fase della vita probabilmente più esaltante ed allo stesso tempo più difficile e complicata. Come loro educatori, riconosciamo e ammiriamo profonda-mente il loro essere presenti e attivi ogni venerdì sera in oratorio, nonostante questo, per un adolescente, significhi spesso andare controcorrente e fare cose decisamente fuori dal coro. Il dono della loro presen-za, del loro entusiasmo e del loro interesse verso le proposte che gli rivolgiamo, è sempre qualcosa che ci affascina e che ci riempie di gratitudine verso Colui che compie queste opere straordinarie. Ma tornia-mo alle “loro” storie… Chi di noi non ricorda quante paranoie, quante insicurezze e quante domande sen-za risposta hanno accompagnato quegli anni in cui andavamo a scuola, in cui essere parte di una com-pagnia, apparire forti e belli, sentirci integrati ed ap-prezzati era praticamente tutto, in cui non avevamo la più pallida idea di quali scelte fare, dalle più piccole alle più importanti? In tutto questo caotico sentirsi strani e disorientati, per fortuna c’è Qualcuno che ci propone un altro tipo di “storie”, storie che ci ac-compagnano da tempo e che ciclicamente ritornano nella nostra vita per comunicarci sempre qualcosa di nuovo. Sono le “storie” che Gesù racconta nel Van-gelo, messaggi d’amore e di speranza che vogliono indicarci il percorso sicuro per raggiungere la Felicità autentica ed eterna. Non avere paura a rinunciare al tuo “tutto” per affidarlo al Signore, perché ne farà cose grandi. Tu, con la tua vita e la tua testimonianza quotidiana a scuola e con gli amici, sei una minuscola goccia dell’oceano, un piccolo granello, fosse anche il più piccolo che esista, ma che, accolto in un terre-no fertile, può germogliare e diventare il più grande. Anche se il mondo tenta di dirti il contrario, sappi che non sono potere e denaro a donarti una vita piena e felice, ma ciò che resta per sempre, che non potrà mai esserti tolto, e che il Signore ha in serbo per te,

se saprai fidarti di Lui e affidarti a Lui. Gesù è la vera e l’unica risposta ai nostri dubbi e alle nostre paure, l’unico che può sanare le piccole o grandi ferite che le nostre giornate a volte ci procurano, l’unico vero Amico che potrà indicarci la strada giusta da percor-rere. La profondità, l’intelligenza e lo spirito con cui i ragazzi sono capaci di accogliere questi messaggi, che non possono sicuramente esaurirsi in una sera-ta ma che sono destinati ad abitare per sempre le loro e le nostre vite, sono quello che ogni venerdì sera ci portiamo a casa col sorriso come il loro per-sonale insegnamento per noi. Se nelle loro scelte e nei loro progetti, negli ambienti che frequentano da adolescenti e che vivranno da adulti, anche solo una piccola parte di ciò che hanno ascoltato e vissuto in-sieme a noi potrà essere loro di aiuto o di conforto, allora sarà davvero piena la nostra gioia nel sentirci semplici strumenti del Signore a loro disposizione. Affidiamo ciascuno dei “nostri” ragazzi, ognuno col suo speciale carisma e la sua unicità, alla forza senza limiti dello Spirito Santo, affinché possa accompa-gnare e illuminare sempre i loro passi, facendoli sen-tire figli amati, accolti e preziosi agli occhi del Padre, soprattutto nei momenti più difficili. E a ciascuno di loro il nostro più sincero grazie per le risate, l’entusia-smo e la semplicità che sanno trasmettere a chi non è più adolescente, ma è sempre ben felice di farne un bel pieno settimanale!

Paola e Daniele

“FACCIAMOCI LE STORIE”Dietro le quinte del percorso adolescenti 2014/2015.

IN COMUNITÀ

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NATALE 2014 | 1716 | NATALE 2014

Quando Maria e Giuseppe erano in viaggio per il censimento di Augusto e Gesù stava per far-si uomo, in un campo di pastori, vicino a Bet-

lemme, era nata una pecorella diversa da tutte le altre dell’ovile, perché era nera e tutte le pecore , si sa, sono bianche. Quando incominciò a camminare nel mezzo del gregge tutto bianco, stonava come una macchia d’inchiostro nero in un grembiulino bianco di bucato. Tutti la indicavano come un essere diverso e la prende-vano in giro. Anche la sua mamma la allontanava perché si vergognava di lei e le diceva: “Tu sei una figlia sba-gliata, non sai che le pecore devono avere la lana bianca come la neve e non nera come la pece? Non so cosa farmene di te, cerca da sola la tua strada lontano da qui perché voglio vive-re tranquilla!“ La pecorella nera era triste, si sentiva sola e abbandonata; le parole della mamma le pesavano come pietre che le per-foravano l’animo. Così spinta da gran-de infelicità, decise di uscire dall’ovile per brucare da sola l’erba e trovare pace, senza essere derisa e offesa in continuazione. Corse lontano nei campi che non aveva mai visto, sperando di incontrare altre pecore nere o almeno qualche altro animale con il pelo scuro con il quale dividere la sua angoscia, ma non incontrò nessu-no. Era inverno e tutti erano al riparo nell’ovile o in una stalla. I giorni passavano, ma la tristezza e il senso di abbandono non la lasciavano. Una sera più buia delle altre, lo sconforto la prese, con il muso pieno di lacrime si guardò intorno per cercare la strada del ritorno. In lon-tananza vide una luce fioca e vi si avviò. Si accorse che era una grotta come quelle dove i contadini mettevano al riparo d’inverno gli animali. “Dormirò là dentro!“ pensò e cominciò a correre come attirata da qualcosa. Si fermò all’entrata, preoccupata

che all’interno ci fosse qualcuno che l’avrebbe rifiutata per il colore del suo vello e sarebbe stata cacciata an-cora una volta. “Chi sei?” si sentì chiedere da una voce dolce ma decisa; e come sempre dovette presentarsi. “Sono una piccola pecora, nata da poco, che nessuno ha voluto, perché sono nera, una pecora nera scacciata dal gregge”. “Entra piccola pecora nera! Non temere! La stessa cosa è capitata a noi. Anche per noi non c’è stato posto negli alberghi o qualcuno così caritatevole da ospitarci. Abbiamo così trovato un riparo per la notte qui in un luo-go adatto al bestiame d’inverno e proprio qui è nato da poco il nostro bambino, Gesù. Sono Giuseppe e insie-

me a mia moglie Maria ti do il benvenuto. Stai insieme a noi, almeno fino a

domani mattina, quando col chiarore del giorno, ti sen-

tirai più sicura e potrai decidere se fermarti o riprendere il cam-mino”. La pecorel-la, piena di gioia, si sentì sicura di aver

trovato quello che cercava da giorni: qual-

cuno che la amasse per quello che era, una pecorel-

la imperfetta e diversa da tutte le altre, con tante paure e incertezze.

Piena di curiosità si diresse all’interno della grotta, in direzione della luce fioca di una candela posta vicino ad una mangiatoia. Sul fieno riposava un neonato, lo guar-dò con attenzione. Non aveva mai visto un bambino così bello, anche se coperto di poveri panni. Era tutto intirizzi-to: si guardò intorno e vide un bue e un asino che col fia-to cercavano di riscaldarlo, ma non era sufficiente. Così si avvicinò alla mangiatoia, guardò se il bambino provava paura e piangeva nel vederla, ma il neonato continuava tranquillo a dormire. Era sicura che la sua lana, anche se nera, aveva lo stesso calore della lana bianca. Così prima piano, con cautela, per paura di fargli male o di svegliarlo, poi con più forza, incominciò ad accarezzarlo

L’APPROFONDIMENTO strofinando il suo vello sulla mangiatoia. Poi avvicinò il suo musetto nero al viso roseo di Gesù con ampi respiri perché il suo fiato lo avrebbe scaldato e capì che quello che stava facendo era molto gradito perché il bambi-no si svegliò e le sorrise. Le bisbigliò:“Stammi vicino! Non abbandonarmi! Farai parte del mio gregge! Ne avrò uno. Proprio per questo sono nato, soprattutto per star vicino alle pecore nere e smarrite come te!”

Loredana

LA PECORELLA NERA

Ecco anche quest’anno il racconto di Natale per i piccoli della nostra comunità, che può tuttavia essere motivo di riflessione per noi adulti se compiamo azioni di discriminazione o creiamo barriere per paura, per antipatia o per senso di superiorità.

IN COMUNITÀ

Per chi ancora non lo sapesse, da qualche anno a questa parte, anche la nostra parrocchia ha il suo sito Internet. Al popolo di naviganti basta

soltanto digitare www.leduesante.net per entrare nella casa virtuale dedicata alla nostra comunità. Il sito Internet delle 2 Sante nasce da un’idea del prece-dente parroco, don Tino, che, insieme ad alcuni nostri giovani, diede il via al progetto, inizialmente creato da LaboratorioPc e successivamente sottoposto a un re-styling completo dai tecnici informatici della Diocesi, con l’aiuto di don Andrea. L’Home Page (pagina inizia-le e principale) del sito ospita un banner dove ruotano alcune delle proposte della parrocchia, al di sopra del quale si trovano nove pulsanti: Parrocchia, Cateche-si, Famiglia, Giovani, Formazione, Preghiera, Servizio, Cultura, Sacramenti. Cliccando su ognuno di questi pulsanti si può accedere a tutta una serie di link che riguardano le varie iniziative parrocchiali ma anche cul-turali e sportive. Sempre nella Home trovano spazio, oltre ad alcuni approfondimenti, gli avvisi della setti-

mana e, sulla destra, sette tasti, cliccando sui quali si accede ad altrettante sotto-categorie: Associazione Pensionati, Dieci Comandamenti, Famiglia, Evangeliz-zazione, Associazione Sportiva, Gallery, Canale YouTu-be. Da alcune settimane, inoltre, è possibile scarica-re un’app gratuita e sperimentale per smartphone e tablet Android e, per rimanere in contatto ed essere sempre aggiornati su quanto avviene in parrocchia si può iscriversi alla newsletter settimanale. Che altro dire se non che il Sito Internet è ben fatto ma che necessita di essere costantemente aggiornato?! Come?! Ognuno di noi può fare la sua parte: non ser-ve essere esperti di computer ma basta aggiornare coloro che lo gestiscono sulle varie iniziative proposte, magari anche inviando piccoli articoli o fotografie. Se poi ci fosse qualcuno che “mastica” un po’ d’informa-tica e volesse aiutare nella gestione del Sito, sarebbe il benvenuto! Il nostro sito è una ricchezza e un valore aggiunto: consultiamolo!

Davide

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NATALE 2014 | 1918 | NATALE 2014

Le parole del maestro Antonio Idra, che in sordi-na annunciavano il suo ritiro col nuovo anno, mi hanno riempito di amarezza per la consapevo-

lezza che sarà una grande perdita. Sarà difficile sosti-tuire una persona come Lui, maestro per eccellenza, uomo di grande cultura, profondo conoscitore di mu-sica, organista e compositore, ma soprattutto uomo di grande pazienza e sensibilità, capace di temperare le nostre fragilità canore e trasformarci in un coro che ha vissuto bellissimi momenti e ha ottenuto brillanti risultati. Grazie Antonio! Questa notizia è stata per me anche motivo di riflessione sulla realtà attuale del nostro coro che, per ragioni legate all’età dei compo-nenti e agli impegni familiari, va via via riducendosi di numero. Non intendo sminuire l’importanza dei fre-quenti inviti rivolti alla Comunità per far sì che qualcu-no fosse invogliato a parteciparvi, ma semplicemen-te sperare che le parole di una come me, che ne fa parte da molto tempo e che ancora crede nell’utilità di questo servizio, possano ottenere risultati concre-ti. Prima comunque di ogni altra considerazione, mi sembra doveroso precisare che il coro degli adulti non è il coro dei “ vecchi”, come l’ho sentito più volte eti-

chettare. È pur vero che i suoi componenti, avendolo formato molti anni fa, giovani nel fisico non lo sono più; riescono tuttavia a mantenere l’energia necessa-ria al canto, la passione per la musica, e la capacità di emozionare ed emozionarsi, espressione, questa, della loro giovinezza interiore. Chi entra a far parte di un coro, si rende conto che le emozioni suscitate

IN COMUNITÀ dalla musica, unite a quelle provate dagli altri, diven-tano più profonde ed intense, perché danno colore e significato al suo canto. Escono dal piano personale per diventare ricchezza generale, lode, preghiera e ringraziamento a Dio, per tutto quello che abbiamo ri-cevuto, compreso il grande dono della voce. Queste sono certamente le intenzioni di un coro che anima le celebrazioni liturgiche e che è consapevole di offrire un grande servizio alla Comunità. Un coro esiste per-ché esiste nei suoi componenti l’amore comune per il canto religioso unito ad una buona sensibilità mu-sicale, non necessariamente professionale. Perciò vi possono partecipare tutti, senza la preoccupazione di avere una preparazione specifica, ma solamente la convinzione che si tratta di una bella esperienza che si origina e si mantiene con lo scopo di lodare Dio insieme. I membri di un coro approfondiscono,

ogni volta che cantano, il concetto cristiano di “insie-me”, perché lo trasferiscono dal canto alla vita di tutti i giorni. Cantare bene insieme, tendendo l’orecchio alla voce degli altri, può diventare volontà di cammi-nare insieme e capacità di vivere cristianamente in-sieme. L’armonia nel canto può diventare armonia di vita. Ritengo che proprio questo sia stato lo scopo che il nostro maestro Antonio si è prefisso di rag-giungere con tanta pazienza e tanti sforzi. Spero di essere riuscita a trasmettere in queste poche righe non solo i miei sentimenti e le mie convinzioni, che penso condivisi da tutti i membri del coro, ma an-che la speranza che qualcuno desideri farne parte e si faccia avanti. Solo così l’importante servizio che il coro offre, non finirà. La voce è un dono di Dio, usia-mola anche per cantarne le lodi!

Loredana

IN COMUNITÀ

ASSOCIAZIONE PENSIONATI: IL NUOVO PRESIDENTE SI PRESENTA

Carissimi soci, colgo l’occa-sione dell’uscita del Gior-nalino di Natale, per pre-

sentarmi, visto che da pochi mesi sono il vostro nuovo Presidente. Ho scelto le pagine della Rivista Parrocchiale perché è il modo più sicuro e veloce di arrivare a tutti, dal momento che le manifestazio-ni e le iniziative del Gruppo Pen-sionati non sempre sono molto frequentate. Innanzi tutto voglio ringraziare coloro che mi hanno sostenuto nell’accettazione di questa carica, perché non è un compito facile subentrare ad un Presidente storico come Guido Masserdotti in un compito carico di impegni e responsabilità. Da parte mia posso assicurarvi che ce la metterò tutta per fare del

mio meglio affinché la nostra As-sociazione continui la sua opera e la migliori. Per arrivare a questo, mi aspetto la vostra presenza alle varie iniziative, che spazieranno in diversi campi, dal sociale con l’a-iuto e l’ascolto di chi ne avesse bi-sogno, all’organizzazione del tem-po libero, con feste, spettacoli, gite, visite e conferenze, senza dimenticare la religiosità e la ca-rità, che sono le basi delle attività del nostro gruppo. Per questo e soprattutto per un servizio miglio-re, attendo i vostri suggerimenti, ma anche le eventuali critiche, purché costruttive. Sono coscien-te che il lavoro che mi aspetta è tanto; per questo umilmente vi chiedo di sostenermi col consi-glio e la presenza. Augurandovi

un Natale ricco di tutto quello che desiderate, vi do appuntamento per la festa degli auguri natalizi, che si terrà il 20 Dicembre, per conoscervi personalmente e per il rinnovo della tessera associati-va. Il vostro Presidente

Renato Magni

È FESTA! CANTIAMO AL SIGNORE!

Page 11: Natale 2014

NATALE 2014 | 2120 | NATALE 2014

17 novembre: messa alla Poliambulanza

Era da molto tempo che Chiara ed io volevamo cre-are un “coro di voci bian-

che”. Ci piaceva l’idea che un giorno i bambini che avremmo educato alla musica avrebbero preso il nostro posto e continua-to a portare avanti il servizio che svolgiamo nelle celebrazioni. Noi due, infatti, facciamo parte del coro “Voci dal Cuore” e animia-mo la messa domenicale delle 10.00, ma organizzare una nuo-va corale composta da bambini delle elementari e delle medie ci è parsa un’idea interessante e stimolante, e forse anche “uti-le” per il futuro. E così è nato tutto, semplicemente e sponta-neamente, e da più di un mese ci ritroviamo a cantare insieme per circa un’ora, dalle 16.00 alle 17.00, nella sala musica del pri-mo piano dell’oratorio. La parte-cipazione è molto buona, oltre le

PICCOLE VOCI CRESCONO

IN COMUNITÀ

BETLEMMESu, andiamo a

21 DICEMBRE 2014 alle ore 20.45 nella Sala della Comunità

LE CORALIDELLA PARROCCHIA DELLE SANTE CAPITANIO E GEROSA

presentano

canti e riflessioni in attesa del Santo Natale

Di generazione in generazione si trasmette l’esperienza

del coro dei piccoli, vera e propria preghiera col canto.

FORSE. . .VORRESTI PARTECIPARE

ALLA MESSA IN UN MODO DIVERSO,

FORSE. . .VORRESTI VIVERE

UNA NUOVA ESPERIENZA CON I TUOI AMICI

FORSE. . .TI PIACE CANTARE,

FORSE. . .CI STAVI CERCANDO! ! !

nostre aspettative, direi. Tra una nota e l’altra, ci prepariamo ad un gran concerto di Natale che si terrà domenica 21 Dicembre nella nostra Sala della Comunità, insieme al coro Voci dal Cuore. Siamo già stati comunque “ri-chiesti”: abbiamo animato il 17 novembre la messa alla Poliam-bulanza in occasione della gior-

nata mondiale del neonato pre-maturo e il 7 dicembre la messa nella nostra parrocchia, mentre martedì 16 Dicembre ci reche-remo a Villa Elisa per cantare qualche canzone natalizia ai no-stri anziani. Si è dimostrata fino ad ora un’esperienza appagante, per noi, ma anche e soprattutto per i bambini. Speriamo dunque

di continuare a portare avanti questo servizio che facciamo vo-lentieri per la nostra comunità, al fine di aiutare la riflessione e la preghiera durante le celebrazio-ni, in parallelo con il coro Voci dal Cuore. Chissà che fra qualche anno non ci sia un “passaggio di consegne”?

Michele

OGNI SABATO DALLE ORE 16.00 ALLE ORE 17.00

BAMBINI E RAGAZZIDAI 6 AI 13 ANNIVI ASPETTIAMO.. .

PRIMA

(2007)

DOPO (2014)

7 dicembre: messa nella nostra parrocchia Concerto di Natale 2014

SALA PROVE MUSICA

ALL’INTERNO DELL’ORATORIO DELLE DUE SANTE È DISPONIBILE UNA

Per informazioni contattare Don Andrea

Page 12: Natale 2014

NATALE 2014 | 2322 | NATALE 2014

LE SUORE

ERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO…

Nasce “Casa Maria Bambina”e le Suore di Carità di via Ferri iniziano una nuova missione.

Con la chiusura definitiva, lo scorso 3 maggio, del servizio di pronto intervento per mamme (CPI Maria Bambina), pareva che la grande

casa di Via Ferri, da sempre abitata dalle nostre suore di carità, fosse destinata a rimanere parzialmente vuo-ta. Ma si sa, le vie del Signore sono infinite e la Provvi-denza ha condotto la comunità religiosa che vi abita a ideare una nuova destinazione per le stanze che prima ospitavano giovani mamme e bambini in difficoltà. Da circa un paio di mesi è nato così il nuovo Pensiona-to “Casa Maria Bambina” che accoglie ragazze o donne presenti a Brescia per motivi lavorativi oppure famiglie che si trovano in città per dare assistenza a parenti o amici degenti in ospedale. Casa Maria Bam-bina dispone di camere singole, doppie e quadruple con servizi privati e doccia, di una camera con servizi attrezzata per persone diversamente abili, di una sala da pranzo e di un soggiorno con tv ad uso comune, cucina per uso autonomo, aria condizionata negli am-bienti comuni e collegamento Internet Wi-Fi. Attorno alla casa, un ampio giardino e parcheggio auto privato. “Conosco quanto sia grande l’amore di Gesù per me. Desidero anch’io fare qualcosa per il mio Dio. Mi pare

che Egli sia contento se gli prometto di impiegarmi senza riserva per il bene dei prossimi. Il bisogno è grande ed estre-

mo”. Con queste parole si esprimeva Santa Bartolo-mea Capitanio; sulle sue orme e su quelle di Santa Vincenza Gerosa, vivono le varie comunità delle Suore di Carità che, da sempre, operano secondo il carisma della partecipazione alla carità, aprendosi alla compas-sione e rendendosi disponibili al servizio dei fratelli. In quest’ottica dunque è nata Casa Maria Bambina. Per ricevere ospitalità e informazioni circa la retta e il regolamento della casa è possibile contattare telefoni-camente il pensionato al numero 0302306856; in al-ternativa, ci si può recare personalmente alla casa per un breve colloquio conoscitivo o inviare una mail all’in-dirizzo [email protected]

Laura

Piante e Fioridi Casa d’Este

Via Giorgione, 7 - Tel. 030 2304185Centro Comm.le Margherita d’Este

BRESCIA

FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

L’ISTITUTO DELLE SUORE DI CARITÀ,

sulle orme di Bartolomea Capitanio e di

Vincenza Gerosa, canonizzate da papa

Pio XII il 18 maggio 1950, vive come pro-

prio carisma la partecipazione alla carità

misericordiosa di Gesù redentore: se ne

fa segno aprendosi alla compassione per

ogni miseria umana e rendendosi disponi-

bile al servizio dei fratelli, secondo le scelte

apostoliche delle sue origini reinterpretate

nella concretezza.

Ebbe la denominazione di “Suore di Maria

Bambina” a Milano, in seguito al dono di un

simulacro attraverso il quale si diffuse la de-

vozione al mistero della natività di Maria.

COME RAGGIUNGERCI

Via Enr ico Ferr i , 77 - 25123 BRESCIA

tel. 030 230 68 56 - telefax 030 231 00 32

[email protected]

dall’autostrada

A4 Milano-Venezia uscita Brescia Centro, all’uscita del

casello svoltare a sinistra, alla rotonda svoltare a de-

stra in Viale Duca degli Abruzzi, alla rotonda svoltare a

destra in Via Foro Boario. Svoltare alla prima traversa a

sinistra in via Ferri, passare sotto il cavalcavia Kolbe e

svoltare alla prima traversa a sinistra.

dalla stazione FFSS

autobus n. 12, fermata via Foro Boario

autobus n. 3, fermata viale Piave

dal centro città

autobus n. 9 e n. 12, fermata via Foro Boario

dagli spedali civili

autobus n. 16, fermata viale Piave

dalla poliambulanza

metropolitana, stazione Poliambulanza

possibilità di raggiungere la casa a piedi

CONGREGAZIONE SUORE DI CARITÀ

delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa

VIA

E. F

ERRI

VIA E. FERRI

VIA E.

FERRICAVALCAVIA P. M. KOLBE

centro città

stazione FFSS

Poliambulanza

Autostrada

uscita BS centro

spedali

civili

VIA SAN POLO

VIA FORO BOARIO

CONGREGAZIONE SUORE DI CARITÀ

delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa

C A S A

MARIA

BAMBINApensionato

C A S A

MARIA

BAMBINApensionato

C A S A

MARIA

BAMBINApensionato

L’ESPERTO

BUONO A SAPERSIGRAZIE

È doveroso ringraziare le singole persone, i gruppi e le associazioni che collaborano per il bene della parrocchia e dell’oratorio. A ciascuno il grazie più sentito: ai sacristi, ai cori, agli accoliti, ai chierichetti e ministranti, alle signore delle pulizie, agli animatori sportivi, alla Caritas, all’emergenza freddo, al gruppo solidarietà, alle CFE, ai catechisti, a chi lava e stira, a chi prepara i fiori, a chi cucina … il vostro impegno è una vera testimonianza di amore alla nostra parrocchia!

FUNERALI E OFFERTE

Come probabilmente già sapete, è consuetudine, in occasioni di battesimi, matrimoni e fu-nerali, donare un’offerta alla parrocchia. Per quanto riguarda i funerali è bene sapere che le agenzie funebri, sotto la voce “obla-zioni o offerte per i servizi religiosi” si fanno corrispondere una cifra in denaro della quale NON LASCIANO NULLA alla parrocchia! Per servizi religiosi, che erroneamente potremmo identificare come “messa funebre”, le agenzie intendono invece il servizio che svolgono accompagnando il sacerdote dalla chiesa alla casa del defunto, o all’obitorio, o alle case del commiato e dal cimitero alla chiesa. Molte famiglie dei defunti credono quindi di contribuire alle spese sostenute dalla parrocchia ma in realtà non donano nulla alla chiesa! Pregare, far celebrare le S.Messe, fare elemosine è il modo migliore per suffragare i nostri cari defunti!

BATTESIMI

I genitori che desiderano richiedere il Battesimo per il loro figlio/a, dovrebbero passare dal parroco per tempo, per concordare con calma le modalità della preparazione al Sacramento stesso. In genere la preparazione consiste nella visita alla famiglia da parte di una coppia di sposi, per alcuni incontri, seguita dalla visita del parroco, che incontrerà la famiglia e impar-tirà la benedizione alla casa; infine si potrà fissare la data della celebrazione del Battesimo.

Page 13: Natale 2014

NATALE 2014 | 2524 | NATALE 2014

Quest’anno l’attività sportiva è iniziata alla grande con l’aumento degli iscritti che ha permes-so la formazione di due nuove squadre: gli scarabocchio, allenati da Maurizio e Carmelo e il giocacalcio allenati da Flavio e Claudio, che si aggiungono ai già collaudati pre-adolescenti di Daniele e agli amatori di Osvaldo. Non dimentichiamoci dei ragazzi e delle ragazze della pal-lavolo che quest’anno stanno dando grandissime soddisfazioni, con un consolidato primato di classifica nel loro girone. L’obiettivo che ci siamo prefissati quest’anno per il settore giovanile è quello di far capire ai nostri ragazzi cosa vuol dire far parte di una squadra e quindi di un gruppo. Non esiste l’”io” ma il “noi”: si vince e si perde tutti insieme.Sono in fase di definizione alcuni progetti, come il corso per genitori e la notte dei capitani (in col-laborazione con il CSI), un gemellaggio con altre società e la “domenica sportiva”, una domenica di gennaio che inizierà con una Messa dello Sportivo e che sarà dedicata all’ASD .Ringraziamo tutti gli allenatori e i dirigenti, i genitori, i nonni e tutti coloro che danno una mano

per le pulizie degli spogliatoi e i lavori di manutenzione. La loro disponibilità è per noi preziosa e fondamentale.Ci auguriamo un 2015 carico di soddi-sfazioni sportive all’insegna dell’amicizia, della solidarietà e del rispetto.

Daniele

ANNO SPORTIVO

2014-2015

A tutti quelli che ci chiedono “come è andato il Mese dello Sportivo?” pos-siamo solo rispondere che è stato emozionante!

Emozione è la parola giusta che racchiude perfettamente le sensazioni provate da tutti noi, dirigenti, allenatori, giocatori.

Dall’ 1 maggio fino all’8 giugno la nostra Parrocchia ha ospitato tornei di ogni tipo, per tutte le età e sessi: calcio under 14, basket misto da 16 anni fino ai “vecchietti”, pallavolo under 14, under 16 e adulti misto, calcio femminile, gara di podismo.In poco più di un mese abbiamo ospitato ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo della no-stra provincia che, armati di pallone da calcio, da basket o da pallavolo, hanno dato battaglia ad avvincenti tornei aperti fino all’ultimo minuto.Ma quello che rimarrà a lungo nei nostri ricordi sarà l’entusiasmo e la gioia che tutte le squadre hanno portato. Abbiamo conosciuto bellissime realtà di associazioni sportive con cui abbiamo stretto legami di amicizia e condivisione, intensificando ancor di più i rapporti con altre società amiche con le quali ci “confidiamo” ormai da tempo.La “ciliegina sulla torta” di questo immenso mese dello sportivo è stata la partecipazione di campioni del mondo dello sport che non avremmo mai immaginato di vedere sul nostro cam-petto. È stato con noi Florin Raducioiu, grande campione del calcio del recente passato, uno dei pochi che ha giocato in tutti i principali campionati europei. Ha dedicato 2 ore e mezza di un cal-do martedì di primavera ai nostri ragazzi dell’under 14; con grande umiltà ha dispensato consigli tecnici al mister, ma soprattutto ai ragazzi ai quali teneva sempre a sottolineare l’importanza del rispetto verso i compagni di squadra e verso gli avversari. I ragazzi sono rimasti estasiati da que-sta fantastica esperienza. La stessa sera uno dei ragazzi sul profilo facebook scriveva postando una foto: ”Gnari, che bellissima giornata, me la ricorderò per tutta la vita!”Insieme a noi hanno assistito alle finali del torneo di calcio femminile le leonesse campionesse d’Italia del Brescia Calcio femminile. Le campionesse, fresche vincitrici dello scudetto, si sono intrattenute insieme a noi e hanno premiato le squadre finaliste. Le ragazze, gentilissime e di-sponibilissime a foto ed autografi che i nostri ragazzi dell’oratorio e non chiedevano loro, hanno contribuito ancor di più ad arricchire di emozioni questo fantastico mese dello sportivo.Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto nella passata stagione e durante il

Mese dello Sportivo: il nostro presidente Don Andrea, Don Giacomo, i nostri Mister e i dirigenti, le mamme, i papà e i nonni, i “ragazzi” in baracca a fare le salamine, i valletti e le vallette che hanno dato una mano nei tornei. Tutti insieme siamo stati una squadra, una squadra che ha come obiettivo quello di segnare due goal: fare comu-nità e tenere il più possibile i nostri ragazzi a contatto con l’oratorio, un luogo in cui la presenza di Gesù traspare in tutti noi.

MESE DELLO SPORTIVOMaggio 2014

GIOCACALCIO (2007, 2008, 2009, ...)

SCARABOCCHIO (2004, 2005, 2006)

AMATORI (ANSPI) (..., 1996, 1997, 1998)

VOLLEY MISTA (CSI) (..., 1996, 1997, 1998)

PREADOLESCENTI (2000, 2001, 2002)

Anno Sportivo 2014-2015Quest’anno l’attività sportiva è già iniziata alla grande con l’aumento degli iscritti dovuti alla formazione di due nuove squadre: gli scarabocchio allenati da Maurizio e Carmelo e il gioca sport allenati da Flavio e Claudio, che si aggiungono hai già collaudati pre-adolescenti di Daniele e agli amatori di Osvaldo. Non dimentichiamoci dei ragazzi e delle ragazze della pallavolo che quest’anno stanno dando grandissime soddisfazioni con un consolidato primato di classifica nel loro girone.

Mese dello Sportivo – Maggio 2014A tutti quelli che ci chiedono:- “come è andato il Mese dello Sportivo ?”possiamo solo rispondere che è stato emozionante!Emozione è la parola giusta che racchiude perfettamente tutte le sensazioni provate da tutti noi, dirigenti, allenatori, giocatori.Dal 1 Maggio fino al 8 giugno la nostra Parrocchia ha ospitato tornei di ogni tipo, per tutte le età e sessi: calcio under14, basket misto da 16 anni fino ai “vecchietti”, pallavolo under 14, under 16 e adulti misto, calcio femminile, gara di podismo.In questo mese abbondante abbiamo ospitato ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo della nostra provincia che armati di pallone da calcio, ba-sket o pallavolo hanno dato battaglia ad avvincenti tornei aperti fino all’ul-timo minuto.Ma quello che rimarrà a lungo nei nostri ricordi sarà l’entusiasmo e la gioia che tutte le squadre hanno portato. Abbiamo conosciuto bellissime realtà di associazioni sportive con cui abbiamo stretto legami di amicizia e condivi-sione intensificando ancor di più i rapporti con altre società amiche con le quali ci “confidiamo” da tempo ormai.La ciliegina sulla torta di questo immenso mese dello sportivo è stata la partecipazione di campioni del mondo dello sport che non avremmo mai immaginato di vedere sul nostro campetto. E’ stato con noi Florin Radu-cioiu grande campione del calcio del recente passato , uno dei pochi che ha giocato in tutti i principali campionati europei. Ha dedicato 2 ore e mezza di un caldo martedì di primavera ai nostri ragazzi dell’under14; con grande umiltà ha dispensato consigli tecnici al mister ma soprattutto ai ragazzi ai quali teneva sempre a sottolineare l’importanza del rispetto verso i compa-gni di squadra e verso gli avversari. I ragazzi sono rimasti estasiati da que-sta fantastica esperienza , la stessa sera uno dei ragazzi sul profilo facebook scriveva postando una foto :”-Gnari, che bellissima giornata, me la ricorde-rò per tutta la vita!”Hanno assistito insieme a noi alle finali del torneo di calcio femminile le leonesse campionesse d’Italia del Brescia Calcio femminile. Le campiones-se, fresche vincitrici dello scudetto, si sono intrattenute insieme a noi e hanno premiato le squadre finaliste. Le ragazze, gentilissime e disponibilis-sime a foto ed autografi che i nostri ragazzi dell’oratorio e non gli chiede-vano, hanno contribuito ancor di più ad arricchire di emozioni questo fanta-stico mese dello sportivo.Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto nella passata sta-gione e durante il Mese dello Sportivo: il nostro pres. Don Andrea, Don Giacomo, i nostri Mister e i dirigenti, le mamme, i papà e i nonni , i “ragazzi” in baracca a fare le salamine, i valletti e le vallette che hanno dato una mano nei tornei. Tutti insieme siamo stati una squadra, una squa-dra che ha come obiettivo quello di segnare due goal: fare comunità e tene-re il più possibile i nostri ragazzi a contatto con l’oratorio, un luogo in cui la presenza di Gesù traspare in tutti noi.

Volley Mista (CSI) (..., 1996, 1997, 1998)

Amatori (ANSPI) (..., 1996, 1997, 1998)

Preadolescenti (2000, 01, 02)

Scarabocchio (2004, 05, 06)

Giocacalcio (2007, 08, 09, ...)

Page 14: Natale 2014

NATALE 2014 | 2726 | NATALE 2014

appella a Dio, si invoca una sua grazia, un suo aiuto e questo pregare dà coraggio per affrontare al meglio le difficoltà. A livello personale, partecipo regolarmente a una delle due Sante Messe della domenica, con gli occhi puntati addosso dai bambini più piccoli che rara-mente nella loro vita hanno visto un “bianco”, messe che durano in media circa tre ore e si differenziano per il fatto che una viene celebrata in inglese, lingua nazionale, e l’altra nella lingua locale. Scontato dire o ripetere che entrambe sono molto partecipate. C’è addirittura chi si incammina alle sei di mattina per partecipare alla prima delle due messe che comincia alle sette e mezza. Non lontano da Moroto, dove vivo

e lavoro, c’è un seminario che accoglie tantissimi ra-gazzi che aspirano a diventare sacerdoti, ovvero il fu-turo della Chiesa d’Africa, e Cooperazione e sviluppo sostiene questo seminario e pure qualche seminari-sta tramite l’impegno di don Sandro, guida spirituale di Cooperazione e sviluppo in Italia. Per concludere, credo che pochissimi sappiano che i ventidue Santi Martiri d’Uganda sono venerati dalla Chiesa cattolica e la ricorrenza cade il 6 giugno. Qui in Uganda sono un punto di riferimento per tutti i cristiani e attesissima e partecipatissima la celebrazione dell’anniversario nel santuario di Namugongo.

Marco Mor

DALLE MISSIONI

Ciao a tutti! Dall’inizio di febbraio, mi trovo nella regione del Karamoja, a nord-est dell’Uganda, con Cooperazione e sviluppo, un’organiz-

zazione non governativa di Piacenza, e la mia occu-pazione è quella di responsabile della logistica, che riguarda svariate attrezzature che vengono utilizzate nei progetti di sviluppo, il loro approvvigionamento e la loro manutenzione oltre all’attrezzatura per le perfo-razioni necessarie per scavare pozzi d’acqua e la loro installazione senza dimenticare l’articolato parco degli automezzi. Ci sono arrivato per caso, qui in Karamoja, anche se c’ero già stato con una Ong di Brescia, lo Svi, incontrando la persona giusta nel momento e nel posto giusto. Più che la casualità, sono convinto che sia stata la provvidenza divina che ha voluto questo, oltre a fare in modo di evitare che succedesse qualco-sa di grave che avrebbe complicato tutto quanto. Co-operazione e sviluppo è di solida ispirazione cristiana, fondata dal grande, in tutti i sensi, don Vittorio Pastori, più di quarant’anni fa, per venire incontro inizialmente alla popolazione Karimojong che da sempre ha dovu-to lottare contro l’insicurezza alimentare e falcidiata da continue e cruente razzie tra clan della tribù per depredare i capi di bestiame di altri clan lontani an-che centinaia di chilometri. Terminato il periodo in cui

venivano portati corposi aiuti alimentari, si è pensato, come altre organizzazioni, di aiutare in modo sosteni-bile gli abitanti di questa grande e ostile regione con progetti mirati a sviluppare le potenzialità del territorio e della popolazione. I Karimojong sono sorretti da una grande fede cristiana e la si vede nei riti e nelle ceri-monie spirituali con canti e danze molto partecipati. Una fede portata loro dai padri comboniani tanti anni fa, alcuni dei quali ancora presenti e che hanno fatto la storia delle comunità religiose locali. La messa è ov-viamente il momento in cui si riscontra questa grande partecipazione dove, come dicevo, sono numerosi e prolungati i canti nonché le danze spesso interpretate da giovanissime ragazze. Dio, per loro, sta nella parola Akuj (che si legge: acug, con la g dolce, che significa anche cielo) mentre Gesù è Yesu. Dio viene ricordato spesso durante la giornata: al mattino, la sera, prima dei pasti, prima e dopo un incontro o una manifesta-zione pubblica, anche con espressioni che non rasen-tano affatto la bestemmia né la blasfemia. Vi sono anche diverse canzoni che vengono proposte durante manifestazioni pubbliche che hanno come tema Dio e la spiritualità e non sono rari i ragazzi (tenendo con-to che la stragrande maggioranza della popolazione è inferiore ai trent’anni di età) che esibiscono in bella mostra un rosario al collo. Le difficoltà nella vita del Karimojong sono molte, ma il caposaldo è sempre e solo Dio. Come dire: nel momento del bisogno ci si

NELLE PREGHIERE E NEI CANTI DELL’UGANDA

AL CENTRO C’È DIO

IN COMUNITÀ

ANAGRAFEPARROCCHIALE

>>> UNITI NEL MATRIMONIO CRISTIANO SONO DIVENTATI CHIESA DOMESTICA

>>> MORTI IN CRISTO GESÙ

Matilde Faglia (di Stefano e Silvia)Stefania Lavanga (di Giovanni e Victoria Simona)Sara Maria Fanzani (di Michele e Norma)Alessandro Giacopini (di Paolo e Anna)Martina Riccardi (di Davide e Laura)Greta Ramazzini (di Fabio e Monica)Giulia Di Meo (di Daniele e Angela)

“Il Signore Gesù, che fece udire i sordie parlare i muti, ti conceda di ascoltare prestola sua Parola e di professare la tua fede,a lode e gloria di Dio Padre”.

Giovanni Lavanga & Victoria Simona Giurca (26 luglio 2014)

Maddalena FacconiEdoardo RoccaDino FiumeMaurizio BaldaniAngelo AlghisiSergio MariniFlavio GhirardiClaudio GilbertiAntonietta Manessi

“Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Sì, con la grazia di Dio, lo voglio”

“Io credo: il Signore è risorto e vivee un giorno anch’io risorgerò con Lui”

>>> RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

Marco Mor ci aggiorna sulla sua esperienza nel Karamoja.

Page 15: Natale 2014

TU SEI IL MIO RIFUGIO(Salmo 91:2)

Lo proclamo nell’alba di questo primo giorno dell’anno, dopo aver piegato, oh Dio, le mie ginocchia davan-ti a Te. Io non so quel che nasconda in seno l’avvenire; ed è bene che non lo sappia, poiché Tu hai voluto così. Ma questo io so che qualunque cosa m’abbia ad accadere, qualunque sia il dolore che mi sollevi il petto, il pericolo che mi venga ad insidiare, la voragine che mi s’apra davanti, la tentazione per cui va-cilli, il dubbio che mi sfiori la mente, qualunque debba essere lo smarrimento del mio cuore o della mia volontà... Questo io so, che Tu sarai, che Tu sei il mio rifugio; ed in questa certezza io trovo la mia pace e sciolgo a Te l’inno possente della mia gratitudine e della mia fiducia. TU SEI IL MIO RIFUGIO, Tu, Onni-presente, che muti la tempesta in quiete, Tu, Onnipresente, che dovunque precedi i miei passi, così sulle più alte vette come nei più profondi abissi, Tu, Onnisciente, che intendi da lungi il mio pensiero e conosci a fondo tutte le mie vie; Tu Eterno, che oltre la fossa accoglierai quest’anima liberata, che rimane, anche se dovessero perire i cieli e la terra; Tu che sei l’Amore nella sua pienezza e nella sua immensità, onde tutti gli avvenimenti della mia vita, anche quelli che mi sembrano più contrari e dolorosi, nascondono in sé una parola del Tuo Amore, un atto del Tuo Amore, un ammonimento del Tuo Amore, un segno del Tuo Amore, un palpito ed un’eco del Tuo Amore. TU SEI IL MIO RIFUGIO, in alto, più presso a Te, nessun fragore di tempesta mi potrà turbare, nè mi potranno ferire giammai i dardi infuocati del maligno. TU SEI IL MIO RIFUGIO, in Te s’adagerà il mio pensiero irrequieto, ed in Te il mio cuore addolorato e la mia coscienza incerta, troveranno forza e luce nel giorno dell’insidia. Ed ora, con questa incrollabile sicurezza che TU sei il mio rifugio, mi inoltro sereno e tranquillo nel mio cammino, una sola cosa bramando: di poter vivere in questo nuovo anno, ogni dì PIU’ VICINO A TE, OH SIGNORE!BUON ANNO A TUTTI!

Mario con Patrizia