~NA rKH - Gruppo Archeologico Krotoniate · il crollo del cavaliero e della cisterna nel castello....

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rKH 64. Editorioli NUOVA SERIE, SEITEMBRE 2011 Marco Deni Bardeschl, Tutelo del Conte mporoneo: indietro tuffo! 2; Giovanni Carbonara, Di mo le in peggio.. . 3; Francesco Erbanl, 194 1-/961: So/ vo re ven ti ann i di Architeltura ital iano, 7; Manifesto per i/ Memoriale lIo/iono di Auschwitz, 8 Sa lvaguardare le orch iteHure o rischiO di Pier L uigi NeIVi Cristiana Chlorino 10 L 'e reditò ma teriale di Pi er Luigi Nervi Giuseppe Arcidiacono 14 La Rotonda s ul Li do di Reggio Calabria Centenari: stO IlO dello tuteto in AustT/o (2011) Marco Dezzl Bardese"i 25 MQx Ovorok: doJ1a Zentro/Kammission al kothech'smus 28 Lo Stotuto 191 J (Iroduzlone o curo di S Scorroc;chio) Sandro Scarrocchia 31 Austria. lo riformo dello tutela negli nleodor Bruckler Patrimonio "o/io: I altro Pompei, battere l 'e me r genza Roberto Cecchl, Rlportlr>; Jol metodo p. nprendere fa wlluro dello curo quotidIana, 43; Andrea Carandini, '" Tra 51,0 Teresa E. Cinquantaquattro, Fbmpei: gestire ]0 complessità, 53; SonlaMartone, Antonella Neri ____._. __ .. ____ ordlllef/ufO e orcheologlo, \.In problema QJ/lurole" 49.: luigi Malnatl, Il ruoto dello Direzione generale olle Anli· ",ma,...", Fbmpel, 57; Roberto Cecchl, Paolo Gasparoll, Stefano Podestà, Un opprocck;llmegro,,, pe h/o, 68; Michele De Lucchi, Criteri per la f,viz;one e volorizzQZione del sUo ortheolog1co, 76 Iconologio Marcello Sestito 84 L ' arch etipo (e il mito) dello coponno : do Lomy (7720) o Le Corousier (J 923) Davide Borsa 92 S co rpo: lo quarto dimensione de llo tomba Brio n ne/lo fotografia di Guido Guid, OsseIVotono Alessandro Castagnaro 95 Salviamo Palazzo Penne o Napo li Giuseppe Rago 99 Palazzo Penne ed il linguag gio Angioino-Durazzesco Antlopologia dello SE.0zio: Culture in movimenlo Cristina Bronzino 102 Tutelo de lfi den tità nella Pale stina oc cu pa to: /I coso di Hebron Sara Merelli, Tommaso Sbriceoli 112 R aj as tho n: ide ntità noma di e strateg ie dei villa gg i dero de i pastori Roika Marco Dez:z:i Bardeschi 114 Nostolghia di KasteJJos : quando i nomadi tornano o coso Cul/uro del ProgeJ/o: nuove orchiteHure in ca ntiere Donatena Manoleni 131 Montella ( AV ): un a pi ozzo sola re e un ' archite ttu ra bioe/i motico condiviSO Pasquale Belfiore 135 Uno nuova iden tità: lo nu ovo sede de l Com un e e lo pi azzo civico di Montello Angelo Verde rosa 140 Pi ccolo è bello: Cairano (l rpin io), pe r esempio Antonio Guerriero 142 Poso/in i e le lu cciole ( del /Il ve rde I rpi ni a) Dario Fo 144 Un appello: lo villa di Monza allo Culturo Contieri. archeologia e eulluro posl.ciossica Domenico Marino, Chiara De:z::z:1 Bardeschi Nuove indagini 01 Castello di Crotone Segnolazloni Wittgenstein: "so migl ia nze di fam igl ia"; Choay, Se lo terra muore; Zevi, Elogio dell 'a rchitettura frugol e; Per uno nuovo etico os fo un d: brutalismo; spa:z::z:j Di Si en a (Silvio Jop); New York: se questo porta potesse parlare (PierLuigi Panzo); Greg otti: città, metropoli e cfisegno urbano

Transcript of ~NA rKH - Gruppo Archeologico Krotoniate · il crollo del cavaliero e della cisterna nel castello....

~NArKH 64.

Editorioli NUOVA SERIE, SEITEMBRE 2011

Marco Deni Bardeschl, Tutelo del Contemporoneo: indietro tuffo! 2 ; Giovanni Carbonara, Di mole in peggio.. . 3; Francesco Erbanl, 194 1-/961: So/vore venti anni di Architeltura italiano, 7; Manifesto per i/ Memoriale lIo/iono di Auschwitz, 8 Salvaguardare le orchiteHure o rischiO di Pier Luigi NeIVi Cristiana Chlorino 10 L'ereditò materiale di Pier Luigi Nervi Giuseppe Arcidiacono 14 La Rotonda s ul Lido di Reggio Calabria Centenari: stOIlO dello tuteto in AustT/o (2011) Marco Dezzl Bardese"i 25 MQx Ovorok: doJ1a Zentro/Kammission al kothech'smus

28 Lo Stotuto 191 J (Iroduzlone o curo di S Scorroc;chio) Sandro Scarrocchia 31 Austria. lo riformo dello tutela negli sfu~j dì nleodor Bruckler Patrimonio "o/io: Ialtro Pompei, battere l'emergenza

Roberto Cecchl, Rlportlr>; Jol metodo p. nprendere fa wlluro dello curo quotidIana, 43; Andrea Carandini, ~ '"

Tra

51,0 Teresa E. Cinquantaquattro, Fbmpei: gestire ]0 complessità, 53; SonlaMartone, Antonella Neri

____._.__.. ____

ordlllef/ufO e orcheologlo, \.In problema QJ/lurole" 49.: luigi Malnatl, Il ruoto dello Direzione generale olle Anli·

",ma,...", Fbmpel, 57; Roberto Cecchl, Paolo Gasparoll, Stefano Podestà, Un opprocck;llmegro,,, pe h/o, 68; Michele De Lucchi, Criteri per la f,viz;one e volorizzQZione del sUo ortheolog1co, 76

Iconologio

Marcello Sestito 84 L'archetipo (e il mito) dello coponno: do Lomy (7720) o Le Corousier (J 923) Davide Borsa 92 Scorpo: lo quarto dimensione dello tomba Brion ne/lo fotografia di Guido Guid, OsseIVotono

Alessandro Castagnaro 95 Salviamo Palazzo Penne o Napoli Giuseppe Rago 99 Palazzo Penne ed il linguag gio Angioino-Durazzesco

Antlopologia dello SE.0zio: Culture in movimenlo Cristina Bronzino 102 Tutelo de lfidentità nella Palestina occu pato: /I coso di Hebron Sara Merelli, Tommaso Sbriceoli 112 Rajasthon: identità nomadi e strategie dei villaggi dero dei pastori Roika Marco Dez:z:i Bardeschi 114 Nostolghia di KasteJJos: quando i nomadi tornano o coso

Cul/uro del ProgeJ/o: nuove orchiteHure in ca ntiere Donatena Manoleni 131 Montella (AV): una piozzo solare e un'architettura bioe/imotico condiviSO

Pasquale Belfiore 135 Uno nuova identità: lo nuovo sede del Comune e lo piazzo civico di Montello Angelo Verderosa 140 Piccolo è bello: Cairano (lrpinio), per esempio Antonio Guerriero 142 Poso/in i e le lucciole (del/Il verde Irpinia) Dario Fo 144 Un appello: lo villa di Monza allo Culturo Contieri. archeologia e eulluro posl.ciossica

Domenico Marino, Chiara De:z::z:1 Bardeschi Nuove indagini 01 Castello di Crotone

Segnolazloni Wittgenstein: "somiglianze di fam iglia"; Choay, Se lo terra muore; Zevi, Elogio dell'architettura frugole; Per uno nuovo etico os fo und: brutalismo; spa:z::z:j Di Siena (Silvio Jop); New York: se questo porta potesse parlare (PierLuigi Panzo); Gregotti: città, metropoli e cfisegno urbano

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nuove indagini al castello di crotonedomenico marino, chiara dezzi bardeschi

Nella città di Crotone, strategica per la contesa e la di-fesa del territorio tra Reggio Calabria e la Puglia, il Ca-stello ha mantenuto per oltre sette-ottocento anni il suo importante ruolo di presidio fortificato e di controllo della navigazione e della via terrestre (la via ionica), anche vis-à-vis della pirateria e delle incursioni turche.L’eccezionalità della fortificazione risiede –è noto- nel fatto che il grande complesso monumentale, per quanto riguarda le sue stratificate strutture difensive è ben leggi-bile direttamente in fronte per le tracce, impresse sui suoi muri, dell’ininterrotto susseguirsi di cantieri, grazie anche

alla positiva, rara disponibilità di una eccellente docu-mentazione di archivio sulle trasformazioni del XV e XVI secolo (libri di cantiere, diari, rapporti tecnici e così via).Malgrado la sua storica importanza strategica -milita-re e architettonica- è tuttavia questo un contesto finora poco indagato e oggetto di ricerche archeologiche non sistematiche legate ad interventi occasionali di adegua-mento, infrastrutturale e impiantistico, o ancora connessi al recente svuotamento dei suoi spazi per restituirli alla fruizione pubblica, indagine queste realizzate soprattutto negli ultimi vent’anni (i saggi degli anni Ottanta condot-

r. saint-non, Voyages pittoresques ou description des royames de naples et de sicile, Paris 1781-86, Vue de la Ville moderne de cotrone dessineé par desprez; una delle date (1578) incise sul paramento del bastione santa caterina (foto: c.d.b., gennaio 2011)

abstract: Although its historical (military and architectural) importance, the Castle of Crotone has been spo-radically investigated; its main transformations over time are pretty well documented by a rich archival docu-mentation (construction diaries, schematic and details plans, technical reports, etc.). The rehabilitation project , currently in progress, lead by the Communal Administrationhas, offered the opportunity to launch systematic on-field researches aiming at clarifying some relevant aspects of the Castle's history. This paper presents the preliminary results of the first campaign, carried out betwwen 2010 and 2011. So far have been explored: the Medieval Tower of Saint Mary, at the centre of the Eastern side looking towars the sea; the access from the sea through the Bastion of Saint James, protected by an anti-chamber, and, in the ditch, on the opposite Western side of the Castle, the wall base enriched by a fine elaborated socle.

cantieri: archeologia e cultura post-classica

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ANANKE 64.2011
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in senso orario: Plan dessiné de cotrone (sec. XVi) bibiothèque nationale Paris Vb 125; Pianta di crotone, XVii secolo, bibliothèque nationale, Paris, Part. 83, div. 31, n°1; veduta aerea del castello con la localizzazione dei saggi effettuati nel 2010-2011; dettaglio del castello dalla carta della bibiothèque nationale Paris Vb 125

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ti all’interno della Torre Comandante e quelli degli anni Novanta per lo svuotamento del Torrionetto e dei loca-li, già utilizzati come carcere, all’interno del bastione di Santa Caterina). E tutto ciò, in particolare, parallelamente alla crescita di interesse e sensibilità per l’archeologica post-classica e post-medioevale.E’ stato ora l’avvio dei lavori di recupero di alcuni lo-cali del Castello (1), promossi dal Comune di Crotone, a costituire una prima grande opportunità (dal concorso nazionale e dalla stesura del progetto vincitore, all’attuale cantiere) per avviare finalmente l’atteso studio integrato del sistema condotto, sotto l'alta sorveglianza e direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, consegnataria dell'intero complesso de-maniale, appartenente allo Stato.E’ stato così possibile, effettuare quella campagna di inda-gini mirate, prima dal novembre 2010 al gennaio 2011 e poi dal maggio al luglio 2011, della quale intanto si anti-cipano qui i primi risultati emersi dallo scavo.

Fin dal periodo medioevale, il Castello, che si è svilup-pato sovrapponendosi al sito primigenio dell’acropoli greca, non è un corpo isolato ma la testa di un comples-so sistema difensivo che racchiude l’intera città. Dell’XI secolo è la sua prima notizia quando, dopo la conquista della città da parte dei Normanni, figura fra i 75 castelli del registro delle terre dei vassalli di Ruggero II. Sarà poi Federico II di Svevia a fortificare il sistema dei castelli reali curando in particolare quello (ed il porto) di Crotone.Tra XV e XVI secolo il complesso fortificato subisce una gra-duale ma radicale trasformazione e ampliamento che ne ridefinisce la fisionomia. Il primo lotto dei lavori si colloca negli anni 1484-1491, con l’adeguamento (per il succes-so delle nuove teorie dell’artiglieria ad opera di Francesco di Giorgio e del suo allievo Antonio Marchesi) - voluto da Alfonso d’Aragona, l’abbattimento della torre di San Gior-gio (posta in prossimità dell’attuale torre Comandante) ed il riassetto del sistema delle mura urbiche. Il secondo grande cantiere è della metà del Cinquecento (sotto Don

saggio oc-04, vestigia dell'antiporta a protezione della porta del soccorso, bastione san Giacomo (c.d.b., maggio 2011); pianta del Genio militare, 1869, nella quale appare segnata l'antiporta messa in luce nel saggio oc-04

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Pedro da Toledo viceré a Napoli per Carlo V): in questo periodo il sistema fortificato subisce cambiamenti radicali e troviamo susseguirsi, alla direzione delle opere, molti ingegneri militari (Antonello da Trani, Juan Sarmientos, Giovanni Maria Buzzacarino, Gian Giacomo d’Acaja, Ambrogio Attendolo). Dall'iniziale impianto pentagona-le con torri ai vertici (di derivazione federiciana) si passa al quadrilatero con l’inglobamento delle torri circolari in due bastioni a scarpa (San Giacomo e Santa Ca-terina), mentre le due torri verso la città (Comandante e Aiutante) mantengono il loro impianto. Al Castello si continuerà poi a metter mano ancora, all’inizio del XVIII secolo, sotto la dominazione austriaca.

nuove direttrici d'indagine. Il cospicuo materiale d’archivio disponibile permette di ricostruire ampie fasi della storia del cantiere, già in larga parte indagato da Andrea Pesavento (2). Tuttavia, malgrado i buoni studi recenti di Francesca Martorano (3) e di Bruno Mussari (4), la dinamica costruttiva (e de-costruttiva) del Castello non è stata ancora riletta nella completa successione del-le fonti d'archivio.Poco si sa ancora, in dettaglio, della consistenza dell’im-pianto pentagonale delle cinque torri cilindriche angolari federiciane e del primo recinto fortificato sull’acropoli: i più recenti studi (5) propongono una diversa ubicazione di quest'ultima all'interno del nucleo urbano. Inoltre, restano importanti vuoti da colmare sulla effettiva attività di Antonio Marchesi, giunto con Alfonso di Calabria nel 1484 e pre-sente a Crotone nel 1489 e nel 1491. Il lavoro di sistemiz-zazione e rilettura delle carte d’archivio è stato avviato, da Chiara Dezzi Bardeschi, nel quadro delle ricerche effettua-te sia nella relazione di concorso sia in quella successiva del progetto esecutivo, in corso di realizzazione.

i nuovi scavi. Nei limiti previsti del progetto, le indagini archeologiche effettuate hanno ora offerto nuovi dati in-coraggianti per approfondire la storia del manufatto pre-cisandone più momenti salienti della storia del cantiere.

Da novembre ad oggi sono stati indagati il fossato che divide il Castello dal centro storico -con tre saggi stratigra-fici (SAS-F-01 - F-03)- e, sul versante opposto verso mare (pendio Orto Candela), l'antiporta ottocentesca an-tistante la porta del Soccorso del Bastione San Giacomo (SAS-OC-04) e quanto resta della torre medioevale al centro della cortina orientale del Castello, identificabile con quella menzionata nelle fonti con il nome di Santa Maria (SAS-OC-05), già solo in parte visibile su un’al-tezza di poco più di un metro. Si aggiungono saggi stra-tigrafici alla base del pendio verso mare che hanno con-fermato l'iniziale immediata prossimità del mare (Saggi SAS-OC-01, 02 e 03) ed all’interno del Bastione Santa Caterina (SAS-BC-01). D.M.

la torre santa Maria. Dati inediti per l’impianto più antico del Castello vengono dal saggio in località Orto Candela all’intorno della torre detta "medioevale" al centro della cortina orientale (Saggio SAS-OC-05): il saggio ha permesso di metterne in luce i resti su un’altezza di quattro metri, precisandone le caratteristiche e confermandone la datazione (6). Che coincida con la torre Santa Maria è indicato dalle stesse fonti della fine del Cinquecento. Un esempio significativo è la ben nota e dettagliata relazione al Viceré che documenta il sopralluogo alla fortificazione di Crotone -le regie fabriche- dell’ingegnere Ambrogio Attendolo (1515-1585), indicando i lavori necessari per il crollo del cavaliero e della cisterna nel castello. La rela-zione, datata al 14 maggio 1573, accompagnava i dise-gni dello stato di fatto e del progetto (in canne), ora pur-troppo perduti. Vi si precisa che la Santa Maria si trova tra il torrionetto ed il nuovo bastione [San Giacomo]: a circa 80 canne “dal mare” e altre 70 “dal principio dell’acqua dove se ponno accostar le galere”.Dagli scavi la torre, con una leggera scarpa, risulta co-struita direttamente sulla roccia. Inattesa la scoperta - con lo scavo - della raffinata lavorazione da scultore del basamento che offre nuovo terreno di approfondimento sull'operato (e la circolazione) delle maestranze e degli

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Veduta dal bastione santa caterina del sistema della Porta del soccor-so, verso mare, (saggio oc-04) con, in primo piano, la parte riscoper-ta con lo scavo e la nuova sistemazione dell'intorno e della torre santa maria (saggio oc-05) (c.d.b., luglio 2011)

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scalpellini attivi in Italia meridionale -aspetto già affronta-to da Roberto Pane in un suo noto saggio (7)- e che sem-brerebbe più confacente con gli interventi di adegamento della fine del Quattrocento. Dalla platea rocciosa (US53), parte per scattanti segmenti un toro scolpito (USR50), a tratti appena abbozzato, a tratti più marcatamente inciso direttamente nella roccia, accompagnato da una doppia cornice modanata in progressione scalare (USR49, 45), con medesime caratteristiche, ma lunghezza decrescente a fasciare la base.Che questa sia un’opera non finita lo conferma la lavora-zione e le cospicue tracce lasciate dagli strumenti di lavo-razione soprattutto sulla superficie sovrastante la cornice,

a zone irregolarmente sporgente (US32, 88, 89).

il fossato in periodo aragonese. I saggi effettuati hanno permesso di documentare (nella sua area centrale), a circa due metri di profondità, il livello del fossato della fine del Quattrocento. Le fonti confermano ampiamente i lavori di questo periodo: al cantiere vennero destinati gli introiti delle nuove tasse, raccolte dagli amministratori dei dazi o gabelle della città, utilizzati per costruire i rivellini ed i fossati, tanto che nel 1489 nel castello erano già state completate le torri di Santa Maria, Comandante e Aiutan-te, nonostante la lentezza del procedere dei lavori (8).Il saggio al piede della cortina (SAS-F-01) in particolare

Veduta della torre santa maria (saggio oc-05) (c.d.b., luglio 2011); nella pagina a fianco, il piede della cortina occidentale messo in luce con gli scavi (saggio F-01): in primo piano sono ben visibili la cunetta e le tracce delle buche pontali nel suolo

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ha restituito una porzione nuova dell’alzato con più di due metri supplementari di altezza e mettendo in luce il pie-de della cortina, delimitata da una cunetta (US71) scavata nel suolo in argilla limacciosa compatta giallastra (US67), in corrispondenza della torre, d’impianto quadrangolare, a protezione dell’accesso al Castello, ben visibile ancora nel 1786, come documenta la celebre veduta del Castello inserita nell’opera dell’Abate di Saint-Non. Questa grande torre presumibilmente doveva coincidere con quella men-zionata nelle fonti della fine del Duecento (5) come turris que vocatur la mamunella (la manovella), facente parte del sistema di difesa dell'accesso al Castello, insieme alla torre ante hostium (posta davanti alla porta).Anche qui il piede della cortina è arricchito da una mo-danatura a toro, analoga a quella (oggi consunta) visibile alla base della Torre Comandante (lato strada) e attribuita agli interventi di fine Quattrocento. Questa modanatura, a differenza di quella messa in luce alla base della torre Santa Maria (Saggio 5 Orto Candela, USR45, 49-50), è costruita con blocchi levigati (non scolpiti direttamente nella roccia). Notevoli le evidenze archeologiche, in par-ticolare quelle numismatiche, restituite dal saggio.

l'accesso dal mare al castello nell'ottocento. Dati sulle ultime fasi del manufatto vengono dai saggi effettuati in località Orto Candela. In particolare, il sag-gio condotto davanti alla Porta del soccorso (Saggio OC-04) ha permesso di mettere in luce la soglia ed il sistema della Porta, la scarpa del muro della cortina set-tentrionale del bastione, le vestigia di un vano di anti-porta e il pavimento ottocentesco (US13), sia all’esterno che all’interno del vano (9). Dagli scavi infatti la Porta del Soccorso, in questa fase, risulta preceduta da un’antiporta (4,00 m x 3,60 m) con l’asse mediano incentrato sulla Por-ta medesima. I muri sono conservati su una ridotta altezza (in media 30 cm). Un leggero disallineamento dei conci a livello del pavimento ed un incavo all’estremità Ovest del concio più orientale, suggerisce la presenza della soglia all’antiporta sul lato orientale del vano verso la cortina del

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Castello, schermata così alla vista dal lato mare. Come datazione, la stratigrafia ed il materiale associato sugge-riscono la metà dell'Ottocento, come sembra confermare la presenza del vano dell'antiporta sulle piante del Genio Militare (1869).I lavori di sistemazione del piazzale hanno poi permesso di chiarire che il limite occidentale del vano di antiporta

Qui, dettaglio della modanatura alla base della torre santa maria (saggio oc-05); nella pagina a fianco: dettaglio del piede della cortina sul fossato (saggio F-1) (foto: cdb) e di alcuni rinvenimenti dal saggio 5 intorno alla torre santa maria (foto: d.m. e cdb, gennaio 2011)

coincide sostanzialmente con l’inizio della scarpata (ot-tocentesca). Ugualmente, il pavimento esterno in battuto (US13), prosegue su 3,80 m per poi perdersi, segno che il suolo coevo qui digrada verso NE. Di particolare rilievo è poi il ritrovamento sporadico sul piazzale di una moneta (N23) in rame, con l'effige di Vittorio Emanuele II, re d’Ita-lia, datata 1861. Anche il saggio presso la torre santa Maria ha messo in evidenza una fase post-medievale. In particolare, un pavimento esterno, in terra renosa gialla-stra battuta, è stato rilevato su un’area limitata, che copre una massicciata (US38, 40), che all’origine doveva marcare una rampa di ascesa dal mare verso la Porta del Soccorso del Bastione San Giacomo. Oltre alle numerose palle di cannone in ferro ed in pietra rinve-nute nello scavo intorno alla massicciata della rampa, è stato ritrovato un eccezionale tesoretto costituito da dieci monete datate tra il 1798 ed il 1835 (N1-10): sono quat-tro monete di rame da 10 tornesi, quattro piastre d'argento da 120 grana, un tarì d'argento da 20 grana ed un carlino d'argento da 10 grana, tra loro impilate (e verosimilmen-te all'origine custodite) all’interno di un astuccio nascosto in vicinanza di quattro palle di cannone in ferro (RA2, RA3-RA5). C.D.B.

Tuttora in corso, le indagini mirano ad estendere la ricer-ca all’intero sistema fortificato urbano.

1. Committente: Comune di Crotone; avv. Peppino Vallone (Sindaco), RUP: ing. Sabino Vetta (2009-2010), arch. Elisabetta Dominijanni (2011). Il grup-po di lavoro, vincitore del Concorso (2007), coordinato da prof. arch. ing. Marco Dezzi Bardeschi (capogruppo) è composto da: ing. Alessandro Melani (strutture), arch. Margherita Catanoso, Sabino Giovannoni (diagnostica), ing. Corradino Amatruda, dott. Antonio Maria Baldi (geologia), dott. Massimiliano Mondet; consulenti: arch. Maria Adamo (storia), dott. Chiara Dezzi Bardeschi (archeologia). I lavori in corso interessano la sistemazione del pendio verso il Borgo Marinaro ed il fossato. La direzione lavori è del capogruppo, con l’assi-stenza di arch. Maria Adamo e arch. Margherita Catanoso (responsabile della sicurezza); l’assistenza archeologica è curata da dott. Chiara Dezzi Bardeschi (Politecnico di Milano) sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria (dott. Domenico Marino, responsabile territo-riale; Mario Riolo, assistenza sul cantiere).2. Si citano qui solo alcuni dei suoi numerosi contributi: A. PesAvento, La co-struzione delle fortificazioni di crotone. Una cronaca del cinquecento, Bas-

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sano del Grappa,1984; Lavori di fortificazione a crotone durante il periodo aragonese (1484-1491), in brutium 66 (1987), 3, pp. 11-14; [imperiali a crotone (1707-1734) La città di crotone] nella prima metà del settecento, in crotone, 1991; La cappella di san dionisio nel regio castello, in La Provincia Kr 26-27 (1997); Fortificazione della città e castello di crotone in età moder-na (1550-1780), in La Provincia Kr 28-35 (1997), ecc.3. F. MArtorAno, L’architettura militare tra Quattrocento e cinquecento, in S. vAltieri (a cura di), storia della calabria nel rinascimento. Le arti nella storia, Gangemi ed., Roma, 2002, pp. 353-408.4. B. MussAri, La fortificazione della città. Un esempio: crotone, in S. vAltieri (a cura di), storia della calabria nel rinascimento. op.cit, 2002, pp. 409-456.5. P. rende, storia ed urbanistica di crotone, in La Provincia Kr nr. 23 (2003).6. Inizialmente su un’area di 5,50 x 11,00 m (settori I-III), si è arricchito di un ulteriore settore (settore IV: 4,50 m x 5,50 m) a Sud.7. R. PAne, il rinascimento nell'italia meridionale, Edizioni di Comunità, Milano, 1975-1977.8. M. MAfrici, Le opere fortificatorie: La calabria, il regno di napoli, il contesto europeo, in S. vAltieri (a cura di), La calabria nel rinascimento. op.cit., 2002, pp. 329-352, in particolare si veda p. 335. nota 26.9. Ha riguardato un’area di 11,30 x 5,00 m.

* fotografie su concessione della soprintendenza per i beni archeologici della calabria - riproduzione vietata.

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