n°42 ottobre 2007 - Faenzanet - Tutto il web di Faenza · 2007-09-19 · sono Amarsi un po’ di...

16
Storie, sogni, lotte, mode e tendenze della Faenza di 30 anni fa n°42 ottobre 2007

Transcript of n°42 ottobre 2007 - Faenzanet - Tutto il web di Faenza · 2007-09-19 · sono Amarsi un po’ di...

Storie, sogni, lotte, mode e tendenze della Faenza di 30 anni fa

n°42 ottobre 2007

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:20 Pagina 1

ppn

è -2

-

77 : era il tempo di Lotta Continua, IlManifesto, Potere Operaio,Avanguardia Operaia, AutonomiaOperaia, Pdup, DemocraziaProletaria, Indiani Metropolitani,Movimento Lavoratori per ilSocialismo, Servire il Popolo e tantealtre sigle.77: era il tempo delle k: si cominciocon Kossiga per poi marchiare con ilK tutto.77: era i l tempo dei volantini da dis-tribuire tutti i giorni.77: era il tempo del punk, arrivano i

chiodi, le creste, le borchie77: travolti tutti da John Travolta conla febbre del sabato sera, ma inlibreria spopola porci con le ali,Claudio Baglioni sta in testa a tutte lehit parade, mentre alla tv chiudeCarosello e i ragazzi cantano ancoraGuccini con la chitarra intorno alfuoco. Quanti 77 (quasi x 77!)77: i tuoi bisogni prima di tutto cheforse hanno dato l'avvio a una prima società dell'Io oggi esplosa propriocon quei giovani diventati adulti, eresponsabili nella società di oggi.

30 anni fa, 30 anni dopo

Principali avvenimenti del 1977

EDITORIALE

PPNÈ sul web:

www.pipine.infoe puoi scaricarlo anche su

www.faenzanet.it

Millenovecentosettantasette 3Ciclostile, il blog degli anni 70 4Dario Mercuriali 5Turbolenze romane 6I panini di Marcello 7Intervista doppia 8Il movimento studentesco a Faenza 10Alfonso Leoni 11La febbre del sabato sera 12Il Living Theatre a Faenza 13È scoppiato il ‘77 14L’appuntamento del mese 15

SOMMARIO

TipografiaCarta Bianca

agenzia di comunicazione integrata

con il patrocinio del Comune di Faenza

con il sostegno di Banca di Credito CooperativoUnione Cooperative e Ascom

Si ringraziano per la collaborazione

PPnè <n°42> ottobre 2007direttore responsabile: giordano sangiorgila redazione: valter dal pane - siro lusa -antonietta innocenti - francesco tassi - ninodrei - carlo naldi - simona sangiorgi -monica donati - alessandra donati - milenaspadola - silvia bertoni - tiziano conti - fabiovilla - tiziano zaccaria - alberto visaniamministrazione: roberta barberini

organizzazione e distribuzione: daniele bosi progetto grafico e impaginazione: caterwebstampa: Carta Bianca - Faenzaredazione: tel. 0546 26304infoppnè e-mail: [email protected] ringraziano quanti hanno collaborato allarealizzazione di questo numero, tutti glisponsor che ci sostengono e gli edicolanti diFaenza.

Il 1977 è uno degli anni più ricchi dieventi legati a episodi di violenza e ter-rorismo: 1398 attentati, centinaia diaggressioni a sfondo politico e manife-stazioni che spesso si concludono conscontri. La Situazione politica appare bloccata:la DC è al 38 %, il PCI è al 34%, la solu-zione per uscire dalla crisi è il governodelle astensioni. All'opposizione riman-gono solo DP, che raggruppa i gruppi diestrema sinistra eredi del '68 (LC,PDUP, AO), il PR di Pannella e Bonino eil MSI-DN.La crisi economica è molto forte (infla-zione al 18%), stipendio medio170.000 lire al mese, il pane e la pasta500 lire al kg, il latte 300, la carne5000, la benzina 350 al litro.Il 1 gennaio termina Carosello, esistonodue canali Rai e stanno sorgendo cen-tinaia di tv e radio private in tutta Italia.Dopo 13 anni di esilio, a causa delleproprie idee politiche, torna in rai DarioFo col suo "Mistero Buffo".

Altri programmi significativi sono il talkshow serale di Maurizio Costanzo,Bontà Loro, Domenica In su Rai 1 eL'Altra Domenica su Rai 2 di RenzoArbore, Portobello di Enzo Tortora,Happy Days, lo sceneggiato Gesù diNazareth di Zeffirelli ed i fumetti diSupergulp. Al cinema è l'anno diIncontri ravvicinati del terzo tipo diSpielberg e La Febbre del sabato seracon John Travolta, oltre al primo capito-lo di Guerre Stellari.È l'anno del punk (Sex Pistols, Clash,Ramones); in Italia i dischi più vendutisono Amarsi un po’ di Lucio Battisti e TiAmo di Umberto Tozzi; il Festival diSanremo, presentato da MikeBongiorno, è vinto da Homo Sapienscon Bella da Morire.La Juventus vince il campionato di cal-cio, Varese quello del basket, Romaquello della pallavolo, il Giro d'Italia èvinto dal belga Pollentier, il mondiale diciclismo su strada da Moser, Niki Laudasu Ferrari vince il mondiale di F1.

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:20 Pagina 2

Mercoledì 30 maggio si è tenuto aFaenza, col patrocinio del Pipinè, unincontro dal titolo “1977, storie,sogni, lotte, tragedie di una genera-zione….in rosso e in nero”. La sera-ta è stata un confronto tra due gior-nalisti che nel nel 1977 erano giova-ni militanti schierati su fronti opposti,vale a dire Daniele Barbierie Gabriele Marconi. MentreBarbieri era militante diLotta Continua negli anni‘70 - attualmente è redat-tore del settimanale“Carta” e collaboratore di“Liberazione”-, Marconiallora aderiva al gruppo diestrema destra “Terza Posizione”, edè attualmente direttore responsabiledel mensile della destra sociale“Area”, oltre che scrittore e cantau-tore molto apprezzato. L’incontro,per ammissione stessa dei relatori,solo qualche anno fa non sarebbestato possibile, grazie invece ai duegiornalisti e ai presenti, in quella ser-ata si è assistito ad un confrontocivile e senza alcuna polemica tradue testimoni di due mondi che nelrecente passato si sono scontraticon forza, senza alcuna possibilità didialogo. Sia Barbieri che Marconi

hanno ricostruito il proprio vissuto diquegli anni, i miti di allora e le idee diadesso. Mentre Daniele Barbieri haposto l’attenzione sul fatto cheall’estrema sinistra si polemizzavacon la moderazione del PCI ed ilcompromesso storico. I fascisti veni-vano visti come gli esecutori dei

lavori sporchiagli ordini deipoteri forti elo scontrofisico eravisto comeinev i tab i l e .G a b r i e l eMarconi ha

ricordato come a destra si ritenesselecito fermare i comunisti, le sinistre,si vivesse veramente sotto assedio,non si girasse mai isolati per pauradi aggressioni, e “guadagnare spaziper potersi esprimere era una duralotta quotidiana”. Sia Daniele cheGabriele hanno riconosciuto come laviolenza c’era da tutte e due le parti,venendo considerata come inelutta-bile o come una dura necessità perpoter sopravvivere, di fronte allarepressione di uno Stato che tutti edue volevano cambiare.Si è parlato anche dei cambiamenti

Storie, sogni, lotte, tragedie di una generazione... in rosso e in nero.

Via Seminario, 3 - FaenzaTel. 0546 25163 Fax 0546 664328www.gemos.it

Millenovecentosettantasette

> Raffaele Morani

artistici e delle innovazioni di lin-guaggio e comunicazione espressedai ragazzi del ’77, e dei due appun-tamenti significativi di quell’anno, ilconvegno sulla repressione tenuto aBologna nel settembre su iniziativadi Lotta Continua che vide la parteci-pazione da tutta Italia di decine dimigliaia di giovani del movimento, edil campo Hobbit di giugno aMontesarchio (BN), il primo radunoculturale, di musica e grafica dei gio-vani di estrema destra, interessatianche loro ad esprimere parole econtenuti nuovi, “rifiutando il nostal-gismo: i fasci littori, le camicie nere”. I due mondi si sono così ritrovati adialogare sul passato e ragionare sulpresente, riconoscendo che adesso èpossibile parlarsi nel reciprocorispetto. Alla fine della serata restaper tutti un interrogativo ben rias-sunto da Barbieri: ”noi giovani di sin-istra volevamo cambiare lo Stato,sarebbe veramente interessantesapere la verità, su quanto siamostati usati dallo Stato, noi e i giovanidi destra, perché le cose non cambi-assero affatto.”

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:20 Pagina 3

ppn

è -4

-

apparivano ombre, puntini e segnisul foglio, ma alla fine che soddisfa-zione: la clonazione era avvenuta ela magia di Gutenberg si era ripetutaancora una volta! Ho un ricordo lega-to al ciclostile: facevo le scuolemedie e durante le lezioni di france-

se facemmo un lavoro digruppo dedicato alla poe-sia di Alfred de Musset eAlphonse de Lamartine. Iltutto doveva poi essereraccolto in un fascicolociclostilato consegnato atutti gli alunni, insegnanti epreside. Le matrici veniva-no trattate con tutte lecure, occorreva evitarequalsiasi errore di ortogra-

fia – era infatti impossibile effettuarecorrezioni - con un lavoro certosino(già, perché poi le poesie venivanoscritte in francese!). Furono due set-timane da incubo, tormentata dagliaccenti acuti, gravi e circonflessi damettere nel posto giusto senza sba-gliare, ma alla fine l’impresa fu por-tata a termine: ancora oggi nella mialibreria questo ciclostilato fa bellamostra di sé come un reperto raro.

Prima delle fotocopie, dei fax, delle email...

> Miss G

Ciclostile: il Blogdegli anni ‘70

Ciclostile era il sinonimo di stampafacile e a basso prezzo. Fanzine, dis-pense scolastiche, poesie, volantinidi tutti i generi, ricette, testi di can-zoni, i tristemente noti comunicatidelle Brigate Rosse. Prima dell’av-vento del computer, quando le foto-copiatrici erano una rari-tà, carissime, di qualitàscadente (chi si ricordaquella cartaccia chimicacon quell’odore tremen-do?) e si trovavano solonegli antri delle stazioniferroviarie. Prima di inter-net, prima dei blog, primadi youtube. E’ curiosovedere come dopo 30anni non vi sia rimastapiù traccia di questo macchinarioche è sempre stato un po’ misterio-so per me, e che così tanta parte haavuto nella nostra cultura e vita quo-tidiana, soprattutto negli anniSettanta. Il meccanismo era sempli-ce: si prendeva un foglio cerato (lamatrice), si scriveva a macchina iltesto, si inchiostrava, si metteva nelrullo, e… via di manovella, ecco cheuscivano i fogli stampati pronti per ladistribuzione! La qualità era bassa, icaratteri spesso erano sbavati,

Negli anni ’60,la storia dellaCassa Ruraledi Faenzacomincia adintrecciarsi conquella dii m p o r t a n t icoopera t ive ,che proprio inquel periodo trovavano sviluppoattraverso il credito concesso dalla“Banchina”.All’inizio degli anni ’70, la Cassa diFaenza incorpora le Casse Rurali edArtigiane di Granarolo, Tredozio eCotignola, che, per le modestedimensioni, non erano più in grado didare risposte adeguate adun’economia in rapida trasformazio-ne. Gli anni ’70 sono poi caratteriz-zati da due fenomeni di particolarerilievo per la Cassa: da una parte,proprio grazie ai prestiti concessiagli agricoltori, viene superato ilmodello agricolo della mezzadria(quando ancora le altre banche guar-davano con diffidenza questo com-parto); dall’altra, vengono sviluppati iprimi servizi alle famiglie. E, anche inquesto caso, la Cassa Rurale, diven-tata negli anni ’70 la prima bancadella città di Faenza, anticipa i tempi,cominciando a sostenere i privaticon soluzioni di credito personaleche altre banche avrebbero adottatosolo molti anni dopo.

Anni ‘70: la “Banchina”diventa grande

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:20 Pagina 4

> Giordano Sangiorgi

Correva l’anno 1977. O unpaio d’anni in piu’.Insomma, il ‘77 faentino.Quello fuori dai partiti etutto dentro al movimento. IlCircolo Giovanile dellaCaserma Pasi, il giornalinooperaio Il Dibattito,l’arrivo del Linving Theatrein Piazza del Popolo aFaenza e tanti altri piccoliavvenimenti oramai cancel-lati dal tempo.Tra questi va certamentericordata l’esperienza de“Lo Sputo” giornalesaltellante, come periodici-tà -uscirà infatti per soli trenumeri-, che cerca di sal-dare studenti, giovani, ope-rai e disoccupati con la sini-stra extraparlamentare del-l’epoca.La fanzine, oltre ad unaserie di articoli sui piu’diversi argomenti locali e nazionali,“scopre” uno dei migliori grafici e

illustratori alternativi che la nostraRomagna abbia avuto. Si tratta del

Dario MercurialiGrafico e illustratore di grande talento creò con maestria la fanzine “lo Sputo”

faentino Dario Mercuriali che hatratteggiato con le sue lineegrafiche straordinarie la fanzinede “Lo Sputo” e alcuni deimigliori volantini delle tante ini-ziative -concerti rock, rassegnecinematografiche, incontri - chein quegli anni anche a Faenza igiovani auto-organizzati realiz-zavano. Oggi, riposti momenta-neamente quei sogni di cambia-mento dei quali erano piene lepagine de “Lo Sputo”, restano lebelle copertine e le belle vignet-te di Dario Mercuriali chevogliamo ricordare per omagg-giare uno dei nostri grandi illu-stratori. Troppo schivo e riserva-to per essere ricordato e cele-brato. Se fosse stato a Bolognaforse oggi sarebbe tra gli illu-stratori piu’ noti in Italia. O forseno, ma le potenzialità c’eranoproprio tutte. Grazie Dario, 30anni dopo (o giu’ di lì).

Una copertina de “Lo sputo” di Dario Mercuriali

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 5

Michele Guerra, musicista faentino, ci racconta il suo ‘77 nella Capitale

Turbolenzeromane

ppn

è -6

-

Oggi vivo a Ravenna ma vengo daRoma dove ho vissuto fino a tren-t'anni. Non mi sento un reduce, quin-di non mi sento un perdente. La gio-ventù sbaglia ma non perde mai, eperde quando comincia a scim-miottare gli adulti e a compierescelte dettate dalla lorocoazione a ripetere gli erroridella storia e della vita. Nonho la sindrome di Peter Pan,sono diverso da quegli annima non sarei quello che sonooggi senza quegli anni. Intantonon amo le semplificazioni, menoche mai su quegli anni, visto che nesono stato partecipe. A Roma - hovissuto anche a Bologna, come sidiceva, in pieno "riflusso", gli annidell'Università - la cosa fu trascinan-te, esplosiva (l'Alberoni dei primitempi diceva dello "stato nascente")ma non nacque da un giorno all'al-tro. Prima c'erano stati i collettivi diquartiere, l'attività al Liceo, in uncoacervo di visioni spesso non con-comitanti che però convivevano. Poisì certo c'era stato il '68 ma aveva-mo 9 anni. Ma che fabbricavi e tiravile molotov? Eri per casoall'Università quando gli Autonomicontestarono Lama? E ai fascisti haimai spaccato la testa? Ecco, un'altracosa che mi fa imbestialire èl'identificazione di quel periodo congli anni di piombo. E dunque tuttiviolenti o terroristi. Ma va là!All'Università, benchè fossimo alLiceo, ci si andava. Era spontaneo,non è che ti chiedevano la tesseraper entrare nel Movimento. Io perso-nalmente non ho mai torto un capel-lo a nessuno, però ho rischiato, comeuno qualsiasi dei miei coetanei e

compagni di scuola e di pensiero, diessere sovrastato da quella violenza.Come il 12 maggio, il giorno in cui fu

uccisa Giorgiana Masi.La mia classe si

trovò in CorsoV i t t o r i oE m a n u e l equasi percaso, veniva-mo da un girocon la profes-soressa di

Arte, e improv-visamente ci tro-

vammo avvolti neifumi dei lacrimogeni e successequello che sappiamo.Non dimentico il bollettino quotidianodei morti ammazzati, non ne faròuna classifica anche se non dimenti-cherò mai il giorno in cui fu rapitoMoro. Né dimenticherò altri compa-gni di viaggio uccisi per caso, per ilsolo fatto di trovarsi nel posto sba-gliato nel momento sbagliato. E unricordo voglio spendere anche perFrancesco Ciavatta, giovane missino,con cui avevo frequentato le elemen-tari e giocato a pallone tante volteall'Oratorio di S.Maria Ausiliatrice,nel quartiere Appio Tuscolano. Lapolitica ci aveva diviso. Succedevaquesto in quegli anni. Ad un trattoqualcuno scompariva perchè nonfrequentava più gli stessi tuoi luoghi,gli stessi amici e non si condividevapiù la stessa visione delle cose. Tuttoveniva rimescolato. Col rischio di tro-varsi faccia a faccia in situazioni nonproprio gradevoli. L'omologazione fuil prezzo da pagare per uscire dallafollia della contrapposizione irriduci-bile, senza mediazione. E lo stesso > Michele Guerra

avvenne per coloro che si affidaronoall'illusione delle droghe. Io ne sonouscito indenne? Forse, ma non hodimenticato; ed è forse questa lalezione da trarne e al tempo stesso lapena infinita. Soprattutto non hodimenticato che è giusto voler cam-biare, sempre, non solo per questio-ne d'ormoni, che è un diritto nontacere. Ed è dura. La mia psicanali-sta dice che ho saputo resistere allelusinghe più distruttive perché inca-pace di abbandonarmi. Allora dico:lunga vita alla saggezza degli imbra-nati e degli indecisi. Al bando chi hatroppe certezze. Ma ho anche ricordiallegri, più spensierati, quelli dellamia classe, la Quinta D del XXIII°Liceo Scientifico di via Tuscolana. LeBrigate Rosa, satira delle UnitàEsilaranti, Franco detto "Stalin" - eraun bravo ragazzo, pacifico, ma suofratello aveva un'incredibile rasso-miglianza con Peppone, un'idolatriabasata sulla fisiognomica più chesull'ideologia. E altri compagni,Cecca e Bettini e le loro topiche e ilfatto che non ricordi più chi fosseCecca e chi Bettini. Alex Langer cheinsegnò filosofia nel mio Liceo inquegli anni e poi uno studente cheavrebbe fatto carriera... FrancescoStorace. E la musica certo, il primoconcerto con il gruppo, i capelli alvento come Peter Gabriel deiGenesis e tanto altro che dovrò deci-dermi a raccontarlo in un libro. Tuttomi appare così lontano e irreale,come appartenente ad un'altra vita ei ricordi sfumano o si travisano comenel finale di Radio Days.

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 6

Io definisco ‘sfortunata’ la generazio-ne che visse a cavallo delle duegrandi guerre, mentre considero ‘for-tunati’ coloro che sono nati a partiredalla fine della seconda guerra mon-diale, anche se molti di noi, me com-preso, non avevano la toilette incasa. Poi, sono arrivati gli anni ses-santa, quelli del ‘boom’, ma mentre ipoco più anziani di noi si crogiolava-no ancora nel mito della ‘Gioventùbruciata’, nascevano i primi capello-ni e noi, a Faenza, ci toglievamo ilsapore del latte dalla bocca passan-do direttamente ai ‘micidiali’ paninidi Marcello, al Bar Ceramiche. Si puòproprio dire che un paio di genera-zione della nostra città sia statasvezzati dai suoi panini. Dopo glianni 70, buona parte del nostro‘gruppo’ di amici aveva finitol’Università, molti altri si avvianosulla strada del lavoro e qualcuno, inrigorosa fila indiana, cominciava adavventurarsi verso l’altare. Per cui,nel 1977, la nostra frequentazione alBar Ceramiche era un poco scemata.Anch’io, per un lavoro che mi porta-va spesso all’estero, avevo rarefattole mie presenze al bar, ma, quandopotevo, ci facevo una nostalgicacapatina. Una sera, doveva essereottobre, verso mezzanotte, al baravevo trovato Fred (un ragazzonepoco più giovane di noi che erameglio avere per amico dato che eraalto quasi due metri) e Zabayo.Stavamo chiacchierando, comed’abitudine, in piedi o mezzi appog-giati agli sgabelli, mentre Marcellopuliva il banco raccontando stranianeddoti, con il suo accento fra itoscano ed il romanesco, quandoentrò un tipo, di bassa statura e con

pochi capelli, la faccia del tipo tran-quillo, da padre di famiglia. Non eradi Faenza. Con il fare dell’indecisochiese a Marcello: ”E’ lei quello deipanini... cosiddetti... speciali? Cioè,veramente, a me l’ha detto mia figlia.Sa, lei, è una studentessa delCeramiche…” e ci guardò con faresospettoso. “Me ne può fare uno…come vuole lei, non ho preferen-ze…” e si sfregò le mani, in attesa... Noi continuammo a chiacchierare,scherzando fra di noi, mentreMarcello cominciava il suo pazientelavoro che consisteva innanzituttonel togliere, con le sue ‘delicateunghiette’, la mollica per creare il‘vuoto’ e mettervi dentro le sue spe-cialità. Il signore si era messo adosservarlo, ma, man mano che gliingredienti venivano immessi, il suosguardo si faceva sempre più titu-bante e diventò addirittura ‘terroriz-zato’quando Marcello gli fece la fati-dica domanda, e cioè gli chiese se ilpanino lo voleva… ‘con o senza’,sfregandosi il centro del sedere, adindicargli in cosa consisteva, per lui,la sua ben nota, per noi, ‘aria di casanostra’! All’immediato diniego delsempre più esterrefatto cliente, miseil panino fra le due piastre, si fecepagare e dopo poco gli consegnò lasua ‘opera’ al tipo. Appena questiprese il panino in mano noi smet-temmo di parlare, la nostra attenzio-ne si concentrò su di lui e comin-ciammo a guardarlo con delle stranefacce ed il nostro ometto avevacominciato a preoccuparsi un poco,magari si era già pentito, ma ormainon poteva più tirarsi indietro. Noi trattenevamo il fiato mentre lui ciguardava con fare sospetto, girava il

I panini di Marcello

panino da una mano all’altra, conti-nuava guardarsi attorno, ma il rumo-re del silenzio che si era creato eraormai diventato insopportabile, sem-brava la scena finale di un film diSergio Leone con le musiche diMorricone. Improvvisamente Fred glisi piantò davanti con le sue bracciagigantesche, a fissarlo come a dir-gli... ‘Beh, ti decidi o no?’. L’ometto,tremendamente intimorito, chiuse gliocchi, prese coraggio ed addentò ilpanino per metà, mandandolo giùalla maniera di un cow boy con il suobicchiere di whisky. Noi trattenemmoil fiato mentre il tipo cominciò a stra-buzzare gli occhi, aprì le braccia estrinse le mani. Continuò a rigirarsicon la bocca mezza aperta per alcu-ni interminabili secondi, ma poi siriprese, riprese anche a respirare,fece finta di aver recuperato il sorri-so e ci riguardò in faccia. “Mah!”commentò” Fat gost cl’à mifiòla...!?”, poi abbozzò un mezzosaluto e sparì fuori, nel viale, scos-sando la testa. “Ma cosa ci haimesso dentro, questa volta?”domandai a Marcello. “Boh, e chi selo ricorda…!?” rispose lui. Noi cimettemmo a ridere, tanto lo sapeva-mo bene che ogni suo panino eradiverso dall’altro ed a suo modo eraun’opera artistica. Non abbiamo maisaputo se il tipo abbia o no finitol’altra metà, mah, peggio per lui,dato che quasi tutti quelli coloro chein quegli anni si sono nutriti ai

‘magici o diabolici’ intrugli diMarcello, godono ancora di buonasalute!

I mitici panini del bar delle Ceramiche, tra storia e leggenda

> Vincent W. Mallory

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 7

ppn

è -8

-

A b b i a m o i n c o n t r a t o d u e f a e n t i n i c h e n e l 1 9 7 7 m i l i t a v a n o

V.B.: Nel ‘77 lavoravo alla CISA, dove ero stato assunto all’inizio del ‘73, delegato del Consigliodi Fabbrica ero impegnato in tutte le iniziative sindacali locali e generali; aderivo inoltre ad A.O.(Organizzazione Comunista Avanguardia Operaia) che sarebbe poi confluita nella costituendaD.P.(Democrazia Proletaria).

V.B. :Non so se riesco a mettere in ordine le cose rilevanti accadute a Faenza in quell’anno,certo è che si sono vissuti di riflesso tutti gli accadimenti nazionali. La formazione politica dialcuni noi, segnata da una cultura politica che metteva al centro il lavoro, e le lotte per la suaemancipazione e liberazione, ha segnato anche il modo con cui ci si è rapportati al movimen-to del ‘77. Rispetto al quale, a Faenza, i riflessi maggiori venivano da quanto accadeva aBologna più che altrove. Personalmente ho vissuto con molta più partecipazione le vicende sin-dacali di quel periodo. A questo proposito, ricordo che il ‘77 è stato l’anno dell’avvicinamentodel PCI all’area di governo e della “politica dei sacrifici” (lanciata da una famosa intervista diLama, segretario generale della CGIL, a “Repubblica”), una certa opposizione contro questapolitica sindacale fu messa in campo anche nel nostro territorio. Importante fu la partecipa-zione locale alla manifestazione nazionale del 2 dicembre a Roma indetta dall’allora FLM(Federazione Unitaria dei Lavoratori Metalmeccanici. La manifestazione ha un grandissimoimpatto politico: di fatto è una critica alla politica dei sacrifici sostenuta dalle Confederazioni edal PCI; e democratico: dopo mesi che per motivi di ordine pubblico era proibito manifestare aRoma, 200.000 metalmeccanici si riappropriano della piazza in modo pacifico e democraticoe una parte del movimento aderisce con propri contenuti.

Intervista doppia: Vittorio B

Cosa facevi ne

V.B: Anche se nelle nostre discussioni politiche era presente la previsione che la linea del“compromesso storico” e l’astensione del PCI al governo avrebbe allargato la frattura tra ilmovimento e la sinistra storica, quello che accadde soprattutto in febbraio a Roma, conla cacciata di Lama dall’università e poi a Bologna dopo l’11 marzo (uccisione diFrancesco LO Russo) fu, per noi di provincia, una sorpresa non prevista. Non cono-scevamo sul serio cosa significava la repressione e gli scontri con la polizia. Quelloche stava accadendo in giro per l’Italia era veramente troppo, ma le notizie, non solodi scontri violenti (che si era portati a giustificare come autodifesa) ma anche di usodi armi da parte del movimento (che in effetti cominciava ad accadere soprattutto aRoma o Milano) erano generalmente liquidate come montature e provocazioni della polizia.

V.B.: La non violenza non era di moda, ma qui, per noi, al massimo la violenza era verbale,oppure, per qualcuno, c’era il tentativo di ridimensionare alcuni episodi contro “i compagni chesbagliano”. Ma il nucleo dei compagni/e dell’area di Dp aveva una cultura politica molto soli-da, ricordo che l’assemblea congressuale di Democrazia Proletaria dell’anno dopo nella mozio-ne conclusiva diceva (più o meno): DP si batte perché possano esisterespazi per i movimenti sociali, rifiutando di farsi stritolare nella tenaglia della repressione sta-tale e della violenza terroristica. “Contro lo stato e contro le BR” non era certo uno slogan diindifferenza. Sul terrorismo il giudizio era radicale: “la nostra avversione non ha soltanto ragio-ni tattiche ma investe l’immagine stessa di società che vogliamo costruire”.

Che rapporto c’era tre la pratica della

Vittorio Bardi, attualmente esponente di Rifondazione Comunista, è dirigente nazionale della FIOM-CGIL

Intervista da cura di Raffae

Eventi politici importantiin quell’an

Voi estremisti faentinquello che accadeva a

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 8

C.C.: Ero studente universitario, ero stato aderente in Lotta Continua che aveva deciso di scio-gliersi nell’ottobre-novembre del 1976, quindi nel 1977 ero un “cane sciolto”. A molti di noiera sembrato più serio sciogliersi come gruppo piuttosto che continuare a “vivacchiare”. Erastata una specie di liberazione.

a n o i n d i f f e r e n t i g r u p p i d e l l a s i n i s t r a e x t r a p a r l a m e n t a r e

C.C. : A Faenza sostanzialmente non successe nulla. Noi vivevamo di riflesso quello che acca-deva altrove, soprattutto a Bologna. Come organizzazione non esistevamopiù, come individui ci sentivamo parte del movimento, ad esempio consi-deravamo i gruppi strutturati come A.O. ,qualcosa di istituzionale quasi come il PCI.Ricordo che partecipammo alle manifesta-zioni di protesta a Bologna e Roma perl’omicidio di Lo Russo, e al convegno diBologna di settembre sulla repressione.

Appuntamento nato dal basso, dal movimento.Fu lì che finì tutto il movimento del ‘77. I cosiddetti

“creativi” se ne andarono per la loro strada, i “violenti” perconto loro. In quei giorni al Palasport di Bologna, dove si svol-gevano accesi dibattiti tra le varie anime del movimento, i varigruppi, si videro persino le Brigate Rosse che cercavano direclutare persone. Era veramente troppo!

Bardi vs Claudio Casadio

cevi nel 1977?

C.C.: L’omicidio di Lo Russo per noi fu un evento devastante!Andai subito a Bologna e partecipai alle manifestazioni di protesta che sfociaro-no in incidenti e duri scontri con la polizia nella zona universitaria. Nei giorni successivi andaianche alle manifestazione di Roma. Al ritorno in pullman apprendemmo alla radio della chiu-sura di Radio alice, la radio del movimento di Bologna, effettuata dalla polizia in diretta radio-fonica. Eravamo veramente indignati. C’era molta rabbia in noi! Ricordo anche che polemiz-zavamo aspramente col PCI e la politica di compromesso storico con la DC. Nelle piazze a voltedurante le manifestazioni entravamo in contatto con il servizio d’ordine del sindacato e del PCI,eravamo due mondi diversi. Loro dicevano che eravamo dei provocatori o dei teppisti, noirispondevamo che i problemi che ponevamo valevano più di qualche vetrina rotta.

C.C.: Gli slogan erano violenti, qualcuno ha anche messo in pratica gli slogan più truculenti,con la pratica della violenza, dello scontro con la polizia o i fascisti, ma tutto sommato si è trat-tato di una minoranza. Per noi era normale che i fascisti non potessero parlare, anche perchéla Costituzione Italiana è antifascista. Bisogna inoltre ricordare che i momenti formativi impor-tanti per la mia generazione sono stati la strage di p.zza Fontana a Milano nel 1969, la primadelle stragi di Stato, rimaste tuttora senza colpevoli, ed il colpo di stato in Cile del 1973, quan-do i militari di Pinochet con l’aiuto decisivo della CIA e degli Stati Uniti hanno rovesciarono ilgoverno legittimo e democratico di sinistra di Salvador Allende. Di fronte a questi eventi dram-matici, che cercavano di fermare la pacifica avanzata delle sinistre, era normale pensare didifendersi.

’era tra il movimento a della violenza?

Claudio Casadio, esponente dei Democratici di Sinistra, è oggi direttore della Pinacoteca di Faenza

vista doppiaRaffaele Morani

ortanti avvenuti a Faenza uell’anno?

aentini come vedevate eva a livello nazionale?

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 9

ppn

è -1

0-

All’inizio degli anni ‘60 lo sviluppoconseguito alla ricostruzione incon-tra le prime difficoltà. Dopo la crisidel governo Tambroni, per allargarela base parlamentare la DC apre lafase del “centro-sinistra”, associan-do al potere i socialisti, distaccatisinel frattempo dal Partito Comunista.In breve però l’esperienza risultanegativa. L’insofferenza non soloverso i criteri ed i meccanismi di cre-scita del recente passato, ma altresìverso le politiche di riequilibrio vana-mente tentate in alternativa, spingenella direzione di cambiamento sem-pre più radicali. Nel 1968 la “conte-stazione giovanile” apre un periododi forti agitazioni che prosegue nel1969 con l’ondata di scioperidell’”autunno caldo”.Il disagio sociale viene abilmenteintercettato dalla Sinistra, che divie-ne protagonista della scena politicasia nella veste legale del PartitoComunista sia in quella extra-parla-mentare di organizzazioni estremistecome Lotta Continua, PotereOperaio, Avanguardia Operaia, dovesi coltivano a lungo germi di illegali-tà e di violenza. Erano anni in cui eraconsiderato antidemocratico preten-dere il rispetto della legge, anni in cuinelle scuole spadroneggiavano grup-puscoli che spargevano il terrore;anni in cui molti - troppi - si rasse-gnarono a pensare che il futuro delmondo sarebbe stato il totalitarismomarxista. Erano finite all’universitàquelle belle feste goliardiche edanche a Faenza si sciolse il gruppostudentesco dei “Clerici vagantes”,non vi era più tempo e voglia per losvago spensierato, era entrata ovun-que la politica che divideva gli animi.

Il movimento studentescoa Faenza

La realtà faentina dell’epoca vista da un noto esponente della destra cittadina

> Gregorio Tini

Essendo Faenza considerata la“mosca bianca” perché era l’unicocomune della Romagna non gover-nato dai comunisti, ebbe una conte-stazione giovanile moderata. Il grup-po più organizzato fu quello diAvanguardia Operaia guidato dallostudente universitario Marco Pezzi,ma aderirono alla contestazione disinistra pure alcuni esponenti delmondo cattolico e persino alcunipreti come DonRocco Cerrato. Ilmondo cattolicofaentino, dall’e-sperienza delmovimento studentesco, ne é uscitolacerato e ancora oggi non riesce adistaccarsi da quella unione, cultu-ralmente e socialmente pericolosa,che il filosofo cattolico Augusto DelNoce ha definito catto-comunismo.Quelli di Avanguardia Operaia face-vano grande gazzarra solo quandoerano in gruppo, presi alla spicciola-ta si mostravano vigliaccamenteragazzi normali. I ragazzi della “destra” non potevanoconcepire la demolizione dei valoridella famiglia, l’apologia dell’amorelibero e la dissoluzione della coppia,il prevalere di ideali collettivisti divita, la perdita del valore del privatofino al rinnegare le proprie radici cul-turali, ciò separò definitivamente ivecchi compagni di scuola chediventarono nemici.A Faenza la destra non riuscì a coin-volgere il mondo della scuola perchéera poco rappresentata in quellestrutture e i pochi giovani che si pro-clamavano apertamente di destravenivano quotidianamente derisi,offesi e isolati. Quei giovani, molto

idealisti, erano affascinati dalla lettu-ra dei libri del filosofo Evola. Ma ciòche spingeva di più a combattere lanascente estrema sinistra più di ognidiscorso ideologico era il piatto una-nimismo e conformismo che circon-dava i riti, le manifestazioni senzache nessuno o quasi si levasse percriticare la direzione che si stavaprendendo. Gli slogan della sinistraerano: “fascisti carogne, tornate

nelle fogne” o “ucci-dere un fascista non éreato”. Gli slogan didestra erano “ne Marxne Coca Cola”, proba-

bilmente nessuno aveva digeritoancora il responso della secondaguerra mondiale e accomunava inemici di allora in nemici di sempre.Un forte cambiamento avvenne dalpunto di vista sociale, l’Italia cessò diessere un paese a bassa scolarizza-zione e agricolo, per diventare indu-striale, la partecipazione alle lottepolitiche diventò generalizzata e suiluoghi di lavoro si trasformò in unaforte sindacalizzazione che nei primitempi obbligò gli imprenditori a rive-dere i rapporti nelle aziende. A segui-to di ciò si verificò una pericolosissi-ma crisi economica, innescata dallacrisi petrolifera in quel momento sirischiò di cadere nelle mani di unpartito comunista troppo filo russo,da ciò la reazione del sistema neglianni successivi, la stagione dellestragi e la nascita del terrorismo.(Tratto da “Studi e ricerche del LiceoTorricelli, Vol II – 2003)

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 10

Alfonso Leoni, nato a Faenza nel1941, è stato uno sperimentatoremolto audace e dirompente in queiparticolari anni Settanta, politica-mente segnati dall’ideologia della“fantasia al potere”.Leoni, formatosi nella città nataleall’Istituto d’Arte “GaetanoBallardini”, fu apprezzato allievo diAngelo Biancini; sviluppò la suaricerca auto-noma avva-lendosi dim a t e r i a l ii n consue t i(carta, ferro,a l l u m i n i o ,bronzo ea r g e n t o )creando cosìopere anti-convezionali.Negli anniSettanta, lasua fortepartecipazione emotiva lo portò adelaborare in una forma autonoma,originale, sofferta e lacerante, operedi grandissima vitalità. Opere di cuisarebbe stato difficile prevedere inaturali sviluppi. Artista controversoe provocatorio, contestatore e con-flittuale, nel 1976 (anno in cui siaggiudicò il “Premio Faenza”) allestìuna performance in cui distrussepubblicamente alcune sue opere,sull’onda di quel che avveniva giànella musica. Voleva fare semplice-mente delle cose nuove e nel lavoronon ha mai cercato di sfruttare eco-nomicamente le proprie idee, prontoanche ad abbandonarle per intra-prendere altri percorsi di ricerca. Imovimenti precursori della sua arte

Alfonso Leoniil rumore della geometria

Il ricordo di un coraggioso e geniale ceramista

> Antonietta Innocenti

informale furono l’astrattismo, lapop-art e l’arte concettuale. AlfonsoLeoni mescolava curiosità, autoiro-nia, lealtà e desiderio di primeggiare.Per carattere voleva essere il miglio-re in ogni cosa. Vinse una medagliad’oro come ballerino di rock n’ roll.Dedicava all’abbigliamento un’at-tenzione quasi maniacale. A trattipolemico, poco incline al compro-

messo, “feroce” neldifendere le proprieidee e quindi i proprilavori; per altri versi eramolto introverso.Deceduto prematura-mente in seguito a unagrave malattia nel1980, viene ricordatocome grande cerami-sta-scultore, tra i piùcoraggiosi e genialidella scuola faentina. Sue opere si trovano alMuseo Internazionale di

Faenza; alla Galleria Nazionale d’ArteModerna di Valle Giulia a Roma; alMuseo d’Arte Moderna di Kyoto; alCentro di Ricerche “Pio Manzù” aVerruccchio; Collezione Cidonio aMarina di Pietra Santa; in collezionipubbliche in America, Russia,Francia, Germania, Polonia,Giappone, Inghilterra.Biografia tratta da: “NovecentoCeramiche Italiane vol. 2” a cura diEmanuele Gaudenti, Faenza Ed.(2006), e dal catalogo: “AlfonsoLeoni” a cura di Andrea Emiliani, iQuaderni del Circolo degli Artisti(1993)

L’ARTE NEL ’77: RICERCA E INNOVAZIONE

Incontro Alessandra Bonoli una bellasera di fine estate. Scultrice talen-tuosa, poetessa, insegnanteall’Istituto d’Arte ‘Ballardini’ diFaenza. Il ’77 l’ha vissuto frequen-tando l’Accademia di Belle Arti diBologna, vivendo in prima personaanche l’avventura di Radio Alice,della quale tanto si è detto e scritto. Mi racconta che quelli erano anni diricerca intellettuale, una sinergia diidee e di progetti tra l’Accademia e ilDAMS. C’era una grande voglia diconfrontarsi con gli altri, cercando dicapire le cose per poi cambiarle eandare oltre. Anche a Faenza si pote-va respirare la stessa aria di rinnova-mento, mi parla di Alfonso Leoni e diPanos come i suoi ceramisti di riferi-mento di quel periodo. Alfonso Leoni,unendo gesto e forma è stato a suoavviso il più innovativo, purtroppo ciha lasciato troppo presto ed è statoun po’ dimenticato. Panos invece hasaputo dare alla ceramica una forzaed una potenza insospettabili perquei tempi. E Alessandra Bonoli cosafaceva in quegli anni? Ride e mi rac-conta di aver partecipato al ConcorsoInternazionale delle Ceramiche(forse era il 1978) con un’opera volu-minosa intitolata ‘Storia immaginariadi un oggetto invisibile’: un grandepannello che raccoglieva repertid’argilla da lei raccolti in vari luoghi.Il titolo sta a significare che ognuno,osservando l’opera, può immaginareun oggetto che può essere creatocon il materiale disposto sul pannel-lo. La giuria non ammise l’opera nelconcorso, giudicandola non attinen-te, ma comunque rimase espostaassieme alle altre. Fu apprezzatainvece all’estero, e pubblicata invarie riviste specializzate europee.

(Alessandra Donati)

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 11

ppn

è -1

2-

Era l’anno 1977 quando il sensuale eleggiadro ballerino Tony Manero vol-teggiava a ritmo deimitici Bee Gees sullapista del 2001 Odysseydove ogni sabato sera,in compagnia di amicitrascorreva ore spensie-rate per dimenticare ilduro lavoro al negozio divernici e la pesantesituazione famigliare diBrooklyn. La Febbre del sabatosera, non è stato sola-mente il film in cui il belJohn Travolta in camiciacon collo a punta e cal-zone a zampa di elefan-te regalava performancee illusioni ma ha rap-presentato il cult movieche contagiò un’interagenerazione, la quintessenza delladisco music, il vero trampolino perquesta nuova tendenza musicaleLa disco music si delineò come feno-meno sociale di massa, punto diaggregazione e di incontro permigliaia di giovani che reduci dalmovimento studentesco californianosi ritrovò in discoteca ballando al

di musicisti, Dj di fama internaziona-le come , Bob e Tom provenientidagli USA, che con le loro idee inno-vative e grazie allo studio e allaricerca di suoni nuovi fecero tenden-za per oltre un decennio.La Romagna ha ospitato e cresciutogiovani talenti diventati dj importanticome: Mozart, l’Ebreo, GianniMaselli, Spranga, Rubens disk joc-key che sono stati i punti di riferi-mento di gruppi di giovani assetati dimusica e di voglia di stare insieme.Figli dei fiori, fricchettoni e “funghi”del territorio faentino, in alternativaalle popolari domeniche pomeriggiotrascorse al Charlie Brawn di viaMicheline e dello Snoopy in sella aVespe, Cagiva e Fifty, fuggivano perraggiungere le discoteche della rivie-ra o dell’entroterra per seguire il DJpreferito del momento.Luoghi come il Baccara, Vinavil,Goody Goody, Aleph e tanti altri.hanno aggregato, ospitato e invitatocabarettisti, disk jockey e ragazziche insieme hanno vissuto e realiz-zato un epoca tutti con un una gran-de e vera passione: la musicaGrazie Max!

Tra tensioni e ribellioni si impone un nuovo genere musicale: la disco music

La febbredel sabato sera!

> Milena Spadola

ritmo di Donna Summer, Barry White,Gloria Gaynor, K.C. and the Sunshine

Band, VillagePeople, eccSpe t t aco l o ,luci strobo-s c o p i c h e ,cura dell’arre-d a m e n t o ,innovazione ecomunicazio-ne, sviluppocreativo, tro-varono nelladiscoteca ilterreno adattoalla nascitadella figuradel disk joc-key, inizial-mente di ori-gine italo –a m e r i c a n a ,

che riusciva unire ed aggregareintere generazioni grazie alla ricercadi suoni più adatti alla massa stu-diando ritmiche diverse fino ad usareil sintetizzatore per ascoltare musicaesclusivamente su vinile.Nel 1977,dopo un breve periodo dichiusura, riapre la Baia degli Angeli aGabicce , discoteca e punto di ritrovo

Via XX Settembre 25, Faenza (Ra) - Apertura Nuova Sede in Viale delle Ceramichewww.immgest.com - [email protected]

sponsor del libro “Marco Pantani, mito e tragedia”

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:21 Pagina 12

“Ma chi sono questi che girano mezzinudi per la piazza?” Così molti accol-sero il Living Theatre nel 1977 per-plessi e scandalizzati di fronte agliattori che facevano il loro spettacolo instrada. Ma parlare di “spettacolo” nelcaso del gruppo del Living Theatre è,credetemi, molto riduttivo. Il 1977 è unanno caldo, l’apice di un periodo in cuivita, impegno politico, movimenti, vitain comune e collettivi sono fortementeintrecciati. Così è il teatro del living:non spettacolo, non riproduzione di untesto ma esperienza di vita, rito collet-tivo, manifestazione irripetibile checoinvolge direttamente il pubblico. Lerivolte studentesche, le barricate, lemanifestazioni di strada, il vissutopubblico, privato e come collettivoappaiono agli occhi degli attori delLiving come unico, vero teatro, spetta-colo autentico. Ma chi era, anzi chi èquesto gruppo, che apparve nell’esta-te del 77 a Faenza? Il Living Theatre,fondato da Julian Beck e JudithMalina muove i suoi primi passi a NewYork, già nel 1948 ispirandosi allasperimentazione drammaturgicaeuropea (Cocteau e Camus) e ai lavoridi maestri del teatro europeo comePiscator e Brecht, inventore del teatropolitico moderno. Un teatro di ricerca,di avanguardia, sperimentale, di rottu-ra della tradizione, un “teatro libero”

senza schemi, canovacci, falsi ruoli,quindi un teatro fuori dal teatro, perstrada, nelle piazze, nei cantieri, nellescuole e negliospedali. Ecco, insintesi, il loromanifesto: lacreazione di unasocietà anarchica,pacifista, umani-stica, vegetaria-na, femminista. Iteatri devonoessere luoghi alservizio del popo-lo, dove le perso-ne si riuniscononon per vedere lerappresentazionidei miti borghesi,ma per interpretare, per progettare,per creare il sogno della rivoluzione.Idee non utopistiche per il Living,l’unica via per un cambiamento possi-bile e necessario. Eccoli in azione: ilteatro come grande rituale collettivo.La scenografia è scarna, essenziale,vengono sfruttati gli elementi esisten-ti, i corpi stessi diventano oggetti discena. Julian Beck era il gran capocarismatico, il grande sacerdote diquesto rituale: il pubblico viene coin-volto nella performance, perché ilLiving Theatre vive per essere un tea-

tro rivoluzionario un teatro che tocca,un teatro di impatto sociale, un teatroin cui gli spettatori hanno uno spazio

creativo e non solo di par-tecipazione: ogni spettaco-lo è sempre un’altra espe-rienza, una nuova ricerca.Sono gli anni del progetto“Eredità di Caino”, anni incui il Living è nomade e sisposta da una città all’altradell’Italia e d’Europa viven-do con i proventi dei proprispettacoli, un centinaio diperformance diverse perstile, linguaggio e lunghez-za che vengono rappresen-tati fra il 1970 e il 1978 ilcui tema principale è il rap-porto padrone-schiavo e

come esso pervade tutti i livelli dellastruttura sociale: il potere dello stato,il rapporto amoroso, il denaro, la pro-prietà, la guerra o il militarismo, la cul-tura della morte. Coinvolgimento, par-tecipazione, collettivo... al loro pas-saggio, in ogni città qualcuno si univaal Living nella performance e non solo,e fu così che anche a Faenza alcuni siunirono a questo gruppo seguendoneil peregrinare.

Il Living Theatrea Faenza

Nel 1977 approda nella nostra città il rivoluzionario gruppo newyorchese

> Monica Donati

I nostri serviziNovità CD&DVD musicali, raccolte vinili

ed edizioni per collezionistiFilm VHS e DVD, collane, cofanetti, ed. speciali,

reperibilità fino a fuori catalogo film.Film, fumetti per adulti VHS e DVD

Novità per Bambini, CardsVia Fratelli Rosselli - Faenza - Tel. 0546 32019email: [email protected]

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:22 Pagina 13

ppn

è -1

4-

Sul ‘77 rispetto al ‘68 la produzioneeditoriale è meno copiosa, ma inoccasione del trentesimo anniversa-rio segnaliamo l’uscita di alcuni inte-ressanti titoli riportati nella bibliogra-fia a piè di pagina. In questi libri i let-tori potranno rivivere le atmosfere, iprotagonisti, le passioni e i drammidi uno dei periodi più turbolenti deldopoguerra italiano. Fu la stagionedei movimenti studenteschi, dellelotte di piazza, delle battaglie sinda-cali e delle rivendicazioni femmini-ste... ma fu anche l’inizio degli annidi piombo con la catena sanguinosadelle stragi e degli attentati terrori-stici.. l’anno del grande disordine..,ma anche l’esplosione delle radio etv libere, la fioritura delle rivistealternative e dei nuovi movimentiartistici. Il caso letterario di quell’an-no fu “Avere o essere” di ErichFromm, opera fondamentale di unmaestro della psicoanalisi che con-quistò un successo che dura tuttora,ma il libro di culto del movimentodel’ 77 fu “Porci con le ali” . Scritto

U n a r a p i d a g u i d a p e r s a p e r n e d i p i ù

È scoppiato il ‘77(in libreria)

> Siro Lusa

da due giovani intellettuali di sinistra(Marco Lombardo Radice e LidiaRavera) con lo pseudonimo di Roccoe Antonia, era uscito nell’estate del1976 inaugurando la collana “Il panee le rose” dell’editore Savelli. “Diariosessuo-politico di due adolescenti”recitava il sottotitolo, copertina arti-stica di Pablo Echauren, prezzo lire2200... un trionfo di critica e pubbli-co... e fu subito scandalo. 1977: inun fermento di caos e creatività,l’Italia stava cambiando.

BIBLIOGRAFIA (incompleta) sul 77: L.Annunziata, 1977 l’ultima foto difamiglia, Eìnaudi (2007) E.Franceschini, Avevo vent’anni storiadi un collettivo studentesco,Feltrinelli (2007) C. Vecchio, Ali dipiombo, Rizzoli (2007) S. Cappellini,Rose e pistole, Sperling&Kupfer(2007) M. Grispigni, 1977,Manifestolibri (2006) V. Bridi -F.Berardi, 1977 l’anno in cui il futuroè cominciato, Fandango (2004)

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:22 Pagina 14

L’appuntamento del meseIn collaborazione con: Assessorato Cultura e Politiche Giovanili Comune di Faenza e con Informagiovani Faenza

Programmaore 14.00: Palestra Lotta “Lucchesi”(Via Cimatti 3); partenza.ore 15.00: Az.Agricola Zoli Paolo;ore 15.45: Circolo Arci Santa Lucia con vino offerto dalla Copa;ore 16.30: Azienda Agricola laSpinetta di Monti;ore 17.15: Podere del ViticoltoreDaniele Amorino;ore 18.00: Ritorno a FaenzaAlla partenza vino offerto dalla Cantina Sociale di Faenza

Sabato 6 ottobre - dal Borgo alla Torre di Oriolo

IL LIBRETTOMOSSO DEL MEI

100 ANNI DI SPORTA FAENZA

MARCO PANTANImito e tragedia

50 ANNI DI BANDSA FAENZA

Pedalando tra le vigne

i libri di pipinè Info: www.pipine.info

Biciclettata non competitiva e gratuita,aperta a tutti.Saranno premiati:il gruppo piu' numeroso; il gruppo con il mag-gior numero di ragazze; il cicloturista che vieneda piu' lontano più altri premi a discrezione.Per informazioni e adesioni: UISP LEGA CICLISMO DI FAENZA Tel 0546/623769 (ore 17-19)oppure: 338/9935242 Picio 0546/638175 Renzo0546/26304 Redazione Pipine'

Pipinè organizza insieme a UISP Faenza, La Ròda d’Reda e Circolo ARCI S. Lucia

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:22 Pagina 15

ppnè

le c

hiav

i de

lla c

ittà

di fa

enzaCERCA PPNÈ

PRESSO: le principali edicolefaentine, i più impor-tanti luoghi di ritrovo epresso gli inserzionistipresenti in questonumero.

Per gli articoli,lettere, informa-zioni, inserzioni,eventi e pubbli-cità telefonare:Tel. 0546.24647Cell. 349.4461825E-mail: [email protected]

Dir. Resp.: Giordano [email protected] -Suppl. al n. 88 de Il Grillo in Tasca, reg. al Tribunale di Ravenna

n°42

ott

obre

200

7

ppne 42:ppne 42 17-09-2007 10:28 Pagina 16