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Giornalino Insieme è bello - n. 2 Solbiate Olona – giugno 2015 Associazione di volontariato “Insieme è bello” ONLUS Via dei Patrioti, 17- Solbiate Olona - Va Direttore responsabile Giuliana Tonelli Iscritto al n. 04/2015 del Registro periodici del Tribunale di Busto A. La risata di una donna

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Giornalino Insieme è bello - n. 2

Solbiate Olona – giugno 2015

Associazione di volontariato “Insieme è bello” ONLUS

Via dei Patrioti, 17- Solbiate Olona - Va

Direttore responsabile Giuliana Tonelli

Iscritto al n. 04/2015 del Registro periodici del Tribunale di Busto A.

La risata di una donna

porta in casa gioia e sole,

anche quando fuori

infuria la tempesta.

UNA SERATA RILASSANTE

Venerdi 8 maggio alle ore 21,00 sono andata presso il teatro di Via Dante a Castellanza per ascoltare un concerto per pianoforte eseguito dal maestro Alberto Lodoletti che mi piace moltissimo perché è bravissimo.

Questo concerto fa parte dell’8° Festival del Mediolona ed è stato organizzato per aiutare il Comitato Maria Letizia Verga: è un’associazione per lo studio e la cura della leucemia nei bambini in cura presso il Centro di Ematologia Pediatrica di Monza. Oltre alla ricerca e alla cura, sostiene un Residence per accogliere i bambini in terapia e un Centro, che sarà donato all’Ospedale San Gerardo, che integra ricerca e cura per la leucemia.

Nel 1979 si verifica un evento determinante: Maria Letizia, una graziosa bimba di quattro anni, in pochi giorni passa dai campi di sci ad un lettino di ospedale. Ci lascia in un soffio. Papà Giovanni e Mamma Marilisa sublimano l’immenso dolore in un impegno per assicurare la guarigione al maggior numero di bambini colpiti da leucemia. Nasce così il Comitato Maria Letizia Verga. Negli anni successivi abbiamo il privilegio di vivere una bella storia che può sembrare una favola: medici, operatori sanitari, genitori, volontari si impegnano con entusiasmo, con spirito di gratuità e di grande dedizione, coniugando assistenza globale, ricerca, solidarietà e ponendo al centro del programma il bambino che, se pur malato, ha grande bisogno di essere aiutato a crescere, in senso fisico, psicologico, culturale. Tra gli anni ’80 e gli anni 2000 i nostri “guariti” raggiungono il numero di oltre 700, con oltre 300 giovani che hanno superato l’età di 18 anni, sono diventati adulti e stanno affrontando, come tutti i loro coetanei, i problemi della vita.

Queste notizie le ho lette sul sito di questo Comitato Maria Letizia Verga dove ho trovato anche questa bella poesia:

Maria Letizia 

Sei nata un giorno di primavera fiore pieno di promesse che hai realizzato davvero  

Sono stati solo quattro anni pieni di vita, di allegria e poi per fare del bene te ne sei andata via.  

Nei giardini del cielo di qua e di là devi andare: per asciugare tante lacrime bisogna darsi da fare.  

E proprio nel tuo nome, che vuol dire felicità, quanta gente lavora: è solidarietà.  

Hai fatto tanti miracoli da lì, dal Paradiso, dove il Signore per primo gode del tuo sorriso.

Carlotta Fidanza Cavallasca

Nella prima parte il pianista ha suonato di L. V. Beethoven “Al chiaro di luna” che io ho immaginato come una preghiera alla luna, la quale sembra sorridere, ma alla fine la musica è agitata perché sono arrivate le nuvole nere che nascondono la luna.

Poi ha suonato di F. Chopin la polacca “Eroica”: a me è sembrata una danza delle farfalle nel castello fatato tutto d’oro nella notte.

Nella seconda parte del concerto ha suonato una serenata spagnola di Albeniz, descrizione di una ragazza che si è innamorata.

Poi, sempre in atmosfera spagnola, tre brani di E. Lecuona: Malaguena, La comparsa, Andalucia.

A me è piaciuto tanto il brano di M. De Falla “La danza del fuoco” con tante fiamme che danzano al ritmo dei tamburi.

Per concludere in bellezza ha suonato di F. Liszt Sogno d’amore che era una musica molto dolce e romantica e Rapsodia Ungherese dove ho immaginato giochi d’acqua con la danza delle bolle che zampillavano dentro la fontana di una villa.

Come al solito il maestro Lodoletti ha dovuto concedere ben due bis.

E’ stata una bella serata tranquilla e mi sono rilassata ascoltando della bella musica.

Sabrina

Festa delle femminucce

Domenica 10 Maggio alle ore 16,00 nella nostra sede abbiamo organizzato la “Festa delle femminucce” per fare qualcosa di particolare per le mamme e per tutte le donne.

Chi voleva delle femminucce poteva esibirsi in qualcosa e gli uomini presenti dovevano poi votare.

Rosanna ha cantato La voce del silenzio; nonna Graziella ha detto una preghiera alla Madonnina di Fatima; tre mamme hanno cantato Azzurro; Marianna e Stefania hanno cantato Guerriero di Mengoni; Enrica e Rosetta hanno cantato Gente di mare; Cristina ha suonato al pianoforte e cantato un brano di Mozart; Daniela ha cantato una canzone di Celentano…

Io ho letto le poesie che ho inventato io dedicate a tutte le mamme e anche al mio papà.

Dopo la votazione è risultata al primo posto di Miss 2015 Cristina, seconda io e terza Daniela.

E’ la prima volta che sono arrivata al secondo posto e sono contenta di questa festa con gli amici di Insieme è bello.

Poi nonna Graziella ci ha regalato un quadretto d’argento con la scritta:

Queste poche righe le voglio dedicare

a tutte le mamme del mondo.

A tutte le mamme

cosi diverse tra loro

ma allo stesso tempo così uguali

con il loro grande amore profondo.

Mamme di colore, mamme bianche,

mamme stanche e molto preziose,

dimenticate,

mamme che vengono abbandonate

ma che vanno avanti sempre, maltrattate,

mamme tenere e dolci,

mamme che sanno capire,

mamme che curano i figli fino alla fine e….a te, mamma, voglio dire

ti vorrò sempre bene da morire.

Invece queste sono le poesie che ho scritto e recitato io:

Dedicata alla mia mamma:

Cara mamma,

tu sei l’angelo e la fata dei miei sogni.

Tu sei rara e preziosa come un diamante.

Sei speciale come una farfalla

che vola nel cielo azzurro.

Sei morbida e soffice

come una nuvola e come la neve.

Sei unica al mondo.

Per me sei come una principessa.

Tu sei coraggiosa, non hai paura

perché sei sempre vicino a me.

Dentro il tuo cuore c’è

un amore così grande.

Tu fai di tutto per darmi

felicità e serenità

Io ti voglio tanto bene.

E naturalmente anche al mio papà

Caro papà,

io ti voglio tanto bene.

Sei molto raro e speciale per me.

Sei un uomo saggio,

pieno di forza e di coraggio.

Sei dolcissimo come uno zuccherino.

Sei affettuoso e mi dai

felicità e allegria.

I tuoi occhi azzurri come il cielo

sono pieni di armonia.

Con il tuo sorriso mi dai

tanta serenità.

Il tuo amore infinito è

per l’eternità e l’immensità.

E infine dedicata a tutte le mamme:

Le mamme

hanno un cuore d’oro e d’argento.

Le mamme

sanno amare i propri figli.

Le mamme

sanno donare e ricevere

il sorriso di Dio.

Le mamme

sono speciali e rare

come le rose blu.

Le mamme

sono come le Madonnine del cielo,

senza macchia.

Le mamme

sono come le farfalle:

accarezzano e sono vellutate,

sono tenere come le nuvole bianche.

Sabrina

Pellegrinaggio a Torino

Mercoledì 13 maggio alle ore 6,45 sono partita da piazza S. Gregorio ad Olgiate per andare in pellegrinaggio a Torino a vedere la Sacra Sindone.

Questo pellegrinaggio è stato organizzato da Don Sergio e con me sono venute anche Stefania con la sua mamma e nonna Graziella.

Siamo arrivati a Torino alle 9,30 circa; dopo aver depositato oggetti metallici, abbiamo percorso un lungo corridoio dove erano appesi poster di santi e altre cose interessanti.

Prima di entrare in duomo abbiamo visto un filmato che ci spiegava tutti i particolari del lenzuolo sacro.

Finalmente siamo entrati nel duomo e ci siamo fermati davanti alla Sacra Sindone, che è il lenzuolo dove è stato avvolto il corpo di Gesù dopo essere stato deposto dalla croce e sul quale Gesù ha lasciato l’impronta del suo corpo. A me ha colpito di più il volto di Gesù e guardandolo ho sentito una grande emozione.

Sono stata contenta di essere andata a vedere la Sacra Sindone per la seconda volta.

Davanti alla Sindone, mentre noi la guardavamo, hanno recitato questa preghiera:

Imprimi il tuo volto in me, Signore,

perché il Padre vedendo te in me

ripeta: “Tu sei il figlio che amo”

E perché chiunque mi incontra

Veda una scintilla del Padre.

Imprimi il tuo volto in me, Signore,

perché possa essere testimone

della tua luce e della tua bontà,

e dell’infinita tenerezza

che hai per ogni creatura

Imprimi il tuo volto in me, Signore,

perché io possa essere

il segno del tuo amore

per i piccoli e i poveri

per i ammalati e gli esclusi

Imprimi il tuo volto in me, Signore,

perché sia io una Sindone vivente

che porta in sé i segni

della tua morte e Resurrezione.

Finita la visita con il bus siamo andati a Valdocco dove è vissuto Don Bosco per assistere alla S. Messa celebrata da Don Sergio nella chiesa di San Francesco di Sales.

Al termine della Messa un signore ci ha fatto da guida e ci ha accompagnato a visitare l’appartamento dove abitava Don Bosco. Siamo entrati e ho visto la sua stanza da letto, lo studio con l’inginocchiatoio; in una vetrina c’era la tonaca indossata dal Santo; poi mobili e oggetti usati da Don Bosco.

Dopo ci ha accompagnato nella Cappella Pinardi dove ci siamo seduti ed abbiamo ascoltato un po’ la storia di Don Bosco e di tutto quello che ha fatto per i ragazzi che vivevano in strada.

Il 12 Aprile 1846, domenica di Pasqua, Don Bosco inaugurò la prima stabile dimora del suo “Oratorio” nella povera tettoia di proprietà Pinardi. Fu chiesetta, poi refettorio e, dal 1928, nuovamente cappella dedicata alla Resurrezione del Signore. La statuetta della Madonna Consolata è quella che veniva portata in processione per i prati e per i cortili di Valdocco nelle feste mariane. Sulla parete esterna accanto alla cappella è riprodotta l’immagine di casa Pinardi. Sotto il porticato e nel cortile si radunavano ogni sera i ragazzi per le preghiere e la “Buona notte” di Don Bosco.

Dopo siamo andati nella Basilica di Maria Ausiliatrice. All’interno della Basilica ho visto sull’altare maggiore il quadro dell’Ausiliatrice e altri quattro altari. Sulla sinistra ho visto anche la cappella di San Domenico Savio, che era un ragazzo di Don Bosco ed è il protettore dei giovani e dei bambini. In questa cappella c’è l’urna che custodisce il suo corpo.

A destra c’è l’altare dedicato a Don Bosco, dove ho visto il corpo del Santo.

Poi siamo scesi nella cripta chiamata “Cappella delle Reliquie”; qui Don Bosco ebbe un sogno nel quale la Madonna gli mostrò il luogo dove avrebbe dovuto costruire la chiesa. Su tutti i lati c’erano tante reliquie di vari Santi. In fondo alla cripta c’era un grande crocefisso che conteneva un pezzetto della croce di Gesù.

Poi a piedi siamo andati al ristorante perché era già tardi; abbiamo camminato per un bel po’ e faceva molto caldo.

Finito di mangiare è arrivata la guida per farci fare un giro turistico della Torino dei Savoia, ma a piedi. Io però ero già molto stanca perciò insieme a nonna Graziella, Antonella e Stefania ho seguito la guida fino a piazza castello e poi noi ci siamo fermati in un bar a fare merenda. Intanto siamo entrati a visitare la chiesa di San Lorenzo che era lì vicino.

È una chiesa particolare perché non ha la facciata, sembra l’entrata di un palazzo. Dentro è piccola ma molto bella e qui è stata esposta per la prima volta la Sindone.

Poi con un taxi siamo andati in piazza Vittorio Veneto dove ci aspettava il pullman. Grazie a Don Sergio che mi ha portato a Torino e poi grazie anche per il Santo Rosario che abbiamo recitato sul pullman durante il ritorno.

Sabrina

Conosciamo la S. Sindone

La nostra festa

Domenica 17 Maggio siamo andati a Canegrate presso il giardino Baggina perché siamo stati invitati, noi della squadra di cheerleading integrato, dalla Associazione il Gelso che ha organizzato la 1° edizione di “La nostra festa” cioè la festa della loro associazione.

Ci siamo ritrovati sul posto alle 11,30.

A mezzogiorno abbiamo mangiato:

lasagne, fritto misto e patatine, dolce, acqua e vino.

A noi ragazzi il pranzo è stato offerto da Il gelso e per questo ringrazio tanto Teresa e Gerardo e i ragazzi dell’associazione che ci hanno servito.

Al pomeriggio alle ore 15,00 i ragazzi de Il gelso hanno presentato quello che hanno imparato durante il corso di ballo e sono stati molto bravi e divertenti. C’erano anche dei banchetti solidali per illustrare le attività delle associazioni e raccogliere qualche offerta.

Alle ore 15,30 ci siamo preparati noi e abbiamo fatto una esibizione di Cheerleading: abbiamo ricevuto tanti applausi.

Poi alcuni si sono fermati a ballare e invece io sono tornata a casa.

E’ stata una giornata molto speciale e mi sono divertita tanto.

Sabrina

Una esibizione a Mantova

Sabato 23 maggio siamo partiti dal parcheggio di fronte alla sede alle ore 8,30 e siamo andati a Mantova per fare una esibizione di cheerleading.

Io mi sono divertita un sacco e, grazie a tutti, mi piacerebbe rifarlo!

Forza Insieme è bello! Non molliamo mai!

Stefania

Sabato 23 maggio alle ore 8 ci siamo ritrovati al parcheggio di Solbiate da dove, con due pulmini, siamo partiti per Mantova per esibirci come cheerleading integrato.

Abbiamo preso l’autostrada per Venezia e siamo usciti a Verona e da qui siamo andati a Mantova.

La giornata era piovigginosa, ma noi non ci siamo scoraggiati.

Il parco che ci ha ospitato era nella piazza Virgiliana; era ben allestito e tutti gli atleti si preparavano per esibirsi nelle varie discipline sportive.

Ci siamo subito allenate con Simone, un simpatico ragazzo che ci ha seguito molto bene, visto che mancavano Giulia e anche Fabiana.

Abbiamo fatto tre esibizioni: due la mattina e una al pomeriggio.

Dopo il pranzo abbiamo avuto il tempo di visitare un po’ il centro di Mantova e poi siamo tornati nel campo per l’ultima esibizione e ci siamo preparati per il ritorno.

È stata una bellissima esperienza con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) che ci ha invitato ad altre esibizioni che si terranno a Salò, ad Angera e a Milano.

Un grazie a Marco e a tutta l’organizzazione. Enrica

Sabato 23 maggio siamo andati a Mantova per partecipare alle Virgiliadi organizzate per far vedere ai ragazzi tante discipline sportive. Noi abbiamo partecipato come Polisportiva Virtus per il cheerleading integrato. Abbiamo fatto la nostra esibizione e qui mi sentivo molto bene con i miei amici di Insieme è bello: eravamo in pochi ma ce l’abbiamo fatta anche se il tempo era brutto.

C’erano tante autorità sportive di varie associazioni.

Dopo l’ultima esibizione ci hanno dato la medaglia di partecipazione.

Io ero emozionata tanto che scendevano le lacrime di gioia.

C’era però il mio angelo custode che diceva di non mollare mai e ce l’ho fatta con tanta forza e coraggio e grinta e ho affrontato tutto con il sorriso.

Al pomeriggio, dopo il pranzo, avevamo un po’ di pausa e così siamo andati in centro a Mantova e abbiamo approfittato per visitare il Duomo.

Il duomo sorge in piazza Sordello dove, ai tempi di Costantino, sorgeva la prima chiesa degli apostoli Pietro e Paolo; è dedicato a San Pietro Apostolo ed è stato costruito nel 1401; la facciata è di marmo di Carrara.

Siamo entrati ed era molto bello: la cupola aveva dipinto il Paradiso e sotto l’altare maggiore c’è il corpo incorrotto di Sant’Anselmo, vescovo di Lucca e protettore di Mantova.

Ho pregato davanti alla cappella dell’Incoronata dove c’è l’immagine di Maria con in braccio Gesù Bambino, che è stata dipinta nell’anno 1000. Anticamente si chiamava S. Maria dei Voti. La storia risale a Sant'Anselmo, al quale la Vergine avrebbe promesso protezione per la città, parlandogli da un'immagine affrescata. Dopo il saccheggio e la peste del 1630, la principessa Maria Gonzaga, del ducato appunto di Mantova, volle affidare se stessa e lo Stato alla protezione della Vergine: fece eseguire un'immagine di Santa Maria dei Voti e dispose che fosse portata in processione per le vie della città e solennemente incoronata come Regina di Mantova.

Sabrina

Una domenica davvero speciale

Domenica 24 maggio alle ore 17,30 siamo andati all’oratorio di Solbiate per assistere all’arrivo in elicottero della Madonna Pellegrina di Fatima. Infatti ad un certo punto tutta la gente si è messa a gridare e a guardare il cielo: era arrivata!

Prima c’erano i bersaglieri che mentre correvano suonavano le trombe; dopo sono arrivati a piedi in processione portando la grande statua della Madonna Pellegrina di Fatima che era molto pesante.

Questa Madonna si chiama pellegrina perché è stata in vari paesi per portare l’annuncio e la grazia, per portare questo grande miracolo d’amore ed è venuta anche a Solbiate.

Io ho pregato la Madonna per ricevere la grazia per il mio papà Gian Paolo perché deve guarire al più presto.

Dopo sono andata nella chiesa parrocchiale per assistere alla Santa Messa e per pregare per il mio papà Gian Paolo.

E’ la prima volta che vedo la Madonna di Fatima arrivare in elicottero.

E’ stato un pomeriggio molto commovente e io ho pensato questa preghiera:

Madonnina,

visto che sei andata in vari posti,

prega per queste persone che sono malate;

visto che sei andata a Fatima,

che hai parlato a tre pastorelle,

prega per la gente che non crede.

Madonnina di Fatima,

prega per le persone

che non hanno fiducia

perché sono duri di cuore;

tu che sei la Madre di tutti

fai il grande miracolo

di aprire il loro cuore.

Tu che sei la Madre

di tutte le mamme del mondo

proteggi anche mamma Giuliana

perché mi vuole tanto bene.

Tu sei fine e delicata,

sei immacolata concezione:

fa’ che nel mondo

non ci sia più la guerra!

O Madre, porta il Figlio sulla terra

per donare pace, libertà e tanto amore

da condividere con gli altri.

O Madre, accogli i tuoi figli

come fossero i tuoi bambini,

cullali fra le tue braccia,

tu che sei la nostra mamma celeste.

Sabrina

Chi è Antonio Rubino

Mercoledì 27 maggio nel pomeriggio siamo andati al teatrino di Villa Gonzaga ad Olgiate Olona a visitare una mostra dedicata ad Antonio Rubino che ha dipinto anche la Sala Alba della Villa. Ma chi è Antonio Rubino?

È stato un disegnatore italiano nato nel 1880 e disegnava soprattutto storie a vignette, ma, come diceva lui stesso nel suo curriculum, è stato anche giornalista per ragazzi, favolista, autore di libretti e di commedie, decoratore di ambienti, scenografo, attore, polemista, regista di disegni animati, poeta, pittore, illustratore, ceramista, compositore musicale.

Molti di noi genitori lo ricordano con affetto perché illustrava le storie del “Corrierino dei Piccoli”, un giornalino per i bambini che nasce nel 1908.

La mostra esponeva però delle illustrazioni fatte durante la Prima Guerra Mondiale per il giornale di trincea “La Tradotta”.

Per il Corrierino Rubino ha inventato oltre una trentina di personaggi, concepiti e disegnati come fantocci, che si muovono con adorabile goffaggine e rivelano un carattere tutto intellettuale e fiabesco. Le vignette però non avevano le nuvolette come nei fumetti, ma avevano una didascalia in rima che raccontava la storia illustrata.

Il personaggio a cui ero più affezionata era il Signor Bonaventura che alla fine della storia veniva premiato sempre con un milione (per quei tempi era tantissimo!) Mi piacevano anche Bibì e Bibò che erano due bimbi che ne combinavano di tutti i colori.

La mostra è stata interessante: peccato che non abbiamo potuto visitare la Sala Alba… Giuliana

FESTA DELLe associazioni

Martedì 2 Giugno alle ore 15,00 siamo andati a Canegrate per vedere le bancarelle perché è stata organizzata la festa delle associazioni.

Prima di tutto siamo andate a salutare Teresa e Gerardo che erano presenti con la bancarella de “Il gelso” e lì vendevano le magliette con il loro logo e anche la marmellata di gelso che ho comperato e poi mangiato: era molto buona. Su un grande tabellone c’erano tante foto e anche quelle di Insieme è bello quando siamo andati a Canegrate a fare una esibizione.

Poi ho fatto un giro fra le altre bancarelle che vendevano un po’ di tutto: dolci, gioielli e borse, oggetti fatti a decoupage, olio da bagno e profumi, fiori di stoffa, cuscini e ricami, quadretti e matriosche tipiche della Russia, oggetti di feltro e di legno, gioielli di sabbia pressata e fiori di sapone…

Sul piazzale della chiesa ho visto delle esibizioni di Karate e judo sul tappeto.

Poi ho visto delle macchine d’epoca come la Bianchina e tante altre.

Sulla strada c’erano i giochi antichi da fare per bambini e poi con i gessetti disegnavano sulla strada.

Ho incontrato tanta gente che mi conosceva perché mi ha visto agli spettacoli. C’erano anche tante autorità: ho conosciuto l’assessore alla Cultura e il Sindaco di Canegrate e anche i carabinieri.

Con l’assessore sono andata ad una bancarella del Milan e mi hanno regalato un braccialetto, il poster, degli adesivi e un cappellino del Milan.

E’ stato un pomeriggio divertente e sono stata contenta.

Sabrina

S.o.s. fantasia

Se ci credi puoi farlo!

Giovedì 4 giugno siamo andati a fare le prove al centro socio culturale di Solbiate: speriamo bene e farò di tutto per recitare con grinta, forza e coraggio per affrontare tutto con il sorriso.

Venerdì 5 giugno alle ore 20,00 noi ragazzi ci siamo ritrovati per prepararci per fare lo spettacolo.

La mia parte è quella di un agente speciale insieme a Marianna… e siamo due furbette! Dobbiamo indagare per scoprire quello che vuole fare Capitan Uncino (che è Fabio) e impedirgli di rovinare l’isola e la fantasia dei bambini.

Il mio preferito è Eros che fa la parte di Peter Pan; Gabriele fa la parte del coccodrillo ed è proprio forte!

La morale è che non bisogna rubare i sogni dei bambini e la loro fantasia; la felicità non si compra nemmeno con tanti giochi e poi non bisogna essere egoisti e pensare solo a sé, pensare solo a diventare ricchi.

A me piacciono tanto Peter Pan e Trilli (che è Stefania) perché sono una bella coppia e fanno di tutto per liberare questa isola magica; però Trilli non dovrebbe essere gelosa di Wendi!

Lo spettacolo comunque è stato un successo: ci hanno tanto applaudito e fatto i complimenti.

Alla fine, dopo la presentazione di noi ragazzi, Raffaella ci ha dato il diploma e un regalo: una scatoletta a forma di una caramella grande con dentro dei confettini.

Sabrina

Peter Pan è l’eterno fanciullo, l’adolescente che non vuole crescere.

“E’ necessario restare bambini pur essendo divenuti adulti e recuperare la spontaneità, la creatività, la fantasia” (Carotenuto).

Oggi l’educazione tende sempre più precocemente a formare l’adulto nel bambino, un adulto che non conosce più l’entusiasmo, che non stimola la propria curiosità, che stenta a meravigliarsi, che non sa godere il QUI e ORA ed ha vergogna di dare voce alla propria emotività, ritiene prova di autonomia non chiedere mai comprensione e carezze.

Giudichiamo infantile il gioco, releghiamo come svaghi attività come la danza o la musica. Tutti abbiamo sperimentato l’effetto rivitalizzante della compagnia di un bambino: la vivacità dello sguardo pronto a stupirsi di tutto, della meraviglia della vita; i bambini non hanno pregiudizi.

Cristo diceva: “Se non diverrete come bambini non entrerete nel regno dei cieli” e divenire come bambini significa allora nutrire il proprio bambino interiore.

Il bambino nel suo viaggio di esplorazione verso il mondo coinvolge tutti i sensi; il bambino è l’entrata in gioco degli istinti: diventare come bambini significa essere aperti nei confronti degli altri.

Spielberg, nel film “Capitano Hook” parla proprio della strategia di Peter Pan che scopre il potere dell’immaginazione creativa, scopre che se si immagina una cosa intensamente essa diverrà realtà.

(pensieri tratti da INDIVIDUAZIONE, trimestrale di psicologia e filosofia a cura della Dott. Ada Cortese e da “La strategia di Peter Pan” di A. Carotenuto)

Una giornata impegnativa

Sabato 6 Giugno alle ore 14,30 siamo andati in sede per la festa di chiusura del corso di Computer.

A tutti i ragazzi che hanno partecipato al corso Franco ha dato un diploma e anche ai collaboratori.

Grazie a tutti quelli che ci hanno insegnato e aiutato e ci rivedremo ad ottobre!

Alle ore 15,30 poi c’è stata la gara di Cheerleading provinciale ficad - CSI Centro Sportivo Italiano - Comitato di Varese presso il palazzetto dello sport di Gorla Minore.

Prima c’era la sfilata di tutte le squadre provinciali e io ero la prima della fila con la bandiera; mi accompagnava Marco Tomasini e mi sono emozionata tanto.

Vorrei dare sempre il meglio di me e vorrei essere forte e coraggiosa per affrontare e superare delle difficoltà.

E ho vinto la medaglia e la coppa d’argento per la squadra.

Sabrina

DUE IN UNO!

Sabato 6 Giugno sono andata a Busto a vedere due spettacoli in una sola serata.

Alle ore 20,30 l’associazione Aretè ha presentato il balletto che si intitola Coppelia.

È un balletto ottocentesco che narra l’amore di Franz per la misteriosa Coppelia, bambola meccanica costruita dal giocattolaio Coppelius e la sfida della gelosa fidanzata Swanilda che si introduce nel laboratorio segreto…

A me è piaciuta la danza delle farfalle e poi quella delle bambole con tanti bambini che ballavano e le bambole meccaniche.

E’ stato davvero bello perché c’erano tante scenografie bellissime.

Alle ore 22,00 la Compagnia DI.VO. ha presentato un musical che si intitola “Le ragazze del Piper” dove recitava e ballava anche Serena.

Una nuova storia musicale tra sogni, scelte decisive e musiche irresistibili.

Tutto attraverso l’incontro tra il mondo femminile e quello maschile.

Era ambientato in discoteca per insegnare a ballare per uno stage.

A me sono piaciute tanto le musiche e le scenografie tutte colorate.

Serena Biagi aveva una bella parte e anche il balletto ganzo.

È stata molto brava a ballare, come sempre, ma anche a recitare è bravissima!

La morale: ognuno di noi ha del talento e del valore da dimostrare agli altri.

Sabrina

FESTA IN CUCINA

Martedì 9 Giugno in sede c’è stata la festa per la chiusura del corso di cucina.

Noi ragazzi ci siamo ritrovati alle ore 15,00 per preparare delle pizze per la merenda, poi alle 16,00 sono arrivati i nostri genitori.

Dopo la merenda Raffaella, la nostra chef, ha dato il diploma a noi ragazzi: siamo stati tutti promossi!

Poi ha regalato le stelline o il mattarello sulle cuffiette secondo quanti anni si partecipa al corso di cucina.

Raffaella a me e a qualcun altro, che partecipiamo da tanto tempo, ha regalato la cuffietta blu; poi tutti hanno ricevuto la bilancia e il diploma.

E’ la prima volta che prendo il diploma di Vice capo Chef broccoletto di terzo grado e sono stata felice.

Sabrina

GITA A MANTOVA

Mercoledì 10 giugno alle ore 7,00 ci siamo ritrovati al parcheggio di fronte alla sede dove ci aspettava il pullman con l’autista Carlo per andare a Mantova. Dopo una sosta all’autogrill siamo arrivati a Mantova. Qui ci aspettava Cecilia, la nostra guida, che ci ha fatto visitare Palazzo Te chiamato così per la presenza di tigli un tempo. Questa zona era paludosa ma i Gonzaga la fecero bonificare e la scelsero come luogo di addestramento dei loro pregiatissimi cavalli; in seguito trasformarono questa isola in un luogo di svago e di riposo. Giulio Romano, che era architetto e pittore, decorò con molta bravura le varie sale:

· La sala dei giganti che rappresenta la battaglia dei giganti che tentano di salire all’Olimpo;

· La sala grande dei cavalli ritratti in grandezza naturale ed era la sala da ballo;

· La sala di amore e psiche che era la sala da pranzo dove il duca viene dipinto con il suo amore Isabella Boschetti e si vedono dipinti anche Marte e Venere e altri amori di dei;

· La sala delle aquile che era la camera da letto di Federico Gonzaga;

· la sala dei venti o dello zodiaco dove la guida ci ha fatto osservare la volta con tutti i segni zodiacali, chiedendo ad ognuno di noi il nostro segno.

Poi c’erano tante altre sale come la Sala delle imprese, la Sala di Ovidio, la

Camera del Sole, la Sala dei bassorilievi e la Sala dei Cesari. A me è piaciuta tanto la sala dei cavalli.

Alle ore 12,30 ci siamo trasferiti all’hotel per il pranzo e la sistemazione nelle stanze.

Alle ore 15,00 siamo andati a visitare il palazzo ducale noto anche come reggia dei Gonzaga; anche qui abbiamo visitato varie sale con vari dipinti, ma quella che mi è piaciuta di più è stata la Camera degli sposi, dipinta dal grande pittore Mantegna; poi l’appartamento degli arazzi e l’appartamento dei nani.

Anche i giardini erano bellissimi, addirittura uno è stato costruito in alto.

Alle ore 18,00 siamo tornati in hotel e dopo cena c’è stata la serata libera e noi siamo ritornati in centro dove abbiamo ammirato Piazza delle Erbe, Palazzo ducale visto da fuori, la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa di San Sebastiano, il Duomo di Mantova e poi siamo andati vicino ai laghi.

I laghi che abbracciano Mantova sono: Superiore, di Mezzo e Inferiore, un’opera geniale che risale al 1190 di Alberto Pitentino che regola ancora oggi il corso del fiume Mincio intorno alla città; sembrano dei laghi naturali e invece sono sbarramenti fluviali artificiali. All’inizio i laghi erano quattro perché c’era anche il Lago Paiolo che fu poi prosciugato alla metà del 1700 così che la città di Mantova da isola che era si trasformò in penisola.

Abbiamo appreso tutto questo leggendo la storia di Mantova.

Siamo tornati in albergo molto tardi e dopo esserci rinfrescati ci siamo concessi un meritato riposo.

Giovedì 11 giugno dopo colazione abbiamo preparato i bagagli e abbiamo lasciato l’hotel. Alle ore 10 ci siamo imbarcati sulla motonave per un giro con guida sul fiume Mincio. È stato affascinante ammirare le bellezze naturali di flora e fauna: c’erano distese di fiori di loto e ninfee che sembravano prati; trampolieri, cigni, aironi, falchi e tante altre specie di animali.

Poi abbiamo ammirato le chiuse di Leonardo che ci hanno introdotto nel fiume Po.

Alle 12,30 eravamo all’abbazia di San Benedetto Po. Ci hanno ospitato nel refettorio dove abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco che ci era stato preparato dall’hotel.

Alle ore 15,00 circa abbiamo visitato l’abbazia; anche qui c’erano molte stanze, oltre la chiesa. I Benedettini scrivevano su libri grandi di pergamena tutte le note dei canti per lo più gregoriani e tutti questi libri, pesantissimi perché di grandi dimensioni, vengono custoditi gelosamente.

Nelle varie sale erano rappresentati arti e mestieri di una volta; la mia mamma mi ha fatto notare come erano le aule della scuola di quando frequentava lei le elementari: c’erano i banchi con dentro incastrati i calamai con l’inchiostro perché non avevano ancora inventato le penne biro.

Anche questa visita è stata interessante. Dopo la visita abbiamo fatto merenda e alle ore 17 siamo partiti per il rientro a Solbiate.

Un grazie a Raffaella che ha organizzato questa gita che ci ha permesso di vedere tante cose.

Siamo arrivati a casa circa alle 20,30 contenti e soddisfatti. Spero di fare altre gite così.

Enrica

A me è piaciuta tanto la navigazione sul Mincio, anche se all’inizio avevo paura di salire sulla scaletta ma poi ho avuto coraggio e sono salita: sono stata contenta perché da lassù ho visto un bellissimo panorama e come funzionano le chiuse di Leonardo.

Le Chiuse sono formate da una serie di porte tanto grandi da per contenere una imbarcazione che deve passare da un livello di acqua ad un altro livello superiore o inferiore.La Chiusa è costituita da una camera e da una porta a monte (dietro) ed una porta a valle (davanti).Mentre una porta rimane chiusa facendo da barriera o sostegno tra due diversi livelli di acqua, l’imbarcazione entra dall’altra porta.Dopo che l’imbarcazione è entrata nella camera anche la seconda porta viene chiusa e vengono aperte delle piccole aperture presenti nella parte inferiore delle porte: attraverso queste aperture l’acqua entra (se l’imbarcazione deve salire il livello) o fuoriesce ( se l’imbarcazione deve scendere di livello) dalla camera.Quando il livello d’acqua interno della camera della Chiusa è uguale a quello esterno, la porta fra i due livelli d’acqua viene aperta e l’imbarcazione esce dalla Chiusa.

Dopo che siamo sbarcati, siamo arrivati sulla piazza dell’abbazia di Polirone; si chiama così perché è stata costruita tra il fiume Po e il fiume Lirone da Tedaldo di Canossa, il nonno di Matilde.

La guida ci ha accompagnato a visitare prima la chiesa di S. Simeone con il chiostro e le camere dei frati che ora però non ci sono più; adesso vengono usate come laboratori e come esposizione di come si viveva al tempo dei nonni. Dentro la chiesa c’era un’altra chiesetta di Santa Maria dove anticamente era stata sepolta Matilde di Canossa per terra di fronte all’altare dove c’è un grande mosaico con le quattro Virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Dopo la sua tomba fu spostata in un ambiente vicino alla sacrestia, in un’urna sostenuta da quattro leoncini; sopra all’urna c’è un famoso quadro con il ritratto di Matilde a cavallo. Ora però il suo corpo si trova a S. Pietro a Roma. Poi siamo usciti nel chiostro e sotto il porticato ho visto gli affreschi che raffiguravano alcuni miracoli compiuti da San Simeone. Nel chiostro dei secolari invece a piano terra venivano ospitati dai frati i pellegrini e i poveri, mentre al piano superiore gli ospiti di riguardo.

A me piace visitare i posti storici; è stata una gita molto speciale e sono contenta di aver visitato Mantova con gli amici di Insieme è bello.

Sabrina

Virtus in festa

Sabato 13 Giugno alle ore 18,00 siamo andati presso la chiesa di Solbiate per assistere alla Santa Messa in ricordo del nostro angelo Fabietto.

Poi alle ore 19,30 presso il Centro giovanile dell’oratorio Giovanni Paolo II si è svolta la festa di fine anno della Polisportiva Virtus con tante autorità delle varie associazioni sportive.

Qui ha parlato Marco Tomasini e ha raccontato di come è nata questa Polisportiva a Solbiate.

Poi hanno parlato il Sindaco e il Vice Sindaco e altre autorità.

Su uno schermo sono stati proiettati i filmati dei vari sport.

È seguita la premiazione delle varie squadre di Cheerleading, di tennis tavolo e di pallavolo integrato e tanti altri sport con coppe, medaglie e le targhe del leone d’oro e d’argento per meriti particolari.

Infine Marco ha annunciato che Virtus e Pantarei hanno fatto un progetto e hanno formato una società unica.

E’ stata una bella serata molto emozionante e sono stata contenta di aver partecipato a questa serata sportiva.

Sabrina

UNA GITA A ZAVATTARELLO

Mercoledì 17 Giugno alle ore 8,00 ci siamo ritrovati al parcheggio di fronte alla sede per andare a fare una gita a Zavattarello per visitare il castello Dal Verme e nel pomeriggio il Magazzino dei Ricordi.

Siamo arrivati a Zavattarello un po’ in ritardo, verso le 11, perché la strada era tutta a curve, su e giù per le colline, dove però c’era un bellissimo paesaggio naturale.

Lì ci aspettava una signora che ci ha accompagnato al castello a piedi: infatti abbiamo dovuto passare sotto l’arco di una torre del 1200 che a quei tempi era una delle torri di guardia del paese interamente fortificato, e da lì il pullman non passava.

Zavattarello è un piccolo paesino medioevale che si chiama così perché il lavoro principale degli abitanti era quello dei ciabattini (savatte = ciabatte).

Il castello sorge in cima alla collina ed aveva la funzione di resistere agli attacchi dei nemici: infatti non è mai stato espugnato.

Qui ci aspettava la nostra guida che ci ha spiegato che il castello è completamente costruito in pietra con le mura che sono spesse fino a 4 metri. Dalla terrazza e dalla torre si gode un panorama mozzafiato del territorio circostante: campagne e boschi, le colline con gli altri castelli della zona; questa zona una volta era completamente priva di vegetazione per consentire di avvistare ogni malintenzionato, oggi invece è un’area protetta.

La guida ci ha fatto notare che dovunque c’è lo stemma dei Dal Verme che raffigura un drago incatenato a custodia di un albero di mele rosse; sul portale di ingresso in più è anche rappresentata un’aquila con le ali aperte con il motto “Praeda vigil vigilataque poma,” che significa la preda è vigile e i suoi frutti sono custoditi; era un avvertimento ai nemici che la rocca era ben difesa.

Siamo entrati e la guida ci ha accompagnato nei vari ambienti: la cantina dove si conservavano i cibi, la cucina, la stanza da letto, la sala delle feste, la sala da pranzo e perfino le prigioni; una prigione particolare era quella riservata alle donne.

Poi siamo andati sulla terrazza dove era disegnata una meridiana e da dove si vedeva un bellissimo panorama. Poi la guida ci ha raccontato la storia del fantasma che sembra giri per le sale del castello: Pietro dal Verme, signore del castello nel XV secolo, era promesso sposo a Chiara Sforza, la figlia del potente signore di Milano Galeazzo Maria: si trattava di pure nozze di convenienza. Pietro però si era innamorato di Cecilia Del Maino, e voleva sposare la sua amata, ma agli Sforza la cosa non piacque. Galeazzo Maria lo fece arrestare per disobbedienza, nel tentativo di convincerlo alle nozze con sua figlia Chiara. Il dal Verme fu però liberato ed ottenne anche il consenso alle nozze con Cecilia.

La coppia trascorse insieme alcuni felici anni, fino alla morte prematura di lei nel 1479.

Poiché Chiara Sforza era ancora nubile, in breve tempo venne celebrato il matrimonio tra lei e Pietro. Però la sposina non aveva accettato il fatto che Pietro le avesse preferito un'altra donna, non era contenta di essere la seconda scelta. Così, istigata forse dallo zio Lodovico il Moro, che avrebbe ottenuto discreti vantaggi dalla morte del dal Verme, Chiara uccise suo marito aggiungendo un potente veleno alla colazione di Pietro. Da allora sono successe delle cose strane nel castello e alcuni studiosi le stanno ancora verificando. Quando siamo stati noi non è successo niente.

Lungo la strada del ritorno ci siamo fermati in un chiosco bar (che però era chiuso) a mangiare la colazione al sacco.

Nel pomeriggio siamo andati al Magazzino dei ricordi. Il signor Bruno Virgiglio ci ha accompagnato a visitare dei locali dove lui ha raccolto oggetti vari “che testimoniano la lunga, ricca, sofferta storia del lavoro e della fatica dell’uomo”.

Entrando nel museo, ho visto alcuni ambienti che contenevano mobili e oggetti che si usavano al tempo dei nonni come la cucina del contadino, la stanza del sarto, il negozio del barbiere, la scuola, e anche laboratori artigianali del passato come quelli del calzolaio, del fabbro, del maniscalco e tanti altri.

Poi siamo usciti nel prato sotto dei gazebo e sua moglie aveva preparato su dei lunghi tavoloni tutto l’occorrente per fare dei biscotti; alcuni di noi hanno provato anche a macinare il grano con una macina antica di pietra.

Per merenda abbiamo così mangiato i biscotti preparati da noi.

Alle ore 17,00 siamo ripartiti per tornare a Solbiate.

Sabrina

Al girinvalle

Domenica 21 giugno al pomeriggio sono andata con i miei genitori al Girinvalle.

All’andata sono salita sul trenino che mi ha portato fino al bunker di via Lazzaretto che è da poco stato ristrutturato e aperto alle visite. Così sono entrata a vedere: faceva molto freddo e cadeva qualche goccia di acqua dal soffitto perché il bunker è stato scavato sotto una collina.

Questo bunker è stato costruito dai tedeschi nel 1944 durante la Seconda guerra mondiale.

Alcuni anni fa grazie ai documenti messi a disposizione dagli Usa da Aldo Icardi, comandante della missione americana Chrysler che aiutava la Resistenza italiana, Mario Colombo, presidente dell’ANPI di Gorla Minore, ha ricostruito la vera storia del bunker. La fortezza nascosta doveva servire come deposito del fango aurifero trovato nella miniera di Macugnaga (86 fusti) prima di essere trasportato a Milano per essere trasformato in lingotti che dovevano ritornare nella struttura in via Lazzaretto e quindi prendere la via della Svizzera con la linea ferroviaria della Valmorea. A Marnate non arrivò mai perché per ordine di Mussolini prese un’altra direzione. Rimase la struttura all’interno della quale al termine della guerra fu trovata una bomba di 700 kg pronta ad esplodere. Del bunker c’è l’idea di farne la sede di un museo della memoria e della pace.(da Il giorno Varese)

È stato interessante conoscere un po’ di storia che è successa vicino a noi.

Sabrina

GITA ALL’EXPO 2015 CON MIO PADRE

Mercoledì 24 giugno siamo andati all’Expo 2015 io e mio padre.

Siamo partiti prima in macchina e poi in treno.

Abbiamo raggiunto la zona di Rho dove si trova l’Expo e abbiamo visto i vari stand.

Il primo che abbiamo visto era quello dell’Italia, che era bellissimo.

C’era anche una parte con il dialogo nel buio, organizzato dall’Istituto dei Ciechi.

Ci facevano toccare al buio della frutta e io avevo già fatto un’esperienza del genere proprio da loro e dovevamo parlare nel buio.

Era un’imitazione del mercato Vucciria di Palermo e, all’uscita, dovevamo anche vedere il quadro di Guttuso e contare i 12 personaggi del quadro.

Avevamo anche visto altre belle cose nello stand dell’Italia: ad esempio la cartina dell’Italia con le piante coltivate nelle varie regioni.

Poi abbiamo fatto il picnic vicino all’albero della vita nell’area picnic con le nostre cose portate da casa.

Siamo stati nel pomeriggio in un sacco di stand dei vari Paesi e anche in quello dell’Unione Europea.

Quelli che mi erano piaciuti di più erano: quello dell’Unione Europea, con un cartone animato senza dialoghi che parlava di una bambina di nome Sylvia e un bambino di nome Fred che poi crescevano, ma non si volevano bene e facevano il pane, ma poi alla fine si sono sposati e i loro cani avevano avuto dei cuccioli; quello della Slovenia, che aveva del sale su cui si poteva salirci a piedi nudi; quello di Israele che aveva uno show con un attore che era presente e sua sorella in collegamento da Israele e parlavano degli alberi che erano diventati tanti nel corso del Novecento e della cucina israeliana.

Ne abbiamo visitati tanti, ma non tutti per certi motivi (code, mancanza di tempo, …).

Alla sera abbiamo mangiato le nostre pizze comprate all’”Ecco Pizza e Pasta”, ma non erano piaciute a mio padre.

Al ritorno quando eravamo sul treno, a un certo punto eravamo al buio finché non eravamo scesi.

Siamo tornati a casa stanchi ma felici.

Simone B.

Festeggiamo il solstizio d’estate

Domenica 28 Giugno alle ore 15,30 siamo andata a Fagnano per la festa del solstizio d’estate e ho visto una Compagnia che ballava le danze popolari e le tarantelle siciliane.

Erano molto bravi e mi è piaciuta tanto la danza durante la quale intrecciavano dei nastri colorati e poi li disfavano. Anch’io con la mamma poi ho partecipato ad una di queste danze e mi sono divertita molto.

Poi c’è stata l’esibizione di un gruppo di boscaioli che tagliavano la legna e i tronchi degli alberi con motosega e martello.

Sono contenta di aver partecipato alla festa del solstizio d’estate, anche se era una giornata molto calda.

Sabrina

Seconda parte

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