N U M E R O NOTIZIARIO S C I L E P E A · gruppo di ragazzi: durante le prove del loro complesso,...

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UNPONTEPER ONESIMO Associazione Cristiana Evangelica di Volontariato UN PONTE PER ONESIMO - 3/2009 NOTIZIARIO “Esiste veramente un cielo sotto la polvere dei momenti tristi della vita. Quando il mondo “di fuori” sembra lontano, spesso si rischia di abbandonarsi ai pensieri peggiori e soprattutto ad avere paura. Come i quattro “rapitori” del film che si trasformano in “rapiti” dal- l’atteggiamento di un gruppo di ragazzi che riescono a trasformare una possibile tragedia in un gesto di grande fede che riesce a scavare dentro il cuore dei quattro criminali. Forse ragazzi così puri è difficilissimo trovarli, ma certo tentare di credere come hanno fatto loro è un tentativo da non abbandonare, soprattutto nei momenti di maggiore sofferenza e solitudine, quando si pensa, stupidamente, che sotto la nostra “polvere” non esiste alcun “cielo” in cui tornare a volare liberi.” “Un virtuoso richiamo alla speranza, la vita ricca di preoccupazioni si può affrontare Mirko S abato 31 gennaio abbiamo proiettato il film “Il cielo sotto la polvere” nel carcere di Bollate (MI), sia alla sezione maschile che femminile. Hanno partecipato alla proiezione alcuni componenti dello staff del film che per l’occasione sono stati autorizzati ad entrare in carcere: Sergio Mascheroni, Lùcia Magalhaes, Tina Venturi e Selene Scannapieco. Fin dai primi fotogrammi, il film ha catturato l’attenzione dei presenti e per tutta la durata della proiezione ha regnato un profondo silenzio. Al termine è scaturito un applauso spontaneo da parte dei reclusi, segno che questo film aveva toccato i loro cuori. Qui di seguito alcuni commenti di detenuti: “È un film claustrofobico/pulp come la realtà di oggi, con un messaggio molto importante e profondo: non è mai troppo tardi per aprire il nostro cuore al Signore e affidarci a Lui.” “Made in Italy e ben fatto. Interessante. Buona l’interpre- tazione degli attori. C’è sempre una seconda chance nella vita per intraprendere la giusta strada e capire ciò che di bello c’è al mondo. Non è mai troppo tardi anche per sanare la grande sofferenza che, scelte sbagliate, hanno causato. A volte i messaggi li abbiamo sotto agli occhi, ma quel dolore ci impedisce di coglierli. Non è detto vengano da chi abbiamo vicino, forse è da lontano, ma il messaggio d’amore è quello che ci vuole colpire. Coglilo!” Adriano Valentina con coraggio e gratitudine per chi ce l’ha donata. Anche per chi ha commesso degli errori nella vita arriva la resa dei conti, raccogliendosi in sè stessi e scoprendo che si può cambiare.” “La storia ruota attorno ad un gruppo di ragazzi: durante le prove del loro complesso, improvvisamente vengono coinvolti in una situazione drammatica da una banda di rapinatori, che scelgono come rifugio la scuola. Quello che si evidenzia fin dalle prime battute è la paura, paura che nasce dalla polvere dell’incertezza… l’in- certezza di come andrà a finire. Ho notato che il male e il bene si confrontano, i ragazzi si rendono conto di non essere soli in una situazione così drammatica; mentre il senso di paura e sconforto va lentamente ad affievolirsi, essi comprendono che Dio è il loro scudo e la loro guida. I dialoghi tra i ragazzi del gruppo, obbligano i rapinatori a mettersi in discussione aprendo anima e mente ad una prospettiva diversa: la vita non è solo materia ed eccesso, vi è un lato spirituale che io paragono ad un orto che darà i suoi frutti se lo coltiviamo con amore, altruismo e fede. Il film ci fa comprendere che non è mai troppo tardi per cambiare rotta alla nostra vita e anche se essa può presentare dei conti salati, delle sventure incomprensibili, spetta solo a noi la facoltà di cambiare impegnandoci quotidianamente e con metodo ogni giorno, costruendo delle basi solide per il futuro, permettendoci di affrontare ogni avversità che si presenterà Elena L PE A NUMERO S CI LE

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UNPONTEPER ONESIMO Associazione Cristiana Evangelica di Volontariato UN PONTE PER ONESIMO - 3/2009

NOTIZIARIO

“Esiste veramente un cielo sotto la polvere dei momenti tristi della vita. Quando il mondo “di fuori” sembra lontano, spesso si rischia di abbandonarsi ai pensieri peggiori e soprattutto ad avere paura. Come i quattro “rapitori” del film chesi trasformano in “rapiti” dal-l’atteggiamento di un gruppo di ragazzi che riescono a trasformare una possibile tragedia in un gesto di grande fede che riesce a scavare dentro il cuore dei quattro criminali. Forse ragazzi così puri è difficilissimo trovarli, ma certo tentare di credere come hanno fatto loro è un tentativo da non abbandonare, soprattutto nei momenti di maggiore sofferenza e solitudine, quando si pensa, stupidamente, che sotto la nostra “polvere” non esiste alcun “cielo” in cui tornare a volare liberi.”

“Un virtuoso richiamo alla speranza, la vita r icca di preoccupazioni si può affrontare

Mirko

S abato 31 gennaio abbiamo proiettato il film “Il cielo sotto

la polvere” nel carcere di Bollate (MI), sia alla sezione maschile che femminile. Hanno partecipato alla proiezione alcuni componenti dello staff del film che per l’occasione sono stati autorizzati ad entrare in carcere: Sergio Mascheroni, Lùcia Magalhaes, Tina Venturi e Selene Scannapieco. Fin dai primi fotogrammi, il film ha catturato l’attenzione dei presenti e per tutta la durata della proiezione ha regnato un profondo silenzio. Al termine è scaturito un applauso spontaneo da parte dei reclusi, segno che questo film aveva toccato i loro cuori.

Qui di seguito alcuni commenti di detenuti:

“È un film claustrofobico/pulp come la realtà di oggi, con un messaggio molto importante e profondo: non è mai troppo tardi per aprire il nostro cuore alSignore e affidarci a Lui.”

“Made in Italy e ben fatto. Interessante. Buona l’interpre-tazione degli attori. C’è sempre una seconda chance nella vita per intraprendere la giusta strada e capire ciò che di bello c’è al mondo. Non è mai troppo tardi anche per sanare la grande sofferenza che, scelte sbagliate, hanno causato. A volte i messaggi li abbiamo sotto agli occhi, ma quel dolore ci impedisce di coglierli. Non è detto vengano da chi abbiamo vicino, forse è da lontano, ma il messaggio d’amore è quello che ci vuole colpire. Coglilo!”

Adriano

Valentina

con coraggio e gratitudine per chi ce l’ha donata. Anche per chi ha commesso degli errori nella vita a r r i va l a resa de i cont i , raccogliendosi in sè stessi e scoprendo che si può cambiare.”

“La storia ruota attorno ad un gruppo di ragazzi: durante leprove del loro complesso, improvv i samen te vengono coinvolti in una situazione drammatica da una banda di rapinatori, che scelgono come rifugio la scuola. Quello che si evidenzia fin dalle prime battute è la paura, paura che nasce dalla polvere dell’ incertezza… l’ in-certezza di come andrà a finire. Ho notato che il male e il bene si confrontano, i ragazzi si rendono conto di non essere soli in una situazione così drammatica; mentre il senso di paura e sconforto va lentamente ad affievolirsi, essi comprendono che Dio è il loro scudo e la loro guida. I dialoghi tra i ragazzi del gruppo, obbligano i rapinatori a mettersi in discussione aprendo anima e mente ad una prospettiva diversa: la vita non è solo materia ed eccesso, vi è un lato spirituale che io paragono ad un orto che darà i suoi frutti se lo coltiviamo con amore, altruismo e fede. Il film ci fa comprendere che non è mai troppo tardi per cambiare rotta alla nostra vita e anche se essa può presentare dei conti salati, delle sventure incomprensibili, spetta solo a noi la facoltà di cambiare impegnandoci quotidianamente e con metodo ogn i g io rno, costruendo delle basi solide per il futuro, permettendoci di affrontare ogni avversità che si presenterà

Elena

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PE A

NUMERO S CI LE

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per scelte di vita: dei rapinatori e degli studenti. I rapinatori, persone tra i 30 e i 40 anni impersonano il male, con le negatività e i modi di fare violenti che ne derivano; gli studenti, di estrazione cristiana, molto forti interiormente e sicuri di loro stessi, una forza dettata dal sentire il Signore al loro fianco. Tutte le persone, diverse nella quotidianità, in realtà nei bisogni assoluti sono uguali. Nel film i momenti più interessanti li ho trovati proprio in questa con-trapposizione tra una tranquillità degli studenti che erano sotto la minaccia di pistole e i rapinatori che erano continuamente alla ricerca di qualcosa dentro di loro e che non trovavano. Sin dal primo momento di attrito tra il rapinatore biondo e i ragazzi, questi, dopo averli insultati si sposta, cercando di allontanarsi dalla loro forza interiore e vacilla appoggiato alla parete. Un rapinatore, con la pistola in pugno dice “questi ragazzi sono strani, non mi sento al sicuro”, come se avesse paura di perdere le sicurezze del male verso il bene. Un film pieno di richiami positivi, dove le certezze apparenti di una vita sbagliata si distruggono davanti alla Verità. Per vivere in modo pieno, il modo giusto è “costituirsi a Dio” per dirla con le parole del film, p e r c h é q u a n d o n o n v i v i abbandonato in Lui “reciti un film in cui qualcuno ti cambia le battute del copione”. Un momento del film che ho riconosciuto in un momento della mia vita è quello in cui il

con l’amore di Dio. Ci sono due episodi che più mi hanno commosso: la ragazza chiusa in una cella piccola e privata della libertà che guardando fuori dalla finestra vede il cielo limpido e comunque si sente libera e la croce senza chiodi dell'inquadratura finale, la massima espressione che Dio è in mezzo a noi. Questo ci fa capire che basta mettersi in discussione ogni tanto per percepire quei messaggi, che a volte sembrano incomprensibili, ma in realtà è Dio che si manifesta. Purtroppo un pizzico di polvereè in ognuno di noi, impariamoad ascoltare la nostra anima.”

“Una delle scene che mi è rimasta più impressa è quella del dialogo tra le due ragazze in bagno, un dialogo che è specchio della realtà che viviamo oggi. C’è chi ama il Signore e, anche nelle avversità, trova la forza di confidare solo in Lui; c’è chi invece, lontano dalla Sua Parola, si perde, si consuma e va verso l’autodistruzione. La sequenza finale, per me bellissima, dove compare un incrocio e poi una croce con dei chiodi a terra, ci parla chiaramente che Gesù è sceso per aiutarci. Anch’io sono a questo incrocio e questa volta non sbaglio strada: seguirò il profumo del-l’amore di Dio.”

“La vita delle persone è tanto diversa, ma anche tanto uguale nei bisogni primari e nella ricerca di noi stessi e dei tanti perché della nostra esistenza. Le mie esigenze, le cose che ricerco nella quo-tidianità sono solamente mie, ma se parliamo di bisogni assoluti allora i miei bisogni, sono identici a quelli di ogni persona. Credo sia questo il messaggio che il film “Il cielo sotto la polvere” ci voglia dare. Il “bisogno” trattato nel film è il nostro rapporto con Dio. Due gruppi di persone diverse per cultura, per estrazione sociale e

Stefano

Giacomo

Associazione UN PONTE PER ONESIMOCas. post. 14319 - 20152 Milano Baggio - [email protected] - Pres. 349.7865223 - Vice pres. 348.7119294

personaggio interpretato da Tina Venturi, arrivata in carcere si dice finalmente “libera”. Mi sono riconosciuto perché quando sono entrato io in carcere, dopo un bruttissimo reato scaturito da un caos interiore da cui non riuscivo più ad uscire, ho dovuto, volente o nolente, togliermi tutte le maschere di cui mi ero vestito in una vita e ho ritrovato me stesso e… un rapporto con Dio che si era offuscato dietro alla tanta polvere che alzavo in continuazione davanti ai miei occhi e che improvvisamente non c'era più. È strano dire “mi sento libero” da una cella, però è quello che strade sbagliate, scelte sbagliate, impegni sbagliati, mi portano a dire oggi. Mi sento più libero oggi, da recluso materialmente, di quanto non lo fossi quando ero libero e i tanti brillantini che la nostra società ci offre, offuscavano la mia strada e la consapevolezza che Dio mi stesse accompagnando. L’insegnamento del film, che è anche la goccia di saggezza che abita in me da 5 anni - sono tanti che vivo in carcere - è la preghiera della zia al nipotino, scritta sulla lettera dal carcere: “ti prego non abbandonarLo”… ”meglio andarGli incontro”. Spero solo di riuscire a seguire questa preghiera…”

Alcuni giorni dopo la proiezione abbiamo lasciato in donazione il DVD del film alla videoteca del carcere. Ti chiediamo di pregare affinché molti detenuti, visto il film, possano decidere per Gesù e

Enrico

“si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati.”(Atti 26:18)