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Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46)art. 1, comma 1, DCB Rovigo • Anno LXVI • Nr. 12 • Dicembre 2010
Acceso dibattito al convegno della Regione al Censer di Rovigo
Ogm sempre al centro dell’attenzione
Il convegno “Ogm e agricoltura nel Polesine” organizzato dalla Regione
Veneto al Censer di Rovigo ha riunito allo stesso tavolo di confronto esponen-ti favorevoli e contrari alla coltivazione in Italia degli organismi geneticamen-te manipolati, a fronte di una affollata platea di agricoltori e operatori del set-tore. Critiche negative, posizioni pro e posizioni contro, pregiudizi, svantaggi e vantaggi: la questione divide e susci-ta perplessità e opposizioni ma anche fornisce dati supportati dalla ricerca scientifica per un’agricoltura più red-ditizia e più sana, addirittura più utile
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Deborah Piovan: “Ci si deve aprire alle nuove tecnologie”
delle colture convenzionali dal punto di vista medico. Al tavolo dei relatori si sono alternati l’assessore regionale alle Politiche del-l’agricoltura Franco Manzato; Riccar-do De Gobbi, dirigente della Direzione agroambiente regionale; Davide Tonio-lo, presidente della Cia Veneto; Giorgio Piazza presidente di Coldiretti Veneto, e Deborah Piovan, vicepresidente di Conf-agricoltura Veneto. Moderatore dell’in-contro il consigliere regionale Cristiano Corazzari. Molti i rappresentanti delle istituzioni pubbliche che hanno parteci-pato all’incontro, tra i quali l’assessore
provinciale all’Agricoltura Claudio Bel-lan e il consigliere regionale Graziano Azzalin, favorevoli alla ricerca per una maggiore chiarezza sull’uso degli orga-nismi geneticamente modificati.“Dobbiamo porci molto seriamente il problema del valore etico dell’agricoltu-ra - ha affermato Franco Manzato - il cui ruolo per l’alimentazione dell’umanità,
Bietole, aiuti in arrivo
I nostri associatipossono ritirare
l’agenda fiscale 2011 presso tutti
gli uffici zonadi Confagricoltura
Pac, che cosa cambiaNella Comunicazione della
Commissione Ue per la ri-forma, i pagamenti diretti agli agricoltori rifletteranno mag-giormente i servizi di pubblica utilità resi dagli agricoltori, aiu-teranno a sostenere l’agricoltura anche nelle aree più svantaggia-te, saranno distribuiti in maniera
più uniforme e destinati agli agricoltori in attività. Gli strumenti di gestione del mercato saranno semplificati. La politica di sviluppo rurale sarà incentrata sul rafforzamento della competitività e la pro-mozione dell’innovazione. Introdotti nuovi strumenti per aiutare gli agricoltori a fronteggiare la volatilità dei prezzi e dei redditi.
Psr Giovani, quarto bandoLa Regione Veneto ha dato
l’avvio al quarto bando di apertura dei termini di presen-tazione delle domande sulla Misura 112 Insediamento di giovani agricoltori - Pacchetto giovani B, con una dotazio-ne finanziaria di 24 milioni di euro complessivi (il 25% è ri-
servato alle zone montane). Le modalità di attuazione restano sostanzialmente inalterate rispetto alle precedenti per tutte le misure attivabili nell’ambito del Pacchetto giovani B. Il termine per la presentazione delle domande di aiuto è stato fissato al 28 febbraio 2011.
Nello scorso mese di no-vembre ho accompagnato
25 giovani dell’Anga in un viag-gio studio in Spagna. L’idea era nata già lo scorso anno, partita dall’attuale presidente Andrea Mezzanato che inizialmente aveva proposto un viaggio in Olanda. In Spagna oltre ai gio-vani di Rovigo erano presenti ragazzi e ragazze di tutto il Ve-neto (articolo a pagina 9, ndr). L’idea di conoscere altre realtà agricole europee rappresenta lo stimolo per confrontarsi e crescere personalmente e pro-fessionalmente.
Ma cosa ci fa un direttore di Unione in mezzo ai giovani dell’Anga? Forse perché inca-paci di organizzare un viag-gio, forse hanno bisogno della badante? O più semplicemen-te per furbizia del direttore che si è infilato procurandosi cinque giorni di vacanza lavo-rativa retribuita?Credo, nonostante tutto, di aver investito nel miglior modo possibile una settimana del mio tempo. Un investimen-to sindacale, professionale e soprattutto umano. I ragazzi dell’Anga hanno faticato non poco per ritagliarsi questo viaggio, alcuni sono riusciti a venire nonostante i problemi dell’alluvione veneta. Si trat-ta di persone in gamba, che amano il loro lavoro e - nono-stante i tanti problemi che in-contrano ogni giorno - hanno una visione più che positiva del proprio futuro.Conoscerli al di fuori delle nor-mali occasioni sindacali mi ha permesso di apprezzare il loro coraggio, la determinazione e la competenza nel lavoro che svolgono quotidianamente. Si tratta di professionisti che nei loro comparti - zootecnico, cerealicolo, viticolo, vivaisti-co - nulla hanno da invidiare ai cosiddetti senior.
Ma durante i viaggi e le chiac-chierate notturne quando si è più rilassati e sinceri sono emersi alcuni spunti di rifles-sione che penso sia importan-te condividere.
Le nuove leve dell’agricolturadi Massimo Chiarelli
Continua a pagina 9
la sicurezza alimentare, la manutenzione dell’ambiente non può essere monetizza-to semplicemente come prezzo derivante dalla domanda e dall’offerta delle derrate”. L’intervento di Deborah Piovan - che ha esplicitato con chiarezza di argomenta-zioni la posizione di Confagricoltura, favo-revole all’introduzione delle coltivazioni Ogm - ha reso immediatamente evidente la suddivisione del pubblico in favorevoli e contrari, tra fragorosi applausi e mor-morii di disapprovazione, tanto da indurre Corazzari a suggerire alla platea di smor-zare i toni.
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All’interno l’inserto Competitività
e modernizzazine con 61 proposte del
progetto Futuro Fertile di Confagricoltura
Sbloccato dal Comita-to interministeriale
per la programmazione economica il tanto atteso stanziamento di circa 64 milioni di aiuti nazionali attinti dal Fondo infra-strutture. Attesi inoltre altri 21 milioni da Agea. Gli incentivi, la cui di-sponibilità era apparsa
incerta nel corso dei mesi estivi a causa delle difficoltà fi-nanziarie del Paese, dovrebbe ridare ossigeno al comparto bieticolo-saccarifero nazionale.
direttore di Confagricoltura Rovigo
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Anno LXVI • N. 12 • Dicembre 2010
Editore:Agricoltori Srl - Rovigo
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Direttore:Massimo Chiarelli
Redazione:Luisa Rosa
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Stampa:Stampe ViolatoBagnoli di Sopra - Padova
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Registro della stampa Tribunale di Rovigo n. 39/53 in data 10.03.1953Roc 10308 del 29.08.2001
Questo periodico è associatoall’Unione Stampa PeriodicaItaliana
Conferenza regionale dell’Agricoltura. Seminario sulla globalizzazione a Corte Benedettina di Legnaro
Nuovi strumenti per il sistema agricoloI bassi prezzi dei prodotti agricoli, per
lunghi periodi di tempo sotto il pun-to di pareggio e l’eccessiva volatilità dei mercati sono i due mali che stanno destando notevoli apprensioni in noi imprenditori, da qualche anno a que-sta parte.Ove non si ricorra ai ripari presto, con adeguati interventi di stabilizzazione e di razionale “governance”, l’impatto di questi due fenomeni sarà dirompente e irreversibile e condurrà ad un im-poverimento della capacità produttiva dell’agricoltura europea. Purtroppo, noi europei, dobbiamo fare i conti con il paradosso di affrontare il tema della sopravvivenza, proprio ora che si sta riscoprendo il ruolo strategico del nostro settore a livello globale, come dimostrano tanti recenti episodi che si sono verificati. A riguardo è sufficiente osservare l’esplosione delle quotazioni dei cereali, a partire dalla scorsa estate, il riapparire del fenomeno dell’inflazio-ne alimentare e non solo nei Paesi po-veri, i timori sulla capacità del pianeta di soddisfare le future crescenti esigen-ze alimentari, in termini quantitativi e qualitativi. Noi di Confagricoltura riteniamo - e al-cuni recenti e autorevoli studi condotti a livello europeo ce lo confermano - che la causa alla base della situazione critica che il nostro sistema agricolo sta vivendo non ci sia la sola globaliz-zazione - che pure ha avuto un impatto non trascurabile - ma ci sia la scelta po-litica dell’Unione europea di indebolire eccessivamente l’intervento pubblico in campo agricolo. E non siamo i soli a pensarla in questa maniera, essendo in compagnia di autorevoli protagonisti della scena agricola internazionale. Durante la sua recente visita in Italia, il ministro Francese Bruno Le Maire ha denunciato chiaramente questa si-tuazione ed ha affermato che oggi gli Stati Uniti dispongono di interventi di regolazione del mercato più numerosi e più efficaci rispetto a quelli presenti nell’ambito della Pac. Ed ha aggiunto alcune precisazioni che meritano di essere menzionate e precisamente: la sicurezza alimentare è oggi diventata una questione strategica a livello mon-diale, come lo sono la crescita econo-mica, la proliferazione nucleare e la speculazione finanziaria; di fronte alla crisi dei mercati agricoli del 2009, la Commissione europea ha dimenticato i propri agricoltori e non è interve-nuta in modo efficace; la mancanza di strumenti di regolazione e di stabiliz-zazione del mercato nell’ambito della Pac, rispetto allo sforzo che in questo senso mettono in atto Paesi come gli Stati Uniti, è una evidente anomalia che indebolisce la nostra agricoltura e la espone a forti rischi prospettici. Noi di Confagricoltura riteniamo centrata l’analisi del Governo francese e con-dividiamo le soluzioni che sono state prospettate, alcune delle quali già in via di prima attuazione. Ci riferiamo, ad esempio, al ricorso alla contrattua-lizzazione, come misura per governare il mercato ed agli interventi per riequi-librare il potere contrattuale nell’ambi-to della catena alimentare. Ma soprattutto, Confagricoltura Ve-neto è convinta della necessità di una profonda revisione dell’intervento pub-blico in agricoltura e non solo a livello europeo e nazionale, ma affrontando il problema con una visione globale. È proprio questo uno dei punti cardine sul quale basiamo la nostra riflessione e costruiamo le relative proposte. Per affrontare i “problemi globali”, come quello della stabilità del settore agrico-lo, servono “risposte globali”. In altre parole è necessario un coordinamento a livello internazionale tra gli Stati e le diverse istituzioni. Solo così è possibile trovare risposte convincenti e rapide alla combinazione dei due micidiali fenomeni che tanto ci stanno preoc-cupando: la volatilità ed i bassi prezzi agricoli. La decisione di inserire la questione agricola al prossimo Vertice dei G20 è un chiaro segnale che si sta procedendo nella giusta direzione e in-dica chiaramente che esiste la volontà diffusa di cercare risposte coordinate tra i diversi attori e protagonisti del
mercato agricolo globale. L’argomento che in questi giorni è al centro del-l’attenzione è la riforma della Pac per il dopo 2013. Il processo di riforma è entrato nel vivo e lo dimostrano diversi fatti che si sono verificati negli ultimi mesi: Il Parlamento europeo ha appro-vato una relazione di propria iniziativa che il mondo agricolo giudica positiva-mente perché schierato a difesa della Pac; il Consiglio agricolo della Ue ha discusso gli orientamenti da conside-rare nella riforma in diverse occasioni, durante le riunioni formali e informali; la Commissione ha condotto una con-sultazione pubblica che si è chiusa lo scorso mese di luglio e poco prima di metà ottobre ha lasciato filtrare una bozza della comunicazione che si accinge a presentare il prossimo 17 no-vembre, la quale conterrà gli indirizzi e le opzioni di riforma della Pac (articolo a pagina 5, ndr); i Paesi membri più at-tivi stanno discutendo sulla posizione da assumere e sulle strategie negoziali da seguire. Importante a tale riguardo è l’accordo franco tedesco, con la forma di un documento congiunto; l’Italia si è attivata con un ampio documento di lavoro predisposto dal Mipaaf con l’au-silio di Inea, discusso nella riunione del 18 ottobre 2010, alla presenza di tutte le organizzazioni economiche e sindacali dell’agro-alimentare naziona-le; queste ultime hanno elaborato dei primi documenti di posizione ufficiali. Per quanto ci riguarda ricordo la posi-zione comune di Cia, Confagricoltura e Copagri, presentata ufficialmente alla fine di settembre 2010. Il ciclo di riforma in corso presenta alcune importanti caratteristiche, sulle quali vanno fatte alcune considerazio-ni: la riforma sarà condizionata dalla questione legata alle risorse finanzia-rie sulle quali l’Unione europea potrà contare dopo la scadenza dell’attuale periodo di programmazione finanziario 2007-2013. Nelle precedenti riforme, invece, il dibattito è stato dominato dai vincoli internazionali e in particola-re dalla liberalizzazione dei mercati e dagli accordi Gatt e Wto; ci sono due negoziati politici interni alla Ue che è necessario seguire con il medesimo livello di attenzione, perché entrambi determinano il futuro delle politiche pubbliche europee verso il settore pri-mario. I due negoziati sono quello sul bilancio dell’Unione europea (entità complessiva e quota destinata alla Pac) e quello sugli strumenti della politica agricola (pagamenti diretti, ripartizio-ne del relativo budget tra vecchi e nuo-vi Paesi membri, misure di mercato, sviluppo rurale); a differenza dei prece-denti cicli di riforma Pac, in quello in corso non si parla quasi mai di settori produttivi, ma l’attenzione è pratica-mente monopolizzata da argomenti di natura orizzontale (pagamenti diretti, beni pubblici, misure di prevenzione e gestione del rischio, politica di svilup-po rurale).C’è un ulteriore aspetto sul quale noi di Confagricoltura vorremmo attira-re l’attenzione. Non è opportuno fare affidamento esclusivamente sulla Pac; perché ci sono evidenti vincoli finan-ziari e inoltre sappiamo quanto sia improponibile e irrealistico tornare ai vecchi strumenti di mercato, i quali, però, sono stati indubbiamente efficaci nel perseguire l’obiettivo della stabilità fino a l’intero decennio Novanta. Favo-rire, oggi, le condizioni per un equili-brio sostenibile del mercato agricolo europeo significa lavorare su soluzioni aggiuntive rispetto a quelle contempla-te nell’ambito della Pac, come: la reci-procità delle regole di produzione e di commercializzazione a livello globale, in modo da avere una autentica parità di condizioni tra gli operatori econo-mici; l’equilibrio del potere contrattale lungo la catena alimentare; la valoriz-zazione del ruolo delle organizzazioni dei produttori e della interprofessione; le nuove regole a livello europeo nel campo delle politiche relative alla qua-lità, alla promozione, all’informazio-ne al consumatore. Da ultimo c’è un aspetto che ci interessa direttamente in questa sede ed è il più incisivo ruolo delle Regioni che sembra emergere,
stando ai primi orientamenti sulla ri-forma Pac. Si parla con una certa insistenza di introdurre strumenti in grado di tenere conto e remunerare i cosiddetti “beni pubblici” prodotti dagli agricoltori. È stata prospettata la possibilità che a livello nazionale possano essere identificati settori pro-duttivi e aree geografiche, dove, per via della loro intrinseca fragilità, sia possibile attuare interventi di sostegno accoppiato alla produzione. Quasi tutti danno per scontato un potenziamento della politica di sviluppo rurale, con particolare riferimento agli interventi per rafforzare la competitività e mi-gliorare l’ambiente. Infine, vi è la vo-lontà di introdurre gli strumenti per la prevenzione e la gestione del rischio in agricoltura, ma attraverso un approc-cio fondato sul decentramento e sulla sussidiarietà. Le tendenze richiamate esaltano il ruolo dei governi nazionali e da noi in Italia delle regioni, le quali anche in futuro saranno chiamate a ricoprire un ruolo da protagonisti nella applicazione degli interventi pubblici nel settore agricolo. Anzi, tutto lascia presagire che ciò avverrà in manie-ra ancora più significativa, rispetto a quanto lo sia stato fino ad oggi.In definitiva, prima di passare ad espor-re alcune puntuali sollecitazioni e ap-portare il nostro contributo propositivo alla Conferenza regionale, vorremmo ricapitolare le questioni salienti fino-ra evidenziate. Le criticità attuali del settore agricolo a livello globale richie-dono una risposta coordinata da parte di tutti gli attori che operano nello scenario internazionale. È necessario lavorare per un sistema di regole che vanno oltre quelle fino a oggi formula-te a livello di organizzazione mondiale per il commercio (OMC); la riforma della Pac in corso assume una valen-za critica, soprattutto per l’agricoltura veneta che, come abbiamo evidenziato nell’incontro inaugurale della Confe-renza regionale, è fortemente esposta rispetto al tema dei pagamenti diretti. Capitolo questo destinato a subire i più profondi cambiamenti e rimaneggia-menti. Tuttavia, la risposta alle esigen-ze di equilibrio e stabilità dell’agricol-tura non ci sarà solo dalla Pac, ma da un insieme coordinato e coerente di politiche, interventi e regole. Infine, l’istituzione Regione ha una crescente responsabilità, per due ragioni. In pri-mo luogo è chiamata a vigilare affinché le imminenti scelte a livello europeo e nazionale non siano penalizzanti per il nostro sistema agricolo e diano la pos-sibilità alle imprese di procedere secon-do un graduale percorso di adattamen-to. In secondo luogo, la Regione avrà sempre maggiore importanza, non solo nella attuazione concreta dei diversi strumenti di politica agraria, ma anche nella scelta della combinazione di mi-sure più confacenti al proprio sistema agricolo. Ora alcune riflessioni sulle scelte, sulle politiche e sugli interven-ti che dovrebbero essere considerati dalla Regione in questa delicata fase di cambiamento del settore agricolo.
Riforma PacRealisticamente l’agricoltura del Vene-to non è oggi attrezzata per affrontare una situazione di disattivazione della Pac. Abbiamo ancora bisogno di un
L’intervento di Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura Rovigo: “Risposte globali a problemi globali”
intervento pubblico europeo incisivo e, soprattutto, di strumenti nuovi, capaci di rispondere alle esigenze della stabi-lità e della prevedibilità dei mercati. La Pac degli ultimi anni ha manifestato un evidente difetto e cioè l’eccessiva stati-cità, con la conseguenza di aver perso la capacità di affrontare le diverse si-tuazioni derivanti da un mercato sem-pre più mutevole. I temi più sensibili per noi agricoltori veneti nell’ambito del negoziato in corso sulla riforma Pac sono la gradualità negli interventi di modifica del sistema dei pagamenti diretti, l’introduzione di nuovi stru-menti per la regolazione dei mercati dei prodotti maggiormente assogget-tati al fenomeno della volatilità e una chiara declinazione verso la competi-tività della politica di sviluppo rurale.
Selettività degli interventidi politica agrariaUn tema che rientra sia tra le scelte della nuova Pac che tra quelle relative alla politica regionale è la selettività degli interventi pubblici. Oggi, il punto critico che nessuno mette in discussio-ne è la scarsità delle risorse pubbliche (europee, nazionali e regionali). La soluzione non è una riduzione gene-ralizzata ed indiscriminata degli inter-venti di sostegno. Prima di arrivare a questo, ci sarebbe da percorrere una strada alternativa che Confagricoltura, Cia e Copagri, hanno messo in eviden-za nel loro documento di posizione congiunto sul futuro della Pac e cioè la fuoriuscita dalla logica di finanziare tutti. Il sostegno pubblico deve esse-re indirizzato esclusivamente a favore delle imprese che producono per il mercato e sono sottoposte ai relativi rischi. Come Confagricoltura Veneto abbiamo eseguito delle elaborazioni sulle domande Pac relative al 2009 ed abbiamo scoperto che nel 55% dei casi la somma richiesta sia inferiore a 1.000 euro e, nel complesso, l’insieme di que-sti richiedenti assorbe il 6% della spesa regionale per i pagamenti diretti. Ci chiediamo fino a che punto sia soste-nibile una situazione del genere, dato che i costi amministrativi e burocratici superano l’effettivo beneficio derivan-te dai destinatari di tali erogazioni.
Politica fondiaria Il vincolo competitivo più evidente del sistema regionale agricolo è la polveriz-zazione aziendale e la ridotta massa cri-tica della maggior parte delle imprese. Sono decenni che parliamo di questo problema che raggiunge livelli preoccu-panti dappertutto e in particolare nelle zone di montagna. E nonostante se ne parli da tempo, non abbiamo ancora visto un intervento organico finalizza-to ad affrontare un nodo critico strut-turale come questo. Confagricoltura Veneto ritiene indispensabile che la Regione formuli un progetto di ampio respiro che affronti tale questione, con tutti gli strumenti a sua disposizione.
Organizzazione della produzione agricola e potere contrattualeA livello europeo il tema dell’equilibrio nella catena alimentare e della equa ripartizione del valore aggiunto sta assumendo una importanza determi-nante e presto ci saranno dei pacchetti legislativi orientati in tale direzione. Non dobbiamo rimanere passivi ri-spetto al dibattito che si è sviluppato su tali questioni. È opportuno ese-guire da subito una valutazione di come il sistema agricolo Veneto si pone nei riguardi dei temi della or-ganizzazione e della aggregazione in
agricoltura, in tutti i principali settori di attività e, se del caso, mettere in atto interventi regionali mirati a ridur-re il ritardo che probabilmente scon-tiamo rispetto ai nostri concorrenti.
MultifunzionalitàConfagricoltura è convinta che la multifunzionalità dell’impresa agrico-la rappresenti una risposta alle dina-miche del mercato e incoraggiamo i nostri imprenditori a percorrere tale strada, sfruttando tutte le variegate declinazioni con le quali tale strategia competitiva può essere realizzata: le energie rinnovabili, l’agriturismo, la filiera corta. Notiamo però che molto spesso le istituzioni non incoraggia-no in maniera adeguata chi sceglie di intraprendere il difficile cammino della multifunzionalità. I tanti osta-coli nei quali si imbattono gli impren-ditori che decidono di investire nel settore delle energie rinnovabili ne sono un esempio. Pertanto, Confagri-coltura è convinta che la diversifica-zione delle attività fuori dai confini del settore agricolo sia una soluzione compatibile e non conflittuale con lo sviluppo dell’impresa, ma chiede una maggiore sensibilità e coerenza da parte della pubblica amministrazione.
Una politica per le commodity Nel primo documento che Confagricol-tura ha presentato in occasione della Conferenza regionale abbiamo eviden-ziato il ruolo dominante delle cosiddet-te commodity nell’ambito del sistema agricolo della nostra regione. Ribadia-mo ciò per dire che sarebbe eccessiva-mente rischioso lasciare questi prodot-ti al loro destino ed affidarne il futuro esclusivamente alle scelte della Pac. C’è bisogno di un intervento regionale in-cisivo sui prodotti agricoli difficilmente differenziabili che, per loro intrinseche caratteristiche, non possono puntare sulla valorizzazione della qualità e il legame con il territorio. In tali settori, la Regione può intervenire con almeno tre diverse modalità: facendo pressione a livello nazionale ed europeo affinché ci siano adeguati strumenti di governo del mercato; promuovendo la ricer-ca, l’innovazione e ogni altra politica finalizzata alla riduzione dei costi; in-centivando l’aggregazione del prodot-to, la concentrazione e la migliore organizzazione dell’offerta agricola.
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Il nostro progetto politico-economico: Futuro Fertile, 61 proposte per costruire un futuro solido all’agricoltura
Competitività e modernizzazioneProseguono su tutto il territorio
nazionale gli incontri del presi-dente di Confagricoltura Federico Vec-chioni e del direttore generale Vito Bianco con i rappresentanti di enti e istituzioni pubbliche, economiche e finanziarie per far conoscere il pro-getto “Futuro Fertile” che la nostra organizzazione ha elaborato con 61 proposte di riforma normativa per rilanciare e rimodernare l’agricoltura italiana.Sostenere e promuovere un’evoluzio-ne positiva dell’agricoltura italiana e, con essa, una riorganizzazione del-l’intero sistema agroindustriale: per raggiungere un simile obiettivo, non si può prescindere da una profonda rivisitazione della normativa naziona-le di riferimento, la quale oggi appare fortemente condizionata da sovrap-posizioni datate, che non tengono conto della necessità di disciplinare nuove attività e nuove opportunità, e conservatrice rispetto alle normati-ve di Paesi direttamente concorrenti. Quanto più l’impresa chiede normati-ve di supporto e orientamento snelle e inequivoche, tanto più, nel tempo, si sono aggrovigliate disposizioni distor-sive, incoerenti e antistoriche. A nulla è valsa, in termini di semplificazione e chiarezza, la delega al governo per il riordino della normativa vigente. Confagricoltura, nel rispetto dell’at-tuale ordinamento tripartito (norma comunitaria, nazionale, regionale), propone dunque all’attenzione delle istituzioni e del legislatore un’ipotesi di nuovo quadro normativo generale orientato alle esigenze di una moder-na agricoltura. Si tratta di un disegno organico, composto da diverse articola-zioni legislative, tutte legate e finalizza-te a comporre un “unicum” progettuale idoneo a produrre quella normativa “di contesto” indispensabile per la riorga-nizzazione del settore e per sostenere
l’evoluzione competitiva del sistema agro industriale nazionale.
Le proposte di Confagricoltura sono articolate in dieci capitoli: riordino fondiario; lavoro e previdenza, organiz-zazione produttiva; ambiente; energia; assicurazioni; giovani; settori produtti-vi; questioni orizzontali; semplificazio-ne (nell’inserto centrale, ndr).Sono proposte fondate sulle precise e puntuali istanze provenienti dagli agricoltori: se attuate, concorrereb-
bero a garantire un tessuto legislativo a reale supporto delle attività di im-presa; non si limitano a tamponare le carenze della legislazione vigente ma creano le condizioni per futuri positivi adattamenti del quadro normativo a una realtà produttiva dinamica in con-tinua evoluzione.Le indicazioni della nostra Organizza-zione tengono tassativamente conto delle competenze istituzionali e non invadono ambiti normativi di altri ordinamenti. Inoltre si muovono in
Confagricoltura propone un nuovo quadro normativo per riorganizzareil settore primarioe sostenere l’evoluzione competitiva del sistema agro industriale nazionale
direzione di una sostanziale neutrali-tà di spesa per non incorrere in facili censure dell’amministrazione finan-ziaria. E le poche norme soggette a copertura presentano una proporzione costi-benefici tale da rendere evidente la positività dell’onere relativo in ter-mini di maggiori ritorni produttivi e competitivi non solo per il settore ma per l’intera economia.
Confagricoltura non esclude l’indivi-duazione di ulteriori proposte alle qua-
li dovrà aggiungersi una approfondita riflessione sulla opportunità e possibi-lità di sopprimere tutte quelle disposi-zioni di cui, nel tempo, si è verificata l’impossibilità applicativa e che sono periodicamente oggetto di proroga-termini. Questo contributo, articolato con intento costruttivo, getta anche le basi per riprendere e rafforzare un metodo collaborativo che veda le rap-presentanze portatrici di interessi le-gittimi quali reali e concreti interpreti verso il decisore pubblico delle istanze settoriali del corpo sociale.Un’ultima considerazione attiene alla facilità di “gestione” della gran parte delle proposte che, non toccando in-teressi particolari, si muovono nell’in-tento di offrire a governo e parlamento temi di agevole dibattito e strumento di attiva partecipazione istituzionale, ripristinando quel clima di collabora-zione e di dialogo che è precondizione per la stabilità e lo sviluppo dell’eco-nomia del Paese.
Pneumatici usati in agricoltura
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Per il comparto 64 milioni più 21: sono in arrivo gli aiuti relativi alle campagne 2009 e 2010
Bietole: il punto della situazioneIl 18 novembre scorso il Cipe (Co-
mitato interministeriale per la pro-grammazione economica) ha appro-vato il riparto dei 100 milioni di euro del Fondo infrastrutture, 64 dei quali saranno destinati alla copertura degli aiuti bieticolo - saccariferi relativi agli anni 2009 e 2010. La delibera del Cipe arriva dopo un lungo e tormentato percorso, bisogna rivolgere un dove-roso riconoscimento al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan che sin dal suo insediamento si è mosso attivamente per ottenere il rispetto degli impegni assunti dal governo al momento della riforma dell’Ocm.Ai 64 milioni vanno aggiunti i 21 mi-lioni che sono nella disponibilità di Agea: questi ultimi necessitano di una “specifica norma governativa” che au-torizzi l’ente a erogarli e quindi a dar seguito alla direttiva del ministro Ga-lan del giugno scorso. Nella pratica arriveranno prima gli aiuti relativi alla campagna 2010 e in seguito quelli della campagna 2009; per i primi si presume che l’iter burocratico, i vari passaggi (Corte dei conti, pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, Agea, Fondo bieti-colo, industria, e finalmente bieticolto-ri) si possa concludere entro gennaio. Senza questo provvedimento del Cipe sugli aiuti il settore sicuramente si sa-rebbe ulteriormente contratto, con la perdita della coltura in areali nei quali è ancora sufficientemente redditizia e costituisce un’alternativa agronomica importante.A metà novembre si sono siglati gli accordi con Eridania Sadam e con Co-prob/Italia Zuccheri per la definizione del prezzo delle bietole per la prossi-
ma campagna 2011. Il prossimo anno verranno a mancare gli aiuti nazionali e comunitari, oltre 9 euro a tonnellata bietole; in considerazione di questo, era necessario trovare il modo di assicura-re un prezzo sostanzialmente uguale a quello dell’anno precedente. Come vie-ne evidenziato nella tabella, abbiamo ottenuto un aumento sul prezzo paga-to dall’industria e sulla spettanza polpe surpressate. Inoltre Anb e Cnb si sono impegnate a valorizzare, per i loro asso-ciati, la polpa surpressata in biodigesto-ri di proprietà o da queste associazioni partecipati, garantendo un margine ag-giuntivo pari a 5,9 euro, con i quali si arriva a 39,7 euro tonnellata bietole.Consideriamo il 2011 un anno-ponte, perché già dal 2012 il contributo legato all’articolo 68 avrà un plafond aumen-tato di 5 milioni di euro e c’è la volontà di innalzare sia il plafond che il mas-simale e di portare quest’ultimo a 500 euro a ettaro: stimando una produzione media di 60 tonnellate/ettaro, significa-no 8 euro al posto dei 4,51 euro previsti
per il 2011, un aumento che potrebbe significare l’autosufficienza per il setto-re. Pertanto avremmo bisogno, solo per il 2011, che le istituzioni a livello regio-nale accompagnassero questo percorso con misure specifiche. Alcune Regioni hanno già realizzato misure idonee, mentre altre sono in fase di definizione tecnica degli strumenti.Per concludere, dalle tabelle appare evidente che: • gli organi pagatori sono l’industria e l’associazione (per i propri associati) • non si dipende più da aiuti (abbiamo potuto constatare che - nonostante fos-sero garantiti dal governo - fatichiamo a incassarli e arrivano comunque con ritardo). Quindi, grazie alla stabilizzazione del prezzo e a una attività agroenergetica, che affianca l’attività industriale, riten-go si possa guardare al futuro con fidu-cia e ottimismo.
Emilio PattaroResponsabile di zona Anb
Prezzo bietole, accordo con Eridania Sadam
€/tonnellata Origine
26,29 Prezzo industriale base 16°
3,00 Integrazione industriale base 16°
4,51(1) Articolo 68 (stima)
5,90(2) Valorizzazione energetica polpe surpressate di spettanza
39,70(3) Totale
(1) Importo stimato sulla base della superficie prevista in coltivazione nel 2011(2) Ottenibile solo scegliendo l’opzione polpe surpressate sul contratto e cedendole ad Anb(3) A questo importo si sommerà l’eventuale intervento dell’amministrazione regionale
Prezzo bietole, accordo con Coprob/Italia Zuccheri
Per tutti i bieticoltori che conferiranno bietole al gruppo Coprob e rinunce-ranno al ritiro della propria spettanza polpe riceveranno il seguente prezzo minimo garantito:
€/tonnellata Origine
26,29 Prezzo industriale base 16°
3,00 Integrazione industriale base 16°
4,51(1) Articolo 68 (stima)
3,00 Compenso rinuncia polpe
36,80(2) Totale
(1) Importo stimato sulla base della superficie prevista in coltivazione nel 2011(2) A questo importo si sommerà l’eventuale intervento dell’amministrazione regionale
Prezzo bietole con ritiro polpe
I bieticoltori associati ad Anb e a Cnb che eserciteranno il diritto al ritiro della propria spettanza polpe, riceveranno il seguente prezzo:
€/tonnellata Origine
26,29 Prezzo industriale base 16°
3,00 Integrazione industriale base 16°
4,51(1) Art. 68 (stima)
5,90(2) Valorizzazione energetica polpe surpressate di spettanza
39,70(3) Totale
(1) Importo stimato sulla base della superficie prevista in coltivazione nel 2011(2) Ottenibile solo scegliendo l’opzione polpe surpressate sul contratto e cedendole ad Anb(3) A questo importo si sommerà l’eventuale intervento dell’amministrazione regionale
Epoche di pagamento
Componenti prezzo bietola Importo € Chi paga Tempistica
Prezzo industriale 26,29 Industria Saldo 05/01/2012
Integrazione industriale 3,00 Industria 05/01/2012
Articolo 68 4,51 Avepa Fine 2011
Valorizzazione polpe in biogas 5,90 Anb Entro 31/03/2012
Aiuti regionali (eventuali) ? Da definire Da definire
La Provincia di Rovigo partecipa al progetto EU.WATER, co-finan-
ziato dall’Unione europea nell’ambi-to del Programma di cooperazione transnazionale Europa Sud Orien-tale, che prevede l’individuazione di strategie condivise in otto paesi (Grecia, Ungheria, Italia, Romania, Serbia, Croazia, Moldavia e Ucraina) per affrontare il problema della ra-zionalizzazione dell’uso dell’acqua in agricoltura e l’abbattimento dei carichi di azoto e di altri agen-ti inquinanti causato dall’intensivo sfruttamento colturale, coerente-mente alla Direttiva Quadro sul-le Acque (Dir. 2000/60/CE) e alla Direttiva europea sui nitrati (Dir. 91/676/CEE).Gli obiettivi generali saranno perse-guiti attraverso:• la predisposizione o revisione dei
specifici piani di gestione esistenti e tramite lo sviluppo di azioni pilo-ta finalizzate alla sperimentazione di nuove tecniche per il controllo dei carichi inquinanti e il rispar-mio idrico in agricoltura;
• il rafforzamento – attraverso azio-ni di capacity building e miglio-ramento delle reti di assistenza tecnica – delle competenze degli operatori specializzati e degli agri-coltori nella gestione integrata delle risorse idriche, al fine di in-dirizzare le pratiche colturali ver-so modelli eco-compatibili ed in linea con gli standard comunitari.
Progetto EU.WATER: la Provincia intende sviluppare nuove tecniche di utilizzo dei reflui
Distribuzione di acqua e liquame su colture
innovativi per la distribuzione di ef-fluenti non palabili su coltivazioni di mais, cereali autunno vernini e sorgo e valutando le risposte in termini ve-getativi e produttivi. Il tutto finalizzato a diminuire la dispersione di azoto su terreni in assenza di coltura in atto, la possibilità di estensione del perio-do di utilizzazione dell’azoto organico
La Provincia di Rovigo intende svilup-pare tecnologie per una migliore uti-lizzazione agronomica degli effluenti zootecnici con sistemi che consenta-no la distribuzione di acqua irrigua e di liquame con colture in atto: con un’azione pilota che vede coinvolte due aziende agricole a indirizzo zoo-tecnico, si stanno testando strumenti
mediante distribuzione con coltura in atto e conseguente riduzione dei volumi di stoccaggio necessari, e la valorizzazione dell’acqua contenuta dell’effluente in periodi di criticità idrica per la coltivazione.Per informazioni: Vanni Bellonzi, responsabile del progetto, tel 0425 386680 / 3298328697
Il Tar del Veneto ha accolto il ri-corso di un agricoltore contro
l’ordinanza del sindaco del co-mune di Porto Viro che aveva or-dinato la rimozione, il recupero e lo smaltimento degli pneuma-tici fuori uso temporaneamente accatastati nell’azienda agricola e destinati all’uso agronomico negli allevamenti bovini per an-corare i teli di copertura dei silos orizzontali e garantire al trincia-to di mais stoccato un’adeguata maturazione. Il ricorso è stato accolto in quanto l’ordinanza di rimozione avrebbe dovuto essere preceduta da un accertamento da parte dei soggetti preposti al controllo da svolgersi in contraddittorio con gli interessati. La sentenza spe-cifica inoltre che l’instaurazione di un corretto contraddittorio procedimentale con l’azienda avrebbe potuto evitare l’adozione del provvedimento impugnato attraverso l’emanazione di appo-site prescrizioni tecniche anzi-ché l’ordinanza di rimozione. In pratica la sentenza sottolinea il principio che i pneumatici fuori uso possono essere utilizzati nel-le attività agricole, sempre che le precauzioni adottate a livello aziendale siano sufficienti a di-mostrare la volontà di conservare le caratteristiche di un bene riu-tilizzabile senza pregiudizi per l’ambiente.
Il negoziato è avviato e una posizione italiana definita è ancora di là da venire anche se emergono alcuni punti
delicati. Innanzitutto il tentativo dei Paesi ex Peco di vedersi ridistribuita a loro favore parte della dotazione finanziaria complessiva della Pac.
Occorrerà poi salvaguardare i produttori di alcuni settori con pagamenti disaccoppiati oggi più elevati (zootecnia, ortofrutta, olio, tabacco, riso) per evitare contraccolpi sui redditi conseguenti all’eliminazione del criterio di storicità (ipotizzabile - per la Commissione - un phasing out graduale). Va posta particolare attenzione anche al tema del pla-fonamento che rischia di colpire le aziende di maggior dimensione economica e competitiva.Sullo stesso tema, da valutare pure la portata del nuovo regime a favore delle piccole aziende che la Commissione ha in progetto. Esso sarebbe applicato agli agricoltori di tutti gli Stati membri e, secondo alcune letture, a tut-ti gli strumenti della Pac che dovrebbero prevedere una sorta di trattamento preferenziale per le piccole aziende.
Da riempire di contenuti di dettaglio l’orientamento a favore degli agricoltori “in attività”. Si tratta di un
Primi commenti di Confagricoltura
5
La nuova riforma della Pac nella Comunicazione della Commissione di Bruxelles
L’agricoltura in Europa dopo il 2013Mantenimento dei due pilastri;
maggiore rispondenza della Pac del futuro alle richieste della società e alle sfide ambientali; strumenti di mercato semplificati e razionalizzati, una catena alimentare più efficace e una politica di sviluppo rurale che preveda un dispositivo di gestione dei rischi: sono queste le linee prin-cipali della Comunicazione che la commissione europea ha approvato sul futuro della Pac dopo il 2013. Presentato a Bruxelles il 18 novem-bre scorso con il titolo “La Pac verso il 2020, rispondere alle sfide future dell’alimentazione, delle risorse na-turali e del territorio”, il documento approvato dalla Commissione Ue de-linea strategie e obiettivi volti a raf-forzare il settore primario in modo da renderlo più competitivo e aiutarlo ad affrontare la crisi economica e la cre-scente instabilità dei prezzi. La Commissione prevede il manteni-mento dello schema “a due pilastri” della Pac attuale, con le seguenti mo-difiche.
Aiuti direttiIl sistema dei pagamenti diretti su base storica sarà sostituito da un nuovo meccanismo di pagamenti di-saccoppiati che forniscano un premio a superficie omogeneo per tutti gli agricoltori di ciascun Stato membro (flat rate), integrato da elementi ag-giuntivi (premi per impegni ambien-tali, premi per le aree svantaggiate complementari alle indennità com-pensative previste dallo sviluppo ru-rale, premi accoppiati per particolari settori produttivi/aree). Questa nuova forma di pagamento di-retto modulare dovrebbe essere “me-glio indirizzata” agli agricoltori in at-tività: “Questi cambiamenti - si legge nel documento - dovrebbero andare
Mantenuto lo schema “a due pilastri” attuale, con alcune modifiche
di pari passo con una miglior defi-nizione e orientamento del sostegno agli “agricoltori attivi” per rispondere alle critiche della Corte dei conti”.Si propone inoltre un tetto massimo di aiuti per azienda (capping), che tenga però conto dell’intensità di ma-nodopera: l’ipotesi è infatti quella di inserire un plafonamento dei premi per le aziende di maggior dimensio-ne, anche se temperato da una consi-derazione del fattore lavoro.Per le piccole aziende è prevista la revisione semplificata del sistema di pagamenti.
Misure di mercatoÈ prevista una semplificazione e razionalizzazione degli strumenti attualmente utilizzati, nonchè l’in-troduzione di nuove misure riguar-danti il funzionamento della filiera alimentare, anche se non si chiarisce fino in fondo la portata delle propo-ste, che dovrebbero però aumentare il valore contrattuale degli agricoltori nella filiera alimentare: sulle misure riguardanti la filiera, il documento non entra nei dettagli, limitandosi a evocare le relazioni contrattuali, la necessità di una ristrutturazione e
consolidamento del settore agrico-lo, la trasparenza e il funzionamen-to di mercati di derivati sui prodotti agricoli. “Tali misure - sottolinea la Comunicazione - dovrebbero essere utilizzate solo come rete di sicurezza a fronte di crolli dei prezzi o forti al-terazioni dei mercati”. Tra i possibili adeguamenti il documento indica il prolungamento del periodo di inter-vento, l’introduzione di clausole rela-tive alla perturbazione dei mercati e lo stoccaggio privato. Viene ribadita la decisione sulla fine delle quote lat-te al 2015.
Sviluppo ruraleIl secondo pilastro continuerà a so-stenere gli investimenti o i servizi resi all’ecosistema: le sovvenzioni dovranno essere “maggiormente centrate sulla competitività e l’inno-vazione, il cambiamento climatico e l’ambiente”. È anche prevista una re-visione dello sviluppo rurale dal quale estrapolare parte dello stanziamento per le indennità compensative alle aree svantaggiate (che va nel primo pilastro) e che dovrebbe includere in-vece le misure a favore di strumenti di assicurazione delle calamità e del reddito, “Wto-compatibili”. La Comu-nicazione infatti spiega, senza entra-re nei dettagli, che “Tali strumenti potranno andare da un nuovo mecca-nismo di stabilizzazione del reddito compatibile con la ‘scatola verde’ del Wto a un sostegno rafforzato ai regi-mi assicurativi o dei fondi mutualisti-ci”. Misure che, in precedenza, erano state incluse nel capitolo “interventi di mercato”. Proposta anche una ge-stione coordinata di tutti i fondi co-munitari, che comprenderebbe anche lo sviluppo rurale.
CondizionalitàIl documento introduce infine una semplificazione delle regole della Condizionalità, la quale rimane un requisito per percepire i pagamenti diretti di superficie.
tema delicato ed al tempo stesso complesso sul piano tecnico. La definizione di agricoltore “attivo”, infatti, sconterebbe le differenze già oggi esistenti tra i vari Stati membri nella definizione di agricoltore. Inoltre, appare una notevole contraddizione indirizzare i pre-mi solo alle aziende attive quando la stessa Europa ha imboccato la strada del disaccoppiamento totale già sin dal 2003.
Resta da chiarire, infine, sul piano tecnico, la data di en-trata in vigore della nuova riforma. Aspetto non trascu-rabile in riferimento alla validità dei titoli disaccoppiati storici oggi in vigore. Se le proposte legislative saranno presentate entro il prossimo anno, con la necessaria ap-provazione nella lunga procedura di “codecisione”, si potrebbe facilmente arrivare al primo gennaio 2014.
Su tutto rimane il problema della disponibilità finanzia-ria. Oggi si paventa il rischio di perdere finanziamenti per l’agricoltura. Discutibile la posizione di chi dà già per scontata una riduzione del budget agricolo per l’Ita-lia, ancorché limitata. Occorre tenere il punto e garan-tire quanto meno un’invarianza in termini reali della dotazione attuale.
6
La domanda va presentata dalle ore 14 del 12 gennaio 2011 alle 18 del 14 febbraio 2011
Finanziamenti Inail alle impreseUn’importante opportunità di finan-
ziamento erogato dall’Inail alle imprese che presentano: progetti di investimento; progetti di formazione; progetti di responsabilità sociale e per l’adozione di modelli organizzativi fi-nalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Destinatarie del finanziamento sono le imprese, anche individuali, ubicate in ciascun territorio regionale e iscrit-te al Registro delle imprese. Ciascuna può presentare un solo progetto, per una sola unità produttiva su tutto il territorio nazionale, riguardante una sola tipologia tra quelle sopra indicate. L’entità delle risorse destinate al finan-ziamento per l’anno 2010 é di 60 milio-ni di euro, ripartiti in budget regionali in funzione del numero di addetti e del rapporto di gravità degli infortuni.
Aiuti in regime“de minimis”, coni limiti previstiper le diverse impresein tre esercizi finanziari
Secondo le norme comunitarie, i fi-nanziamenti sono erogati in regime “de minimis”, con i limiti previsti per le diverse imprese in tre esercizi finanziari: 7.500 euro per le impre-se agricole; 30.000 euro per la pe-sca; 100.000 euro per le imprese di trasporto; 200.000 euro per le altre. L’incentivo è costituito da un contri-buto in conto capitale nella misura dal 50% al 75% (individuato a livello regio-nale) dei costi del progetto. Il contri-buto erogabile parte da un minimo di 5.000 euro per i progetti di investimen-to, ridotto a 2.000 euro per le imprese individuali, mentre per i progetti di responsabilità sociale e per l’adozione di modelli organizzativi parte da 1.000 euro. Il massimo del contributo ero-gabile è di 100.000 euro. Per i progetti che comportano contributi pari o supe-riori 30.000 euro, le imprese possono
richiedere una anticipazione del 50% dell’importo del contributo che sarà concessa previa costituzione di garan-zia fideiussoria a favore dell’Inail. Dal 10 dicembre 2010, tramite una semplice procedura di compilazione
nel sito dell’Inail, le imprese hanno la possibilità di verificare se possono es-sere ammesse alla domanda di finan-ziamento: è necessario raggiungere un punteggio soglia, uguale per tutte le ti-pologie e per tutte le regioni, che viene determinato in base a diversi parametri (dimensione aziendale, rischiosità del-l’attività di impresa, numero di destina-tari, finalità ed efficacia dell’intervento, con un bonus in caso di collaborazione con le parti sociali nella realizzazione dell’intervento). Se risultano ammissibili, le imprese possono presentare la domanda a par-tire dalle ore 14 del 12 gennaio 2011 alle ore 18 del 14 febbraio 2011, sempre attraverso una procedura informatica dal sito dell’Inail. Attenzione: la chiu-sura potrebbe essere anticipata in caso di esaurimento dei fondi disponibili.
È importante tener conto che il siste-ma riceve le domande in ordine di ar-rivo: fanno fede dunque la data e l’ora di invio elettronico della domanda. Entro i 15 giorni successivi all’invio telematico l’impresa deve far pervenire alla sede Inail territorialmente compe-tente la stampa della domanda compi-lata on-line, debitamente sottoscritta dal titolare o dal legale rappresentante dell’impresa, oltre a tutti i documenti indicati negli allegati all’avviso. Tutta la documentazione deve inoltre esse-re riprodotta in formato pdf e inclu-sa nel plico su supporto informatico. In caso di ammissione all’incentivo, l’impresa ha un termine massimo di un anno per realizzare e rendicontare il progetto. Il contributo verrà eroga-to entro 60 giorni dalla rendiconta-zione, in caso di esito positivo delle verifiche.
È nato a Padova il Caa delle Ve-nezie, il nuovo Centro di assi-
stenza aziendale, frutto della fusione di quelli di Confagricoltura e Cia Veneto, ai quali presto si aggiungerà il Copagri. È un passaggio del tutto nuovo nelle relazioni sindacali fra le associazioni agricole, un momento forse di importanza storica nella loro esistenza, come hanno evidenziato i presidenti di Confagricoltura Veneto Guidalberto di Canossa, di Cia Veneto Daniele Toniolo, del Copagri regiona-le Renzo Aldighieri. Il nuovo Caa sostituirà i tre preesi-stenti: un’unione delle forze all’inter-no del mondo agricolo per presentarsi compatti all’amministrazione pubbli-ca e rendere un servizio più efficace ai produttori . La nuova realtà rappre-
Costituito dalla fusione dei Centri di assistenza aziendale di Confagricoltura, Cia e Copagri
Caa delle Venezie: nell’interesse delle imprese
senta ora circa 60 mila aziende, e ge-stisce un monte contributi di 171 mi-lioni, cioè il 60% dei premi erogati e
il 50% delle pratiche. Si tratta, quindi, di un organismo netta-mente maggioritario nel Veneto, destinato a diventare l’inter-locutore più autore-vole della Regione e di Avepa su tutto ciò che concerne l’ero-gazione dei contri-buti agli agricoltori. Il significato più profondo di questa esperienza - che deve considerarsi aperta
a ulteriori nuove adesioni - è stato rimarcato da Di Canossa come una dimostrazione concreta del fatto che
Di Canossa: “Un’esperienza aperta a ulteriori adesioni”
si possono unire gli sforzi superando le differenze storiche e contingenti all’interno del mondo agricolo per la-vorare insieme nell’esclusivo interes-se delle aziende agricole, alle quali si vuole offrire servizi migliori e meno costosi, oltre che un rapporto più flui-do con l’amministrazione pubblica.
”Le associazioni di categoria rimango-no distinte - ha precisato il presidente di Confagricoltura Veneto - ma l’au-spicio di tutti è che l’intesa raggiunta sul piano tecnico possa portare a un ulteriore avvicinamento su temi di carattere generale, nella convinzione che il futuro dell’attività agricola pas-sa anche dalla capacità delle associa-zioni di categoria di compattarsi, dando vita e voce a realtà più consistenti, più convincenti, più rappresentative”. La presidenza pro tempore del Caa delle Venezie è stata affidata a Sergio Bucci, direttore di Confagricoltura Veneto, che è rappresentata nel consiglio di ammi-nistrazione del nuovo organismo anche dai direttori di Rovigo, Massimo Chia-relli, e di Verona, Luigi Bassani.
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61 proposte per costruire un futuro solido all’agricoltura
Competitività e m
odernizzazioneR
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diario
1. Razio
nalizzazio
ne
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orm
ativa sulle
agevolazio
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per le so
cietà agricole
Allo scopo di rendere coerente con i fini perseguiti dal legi-slatore il processo di m
oder-nizzazione del settore agricolo italiano,
si propone
l’armo -
nizzazione delle
norme
che regolano la concessione ed il m
antenimento
delle agevola-
zioni tributarie (ad esempio:
trasferimenti dei terreni nel-
l’ambito della piccola proprie -
tà coltivatrice e del compendio
unico) e dell’ICI, nei confronti
delle società agricole.
2. Rid
efinizio
ne d
el req
uisito
dell’esercizio
esclu
sivo d
elle attività agrico
le per le so
cietà agrico
leL’articolo 1, com
ma 3, e l’arti-
colo 2 del decreto legislativo n. 99/2004, nel definire la società agricola professionale, richiedo-no quale requisito im
prescindi -bile la previsione, nell’oggetto sociale, dell’esercizio esclusivo delle
attività agricole
ex art.
2135 del codice civile. La pro-posta m
ira a codificare la piena com
patibilità fra tale esercizio e quello del com
pimento di atti
da parte delle stesse società che, ancorché di natura econom
ica, hanno
carattere occasionale
e/o marginale, ovvero si lim
i-tano all’utilizzazione, a scopo di godim
ento, di alcuni beni o cespiti appartenenti al patrim
o-nio sociale.
3. Incen
tivi alle imp
rese agrico
le per l’acq
uisto
di
mezzi tecn
iciI provvedim
enti riguardanti gli incentivi fiscali per gli investi -m
enti (da ultimo si veda la legge
Tremonti-ter)
presuppongono la tassazione in base al reddito d’im
presa dei
soggetti che
li realizzano. In tal m
odo, la stra -grande m
aggioranza delle im-
prese agricole che determinano
il reddito in base alle tariffe del reddito agrario vengono esclu-se da questi interventi.Si propone, pertanto, una nor-m
a di sistema, che possa sup -
portare anche gli imprenditori
agricoli che intendono investi-re in m
ezzi tecnici aziendali sotto form
a di credito d’impo-
sta la cui misura è param
etrata al risparm
io d’imposta m
edio
27
IRE
S/IRPE
F che si consegui -rebbe in un contesto di deter-m
inazione analitica del reddito d’im
presa.
4. Imp
rend
itore agrico
lo
pro
fession
ale e prelazio
ne
La recente normativa in m
a-teria di im
prenditore agricolo professionale
(Iap) ha
realiz -zato, sotto m
olti profili, una equiparazione tra lo status di coltivatore diretto e quello del-lo Iap. Appare perciò irragione-vole che il diritto di prelazione agraria, la cui ratio è quella di ricondurre in capo allo stesso soggetto che gestisce l’azienda anche la sua propriet à ovvero di accorpare terreni confinanti per il m
igliore e più razionale sfruttam
ento delle
superfici, continui a essere riferita al solo coltivatore diretto e non anche allo Iap. È
evidente infatti che le finalità econom
ico - sociali dell’istituto
della prelazione,
possano ritenersi
egualmente
sussistenti, nonché di piena at-tualità e rilevanti per le im
pre-se
condotte dall’im
prenditore agricolo professionale. La pro-posta tende dunque a tutelare in
senso generale
l’impresa,
indipendentemente dalla qua-
lificazione soggettiva
del suo
titolare.
5. Affitto d
i aziend
aL’am
pia diffusione del contratto d’affitto d’azienda agraria acclara il definitivo ingresso nei rappor-ti econom
ici di uno strumento
utile per una migliore organiz-
zazione produttiva dell’attività dell’im
prenditore agricolo.A tale processo non corrispon-de una norm
a di legge chiara in ordine alla effettiva porta-ta ed alla delim
itazione della “azienda agricola”, in presenza di un quadro norm
ativo civili-stico che disciplina, da un lato, l’affitto di fondo rustico e, dal -l’altro, l’azienda genericam
ente considerata negli articoli 2555 e seguenti del codice civile. In tale contesto la proposta legi-slativa ha lo scopo di attribuire carattere distintivo all’azienda agricola,
quale com
plesso di
beni organizzati
dall’impren -
ditore agricolo per l’esercizio della sua attività d’im
presa, dif-ferenziandola dal m
ero fondo rustico.
6. Cessio
ne d
i ben
i agrico
li da p
arte dello
S
tato e d
i enti p
ub
blici
L’ampliam
ento delle
dimen-
sioni aziendali costituisce uno dei principali obiettivi per far recuperare
competitività
al sistem
a agricolo nazionale. A tal fine può essere utilizzata in m
odo migliore la disponibilit à
di fondi rustici da parte dello Stato nonché di enti pubblici nazionali e regionali. La legi-slazione vigente gi à prevede la possibilità di concedere in lo-cazione beni agricoli a favore di giovani agricoltori (articolo 4-quinquies della legge n. 102 del
2009 di
conversione del
decreto-legge n. 78 del 1° lu-glio 2009). Si propone quindi
di estendere la portata di tale norm
a, peraltro non ancora at-tuata nonostante siano decorsi i term
ini originariamente pre-
visti. In particolare si propone: la possibilit à non solo di cedere in affitto m
a anche di alienare in via definitiva i beni agricoli in questione m
ediante tratta-tiva privata a seguito di invito pubblico;
il coinvolgim
ento delle
organizzazioni agricole
maggiorm
ente rappresentati -
ve nella fase di individuazione e di cessione dei beni stessi; l’estensione della categoria dei potenziali
cessionari dai
soli “giovani agricoltori” a tutti gli im
prenditori agricoli; l’applica-zione ai casi di alienazione dei beni agricoli delle agevolazioni di im
posta già applicabili sino alla fine del 2010 alle cessioni di terreni e relative pertinenze a favore di coltivatori diretti e im
prenditori agricoli professio-nali (agevolazioni “piccola pro -prietà contadina”).
Lavoro
e previd
enza
7. Blocco d
ell’allineam
ento
delle aliq
uo
teLa norm
a proposta abroga le disposizioni contenute nel de-creto
legislativo n.
146/1997 di
riforma
della previdenza
agricola, che prevedono la gra-duale elevazione delle aliquote dei contributi dovuti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti dai datori di lavoro che occu-pano operai, nella m
isura di 0,20 punti percentuali all’an-no (elevati a 0,60 punti per le aziende agricole con processi produttivi di tipo industriale), sino
al raggiungim
ento del-
l’aliquota contributiva prevista per gli altri settori produttivi. La m
isura è indispensabile per evitare che le aliquote contri-butive
complessivam
ente ap-
plicate ai datori di lavoro agri -colo, già particolarm
ente so-stenute, divengano addirittura superiori a quelle applicate ai datori di lavoro degli altri set -tori produttivi. Il blocco delle aliquote
è inoltre
necessario per non accentuare ulterior-m
ente il già rilevante divario che esiste rispetto alle aliquote in vigore per il settore agrico -lo negli altri Paesi dell’U
nione europea. La m
isura descritta com
porta minori entrate nel
bilancio per le casse dello Sta-to valutabile in 6 m
ilioni e 500 m
ila euro l’anno.Federico V
ecchioni, presidente di Confagricoltura
operative e gestionali di tali
impian
ti, com
e in
vece pre-
scritto dalla norm
ativa di ri-ferim
ento stan
te la diversità delle loro em
issioni, di tipo
biologico, rispetto
a qu
elle più
inqu
inan
ti di tipo indu
-striale. P
ertanto, per qu
anto
riguarda gli allevam
enti di cu
i al pu
nto 6.6 dell’allegato V
III alla P
arte II del d.lgs. 152/06, vista la loro n
atura, e con
si -derati il n
um
ero ed il tipo de-gli in
quin
anti even
tualm
ente
prodotti, si ritiene opportu
-n
o, on
de evitare
di gravare
eccessivamen
te sulle im
prese di qu
esto tipo, di ridurre le
tariffe previste del 50%.
Con
siderato ch
e le
aziende
interessate
sono
in
nu
me -
ro con
tenu
to, si
valuta
che
l’onere
derivante
dall’appli-cazion
e della misu
ra proposta am
mon
ti a 2 milion
i di euro.
42. Pro
cedu
ra di rin
no
vo
dell’A
uto
rizzazion
e In
tegrata Am
bien
tale in
caso d
i mo
difica
dell’im
pian
toN
onostan
te gli
allevamen
ti soggetti
ad au
torizzazione
integrata
ambien
tale sian
o caratterizzati
da u
na
limi-
tata gran
dezza delle
atti-vit à, ai sen
si dell’art. 6 del D
.lgs.152/06 la maggior parte
delle modifich
e sono con
side-rate sostan
ziali. Ciò in
rela-zion
e al fatto che il com
bina-
to disposto dell’art. 6, comm
a 13, e dell’art. 5, com
ma 1 lett.
l bis), attribuisce alle A
utori-
tà competen
ti la possibilità di classificare com
un
que le m
o-difich
e come sostan
ziali. Per
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itato im
patto ambien
tale delle at -tività di cu
i trattasi si ritiene
sufficien
te m
anten
ere com
e criterio solo qu
ello relativo al “valore soglia”.
43. Au
torizzazio
ne alle
emissio
ni atm
osferich
e p
er gli allevamen
tiC
on il decreto legislativo n. 128 del 2010 viene profonda-m
ente modificato l’attuale as -
setto normativo per gli alleva-
menti: con i nuovi param
etri, verrebbero a essere coinvolte nel sistem
a autorizzativo più di
20.000 aziende
zootecni-che. L’estensione a tali azien -de
dell’autorizzazione obbli-
gatoria rischia di divenire un adem
pimento form
ale, buro-cratico e costoso che, tuttavia, dal punto di vista am
bientale non com
porta effetti positivi rilevanti in quanto agli alleva-m
enti zootecnici già si appli-cano una serie di norm
e che m
igliorano le
emissioni.
Si
propone, pertanto, una diver-sa im
postazione relativamen-
te ai criteri di individuazione degli im
pianti soggetti.
44. Attu
azion
e gradu
ale d
el Sistri n
elle aziend
e agrico
leIn relazione alle difficoltà ap-plicative del sistem
a Sistri alle piccole
imprese
del settore
agricolo, è necessario prevede-re un’applicazione graduale del sistem
a con una iniziale fascia esenzione, avviando contem
po-raneam
ente una fase sperimen -
tale per individuare eventuali criticità.
Energia d
a fon
tirin
no
vabili
45. Asso
ggettamen
top
er gli imp
ianti
per la p
rod
uzio
ne
di en
ergia elettrica con
cap
acità di gen
erazion
e n
on
sup
eriore ad
1 MW
elettrico
alimen
tatid
a fon
ti rinn
ovab
ilialla d
isciplin
a sulla
den
un
cia di in
izio attività
Uno dei principali ostacoli allo
sviluppo dell’energia
da fonti
rinnovabili è dato dalla com-
plessità delle procedure auto-rizzative degli im
pianti. Al fine pertanto di superare le attuali criticità e sviluppare la m
icro-generazione distribuita da fonti rinnovabili
è necessario
pre-vedere per gli im
pianti per la produzione di energia elettri-ca con capacit à di generazione non superiore a 1 M
W elettrico
alimentati da fonti rinnovabili,
l’assoggettamento
alla disci-
plina della denuncia di inizio attività (articoli 22 e 23 dpr 6 giugno 2001, n. 380).
46. Mo
dalità d
i rilasciod
ei certificati verdi
Si intende modificare e inte-
grare quanto previsto dall’arti -colo 11 del D
.M. del m
inistro dello
sviluppo econom
ico 18
dicembre 2008, relativam
ente al sistem
a di rilascio dei certifi-cati verdi sull’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. N
el caso delle biomasse e del
biogas, in
cui è
rilevante il
costo di
approvvigionamento
degli impianti ed in generale
di gestione degli stessi, è estre-m
amente
gravoso produrre
energia e percepire l’incentivo solo a distanza di un anno. Al -trettanto gravosa per i produt-tori è la possibilità di ricevere certificati verdi (C
V) a preventi-vo solo a fronte di una fideius -sione bancaria com
misurata al
valore dei CV richiesti. Per tali
motivi si propone di prevedere
un sistema di rilascio dei C
V a
consuntivo mensile, così com
e avviene già per la tariffa onni-com
prensiva, e
a preventivo
senza l’obbligo di presentazio -ne di garanzie.
47. Revisio
ne
trienn
ale degli in
centivi
alle bio
masse
Al fine di dare stabilità al si-stem
a di incentivazione delle fonti rinnovabili, consentendo pertanto una adeguata pianifi-cazione degli investim
enti, oc-correchiarire che le eventuali revisioni triennali degli incen -tivi alla produzione elettrica da biom
asse e biogas non si appli-cano agli im
pianti entrati in esercizio com
merciale prim
a di tali revisioni, per i quali, infatti, l’incentivo rim
ane fisso nei 15 anni.
48. Messa in
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dei lu
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ggetto
esercente in
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ismissio
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ell’imp
ianto
Si propone di modificare il com
-m
a 4 dell’articolo 12 “Raziona-
lizzazione e
semplificazione
delle procedure autorizzative” del d.lgs. 387/2003 lim
itando l’obbligo alla rim
essa in pristi-no dello stato dei luoghi a cari-co del soggetto esercente ai soli casi in cui sia certa la dism
issio-ne dell’im
pianto o comunque
non sia
possibile riutilizzare
tali strutture anche per usi di-versi dalla produzione di ener-gia. N
el caso ad esempio degli
impianti a biogas è possibile
riutilizzare parte dell’impianto
nella normale attività agricola
(trincee, digestori come vasche
di stoccaggio eccetera).
49. Servizio
di scam
bio
su
l po
sto in
materia d
i en
ergiaAl fine di prom
uovere il servizio di scam
bio sul posto in ambito
agricolo, occorre
semplificare
le procedure di accesso. In re-lazione al fatto che le aziende agricole sono dotate di più pun-ti di prelievo di potenza lim
itata dalla rete di distribuzioneelettrica, a servizio di fabbricati rurali e terreni, occorre preve-dere la possibilità di usufruire del
servizio di
scambio
sen -za tener conto dell’obbligo di coincidenza tra il punto di im
-m
issione e il punto di prelievo dell’energia
scambiata
con la
rete e fermo restando il paga-
mento degli oneri di rete.
50. Estensio
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l fine di prom
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del 09.04.2008,
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de agricole sono ten
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attività. La m
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da Region
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e pre-vista dal R
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14001 etc.),
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-dispen
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. 133/2008 definen
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zione.
63
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imit
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em
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isti
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s. 1
52/0
6.
40. P
roge
tti
sott
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ost
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41. P
roce
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la
spec
ific
ità
e le
m
odal
ità
45
15. Estensio
ne d
ell’attività co
nn
essa al min
i id
roelettrico
e al min
i eo
lico e alle b
iom
asse agro
ind
ustrialiIn analogia a quanto avvenu-to per l’energia da fotovoltaico ed al fine di prom
uovere mag -
giormente
la realizzazione
in am
bito agricolo
di im
pianti eolici e idroelettrici di piccola taglia, si propone di considerare com
e attività connessa ai sensi dell’articolo 2135 del codice ci-vile, la produzione elettrica dai suddetti im
pianti. In particolare tale estensione si applicherebbe lim
itatamente
al m
inieolico (fino a 60 K
W) e al m
ini idroe -lettrico (fino ad 1 M
W). Inoltre,
in riferimento alle biom
asse per la produzione di energia elet-trica, si propone di precisare che possono essere utilizzate in quota parte anche le biom
asse agroindustriali fino al 20%
.
16. Cum
ulabilità d
egli in
centivi p
er imp
ianti
foto
voltaici
Al fine di favorire l’installazio-ne di im
pianti fotovoltaici nel-le aziende agricole si propone la cum
ulabilità della tariffa in conto energia, di cui al D
M 6
agosto 2010, fino ad un massi-
mo del 30%
, con altri incenti -vi pubblici in conto capitale o conto interesse finalizzati alla realizzazione dell’im
pianto, in-dipendentem
ente dalla potenza o dalla specifica tipologia di im
-pianto. La proposta è finalizza-ta ad arm
onizzarsi con quanto previsto
dal Piano
strategico nazionale sullo sviluppo rurale in m
ateria di energie rinnovabi-li, e ad attuare quanto previsto dalla legge com
unitaria 2009, vale a dire la prom
ozione della realizzazione e dell’utilizzazio-ne di im
pianti in asservimento
alle attività agricole da parte di im
prenditori che
svolgono le
medesim
e attività. L’intervento proposto
è com
unque circo-
scritto agli investimenti diretti
ad aumentare il grado di auto-
approvvigionamento
energeti-co delle aziende agricole.
Assicurazio
ni
17. Strum
enti d
i difesa d
el red
dito
agricolo
e gestion
e del risch
ioN
egli ultimi anni il tem
a della gestione del rischio in agricol -tura ha assunto una im
portan-za progressivam
ente maggiore
all’interno del dibattito sul fu-turo dell’intervento pubblico, a sostegno del settore agricolo e delle aree rurali. Inparticolare, la m
inore protezio-ne accordata dalle politiche al
settore e il parallelo incremento
del quadro delle incertezze che caratterizzano sia le dinam
iche m
ercantili che i fenomeni m
e-teorologici, hanno accresciuto l’esposizione
al rischio
del-l’agricoltore. Il progetto si basa su una ipotesi di riform
a del sistem
a assicurativo, che non esclude per ò la presenza di altri strum
enti utili per la gestione del rischio di reddito.L’obiettivo è quello di operare nell’am
bito dell’attuale legisla-zione nazionale di regolam
en-tazione dell’assicurazione age -volata in agricoltura, tenendo conto della posizione com
uni-taria sulla m
ateria. Il progetto, in particolare, sarà im
postato su di un program
ma di lavoro
per obiettivi attraverso anche l’analisi,
la sperim
entazione, lo sviluppo e la diffusione delle polizze innovative con il coin -volgim
ento della parte pubblica (M
ipaaf, Ismea eccetera) e pri-
vata (società di assicurazioni e riassicurazione).
Gio
vani agrico
ltori
18. Prelazio
ne
di p
iù con
finan
tiLa norm
ativa sul diritto di pre-lazione in caso di trasferim
en-to di terreno agricolo a titolo oneroso (articolo 8 della legge 590/65) stabilisce che, in caso di
alienazione di
fondi agri-
coli, il coltivatore diretto pro-prietario di terreni confinanti ha diritto di essere preferito rispetto ad altri acquirenti. Il successivo decreto legislativo n. 228/2001 all’articolo 7 di -spone, nel caso di più soggetti confinanti, alcuni criteri pre-ferenziali per l’individuazione degli
aventi diritto
con una
norma
di difficile
interpre-tazione
e non
perfettamente
chiara nella
determinazione
dei criteri e dei soggetti cui il legislatore assegna nell’ordine la priorità. Si propone, dun-que, una m
odifica dell’articolo 7 del D
.lgs 228/2001 allo scopo di accordare la prelazione, in via preferenziale, a coltivatori diretti o Iap di età com
presa tra i 18 e i 40 anni (costituiti anche in form
a societaria) e quindi a società di persone, di capitali o cooperative che svol-gono
attività agricola
in via
esclusiva.
19. Agevo
lazion
itrib
utarie a favore
dei gio
vani agrico
ltori
Al fine di favorire il ricambio
generazionale in
agricoltura e lo sviluppo delle im
prese, si propongono interventi in m
a -teria fiscale che m
irano al man-
tenimento e alla concessione di
agevolazioni tributarie a favo-re dei giovani agricoltori, con particolare riguardo alle form
e societarie dagli stessi costituite. N
ella fattispecie si suggerisco -no m
odifiche ai comm
i 2, 3 e 5 dell’articolo 14 della legge n. 441/1998.
20. Registrazio
ne
dei co
ntratti d
i affitto
con
clusi dai gio
vani
agricolto
riL’articolo
15 com
ma
1 della
legge n. 441/1998 prevede che l’obbligo della registrazione del contratto di affitto in favore dei giovani im
prenditori agricoli e il conseguente onere del paga -m
ento dell’imposta di registro
operano solo
nell’ipotesi di
“caso d’uso” dell’atto. Si tratta dunque di una disposizione fi -scale agevolativa per i giovani agricoltori titolari di contratti di affitto che, purtroppo, nella pratica trova scarsissim
a appli-cazione
in quanto
l’esercizio dell’attività
imprenditoriale
impone quasi sem
pre l’utiliz-zazione del contratto di affitto e
quindi, il
cosiddetto “caso
d’uso”, a cui si accompagna l’as-
soggettabilità all’onere dell’im-
posta di registro. Si propone, pertanto, di em
endare il comm
a 1 dell’articolo 15 della legge n. 441/98 introducendo a favore dei giovani im
prenditori agrico -li l’esonero “totale”, dall’obbligo di registrazione dei contratti di affitto che a essi fanno capo.
21. Cred
ito d
i imp
osta
per in
vestimen
ti in ricerca
e inn
ovazio
ne tecn
olo
gica in
agricoltura
Al fine di incentivare la moder-
nizzazione e
la com
petitività del settore agricolo attraverso l’applicazione di processi e tec-niche produttive innovative, si propone di istituire a favore dei giovani agricoltori un credito d’im
posta per gli investimenti
in ricerca e innovazione tecno -logica.
22. Cum
ulabilità
degli in
centivi
per im
pian
ti foto
voltaici,
eolici e id
roelettrici
In coerenza con gli orientamen-
ti comunitari, che considerano
l’energia da
fonti rinnovabili
una delle “nuove sfide”, ed ana-logam
ente a quanto già previsto per im
pianti a biomasse e bio-
gas, si propone la cumulabilità
degli incentivi sullaproduzione elettrica con quel -li
sull’investimento,
nel caso
di impianti fotovoltaici, eolici
ed idroelettrici di proprietà di aziende
agricole condotte
da
giovani agricoltori. In partico-lare, la norm
a elaborata stabili-sce la cum
ulabilità della tariffa in conto energia, di cui al D
M
6 agosto 2010, con altri incen-tivi pubblici in conto capitale o conto interesse finalizzati alla realizzazione dell’im
pianto, in-dipendentem
ente dalla potenza o dalla specifica tipologia di im
-pianto. Analogam
ente, si propo-ne di estendere la cum
ulabilità con altri incentivi pubblici alle tariffe
omnicom
prensive rela-
tive alla
produzione elettrica
da impianti eolici ed im
pianti idroelettrici introdotte dalla ta-bella 3 allegata alla legge 244/07 e m
odificata dalla legge 99/09.Si propone, inoltre, di ricono-scere, con riferim
ento alle nuo-ve tariffe in conto energia intro -dotte dal D
M 6 agosto 2010, agli
impianti fotovoltaici realizzati
su serre di proprietà di giovani agricoltori,
le tariffe
previste per im
pianti fotovoltaici realiz-zati su edifici.
23. Agevo
lazion
i co
ntrib
utive per d
atori d
i lavo
ro agrico
lo un
der 40
Al fine di favorire il ricambio
generazionale nelle
imprese
agricole e di promuovere l’occu-
pazione dipendente nelle azien-de
più dinam
iche e
moderne
del settore
primario
condotte da giovani im
prenditori ed im-
prenditrici, si propone di intro-durre una norm
a che riconosca a tali datori di lavoro agricolo, ovunque essi operino, le ridu-zioni contributive in vigore per le aziende agricole operanti nei territori
montani
particolar-m
ente svantaggiati, fino al com-
pimento del 40° anno di età.
24. Rifin
anziam
ento
del fo
nd
o p
er lo svilu
pp
o
dell’im
pren
dito
rialità gio
vanile in
agricoltu
raAllo scopo di favorire il ricam
-bio generazionale e la perm
a -nenza dei giovani in agricoltu-ra, la legge 296/2006 ha istitui-to il fondo per lo sviluppo del-l’im
prenditorialità giovanile in agricoltura, con una dotazione finanziaria
di 10
milioni
di euro all’anno per il quinquen-nio 2007-2011 poi decurtata, a partire dal 2009, a 5 m
ilioni di euro. C
onsiderato che l’Italia registra un indice di ricam
bio generazionale tra i più bassi in assoluto in E
uropa, si propone di ripristinare l’originaria dota-zione finanziaria del cosiddetto “Fondo G
iovani” per l’annua-lità
residua del
quinquennio in corso e di rifinanziarla con m
aggiori risorse per altri cin-que anni.
Setto
ri pro
du
ttivi
25. Mo
difica
del D
M n
. 8077 del 10
no
vemb
re 2009 recante
“Disp
osizio
ni n
azion
ali relative alle n
orm
e di
com
mercializzazio
ne
dell’o
lio d
’oliva”
Il DM
del Mipaaf n. 8077 del 10
novembre
2009, relativo
alle norm
e di comm
ercializzazione dell’olio d’oliva, prevede per al-cuni operatori della filiera one-rose registrazioni e relative san-zioni, anche per m
inimi ritardi
ed errori.La proposta m
ira a introdurre elem
enti che rendano pi ù effi-cace il controllo, coinvolgendo tutte le fasi produttive e sem
-plificando
gli adem
pimenti
burocratici. In
particolare, si
propone che i produttori auto dichiarino
le produzioni
di olio
e i
quantitativi im
messi
sul mercato al m
omento della
presentazione della
Dom
an -da
Unica
agli E
nti Pagatori.
L’indicazione delle
rispettive produzioni
in volum
e e
per categoria
consente la
reale conoscenza
della produzione
nazionale che, associata a spe-cifiche registrazioni effettuate dagli altri operatori della filiera (frantoi, com
mercio, industria)
attraverso il SIAN, gestore delle
informazioni,
consente di
ef-fettuare i controlli, i raffronti sulle
produzioni e
conoscere le
quantità com
mercializza-
te come prodotto italiano. Lo
snellimento
delle procedure
per l’intera filiera, rendendole più aderenti alle reali esigenze di controllo, presuppone la fo -calizzazione dell’attenzione dei controlli sulla provenienza de-gli oli, che rappresenta l’obiet -tivo del R
egolamento (C
E) n.
1019/02, ovvero la conoscenza dell’origine degli oli in com
-m
ercio.
26. Disp
osizio
ni in
materia
di acq
uaco
ltura
L’acquacoltura italiana ha su-bìto un’accelerazione nei tem
pi più recenti, grazie soprattutto ad un processo di m
odernizza-zione che ha determ
inato, an -che con il sostegno della ricerca scientifica, un increm
ento delle conoscenze e delle capacità ge-stionali e organizzative degli al -levatori, fino a portare la produ-zione italiana ai vertici europei, non solo sotto il profilo delle produzioni m
a anche per la va -rietà della gam
ma produttiva.
Al fine di incentivare ulterior-m
ente lo sviluppo del comparto,
si propongono alcuni interventi legislativi che tendono a m
i -gliorare lo svolgim
ento dell’at-
tività d’impresa, con particolare
riguardo: all’utilizzo dell’acqua degli im
pianti di acquacoltura per produrre energia, all’utiliz-zo dei residui d’acqua, all’ade-guam
ento della disciplina dei canoni relativi all’acquacoltura, alla sem
plificazione delle proce -dure per le concessioni.
Qu
estion
i orizzo
ntali
27. Co
nsiglio
d
ell’Agrico
ltura Italian
aA quasi dieci anni dall’istituzio-ne
del Tavolo
agroalimentare
presso la Presidenza del Consi -
glio è opportuno riesaminare la
composizione e il funzionam
en-to del Tavolo stesso prevedendo in particolare:• la sua trasform
azione in Con-
siglio dell’Agricoltura Italiana;•
l’inserimento,
all’interno della norm
ativa di legge, della com
posizione del Consiglio;
• la possibilità di chiedere alla Presidenza
del C
onsiglio una
convocazione del Tavolo da par -te di alm
eno tre rappresentanti m
embri.
28. Co
ord
inam
ento
d
ell’attività di vigilan
zaIl com
plesso sistema dei con-
trolli che caratterizza il setto-re agricolo, pur necessario per garantire il rispetto delle regole che governano l’attività im
pren -ditoriale del settore prim
ario, si caratterizza per la presenza di una pluralità di organi di vigi-lanza, che nella m
aggior parte dei
casi sono
completam
ente autonom
i uno dall’altro ed ap -partengono ad am
ministrazioni
diverse, ma hanno com
petenze in alcuni casi analoghe o so-vrapponibili. Q
uesta situazione com
porta di fatto che le azien-de agricole siano sottoposte in m
omenti
diversi, m
a con
ri-ferim
ento agli stessi periodi e alle stesse m
aterie, a controlli da parte dei vari organi di vigi-lanza (IN
PS, INAIL, D
PL, ASL, Agenzia delle E
ntrate, ICQ
RF,
Com
ando Carabinieri Politiche
agricole e
alimentari,
Corpo
forestale dello Stato, AGE
A e altri organism
i pagatori, etc.) che
distolgono l’im
prenditore dalla sua attività econom
ica e che talvolta si concludono ad-dirittura con esiti difform
i. La norm
a proposta prevede, da un lato, che le attività degli organi di vigilanza debbano essere sot-toposte ad una form
a di coor-dinam
ento al fine di evitare so -vrapposizioni e duplicazioni di accertam
enti e, dall’altro, che i periodi e le m
aterie oggetto di accertam
ento non possano es-sere successivam
ente sottoposti a ulteriori controlli.
29. Revisio
ne
della n
orm
ativa sulla
ripro
du
zion
e anim
aleLa riproduzione anim
ale è disci-plinata dalla legge n. 30/1991. Lo scopo della proposta è quello di rendere possibile il coinvol -gim
ento di più soggetti - an-corché tutti operanti secondo univoche direttive definite dal m
inistro delle Politiche agricole alim
entari e forestali - sia nella gestione dei registri anagrafici e dei libri genealogici, sia nello svolgim
ento delle
valutazioni genetiche del bestiam
e.L’obiettivo che ci si propone, nella
consapevolezza che
oc -corre operare nei lim
iti imposti
dalla normativa europea, e fer-
me restando le funzioni in m
a-teria trasferite alle regioni, è di adeguare alle m
utate situazioni operative i principi norm
ativi che
sovraintendono l’attività
della riproduzione animale.
In particolare, appare necessa-rio - anche alla luce della segna-lazione form
ulata al Presidente del Senato della R
epubblica ed al Presidente della C
amera dei
deputati il 10 marzo 2010 (nel-
l’esercizio dei poteri conferitigli ai sensi dell’art 21 della legge 10 ottobre 1990 n 287) dal Presi-dente dall’Autorità G
arante del-la C
oncorrenza e del mercato
(Antitrust) - superare l’attuale strutturazione organizzativa e operativa, in considerazione del fatto che il sistem
a organizza-tivo previsto dalla vigente nor-m
ativa ha
determinato,
negli anni, sedim
entazioni operative divenute non più accettabili.Pertanto, si ritiene opportuno prevedere una nuova struttura -zione operativa, nella consape-volezza – trattandosi peraltro di attività finanziariam
ente soste-nute da una consistente contri-buzione pubblica – che l’attuale sistem
a, previsto
dalla citata-
legge n. 30 del 1991, ha condi -zionato negativam
ente l’attività di ricerca e di m
iglioramento
genetico della popolazione ani-m
ale italiana.Al fine di superare tale situazione e di aprire il settore della geneti -ca alle indispensabili prospettive di sviluppo futuro, si propone di m
odificare la citata legge n. 30 del 1991 prevedendo che:• i registri anagrafici e i libri genealogici
siano istituiti
dal M
inistro delle politiche agricole alim
entari e forestali;• la gestione dei registri anagra-fici e dei libri genealogici, nel ri -spetto della norm
ativa europea, possa essere affidata a una o più associazioni di allevatori di spe -cie o di razza, dotate di perso-nalità giuridica e in possesso di requisiti prestabiliti;
• le valutazioni genetiche del bestiam
e iscritto nel libro ge-nealogico e i controlli delle loro attitudini produttive siano affi -dati a una o più organizzazioni appositam
ente riconosciute e in possesso di requisiti prestabiliti;• le regioni espletino le proprie funzioni
avvalendosi delle
ri -sorse finanziarie finalizzate allo scopo e a loro trasferite dallo Stato.
30. Rap
presen
tanza
del setto
re agricolo
La recente manovra finanziaria
(decreto-legge n. 78 del 2010 convertito dalla legge n. 122 del 2010) ha previsto una sensibile dim
inuzione del
numero
dei com
ponenti degli organi colle -giali presso le pubbliche am
mi-
nistrazioni, sia al fine di razio -nalizzare l’azione di tali organi, sia al fine di contenere i costi per la finanza pubblica. Q
uesta m
isura, se attuata in modo m
e-ram
ente matem
atico, rischia di escludere
dalla partecipazione
ad organi collegiali che trattano anche della m
ateria agricola la rappresentanza
delle im
prese del settore prim
ario ed in par -ticolare di quelle che occupano m
anodopera dipendente. Si pro-pone, dunque, una norm
a che garantisca com
unque la parte-cipazione di un com
ponente in rappresentanza
delle im
prese agricole, senza che ciò com
porti alcun onere aggiuntivo a carico dello Stato.
31. Gestio
ne d
el sistema
info
rmativo
agricolo
È avvertita diffusam
ente l’esi-genza di estendere e rafforzare l’attività di vigilanza sull’Agen-zia per le erogazioni in agricol-tura (AG
EA) esercitata da parte
del m
inistero delle
Politiche agricole, alim
entari e forestali (M
ipaaf), garantendo
in ogni
caso il rispetto dell’autonomia
organizzativa, am
ministrativa,
finanziaria e contabile dell’ente.È
opportuno,
infatti, rendere
più efficace il sistema dei servizi
informatici per la gestione e il
controllo delle erogazioni previ-ste dalla norm
ativa comunitaria
e nazionale sia disposte diretta-m
ente da Agea, sia dagli altri or-ganism
i pagatori riconosciuti. I produttori reclam
ano legittima-
mente puntualità e precisione
nella erogazione
delle risorse
comunitarie ed altrettanta pun -
tualità nella effettuazione degli eventuali controlli. Le pratiche per l’erogazione degli aiuti si svolgono
con notevoli
ritardi nel nostro Paese, m
entre i no -stri partner europei beneficiano di procedure im
prontate a mag-
giore efficienza.
7
Ogm sempre al centro dell’attenzioneSulla questione Ogm il mondo del-
l’agricoltura continua a dividersi: nel recente convegno organizzato dal-la Regione Veneto al Censer di Rovigo, alla posizione della nostra organizza-zione - attiva nel sostenere la ricerca e fautrice della libera scelta tra sementi convenzionali e geneticamente modi-ficate, si sono contrapposte le posizio-ni contrarie alla coltivazione di Cia e Coldiretti, nonché dell’assessore vene-to all’Agricoltura.
Riportiamo una sintesi dell’intervento di Deborah Piovan.
Il servizio giuridico del Consiglio dei ministri Ue, interpellato sulla proposta della Commissione di lasciare facoltà di scelta agli Stati membri di proibire sul proprio territorio la coltivazione di piante Gm, ha dato parere negativo. Tale proposta sarebbe in contrasto con il di-ritto comunitario, in quanto non garan-tisce un più efficiente funzionamento del mercato unico. Per di più viene evi-denziato il netto paradosso consisten-te nell’importare derrate Ogm e non permetterne la coltivazione: la Corte di Giustizia europea potrebbe facilmente invalidare una proposta del genere. In questo contesto, anche le iniziative di legge regionali non possono non tene-re conto della normativa comunitaria e dei principi che la guidano. Peraltro il diritto comunitario sancisce facoltà di impiego di Ogm autorizzati alla col-tivazione anche in assenza di piani di coesistenza.Ma quali sono le più comuni critiche mosse agli Ogm?
Fanno male. Vale la pena di ricordare uno studio condotto da 400 centri di ri-cerca europei pubblici e privati, durato 15 anni, costato 70 milioni di euro. Le conclusioni di questo studio sono che le coltivazioni Gm non sono dannose per l’ambiente né per l’uomo che se ne
ciba. Non solo: in certi casi gli alimen-ti che ne derivano sono più sicuri di quelli tradizionali. Queste informazio-ni vanno divulgate: l’opinione pubblica non ne è a conoscenza.
I semi Ogm sono sterili. Ancora c’è chi sostiene questo. In realtà non sono mai stati messi in commercio Ogm sterili. È una “bufala”, come quella della resi-stenza agli antibiotici.
Minacciano la biodiversità. È un falso problema. Non c’è niente di più lonta-no dalla biodiversità di un campo colti-vato, che sia Ogm o no. La biodiversità si tutela in altri modi e ci sono esempi interessanti, come il pioppo Gm o la papaya Gm che ha salvato i piccoli pro-duttori delle Hawaii. Alla preoccupazio-ne di chi pensa che finiremo tutti con il coltivare la stessa varietà di soia Gm, ribattiamo che in Argentina la ricerca (pubblica) ha sviluppato molte decine di varietà di soia Gm; molte di più di quelle non Gm che coltiviamo noi in Italia.
Minacciano i prodotti tipici. Le grandi filiere del prodotto tipico e di qualità italiano, come i formaggi e i prosciutti, dipendono già in maniera pesante dalle importazioni di commodities dall’este-ro. La dipendenza è particolarmente alta nel caso della soia: 90%; e di tale quantità il 95% proviene da Paesi che seminano Ogm. La verità è che le fi-liere del tipico italiano non starebbero in piedi senza l’import, quindi senza gli Ogm. Perciò il tipico e l’Ogm con-vivono già placidamente e non sono in contrasto.
Gli Ogm non convengono. Le stime effettuate a tal proposito indicano in-vece che siano molto convenienti. Si va da valutazioni di un prodenziale + 100 euro/ettaro dell’Ami a + 500 euro/ettaro del Cnr. Noi vorremmo poter
Acceso dibattito al convegno organizzato dalla Regione Veneto
provare e poi decidere. Ogni azienda dovrebbe essere libera di fare le proprie scelte imprenditoriali: non solo Ogm, ma anche Ogm.
Gli Ogm portano a un aumento nel-l’utilizzo di pesticidi. Basti citare uno studio dell’Associazione dei produttori di biologico statunitensi (organic-cen-ter.org): hanno stimato una diminu-zione di utilizzo di pesticidi negli Usa di 30.000 tonnellate dall’avvento degli Ogm.
Si sviluppa resistenza agli erbicidi. Questo è un fatto. Per la prima volta in 15 anni si sono avuti dei casi di resi-stenza al gliphosate in campi di cotone RR nell’Arkansas. Ma questo non è un problema degli Ogm, piuttosto della chimica in agricoltura. Nessuno rinun-cia a utilizzare un nuovo principio atti-vo per paura che si sviluppi resistenza, piuttosto lo usa in maniera consapevo-le e attenta. Non si vede perché non si possa fare altrettanto con gli Ogm.Quali invece i vantaggi dell’ingegneria genetica che porta agli Ogm?Prendiamo per esempio il mais Bt. Ogni anno gli agricoltori devono irrorare tutta la Pianura Padana per difendersi dagli attacchi della piralide e dal con-seguente sviluppo di micotossine, fu-monisine in particolare. Lo sa il consu-
matore che esiste un’alternativa amica dell’ambiente e più sicura? Oltre tutto, va ricordato che il problema fumonisi-ne è prettamente italiano, spagnolo in misura minore. Il resto d’Europa non ha particolare interesse a promuovere la coltivazione di mais Bt. Chi importa in Italia mais quando le nostre produ-zioni non sono all’altezza?Ma pensiamo anche ai futuri sviluppi degli Ogm. Dal golden rice, arricchito in provitamina A, a piante che produ-cono vaccini, a Ogm coltivabili per la fitodepurazione dei terreni inquinati da metalli pesanti, a piante più resistenti alla siccità…
Ricerca e sperimentazioneIn definitiva, Confagricoltura chiede che si dia il via a una nuova stagione di ricerca e sperimentazione. Non perché ci sia bisogno di dimostrare che gli Ogm non sono nocivi. Ma perché si verifichi la possibilità concreta della coesistenza con l’agricoltura tradizionale, affinché le coltivazioni Ogm e quelle non Ogm non si inquinino a vicenda. Perché, non dimentichiamolo, se il consumatore che vuole mangiare Ogm -free ha il di-ritto di operare la sua scelta, altrettanto dovrebbe avvenire per il consumatore che un domani, correttamente infor-mato, vorrà scegliere di mangiare Ogm garantito. Quando avrà a disposizione,
per esempio, l’alimento Ogm arricchito in Omega-3, vorrà garanzia di averne una percentuale minima nel cibo Ogm che compra. E il consumatore che vor-rà farsi la polenta Ogm, vorrà garanzia di quel che sta mangiando. La catena francese Carrefour dall’ot-tobre scorso offre questa possibilità di scelta ai propri clienti. Per il pollo e per il pesce sono disponibili sia la linea Ogm -free che quella Ogm. Il consu-matore francese può scegliere. Quello italiano no.
Dal confronto, una politica agri-cola più fortePer concludere con una riflessione po-sitiva, stiamo vivendo una stagione di confronto vivace, aperta dalla Regione Veneto con l’avvio della Conferenza regionale dell’Agricoltura. Confagricol-tura sta partecipando attivamente ai se-minari, apportando il proprio contribu-to. Ci auguriamo che le nostre proposte vengano ascoltate. Abbiamo bisogno di una politica agricola forte, che ripensi le misure di regolazione dei mercati. In questo senso portiamo l’esempio del governo francese, che è ricorso alla contrattualizzazione per riequilibrare sia il mercato sia la distribuzione del valore aggiunto all’interno della filiera alimentare.
Abbiamo bisogno di più ricerca, anche sulle sementi: abbiamo varietà vecchie, sempre meno produttive.Abbiamo bisogno di regole di recipro-cità più stringenti negli scambi inter-nazionali, altrimenti ci è impossibile competere.Infine, non lasciamo le commodities al loro destino: sono lo scheletro portante dell’agricoltura della Pianura Padana, indipendentemente dalle varie nicchie o produzioni tipiche. Vanno promosse iniziative di aggregazione della produ-zione, nuovi strumenti di mercato. E ci si deve aprire alle nuove tecnologie.
L’interventodi Deborah Piovan, vicepresidentedi Confagricoltura Veneto: “Irrinunciabili innovazione e conoscenza”
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Il termine per la presentazione delle domande di aiuto è fissata al 28 febbraio 2011
Psr Giovani, aperto il quarto bandoPur nella ristrettezza dei tempi
concessi per la presentazione del-le istanze durante la terza apertura dei termini (dal 30 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010), il terzo bando della Misura 112 e del relativo Pacchetto giovani B ha evidenziato il vivo inte-resse per questo tipo di progettazione integrata nei giovani che vogliono insediarsi in agricoltura con un pro-prio progetto innovativo: Avepa aveva ricevuto infatti 480 domande ammis-sibili ( 399 in pianura e 81 in mon-tagna). Le 291 domande approvate da Avepa hanno permesso la concessio-ne dell’intero importo messo a ban-do: 33 milioni di euro, una somma tuttavia non sufficiente a soddisfare tutte le richieste formulate e ammis-
Andrea Mezzanato, presidente di Anga Rovigo, ha ricevuto il Pre-
mio Passaggio Generazionale isti-tuito dalla Camera di Commercio provinciale. L’azienda Mezzanato nasce a Porto Viro nei primi anni ‘80, sotto la dire-zione del padre, Antonio, commer-ciante di bovini,con la costruzione del primo capannone per ricovero animali, allo scopo di avere un pun-to di approdo per il commercio di bovini da vita per gli allevatori ita-liani. Negli anni, sono state costrui-te altre stalle e acquistati terreni agricoli: dall’attività di commercio si passò a quella dell’allevamento da
Al presidente di Anga Rovigo Andrea Mezzanato
Premio Passaggio Generazionale
sibili dopo l’istruttoria preliminare. E questo motivo ha indotto la Regio-ne a dare avvio a un quarto bando di apertura dei termini di presentazione delle domande sulla Misura 112 Inse-diamento di giovani agricoltori - Pac-chetto giovani B, con una dotazione finanziaria di 24 milioni di euro.
Le modalità di attuazione restano so-stanzialmente inalterate rispetto alle precedenti per tutte le misure attiva-bili nell’ambito del Pacchetto giovani B. Uniche eccezioni sono rappresen-tate dalla impossibilità di riconoscere le integrazioni delle percentuali di contributo al settore lattiero-caseario per la ristrutturazione dello stessonell’ambito delle così dette “Nuove
ingrasso e alla coltivazione di cerea-li per alimentazione bovina.L’inserimento dei figli Andrea e Nico-la portò a un ulteriore ampliamento delle superfici coltivabili e del quanti-tativo di capi nelle stalle: attualmente sono circa 1700 i bovini all’ingrasso e circa 250 gli ettari in conduzione. Andrea si occupa personalmente dei contratti di acquisto e vendita dei bovini.L’ultima innovazione introdotta nel-l’azienda è un impianto biogas per la produzione di energia da biomassa (da 1megawatt), che entrerà in fun-zione entro la fine dell’anno, mentre per il 2011 è in progetto la costruzio-ne di un impianto fotovoltaico.
Nel testo definitivo della “legge di stabilità 2011, tra le novità fiscali di rilievo per l’agricoltura, c’è la stabilizzazione delle agevolazioni fiscali
per l’accorpamento della piccola proprietà contadina. Rimane dunque la tas-sazione di favore per le cessioni di terreni agricoli nei confronti di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella relativa gestione previdenziale e assistenziale, e per le operazioni fondiarie effettuate attraver-so l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare).Il regime agevolato per tali atti consiste nell’applicazione delle imposte di registro e ipotecaria in misura fissa (168 euro ciascuna) e dell’imposta cata-stale all’1%. Inoltre l’onorario notarile viene ridotto del 50%.Si perdono i benefici se, prima che siano trascorsi cinque anni dall’atto, i terreni vengono venduti o non sono più coltivati o condotti direttamente.
A regime le agevolazioni
Piccola proprietà contadina
sfide”, in quanto le relative dotazioni aggiuntive risultano già totalmente impegnate. Per questo motivo saran-no riconosciute due graduatorie di merito, con una specifica graduato-ria riservata alle “zone montane”, cui viene riservato il 25% dei fondi.Il termine per la presentazione delle domande di aiuto è stato fissato al 28 febbraio 2011 (al 31 maggio 2011 il termine per la conclusione del-l’istruttoria e l’adozione del decreto di approvazione delle graduatorie da parte di Avepa).
Aiuti per complessivi 24 milioni di euro
Niccolò Lunari figlio di Pierluigi, il nostro tecnico del-l’Ufficio zona di Lendinara, ha conseguito il 27 novem-bre presso l’Università Luigi Bocconi di Milano la laurea
in Economia aziendale e management, riportando il punteggio di 105/110.
Laurea
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Le nuove leve dell’agricoltura
I giovani hanno bisogno di vivere in prima per-sona la loro esperienza lavorativa, hanno bi-
sogno - come tutti del resto - di fare le proprie scelte, di sbagliare, di trovare delle soluzioni. I genitori pur promuovendo l’inserimento dei fi-gli nell’azienda, spesso inconsciamente vorreb-bero che ci fosse una naturale continuazione di ciò che è stato fatto, mantenendo a sé le scelte aziendali. È giusto? È possibile pensare che nel 2010 un giovane (fino a 40 anni si è considera-ti giovani) debba completamente dipendere da altri?
Credo sia necessario riflettere sul ruolo dei ge-nitori che davvero vogliono inserire i propri figli in questo settore. Credo che sia soprattutto una questione culturale: far crescere imprenditorial-mente i propri figli accompagnandoli nelle scel-te aziendali, distaccandosi giorno dopo giorno
Continua da pagina 1 dalla gestione diretta ma con un occhio attento all’evolversi della situazione. La metafora se-condo me più appropriata è quella del bambino: deve imparare a camminare, lo si sostiene, lo si aiuta a fare i primi passi per poi lasciarlo e aiutarlo quando cade.Penso che il giovane che non si sente consi-derato capace di ragionare in piena autonomia prima o poi se ne andrà. Ce ne sono di lavori nonostante la crisi! Non perdiamo questo posi-tivo potenziale umano e imprenditoriale. Spesso poi il giovane che rimane in azienda ha fratelli e sorelle che hanno intrapreso altre strade.
La certezza della disponibilità del fondo non c’è. Questo rappresenta un limite concreto, non di oggi ovviamente, per poter effettuare scelte imprenditoriali rilevanti. Perché devo investire, fare un frutteto, un vigneto, costruire una stalla, un capannone se poi….
Quante volte come direttore ho dovuto affronta-re situazioni difficili, delicate, con risvolti uma-ni e imprenditoriali a volte insanabili.Credo sia necessario da parte del genitore affron-tare per tempo questi problemi, non aspettare sempre “l’ultimo giorno”. Anche questo fa parte, e credo che sia uno dei principali problemi, del passaggio generazionale.Un altro spunto di discussione emerso durante il viaggio riguarda la disponibilità di superficie in affitto. Un problema annoso, molto discusso, mai risolto. Qui non è possibile trovare soluzioni se il pubblico non promuove vere politiche di sostegno ai giovani imprenditori. Pur mantenendo sul pia-no giuridico la libertà del proprietario, si potrebbe pensare a formule più vicine alle esigenze dell’im-prenditoria giovanile abbattendo ad esempio i co-sti della bonifica in occasione di contratti d’affitto a giovani agricoltori, finanziando fideiussioni ban-carie o assicurative a garanzia dell’affitto.
Il pubblico dovrebbe essere più coraggioso nel promuovere davvero l’imprenditoria giovanile riducendo al minimo la burocrazia e sostenen-
do i veri investimenti imprenditoriali. Troppi furbetti vanificano il lavoro di chi ne avrebbe realmente necessità.Le considerazioni appena fatte mi sollecitano a pensare soluzioni e proposte. Sarebbe interessan-te trovare qualche agricoltore di esperienza dispo-sto ad affiancare giovani disponibili ad apprende-re. Non mi sto inventando niente di nuovo, in altri settori è stato messo in atto. Sta certamente nel-l’intelligenza degli attori conoscere i propri limiti e le proprie attitudini. Perché non provare?
Un’ultima considerazione è legata al fatto che gli stessi problemi dovuti al passaggio gene-razionale sono presenti in tutti i settori: arti-gianato, industria, commercio… Quanto bello sarebbe vedere l’attività storica aziendale che continua anche con le generazioni future. Stia-mo facendo di tutto perché ciò avvenga?I nostri giovani hanno bisogno di fiducia, certezze e norme; e i nostri senior di coraggio nel gestire il cambiamento.
Massimo [email protected]
Anga. Giovani imprenditori tra i vigneti e le risaie della Penisola Iberica
Quattro giorni in Catalogna
incontro con il responsabile del Dipartimento di agricoltura della Catalogna. Infine, la visita alla città di Barcellona, con le sue ram-blas e le case e la Sagrada Familia firmate dall’eccentrico, fiabesco e innovativo Gaudì.
Questo viaggio ci ha consentito di venire a contatto con una realtà che per alcuni aspetti è simile alla nostra,
connotata però da una importante presenza del settore vinicolo e da una scarsa rilevanza dell’agricoltura cereali-cola, a causa soprattutto della conformazione geografica della zona. In questo senso sono risultate esemplificative le visite alle cantine Albet i Noya e Cordoniu, che da sole sono in grado di soddisfare la quasi totalità della domanda spagnola, attraverso un’offerta altamente differenziata e completa.La cooperativa di trasformazione del riso Montsià serve l’intero Delta dell’Ebro, e la sua attenzione ai particolari durante l’intero processo di lavorazione ha offerto degli in-teressanti spunti ai dibattiti sorti durante la visita al delta di quello che è il maggior fiume della Catalogna, in grado di offrire uno spettacolo simile, ma non certo per i senti-menti, a quello del Po.Senza contare che i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi con autorevoli pareri in merito alle modalità con le quali viene organizzata l’agricoltura in questa zona. A tal proposito è da sottolineare l’entusiasmo con il quale Enrique Garcia ha risposto alle domande degli associati Anga, curiosi di capire meglio le differenze che intercor-rono con l’ambiente, anche in termini di regime fiscale e di lavoro dipendente. E il colloquio tenuto con il tecnico della Basf, il quale ha avvicinato tutti alle multinazionali che si occupano della realizzazione dei prodotti agricoli quotidianamente impiegati nelle nostre campagne. Sen-za contare che questa è stata un’occasione per conoscere ragazzi provenienti da differenti zone del Veneto, ognuno dei quali portatore di esperienze diverse, sia a livello pro-fessionale che personale: non deve essere dimenticato che un’esperienza del genere porta inevitabilmente con sé una scia di nuove amicizie e di consigli da mettere in pratica. Un giovane agricoltore che ha la volontà di migliorare la propria attività e di apprendere dall’esperienza altrui, dif-ficilmente potrà trovare altrove un gruppo così gravido di idee e soluzioni innovative, perché il segreto è il confronto con coetanei liberi da ogni condizionamento.Questo viaggio ci ha permesso in definitiva di renderci conto delle opportunità che il settore agricolo offre anche al di fuori del nostro territorio, in un’ottica internazionale e multietnica che rappresenta la vera sfida da cogliere in un mondo sempre più globalizzato.
Federico Visentini
Le impressioni di un anghino
Questo viaggio...Al viaggio di studio in Spagna organizzato in novembre dall’An-
ga di Rovigo ha partecipato una delegazione di 12 giovani agri-coltori polesani che, con il direttore di Confagricoltura Rovigo e il presidente dell’organizzazione giovanile Andrea Mezzanato, hanno scelto la regione catalana, terra di vigneti e risaie, per scoprire la realtà di altre agricolture europee. All’iniziativa hanno aderito an-che “anghini” di altre province venete, Vicenza, Padova e Verona, formando un affiatato gruppo di una trentina di imprenditori ac-comunati dal piacere del viaggiare in compagnia per condividere conoscenze e nuove esperienze.E dunque, i nostri sono stati in visita alla cantina Albet i Noya, a Sant Pau d’Ordal, nella regione del Penedes che conta 27mila ettari di vigneti tra Barcellona e Tarragona, zona DO (vini a denominazio-ne d’origine). Albet y Noya è una cantina che risale ai primi del ‘900, azienda biologica dalla fine degli anni ’70, vinifica uve provenienti da circa 100 ettari, con allevamento ad alberello e terrazzamento a sud su terreni argilloso-sabbiosi su base calcarea. Macabeo, Xarello e Parellada i vitigni bianchi; Cabernet sauvignon, Tempranillo, Ga-macha tinta e Syrah i rossi.
La seconda meta del viaggio, Amposta, è la sede di Delta Med, l’asso-ciazione dei delta fluviali del Mediterraneo, costituita nel 2002 come forum permanente di analisi, discussione e ricerca di soluzioni per lo sviluppo sostenibile delle delicate aree alla foce dei fiumi. A Delta Med aderiscono gli enti italiani: Consorzio di bonifica Delta Po Adi-ge, i consorzi ferraresi competenti sulla foce del Po, i Consorzi di bonifica Dese Sile e Pianura Veneta.Ad accogliere i giovani agricoltori italiani nel delta dell’Ebro, fiume principale della penisola iberica, il direttore di Delta Med Enrique Garcia, che ha accompagnato i nostri anche nella visita alla riseria Montsià, la più antica e tradizionale cooperativa di produttori del Delta che nel 1996 ha ricevuto la Certificazione di origine.Il parco naturale del Delta dell’Ebro (320 chilometri quadrati) è so-sta privilegiata per le specie migratorie: 300 specie di uccelli vivono in questa zona caratterizzata da dune, paludi e lagune.
È stata poi la volta di Tarragona, città dalla storia millenaria, ricca di vestigia fenicie, romane e medioevali: qui è concentrato un patri-monio archeologico iscritto nella lista dell’Unesco come Patrimonio mondiale dell’umanità, con il principale punto di riferimento turi-stico nell’anfiteatro romano, in riva al mare sulla Costa Dorada. Il viaggio è proseguito con le degustazioni nella cantina Codorniu, a Sant Sadurnì, sorta nel 16° secolo, che dal 1872 produce Cava (risposta catalana allo champagne) utilizzando i vitigni tipici della zona del Penedes. La cantina è definita “la cattedrale del Cava” per l’insieme maestoso di guglie e archi che risentono del modernismo e dell’impronta di Antoni Gaudì. Il sotterraneo, costruito con una complessa architettura di mattoncini, ha una superficie di più di 200.000 metri quadrati e può contenere fino a 100 milioni di bot-tiglie.Molto suggestiva anche la sosta al monastero benedettino di Santa Maria di Montserrat: meta di pellegrini da tutto il mondo, è costrui-to sulla montagna omonima a 50 chilometri a nord-est di Barcello-na, a 725 metri sul livello del mare. Gli anghini si sono poi goduti il panorama con vista mozzafiato dai 1.236 metri di Sant Jeroni, il picco più alto del Monteserrat. Dopo tanta bellezza naturale e architettonica, un’incursione nella scienza applicata all’agricoltura con la presentazione delle attivi-tà condotte dalla Basf presso il centro ricerche di Barcellona e un
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All’iniziativa curata dal Consorzio Rsu hanno partecipato fattorie didattiche, agriturismi e aziende tradizionali
Settimana europea della riduzione dei rifiuti
Aelle domeniche del 16 e del 23
gennaio l’Istituto tec-nico agrario “Ottavio Munerati” accoglierà genitori e ragazzi che potranno visitare tutte le strutture delle quali dispone. A partire da questo anno scolasti-co, l’Ita di S. Apollina-re si avvale inoltre di un nuovo laboratorio: una serra di 350 me-tri quadrati coltivata a piante floricole e ar-bustive, realizzata dal-l’Istituto con il contri-buto della Fondazione Banca del Monte di Rovigo. La struttura risponde pienamente ai criteri dettati dalle attuali norme in termini di costruzione e di sicurezza; attraverso questa serra gli allievi potranno acquisire nuove competenze e completare la loro formazione e
“Ottavio Munerati”. Una nuova serra arricchisce le strutture
Porte aperte il 16 e il 23 gennaio preparazione. Per l’Isti-tuto inoltre la serra rap-presenta un’ulteriore occasione di confronto con gli operatori del settore, per avviare con essi rapporti costrutti-vi, secondo quello spi-rito di collaborazione che già vede il Mune-rati impegnato in prove sperimentali condotte su colture erbacee.Nuove tecnologie in agri-coltura, educazione eco-logica, salvaguardia del-l’ambiente: con un’azien-da agraria di 40 ettari
tra bosco, seminativo, frutteto e vigneto, l’Istituto tecnico agrario (che nel 2006 ha ottenuto la certificazione di qua-lità) rappresenta una scelta importante per gli studenti che vogliono costruire le basi del proprio futuro impegnandosi nell’agricoltura.
Il soggiorno invernale 2011 dei nostri agricoltori pensionati si terrà presso il Commodore Hotel di Montegrotto Terme, dotato di grandi spazi interni
e di 4 piscine termali interne. I soci di Rovigo parteciperanno al turno da venerdì 11 a venerdì 18 febbraio.
Sono previste escursioni con bus gran turismo e guide turistiche altamente qualificate a Padova, Vicenza, Bassano del Grappa, sui Colli Euganei, a Mon-tegrotto; infine un’escursione di un’intera giornata a Venezia con pranzo in corso di gita. La quota comprende: sette giorni di soggiorno di cui cinque in pensione completa e due di mezza pensione; sistemazione in camera doppia; l’ingresso alle piscine termali dell’hotel, l’accesso alla palestra, alla sauna e alla grotta termale; il medico in hotel; l’animazione in hotel e i premi per le gare (ballo, briscola, canto).
Quota di partecipazione: 600 euro per i soci del Sindacato, 700 euro per i non soci (200 euro entro il 22 dicembre e saldo entro il 20 gennaio). Adesioni con versamento della caparra: entro il 22 dicembre 2010, per informazioni telefono 0425.204422.
Sindacato Pensionati
Soggiorno alle Terme dall’11 al 18 febbraio
L’importanza di vivere senza la percezione della paura, la forma-
zione di una solida coscienza civile nella popolazione, l’interazione tra diritto alla cittadinanza e politiche migratorie, la criminalità organizza-ta, il terrorismo: questi gli argomenti affrontati da esperti e qualificati rela-tori nell’incontro “Sicuri senza paura. Dal diritto alla sicurezza alla sicurez-za del diritto” che si è svolto nella biblioteca di San Bellino a cura del Comune e dall’Università popolare. Temi molto importanti e di grande attualità, che fanno da sfondo e si collegano con quelli trattati nell’in-teressante pubblicazione dal titolo “L’amministrazione civile dell’interno ieri, oggi e domani”, presentata nel corso della serata. Si tratta della rac-colta degli Atti della giornata di studio
Una piccola guida per essere “Sicuri senza paura” La pubblicazione sarà stampata dalla Provincia e inviata a tutte le famiglie del Polesine
Tra gli autoriil nostro associato Pasquale Marchetto
svoltasi presso la Scuola allievi agenti della Polizia di Stato a Peschiera del Garda a cura del Gruppo di ricerca interdisciplinare sulle sicurezze e le forze dell’ordine (Grisfo) e il Coor-dinamento provinciale della Cisl FP veneta per il Viminale. I relatori che hanno preso parte all’iniziativa san-bellinese sono infatti gli autori dei di-versi capitoli che compongono l’agile volumetto, che si colloca nella scia de il “Dizionario minimo di sicurezza massima”, pubblicato nel 2007 a cura della Provincia di Rovigo e scritto da Paolo Valer, Pasquale Marchetto (im-prenditore agricolo nostro associato, militare dell’Arma dei Carabinieri dal 1983 al 1985) e Antonio Mazzei, rela-tori dell’incontro a San Bellino assie-me a Guido Ferrarese, Mariella Genco e Luca Sbardelaro.
E proprio a seguito del consenso rac-colto fra la cittadinanza dal “Dizionario minimo di sicurezza massima”, la Pro-vincia di Rovigo ha dato alle stampe la pubblicazione del pieghevole “Sicuri senza paura” di Mazzei e Marchetto, che raccoglie norme di comportamen-to sulla sicurezza domestica, sulla na-vigazione in rete, sull’incolumità fisica, con molti suggerimenti di buon senso per evitare disagi e sgradevoli sorprese. Il pieghevole sarà stampato in 110mila copie che verranno inviate a tutte le fa-miglie del Polesine.
Il progetto educativo per sensibi-lizzare le scolaresche a limitare i
rifiuti realizzato dalle nostre fatto-rie didattiche con la collaborazio-ne del Consorzio Rsu ed Ecogest del Polesine ha avuto una naturale continuazione con l’adesione alla Settimana europea per la riduzio-ne dei rifiuti. All’iniziativa - che si è svolta dal 20 al 28 novembre - ol-tre ad aziende di Bambini in fatto-ria e agriturismi (I Pavoni di Renzo Malin, La Presa di Lucia Cestari, La Frattesina di Luca Bassi, Le Barbarighe di Leonardo Gagliardo) hanno partecipato anche aziende tradizionali (Nicola e Floriano Ose-lin, Tiziano Marchetto). Inoltre: l’Ato rifiuti, l’Asm di Rovigo, la Provincia, il Laboratorio territo-riale ambientale LaTerra. Scopo: “Informare la popolazione tutta che dal 1° gennaio 2011 le borse di plastica per la spesa saranno fuori legge” spiega il presidente del Consorzio Pierluigi Tognolo. Per questo l’ente ha consegnato agli imprenditori agricoli le borsine per la spesa biodegradabili e com-postabili nelle quali i consumatori possono trasportare i prodotti or-tofrutticoli locali e stagionali che acquistano nelle bancarelle dei mercati agricoli nelle piazze di diversi Comuni: Rovigo, Villanova del Ghebbo, Adria, ma anche all’ Uls 19 di Adria, nel mercato che è stato attivato all’interno della struttura sanitaria. Alla Settimana europea hanno in-fine aderito alcuni esercizi com-merciali di Rovigo che - oltre a
diffondere il materiale informa-tivo predisposto dagli organiz-zatori sulla riduzione dei rifiuti - hanno fornito consigli pratici
ai cittadini per produrre meno rifiuti, ad esempio acquistando prodotti confezionati con imbal-laggi compostabili o riciclabili.
Bonifica e fondi regionaliUno stanziamento di 3 milioni e 250 mila euro al Consorzio di bo-
nifica Delta del Po: lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Maurizio Conte, in apertura del workshop “Attività di ricerca applicata alla gestione delle aree vallivo-lagunari del Delta del Po” organizzato dalla Fondazione Ca’ Vendramin e dal Consorzio di bonifica, in collaborazione con la Regione, al Museo regionale della bonifica a Taglio di Po. Saranno eseguiti lavori di manutenzione della canalizzazione sub lagunare con dragaggio nelle lagune di Barbamarco e Caleri e nella sacca degli Scardovari. Per la laguna di Vallona si pro-cederà alla manutenzione dei canali di alimentazione delle chiaviche di presa. Altri interventi urgenti riguardano il dragaggio e la sistemazione della laguna Basson e della sacca del Canarin. Previsti anche interventi di difesa delle bocche e degli scanni lagunari, la manutenzione di ma-nufatti e la realizzazione di opere a verde.
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Conferito al nostro associato Oscar Brenner da Unioncamere e Centro estero delle Camere di Commercio del Veneto
Asparagi da export: il Premio Marco PoloUn riconoscimento da parte di
Unioncamere per il contributo da-to allo sviluppo dell’interscambio del Veneto: questa la motivazione con la quale Oscar Brenner, imprenditore agri-colo nostro associato, il 19 novembre ha ricevuto il Premio Marco Polo con-feritogli da Unioncamere del Veneto, nella prestigiosa sede della Camera di Commercio di Verona. Al termine della presentazione del rap-porto “Veneto internazionale 2010”, i presidenti delle sette Camere di Com-mercio regionali hanno consegnato a 14 imprese venete il “Premio Marco Polo”, giunto alla XXII edizione.
All’inizio erano mele e pereOscar Brenner si è insediato nell’anno 2002 nell’azienda agricola di circa 20 ettari che precedentemente era stata condotta dal padre prevalentemente a frutteto (mele e pere) e in misura mar-ginale ad asparago (1,5 ettari).Laureato in economia aziendale, Bren-ner - pur proseguendo con la piccola
Con il marchio “Principe bianco”un fatturato di oltre 600mila euro, il 25% realizzato in Germaniae in Austria
Il presidente della Cciaa di Rovigo Lorenzo Belloni consegna il premio a Oscar Brenner
di crescita aziendale, che al momento è soddisfacente e stimolante.
Il ”Principe bianco”L’azienda ora conta su una superficie di 12,5 ettari di asparago bianco tutti sotto serre-tunnel, di un marchio re-gistrato (“Il Principe Bianco®”) ormai ben conosciuto e apprezzato dal merca-to e che si rivolge alla fascia di clientela medio-alta, impiega 50 operai durante la raccolta, sviluppa un fatturato di ol-tre 600.000 euro di cui circa il 25% è realizzato all’estero, in particolare in Germania (aree di Stoccarda e Monaco) e Austria (Vienna).
Alta qualità ma anche mediaAl fine di soddisfare la crescente do-manda e ampliare la quota di mercato all’estero, entro i prossimi mesi l’azien-da realizzerà un programma di amplia-mento della produzione di circa il 40% che consentirà al tempo stesso di rag-giungere nuovi mercati.In Italia l’azienda ha intrapreso la stra-
da della produzione specializzata di alta qualità. D’altra parte l’azienda Brenner ha valu-tato positivamente la possibilità di rea-lizzare prodotto destinato a un pubbli-co più ampio, di qualità media e prezzo contenuto. In questa logica l’impresa ha stabilito rapporti di stretta collabo-razione con l’Egitto per lo sviluppo di un’unità produttiva di 80 ettari.
Tecnologie italianeper le colture egizianePer le tecnologie chiave nel settore della produzione di asparago (impianto irrigazione, macchinari agricoli, siste-mi per la conservazione, linee per la lavorazione del prodotto) l’azienda ha indirizzato i propri partner egiziani verso prodotti, impianti, knowhow di alta qualità italiani. L’alta qualità, l’esperienza, la vera colla-borazione e il fare sistema con fornitori italiani si sta rivelando assolutamente critico nell’ottica dell’internazionaliz-zazione dell’impresa.
asparagiaia ormai a fine ciclo - ha utiliz-zato i primi anni di attività per sviluppa-re esperienza diretta su alcune colture (insalate, carote, cavoli, patate, pisel-
li…), risultata preziosa per integrare la propria formazione.I primi risultati deludenti dal punto di vi-sta economico, hanno imposto una seria valutazione sul futuro dell’azienda agri-cola. Una lunga analisi sulla marginalità delle colture prodotte e altre riflessioni legate ai possibili effetti della globalizza-zione sul settore agricolo hanno indotto Brener a orientare l’intera azienda verso la specializzazione nell’asparago bianco. La scelta fatta ha dato avvio a una fase
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DAL TERRITORIO.
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