N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile:...

122
Trimestrale dell’Istituto Gramsci Marche N. 5 La cultura, il progetto Il contributo dell’Istituto Gramsci Marche a cura di Rodolfo Dini

Transcript of N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile:...

Page 1: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

Trimestrale dell’Istituto Gramsci Marche

N. 5

La cultura, il progettoIl contributo dell’Istituto Gramsci Marche

a cura di

Rodolfo Dini

Page 2: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

Trimestrale dell’Istituto Gramsci Marche

Direttore: Rodolfo DiniRedazione: Valerio Calzolaio, Patrizia Caporossi,Carlo Carboni, Patrizia David, Gabriele Ghiandoni,Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna StefaniniDirettore responsabile: Ferdinando CavatassiRedazione e amministrazione: via Cialdini, 4160122 Ancona tel.071/2073661Progetto grafico: Andrea Gentili Studio Asa - Fermo,Stampa : Tecnoprint s..r.l. - Ancona

Periodico registrato al Tribunale di Anconan. 1 - 21/1/1992

Finito di stampare nel mese di giugno 1993

Page 3: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

Sommario

5 Rodolfo Dini, Presentazione

21 Pietro Ingrao, Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

39 Tre domande su "politica e cultura".Rispondono:

43 Ugo Ascoli, Miseria e nobiltà, ovvero ciò che si è fatto e ciòche si potrebbe fare

49 Paola Ballesi, Possibilità e limiti dell’azionedell’intellettuale

57 Gianni D’Elia, Amici e nemici della parola

63 Vittorio Emiliani, Perché tanta apatia?

71 Filippo Mignini, Intellettuali, libere voci per la societàcivile?

79 Massimo Raffaeli, Complessità, antagonismo

APPENDICE

87 Statuto dell’Istituto Gramsci Marche

96 Gli organismi dirigenti

97 Le strutture di documentazione

99 L’attività svolta (1982 - 1993)

115 Il programma delle iniziative (1993/94)

Page 4: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 5: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

5

Presentazione

Rodolfo Dini

1. Questo quaderno

L'idea iniziale di questo quaderno era quella di limitarsi allascarna ed essenziale documentazione che figura nell’appendicein modo da confezionare, analogamente a quanto avevamo fattoper la biblioteca e l'archivio (1), un agile “biglietto da visita”dell’Istituto contenente il quadro riassuntivo del lavoro svolto ele principali iniziative in programma. Ma, in una regione dove siaffollano anniversari di uomini illustri e di istituzioni prestigiosela cui durata si misura in secoli, limitarsi a ricordare, con unapubblicazione, l'attività poco più che decennale dell'IstitutoGramsci Marche, ci sembrava al tempo stesso eccessivo eriduttivo. Per questo, pensando al contributo non trascurabile datoin questi anni e al ruolo che intendiamo continuare a svolgere,abbiamo ritenuto fosse il caso di cogliere questa occasione perun discorso più ampio.

A “disposizione” c'era l'importante discorso di Pietro Ingraoche affronta, con un'analisi ben più penetrante delle inflazionatedenunce “antipartitocratiche” la vicenda, allora appena all'ini-zio, di Tangentopoli e la crisi della forma-partito; e pone conforza una questione su cui sarebbe ritornato in numerose altreoccasioni a sottolinearne la centralità: l'esigenza, cioè, di unaridefinizione della nozione di egemonia, di quel “sentire genera-le” che i “liberaldemocralici” chiamano “spirito pubblico” e

Page 6: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

6

Rodolfo Dini

Gramsci “sistema delle autonomie”. Egemonia come cultura dif-fusa, o convivenza accettata di cultura. Un punto, dunque, chechiama in causa la trama degli intellettuali e ripropone un gran-de tema di sempre: il rapporto tra politica e cultura.

Di qui la decisione di realizzare alcune interviste ad “intellet-tuali” che operano nella regione, un'idea che ci veniva suggeri-ta, tra l'altro, dalla ripresa di attenzione e di dibattito pubblicoche sul tema si era venuta nel frattempo sviluppando. Perché, cisi chiedeva, di fronte alla portata della crisi, si assiste ad unasostanziale afonia delle forze della cultura che salvo poche ec-cezioni sembrano aver rinunciato a far pesare la loro capacità discandaglio critico della realtà, premessa - come viene spesso ri-cordato - di ogni reale processo di rinnovamento e di trasforma-zione ? Attenzione, era la risposta di altri, non confondiamo: ilproblema non è il ritiro degli intellettuali dall'agone politico.Semmai è capire quale cultura ha recato con sé la dirompenteintellettualità legata all'universo multimediale, e in particolareal video: “il leaderismo, la spettacolarità, la telegenicità, l’im-pallidirsi della riflessività, l'emarginazione dei linguaggi nonquantificabili e anche dei linguaggi germinali o in cerca: il dub-bio, ravvicinarsi, il tentativo, l'esplorazione insicura” (2).

Di qui siamo partiti nella formulazione delle domande: dallariproposta di queste differenti interpretazioni, che probabilmen-te colgono aspetti ugualmente presenti e tra loro strettamenteintrecciati, per venire poi alla cornice regionale entro cui si svolgela dialettica tra impegno culturale, ruolo delle istituzioni, pro-cessi politici. Non si intendeva dunque (e ci dispiace di aver la-sciato dubbi in proposito) configurare - si tranquillizzi il prof.Mignini - una sorta di (nostro?) schema ideale dei rapporti trapolitica e cultura. Semmai si suggeriva in termini fin troppo espli-citi, trattandosi di un'intervista, quello che andrebbe evitato: laseparazione da un lato, il corto circuito dall'altro.

Si è rivelata una scelta indovinata. I contributi che sono venuti offro-no un quadro estremamente variegato e mosso delle opinioni su questo

Page 7: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

7

Presentazione

punto, stimolano ulteriori riflessioni ed approfondimenti, fornisconoindicazioni preziose per la nostra iniziativa, e per quanti hanno respon-sabilità nel governo della regione.

2. Bilancio di un “decennio tormentato”

In occasione dell'assemblea costitutiva dell'Istituto GramsciMarche (Ancona, 29 maggio 1982), Massimo Papini, nell'assu-mere l'incarico di direttore, ne indicava il precipuo ruolo “comepunto di raccolta degli intellettuali, come momento di confrontotra essi, tra le loro diverse competenze”, e al tempo stesso quale“strumento di confronto con altri e diversi centri o gruppi cultu-rali. Uno strumento di studio, di ricerca e di dibattito in grado dicontribuire all'elaborazione di un progetto di trasformazione”,che partendo dalla realtà regionale come imprescindibile puntodi osservazione, in cui radicarsi e da cui trarre energie, allargas-se il suo sguardo ad orizzonti teorici ed esperienze concrete na-zionali ed internazionali.

A più di dieci anni di distanza da quell'“inizio”, credo si pos-sa dire che, pur scontando le inevitabili difficoltà dell'avvio epur procedendo con alti e bassi, l'Istituto ha dimostrato una suavitalità, una sua ragione d'essere. Si è guadagnato un'immaginepositiva, ha conquistato un suo prestigio e un diffuso apprezza-mento. Ciò è avvenuto, come è documentato nel riepilogo anali-tico pubblicato in questo quaderno, attraverso una mole apprez-zabile di iniziative (ricerche, convegni, seminari, corsi di for-mazione, pubblicazioni) nella preparazione delle quali ci si è sfor-zati di praticare uno “stile di lavoro” improntato ad effettiva aper-tura culturale nella scelta dei temi e degli interlocutori e basatosu una metodologia organizzativa rigorosa. Si sono creale cosìle condizioni - e ciò non era scontato - per un potenziamento eun'ulteriore qualificazione della sua attività.

Page 8: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

8

Rodolfo Dini

E tuttavia, proprio per non indulgere in comprensibili tenta-zioni autocelebrative, bisogna subito dire con chiarezza che moltoforte è stato e rimane il divario tra la modestia delle risorse chesiamo stati in grado e possiamo mettere in campo e l'esigenza discavo analitico, di riflessione e confronto culturale, posta conforza dalle imponenti trasformazioni che hanno segnato gli stru-menti del la produzione, la composizione demografica, ladislocazione delle classi, i modelli culturali e di vita, la scenapolitica.

È un rilievo che chiaramente non riguarda solo noi, ma quelcomplesso di forze - partiti, movimenti, istituzioni culturali - che,pur richiamandosi ad un progetto di trasformazione, non hannosufficientemente investito in “studio e ricerca”, riducendo ancheper questo la loro capacità di presa sulla realtà.

Nel valutare il lavoro svolto e i suoi evidenti limiti si vorreb-be, quindi, che non si perdessero di vista le ardue “condizionimateriali” entro cui siamo stati costretti ad operare: nell’assenzadi quei “requisiti minimi” (collaborazioni non occasionali, sedeidonea, retroterra documentario, strumentazioni adeguate allamoderna comunicazione) che dovrebbero caratterizzare in pre-messa un’associazione culturale che si rispetti.

La vita dell’Istituto si e retta in larga misura sul lavoro vo-lontario - risorsa a cui non vogliamo certo rinunciare - e su unacontinua ed affannosa ricerca di fondi per fronteggiare i costicrescenti che impone l’iniziativa culturale “disinteressata”. Mirendo conto che nessuno si scandalizzerà di questo, sebbene an-che in situazioni come la nostra sia rintracciabile un aspetto nonsecondar io del la cosiddet ta “quest ione morale” . Non lacostatazione, che potrebbe apparire demogogica, per cui unamodesta “tangente” copre parecchie volte il bilancio finanziariodell’Istituto, dalla fondazione ad oggi. Parlo della sproporzioneenorme tra quello che viene investito in direzioni opinabili equello che si spende per la “cultura”, spesso con criteri discre-zionali e meramente assistenziali.

Page 9: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

9

Presentazione

Tra l’altro l’inadeguatezza del contributo regionale (3) suonaancor più stonata se confrontata con le cifre destinate ad altri“istituii culturali”, spesso di oscura fama e scarsa, se non nulla,presenza. Vogliamo sperare che con la recente nuova legge (/t)ci sarà una significativa correzione di rotta. Certo è che unauspicabile passo avanti nella capacità dell’Istituto di contribu-ire più efficacemente ad animare il dibattito culturale nella re-gione, dipende in buona parte dalla possibilità di allargare con-venientemente l’ambito delle collaborazioni più o meno stabiliper va lor izzare l ’ impor tante pat r imonio emerotecale earchivistico esistente presso l’Istituto (5), per varare ricerche eprogetti e programmare un’attività permanente di tipo seminarialee didattico.

Nelle precarie condizioni in cui abbiamo operato, la “produt-tività”, lo si può affermare senza enfasi, è stata elevata, sia sottoun profilo quantitativo che in rapporto alla rilevanza dei temiaffrontati. Naturalmente, date le premesse costitutive, una parteapprezzabile dell’impegno si è concentrata attorno alla preziosae feconda eredità gramsciana. A testimoniare come anche unarealtà periferica possa assolvere una sua funzione “nazionale”,vorrei ricordare l’appuntamento di Recanati (5/6 febbraio 1988)che accostava Gramsci e Leopardi, prendendo spunto dai loroanniversari per sviluppare “riflessioni cosmopolitiche di filoso-fia, di linguistica, di etimologia, di grammatica, di storia, difilologia, di politica, di critica, di morale, di religione, di peda-gogia, di estetica” (6). La partecipazione straordinaria di giova-ni, intellettuali, specialisti, ma non solo, fu la conferma di comeun tema, apparentemente distante dalle preoccupazioni quotidia-ne, possa accendere un* autentica passione civile e culturale,indicando l’artif iciosità di certi steccati che si vorrebberofrapporre tra cultura e politica.

Va poi ricordato il ciclo di conferenze su “Gramsci e i classi-ci della sociologia”, curato da Massimo Paci (7), che muovevadall’esigenza di colmare una lacuna relativamente alla “scarsaat tenz ione che era s tata data a l la r i levanza del la

Page 10: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

10

Rodolfo Dini

concettualizzazione gramsciana per l’analisi della società italia-na (oggi)”; una rilevanza che nasce dal tormentalo sforzo di ri-gettare l’idea di una meccanica corrispondenza tra struttura esovrastruttura che sottovalutasse il momento della coscienza,della consapevolezza e perciò della “battaglia delle idee”.

Ma il “Gramsci Marche” ha rispecchiato anche su altri terre-ni, con più marcata o minore sensibilità, tendenze, problemi,tematizza/ioni, mode, che si sono affacciate sulla scena di que-sto tormentalo decennio. È prematuro oggi azzardare giudizi d’as-sieme. Certamente, il vento di destra vi ha spirato mollo forte,chiudendo, per molti versi, una lunga stagione di speranze aper-tasi sul finire degli anni sessanta sull’onda di grandi avvenimen-ti - il disgelo sovietico, la nuova frontiera kennedyana, il ponti-ficato giovanneo - che avevano investito la fabbrica, i quartieri,le autonomie locali, la scuola. Ma all’affermarsi - in nome diuna pretesa modernità - di un neo-liberismo d’accatto, che com-binando assieme “deregulation” e assistenzialismo, ha condottoalla palude di Tangentopoli, si sono opposte signif icative“controtendenze”, se così le possiamo chiamare: l’ecologismo,ad esempio, il passaggio del/dal femminismo alla “teoria delladifferenza”. Due questioni - sottolineava Claudio Napoleoni inuno dei suoi ultimi interventi - che mantengono viva l’idea diuna fuoriuscita dal capitalismo e al tempo stesso domandano allasinistra ceni “trascendimenti” sul terreno teorico e programmatico(8).

Vi è una sensibile traccia di ciò nell’attività dell’Istituto. Ram-mento il fervore che ha animato la preparazione del ciclo su “don-ne e scienza”, la partecipazione nutrita ed attenta che caratteriz-zò le conferenze, nonostante la complessità delle problematicheche ponevano in discussione l’universalismo che regge l’ordinesimbolico (in cui la donna è sempre rappresentata come mancan-za) postulando così la necessità di riformulare le declinazionimoderne che, come nella scienza, si fondano sul presupposto delneutro (9).

Page 11: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

11

Presentazione

Ma si può trovare un riscontro di certe “tendenze” anche inquello che non è stato fatto. Ad esempio nell’assenza di una qual-siasi iniziativa di dibattilo e di riflessione sul crollo dei paesidell’Est. Un vuoto che segnala un limite più generale. Quasi lapreoccupazione di fare i conti con la propria storia che, peraltro,per quel che ci riguarda - si pensi appunto a Gramsci - non facerto da ostacolo ad un processo di rinnovamento teorico e cul-turale.

Assieme ad iniziative più legate ad aspetti di carattere gene-rale, uno sforzo e stato prodotto in direzione dell’analisi deimutamenti intervenuti nella realtà regionale, dal convegno sulleculture del lavoro, alla ricerca interdisciplinare sulle trasforma-zioni dell’agricoltura, all’indagine su “lavoro intellettuale e pro-fessione scientifica femminile nelle Università delle Marche”.Non possiamo però nasconderei che su questo decisivo terrenoregistriamo il deficit principale del nostro lavoro. L’aspetto dovepiù ha pesato il “disagio” delle forze intellettuali. Un disagioche esprime disincanto, perdita di fiducia, insoddisfazione perl’insufficiente rinnovamento della politica e dei partiti, per l’ina-deguata utilizzazione di capacità e competenze; ed anche la ten-denza a dedicarsi soprattutto al proprio lavoro individuale e allapropria ricerca, in parte come risposta alla crisi della politica, inparte come condizionamento di una società che ha fatto del“privatismo” una delle tendenze caratterizzanti del modello dicomportamento che essa propone.

È un tema che meriterebbe ben altri approfondimenti. Qui cilimitiamo a sottolineare come non sia stato irrilevante il tentati-vo, da parte nostra, di contrastare la tendenza ad un’autonomiaspinta fino al limite dell’indifferenza politica, ma anche confor-mismi “prossimi” alla perdita d’identità. Ci pare, anzi, questo,fra tutti, il frutto più significativo della nostra presenza e dellanostra iniziativa: l’essere riusciti a costruire un rapporto non ef-fimero con importanti forze culturali della regione - “koinè” ed“intellettualità diffusa” - che nell’Istituto hanno trovato una sede

Page 12: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

12

Rodolfo Dini

aperta per condurre una ricerca ed una riflessione fuori daaccademismi e da schemi precostituiti.

E dunque, pur con tutte le difficoltà e i limiti di cui s’è detto,la nostra esperienza sta a dimostrare che si può reggere, che cisono spazi di agibilità; che c’è la possibilità di nuove modalitàdi lavoro intellettuale capaci di superare vecchie e nuoveseparatezze. Dimostra che si può persino andare avanti come te-stimoniano le novità che hanno segnato la vita dell’Istituto nel-l’ultimo anno: la sistemazione, nella sua sede, di un ricco patri-monio documentario, ordinato con tenacia e competenza da NinoCavatassi, e la nascita di questa rivista che nel primo anno dellasua esistenza ha ottenuto lusinghieri apprezzamenti e promettedi conquistare nuovi consensi.

3. Indicazioni per un progetto possibile

In una fase di così profonda incertezza come quella che stia-mo attraversando in cui, anche per quello che più modestamenteci riguarda, non è sufficientemente chiaro il quadro di riferimento,delineare un indirizzo di lunga lena è molto azzardato e proble-matico. Dobbiamo necessariamente ancorarci ad un saggiopragmatismo, pur se mollo acuta - e non da oggi - è la ricerca diuna più marcata identità del nostro Istituto. Un aspetto che chia-ramente non può essere affrontato se non all’interno di una vi-sione d’assieme che veda protagonisti la Fondazione nazionale egli altri “Gramsci regionali” in un progetto di riorganizzazione.

Mi limito qui ad alcune indicazioni che ovviamente necessi-tano di ulteriori riflessioni e verifiche. Il problema è come con-tinuare a svolgere un ruolo di aggregazione di forze intellettualiin una fase di passaggio esposta ai rischi di una deriva moderatama anche ricca di potenzialità e di occasioni. Quelle che sonoofferte proprio dalla radicalità della crisi dei partiti, della politi-ca e della vita pubblica in generale. Ad esempio, l’opportunità

Page 13: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

13

Presentazione

di “cambiare l’ordine delle precedenze” per far riemergere “i con-tenuti” rispetto all’imperante dibattito sulle “regole” o meglioancora di ritrovare i nessi tra “contenuti” e “regole”, tra “valori”e “mezzi”. “Una sinistra può esistere solo se mette al centro ivalori e i fini del suo agire. Anzi, tale dimensione diventa ancorapiù essenziale nel momento in cui razione politica (e il confron-to delle idee) non si può più alimentare delle ideologie e dei miti.Perché restano aperte le domande della esistenza umana indivi-duale e sociale che di quei miti si sono nutrite, resta aperta laricerca di relazioni umane più solidali e significative, il supera-mento delle disuguaglianze, delle violenze” CL. Turco).

Notiamo en passant che la crisi del pensiero democratico eraffermarsi di tendenze neo-autoritarie nell’ambito della culturaliberal-democratica, si fondano proprio sulla critica radicale aifondamenti antropologici ed etico-culturali delle teorie classi-che della democrazia e sul tentativo di espellere dall’agire poli-tico i quesiti sulle finalità e i valori.

Si apre, insomma, un terreno di riflessione che investe la que-stione di come viene ridefinendosi il rapporto tra “soggettivitàsociale” e “orientamento politico”, tra dimensione materiale dellavita comunitaria e presenza pubblica e collettiva.

È in questo spazio che può situarsi il ruolo dell’IstitutoGramsci Marche: nel senso di contribuire alla “ricostruzione”(per usare un termine di moda) di una cultura politica della sini-stra: a) come riproposta di un’analisi critica delle trasformazio-ni; b) come capacità di sollecitare il confronto tra culture e pro-getti diversi.

Quando dico contributo alla ricostruzione di una cultura poli-tica, credo anch’io che occorra porre attenzione “alla rinnovatadiffusione di problematiche etiche che rimette in discussioneseparazioni di campi - la politica, l’economia, la scienza - cheinvece sono chiamati ad interagire” (C. Mancina). Nel nostropiccolo da tempo abbiamo messo in cantiere, con il contributodel Centro di bioetica della Fondazione, una iniziativa su una

Page 14: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

14

Rodolfo Dini

problematica - si pensi agli interventi sul patrimonio genetico -che presenta dilemmi di immediata rilevanza individuale e pub-blica in un contesto che vede mutare la percezione della salute edella malattia, in cui la stessa nozione di identità personale èmessa in questione. E tutto ciò mentre la pratica medica e la spe-rimentazione scientifica domandano alla politica decisioni infor-mate, opzioni legislative rispettose della libertà di scelta indivi-duale.

Penso inoltre al nuovo ruolo di culture religiose che, liberatedai vincoli di superati e improponibili collateralismi, attraversola pratica del volontariato offrono una testimonianza alta di com-portamento civile e indicano la strada di un nuovo agire politicoche copre un vuoto di iniziativa dei partiti.

Sono tutti segni, ed altri se ne potrebbero indicare, di unacentral i tà del la soggett iv i tà che fuoriesce dal paradigma“produttivistico” entro cui da varie sponde la si vorrebbe ricon-durre. Per questo bisogna prestare maggiore attenzione a quelvasto campo di fenomeni sociali che vanno dalle forme nuove dialienazione del lavoro intellettuale, alla domanda di senso chesempre più frequentemente viene posta nelle forme più evolutedel modello sociale consumistico. Quella che Ruffolo ha effica-cemente chiamato la “frontiera dei desideri”, una frontiera cheripropone in termini nuovi l’esigenza - per riprendere una for-mula gramsciana - di “una riforma intellettuale e morale dellamodernità”.

È in tale contesto che si colloca la scelta di dedicare, comeIstituto, un’attenzione particolare al tema dei beni culturali, acui pensiamo non nell’accezione amministrativa corrente checontrappone “oggetti” e “contenitori”, bensì stabilendo un nessoforte tra beni ed attività culturali. È l’individuazione di un cam-po che consente, innanzitutto, di costruire nel tempo un collega-mento duraturo con una vasta platea di protagonisti della vitaculturale marchigiana. Già in questo quaderno gli intervistatisottolineano la straordinaria ricchezza di “presenze” che rappre-sentano un tratto fondamentale dell’identità regionale: “la rete

Page 15: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

15

Presentazione

delicata e formidabile dei centri e dei borghi storici”, l’eccellen-za delle tradizioni nel campo della musica e delle arti figurative,la fioritura recente di riviste letterarie. Ho citato aspetti su cuiabbiamo elaborato progetti ed iniziative alcune in fase avanzatadi preparazione. Altre, certamente, sarebbe utile individuare eintraprendere. Penso, ad esempio, al fascino di un itinerario del-le principali biblioteche di tradizione che partendo dal mondodegli scriptoria monastici conduca attraverso la biblioteca delprincipe rinascimentale al collezionismo patrizio del ’600 - ’700sino alla laicizzazione e diffusione pubblica degli strumenti delsapere.

Rivisitare questi luoghi, non vuoi dire eludere il confrontocon lo “zoccolo duro” dell’economia e delle questioni sociali maleggere da un angolo visuale inedito i processi di modernizza-zione e di internazionalizzazione che hanno cambiato la facciadi questa regione, delle Marche. Se è vero, infatti, che attraversoi beni culturali possiamo riappropriarci della nostra memoria sto-rica, è anche vero che essi ci rimandano, come in un gioco dispecchi, l’insieme dei rapporti sociali. Ci parlano degli squilibridi una crescita che ha congestionato la costa e depauperatol’entroterra, del dissesto ambientale, dell’emergere di nuove po-vertà che sono i l r isultato di un “eccesso” tecnologico econsumistico; ci dicono della latitanza del governo centrale edell’inerzia di quello regionale, delle potenzialità del volonta-riato, ma anche dei limiti di visioni legate al mito dell’industria-lismo ed a chiusure localistiche.

Si delinea, insomma, anche partendo dai beni culturali, un’ideaalternativa di sviluppo, un’occasione per favorire una fuoriusci-ta dallo schema egemone della produzione per la produzione.

Illusioni? Utopie? Fughe in avanti? Forse.La nostra idea, in fondo, non è diversa dall’augurio che Italo

Calvino fa all’affacciarsi del nuovo millennio nelle sue Lezioniamericane, quando sceglie “l’agile salto improvviso del poetafilosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrandoche la sua gravita contiene il segreto della leggerezza mentre

Page 16: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

16

Rodolfo Dini

quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa,aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno dellamorte come un cimitero di automobili arrugginite”. E vuoiriproporre l’invito di Pasolini ai “politici” a prendere in esame ilproblema della bellezza per costringerli a misurarsi con la ne-cessità di un profondo rinnovamento della cultura politica. Delresto, per tornare all’attualità ed alle ulteriori implicazioni dellanostra scelta, si rifletta a come la sfasatura evidente tra l’oriz-zonte temporale di lungo respiro richiesto dall’azione di tuteladei beni culturali ed i tempi sempre più rattrappiti della politica,ponga interrogativi cruciali al sistema della rappresentanza e dellaselezione dei gruppi dirigenti.

A queste schematiche considerazioni aggiungerei, in conclu-sione, due avvertenze per meglio chiarire il nostro ruolo. Innan-zitutto che non spetta all’Istituto Gramsci elaborare e proporreun suo punto di vista ufficiale, semmai offrire, come in questocaso, occasioni - non neutre, s’intende - di confronto. Sta anchequi un aspetto di quella ricerca di autonomia che non si riducealla difesa dalla tentazione che le organizzazioni politiche dellasinistra possono avere di ridurre le distanze dal mondo intellet-tuale restaurando anacronisti che ortodossie, ma si fonda sullaesplorazione delle potenzialità di colloquiare con un più vastoarco di sensibilità e di culture.

Inoltre, intendiamo sempre più evitare di ridurre la funzionedell’Istituto alla gestione in proprio delle sue iniziative. Da unlato è possibile assolvere al compito, non ancora sufficientementesperimentato, di raccogliere, vagliare, sintetizzare, far circolaredati e ricerche svolte in altre sedi; dall’altra vanno intensificatele collaborazioni con altre realtà culturali al fine di creare possi-bili sinergie e una rete flessibile di studiosi, competenze, puntidi iniziativa che cooperino assieme. Un esempio è il prossimoconvegno sulle “donne migranti” organizzato con rapporto de-terminante della Facoltà di Economia e Commercio dell’Univer-sità di Ancona e con la collaborazione della Commissione regio-

Page 17: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

17

Presentazione

nale per le pari opportunità. Si tratta di un’iniziativa che per quan-to finalizzata ad indagare in tutte le sfaccettature - sociali, cul-turali, familiari - il fenomeno migratorio, si ricollega idealmen-te alla battaglia contro la malapianta del razzismo vecchio e nuo-vo che infesta l’Europa.

È in questo modo, discreto ed ambizioso ad un tempo, chepensiamo di poter influire sugli orientamenti e le scelte culturalidi una regione che sia rapidamente mutando ed esige davvero ilcontributo di tutte le energie democratiche per orientare in sensorealmente progressista tale cambiamento.

Page 18: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

18

Rodolfo Dini

(1 ) Ferdinando Cavatassi, a cura di, La memoria, il progetto. Il patrimonio docu-mentario del PCI di Ancona e delle Marche. Supplemanto al N. 1 de I quaderni, IstitutoGranisci Marche, maggio 1992.

(2) Pietro Ingrao, Intellettuali silenziosi o intellettuali parlanti?, l'Unità, 2 ottobre1992.

(3) II contributo della Regione Marche, in base alla L. R. 16/81, è stato fino al 1990di L. 9.000.000, di L. 12.000.000 nel 1991, per raggiungere nel 1992 quota 15 milioni.

(4) Si tratta della legge regionale N. 7 del 27 gennaio 1993, recante “Norme per ilriconoscimento e l’erogazione di contributi a enti, istituti, fondazioni e associazioni dirilevante interesse regionale”.

(5) L’Istituto ha presentato alla Regione Marche, il 10 giugno 1992, un progetto dipotenziamento e valorizzazione della “biblioteca e archivio”. Esso prevede, tra l’altro,l’informatizzazione del catalogo e di altri servizi, la stipul adi una convenzione per ospi-tare un “obiettore” (già inoltrata, attraverso l’ARCI regionale, al Ministero della Dife-sa), l’assunzione part-time di una figura con professionalità analoga ad un assistente dibiblioteca.

(6) II convegno è stato organizzato con il concorso determinante della Dirczionenazionale e del Comitato regionale del PCI e con la regia, altrettanto decisiva, di ValerioCalzolaio che ha poi curato la pubblicazione da cui è tratta la citazione. Il volume siintitola Gramsci e la modernità. Letteratura e politica tra Ottocento e Novecento, a curadi V. Calzolaio, CUEN, Napoli 1991.

(7) I testi delle conferenze con l’introduzione di Massimo Paci si trovano ora in Iquaderni I, 4. 1992, Istituto Gramsci Marche.

(8) Vedi IG, Informazioni, 3, Roma, dicembre 1993. Questo fascicolo contiene gliatti del seminario nazionale di Roma, 4 e 5 maggio 1992 su Cultura e politica delledonne e la sinistra in Italia.

Per il riferimento a Napoleoni si veda M. D’Antonio, G. Lunghini, G. Rodano, G.L.Vaccarino, La critica in economia. Su Claudio Napoleoni, Editori Riuniti, Roma, marzo1992.

(9) I testi delle conferenze ed il progetto di ricerca su "lavoro intellettuale e profes-sione scientifica femminile" sono in Donne e scienza. Un percorso al femminile, a curadi Rodolfo Dini, Istituto Gramsci Marche, 1987.

Note

Page 19: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 20: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 21: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

21

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci*

Pietro Ingrao

I

Conviene circoscrivere subito l’ambito di questa conversazio-ne che reca un titolo così imprudente e così ambizioso. Ma i tito-li non possono essere troppo lunghi e circoscritti. Meglio sareb-be stato parlare di note e appunti sui problemi dell’egemonia oggi.

Innanzitutto perché chiamare in causa Gramsci? La nozionedi egemonia ricorre in un raggio largo di teorie della politica inEuropa, e si potrebbero fare molti nomi. Sta dentro le culturepolitiche di questo secolo, ed è stato formativo di grandi corren-ti d’azione: certamente ha un posto forte nella cultura e nellebattaglie del movimento operaio.

In Gramsci però essa acquista un rilievo centrale nel grande (esanguinoso) conflitto che traversa il secolo tra le borghesie do-minanti e le classi subalterne. In qualche modo Gramsci fa un usodel concetto di egemonia che fonda tutta la sua teoria della politica ela riflessione che è venuto compiendo sulle strategie in campo. Epoi, se volete, c’è anche una ragione che chiamerò (per comodità)personale: essendo stati – per me – Gramsci e l’uso che egli fa delconcetto di egemonia davvero punti formativi essenziali per la ri-flessione politica che sono riuscito a fare.

Non procederò ad una ricostruzione della formulazione cheGramsci dà, in quella work in progress che sono i Quaderni del

* Testo non corretto dall’autore della conferenza tenuta ad Ancona il 6 giugno 1992.

Page 22: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

22

Pietro Ingrao

carcere, della nozione di egemonia. Ci sono analisi assai elabo-rate in campo, non proprio coincidenti, ma esaustive. Cito, degliautori da cui ho tratto di più, e che fanno da retroterra a questomio ragionamento, gli studi di Leonardo Paggi, Franco De Felice,Giuseppe Vacca.

Muovodalla convinzione che dentro l’elaborazione gramscianadel concetto di egemonia sia enucleata e riassunta quella combi-nazione - senza dubbio variabile, oscillante, e forse non del tuttomisurabile - fra forza e consenso, che costituisce, a mio giudizio,la nuova connotazione delle politiche europee degli ultimi duesecoli. Si potrebbe obiettare che in Gramsci la nozione di ege-monia travalica l’ambito delle politiche che diciamo moderne. Eda un certo punto di vista è forse vero. Ma è un fatto che l’usoforte e fecondo che egli fa di questa categoria politica investe inpieno le vicende dello scontro di classe in Europa, soprattuttocon l’avanzata non resistibile dell’americanismo.

L’intreccio, l’osmosi fra questi due elementi - della forza e delconsenso - sono nel pensiero di Gramsci molto stretti. Forse convie-ne precisare in che senso qui – a mio giudizio si parla di forza: forzacome potere, come struttura di potere; si potrebbe dire forza comeStato, assumendo la statualità, la regolazione della statualità, comeil passaggio storico in cui, in Occidente – dall’Europa algli StatiUniti - la forza si manifesta e si compie nella forma dello Stato edella statualità, esce dal puro comando e diventa vincolo comune:potere appunto.

Le forme di questo potere poi potranno essere anche il voltotagliente della dittatura o della “decisione di eccezione “ allaSchmidt, ma esso si presenta come potere, come vincoloformalizzato, come regola definita, come sovranità. La forza chediviene sovranità, e a questo punto domanda un riconoscimentonon più sacrale, una investitura laica. Comincia allora il lungoviaggio della modernità occidentale secolarizzata nella costru-zione e nella verifica del consenso: comincia la declinazione ela pratica della parola democrazia, delle sue varie accezioni e

Page 23: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

23

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

interpretazioni, a partire dai principi, dai diritti, e dalle nuoveformulazioni della sovranità che sgorgano dalla rivoluzione fran-cese.

Naturalmente, st iamo qui ragionando dei processi d isecolarizzazione della sovranità che hanno la loro culla e il loroapice nel nido europeo, in Occidente. L’Asia, l’Islam sono altro.E del resto anche in Europa c’è la grande lacerazione rappresen-tata in questo percorso dal nazismo, in cui la fonte e il titolodella sovranità è la razza. Non condivido, prima di tutto per que-sto motivo, l’equazione nazismo=bolscevismo. Lo stalinismo èdittatura burocratica, è dispotismo, terrore. Ma la legittimazioneda cui anche lo stalinismo dichiara di discendere, da cui dichiaradi discendere la proclamata dittatura di classe, non è la razza, èil popolo, la nozione di popolo come matrice e sovranità, comefonte della sovranità. Non sono convinto che lo stalinismo siastato asiatismo. Almeno l’involucro ideologico con cui ha essoha incarnato, per dire così, la dittatura burocratica pretendevadi richiamarsi all’Occidente. E Lenin, prima di Stalin e diversoassai da Stalin, era andato a scuola dal grande pensiero democraticoeuropeo, dal giacobinismo, dal Marx della Comune, e anche dalprimo Kautsky.

È dentro questa cultura della secolarizzazione del potere e delnuovo nesso tra potere e popolo, che prende corpo la dottrina dellaegemonia come combinazione tra forza e consenso, e nel suo senoemergono due momenti, due volti classici della egemonia: il par-tito, e la formazione dello spirito pubblico, cioè il rapporto traintellettuali e popolo.

Il partito politico. Non ne discuterò secondo la specifica let-tura che Gramsci ne dà nelle famose pagine su Macchiavelli, sul“moderno principe”. Mi preme sottolineare l’estensione e ladominanza che prende nell’agire politico europeo quella speci-fica forma che è il partito. È indubbio che l’estensione impetuo-sa, nel passaggio dall’Ottocento al Novecento, del partito politi-co (e del suo consanguineo o fratello carnale: il sindacato) è legata

Page 24: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

24

Pietro Ingrao

all’irruzione sulla scena delle classi subalterne, che trova il suocuore nell’Europa centrale e una espansione che arriva fino ainostri giorni. Il capitalismo, nella sua espansione, produce, percosì dire, il soggetto proletario, che si organizza. Il processo diemersione politica delle nuove classi subalterne si congiunge conil prorompere della questione della rappresentanza politica, cheil regime e il processo di secolarizzazione recano con sé. La pro-posta roussoiana di democrazia diretta, formulata nel cuore del-la cultura del settecento, è scavalcata e messa nell’angolo dalladimensione che assume la statualità.

Lo Stato-nazione. Il nuovo sovrano, il popolo, il soggetto po-polo, aveva bisogno, per esprimere la sua volontà, di essere rap-presentato, in qualche modo, dalla “finzione”, dall’artifizio del-la rappresentanza. Aveva bisogno di mediazioni, di “corpi rap-presentativi”; tutto l’Ottocento è stato segnato dalle contorsioni,dai drammi, dalle farse con cui i ceti borghesi dominanti mani-polano, sviluppano, distorcono le forme della rappresentanza po-litica, attraverso diverse combinazioni di monarchie, parlamenticensitari, residui castali, restrizioni o allargamento del suffra-gio.

Sono le classi subalterne - a me sembra - che si impadronisconodel tema della rappresentanza politica, e danno nuovo volto alsoggetto che per tutto un secolo ne sarà il protagonista: il partitopolitico. Intendiamoci. Nelle esperienze delle classi subalterne,il partito non è solo il medium, la forma della rappresentanzapolitica moderna; è contemporaneamente veicolo e dilatatoredella lotta sociale, sino a rivendicare un suo primato anche sulsindacato e a sostenere l’inferiorità delle forme di organizzazio-ne corporativa. La mia convinzione è che questo rapporto tramasse e partito politico caratterizzerà tutto il Novecento, questosecolo che sta per chiudersi, nell’area dell’Occidente, e arriveràpersino a traslocarsi nelle zone del Sud del mondo, nei continentidella fame. Diventerà non solo istituzione dello Stato, ma una formaclassica del rapporto tra masse e politica. Se ne impadroniranno ad

Page 25: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

25

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

un certo momento anche le forze politiche di destra – fascismo enazismo – nel loro attacco alle forme della rappresentanza poli-tica. Dunque i partiti politici sono stati nel secolo la sede di unrapporto inedito, fino ad allora mai sperimentato, fra masse epolitica, sia nelle forme di uno straordinario, diffuso volontaria-to, sia in forme di organizzazione coatta e irreggimentata dal-l’alto. Su tutto questo esiste una letteratura enorme, che ha scru-tato nelle pieghe, nelle varianti nazionali, nelle eccezioni, chehanno segnato cento anni di storia europea e un volto dell’Occi-dente.

Oggi noi siamo a una crisi palese e profonda di questa espe-rienza. Viene dunque ad essere colpito uno dei canali attraversocui si è esercitata una egemonia e una mediazione fra forza econsenso. In questo senso, io non mi sento di associarmi allarozza campagna qualunquista che demonizza il partito politicoin quanto tale, ne riduce la storia a intrigo di politicanti o a purafrode, o a cialtroneria di mercanti di voti. E non me la sento nem-meno di condividere la tesi propria di culture moderate oliberaldemocratiche che riducono le vicende di grandi partiti politi-ci europei (di centro e di sinistra, in Germania, o in Italia, o in Au-stria, o in Svezia, o in Inghilterra, per fare alcuni esempi) a una sto-ria di élites politiche, che attraverso le organizzazioni partitichemediano il loro ricambio e costruiscono canali puramente formali dimisurazione del consenso.

Queste culture finiscono per cancellare anch’esse vicende dipartecipazione popolare diffusa, che hanno segnato la vita digrandi partiti europei, e hanno introdotto mutamenti nel rappor-to fra governati e governanti. La storia del PCI, comunque la sivoglia giudicare, non è solo la storia dei suoi gruppi dirigenti. Elo stesso, con altri dati e in un altro modo, si può dire della storiadella socialdemocrazia tedesca.

Ma il punto essenziale di ricerca è: perché questo tipo di espe-rienza e di agire politico di massa è entrato pesantemente in cri-si? Guardiamo più da vicino. Avviciniamo l’occhio ai fatti scon-

Page 26: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

26

Pietro Ingrao

volgenti che stanno trascinando nel fango, in una metropoli eu-ropea come Milano, grandi partiti che appena un decennio faapparivano egemoni, e persino spocchiosi. E’ solo corruzione,degenerazione morale di un ceto politico, divenuto arrogante epersino impudico nella pratica organizzata del mercimonio?Cioè: è solo una caduta etica, un crollo morale di individui e digruppi? Non sono convinto che questo spieghi tutto; e nemmenoche ci porti al nocciolo del problema.

Intanto è avvenuta una mutazione sociale. Guardiamo all’Ita-lia. Il PCI e il PSI, come sono esistiti in questo Paese, non eranocampati in aria. Poggiavano su una determinata “composizione de-mografica”, per dirla con Gramsci, che ha visto la transizione dal-l’operaio di mestiere all’operario-massa, il ruolo e il declino di grandiaggregazioni bracciantili, l’esodo dei mezzadri che diventavano ope-rai o piccoli imprenditori, la complessa stratificazione sociale che siè formata attorno alla piccola e media impresa in Emilia, in Tosca-na, nelle Marche, più lentamente in Umbria, sino alla storia dei gruppidi intellettuali in stretto contatto con il corso delle lotte operaie,contadine, e di strati intermedi.

Questo mondo degli anni ottanta è squassato e riplasmato, incorrispondenza con processi sconvolgenti di mondializzazionedell’economia e di innovazione tecnologico-scientifica. Non storiesumando un vecchio meccanicismo tra struttura e sovrastruttura.Però un nesso c’è. Non sto rimpiangendo la vecchia fabbrica for-dista. Constato che, frantumandosi il tipo di esperienza collettivafaticosamente formatasi nell’“ambiente” (uso questo termine abbre-viato) della catena di montaggio, non se ne è prodotta un’altra allivello della grande impresa flessibile e informatizzata. Persino ilpadrone si trova di fronte ad un problema nuovo di “comunitàaziendale”, e apre, anche da noi, il discorso giapponese della “quali-tà totale”. Si è aperta insomma una frana in un modo di agire e disentire collettivo in luoghi essenziali della vita quali il lavorare e ilprodurre, una caduta di partecipazione a un “progetto”, fosse esso difonte padronale o dalla contrapposta sponda lavoratrice.

Page 27: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

27

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

Si può dire: tu farnetichi, che c’entra questo con i ladri e icorrotti degli apparati partitici milanesi? E invece no. C’entra.Perché è stata logorata o messa in crisi una risorsa della politicadi massa, una esperienza sociale, collettiva, una relazione fra sin-golo e collettività, che sono stati nel passato, con tutti i loro li-miti, una risorsa dei partiti popolari. La riscossa del volontaria-to nella politica, e quindi anche la risorsa dell’entusiasmo (laparola che usava Kant nel suo scritto “Cos’è l’illuminismo?”,della passione, hanno radici in un esperire comune, nellacondivisione di una esperienza e di un progetto tendenzialmentegenerale (ecco tornare la questione dell’egemonia). È a quelpunto che si accetta di spendere se stessi oltre se stessi.

Il partito di massa e quel passato si sgrana, si affloscia. Il votonon è più espressione di un progetto condiviso, perché vissutoinsieme. Si dice: il voto è l’adesione a un programma, a un go-verno che lo propone, a una competenza che ne esprime larealizzabilità. Rispondo: questo è pur sempre l’adesione a un agi-re politico esterno a chi vota. Non è vero che così la sfera dellapolitica si allarga; essa si restringe. Dubito che così si colpiscala partitocrazia. Di certo si accresce la separatezza della politi-ca, quindi il ceto politico, la politica come professione, quindi ilruolo degli apparati. Al limite l’agire politico dell’uomo sempli-ce si potrebbe ridimensionare nel premere un pulsante ogni de-terminato numero di anni, per dire sì o no a un determinato prodottoprefabbricato, a un precotto.

Certamente questo corrisponde a un restringersi, a un allonta-narsi dalla politica. E anche a mutare della natura del consenso,che sempre più diventa autorizzazione e delega, e sempre menoconoscenza reale dall’interno, cioè condivisione, partecipazio-ne. Entra in sofferenza quella immissione delle grandi masseescluse, e più in generale, dell’uomo semplice nella sfera dellapolitica, che era stata la vera legittimazione dei grandi partiti dimassa del nostro secolo. Si produce un restringimento, unrinsecchimento dei processi egemonici: cioè della capacità dei

Page 28: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

28

Pietro Ingrao

partiti di essere luogo di consenso attivo, di costruzione di unconsenso nel fare, nel condividere, e non nel solo delegare.

Si capisce anche perché vengono via via a deperire i luoghiclassici del confronto e dell’elaborazione politica, i Parlamenti,proiettati a ridursi a macchinari della conta dei voti, a registra-zione di rapporti di forza già dati, e non modificabili col discor-so, con il parlare, nel senso alto del comunicare, ed entrare inrelazione. Nel Parlamento di fatto non si parla più, si mette a regi-stro, si timbra una decisione esterna, a maggioranza prefabbrica-ta. Ma questo significa che si rinuncia ad ascoltare, e anche a con-vincere l’avversario, il diverso. Lo si dica o no, lo si voglia o no, èun’altra tappa del rattrappirsi della volontà e della tensioneegemonica (cioè della costruzione del consenso), e dell’affidarsi alpuro comando.

Ma se flette e cade la ricerca, il bisogno (sottolineo questaparola) della comprensione e della condivisione, allora è fataleche si gonfi pletoricamente il momento della forza, come deci-sione non condivisa, non verificata e allora si accentuerà fatal-mente il carattere unilaterale della decisione e del potere. Credoche oggettivamente spalanchi le porte alla corruzione e alla con-cussione. Alla risorsa dell’egemonia e della costruzione del con-senso, si sostituisce la risorsa del comando, che tende – starei perdire: per necessità – a rompere le regole, e quindi all’arbitrio, acostruire più esattamente un’altra legge, occulta.

La gravità e la straordinarietà di “Tangentopoli” sta nel fattoche era stato costruito un altro, occulto sistema di regole, a con-notato spartitorio. Lo scandalo non è solo e non è tanto perchéquel tale assessore prendeva illecitamente soldi, tangenti su af-fari pubblici, ma perché aveva messo in piedi o partecipava –per tutta una serie di atti pubblici – a una sorta di altra statualità,ad un altro occulto sistema di regole. Era un altro Stato, sia pure araggio territoriale e a sfere più ristrette. Il ragionamento non è menopregnante e stringente per il sistema di imprese che organicamentepartecipava alla gestione di questa statualità occulta. E qui è la

Page 29: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

29

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

degenerazione di formazioni politiche che avevano lavorato cosìpotentemente all’allargamento della partecipazione alla politi-ca, nel suo aspetto più moderno, quello della statualità.

La tesi in fondo che qui è esposta ha due facce essenziali: a)che “Tangentopoli” non è un fatto di corruzione, ma un sistemadi potere occulto, un doppio Stato; b) che questa mutazione dipartiti politici, o di pezzi così consistenti di partiti politici, cor-risponde alla loro perdita di rappresentanza sociale, cioè ad unloro scadimento e incapacità di tenuta di fronte ai terremoti, chehanno mutato il panorama sociale in questa fine di secolo. Quan-do si produce questo scadimento e cade una capacità egemonica an-corata a un progetto, allora il partito politico tenderà a trovare nelpotere di governo la risorsa per reggersi, sino a mettere in piedi unpotere occulto, un vero e proprio sistema suo di regole nella gestio-ne del problema di una parte così significativa del pubblico.

La vera questione, messa sotto il nome del “costo della politi-ca” sta qui. La politica costa tanto ai partiti, a certi partiti, per-ché si è inaridita la fonte del consenso, della partecipazione, dellatensione egemonica. Avendo fallito nella risposta al terremotosociale, alle mutazioni prodotte dalla innovazione tecnologica edalle politiche del grande padronato, determinati partiti o pezzidi partiti hanno cercato un altro patto con il soggetto vincitore,con la grande impresa a livello più alto.

E non è affatto casuale che questo sia avvenuto a Milano.Dobbiamo partire dal carattere e dalle proporzioni ecceziona-

li che a Milano ha il fenomeno della conurbazione metropolita-na sia come domanda (e mercato di servizi) sia come luogo con-centrato di attività finanziarie, industriali e di attività formativo-cognitive, insomma di saperi, di tecnologie, di scienza. Si po-trebbe anche dire che in un tale ambiente la sfera delle commessepubbliche non è comprimibile nemmeno dal tatcherismo. Ad ognimodo, in questa emblematica conurbazione metropolitana, si verifi-cano e si elaborano esemplari (si potrebbe dire persino i modelli) distrutturazione metropolitana. Insieme quindi con enormi interessi

Page 30: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

30

Pietro Ingrao

materiali, c’è persino un elemento simbolico, valido per tutto ilPaese.

Prima ancora che esaminare le conseguenze corruttrici e de-littuose delle vicende metropolitane di Milano, direi che i grandipartiti di massa italiani sono stati incapaci di elaborare una ri-flessione-cognizione su ciò che comportava e significava questastraordinaria (come, per esempio, seppe fare Gramsci sulla Tori-no operaia) concentrazione metropolitana. Insomma, prima an-cora che per la corruzione, c’è da sottolineare un deficit gravedei partiti a individuare e analizzare, sul campo, questo labora-torio metropolitano e i problemi che solleva: e quindi a compren-dere, e vedere, quali soggetti erano in campo, quali torsioni nederivano per le istituzioni, quali problemi per il rapporto tra pubbli-co e privato.

Annoterei, a margine, che qui c’è anche una faccia dei feno-meni di centralizzazione cieca, che hanno segnato l’ultimoventennio. Non so nulla dei rapporti tra Mario Chiesa e Craxi, enon mi interessa la politica del sospetto. Sostengo: i vari MarioChiesa, di diverso colore, emergono e diventano così rilevantianche e molto per il fatto che i grandi partiti italiani non hannomesso sotto il microscopio, e nemmeno individuato bene il fe-nomeno metropoli Milano, con le implicazioni enormi che rica-va e con le mutazioni sociali che provocava. È in questo deficitdi analisi, di volontà egemonica, di collegamento con il proces-so sociale che trova spazio l’affare delittuoso: perché in quellarealtà si determina quel sistema occulto di regolazione della realtàmetropolitana, dove il partito politico o suoi pezzi rilevanti nonsolo si degradano in affari illeciti, ma danno luogo con un siste-ma di imprese, ad una statualità occulta. Quei partiti (o pezzi dipartito) milanesi prima ancora che ladri sono stati eversori (eanche le imprese complici, a cominciare dalla Fiat). Non solohanno offeso la morale, hanno deformato e corrotto le istituzio-ni. Non si tratta dunque soltanto dell’etica personale di questo oquel dirigente politico o anche di un insieme di dirigenti, ma di

Page 31: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

31

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

un’altra legislazione, e di un impoverimento grave del rapportotra forza e consenso.

Facciano i giudici la loro parte. Ma a me sembra che ai sog-getti politici nazionali e alla cultura politica spetti di identifica-re questa crisi, nelle sue componenti sociali e nella idea praticadi Stato che reca con sé. Altrimenti la moralizzazione resterà af-fidata alla sanzione della legge (che invece non crea e non deter-mina mai - essa - una nuova etica), al risarcimento della pena ealla “illusione” della cacciata dei corrotti, senza che venganocolpite le radici del “sistema della tangenti” dentro cui si sonoingrassati i vari Mario Chiesa. E soprattutto senza di ciò rischia-no di restare vani sia gli appelli alla moralità, sia le invocazionia una palingenesi dei partiti, sia a una nuova (e apprezzabile)stagione di volontariato della politica, che rischia di restare peraria, o anche di non essere riconosciuta e valorizzata nei luoghisociali dove essa sta già germinando o ha cominciato a germinare.

II

Vorrei ora ragionare su un altro nodo su cui si misura oggi lacrisi del partito politico. Un nodo che non solo in Gramsci, maanche nelle culture liberaldemocratiche classiche e neoclassicheè essenziale per la formazione del consenso: la formazione dellospirito pubblico o, secondo altri linguaggi, della opinione pub-blica. In Gramsci questo è il terreno in cui si innesta la trama degliintellettuali – nelle loro diverse forme e gerarchie – e il rapportodecisivo tra intellettuali e popolo. Nelle teorie neoclassiche dellaliberaldemocrazia, da Schumpeter a Sartori sino, in certo modo,anche a Bobbio, è quella la sede dove si misura una convalidazionedemocratica delle élites che si alternano al potere.

Credo che questo sia il campo in cui si è compiuta la mutazionepolitica più profonda di questa seconda metà del secolo; ed essa

Page 32: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

32

Pietro Ingrao

è segnata potentemente dall’irruzione e dalla espansione deimedia, dei grandi mezzi di comunicazione di massa, sino al trion-fo e alla penetrazione pervasiva nella nostra vita del video. Delresto guardiamo agli “oggetti” che segnano il quotidiano dellanostra vita; cioè il profondo dello spirito pubblico, dell’opinio-ne pubblica. Guardiamo che cos’è oggi un’edicola all’angolo di unastrada, dove tutti un giorno, un momento ci fermiamo a guardare e acomperare: l’insieme di giornali, di settimanali, di riviste del piùvario genere, di collane economiche di libri e di nuova narrativapopolare e di romanzi rosa di tutti i tipi, a fianco e insieme con imucchi di cassette televisive o di audiocassette, che vanno dalfilm d’autore, al fumetto per bambini, alla cassetta un po’ porno.È un mercato dove una folla di consumatori attinge ogni giorno.Oppure pensiamo al nuovo dio che sovrasta ormai anche quellafolla di strumenti moderni mediali: al video che agisce ogni gior-no nelle nostre case, nelle case di centinaia di esseri umani, incontemporanea, l’ospite a cui ogni giorno apriamo la porta, eche dice e mostra ormai anche nel silenzio della notte, dove untempo c’era solo luogo al silenzio, al sonno, al sogno, o al rap-porto amoroso.

Ma non è solo durata, la permanenza ormai del messaggiotelevisivo, il suo informare in contemporanea. È la combinazio-ne dei linguaggi, il mix di parole, di visualità e di suono. Que-sto era già nel cinema? Ma riguardava un elemento della comu-nicazione: la fiction, la narrazione, la favola. Ora questo mix in-veste il notiziario, lo spettacolo di intrattenimento, il dibattitodelle opinioni. E soprattutto si stanno allargando le fasce della vitasu cui interviene direttamente il video: la catena dei dibattiti e dellerubriche che ragionano sul costume, sulla sessualità, sulla vita fami-liare, sulle medicine del corpo e della mente. Questo il giornale nonlo faceva o non lo faceva così. Questo il cinema lo faceva solo inmodo – come dire – indiretto. Questo un tempo si faceva solo osoprattutto in chiesa, pochissimo a scuola, e in parte e in certe fasie in certe sezioni del PCI. Oggi avviene quotidianamente su scala dimassa, nelle dimensioni di milioni di persone, che stando chiusi

Page 33: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

33

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

in casa, sia pure in modo intermittente, partecipano a queste nuo-ve forme di educazione sentimentale, con scadenze e spezzaturecalcolate.

La funzione educativo-pedagogica del partito di massa, di uncerto partito di massa, ne viene travolta. Anche la Chiesa catto-lica si preoccupa. Il comizio, il comizio polemico-pedagogico,come l’ho vissuto io, e che parlava un tempo a migliaia e miglia-ia di persone, è stato ucciso anche da tutto questo. E si stannocreando i nuovi persuasori, i nuovi “maestri”, che sono altro dalceto politico, il quale, a cominciare da me, quando va alla provadel video, assai spesso balbetta: nel senso che trovare le formedel linguaggio adatto ai tempi rapidi, alla multilateralità del-l’ascolto, persino alle condizioni materiali del mezzo televisivo.

Questa profonda, radicale innovazione e combinazione e for-ma di linguaggio sta incidendo non solo potentemente nel costu-me e nello spirito pubblico, ma sta condizionando le forme e iprotagonisti della competizione politica. Negli USA la funzio-nalità televisiva dei candidati alla Presidenza è diventata un cri-terio di selezione. Reagan ottenne la nomination e vinse ancheper questo. Quindi il medium condiziona ormai crudamente la garapolitica. Si potrebbe dire che il condizionamento tecnologico, rivelaanche da questo campo, la sua potenza. E la proprietà, la regola, irapporti di potere nei media, e nel mezzo televisivo prima di tut-to, diventano essenziali per individuare gli elementi eventuali diuna democrazia possibile. Ma su questa svolta la sinistra, italianaed europea, non ha combattuto alcuna vera apprezzabile battaglia.Eppure uno studioso italiano, Danilo Zolo, in un amaro e acuto ra-gionamento su una “teoria realistica della democrazia” (1), annotache se cade questo nodo l’ipotesi di una plausibile seppure limi-tata libertà dell’opinione pubblica, diventano poco sostenibili

(1) Danilo Zolo, Il principio democratico. Per una teoria realistica della de-mocrazia, Feltrinelli, Milano 1992

Page 34: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

34

Pietro Ingrao

anche le teorie disincantate sulle democrazia come competizione ealternanza tra élites.

Siamo dunque davvero a uno snodo cruciale del rapporto traforza e consenso e delle forme di rappresentanza politica speri-mentate in questo secolo. Voglio dire che la polemica sulla spar-tizione partitica delle reti RAI sfiora solo un lembo della que-stione, che incide oggi sulle forme e su soggetti della politica.Ho dubbi su quella posizione, a lungo presente sulla ricerca teo-rica sui media, posizione che oppone alla pervasività dell’attoretelevisivo la refrattarietà soggettiva del telespettatore, in defini-tiva la sua autonomia resistente, che decifra, seleziona e scartanel mucchio del messaggio televisivo. Ne dubito, perchè il mez-zo televisivo è venuto elaborando una sua forma sottile, che par-la spesso un linguaggio assai indiretto che porta a trascolorare ilmessaggio, a renderlo allusivo e indiretto, anche quando sem-brerebbe condannato a scoprire subito il suo obiettivo e il suoscopo.

Sono molto colpito dai mutamenti nella tipologia e nella tec-nica degli spot pubblicitari, che sono oggi una risorsa fonda-mentale del video. Se bisogna fare la reclame ad una automobi-le, non si parla subito di quell’oggetto: si parla d’altro. Peresempio, si fanno vedere fanciulle bellissime volteggiare fluida-mente, morbide, lisce (senza nemmeno un brufolo...) o accenniteneri di labbra che si incontrano, o spiagge incantate o immagi-nari lembi, che so, di Africa. L’automobile spunta solo ad unpunto, dolcemente: e il rapporto tra la fanciulla e la macchinanon è spiegato; è alluso. La macchina è quell’oggetto macchina,ma è anche, forse, altro: una suggestione, una allusione a un mondoscorrevole, levigato.

Questi spot non chiedono un ragionamento logico, e nemmenoun calcolo di soldi che verrà semmai dopo; associano, avvicinano,omologano. Quanta parte del consumo, degli stili di vita, del co-stume è fatto ormai di questi accostamenti? Direi che il conflit-to, l’urto, lo scontro è sempre opacizzato. C’è un’ideologia genera-

Page 35: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

35

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

le che lo tiene sempre sotto tono. Pensate a come è stata oliata,mediata, modulata tutta la vicenda della guerra del Golfo: si po-trebbe quasi dire che i morti non si sono visti mai. Anche laterribile catastrofe ecologica è stata allusa soltanto, e docilmen-te lasciata ai margini. Forse, ma non ne sono sicuro, è stato di-verso per la guerra nel Vietnam: ma quello fu un punto di rotturamondiale, un evento che scappò di mano. Riflettete al modo estre-mamente felpato con cui si parla oggi della minaccia di disastroecologico e delle sofferenze del terzo mondo. C’è sotto una ideo-logia non detta che scolora l’antagonismo. Guardando il video,in definitiva, si dice il conflitto non è di questa Terra. Tutta lapresenza nel riquadro del video è dosata, in forme di autocensurache non sono scritte, ma come sono attive!

Lo spettacolo chiede, in ogni caso, la manifestazione del con-senso. Pensate alla onnipresenza dell’applauso negli spettacolidel video. Lo show-man invita all’applauso, inizia l’applauso, èaccompagnato dall’applauso rituale. Non si prevede mai il dis-senso: non esplode mai il dissenso. Quando s’infuria GiulianoFerrara, nelle sue rubriche, tutti sanno che è per burla. Persinola trasgressione di Benigni nel nominare il sesso sta dentro ilcodice: non varca la linea. E “Samarcanda” ha fatto scandalo nontanto o non solo per le cose che in alcune puntate si dicevano,ma perché ha fatto vedere, in certi momenti, la scompostezzadella protesta e della rabbia: erano gesti e parole fuori dai codi-ci. È l’urto, il conflitto, il disordine che deve essere chiuso nel-l’angolo, depotenziato. Si possono vedere molti morti in televi-sione: si vede continuamente gente ammazzata, ma dentro lafiction, la favola. Questo straordinario strumento in contempo-ranea non ci ha fatto minimamente vedere l’esecuzione dellacondanna a morte nelle carceri americane. Dei disordini di LosAngeles abbiamo visto appena un palpito.

Ci sono dunque zone escluse secondo un regolamento nonscritto. Pensate come in fondo resta fuori dal video quel luogofondamentale del vivere moderno che è il luogo di produzione,

Page 36: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

36

Pietro Ingrao

il luogo dove milioni di esseri umani vivono momenti essenzialidella loro formazione e della loro esistenza: la fabbrica dal vivo.O pensate un momento a quanto appare, sul video, di quel realetempo di vita, che tutt’ora è così grande parte del mondo delledonne: il lavoro domestico.

Insomma, la mia tesi è che la cultura della sinistra non si èancora nemmeno cimentata veramente a gettare una luce sui co-dici profondi, diffusi, radicati in parte non scritti, che regolanoquesto apice del mondo dei media, che è il video. Cioè non si ècimentata veramente con quello che è oggi il luogo fondamenta-le dell’egemonia. Il luogo dove opera quella parte della tramadegli intellettuali che più direttamente forma il senso comune, elo spirito pubblico.

Ma possiamo parlare della politica oggi fuori dalle forme at-tuali che assume oggi il processo egemonico, l’influenza sui sem-plici, la costruzione delle ideologie profonde, i moduli con cuisi orienta l’immaginario collettivo? Che cosa è Beautyful, se nonla forma attuale del romanzo d’appendice, su cui si chinava aragionare settant’anni fa Gramsci? Gramsci aveva visto nel par-tito politico il moderno principe nel cui seno maturavano i qua-dri diffusi, i moduli della formazione di un consenso di massa eanche di un avvicinamento e ricambio fra governanti e governa-ti. Probabilmente quella sua lettura “forzava” il significato e lapresa del soggetto “partito”, e già allora le sovrastrutture com-plesse su cui ragionavo erano assai differenziate, ma a me sem-bra che la crisi attuale del partito politico stia anche e molto nel-la caduta della sua presa sulle passioni e sui simboli in cui matu-ra l’esperienza umana del nostro tempo.

Faccio un altro esempio assai diverso. Non ne capisco pres-soché niente di musica rock, anche se mi piace spesso quandol’ascolto. Resto sempre colpito dal rapporto che si crea fra chi sulpalcoscenico canta e si muove e quelle gremite platee di giovanissi-mi che si modulano al ritmo. È un altro linguaggio, di una trasversalitàinternazionale sconvolgente. Che ha a che fare con la politica?

Page 37: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

37

Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci

Nulla, si potrebbe dire. Eppure resto sempre colpito dalla nostraestraneità a quel linguaggio musicale. C’è là dentro un messag-gio, e oserei dire una passionalità che lascia segni.

È stato sempre così? Non mi sembra. Non ne sono sicuro. Lacanzone politica, e più esattamente la canzone sociale, in altrimomenti, è stata un fatto di massa, fra i giovani. E si potrebbedire qualcosa di analogo per i canti di guerra, nel loro duplicevolto di accettazione della guerra e di protesta contro la guerra.E cose analoghe si potrebbero dire anche per il cinema, non soloper il cinema neorealista.

Insomma ci sono moduli espressivi, forme di coscienza emo-tiva, sottolineo questo aggettivo, che sono uscite dall’area del“politico”, e altre culture e linguaggi su cui la sinistra oggi nonha più presa. È un giudizio crudo. Ma, almeno per me, vedere i nodiè il contrario dello scoraggiamento. Se penso al tempo terribiledella sconfitta che Gramsci visse tragicamente nel carcere, e alcoraggio intrepido con cui lui seppe vedere la sconfitta e cercarei cammini del futuro, trovo che il suo nome è ancora denso di unacomunicazione forte. Noi siamo, io come singolo, assai più deboli.Ma non rinunciamo a imparare dalla vita e dalla sua lezione.

Page 38: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 39: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

39

Premessa

II nostro Paese attraversa una crisi profonda contrassegnatadal dramma della disoccupazione, dal pesante ridimensionamentodello stato sociale, dal degrado della vita democratica. In questasituazione più che mai resta aperta la ricerca di relazioni umanepiù solidali, il superamento di vecchie e nuove disuguaglianze,l’individuazione di finalità diverse su cui orientare lo sviluppo.

Eppure, se guardiamo al complesso delle forze riformatrici edella sinistra, la costruzione di una cultura politica capace diguidare questa fase di così tumultuosi cambiamenti non si puòdire abbia raggiunto un livello adeguato di elaborazione e di pro-posta. Per molti versi, sembra essersi appannata quella visionecritica della società in cui viviamo che pure sarebbe imposta daifatti ai quali stiamo assistendo.

È forse anche per questo che riemerge la bruciante questionedel rapporto tra politica e cultura, in un contesto che vede pro-fondamente mutato il ruolo e la distribuzione degli intellettuali,non più legati alla centralità degli apparati pubblici o all’inizia-tiva dei partiti, ma immersi in un sistema formativo-informativoenormemente complesso e diversificato.

Tre domande su politica e cultura

Page 40: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

40

Tre domande su politica e cultura

Domanda 1

C’è chi, di fronte alle proporzioni anche morali della crisi,denuncia con allarme un ritrarsi degli intellettuali dallo scontropolitico e dal “dibattito delle idee”, un rifugiarsi nella propriaspecifica dimensione professionale con il risultato di ampliare ildistacco tra “istituzioni” e “società civile”, essendo da sempregli intellettuali i necessari interpreti, o persino i “portavoce”, oin ogni caso il “tramite” tra lo svolgersi della politica e la socie-tà. Ma c’è anche chi ravvisa nell’irrompere di nuovi ruoli e figu-re -quelle ad esempio legate ai “media” - non già il ritrarsi degliintellettuali, bensì il riproporsi di una relazione stretta tra politi-ca e cultura che ha recato con sé l’esaltazione della spettacolari-tà e della semplificazione a scapito della riflessività e di linguagginon quantificabili.

Qual è la tua opinione a proposito di questo ricollocarsi delleforze della cultura nella società italiana? Su quali terreni e inche termini ritieni possa riannodarsi un rapporto fecondo, non disubalternità ne di separatezza, tra politica e cultura? Nel riemer-gere di grandi temi ideali - la questione morale, l’autodetermi-nazione della donna e altri - non ravvisi la possibilità di un rin-novato impegno civile e politico degli intellettuali ?

Domanda 2

Le Marche, com’è stato più volte ricordato, sono il caso tipi-co di una “regione periferica” su cui hanno pesato e continuanoa pesare quegli elementi caratteristici e preponderanti costituiti-per schematizzare - dalla pluralità e irriducibilità dei tanti “cam-panili”. Un mosaico ricco di presenze culturali significative, maanche particolarmente esposto ad operazioni di “colonizzazione”.

Quanto pesa questo specifico fattore ambientale nel tuo lavo-ro e nelle professioni intellettuali in genere? In che misura an-

Page 41: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

41

Tre domande su politica e cultura

che la nostra realtà è stata partecipe di un più generale rimesco-lamento tra “centro” e “periferia”, tra “capitali culturali” e “centriminori”? È andato avanti un reale processo di sprovincializza-zione o è più forte i l r ischio, tante vol le denunciato, diripiegamenti “localistici” da un lato e di “omologazione” dal-l’altro? E come farvi fronte?

Domanda 3

La denuncia dello stato di abbandono in cui versa il patrimo-nio storico-artistico e culturale, la sottolineatura dell’improdut-tività e del ritardo che caratterizza il sistema scolastico, la con-statazione del divario che separa il livello della ricerca con glistandard di altri paesi europei, sono ormai diventati luoghi co-muni.

Condividi questi giudizi? E più dettagliatamente come valutiil funzionamento delle istituzioni culturali nella nostra Regio-ne?

La loro gestione propone una stringente verifica relativamen-te al rapporto tra politica e competenze, tra pubblico e privato,tra mercato e fruizione sociale, tra efficienza e qualità, tra pro-grammazione e controllo. Un complesso di aspetti su cui è con-centrata l’attenzione e il dibattito. Sinteticamente, qual è la tuaopinione al riguardo?

Page 42: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 43: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

1. Gli intellettuali ricominciano a fare il loro mestiere?

Le forze della cultura in Italia non hanno certamente ben fi-gurato negli anni ottanta: investite dalle mode d’oltralpe ed’oltreoceano, c’è stato un pericoloso appiattimento dietro l’om-bra d i a lcuni leaders po l i t ic i che af fermavano d i vo ler‘modernizzare’ l’Italia rompendo vecchi schemi d’analisi e an-dando contro concetti residuali di chiaro stampo ideologico, sal-vo poi scoprire alcuni anni più tardi l’assoluto vuoto di principie di progetti, nonché la profonda amoralità politica di quegli stessipersonaggi. Si è avallata così un’operazione di mascheramentodella realtà: si esaltavano solamente i grandi successi economicidell’Azienda Italia e dei suoi ambasciatori ‘made in Italy’ e nonsi vedeva l’approfondirsi delle disuguaglianze economiche e so-ciali; si poneva grande enfasi sull’orgoglio nazionale di essere con-siderati un grande paese e non si comprendeva come stessero for-mandosi fenomeni di disgregazione profondi che sarebbero poi‘esplosi’ con il leghismo; si tessevano le lodi dell’individualismo,della libertà di scelta, del pluralismo, dei “meriti” e dei “bisogni” enon si faceva attenzione ai processi di redistribuzione regressivadelle risorse, all’approfondirsi delle contraddizioni dello Stato

Miseria e nobiltà, ovvero ciò che si èfatto e ciò che si potrebbe fare

Ugo Ascoli*

* Professore ordinario di Sociologia economica ali' Università di Ancona

Page 44: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

44

Ugo Ascoli

sociale e della questione meridionale, ormai questione naziona-le, così come dalla penetrazione della mafia nei gangli del siste-ma-paese. E l’analisi dello ‘strabismo politico’ potrebbe conti-nuare a lungo...

In molti intellettuali è mancata la capacità, forse la volontà difare fino in fondo il loro mestiere, analizzare cioè ‘criticamente’quanto stava accadendo e tentare un’analisi approfondita dellegrandi t rasformazioni economiche, soc ia l i , cu l tura l i edemografiche del paese.

Non v’è dubbio che oggi, di fronte a quello che è stato defini-to "l’inizio di una rivoluzione culturale", si pongono reali possi-bilità di rinnovamento palingenetico di buona parte della culturaitaliana. Cinema, letteratura, scienze sociali, teatro, stanno di-mostrando timidi segni di ripresa nella direzione dell’autenticomestiere dell’intellettuale, mai soddisfatto del proprio sapere edella propria realtà. Forse si sta ricominciando a pensare, in unmomento tuttavia caratterizzato dalla caduta rovinosa di presso-ché tutti i vecchi modi di fare politica: grande è la confusione el’incertezza sull’esito dei processi incorso. È come quando cadeun immenso edificio e si alza un’enorme nuvola di polvere: sia-mo ancora immersi in quella nube, qualcuno crede di scorgerequalcosa, qualcun’altro giura di aver visto qualche superstite.L’incertezza regna sovrana. Neanche le riprese televisive buca-no la fitta coltre di aspri e maleodoranti vapori. Intanto un pic-colo gruppo di volontari che risiedevano lontano, accorre sulluogo del disastro nel Tentativo di ristabilire regole di conviven-za che consentano di dare più ‘spazio’ e ‘voce’ alla realtà...

2. L’implosione della classe politica regionale

Nella nostra regione si è assistito ad un fenomeno di duplicenatura: da un lato si è sviluppata una piccola "koinè" d’intellet-tuali nelle università, nel teatro, nelle arti, che si è affermata a

Page 45: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

45

Miseria e nobiltà

livello nazionale ed anche internazionale, mentre la società po-litica andava maturando un processo di progressiva implosione,verso una sorta di "China syndrome" annunciata. Chiusi nellaconsueta trama di collusioni, scambi di potere, lottizzazioneinterpartitica e intra-partitica, nonché esasperati campanilismi/localismi, tutti i partiti della nostra regione, chi più chi meno,hanno mostrato una generale incapacità di immaginare, proget-tare e governare ‘in grande’, nel vero interesse della collettività.

Una classe politica grigia, quando non corrotta e totalmentesuccube delle ‘linee’ decise da alcuni grandi ‘sponsors’ naziona-li, che ha impedito a questa regione di crescere in modo più equi-librato, più armonico, maggiormente rispettoso dell’ambientenaturale ed antropico; e soprattutto che, giocando su posizionidi privilegio distribuite a piene mani alle proprie clientele, hapromosso e favorito la crescila di una sub-cultura politica ‘sen-za colore’, basata sul piccolo-grande favore e sulla reciprocitàomertosa delle raccomandazioni, delle assunzioni di comodo,delle consulenze a sedicenti ‘esperti’ e delle mazzette.

In questa situazione, salvo alcune rarissime eccezioni, non vie stata una comunicazione proficua fra cultura e politica. LaRegione e le Province hanno dissipato o sciupato risorse o, ancorpeggio, hanno usato i mezzi a loro disposizione a fini di strettoconsenso clientelare: si è crealo un sistema che ha fagocitatoanche i tentativi di innovazione nel governo locale e del territo-rio, con il supporto non solo del mondo partitico nel suo com-plesso, ma anche del mondo sindacale.

Abbiamo vissuto questi ultimi trenta anni all’interno di unacultura del lavoro che, se da un lato ha consentito il "modellomarchigiano di sviluppo", dall’altro ha tuttavia posto in nettosubordine i valori più propriamente ambientali e culturali. Si èquindi consentilo di inquinare tutti i numerosi corsi d’acqua checaratterizzano questo nostro grande ‘pettine’; una buona partedel territorio agricolo è stata contaminata da agenti chimici diprovenienza industriale, così come agricola; le coste hanno su-

Page 46: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

46

Ugo Ascoli

bito un devastante processo di cementificazione; i mari hanno ingran parte perduto purezza, trasparenza delle acque e talvolta...anche balneabilità. Le mille cinte murarie della regione sono state‘assalite’ dalle schiere vociami, rumorose ed inquinanti delle au-tomobili.

Nonostante tutto ciò, il territorio marchigiano ispira ancoraal visitatore sensazioni di dolcezza, tenerezza e armonici equili-bri fra uomo e natura.

Dal punto di vista degli ‘operatori’ della cultura si può pensa-re ad una situazione dicotomica: chi si è trovalo all’interno dellemura universitarie, pur non ricevendo molli stimoli dalla societàpolitica, non ne è stato ceno ostacolato, mentre una piccola parteè riuscita anche a trame vantaggi economici, tramite rapporti piùo meno trasparenti di consulenza. Chi invece ha operato al difuori della cittadella universitaria ha avuto grandi difficoltà asopravvivere mantenendo la propria autonomia ed indipendenzacritica, assai spesso è stato costretto ad ‘iscriversi’ per esserepreso in considerazione.

3. Dallo sviluppo senza cultura alla cultura dello sviluppo?

Indubbiamente il patrimonio storico-artistico della regione nonè stato valor izzato così come sarebbe stato possibi le edauspicabile. D’altro canto la "perifericità" delle Marche, accan-to alle zone ben più famose della Romagna e dell’Umbria, haconsentito ritmi lenti e non così autodistruttivi.

Vi sono certamente alcune zone d’ccccllenza, che hanno sa-puto imporsi alla ribalta nazionale con manifestazioni artisticheo con realtà musearie, in generale però il funzionamento delleistituzioni culturali è stato misero e spesso piegato ad esibizionidal chiaro sapore di ‘sagra paesana’. Siamo invece in presenzadi un notevole ‘giacimento’ culturale con un patrimonio storico-artistico tutt’altro che disprezzabile. Si fermi l’attenzione, ad

Page 47: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

47

Miseria e nobiltà

esempio, sui centri storici, alcuni fra i più belli del paese: indub-biamente l’interesse e l’attività degli amministratori sono statimaggiormente catturati dalla costruzione di nuovi quartieri as-sai spesso del tutto ‘anonimi’ e dall’espansione urbana, più omeno programmata, piuttosto che dal risanamento e dalla tuteladei centri storici, in assoluto il patrimonio più rilevante di que-sta regione. In alcuni casi ciò ha portato ad un vero degrado (valgaper tutti il caso del capoluogo).

Non si è riusciti a qualificare il turismo creando percorsi gui-dati nell’interno della regione, che potessero aggiungersi alla frui-zione delle zone costiere.

Solo da poco sono state affrontate e (parzialmente) vinte al-cune battaglie per la salvaguardia di alcune zone di grandissimointeresse ambientale.

Il sistema scolastico non può certo produrre un’inversione ditendenza, ma si ha l’impressione che anche lì si siano perse del-le opportunità per far crescere una maggiore sensibilità ed unamaggiore attenzione verso gli aspetti extra-economici dello svi-luppo e del cambiamento.

Tutto ciò richiede quanto meno che i partiti facciano alcunipassi indietro rispetto alla gestione e diventino, assai più di untempo, luogo di elaborazione di indirizzi. Ciò richiede però cheuna parte non piccola della società regionale debba cedere i suoiprivilegi, ed essere stanala dalle proprie nicchie protette: si deveandare verso nuove regole della convivenza civile che assicuri-no maggiore spazio ai veri meriti ed alle competenze. Qui sta,credo, il grande compito della cultura, anche nella nostra regio-ne: contribuire alla costruzione di un nuovo contesto dove nonsia necessario ‘iscriversi’ per potersi realizzare pienamente. Losi deve per le nuove generazioni, oltreché per un’intima coeren-za con la propria vocazione di intellettuali. Ciò appare ancorapiù imperioso in un momento in cui sono cadute le ultimebardature ideologiche, nonché le ultime illusioni che quantitàsignifichi anche qualità e che gridare più forte significhi esseredalla parte della ragione.

Page 48: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 49: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

49

Circa quind ic i anni fa Lyotard ne “La condiz ionepostmoderna” ha scritto che “lamentarsi della perdita di sensonella postmodernità significa lasciarsi prendere dalla nostalgiaper il fatto che il sapere ha perso il suo carattere principalmentenarrativo” con ciò denunciando la irrimediabile perdita di un sa-pere totalizzante dissolto in elementi di una generale esplosionee moltiplicazione di Weltanschauungen, di visioni del mondo pe-raltro raccolte e veicolate dai mass-media.

All’ampliarsi vertiginoso del sistema di comunicazione eall’intensificazione delle possibilità di informazione sulla realtànei suoi più vari aspetti ha corrisposto inevitabilmente l’erosio-ne dello stesso “Principio di realtà”.

In tal senso Gianni Vattimo avverte che se da una parte con lamoltiplicazione delle immagini del mondo perdiamo il senso dellarealtà, e con esso l’idea di una razionalità centrale propulsivadella storia, dall’altro in questo nuovo mondo di comunicazionegeneralizzata, esploso in una molteplicità di razionalità “loca-li”, hanno la possibilità di prendere la parola minoranze etniche,sessuali, religiose, culturali o estetiche.

Quelle stesse minoranze che oggi, osserva con una certa preoc-cupazione Pietro Ingrao, risultano essere refrattarie alle strategie

Possibilità e limiti dell’azionedell’intellettuale

Paola Ballesi *

* Direttrice dell'Accademia di Belle Arti di Macerata

Page 50: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

50

Paola Ballesi

del consenso, da cui è nata la investitura laica dell’egemonia eda cui essa ha sempre tratto il proprio riconoscimento e la pro-pria forza, e ciò a motivo anche del fatto che gli intellettuali sonovenuti meno al loro mandato di formatori dello spirito pubblico.

Ne segue la progressiva disaffezione e il graduale raffredda-mento della passione politica del cittadino nei confronti del par-tito, mediatore naturale tra il popolo e lo stato, ridotta all’esclu-sivo residuale esercizio democratico del voto di delega anzichéal consenso partecipato per un progetto condiviso e comune.Dunque, si tratta di ridefinire il ruolo dell’intellettuale nella so-cietà allorché questi ha smesso la sua funzione organica di con-trollo totale del consenso, con i conseguenti rischi degenerativitanto del senso dello stato quanto della politica.

Ma l’intellettuale è quello che più intensamente vive la lace-razione della contemporaneità tra le parcellizzazioni dei saperirelativi e contingenti che non sono più in grado di veicolare, anzismentiscono, il potere Ione e monolitico sia dei grandi apparatidei partiti di massa che delle statualità centralizzate. Se gli anniOttanta hanno aperto le cateratte al presentarsi caotico dellaevenemenzial i tà con tutto ciò che essa comporta oltre lospaesamento, è chiaro che proprio in questa congiuntura l’intel-lettuale, chiamalo a svolgere la sua funzione di agrimensore diuna realtà scoppiata e ridotta in frantumi, opera la scelta strate-gica della “assenza”, interpretata presuntivamente come latitan-za. Questa invece altro non è che una momentanea e funzionalesospensione di giudizio atta ad approntare le griglie per una svoltapolitica, sulle orme di quella epistemologica, che ha dell’epocale.

Il vero intellettuale è colui che la natura della contraddizione,che coglie in sé e fuori di sé, costringe a impegnarsi applicando atentoni un metodo rigoroso ad oggetti sconosciuti che demistificademistificandosi “nel condurre un’azione pratica di disvelamentocambattendo le ideologie e mettendo a nudo le violenze che essemascherano e giustificano” notava sottilmente J. P. Sartre in unaconferenza del 1965 dal titolo “In difesa degli intellettuali”.

Page 51: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

51

Possibilità e limiti dell’azione intellettuale

In questo senso l’intellettuale è un uomo sospetto a tutti perchécostitutivamente un contestatore e dunque un traditore in potenzache vive dentro di sé la contraddizione tra verità e credenza, saperee ideologia, tra il libero pensiero e il principio d’autorità.

E nella stessa occasione Sartre aggiunge che “il potere, qualeche sia, vuole strumentalizzare gli intellettuali per la sua propa-ganda ma ne diffida ed inizia sempre le epurazioni da loro”. L’at-tuale chiamarsi fuori degli intellettuali non è dunque una realeassenza ma uno straniamento per leggere, al di fuori delle regoleprecostituite e ormai logore, i segni di un nuovo modello di con-vivenza sociale nell’obiettivo principe della salvaguardia del-l’umanità che e nell’uomo con il suo irriducibile statuto di libertà.

Così, guardando prima di tutto dentro di sé, alla ricerca diuna certezza prima e inconfutabile, anche l’intellettuale in que-sta nuova congiuntura non trova la sicurezza del cogito cartesianoma l’intermittenza del cuore proustiana, i racconti dei media e lemitologie della musica rock, rap o grunge, ma e proprio questaesperienza, cioè il ritorno al mito della nostra cultura e del no-stro linguaggio, che egli cerca di catturare.

In tale prospettiva diventa chiaro come il ruolo dell’intellettualeoggi sia quello di liquidare al più presto tanto la nomenclatura di“regime” quanto l’arroganza dei partiti che si sono identificati conessa, ma non la democrazia che li ha concepiti ne le regole democra-tiche cui essi stessi hanno dato vita e che hanno generato gli anticorpinecessari perla riscrizione forzosa ma non cruenta di alcune nuoveregole del gioco alla cui ridefinizione hanno dato un contributo de-terminante gli intellettuali col sancire in modo definitivo la rotturadell’identificazione dei partiti con lo Stato.

Il ruolo dell’intellettuale nella società dunque o quello digarante della democrazia scritta secondo le regole del ricambioche riguardano non solo la classe dirigente ma anche i grandipartiti-apparato a professionismo politico esteso.

E altresì garante, per venire alla seconda questione, di voci edi istanze che mal volentieri si piegano alla omologazione, come ad

Page 52: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

52

Paola Ballesi

esempio avviene per il ricco mosaico di culture presenti nelleMarche, una reg ione esposta per un verso a i r isch i d icolonizzazione e per un altro alla diffidente chiusura protezioni-stica nei confronti dello scambio culturale. ,

Dal mio punto di vista, osservatorio legato al ruolo di opera-tore culturale che svolgo anche in quanto direttore pro temporedell’Accademia di Belle Arti di Macerata, devo dire che ho avu-to modo di constatare tanto l’una quanto l’altra tendenza, men-tre la soluzione ottimale è da cercare ancora una volta nell’in-contro dialettico che sollecita l’osmosi ossigenante centro-peri-feria al fine di conservare le peculiarità caratteristiche della pro-vincia, come ad esempio la qualità della vita a dimensione uma-na, e nel contempo rigettare particolarismi ottusi e campanilisti-ci.

E’ in un certo senso la politica che ho tentato di intraprendereattraverso l’istituzione che rappresento, la quale da una parte pro-muove ricerche sul territorio per raccogliere nella memoria sto-rica la specificità di una fisionomia culturale che rilancia dal-l’altra, con tutta una serie di iniziative, in un confronto aperto alutto campo con altre istituzioni che operano nel settore, con al-tri progetti e quant’altro si propone dotato di sollecitazioni attea “fare mondo” nell’orizzonte del nostro tempo.

E lo specifico della contemporaneità ci consente di introdurrela terza questione, giacché nel suo cangiante flusso di occorren-ze e accadimenti essa diventa la palestra ideale per la formazio-ne dei nostri studenti che nel laboratorio devono prefigurare ilcampo e i meccanismi interpretativi nel quale vengono a stagliarsile loro ricerche visive con i rispettivi prodotti.

Di fatto, nella sua doppia identità di teoria e prassi, della teo-ria che vive nella pratica e della prassi che si sostanzia dellateoria, l’esperienza artistica non solo da luogo alla produzionedi oggetti ma contestualmente ne disegna anche il campo esteti-co di godimento, fruizione e ricezione.

In tal senso l’esperienza estetica ed artistica sono rivoluzio-

Page 53: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

53

Possibilità e limiti dell’azione intellettuale

narie perché ovunque e sempre esercitano la loro funzione criti-ca, mai acquietate nel prodotto raggiunto che anzi nella sua fla-grante presenza rilancia ogni volta nuove schegge di senso pernuove modalità interpretative.

E’ questa forse la particolarità che rende le Accademie di BelleArti “pericolose”, tanto che per esse è stato scelto un limbo isti-tuzionale non meglio identificato tra Ministero della PubblicaIstruzione e Ministero della Ricerca Scientifica e dell’Universi-tà, una sorta di carcerazione preventiva nella quale farle viverecon le ristrettezze della contenzione affinché non svolgano lafunzione di ricerca che è loro naturale, e necessaria e vitale an-che alla cultura del nostro Paese.

In definitiva le Accademie di Belle Arti, il più alto grado del-la formazione artistica in Italia, sono assimilabili nella loro fi-sionomia alla figura dell’intellettuale che, figlio del sistema, vivenel sistema ma nello stesso tempo ne è rigettato per il timore deltradimento sempre latente e connaturato del resto all’eserciziodei nuovi linguaggi, praticali nella ricerca e nella sperimenta-zione quotidiana.

Di fatto l’ambiguità e l’oscillazione, costitutive del linguag-gio e non provvisorie, rappresentano lo scarto che salvaguarda illinguaggio dalla banalizzazione che si verifica nella società del-la comunicazione generalizzata la quale consuma tutto menol’opera che non si lascia appiattire nell’insignificanza.

Ciò posto, mi unisco a quanti rivendicano il diritto delle Ac-cademie di uscire dal “retrobottega” per raggiungere il palco-scenico fino ad oggi negato per un perverso gioco delle parti nelquale si sono a meraviglia esibiti politici di ogni rango.

Quanto alla nostra Regione si è distinta rispetto ad altre re-gioni italiane per non aver esteso il diritto allo studio, serviziomensa e alloggi, agli studenti di Accademia, disattendendo inpieno il diritto costituzionale allo studio sancito anche dal re-cente parere del Consiglio di Stato espresso in adunanza plena-ria il 25 giugno 1992.

Page 54: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

54

Paola Ballesi

Poiché non ritengo sia questa la sede per profondermi in pro-blematiche settoriali, (in troppo note agli addetti ai lavori, con-cludo tuttavia con un appello per una urgente e improcrastinabilemessa a tema del ruolo delle Accademie di Belle Arti nella cul-tura del nostro Paese e per una necessaria riforma del loro ordi-namento, conditio sine qua non per la loro stessa sopravvivenza.Questioni di fondo peraltro già esemplarmente risolte da altrenazioni europee, dalle quali ci aspettiamo l’ennesima sferzatache riallinei l’Italia in una prospettiva culturale europea.

Page 55: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 56: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 57: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

57

Risposta 1

Non saprei, davvero, come rispondere, senza una premessa.Non mi ritrovo più tanto nel linguaggio della domanda. Ho smessodi fare politica attiva alla fine degli anni ’70, proprio perché quellinguaggio della democrazia burocratica - che era il nostro, e cioèdi una generazione sconfitta nella sua ipotesi di contestazionerivoluzionaria ed estrema - veniva a coincidere con la crisi di unmodo di vivere e di pensare. Dopo una breve parentesi (quelladel sogno di una comunicazione totale e immediata, nella prati-ca delle radio libere del Movimento), ho scoperto che occorrevauna lingua singolare e in diretta con l’esperienza, ed è stata lapoesia: la rilevazione della mancanza dell’esistenza nel formu-lario ideologico.

La politica e la cultura politica, l’informazione e i palinsestidello spettacolo televisivo, hanno i loro funzionari e i loro lin-guaggi, che ormai sembrano giungere da una lontananza siderale.Oppure da una prossimità così scardinante, da voler interrompere ilcontatto prima ancora che il messaggio sia finito. Non si tratta – purriconoscendo il nuovo di certi movimenti, di cene trasmissioni – diuna insofferenza estetica, ma di un ripudio ormai etico ecognitivo. Questi linguaggi sono in necrosi come i loro locutori,

Amici e nemici della parola

Gianni D’Elia *

* Poeta

Page 58: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

58

Gianni D’Elia

e la stessa opposizione è di fatto integrata (con rare eccezioni:vedi la passione chiara di Ingrao) in questa catastrofe. Che Baudoo Funari rappresentino oggi l’intellettuale organico e nazional-popolare, il mediatore tra non-sapere diffuso e masse, è una tri-ste nemesi che la corrosività di Gramsci avrebbe saputo senz’altroriconoscere, aggiustando il tiro dalla mediazione alla negazione,in tempi di uniformità indotta e planetaria. Credo che gli uniciintellettuali liberi rimasti, senza lavoro e senza nulla da perdere,siano oggi i poeti, e qualche scrittore per il quale la prosa è an-cora opera di poesia. Dobbiamo tornare ad amare le parole, perpoter tornare ad amare gli uomini e la loro svalutazione in mez-zo all’equivalenza dominante delle cose, dell’“immane raccoltadi merci” che succhia le vite. La politica e la cultura della Gine-stra leopardiana, il riconoscimento della necessità (il “veroamor”), del mutuo e veritiero limite del destino biologico: daquesta semplicità di linguaggio e di messaggio credo possa ri-partire una politica, anche una politica concreta che metta l’es-sere vivente e non le cose in primo piano.

Ci sono intellettuali, oggi, per questa ipotesi? Forse, il terre-no di battaglia vero di uno scrittore è soltanto la lingua. È quiche si prepara il nuovo, in questo mondo vecchio di nuovo noto,di nuovo finto e falso, di gergalità ripugnanti che doppiano lasciatteria delle vite consumate al lampo degli idoli predicati emercantili. È questo un impegno, un terreno politico che non bi-sogna mollare, per dirigersi nell’apparente luogo del politico isti-tuito e delle sue omologanti serialità vitali e verbalistiche. Lostesso impegno di disassimilazione della cultura dallo stato, chein epoca staliniana faceva scrivere al tartassato MandeI’Stamqueste righe profeti che anche per noi, succubi di ben altri ditta-tori oggettivi e impersonali: “Le differenze sociali e i contrastidi classe impallidiscono dinanzi alla divisione odierna degli uo-mini in amici e nemici della parola, in agnelli e capri. Dai nemi-ci della parola emana un impuro sentore caprino che avverto quasifisicamente. In questo caso è del tutto legittimo incominciare

Page 59: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

59

Amici e nemici della parola

dall’argomento che in ogni diverbio serio viene lasciato per ulti-mo: il mio avversario puzza”.

Questo, nella concretezza biografica, significa restare ai mar-gini dell’industria culturale, senza lavoro fisso, un po’ per sceltae un po’ per forza, in una sorta di libera e poverissima professio-ne, girando per letture e incontri, partecipando a convegni, eanche insegnando privatamente, collaborando a giornali e rivi-ste d’opposizione che pagano poco o affatto, facendo qualchetraduzione, cercando - sempre da esterni free-lance - di stampa-re i l ibr i che s i scr ivono. Una specie di indiv idual ismocontestativo, un dentro e fuori necessario, per tener stretto quellegame tra politica e cultura, realtà e opera, e forse più tra prati-ca e verità politica, tra pratica della cultura e verità della cultu-ra, in tempi di steccati omologanti e spettacolari.

Risposta 2 : Un modello appartato e policentrico

Ha scritto una volta Gian Carlo Ferretti, riflettendo sulla ri-presa culturale della provincia italiana, che nel “caso Marche” sipoteva riconoscere “un campione assai significativo per conti-nuità e consapevolezza”. Si parlava di riviste letterarie e di la-voro editoriale, e oggi possiamo constatare un incremento diquesto “campione regionale appartato e al tempo stesso policen-trico come pochi altri”, soprattutto in sede di ricerca letteraria,che è anche quella su cui meglio può venire da parte di chi scri-ve qui un parere.

Alle riviste nate nei primi anni ’80 (“Marka” ad Ascoli,“Lengua” a Pesaro, “Verso” a Macerata) se ne sono aggiunte al-tre nuove e di buon valore. Penso a “Cartolarla”, redatta tra Fanoe Urbino e stampata a Pesaro, e poi “Hortus” a Cupramarittima,“Profili” a Urbino, per citare solo quelle pubblicazioni che stan-no mantenendo le promesse di una continuità attenta e rinnova-ta. Così come a livello dell’editoria, al “Lavoro editoriale” di

Page 60: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

60

Gianni D’Elia

Ancona (che molto ha fatto per la nuova narrativa italiana, an-che a rischio poi di disperderne i valori e gli autori) si sono ag-giunte imprese più piccole, come è il caso della “Stamperia del-l’Arancio” e delle “Edizioni Sestante”, gravitanti nella provin-cia di Ascoli, o la “Quodlibet edizioni” di Macerata. È un bene ouna dispersione tutto questo fiorire di iniziative? È senz’altro unbene, che forse andrebbe però censito con attenzione, favorendomagari un confronto con incontri e convegni a livello regionalee centrale. Ma questo sarebbe compito delle istituzioni culturaliappunto regionali, dato che non si può imputare alla libera iniziativadi singoli e di gruppi un radicamento sul posto. Insomma, la disper-sione non e frutto del fare, ma semmai del non riunire e del nonattendere, da parte di chi ne avrebbe i mezzi e la funzione specifica,a una visione documentaria e attiva.

Non mi pare vi sia, nello svolgersi concreto della ricerca let-teraria marchigiana, ne localismo ne omologazione. Centro eperiferia sono categorie vecchie, poiché la qualità delle rivistenon autorizza un giudizio di minorità (Roma o Milano in questosenso non danno frutti altrettanto intensi, forse perché l’editoriamaggiore assorbe le energie in altra direzione che non la ricercadisinteressata e militante). Se mai, le difficoltà distributive del-la piccola editoria possono spingere, come nel caso di “Lengua”che conosco bene, a puntare su un editore specifico di poesiacome Crocetti di Milano. Lo spostamento della stampa non in-fluisce però sulla redazione della rivista, che resta pesarese epolicentrica, guadagnando in precisione e diffusione editoriale.

Risposta 3 : Una proposta specifica

Vorrei restare nell’orto letterario, perché non conosco a suffi-cienza il resto. È un limite, ma è così. Alle istituzioni regionalicentrali, e anche ad altri che lo vogliano, chiederei di occuparsidi un archivio della letteratura nelle Marche, almeno per ciò che

Page 61: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

61

Amici e nemici della parola

riguarda la letteratura contemporanea (riviste, convegni e ini-ziative locali, autori) e l’editoria di cultura. E inoltre, in una pra-tica attenta allo scambio nazionale ed europeo, di valorizzare lapresenza della ricerca letteraria corrente con un Convegno alme-no annuale sullo stato dei lavori, a cui invitare poeti e scrittori,critici e studiosi italiani e stranieri. E, poiché la poesia marchi-giana sembra godere di particolare buona salute, perché non pen-sare a un festival come quello di Recanati per la nuova musica ecanzone italiana: un festival di poesia annuale, una rassegna delnuovo e del meglio tutta da inventare, cui dovrebbe affiancarsiuna documentazione e una comunicazione costante anche deimezzi di informazione (anni fa la Rai delle Marche, con la rubri-ca radiofonica settimanale di “Residenza”, aveva iniziato un col-loquio con gli autori residenti, che tentarono un’apertura nazio-nale e non solo regionale); magari prendendo contatti con ini-ziative europee già avviate con successo, come il festival diRotterdam (già gemellato con il vicino a noi Folkfestival diFaenza, laboratorio di traduzione della poesia internazionale).

Page 62: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 63: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

63

Risposta 1

Prima di rispondere alla domanda posta inizialmente, non misembra inutile intervenire, sinteticamente, sulla premessa: ladebolezza attuale della sinistra italiana, del complesso delle for-ze progressiste ha origini lontane e vicine insieme, nel senso chetanto ci si è occupali di “modelli” politici e culturali spesso eso-tici quanto poco ci si è confrontati con la tradizione riformista,italiana, europea, occidentale. Lo stesso Partito Socialista si èrassegnato a r i fare i cont i assai tard i (e male) con lesoc ia ldemocraz ie, co i soc ia l ismi , co i labur ismi , co lliberalsocialismo di casa, e non solo di casa, col quarantennio diriformismo, soprattutto padano, che va dal 1882 (elezione diAndrea Costa in Parlamento) al 1922 e che ricomprende un arcodi forze socialiste, libertarie, radicali, repubblicane, con unamassa di realizzazioni, con un “welfare” magari municipale digrande e misconosciuta modernità ed efficacia, con un vero eproprio ceto politico e amministrativo che non si è mai più ripe-tuto agli stessi livelli, di consapevolezza anzitutto. Penso ancheal laboratorio politico della giunta capitolina di Ernesto Nathancoi vari Bonomi, Ruini, Montemartini, Rossi Dona, ecc. Anno1907.

Perché tanta apatia?

Vittorio Emiliani *

* Presidente della Fondazione Passini di Pesaro

Page 64: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

64

Vittorio Emiliani

Lo stesso discorso va fatto per il New Deal rooseveltiano chequalcuno ha “importalo” soltanto pochi anni or sono allorchél’America è stata un po’ meno demonizzata (adesso i clintonianiabbondano, fin troppo) e che, ironia o sarcasmo della storia, apezzi e bocconi era stato introdotto persino nella politica dellebonif iche mussoliniane da tecnici senza tessera, di nomePrampolini, guarda caso.

La crisi e lo sgomento attuali sono figli di una sorta difavolistica ideologizzante che per decenni ha irresistibilmenteattratto la Sinistra italiana impedendole di confrontarsi per tem-po coi dati reali di un Paese certamente disomogeneo, in partesviluppato e in parte no, e che però stava pur sempre in Europa,lì era entrato economicamente e politicamente, lì si stava comun-que integrando. Poi c’è stata un’altra favolist ica, di t ipopariecipazionista, con grandi, continue, capillari emulsioni e gin-nastiche assembleari scambiate per una forma “superiore” di de-mocrazia quando spesso si traducevano nella paralisi decisiona-le e nell’annegamento delle tante necessarie distinzioni fra poli-tica e amministrazione, fra politica e tecnica, e così via.

Ma vengo al tema della prima domanda: è vero, gli intellet-tuali si sono sovente ritraili da un impegno politico diretto colti-vando una loro dimensione professionale. Perché? In parte per-ché i partiti, invece di rinnovarsi e di aprirsi, si sono chiusi ge-stendo burocraticamente le proprie rendite di posizione ed evi-tando il più possibile apporti “disorganici”, non funzionali a que-sta logica di tipo “aziendale” e perciò stesso pericolosi. La poli-tica, ad ogni livello, e diventata mestiere da professionisti, an-che nella dimensione locale. Piccoli professionisti per lo più re-clutati nelle file del pubblico impiego, il settore che concedeva econcede tempo e disponibilità per le fatiche della politica cosìgestita. I dati forniti periodicamente da Corrado Barberis sono im-pressionanti: circa il 40 per cento dei sindaci è espresso dal pubblicoimpiego. Non solo, rispetto alle aperture dei drammatici anni ’70,anche i giovani sono fuggiti, si sono esclusi o sono stati esclusi dalla

Page 65: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

65

Perché tanta apatia?

rappresentanza politica, tant’è che i consiglieri comunali sotto i25 anni sono ripiombati ad un tombale 11-12 per cento del totale(mentre quella classe di età costituisce oltre un quinto dell’elet-torato).

Nel PCI è entrata profondamente in crisi la categoria degliintellettuali “organici”, nel PSI è durata pochi anni (l’esperienzadi “Mondoperaio” in cui sono emersi definitivamente gli Amato,i Giugni, i Ruffolo, ecc. insieme ai Cafagna, ai Galli della Log-gia, ai Salvadori, ai Pedone, ai Baratta, agli Spaventa, ai Rodotà)quella degli intellettuali “critici” teorizzati, sin dagli anni ’50,da Norberto Bobbio, schiacciati dalla macchina craxiana.

La sinistra italiana o ha usato gli intellettuali o li ha ricacciatinei loro studi, nelle loro biblioteche, cooptandoli ogni tanto, inordine sparso. Ma non è che dalle Università, dai centri dove sifa o si dovrebbe fare cultura, siano venute voci dialettiche, con-flittuali forti. Gli anni nei quali rapporto degli intellettuali piùavveduti, più informali, meno provinciali sarebbe stato essen-ziale per ripensare a fondo l’esperienza, tutto sommato, perden-te delle sinistre in Italia, sono stati sostanzialmente sprecati, sciu-pati in malo modo.

L’affermarsi delle TV, dei nuovi “comunicatori”, di giornalifortemente “drogati” sul piano dell’informazione (oggi, conrarisssime eccezioni, si assomigliano e si inseguono lutti, in modoimpressionante) ha come tritalo, emulsionato ogni giorno, ogniora, fatti, idee, persone, personaggi. La prima cosa da fare credosia proprio questa: sottrarsi a questa logica da “frullatore”, faredelle ricerche serie, pubblicare dei libri seri rifiutandosi di tra-sformarli in un evento da talk-show, nel “caso” che dura lo spa-zio di un mattino (e magari non arriva nemmeno al mezzogior-no), rifiutando di farsi usare. Anche dai partiti così come sono,anche dall’allettamento di un mediocre professionismo politico. Emagari riflettere, fare esperienze concrete nel modo più libero, piùautonomo, esperienze a termine, che possano essere un contributoad un modo diverso di intendere il rapporto fra cultura e politica,

Page 66: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

66

Vittorio Emiliani

politica e cultura. Un rapporto critico, dialettico, stimolante perchéconf l i t tua le , tendente a rompere la Grande Bonacciadell’assistenzialismo che demonizza il mercato ancor prima dicercare di regolarlo, di renderlo trasparente nella competizione,nella concorrenza; che garantisce in realtà l ’ immobil ismocorporativo. Da dove nasce Tangentopoli se non da un meccani-smo che esalta i partiti come “unico tessuto connettivo tra corpoelettorale, maggioranza, esecutivo, assessori, amministrazione”(cito un recente saggio di Sabino Cassese)? Non è soltanto ladebole moralità pubblica degli italiani a contare, è questo mec-canismo scelto nel ’46, con la Costituzione, che aggrava la co-siddetta “questione morale”, istituzionalizzando i partiti, renden-do indistinto il confine tra politica e amministrazione, provo-cando una commistione di compiti in cui tutti “cogestiscono enessuno dec ide” , rendendo prat icamente impossib i lel’autoriforma, la riforma dall’interno. Ragionare con grande li-bertà e pragmatismo su questo impianto fondamentale sarebbegià fare un passo avanti gigantesco. Forse è il momento, questo,in cui può nascere nel modo giusto un dialettico rapporto frapolitica e cultura.

Risposta 2

Le Marche, come gli Abruzzi, come le Puglie, sono un “plu-rale”, con tutte le potenzialità positive della diversità, ma purecon tutti i pericoli del ripiegamento campanilistico, della non-comunicazione tra città e città, fra paese e paese. Il localismodiviene inevitabile prigione se non riesce a ragionare nelle centocittà italiane e marchigiane in termini di “qualità”. Qualità dasviluppare ostinatamente, pazientemente, cocciutamente parten-do dal meglio delle tradizioni, delle sedimentazioni locali, e ten-tando di operarne una sintesi armonica e insieme autorevole alivello regionale per proporsi così, esemplarmente, in sede na-zionale e in sede europea Da questo punto di vista - lo dico da

Page 67: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

67

Perché tanta apatia?

regionalista convinto - la Regione Marche e molte delle sue so-relle, proprio perché figlie di partiti ormai chiusi in se stessi,malati di protezionismo burocratico, sbarrati alla dialettica be-nefica, hanno fatto “splash”, o “flop” (fate voi). Ha un bei ripe-terci l’americano Robert D. Putnam, studioso della “produttivi-tà” del nostro sistema regionale, che bisogna aver più pazienza,più ostinazione pragmatica, che lo Stato regionale non si creadal l ’oggi a l domani , e però, anche nel la sua d is taccatagraduatoria, la Regione Marche viene soltanto all’undicesimoposto, in coda al Centro-Nord ed appena prima del Sud. Posizio-ne media, tenuta coi denti, inadeguata al livello delle tradizioniciviche lontane alle quali lo studioso di Harvard fa risalire ilvantaggio del Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno.

Anche qui, nel rapporto col centro del Paese regioni come leMarche che avrebbero dovuto espr imere un potenz ia lecompetitivo ben maggiore, avrebbero dovuto tendere ad essere,in alcuni settori (e fra questi ci metto in primo piano la cultura),“esemplari”. In questo avrà giocato, rispetto all’Emilia-Romagna,alla Toscana, alla stessa Umbria, una disomogeneità che è di-ventata fragilità politico gestionale ( 11 giunte nelle Marche nelventennio 1970-90, contro le otto di Emilia e Toscana e le quat-tro dell’Umbria). Però l’amarezza di risultati nettamente infe-riori alle aspettative iniziali, del biennio di fondazione, resta,integralmente. Nella mia esperienza, rispetto a regioni molto piùvaste e non meno policeniriche, trovo a volte lunare lo stato dinon-comunicazione col quale mi scontro nelle Marche fra città ecittà, non dico fra Ascoli Piceno e Urbino, ma fra quest’ultima ePesare, e Fano, una non-comunicazione disarmante che bruciapotenzialità a non finire, ogni giorno.

Page 68: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

68

Vittorio Emiliani

Risposta 3

In parte ho già risposto. Vorrei soltanto aggiungere che in re-gioni come le Marche, piccole quanto ricche di “capitali” e“capitaline”, economicamente sviluppate ormai, dovrebbe esse-re possibile sperimentare forme di collaborazione tra pubblico epr ivato, f ra Stato-Chiesa-Ent i loca l i -az iende, davverod’avaguardia. Alcuni episodi lo comprovano. Purtroppo riman-gono episodi, non divengono un caso “esemplare” sul quale svi-luppare una politica che punti tutte le sue carte sulla “qualità”.Nelle Marche è possibile, per Rossini come per Raffaello, perPergolesi come per Leopardi, per tutta la rete delicata e formida-bile dei centri e dei borghi storici puntare dal “locale” (intesonel modo più colto) direttamente al mondo. Ma ci vuole una stra-tegia regionale che francamente non vedo ne intravvedo, almenoper ora. Se penso che per le fondazioni e associazioni culturalila Regione ha appena approvato una legge con la quale tutti ven-gono messi nello stesso calderone per concorrere a spartirsi (conquali criteri?) 400 milioni l’anno, provo, dal versante della Fon-dazione Rossini, un moto di sconforto. Se ci aggiungo che è sta-ta trovata senza copertura di sorta la legge per il Bicentenariorossiniano, mesi dopo averla approvata (in ritardo), lo sconfortodiviene pessimismo nero. Chi fa cultura nelle Marche a livellonazionale e internazionale deve dunque puntare su Roma e ma-gari su Bruxelles o su Strasburgo per non bloccare studi, ricer-che, pubblicazioni? Deve dare per scontato che nella regione noncontano praticamente nulla anni, decenni ormai di lavoro serio,serissimo riconosciuto per tale ovunque? Deve abbandonare, oemigrare?

Post-scriptum: qualche volta ho pensato “Ah, se Gioacchinofosse nato a Lugo e non a Pesaro, Bologna ci avrebbe dato benaltro ascolto, immediato, rispetto ad Ancona...”. Ma l’ho solopensato. Vorrei essere presto smentito. Dai fatti.

Page 69: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 70: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 71: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

71

Risposta 1

La formulazione della domanda sembra ispirata a un’idea diseparazione tra politica e cultura, nella quale la politica è vistacome esercizio di un potere che investe la vita, gli affetti e ildestino dei cittadini, ridotti nei suoi confronti alla condizione disudditi. Una sorta di potere cieco, sordo, egoista, che riproducesoltanto se stesso anche sotto parvenza di democrazia e di aper-tura. Si traila di un puro e assoluto potere perché separato, conpretesa di aulogiustificazione e autosufficienza. È inevitabile, insimile concezione della politica, che il rapporto della cultura conessa non possa esser visto se non in termini di separatezza e disubalternità. Nella separazione, considerata ineluttabile, tra po-litica e società, gli intellettuali sono considerati, nella doman-da proposta, come “necessari interpreti”, “portavoce”, o, in ognicaso, “un ‘tramite’ tra lo svolgersi della politica e la società”.Ad essi, considerati come intermediari tra due realtà separate -l’una, la politica, concepita alla stregua di una divinità-princi-pato, l’altra, la società civile, come il popolo suddito - si finisceper assegnare una funzione sacerdotale. Ebbene, se questa è larappresentazione della situazione reale dei rapporti tra politica ecultura in Italia negli ultimi cinquant’anni, posso concordare; ma se

Intellettuali, libere voci per la societàcivile?

Filippo Migrimi *

* Professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Macerata

Page 72: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

72

Filippo Mignini

tale posizione del rapporto configurasse invece lo schema idealedei rapporti tra politica e cultura, entro il quale si è invitati ariflettere e a rispondere, sarei costretto a dichiarare che esso èper me assolutamente estraneo e inaccettabile, perché io consi-dero espressione di una visione teocratica e feudale, al massimoprincipesca, dei rapporti tra politica, società civile e cultura. Talevisione è stata di fatto dominante, con alcune eccezioni, nellacultura italiana degli ultimi cinquant’anni, a destra, al centro e asinistra. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Posta tale pre-messa, vorrei svolgere quattro considerazioni.

1. Preciso che considero la politica non come fenomeno sepa-rato ma, comunque, espressione e funzione della cultura di unasocietà. Ogni società ha e non può non avere se non quella poli-tica che la sua cultura, intesa in senso ampio, ossia le credenze,i miti, la memoria storica, le conoscenze, la visione dell’uomo edel mondo consentono di avere. Tra società civile, cultura e po-litica vedo un rapporto di continuità e di necessaria determina-zione. Se la politica è espressione della cultura di una società, èevidente che non può essere modificata e rinnovata senza modi-ficare e rinnovare la cultura stessa. Dunque, se gli intellettualivengono considerati portavoce, interpreti ed espressioni dellasocietà civile presso la politica, è anche inevitabile che essi sia-no stati e continuino a concepirsi abitatori del palazzo e dellacuria, servi, giullari, saltimbanchi o, al massimo, vassalli e fun-zionari. Tuttavia, se questa è la condizione comune, e forse ine-vitabile, dei rapporti tra società e politica, si deve anche consi-derare che, per fortuna, la politica è soltanto una delle espres-sioni, anche se funzionale ed organica, della società civile e cheanche la vita di questa è comunque più ampia, più aperta allamutazione e alla rinascita, di quanto non sia e non possa esserela politica. Chi produce mutazione e rinascita nella società civi-le è colui che, soltanto, ha diritto a chiamarsi interprete e porta-voce di essa, non, tuttavia, rispetto alla politica e al suo potere,ma rispetto alla stessa società.

Page 73: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

73

Intellettuali, libere voci per la società civile?

2. In regime democratico, autenticamente democratico, l’istan-za di rinnovamento non va posta alla politica, ma alla stessa so-cietà:

non solo perché la politica è comunque espressione della so-cietà, ma anche perché una politica separala è incapace di inten-dere e accogliere qualunque istanza di rinnovamento. Questo vale,a maggior ragione, in un regime formalmente o realmente nondemocratico. Dunque, se vogliamo chiamare “intellettuale” - conun termine che non amo e del quale, anzi, diffido - l’autenticacoscienza critica della società, si deve ribadire che l’interlocutoreprivilegiato che egli ha di fronte a sé non e la politica, ma lastessa società. La ragione principale per cui interlocutore diun’autentica coscienza critica non può essere la politica è che,essendo tendenzialmente autoconservativa, questa tende a con-siderare ogni libero pensiero come pericoloso per la sua stabilitàe come potenziale o reale nemico. Non si da infatti esercizio cri-tico della coscienza senza libertà, senza la capacità di vedere ilati non visti delle cose, di leggere gli spazi bianchi tra le righe,senza il divino potere di intendere i silenzi, senza l’inclinazionea riconoscere il rovescio di una stoffa. L’autentico intellettuale èdunque il saggio, il veggente, il profeta che, tuttavia, grida perlo più nel deserto. E se è vero che la sua libertà costituisce illievito e il sale di una società, essa è anche considerala velenomortale dalla politica. Una secolare esperienza, tutta la storiadell’Occidente ci induce a non coltivare illusioni al riguardo.

3. Se tale è la funzione dell’intellettuale inteso come saggio,veggente ed udente, e chiaro che il primo e fondamentale pro-blema politico concernerebbe la formazione degli intellettuali.Dico “concernerebbe”, perché è ovvio che, essendo almeno ten-denzialmente conflittuale il rapporto tra politica e autentica cul-tura, non ci si dovrà attendere dalla politica l’interesse e la curaalla formazione di cittadini che siano autentici saggi, veggentied udenti. Piuttosto, la politica tenderà a istituire scuole che for-mino intellettuali omogenei ed organici rispetto ad essa, nonpotenziali critici ed eversori. Dunque, ancora una volta, sarà com-

Page 74: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

74

Filippo Mignini

pito della società civile accogliere, salvaguardare e svilupparela voce dei saggi, creando le condizioni che, se non la favorisco-no, la ostacolino meno possibile. Se nessuna scuola può produr-re saggi - essi sono prodotti dall’uomo e dal sole - si possonotuttavia trovare dei correttivi che contribuiscano a rendere gli“intellettuali” meno limitati, parziali e nevrotici, dunque tutt’al-tro che liberi e saggi. Mi permetterei di consigliarne uno, delresto già noto a qualche antico rabbino: non permettere che unuomo viva di solo intelletto, ma correggere con l’esercizio diuna attività manuale, di un lavoro fisico o di un mestiere, anchesaltuariamente svolto, i pericoli di separazione, astrattezza e ari-dità narcisistica quasi inevitabilmente implicati nel solo eserci-zio dell’intelletto. È per questo che non amo - e nella maggiorparte dei casi ne diffido - i professionisti dell’intelletto.

4. Vorrei concludere indicando un compito fondamentale a cuisono chiamati nel nostro tempo quelli che si occupano prevalen-temente o professionalmente di cultura. È un compito culturaleche, in quanto tale, è essenzialmente politico: dar forma a unnuovo assetto categoriale, a un nuovo modello di mondo che ri-sponda all’esigenza di cambiamento indicata dall’evoluzione del-le scienze (fisica, psicologia, psicanalisi) e dal confronto inevi-tabile e decisivo con le grandi culture storiche di una umanitàdivenuta villaggio globale. La revisione dei tradizionali modelliculturali dell’Occidente e delle tradizionali categorie (soggetto,sostanza, materia, spazio, tempo, storia ecc.) è un compito nonrinviabile perché è da esso che dipende sia un nuovo modo diessere dell’uomo nel mondo sia la comunicazione con le altreculture; e la comunicazione è, essenzialmente, un problema e unobiettivo politico. È dunque facendo anzitutto e con rigore il loromestiere che gli intellettuali potranno svolgere , nei decenni cheverranno, una funzione politica.

Page 75: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

75

Intellettuali, libere voci per la società civile?

Risposta 2

All’esperienza della realtà culturale delle Marche ho avutoun duplice accesso: qui sono nato e sono stato educato fino avent’anni; qui sono tornato come professore universitario a qua-ranta. In mezzo, venti anni di culture diverse, in campo naziona-le e internazionale. Mi trovo dunque a riconoscere alcuni aspettidella cultura marchigiana nelle fibre elementari dell’animo e, altempo stesso, a considerarla con mente educata alla diversità,incline a coltivare un modello di mondo per altri aspetti lontanoe alternativo. Il compilo al quale sono professionalmente chia-mato, come storico della filosofia, è quello di recuperare e ren-dere attiva la memoria dell’esperienza culturale dell’Occidente,per confrontare con essa e far reagire su di essa i problemi delnostro presente. Ora, nell’esercizio di tale lavoro, mi accade diproporre quotidianamente il confronto con la storia delle nostreidee e concezioni del mondo soprattutto a studenti marchigiani edi poter osservare, attraverso un campione ristretto e seleziona-to, le aperture, i bisogni, le attese, le resistenze rispetto a quel“diverso”, a quella “alterità” costituita da ogni autentica espe-rienza culturale. La proposta formativa è orientata all’aperturacritica verso il nuovo, quindi in seno opposto al campanilismo ealla colonizzazione. Nella maggior parte dei casi, le premesseformative necessario per compiere tale lavoro sono presenti; ladifficoltà principale che si oppone è di natura affettiva, è il lega-me incoscio alle originarie certezze e ai remoti sentieri su cui èaccaduto ad ognuno di costruire la propria identità. Con fattualeorganizzazione degli studi e dell’esperienza universitaria è mol-to difficile produrre mutazioni reali e profonde su questo piano,ossia autentiche esperienze culturali. A tale difficoltà sono daaggiungere anche le resistenze consapevoli e organizzate di for-ze culturali e di istituzioni contrarie a ogni eventualità di cam-biamento, a ogni circolazione di nuova vita.

Affinché un tale progetto di autentica esperienza culturale

Page 76: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

76

Filippo Mignini

possa essere realizzato nella nostra regione sono necessario al-meno le seguenti condizioni.

1. Organizzare la vita universitaria in modo tale che l’espe-rienza di studio compiuta dagli studenti non sia soltanto intellet-tuale e strumentale, finalizzata alla consecuzione di un diploma,ma sia anche un’esperienza affettiva, occasione di reale muta-zione e di crescita.

2. Accrescere la comunicazione tra Università e società civi-le, attraverso collaborazioni, scambi, integrazioni con le forzeculturali che operano nel territorio.

3. Creare nella società marchigiana una consapevolezza piùchiara e un’attenzione maggiore intorno al significato e al ruoloche possono svolgere le Università nello sviluppo della sua ci-viltà.

4. Creare le condizioni strutturali perché il maggior numeropossibile dei professori universitari decida di risiedere nella stes-sa regione. Finché le Università marchigiane, saranno prevalen-temente luoghi di passaggio, non potranno mai costituirsi dav-vero come centri di elaborazione e promozione culturale.

Risposta 3

La mia esperienza dell’amministrazione della cultura sul pia-no regionale è molto limitata e riguarda in particolare i due am-biti della formazione scolastica e della gestione pubblica di ini-ziative scientifiche e culturali. Per quanto concerne il primoaspetto, ho l’impressione che la preparazione impartita dallescuole medie e superiori - mi riferisco in particolare ai licei - siaadeguata e in alcuni casi ottima. Ho anche l’impressione che visia una buona attenzione ai problemi della formazione e dell’ag-giornamento degli insegnanti.

Per quanto concerne l’amministrazione pubblica della cultu-ra, credo che abbia prevalso finora la gestione politico-partiticarispetto a quella amministrativa; sotto questo profilo, la situa-

Page 77: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

77

Intellettuali, libere voci per la società civile?

zione marchigiana non sembra diversa da quella nazionale. Lapersonale esperienza mi ha posto in contatto con alcune lodevolieccezioni, nelle quali l’iniziativa e l’intelligenza di singoli indi-vidui riescono a supplire alle carenze della pubblica amministra-zione. Per ottenere un profondo cambiamento di mentalità al ri-guardo, credo che sia necessario agire intensamente nella socie-tà civile sul piano dell’informazione, dell’educazione ai dirittioltre che ai doveri, nella affermazione del principio di responsa-bilità personale dell’amministratore. È necessario promuoverequella elementare e fondamentale riforma politica che consistenel considerare la pubblica amministrazione e i pubblici ammi-nistratori come posti al servizio del cittadino e non il cittadinocome suddito al servizio dell’amministrazione. Detto in altri ter-mini, si tratta di compiere ogni sforzo possibile per far nascerein amministratori e amministrati un solido sentimento del pri-mato dell’interesse pubblico, o dello stato, rispetto all’interesseprivato, anche se organizzato. Favorire il cambiamento di men-talità in tal senso è un compito al quale non possono ulterior-mente sottrarsi quanti si occupano in modo professionale dellacultura, ossia del benessere della società.

Page 78: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 79: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

79

Risposta 1

Prima che ritirati, nel corso degli anni ottanta, gli intellettua-li si sono in genere sistemati nelle innumeri nicchie (celle d’al-veare) della società cosiddetta sistemica, o del nuovo terziariodi massa. Scaduto da decenni un esplicito mandato, sorpresi inuna terra di nessuno, fra gli impulsi dell’antagonismo e le fon-date seduzioni della complessità sociale, si sono vergognati delprimo (largamente praticato nel decennio precedente) come d’unvizio d’immaturità adolescente e hanno finito con l’accettare laseconda alla stregua di un approdo naturale. Non parlerei di pen-timento, e nemmeno di tradimento, ma delle piccole virtù deldisincanto e della assennatezza, di ciò che già Vincenzo Cuocodefiniva “i piccoli vizi della viltà, più distruttivi di quelli dellaferocia”. Gli ammutoliti e i forsennati televisivi, i chierici dellospecialismo e i mutanti dell’opinionismo, sono figure estremema non meno solidali della diade composta, da un lato, dalla ri-strutturazione capitalistica (una vera mutazione genetica) e, dal-l’altro, dalla lenta inesorabile obsolescenza d’una sinistra di clas-se ora chiusa in gesti e riflessi puramente difensivi, vorrei dire gergali,ora adescata (ma soltanto per essere lacerata, neutralizzata) entrol’orizzonte della governabilità che oggi è il nome, e con esso la

Complessità, antagonismo

Massimo Raffaeli *

* Critico letterario

Page 80: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

80

Massimo Raffaeli

tentazione, dello stato di cose presenti. (Di questo parla il piùbel romanzo del decennio, infatti un romanzo politico, Le mo-sche del capitale di Paolo Volponi). Dal mio sostanziale isola-mento non riesco a dire no a vedere altro, tanto meno a prefigurareuna qualche via d’uscita. Ne mi consolano particolari speranze,se non la convinzione che l’espandersi offensivo dell’area delprivilegio e la pauperizzazione di ceti finora immuni da bordatecongiunturali finiranno col proporre di nuovo e anche agli intel-lettuali le domande rimosse e obliterate. Da che parte stare, econ chi, e perché, se subire ancora lo strapotere dell’esistente ovolere altro. Altri referenti e destinatari, un altro senso per ilproprio operare, la tensione a capire ma anche a scegliere, a ri-fiutare; non la conciliazione preventiva e nemmeno una pax ar-mata ma una disponibilità che sappia essere intransigente. Delresto l’imperativo categorico (così ribadito da potersi stempera-re in senso comune) che sgronda dal video e dai fogli a stampanon è che un ossessivo e semplicissimo monito, a sfatare tantapresunta complessità: “Non c’e prospettiva, non puoi e non devimutare alcunché. Tu sci appena ciò che sci”. Tautologia che in-sieme nega memoria e progetto, liquidandoli nel momento in cuili simula nelle forme della proiezione e del puro resarcimenlopsicologico. E sono le terribili tempeste in un bicchiere cui ciobbliga la vita deprivata e divisa dalla politica, laddove l’altro èsolo simulacro e spettro dell’altro. Che smaltisce l’altro, pocoimporta se con pena o con euforia, senza averlo mai incontrato,davvero esperito. (Ricordo la notte del bombardamento di Bagdad,la luce verdeopaca della contraerea sullo schermo, i soprassalti d’or-rore e torpore cadenzati dallo zapping. Non una parola che non fos-se turpemente inadeguata, smarrita. Per tragico paradosso, verità esilenzio coincidevano. Come se nulla fosse stato vero). Dire di nonavere speranza e anzi in qualche modo di temerla equivale allora perme, in prima persona, a riconoscere uno stato di miseria intellettua-le, senza perciò contentarsene. Anche per questo ho in sospetto l’at-tuale forma-partito (che mi sembra spesso ridursi a gruppo d’ascolto

Page 81: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

81

Complessità, antagonismo

televisivo o a palestra per il ricambio delle élites accademiche eamminis t rat ive) così come non r impiango i l ch iuso deigruppuscoli gauchistes e il disordine ben presto ordinatissimodelle avanguardie artistiche. Ho invece in grande simpatia (col-laborando, quando posso) il frugare e fiutare, a volte anche ilringhiare, dei cani sciolti, cioè chi riesca ad acquisire identitànel limite, radicalmente consapevole, della propria miseria: leriviste autogestite, i cineclubs, le associazioni e i circoli di base,i volontari e quelli che si proclamano autoconvocati. Non ne de-duco alcuna metafisica e tanto meno, ora come ora, un progettoorganico. Si tratta per lo più di tentativi, a volte così ingenui edentusiasti da stringere il cuore. Ma sento (se none un modo d’il-ludermi per altra via) che lì, da quella rete senza margini visibi-li, può nascere qualcosa di vero e fondato. Comunque qualcosad’altro, che non siano solo merci o i fiori sciupati dell’illusione.

Risposta 2

Direi che il venir meno della secolare gerarchia fra centri eperiferie (parlo dell’ambito della letteratura, che conosco me-glio) ha liberato nelle Marche delle energie, ha consentito l’iden-tificazione di notevoli talenti che in altra epoca sarebbero emi-grati e avrebbero cancellato ogni rapporto con la regione, ol’avrebbero mantenuto per pura superstizione emotiva. Penso alnumero davvero imponente di r iviste mil i tanti (“Marka”,“Lengua”, “Verso”, “Hortus”, “Cartolaria”), alla nascita di unacasa editrice quale “II lavoro editoriale”, molto attenta alla pro-duzione giovanile, al precisarsi di fisionomie poetiche ormai certe(Tiziana Alberti, Gianni D’Elia, Eugenio De Signoribus, Fran-cesco Scarabicchi), al lavoro di scrittori come Claudio Piersanti,Clio Pizzingrilli e Gilberto Severini. Ciò è potuto avvenire, fuo-ri delle sedi istituzionali e ai margini dell’industria culturale,perché un limite geografico-storico (un relativo sottosviluppo, la

Page 82: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

82

Massimo Raffaeli

provincia, la siepe leopardiana) è stato accettato fino in fondo (inassenza di alibi rusticani ovvero di camuffamenti metropolitani)e perciò trasformato in un valore, in un punto di forza. Quel cheintuì per primo Franco Scataglini parlando di residenza , e for-nendone uno straordinario esempio: “(...) io ho cercato di mette-re come si suoi dire a punto la premonizione che portavo in medell’idea di residenza, e che mi viene da un passo di Adorno incui esplicitamente si parla di intellettuale residenziale in rela-z ione al rapporto d i Kant con la sua piccola Könisbergprefigurante, come in una miniatura, il sogno della conciliazio-ne. Per inverarsi la conciliazione deve investire il piano dellapraxis e liberare dalla rimozione ciò che la ratio dominante la-scia cadere fuori di se stessa perpetuando la struttura alienantedell’uomo. Ora, il tema della residenza ritaglia ed enucleametaforicamente solo un parziale (almeno in apparenza) di talevasta ed impervia questione ridomandando il senso del rapportodell’uomo con il mondo. Dove vivi ogni giorno e ciò di cui vivicostituisce con il tuo corpo la tua identità profonda: un luogoalienato, si capisce, come tutti i luoghi della terra, senonchél’alienazione e dell’uomo e nei luoghi, anche i più desolati, c’èsempre un’ombra di beatitudine immemore”. Non aggiungereial t ro. Certo, lo spett ro c ler icale di Monaldo con quel loconfindustriale delle Marche linde e pinte (quasi un piccolo Giap-pone) non è affatto estinto, ma è comunque segnata una diversavia. Una via diversa.

Risposta 3

Non ho eccessiva simpatia per il lessico corrente, ci sento ilnuovo latinorum della razionalizzazione capitalistica, anche semi rendo perfettamente conto che si tratta d’una fatalità: pensoal semiabbandono in cui versano i pubblici e soprattutto civicipatrimoni librari, allo sconcio, per proterva indifferenza, d’un’an-tica biblioteca come la “Benincasa” di Ancona. Non mi interessa

Page 83: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

83

Complessità, antagonismo

però tanto o solo la crescita dello standard, la migliorìa dell’of-ferta, l’efficienza del servizio all’utente, cose che peraltro pre-sumo inevitabili, desiderabili. Proprio perché non è solo que-stione di management, di delega e verifica della delega, e nem-meno d’un’astratta questione di qualità, ma ancora, inevitabil-mente, del senso, della direzione, della tensione partecipabile inquella qualità, in quella ricchezza sociale. Provo a renderlo espli-cito con una diretta esperienza, un frammento del mio personaleromanzo di formazione. Una ventina d’anni fa, ginnasiale, anda-vo a fare i compiti a casa di mio nonno, un vecchio calzolaiocomunista. Mi chiedeva spesso cosa facevo e leggevo, ma sem-pre ne usciva deluso, quasi stupito: versioni, pagine di manuale,qualche libro preso a prestito (senz’altro London e Conrad, mamio nonno detestava sia l’avventura che il mare). Quello stuporemi infastidiva e io lo snobbavo; la sua biblioteca (se posso chia-mare così una mensola della cucina) conteneva invece appenauna fotostoria di Togliatti, un volume spaiato delle opere di Stalin,opuscoli politici e qualche agenda di partito. Un giorno mi disseche aveva un regalo per me e intanto, precedendo la domandacon la strizzata ironica degli occhi, buttò li: “Lo conosci Con-cetto Marchesi?” E prevedendo il no della risposta tirò fuori unacopia (comperata su consiglio di qualcuno, trafugata in sezione,non l’ho mai saputo) della Storia della letteratura latina. Il donoprima mi indispose, mi imbarazzò, alla fine mi insospettì. Cer-cai nella fornitissima (debbo ricoscere, funzionalissima) biblio-teca del liceo. C’era, ma intonso, nessuno lì l’aveva mai aperto.Che quel vecchio libro si sia poi mutato in oggetto di cullo, cheio sia divenuto un letterato, un uomo di sinistra, è una storia tut-ta mia, appunto una questione privata. Ma non lo è affatto il sen-so, la separatezza e tensione nel concomitare di quel doppio or-dine della cittadinanza, lo choc che può, che occorre continui aprodursi tra l’arsenale dei pensieri sovrani e la struggente bi-blioteca di un calzolaio.

Page 84: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 85: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

Appendice

Page 86: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 87: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

87

Art. 1 - Costituzione e finalitàÈ costituita una associazione senza fini di lucro denominata

“Istituto Gramsci Marche” per lo sviluppo del patrimonio criti-co, teorico e storiografico del movimento operaio, nel quadrodella cultura democratica del Paese; l’Istituto Gramsci svolgequesta attività proponendosi di valorizzare ed approfondire ilcarattere problematico di questo patrimonio nel pieno rispettodella libertà e dell’autonomia della ricerca intellettuale e dellaproduzione scientifica.

In questo spirito, l’Istituto Gramsci intende promuovere lecondizioni per un confronto di idee permanente ed aperto fra stu-diosi di diverso orientamento progressista e riformatore, promuo-vendo studi, ricerche, corsi di formazione e altre iniziative di-dattiche e culturali.

Nell’ambito dell’associazione è istituito il Centro di documen-tazione e ricerca sui beni culturali il cui funzionamento è rego-lato dall’Allegato A al presente statuto.

L’associazione “Istituto Gramsci Marche” ha sede in Anconae svolge la sua attività nell’ambito della Regione Marche.

Statuto dell’Istituto Gramsci Marche

Page 88: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

88

Istituto Gramsci Marche

Art. 2 - I SociI soci concorrono all’attuazione degli scopi dell’Istituto, col-

laborano alla realizzazione del programma di lavoro e sono te-nuti a versare la quota annuale (o pluriennale) di associazione.

L’ammissione dei soci è deliberata, su richiesta, dal comitatodirettivo.

In caso di mancato pagamento di almeno due annualità dellaquota associativa o di ingiustificata assenza ad almeno tre sedu-te consecutive dell’assemblea ordinaria, il comitato direttivo puòdecidere la decadenza dei soci.

Art. 3 - Patrimonio e proventiII patrimonio dell’associazione è costituito:a) dai versamenti dei soci e da contributi di enti pubblici e

privati, associazioni, sindacati, partiti;b) dai beni mobili ed immobili, titoli o rendite che potranno

pervenire all’associazione per donazione o per qualsiasi molo;c) dai proventi derivanti dalle proprie attività e in particolare

da quelle svolte dal Centro di documentazione e ricerca sui beniculturali, da contraili di ricerca, da studi commissionali all’Isti-tuto, dalla rendita dei beni e dalla vendita delle pubblicazioni.

Nella ipotesi di estinzione i beni dell’associazione sarannodevoluti, con delibera dell’assemblea dei soci, ad enti, anche difatto, con fini analoghi, a partiti o a sindacati.

Art. 4 - Organi dell’associazioneSono organi dell’associazione:l’assemblea dei soci; il presidente; il comitato di consulenza;il comitato direttivo e il suo direttore.

Art. 5 - L’assembleaL’assemblea è costituita da tutti i soci:delibera validamente in prima convocazione con la presenza

Page 89: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

89

Statuto

dei due terzi dei soci, in seconda convocazione qualunque sia ilnumero dei presenti.

Perle modifiche dello statuto, è necessaria la presenza dei dueterzi dei soci, convocati con espressa voce nell’o.d.g. della se-duta, nonché il voto favorevole della metà più uno dei presenti.

Spella all’assemblea:- l’indirizzo e la valutazione della politica culturale dell’Isti-

tuto;- l’approvazione delle linee di lavoro e dei programmi di ri-

cerca elaborati e proposti dal comitato direttivo;- l’approvazione del bilancio preventivo e consuntivo redatti

dal comitato direttivo;- l’elezione del presidente;-la nomina e la revoca dei membri del comitato direttivo previa

determinazione del loro numero (con le modalità stabilite dallastessa assemblea);

- la istituzione di gruppi di lavoro e ricerca e di sezionidecentrate;

- fissare la quota annuale di associazione dell’Istituto. L’as-semblea si riunisce di regola una volta all’anno in seduta ordina-ria e in seduta straordinaria tutte le volte che sia necessario, sudecisione del Presidente o su proposta di almeno un terzo deicomponenti l’assemblea medesima.

Art. 6-11 presidenteII presidente è l’organo di rappresentanza dell’Istituto. Dura

in carica tre anni ed è rieleggibile. A lui spetta:- convocare e presiedere l’assemblea dei soci, fissando l’or-

dine del giorno;- controllare l’esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea;- rappresentare l’associazione di fronte ai terzi e in giudizio;- partecipare senza diritto di voto alle riunioni del comitato

direttivo.Il presidente, le cui funzioni sono svolte dal direttore in caso

Page 90: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

90

Istituto Gramsci Marche

di sua assenza o di impedimento, è eletto dall’assemblea dei soci,che nell’occasione sarà presieduta da un socio designato sedutastante.

Art. 7 - 11 comitato di consulenzaII comitato di consulenza è composto da collaboratori del-

l’Istituto Gramsci Marche ed ha il compito di contribuire all’ela-borazione delle linee generali e degli indirizzi culturali di fondodell’associazione.

Il comitato di consulenza è presieduto dal direttore che loconvoca almeno una volta ogni anno.

La carica di membro del comitato è gratuita.

Art. 8-11 comitato direttivoII comitato direttivo, che dura in carica tre anni, è l’organo di

direzione collegiale dell’Istituto, e decide sulle iniziative di ca-rattere generale. Decide, nell’ambito delle possibilità di bilan-cio dell’Istituto, sull’assunzione di collaboratori fissi che ne as-sicurino lo svolgimento delle attività culturali e di ricerca. Am-ministra i fondi dell’Istituto. Nomina il comitato di consulenza.Decide, per ogni atto di straordinaria amministrazione che noncomporti modifica di statuto. Decide sulla pubblicazione dei la-vori dell’Istituto.

È convocato dal direttore, che fissa l’o.d.g.II comitato direttivo nomina tra i suoi membri il direttore che

dura in carica tre anni ed è rieleggibile.Per la gestione di settori particolari di ricerca il comitato di-

rettivo può delegare uno dei propri componenti o un sottogruppodi due o più membri.

Art. 9 - Rapporti e collegamentiL’Istituto, nel pieno rispetto della propria autonomia cultura-

le, organizzativa e finanziaria, ricerca le forme più opportune dicollaborazione con altre istituzioni culturali e le eventuali forme

Page 91: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

91

Statuto

di coordinamento con la Fondazione “Istituto Gramsci” di Romae con gli altri “Istituti Gramsci” diffusi sul territorio nazionale.

Page 92: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

92

Istituto Gramsci Marche

Art. 1 - È istituito, per iniziativa dell’Istituto Gramsci Mar-che, il Centro di documentazione e ricerca sui beni culturali.

Il Centro ha sede in Ancona, nei locali di Via Cialdini 41 esvolge la sua attività nell’ambito della Regione Marche.

Art. 2 - II Centro si propone di sostenere l’iniziativa voltaalla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali.

In particolare cercherà di approfondire gli aspetti istituziona-li connessi con le politiche dei beni culturali, sollecitando il con-tributo degli esperti, dei tecnici e di quanti sono professional-mente impegnati nella produzione, nella organizzazione e nellatrasmissione di cultura.

Art. 3 - II Centro ha i seguenti compiti specifici:- organizza sull’argomento indagini, ricerche e studi, mostre

e convegni, seminari ed altre iniziative;- promuove l’organizzazione di corsi di formazione e di ag-

giornamento professionale;- sviluppa scambi culturali con istituzioni ed associazioni ope-

ranti in questo campo;- allestisce un’apposita sezione documentaria;- istituisce borse di studio e premi a favore di studenti e stu-

diosi;- cura la divulgazione delle conoscenze acquisite e delle ini-

ziative promosse, attraverso attività editoriali;- svolge il complesso di queste funzioni anche per conto di

enti pubblici e privati.

Allegato ACentro di documentazione e ricerca sui beni culturali

Page 93: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

93

Statuto

Art. 4 - L’Istituto Gramsci Marche provvede al finanziamentodell’attività del Centro mediante propri stanziamenti, con i con-tributi volontariamente erogati da altri enti e da privati, nonchécon i proventi derivanti dalle attività e dai servizi svolti dal Cen-tro e dalle sponsorizzazioni.

Art. 5 - Sono organi di gestione del Centro: a) il comitato digestione; b) il comitato scientifico; e) il coordinatore.

Art. 6 - Il comitato di gestione è composto da:a) il coordinatore scelto dal direttivo dell’Istituto Gramsci,

tenendo conto della competenza, capacità professionale, espe-rienza;

b) il presidente del comitato scientifico;e) quattro (o più) rappresentanti nominati dal comitato scien-

tifico, scelti al suo interno o esterni ad esso.I componenti del comitato di gestione e il coordinatore dura-

no in carica tre anni. Restano comunque in carica fino alla nomi-na dei successori. Essi sono rieleggibili.

I componenti del comitato di gestione non percepiscono com-pensi per l’attività svolta, salvo il rimborso delle spese sostenu-te per compiti di istituto.

Art. 7 - Al comitato di gestione spetta:- l’approvazione, in base alle proposte del comitato scientifi-

co, del programma pluriennale e annuale riguardante l’iniziativae l’attrezzatura del Centro;

- la predisposizione e l’approvazione del bilancio finanzia-rio;

- la trattazione di ogni altro problema attinente la vita e l’or-ganizzazione del Centro.

Art. 8 - Il coordinatore ha compiti di rappresentanza e di dire-zione culturale dell’attività del Centro.

Page 94: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

94

Istituto Gramsci Marche

Il coordinatore: a) convoca il comitato di gestione; b) partecipaalle riunioni del comitato scientifico; e) provvede all’esecuzio-ne delle deliberazioni degli organi del Centro.

Art. 9 - Il comitato scientifico del Centro è composto da unnumero variabile di componenti, non inferiore a 6, scelti tra esper-ti e personalità della cultura, delle professioni, delle istituzionidelle Marche e di altre regioni.

Il comitato scientifico resta in carica 3 anni.Il comitato scientifico nomina nel proprio seno il presidente.Alle riunioni del comitato scientifico, convocate per iniziati-

va del presidente, partecipa il coordinatore del Centro e possonoparteciparvi i membri del comitato di gestione.

Spetta al comitato scientifico:a) discutere e proporre gli indirizzi culturali e le iniziative

che informeranno il programma e l’attività del Centro;b) esprimere parere su ogni altro problema che gli venga sot-

toposto dal comitato di gestione.La partecipazione al comitato scientifico non comporta com-

pensi, salvo il rimborso delle spese sostenute per compiti di isti-tuto.

Art. 10 - Il comitato di gestione si riunisce di norma due vol-te all’anno e ogni qual volta il coordinatore lo ritenga necessarioo quando ne sia fatta richiesta scritta da almeno un terzo dei suoicomponenti.

La convocazione è fatta mediante invito scritto (o comunica-zione telegrafica) almeno 48 ore prima della riunione.

Le decisioni sono adottate a maggioranza assoluta dei pre-senti.

I verbali delle riunioni sono trascritti in ordine cronologicosu apposito registro e sottoscritti dal coordinatore o dal segreta-rio, prescelto tra i membri del comitato di gestione.

Page 95: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 96: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

96

Gli organismi

Massimo Paci - PresidenteRodolfo Dini - DirettoreComitato direttivoAroldo Cascia - InsegnanteFerdinado Cavatassi - Responsabile “Biblioteca e Archivio”Vito D'Ambrosio - MagistratoPatrizia David - Docente della Facoltà di Economia e Commer-cio, Università di AnconaViviana De Marco - InsegnanteGabriele Ghiandoni - Docente della Facoltà di Matematica,Università di UrbinoPaolo Londrillo - Dirigente della Giunta regionaleSimona Mecozzi - Laureata in statisticaGabriele Moroni - Docente del Conservatorio di Musica “G.Rossini” di PesaroMassimo Papini - Direttore dell’Istituto regionale per la Storiadel movimento di liberazione nelle MarcheRenato Pasqualetti - InsegnantePiero Petrelli - Consigliere nazionale del CNELFiorangelo Pucci - InsegnanteNazzareno Rè - Presidente regionale dell'ARCI-NOVAPaola Santoncini - Dirigente ufficio legislativo del Consiglioregionale.

Debbono ancora essere eletti gli altri organismi previsti dalloStatuto di recente modificato.Entro l’anno sarà insediato il comitato scientifico del “Centrodi documentazione e di ricerca sui beni culturali”.II comitato direttivo ha inoltre deciso di costituire due specificigruppi di lavoro: il primo sulla “riforma della politica”, il se-condo sulle “politiche femminili”.

Page 97: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

97

Le strutture documentarie

Nella sede di via Cialdini n. 41, ha trovato sistemazione, da piùdi un anno, la "Biblioteca e archivio del Pds", ormai organica-mente inserita nell'attività dell'Istituto.

Il patrimonio documentario comprende:- La biblioteca con circa 11.000 titoli;- L’emeroteca con 432 collezioni di giornali, riviste e periodici;- L’archivio che raccoglie tutti i documenti, di qualsiasi tipo eprovenienza, pervenuti principalmente alla Federazione diAncona e al Comitato regionale del Pci e del Pds, a partire dal1944;- La fototeca con circa 4.000 fotografie;- La raccolta di documentazione storica, con circa 200 docu-menti di memorie, testimonianze, ricordi, autobiografie, lettere,dagli anni precedenti l'avvento del fascismo fino alla Resistenza;- La raccolta dei dati elettorali;- La raccolta di filmati e registrazioni su nastro.La “Biblioteca e archivio” dispone di una sala di lettura, di ca-taloghi per autore e per materie, di schedari e glossari cherendono facilmente consultabile il materiale documentario.

Da settembre, orari di apertura:Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdìore 16.00 - ore 19.00

Page 98: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 99: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

99

Ancona, Palazzo Bosdari, 29 maggio 1982Inaugurazione dell’Istituto Gramsci delle MarchePresiede: Renato BastianelliRelazione: Massimo PapiniPartecipano: Walter Tega, i Soci fondatori: Roberto Boltri,Ernesto Cantelmo, Vito D’Ambrosio, Roberto Orena, GiovanniPalmini, Massimo Papini, Pasquale Salvucci, Mario Sbriccoli,Luigi Trivellizzi, Paolo Volponi.

Ancona, Sala della Provincia, 24 febbraio 1983Karl Marx cento anni dopoTavola rotondaRelatori: Massimo Brutti, Riccardo Faucci, M. Alfonso Jacono.

Ancona, Parlamentino della Camera di Commercio, 25 ottobre1983A cinque anni dalla elezione di Karol Wojtyla. Rilancio di unpontificatoTavola rotondaPartecipano: Piergiorgio Mariotti, Paolo Sorbi.

Ancona. Aula Magna del Rettorato, 3-4 febbraio 1984Quale lavoro quale sviluppoConvegnoRelazione: Rotando Burattini e Giovanni PalminiPartecipano: Laura Balbo, Carla Barbatella, Carlo Carboni, Gio-vanni Garofo lo, Antonio Let t ier i , Massimo Paci , LauraPennacchi, Matteo Rollier, Mario Sbriccoli, Paolo VolponiConclusioni: Pietro Ingrao.

Attività svolta (1982 - 1993)Convegni, seminari, conferenze, dibattiti, tavole rotonde

Page 100: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

100

Istituto Gramsci Marche

Fano,Sala San Michele, 7 dicembre 1984II costo dell’intermediazione bancaria per la piccola impresaIncontroCoordina: Ernesto CantelmoPartecipano: Francesco Lobate, Antimo Venturelli, Angelo Guer-ra, Andrea Rodano, Carlo Licastro, Alfonsino Badini, Aldo Da-nesi.

Ancona, Parlamentino della Camera di Commercio, 11 dicembre1984La questione dei “pentiti” e il problema della criminalità or-ganizzataTavola rotondaPresiede: Mario SbriccoliPartecipano: Vito D'Ambrosio, Pier Paolo Casadei Monti, Lu-ciano Violante.

Ancona, Parlamentino della Camera di Commercio, 20 marzo1985Cultura, classe operaia e forze intellettuali nella fase apertadalla rivoluzione scientificaConferenzaRelatore: Mario Tronti.

Ancona, Palazzo degli Anziani, ottobre 1986Agricoltura, ambiente e sviluppo nelle MarcheGiornate di studio per quadri del movimento contadino23 ottobre:II quadro della ricerca e i suoi obiettiviIntroduzione: Franco SotteAspetti agronomici, zootecnici e forestaliRelatori: Mauro Gaggiottini, Carlo Magliela, Giuseppe BordoniConclusioni: Giovanni Cannata

Page 101: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

101

Attività svolta (1982 - 1993)

Assetto idrogeologico e urbanistico territorialeRelatori: Torquato Nonni, Antonio Minetti30 ottobre:I problemi chimico sanitariRelatori; Gisberto Pacioni, Roberto Amici, Muriella MartiniLe conseguenze economiche e socialiRelatori: Paola Magnarelli, Ilario F amaretto. Franco SotteIntervento di chiusura: Alessandro Bartola.

Ancona, Sala della Provincia, 5 dicembre 1986Ripensare le regioni. Una riflessione critica dall’interno del-la Regione MarcheTavola rotondaCoordina: Giancarlo VitellaPartecipano: Augusto Barbera, Marco Cammelli, Massimo Paci,Giorgio Pastori.

Ancona, Mediateca delle Marche, febbraio - marzo 1987Donne e scienza. Un percorso al femminileCiclo di conferenze. Patrocinio del Comune di Ancona19 febbraio – La questione delle donne e della scienza: dalriformismo alla rivoluzione?Relatrice: Elisabetta Donini16 marzo – Ambiente e donne, dopo ChernobylRelatrice: Mercedes Bresso27 marzo – Produzione, riproduzione e nuove tecnologieRelatrice: Paola M. Manacorda.

Fermo. Aula magna dell’ITI “Montani”, febbraio-maggio 19871987. Anno internazionale dell’ambienteCiclo di conferenze. In collaborazione con la Lega AmbienteFermano Calzaturiera e la Sezione di Chimica-ecologica-sanita-ria dell'ITI "Montani". Patrocinio della Cassa di Risparmio diFermo

Page 102: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

102

Istituto Gramsci Marche

20 febbraio. L’ecologia oggi. Relatore: Ermete Realacci20 marzo. Uomini e risorse. Relatore: Walter Canapini14 aprile. L'evoluzione delle scienze fisiche.Relatore: Marcello Cini19 maggio. La questione energetica. Relatore: Gianni Mattioli26 maggio. L’evoluzione delle scienze chimicheRelatore: Giorgio Nebbia.

Fermo, Sala degli Incontri, aprile-maggio 1987Gramsci e la storia d’ItaliaCiclo di conferenze29 aprile - Il Risorgimento. Relatore: Innocenza Cervelli14 maggio - La questione meridionale, relatore: IsidoroMortellaro22 maggio - Le tesi di Lione. Relatore: Giuseppe Vacca.

Ancona, Mediateca delle Marche, 15 maggio 1987Dalle marche alla RegioneSeminario sui materiali consegnati all’editore Einaudi per il vo-lume della Storia d’Italia dedicato alle Marche. Patrocinio delConsiglio e della Giunta regionale.Relazioni: Lucio Gambi, Sergio Anselmi, Michele Dean, Dona-tella Fioretti, Paola Magnarelli, Ercole Sori, Carlo ZacchiaPartecipano: Girolamo Allegretti, Franco Amatori, Micael Blim,Viviana Bonazzoli, Carlo Carboni, Nando Cecini, MarianoGuzzini, Anna Maria Mancini, Marco Moroni, Sergio Petrelli,Roberto Rossini, Patrizia Sabhatucci Severini, Alvaro Valentini,Carlo Verducci, Carlo Vernelli, Gianni Volpe.Interventi conclusivi: Massimo Paci, Corrado Vivanti, CarmineDonzelli.

Page 103: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

103

Attività svolta (1982 - 1993)

Località varie, 6-8 ottobre 1987Incontri sui temi della giustizia e del nucleareMacerata, Università degli studi, 6 ottobreLa questione della giustiziaRelatore: Massimo BruttiFano, Sala del Consiglio comunale, 8 ottobreLa questione del nucleareRelatore: Eugenio Tabet.

Pesaro, Sala del Consiglio provinciale, 12-13 novembre 1987Gramsci nel dibattito politico e culturale del dopoguerraSeminario. In collaborazione con il Comune di Pesare e la Pro-vincia di Pesaro-UrbinoRelatori: Giuseppe Vacca, Gianni Francioni, Domenico Losurdo,Jacques Texier, Gian Mario Cazzaniga, Rocco Cerrato, GiorgioBaratta, Gunther Trautmann, Andre Tosel.

Ancona, Sede dell'Istìtuto Gramsci Marche, 16 novembre 1987Presentazione della rivista "Reti - Pratiche e saperi di donne"Introduzione: Gloria Buffo.

San Benedetto del Tronto, Aula Consiliare, dicembre 1987 -gennaio 1988La vita nuova. Scienza, istituzioni, morale di fronte alla pro-creazioneIn collaborazione con il Comune di San Benedetto del Tronto4 dicembre - Processi naturali e tecnologie riproduttiveConferenza dibattitoRelatrice: Elisabetta Donini11 dicembre - Frontiere della vita e confini del dirittoConferenza dibattitoRelatore: Luciano Violante*La prevista tavola rotonda con Silvia Costa, Elena Marinucci eLivia Turco non si è più svolta.

Page 104: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

104

Istituto Gramsci Marche

Recanati, Aula magna del Comune, 5-6 febbraio 1988Gramsci e la letteratura dell’OttocentoConvegno. In collaborazione con la Dirczione nazionale e ilComitato regionale del PCI. Patrocinio del Comune di Recanati5 febbraio - Gramsci - Leopardi: due anniversariIntroduzione generale: Pino FasanoRelazione: Guido GuglielmiTavola rotonda con: Stefano Gensini, Guido Guglielmi, RomanoLuperini, Giuseppe Vacca, Paolo Volponi6 febbraio: L’Ottocento di GramsciRelazioni: Carlo Muscetta, A. L. De Castris, Umberto Carpi, Fi-lippo Bottini, Tullio De Mauro, A. M. Cirese, Luigi Pestalozza,Cioncarlo FerrettiIntervento conclusivo: Giuseppe ChiarantePartecipano: Giorgio Baratta, Novella Bellucci, Cesare Bermani,Fabiana Cacciapuoti, Franco Coggiola, Gualtiero De Santi, Gio-vanni Giudici, Giuliano Gramsci, Giulio Latini, Vanni Leopar-di, Mario Lunetta, Giacomo Magrini, Cioncarlo Mazzacurati, Su-sanna Marcomeni, Poppino Marotto, Antonio Melis, CorradoMorgia, Fabio Mussi, Tom Nairn, Franco Ottolenghi, UmbertoPiersanti, Mimma Paulesu Quercioli, Sandro Portelli, AmedeoQuondam, Giovanni Raboni, Antonio Santucci, Francesco Tataro,Valeriana TrubbianiIn questa sede non si da conto delle numerose iniziative collateraliche hanno accompagnato le due giornate di Convegno.

Fermo, Aula magna dell’ITI “Montani”, 7 - 21 marzo 1988Le Marche. Un libro di storiaCiclo di conferenze. In collaborazione con l’Istituto TecnicoIndustriale "Montani" di Fermo7 marzo - Un profilo di storia regionale: Padroni e ContadiniRelatore: Sergio Anselmi14 marzo: Società e politica dall'unità ad oggiRelatrici: Donatella Fioretti e Paola Magnarelli

Page 105: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

105

Attività svolta (1982 - 1993)

21 marzo: Dalla manifattura alla fabbricaRelatori: Franco Amatori e Patrizia Sabbatucci SeveriniCoordinatore: Carlo Verducci.

Ancona, Aula del Caminetto di Palazzo degli Anziani, marzo -maggio 1988Gramsci e i classici della sociologiaCiclo di conferenze . In collaborazione con la Facoltà di Econo-mia e Commercio dell’Università di Ancona. Patrocinio dell’Am-ministrazione provinciale di Ancona2 marzo - Marx e GramsciRelatore: Umberto Cerroni23 marzo - Durkheim e GramsciRelatore: Alberto Izzo5 maggio Weber e GramsciRelatore: Alessandro CavalliCoordinatore: Massimo Paci.

Ancona, Mediateca delle Marche, 7 dicembre 1988Presentazione del nuovo settimanale “Avvenimenti”Partecipano: Giuseppe de Lutiis, danni Orlandi, Vittorio Parola,Lea PenouelPresiede: Rodolfo Dini.

Macerata, Aula I dell'Università. 31 ottobre 1989Gorbacev e la sinistra europeaCarmino Fotia intervistaGiuseppe Vacca, autore del libro "Gorbacev e la sinistra europea".

Ancona, Sala del consiglio dell’ESAM, 13 novembre 1989La risorsa agroverdeGiovanni Cerreti intervistaMarcello Stefanini, autore del libro “La risorsa agroverde”.

Page 106: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

106

Istituto Gramsci Marche

Ancona, Sala audizioni del Consiglio regionale,16-29 novembre1990Tanti piccoli Marx per farti un’ideaCiclo di conferenze16 novembre - II denaro. Genesi e essenzaRelatore: Giorgio Lunghini22 novembre - La guerra civile in FranciaRelatore: Ugo Ascoli29 novembre: Critica al programma di GothaRelatore: Mario Tronti.

Ancona, Aula del Caminetto di Palazzo degli Anziani, 4 dicembre1990I diritti contro i poteriIn collaborazione con l'Isiituto di Scienze Giuridiche dell’Uni-versità di AnconaGiuseppe Cotturri e Gianfranco D’Alessiodiscutono con Luigi Ferrajoli del suo libro “Diritto e Ragione”Presiede: Massimo Paci.

Camerino*, Aula Allara e Grosso di Palazzo Ducale, 14 dicembre1990Donne all’Università. Lavoro intellettuale e ricerca scientificafemminile nelle Università delle MarcheSeminario di studio. In collaborazione con la Commissione re-gionale per le Pari Opportunità tra Uomo e Donna e l'Universitàdi CamerinoSaluto di apertura: Donatella DonatiRelatrici: Patrizia David e Paola VinayComunicazioni: Rita Alicchio, Cristina Pezzati, Emma Boeri,Carla Facchini, Antonella Nappi, Anna Maria Piussi, ElisabettaDoniniAudiovisivo a cura di Ivana Jachetti

Page 107: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

107

Attività svolta (1982 - 1993)

Partecipano: Francesco Bettio, Paola Catalini, Antonietta DiBlase, Paola Di Cori, Paola Olivelli, Laura Piccioni, BarbaraPojaghi, Giovanna Vicarelli.* Causa un’abbondante nevicata che ha reso precarie le comuni-cazioni con Camerino, l'iniziativa si è svolta ad Ancona nel Pa-lazzo degli Anziani.

Pesare, Sala dei Marmi del Conservatorio “G. Rossini”, 7 - 20febbraio 1991Omaggio a Luigi NonoIn collaborazione con il Conservatorio “G. Rossini” di Pesare.Patrocinio del Comune di Pesaro7 febbraio - Luigi Nono e le avanguardie europeeRelatori: Mauro Ferrante e Gabriele Moroni14 febbraio - Esperienze di lavoro con Luigi Nono*Relatori: Giuliano Scabia e Marino Zuccheri20 febbraio: II futuro musicale di Luigi NonoRelatore: Luigi PestalozzaAuditorium Pedrotti - Concerto con musiche di Luigi Nono:Polifonia-Monodia-Ritmica, La Fabbrica illuminata, ....Sof-ferte onde serene....Dirczione ed esecuzione: allievi e docenti del Conservatorio,Federico Mondelci, Agnese Rossi Berluti, Fausto BongelliCoordinatore del ciclo: Gabriele Moroni* Causa maltempo questo incontro non si è svolto.

Fano. Sala S. Michele, 15 marzo 1991Poesia magica di Bruno BarilliTavola rotondaPartecipano: Paolo Lagazzi , Massimo Raffael i , GabrieleGhiandoniCoordina: Franco Battistelli.

Page 108: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

108

Istituto Gramsci Marche

Fermo, Sala degli Incontri, 19 aprile 1991Le dolenti note. Coordinamento e programmazione dell'atti-vità musicale nelle MarcheIncontro-dibattuto. In collaborazione con il Gruppo consiliarePCI-PDS della Regione Marche. Patrocinio del Comune di FermoPresiede: Rodolfo DiniIntroduzione: Gabriele Moroni, Gino TroliIntervengono: Francesco Canessa, Vincenzo Crisostomi,Gianfranco Mariotti, Filippo ZigantePartecipano: Ivo Costamagna, Francesco De Minicis, ErnestoGirolimini, Bruno Mandrelli, Carmen Mattei, Simonetta Romagna.

Fano, Auditorium S. Arcangelo, 24 giugno 1991Gramsci e la modernitàPresentazione di novità editoriali. In collaborazione con il Cir-colo culturale “A. Granisci” di FanoRelatore: Alessandro NattaIntervengono: Gualtiero De Santi, Manuela Isotti, GabrieleGhiandoni, Valerio Calzolaio (curatore del volume “Gramsci ela modernità”).

Ancona, Sede dell’Istituto Gramsci Marche, 25 settembre 1991Biografia e autobiografia nella storia delle donneSeminarioPelatrice : Patrizia Caporossi.

Fermo, Sala degli Incontri. 18-24 ottobre 1991Gramsci e la riforma della politicaCiclo di conferenze. Patrocinio del Comune di Fermo18 ottobre - Stato e società civileRelatrice: Claudio Mancina22 ottobre: II moderno principeRelatore: Giuseppe Vacca24 ottobre: Gramsci antologia audiovisiva.

Page 109: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

109

Attività svolta (1982 - 1993)

San Benedetto del Tronto, Aula consiliare, 22 novembre 1991Lavoro e culture del lavoroPresentazione di novità editoriali. In collaborazione con l’Asso-ciazione “L'Arcolaio”. Patrocinio del Comune di San Benedettodel TrontoPartecipano: Antonio Bassolino, Massimo Paci, Carlo Carboni(autore di “Lavoro e culture del lavoro”).

San Benedetto del Tronto, Aula consiliare, 13 gennaio 1992I duplicanti. Politici in ItaliaIn collaborazione con l'Associazione “L'Arcolaio”. Sponsor Li-breria "La Bibliofila"Mimmo Minuto e Silvana Scaramucci intervistanoGiovanni Berlinguer, autore del libro “I duplicanti. Politici inItalia”Coordina: Valerio Calzolaio.

Ancona, Aula del Caminetto di Palazzo degli Anziani, 27 febbraio1992Percorsi del femminismo italiano tra storia e biografia. CarlaLonzi, l’io in rivoltaIncontro dibattitoPelatrice: Maria Luisa Boccia.

Ancona. Biblioteca dell'Istituto di Storia Economica e Sociologia,30 marzo 1992Donne all’Università. Primo numero de I quaderniPresentazione di novità editorialiPartecipano: Patrizia David, Rodolfo Dini, Granella, Gentilini,Massimo Paci.

Page 110: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

110

Istituto Gramsci Marche

Ancona, Sede dell’Istituto Gramsci Marche e Sala della Provin-cia, 5 giugno 1992La memoria, il progetto. Incontro con Pietro IngraoOre 17 – Inaugurazione della biblioteca e dell’archivioOre 18 – Intellettuali ed egemonia dopo GramsciRelatore: Pietro Ingrao.

Chiaravalle, L’Isola, 11 settembre 1992500 anni di resistenza indiaUna conquista chiamata scopertaIncontro - dibattito. In collaborazione con ARCI NOVA Marchee altriRelatori: Fabio Giovannini, Sergio Giovagnoli, Nando Minnella.

Località varie, ottobre 1992 - gennaio 1993La cultura e i suoi beni. Tutela e valorizzazione dalle Marcheall’EuropaIn collaborazione con il Gruppo consiliare PCI-PDS della Re-gione MarcheAncona, Sala della Provincia, 23 ottobre 1992I beni culturali nell'Europa senza frontiereTavola rotondaPartecipano: Roberto Barzanti, Luigi Bobbio, Anna Bucciarclli,Andrea Emiliani, Fabrizio Lemme.

Urbisaglia, Teatro San Giorgio, 14 novembre 1992Parchi e aree archeologichePatrocinio del Comune di LirbisiigliaSeminarioSaluto: Giulio PantanettiRelazione: Silvana Amati, Mara SilvestriniIntervengono: Giovanni Ciarrocchi, Ivo Costamagna, PatriziaFortini, Giovanni Marucci, Bruno Massi, Gianfranco Paci,Edvige Percossi

Page 111: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

111

Attività svolta (1982 - 1993)

La risorsa parco tra tutela e valorizzazioneTavola rotondaCoordina: Valerio CalzolaioPartecipano: Sante Serangeli, Pietro Guzzo, Walter Mazzitti,Renato Nicolini.

Pesaro, Sala dei Marmi del Conservatorio di Musica "G. Rossini",3 dicembre 1992Manuale di Storia della Musica di Elvidio SurianPresentazione novità editoriale. In collaborazione con il Conser-vatorio di Musica “G. Rossini” di PesaroRelatore: Sergio Miceli Preside: Michele Marvulli.

San Benedetto del Tronto, Aula consiliare, 18 dicembre 1992L’Italia allo specchio dei telegiornali. Quarant’anni di Rai,un anno di FininvestIncontro-dibattito. In collaborazione con l'Associazione“Arcolaio”. Sponsor Libreria “La Bibliofila”Partecipano: Mariolina Sattanino e Vincenzo VitaCoordina: Maurizio Blasi.

Ascoli Piceno, Palazzo dei Capitani, Sala della Ragione, 29gennaio 1993Le Marche e il sistema musealeDidatticaII Museo per la scuolaPartecipano: Loretta Mozzoni, Maria Teresa Spinosi, Ars MediaConvegnoPer un sistema museale nelle Marche: dal progetto alla leggeSaluto: Antonio D’IsidoroRelazione: Gino TroliComunicazioni: Giovanna Bonasegale, Ivo Costamagna, Massi-mo Mantella, Giandomenico Romanelli, Donano. Valente.

Page 112: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

112

Istituto Gramsci Marche

Loreto, Sala Convegni Hotel S. Gabriele, 22 maggio 1993I cattolici e la riforma della politicaIncontro-dibattitoPartecipano: Don Vinicio Albanesi, Angelo Bertoni, Alfonso Botti,Filippo Gentiloni, Giulia RodanoCoordina: Massimo Paci.

Pubblicazioni

Massimo Paci, Carlo Carboni, Mario Giovanni Garofalo, Ro-tando Burattini, Giovanni Palmini, Pietro Ingrao e altriQuale lavoro quale sviluppoIstituto Gramsci Marche - II lavoro editoriale. Ancona, marzo1985.

Franco Sotte, a cura diAgricoltura Sviluppo AmbienteCooperativa ecologia. Roma, 1987.

Rodolfo Dini, a cura diDonne e scienza. Un percorso al femminileIstituto Gramsci Marche, Ancona, ottobre 1987.

Rodolfo Dini e Gabriele Moroni, a cura diPianeta Musica. L’attività musicale nelle MarcheIstituto Gramsci Marche - Clua, Ancona, aprile 1991.

Patrizia David, a cura diDonne all'Università. Lavoro intellettuale e professione scien-tifica nelle Università delle MarcheIstituto Gramsci Marche, I quaderni, N. 1, Ancona, gennaio-marzo 1992.

Page 113: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

113

Attività svolta (1982 - 1993)

Cavatassi Ferdinando, a cura diLa memoria, il progetto. Il patrimonio documentario del PCIdi Ancona e delle MarcheIstituto Gramsci Marche, supplemento al N. 1 de I quaderni,Ancona, maggio 1992.

Gabriele Ghiandoni, a cura diPoesia magica di Bruno BarilliIstituto Gramsci Marche, I quaderni, N. 2, Ancona, aprile-giugno1992.

Omaggio a Luigi NonoMusicassetta contenente Il Canto sospeso e Como una olà defuerza y luzIstituto Gramsci Marche, febbraio 1991.

Pietro Ingrao: “Intellettuali ed egemonia dopo Gramsci”Cassetta con la registrazione del discorso tenuto ad Ancona il 5giugno 1992.

Biografia e autobiografia nella Storia delle donnePatrizia Caporossi, a cura diIstituto Gramsci Marche, I quaderni, N. 3, Ancona, luglio- set-tembre 1992.

Gramsci e i classici della SociologiaMassimo Paci, a cura diIstituto Gramsci Marche, I quaderni, N. 4, Ancona, ottobre- di-cembre 1992.

Page 114: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 115: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

Ancona, sede dell’Istituto Gramsci Marche, 28 giugno 1993 ore18,00presentazione dei quaderno N° 5LA CULTURA, IL PROGETTO. Il contributo dell’IstitutoGramsci MarcheScritti di: Ugo Ascoli, Paola Baliosi, Gianni D’Elia, RodolfoDini, Vittorio Emiliani, Pietro Ingrao, Filippo Mignini, MassimoRaffaeli.Partecipano alcuni degli autori. Presiede Massino Paci.

Ancona, 20-21 settembre 1993CITTADINE DEL MONDO. Le donne migranti tra identità emutamentoGiornate di studioVedi il programma a pag. 119

Pesaro, ottobre/novembre 1993LE RIVISTE LETTERARIE DELLE MARCHE NEGLIANNI '80II progetto prevede la compilazione di un quaderno di documen-tazione bibliografica e un Convegno che avvii una prima organi-ca riflessione su un fenomeno culturale di rilievo nazionale.

Istituto Gramsci MarchePROGRAMMA (1993-94)

Page 116: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

116

Istituto Gramsci Marche

Date e località da stabilirePROGETTO BIOETICATavola rotonda, seminari di aggiornamento culturale, indaginePartecipano: Antonio Di Meo, Eugenio Leculdano, Claudio. Man-cina, Elena Gagliasso, Giovanni Berlinguer, Angela Musumeci,Marina Frontali, Marina Sbisà.

* SENZA ARTE NÈ PARTE. Domande e risposte sulla neces-sità di un “Centro regionale per l'arte contemporanea”Il progetto è così articolalo: ricognizione sullo stato delle “Artivisive” nella regione (artisti, spazi, associazionismo, mercato,spesa pubblica, formazione, legislazione); dibattito sugli indi-rizzi di valorizzazione del “settore” e l’eventualità della istitu-zione di un “Centro regionale per l’arte contemporanea” che as-solva un ruolo di coordinamento e di promozione; mostra di arti-sti marchigiani per documentare la ricerca estetica più recente;catalogo della mostra e atti del “Convegno”.

* TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI BENI MUSICALIII progetto intende fare il punto sui compiti della ricerca musi-cologica nella prospettiva dcll’integrazione europea (circolazio-ne, catalogazione, editoria, fruizione). L'iniziativa dovrebbe es-sere cogestita dall'Istituto Gramsci e dall’Associazione marchi-giana per la ricerca e la valorizzazione delle fonti musicali.

* CORSI DI FORMAZIONE POLITICALa “Biblioteca e Archivio” e il “gruppo di lavoro per la riformadella politica” organizzano nel 1994 un’attività di studio e diformazione rivolta a dirigenti politici, amministratori, operatoriculturali, su temi di rilevante interesse teorico e culturale.

Page 117: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

117

Programma (1993 - 94)

* BORSA DI STUDIO SULLA STORIA DEL MOVIMENTOFEMMINILE MARCHIGIANO NEGLI ANNI ’70La “Biblioteca e Archivio” promuove, d’intesa con una Univer-sità della regione, una borsa di studio per studenti universitarisu un periodo significativo del movimento femminile marchigiano.

* UN LIBRO, UN AUTORERestano da definire in dettaglio, trattandosi di iniziative più le-gate all'attualità, le consuete presentazioni di novità editoriali.Tra queste non dovrebbe mancare la presentazione della nuovaedizione degli scritti di Fortebraccio, libro omaggio per gli ab-bonati de I quaderni.

* LE INIZIATIVE DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONEE RICERCA SUI BENI CULTURALIEntro l’anno si conta di costituire il “Centro di documentazionee di ricerca sui beni culturali” previsto dal nuovo Statuto. In oc-casione dell'insediamenio del Comitato scientifico si pensa adun’iniziativa pubblica per discutere programma e finalità del Cen-tro.

Page 118: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661
Page 119: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

119

Programma (1993 - 94)

CITTADINE DEL MONDOLe donne migranti tra identità e mutamento

programmaLunedì 20 settembre

DONNE ED IMMIGRAZIONI IN ITALIAIL MERCATO DEL LAVORO E LE RISORSE ECONOMICHE

ore 14,30apertura dei lavori

Presiede Massimo Paci (Università di Ancona)ore 15,00relazione

Giovanna Vicarelli (Università di Ancona)II lavoro per il mercato e il lavoro per la famiglia

Intervengono:Mirella Giannini (Università di Bari)

II lavoro femminile tra le due sponde del MediterraneoAurora Campus (Università di Milano)

II lavoro delle donne immigrate nella provincia di MilanoGiovanna Altieri (IRES CGIL)

Donne immigrate e mercato del lavoro tra Nord e Sud d’Italia

ore 18,00discussione

Adriana Luciano (Univerità di Torino)Annunziata Nobile (Università di Napoli)

Martedì 21 settembreDONNE ED IMMIGRAZIONI IN ITALIA

LE RETI FAMILIARI E SOCIALI

PresiedeLuigi Di Comile (Università di Bari)

ore 9,00relazioni

Dionisia Maffioli (Università di Roma) matrimonio e la nascita dei figli

Page 120: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

120

Istituto Gramsci Marche

Giovanna Campani (Università di Firenze)Dai reticoli femminili alle associazioni di immigrate

InterventiMara Tognetti (Scuola per Operatori Sociali di Milano)

La famiglia che cambia: matrimoni interetniciGraziella Favaro (esperta Comune di Milano)

Diventare madri in emigrazioneElena de Filippo (Università di Napoli)

Immigrazioni ed identità femminiliLuigi Perrone (Università di Lecce)

Trasformazione ed adattamento delle reti socialiMaura de Bernart (Università di Bologna)

Reti formali ed informali nelle immigrazioni femminiliore 12,00

discussioneFranca Bimbi (Università di Padova)Eros Moretti (Università di Ancona)

ore 13,30colazione di lavoro

DONNE ED IMMIGRAZIONI IN ITALIA LE POLITICHEPUBBLICHE E L’AZIONE VOLONTARIA

PresiedeGiovann Battista Sgrida (Università di Roma)

ore 15.00tavola rotonda

Ugo Ascoli (Università di Ancona)Laura Balbo (Università di Ferrara)

Vittorio Capecchi (Università di Bologna)Giuseppe Cesano (Istituto di ricerche sulla popolazione)

M. Immacolata Macioti (Università di Napoli)

ore 18,00discussione e conclusione dei lavori

Page 121: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661

I prossimi numeri in programma:

6. Alle origini del PCI nelle Marche. Biografie deiprotagonisti

A cura di Massimo PapiniBiografie di Adalgisa Breviglieri (P. Gabrielli), Guido Molinelli(L. Garbini), Fortunata Lucaroni (M. G. Camilletti), GiuseppePieretti (R. Lucioli), Cesare Marcucci (F. Cavatassi), RaffaeleMaderloni (M. Papini), Renato Riccioni (B. Pettinari).

7. Le riviste letterarie delle Marche negli anni ’80A cura di Marco Ferri e Massimo Raffaeli

Gli indici analitici e la documentazione completa su un fenomenoculturale di rilievo nazionale.

8. Lo cultura e i suoi beni. Tutela e valorizzazione dalleMarche all’EuropaA cura di Gino Troli

La circolazione in ambito europeo dei beni culturali, le aree e iparchi archeologici, il sistema museale sono i temi affrontati daamministratori ed esperti. In appendice il primo numero dell’Os-servatorio del costituendo "Centro di documentazione e ricercasui beni culturali”.

A tutti gli abbonati in omaggioFortebraccio

Avvisi di garanziarecapitati da Gino e Michele

Editori Riuniti 1993

Abbonamento annuo L. 30.000Abbonamento annuo + quota socio L.50.000

Abbonamento sostenitore L.100.000

Trimestrale dell’Istituto Gramsci Marche

Page 122: N. 5 · 2020. 9. 22. · Massimo Paci, Massimo Papini, Bruna Stefanini Direttore responsabile: Ferdinando Cavatassi Redazione e amministrazione: via Cialdini, 41 60122 Ancona tel.071/2073661