N. 34 • 30 settembre 2012 • 1,00 DIOCESI Comunicare, educare

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N. 34 • 30 settembre 2012 • 1,00 Anno LXVI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Michele Borriello Valeria Chianese Eloisa Crocco Oreste D’Amore Doriano Vincenzo De Luca Davide Esposito Angela Fabozzi Giuseppe Falanga Jonas Gianneo Fiorenzo Mastroianni Raffaele Ponte Ludovica Siani Gli interventi La Fisc a convegno in Sicilia 3 A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II 6 Al Suor Orsola il “Sabato delle idee” 12 Le Giornate Europee del Patrimonio 13 Un oratorio intitolato a Madre Letizia 14 La storia di Federico Del Prete 15 Comunicare, educare e vivere la fede Lo Statuto della Curia Inserto DIOCESI Puf: Direttori, sedi e date dei corsi 4 e 5 A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 SPECIALE La decima edizione di “Insieme nello sport” 12 A Scampia sicurezza e sviluppo 11 PRIMO PIANO CITTÀ CITTÀ Crescenzio Card. Sepe Cari fratelli e sorelle, è con particolare gioia che saluto e abbraccio nel Signore tutti voi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e fedeli laici, che par- tecipate a questa significativa celebrazione eucaristica, con la quale inten- diamo dare inizio al cammino del nuovo anno pastorale della nostra Arcidiocesi. alle pagine 8 e 9

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N. 34 • 30 settembre 2012 • € 1,00

Anno LXVI • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

• Michele Borriello • Valeria Chianese • Eloisa Crocco

• Oreste D’Amore • Doriano Vincenzo De Luca

• Davide Esposito • Angela Fabozzi

• Giuseppe Falanga • Jonas Gianneo

• Fiorenzo Mastroianni • Raffaele Ponte

• Ludovica Siani

Gli interventiLa Fisc a convegno in Sicilia 3

A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II 6

Al Suor Orsola il “Sabato delle idee” 12

Le Giornate Europee del Patrimonio 13

Un oratorio intitolato a Madre Letizia 14

La storia di Federico Del Prete 15

Comunicare, educaree vivere la fede Lo Statuto

dellaCuria

Inserto

DIOCESI

Puf: Direttori, sedie date dei corsi

4 e 5

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10

SPECIALE

La decima edizione di

“Insieme nello sport”

12

A Scampiasicurezzae sviluppo

11

PRIMO PIANO CITTÀ

CITTÀ

Crescenzio Card. Sepe

Cari fratelli e sorelle, è con particolare gioia che saluto e abbraccio nelSignore tutti voi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e fedeli laici, che par-tecipate a questa significativa celebrazione eucaristica, con la quale inten-diamo dare inizio al cammino del nuovo anno pastorale della nostraArcidiocesi.

alle pagine 8 e 9

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Vita Ecclesiale Nuova Stagione2 • 30 settembre 2012

Diretta internet perSanta TeresaDalle ore 16.30 di giovedì 20ottobre c’è la possibilità diseguire in diretta, tramiteInternet, le giornate di studiosu S. Teresa di Gesù, con leconferenze di p. AnianoAlvàrez (dal 20 al 23 aMaddaloni, nella casa diSpiritualità SS. Annunziata).Potete sintonizzarvi sul sitodel centro di spiritualità deiPadri Carmelitani Scalzidella Provincia Napoletana:www.cespan.it oppuretramite il canale di YouTubedigitanto: Cespan canale live(http://www.youtube.com/watch?v=OEbPsw_j2lk&feature=plcp)La figura di Teresad’Avila in questi mesi sarà alcentro di numeroseiniziative, laici e religiosicarmelitani scalzi (l’Ordineda lei fondato) stanno infattiorganizzando un percorsospirituale, letterario edartistico in preparazione delV Centenario della nascitadella santa, prima donnanominata dottore dellaChiesa, e compatrona diNapoli.Per qualsiasi informazionerivolgersi al Convento dei PP.Carmelitani Scalzi -http://www.cespan.it/

Il 21 settembre, all’età di 71 anni, è morto mons. Bruno Schettino, Arcivescovo di Capua e Presidente della Commissione episcopale per i migranti.

L’omelia del Cardinale Sepe ai funerali

Una vita per i poveri e i migrantiLa morte umana, considerata per secoli

come logica certezza che precipita nel nullagli esseri umani, una sorte beffarda che coin-volge tutti, ricchi e poveri, pur conservandoil suo mistero profondo, ha ricevuto daCristo, sottomessosi alla morte per obbe-dienza al padre, nuova luce e nuova realtà.

La morte non disintegra l’uomo e lo ab-bandona al suo tragico destino, ma diventapassaggio per una vita nuova. L’uomo so-pravvive alla morte, le anime di coloro chehanno creduto e amato Dio e gli sono rima-ste fedeli nonostante le molteplici difficoltàdella vita terrena, godono già di uno “status”protettivo: sono nelle mani di Dio, vivonocioè una condizione del tutto diversa daquella storica, quando sono state in balia deldolore e dei limiti della condizione umana.

La vita terrena, compreso il cosmo, è solopreparazione alla vita definitiva, nuova,eterna: «se ci rattrista la certezza di dover mo-rire, ci consola la promossa dell’immortalitàfutura» (Prefazio I Defunti).

Nel messaggio per la Quaresima del 2012,dal titolo “Tutto concorre al bene per quelliche amano Dio (Rm 8,28)”, il mio caro con-fratello vescovo, mons. Bruno Schettino,parlando del “mysterium iniquitatis”, dice-va: «Già durante il cammino, ma principal-mente al raggiungimento della meta, appariràil mistero della gloria: mistero del Signore, cheha vinto il peccato e la morte e ha dato a noi ildono della salvezza e della liberazione.Lentamente, ma coscientemente, avanziamoin questo tempo verso la meta dove l’affannodell’uomo sarà spento, mentre il Signore fa-scia di tenerezza la nostra vita e la riempie dicertezza di grazia e bellezza di amore». È l’i-naugurazione del cielo nuovo, della terranuova, dell’uomo nuovo. È festa grande, co-me una festa nuziale: il male dell’uomo, del-la storia è stato sconfitto per sempre!

Il grandioso vangelo delle Beatitudini in-dica, secondo Gesù, chi sono coloro che sa-ranno eredi della gloria: anzitutto i poveri,coloro che sono vissuti sopportando pazien-temente tutte le avversità della vita. In que-sta luce mi sembra che si possa collocare lavita e le opere del nostro caro e stimato con-fratello, mons. Schettino. Gli studi di teolo-gia a Posillipo e quelli di filosofia allaFederico II, hanno fatto di lui un sacerdotecompleto. Tale bagaglio culturale è statomesso a disposizione dei giovani nell’inse-gnamento al Liceo Carducci di Nola e dellafilosofia nel Liceo Vescovile.

Da parroco a Santa Maria del Carmine,spese le migliori energie spirituali della suavita per la cura specialmente dei giovani e deipoveri. Riusciva a raggiungere gli ultimi, vi-sitandoli nelle loro umili abitazioni e dona-va tutto quello che aveva restando a volte an-che senza indumenti intimi. Fu mons.Grimaldi a scoprire le sue doti culturali e so-prattutto apostoliche proponendoloVescovo. Di fatti fu eletto alla sede vescoviledi Teggiano-Policastro. Qui svolse la suamissione per circa dieci anni. Nel 1997 fupromosso Arcivescovo di Capua, entrandosubito nel cuore di tutti, delle persone umilie povere, verso le quali ha avuto una specia-le predilezione.

Carattere dolce, umile, semplice, dimes-so, la sua casa era sempre aperta a tutti. Pergli immigrati era “papà” e per loro ha volutopotenziare il Centro Fernandez, con l’istitu-zione di vari servizi tra cui quello alle donneche provenivano dall’esperienza della stra-da. Per queste donne ha voluto delle suore ni-geriane. Il fruttopiù bello che ha potuto rac-cogliere negli ultimi anni è stata la vocazio-ne alla vita sacerdotale nata in alcuni immi-grati: tre sono già sacerdoti e altri tre sono informazione.

Il suo impegno per la giustizia e la pace èstato forte non solo in diocesi, ma anche in

tutta la regione e soprattutto alla Cei comePresidente della Commissione episcopaleper i migranti. Non possiamo non ricordarei suoi appassionati interventi al Consigliopermanente. La sua cultura, il suo amore perl’arte, lo hanno indotto a salvare e custodiretante opere e le sue lettere pastorali, i suoi di-scorsi e le sue poesie sono state nutrimentospirituale per i sacerdoti e i laici.

Ad agosto scorso, a Lourdes ha ancorauna volta confermato il suo amore allaChiesa e alla Mado0nna e nella Festa di SanRoberto Bellarmino ci ha lasciato il suo te-stamento spirituale: la difesa coraggiosa eprofetica dei diritti dell’uomo, dello stranie-ro, dell’immigrato ed emarginato

«Chi accoglie voi, accoglie me»: mons.Schettino ha accolto Cristo nel povero oraCristo lo accoglie e lo ammette alla festa nu-ziale della Pasqua eterna.

Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

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Primo PianoNuova Stagione 30 settembre 2012 • 3

Da 50 annia serviziodell’informazioneCentonovanta testategiornalistiche in tutta Italia eun milione di copiesettimanali. Sono i numeri dicui vanta la Fisc, lafederazione dei settimanalicattolici fondata il 27novembre 1966. Quasicinquant’anni di storia, dasempre al serviziodell’informazione libera, perinformare, formare ededucare. Nessuna ambizione,nessuna volontà di creare ungiornale unico, perché ognisettimanale ha una propriastoria, talvolta centenaria, èdiverso dagli altri, comediversa è ogni città d’Italia.La Fisc nasce con l’obiettivodi realizzare un raccordonazionale tra i settimanalidiocesani, curare i rapportiistituzionali, partecipando adesempio a tavoli di trattativecon il Governo, comeaccaduto per la riformadell’editoria, fare opinionepubblica nella società e nellaChiesa. “I nostri giornalirappresentano le realtà locali,svolgono un lavoro culturale,sono luoghi di discernimentoe spesso svolgono un lavoroprofetico per la Chiesaitaliana”. A parlare èFrancesco Zanotti, dal 2006direttore del CorriereCesenate e presidentenazionale della Fisc. «Ilnostro intento è quello difungere da ponte tra laChiesa e la società, per crearenon ostacoli, ma occasioni didialogo e confronto». Zanotti assicura chel’esperienza del Master digiornalismo verrà portataavanti per dare seguito allastoria che altri hanno creato,per formare in particolare ipiù giovani, per diffonderel’etica del giornalismo. LaFisc organizzaperiodicamente dei focus, checostituiscono occasione diconfronto e formazione per isuoi giornalisti. Nellaprossima primavera, inoccasione dell’anniversariodella fondazione delsettimanale diocesano LaNuova Scintilla, si svolgeràun nuovo convegno aChioggia, mentre nell’ultimoweekend di novembre delprossimo anno èprogrammata l’assembleaelettiva triennale.

Circa settanta partecipanti al XXI Master di giornalismo della Fisc, tenutosi come ogni anno in Sicilia

L’impegno oltre le mafieservizio a cura di Oreste D’Amore

Dare un messaggio di speranza e pensareal futuro della Sicilia liberata dalla mafia.Questa la sfida lanciata dalla Fisc, laFederazione Italiana dei SettimanaliCattolici, al convegno organizzato il 21 set-tembre a Siracusa, nell’ambito del XXIMaster di Giornalismo. “La Sicilia oltre lamafia” è il titolo della conferenza tenutasipresso palazzo Vermexio, sede del consigliomunicipale. Uno sguardo sulla Sicilia di og-gi, i passi avanti fatti negli ultimi decenninella lotta alla criminalità, gli scenari che siprospettano per il futuro. A moderare il di-battito don Giuseppe Lombardi, direttore deIl Cammino, il settimanale della Diocesi si-racusana, che quest’anno festeggia itrent’anni di vita, al quale si deve l’organiz-zazione dell’evento. Accanto a lui FrancescoZanotti, presidente nazionale della Fisc.“Negli anni 90 avevo paura di venire qui -ammette -, a causa dell’idea che i mass-me-dia davano di questo territorio”. Oggi è perlui una seconda casa: l’accoglienza, i sorrisi,l’affetto, le prelibatezze sono il vero volto del-la Sicilia. “Una terra che affascina ma restacomplicata”. Ai siciliani, ma non solo, lanciaun messaggio: “Con l’esempio di Falcone,Borsellino, Livatino, don Puglisi e tanti altri

che hanno contribuito a cambiare la Sicilia,bisogna avere coraggio, fiducia, passione,speranza, per essere protagonisti della pro-pria vita, che va vissuta in pienezza, senzacondizionamenti. Per andare oltre la mafiabisogna procedere contro corrente e i nostrigiornali lo fanno dando voce a chi non cel’ha, schierandosi affianco agli ultimi e a ipoveri”. A seguire l’intervento di RobertoAlfonso, Presidente del Tribunale diBologna. “Lo stato ha il dovere di diffondereottimismo ma non ci si può illudere che lamafia sia sconfitta”. La criminalità organiz-zata inquina l’economia legale, ne altera leregole, blocca lo sviluppo del Sud, rallentaquello del Nord. La mafia punta ad acquisi-re il potere economico e sociale che le impre-se detengono. Ma gli imprenditori non han-no il coraggio di reagire alle prepotenze, finoa diventare complici dei mafiosi stessi.

“C’è una zona grigia - aggiunge Alfonso -,una borghesia mafiosa, connivente o colpe-volmente neutrale, che favorisce la disgrega-zione del rapporto di fiducia tra imprendito-ri e pubblica amministrazione”. Ben venga-no dunque i protocolli di legalità e le carteetiche che si stanno diffondendo, affiancatida efficaci politiche di repressione e preven-

zione. La chiusura degli interventi spetta aGiulio Francese, giornalista come il padreMario, ucciso nel 1979 dalla mafia.Vent’anni di silenzi imbarazzanti e ingiusti-zie sul caso Francese. “La memoria è il pri-mo atto di giustizia, una trasfusione di valo-ri e ideali. Vorrei un’Italia solidale, che faces-se memoria di quanto accaduto in Sicilia”.

È l’appello commosso di Giulio Francese,un uomo vero, provato e fortificato dalleesperienze, che parla alla platea incantando-la. In Sicilia sono stati otto i giornalisti ucci-si per aver fatto bene il loro lavoro. Le loroidee continuano a camminare sulle gambe digiovani coraggiosi. Francese li cita, sonogiornalisti ma anche esponenti di associa-zioni impegnate in prima linea.

I saluti e i ringraziamenti finali spettanoa mons. Salvatore Pappalardo, vescovo diSiracusa. “Da questi interventi la speranzaconcreta che una nuova Sicilia oltre la mafiasia possibile”. Pappalardo torna sul ruolo deimedia cattolici: “I nostri settimanali, stru-menti umili e poveri, sono fondati sulla spe-ranza evangelica, guardano ai fatti quotidia-ni con uno sguardo non superficiale, per for-mare le coscienze con la forza della consape-volezza e della verità”.

Il XXI Master di Giornalismo della Fisc, Federazione ItalianaSettimanali Cattolici, ha visto la presenza di circa settanta parteci-panti, tra direttori, amministratori, redattori e collaboratori deisettimanali cattolici d’Italia. Una full immersion tra dibattiti, con-ferenze e gruppi di studio, nella Sicilia più affascinante, che, comeogni anno, ha ospitato i lavori. Un tour tra Siracusa, Salemi ePalermo, per conoscere e confrontare le diverse esperienze e realtà,per discutere della società che cambia, per parlare di Sicilia e di lot-ta alla mafia. Il Master si è svolto dal 20 al 23 settembre: quattrogiorni intensi, appassionanti, ricchi di emozioni. Tutto nel ricordodi don Alfio Inserra, storico direttore del settimanale Cammino diSiracusa, recentemente scomparso, per anni l’anima di questo cor-so, che organizzava “con l’amore di un padre”.

L’aggiornamento per i giornalisti presenti è stato realizzato at-traverso lezioni tecniche e seminari, tenuti da esperti quali p.Francesco Occhetta, gesuita, assistente ecclesiastico dell’Ucsi,Unione Cattolica Stampa Italiana, che ha coadiuvato i direttori e igiornalisti più esperti, Claudio Turrini di Toscana Oggi per i redat-tori e Francesca Cipolloni, direttrice di Emmaus, settimanale del-la diocesi di Macerata, che ha guidato i lavori dei giovani giornali-sti.

Ma non solo didattica e approfondimenti. La Fisc ha scelto co-me tema quest’anno del Master “La Sicilia oltre la mafia”. È statal’occasione per incontrare i protagonisti dell’antimafia oggi:

Manfredi Giffone, ad esempio, giovane scrittore romano, co-auto-re del libro “Un fatto umano”. Con lui una riflessione a tutto tondosu fatti e personaggi che hanno inquinato la società siciliana e ita-liana negli ultimi decenni. E ancora don Francesco Fiorino, sacer-dote coraggio, presidente dell’associazione S. Vito onlus, che i con-vegnisti hanno incontrato a Salemi, all’interno di un agriturismo,circondato da cinque ettari di terreni coltivati. Un luogo simbolo,perché appartenuto alla mafia e confiscato dallo stato, oggi gestitoda una cooperativa sociale formata anche con l’aiuto di Libera, rap-presentata per l’occasione da Davide Peti. Poi il passaggio sull’au-tostrada Palermo - Mazara del Vallo. A pochi passi dall’uscita diCapaci ci sono due steli che ricordano il sacrificio del giudiceFalcone e degli uomini della scorta, avvenuto vent’anni fa. Un mo-mento di silenzio e di preghiera, poi la deposizione di un mazzo difiori da parte del presidente della Fisc Zanotti. Infine l’incontro condon Maurizio Francoforte e mons. Carmelo Cutitta, vescovo ausi-liare di Palermo, presso la parrocchia di S. Gaetano al quartiereBrancaccio di Palermo. Con loro si celebra l’Eucarestia per rende-re omaggio a don Pino Puglisi, proprio davanti a quell’altare che lovide martire della fede, nel 1993, per mano della mafia.

Un’esperienza forte per i giornalisti della Fisc, di cui daranno te-stimonianza come sempre sui loro giornali, per rendere onore allaverità e testimoniare che la Sicilia è pronta a liberarsi dal peso in-gombrante della mafia.

La memoria come atto di giustizia

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Nuova Stagione4 • 30 settembre 2012 Speciale

Con l’avvio di questo nuovo anno pasto-rale 2012 - 2013, dopo la Pro mulgazionedel Nuovo Progetto Puf per la Formazionedegli Operatori Pastorali e dei MinistriIstituiti, da parte del nostro Arcivescovo,inizia il nuovo Corso per i candidati alLettorato. (dal Decreto al N. 20…per la For -mazione ai Ministeri Istituiti (Lettore –Accolito – Ministro Straordinario dellaComunione).

«È il Signore che suscita i ministeri nel-la comunità e per la comunità» (EvM 62).L’istituzione mette in luce la chiamata delSignore per un servizio ai fratelli, ma è an-che la preghiera della chiesa con cui vienecomunicata la grazia per il ministero.

I ministeri istituti sono una grazia per lacomunità in cui vivono, grazia corrispon-dente ai bisogni concreti della comunità

stessa. Ogni ministero è un servizio pretta-mente ecclesiale nella sua essenza e nellasua destinazione: aiuta il ministero ordina-to nell’esercizio delle sue funzioni e contri-buisce all’incessante fondazione, crescita emissione della comunità cristiana.

Ogni ministero istituito non è un servi-zio temporaneo e transeunte ed esige per-tanto una certa stabilità; sorge dal seno del-la comunità e vive per il bene della comu-nità, deve godere della stima della comu-nità e avere l’approvazione da chi in essaesercita il servizio dell’autorità.

I primi due ministeri istituiti dopo ilConcilio sono due: il Lettorato el’Accolitato. Hanno riferimento al Libro sa-cro e all’Altare, ossia all’amministrazionedella Parola di Dio e del sacramento delCorpo e Sangue di Cristo e , di conseguen-

za, della Verità nella carità (Ef 4,15): i divi-ni tesori custoditi dalla chiesa e di cui lachiesa è debitrice all’umanità (EvM 63).

Sono compiti del Lettore:far riscoprire l’importanza della Parola

di Dio, incoraggiando ogni forma di predi-cazione del Vangelo, perché maturi nei fe-deli la personale adesione alla Parola diDio.

Appartiene al servizio del Lettorato lacura dei catechisti; la sensibilità per la pa-storale della scuola attraverso il contattocon gli insegnanti delle scuole cattoliche econ quelli di religione; la formazione e l’ac-compagnamento degli animatori deiCentri d’Ascolto del Vangelo; la collabora-zione con i responsabili dei mezzi di comu-nicazione sociale e il conseguente impegnodella diffusione dei documenti magisteria-

li del Papa e del Vescovo.Nell’assemblea liturgica è compito del

Lettore proclamare la Parola di Dio; inmancanza del salmista recitare il salmo;quando non sono disponibili né il Diacononé il cantore, enunciare le intenzioni dellapreghiera universale dei fedeli; dirigere ilcanto e guidare la partecipazione del popo-lo fedele; istruire i fedeli a ricevere degna-mente i Sa cra menti.

Egli dovrà anche curare la preparazionedegli altri fedeli, che, per incarico tempora-neo, proclamano la Parola di Dio nelleazioni liturgiche. Affinché poi adempiacon maggiore dignità e perfezione questiuffici, procuri di meditare assiduamente laSacra Scrittura.

* Direttore Diocesano Puf

Puf. La novità di quest’anno: il corso per i candidati al Lettorato

di Jonas Gianneo *

Direttori, sedi e date dei corsi del Primo Decanato

Direttore: Don RAFFAELE GROSSO

Sede del PuF: Parrocchia San Giovanni Evangelista in Porta SanGennaro

Giorno e orari degli incontri: Martedì dalle ore 18 alle ore 20

Inizio: 10 ottobre 2012

Secondo DecanatoDirettore: Don FRANCO GRAVINO

Sede del PuF: Parrocchia Santissimo Crocifisso e Santa Rita

Giorno e orari degli incontri: Giovedì dalle ore 18 alle ore 20

Inizio: 18 ottobre 2012

Terzo DecanatoDirettore: Diacono NANDO DI TOMMASO

Sede del PuF: Chiesa del Cenacolo

Giorno e orari degli incontri: Lunedì dalle ore 17 alle ore 19

Inizio: 15 ottobre 2012

Quarto DecanatoDirettore: Don MAURO CONTE

Sede del PuF:Parrocchia Santa Maria della Consolazione

Giorno e orari degli incontri:Martedì dalle ore 19 alle ore 21

Inizio:9 ottobre 2012

Quinto DecanatoDirettore: Mons. SEBASTIANO PEPE

Sede del PuF: Centro di Pastorale Giovanile Shekinà

Giorno e orari degli incontriMartedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30

Sede Dislocata: Parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù

Giorno ed Orari degli Incontri:Martedì dalle ore 19 alle ore 21

Inizio: 16 Ottobre 2012

Sesto DecanatoDirettore: Don DIEGO DE ROSA

Sede del PuFParrocchia San Carlo Borromeo - Centro Direzionale

Giorno e orari degli incontri:Giovedì dalle ore 18 alle ore 20

Inizio:11 Ottobre 2012

Settimo DecanatoDirettore:Don VINCENZO RUGGIERO

Sede del PuF:Casa Madre Missionari dei Sacri Cuori

Giorno e orari degli incontri:Martedì dalle ore 17.30 alle ore 19.30

Inizio:09 Ottobre 2012

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Nuova Stagione 30 settembre 2012 • 5Speciale

Secondo anno di formazione mirataCAPODIMONTESeminario Arcivescovile

Data d’inizio Lunedì 15 ottobre 2012 dalle ore 18 alle ore 20

– Corso per il Lettorato – Corso per i Catechisti– Corso per gli Animatori della

Caritas– Corso per gli Animatori dei

Centri d’Ascolto del Vangelo– Corso per gli Operatori di

Pastorale Giovanile edell’Oratorio (ore 19 - 21)

– Corso per gli Operatori diPastorale Familiare

– Corso per il MinisteroStraordinario dellaComunione

CASORIAIstituto Sacro Cuore

Data d’inizio Martedì 16 ottobre 2012

dalle ore 17.30 alle ore 19.30

– Corso per i Catechisti

– Corso per gli Animatori della Liturgia

– Corso per gli Animatori della Caritas

– Corso per gli Operatori di Pastorale Familiare

– Corso per il MinisteroStraordinario della Comunione

VILLARICCAParrocchia

San Francesco d’Assisi

Data d’inizio Martedì 16 ottobre 2012

dalle ore 18.30 alle ore 20.30

– Corso per i Catechisti

– Corso per gli Operatori di Pastorale Familiare

– Corso per il MinisteroStraordinario della Comunione

TORRE DEL GRECOParrocchia

Maria SS. del Buon Consiglio

Data d’inizio Martedì 16 ottobre 2012

dalle ore 18.30 alle ore 20.30

– Corso per i Catechisti

– Corso per gli Animatori della Caritas

– Corso per il MinisteroStraordinario della Comunione

l 2° anno della formazione di base Ottavo DecanatoDirettore: Don SALVATORE CINQUE

Sede del PuF:Centro Decanale in Via Labriola

Giorno e orari degli incontri:Martedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30

Inizio 9 ottobre 2012

Nono DecanatoDirettore: Don EDOARDO CIBELLI

Sede del PuF:Parrocchia San Francesco e Santa Chiara

Giorno e orari degli incontriMartedì dalle ore 19 alle ore 21

Inizio: 16 ottobre 2012

Sede Dislocata Parrocchia Maria Santissima di Caravaggio

Giorno e orari degli incontri:Mercoledì dalle ore 17.30 alle ore 19.30

Inizio: 17 ottobre 2012

Decimo DecanatoDirettore: Don CIRO TUFO

Sede del PuF:Parrocchia San Francescod’Assisi a Villaricca

Giorno e orari degli incontri:Martedì dalle ore 19.30 alle ore 21.30

Inizio:16 ottobre 2010

Undicesimo DecanatoDirettore: Don VINCENZO POLITO

Sede del PuF: Istituto Sacro Cuore a CasoriaGiorno e orari degli incontri: Martedì dalle ore 17.30 alle ore 19.30Inizio: 16 ottobre 2012

Sede Dislocata: Parrocchia Cristo Redentore ad ArzanoGiorno e orari degli incontri: Lunedì dalle ore 18 alle ore 20Inizio: 15 ottobre 2012

Sede Dislocata: Parrocchia Santa Maria delle Grazie ad AfragolaGiorno e orari degli incontri: Mercoledì dalle ore 17.30 alle ore 19.30Inizio: 17 ottobre 2012

Dodicesimo DecanatoDirettore: Don ANTONIO PRECCHIA

Sede del PuF: Parrocchia San Pasquale a Portici

Giorno e orari degli incontri: Martedì dalle ore 18.00 alle ore 20.00

Inizio: 9 ottobre 2012

Sede Dislocata: Parrocchia Santissimo Rosario ad Ercolano

Giorno e orari degli incontri: Mercoledì dalle ore 18 alle ore 20

Inizio: 10 ottobre 2012

Sede Dislocata: Parrocchia San Maria del Carmine al Pittore a San Giorgio a Cremano

Giorno e orari degli incontri:Primo Gruppo: Martedì dalle ore 17 alle ore 19

Inizio: 9 ottobre 2012

Tredicesimo DecanatoDirettore: Don ANTONIO SMARRAZZO

Sede del PuF Parrocchia Maria SS. del Buon Consiglio a Torre del Greco

Giorno ed orari degli incontri:Martedì dalle ore 18.30 alle ore 20.30

Inizio: 16 ottobre 2012

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Vita Ecclesiale Nuova Stagione6 • 30 settembre 2012

Unioni Cattoliche Operaie

AssembleaplenariadeiPresidentiSabato 13 ottobre,alle ore 18

Tutti i Presidenti delle UnioniCattoliche Operaie dellaDiocesi di Napoli siritroveranno, presso la sededel Centro Diocesano Uco, inpiazza Cavour 124, chiesa delRosariello, per l’inizioufficiale dell’Anno Pastorale.Il motivo di taleconvocazione, in questospeciale “Anno della Fede”indetto da Papa BenedettoXVI è triplice: pregareinsieme, conoscersi, einsieme studiare eprogrammare le iniziativeche contraddistinguono lapresenza e l’azione delleUnioni Cattoliche Operaieall’interno del tessutoparrocchiale, decanale ediocesano.L’assemblea sarà aperta conla preghiera comune el’intervento dell’AssistenteDiocesano Mons. DomenicoFelleca. Farà seguito unariflessione sulla LetteraPastorale del CardinaleCrescenzio Sepe: “Per amoredel mio popolo… nontacerò”. Il presidentediocesano Pasquale Olivieroillustrerà le iniziative diquesto “Anno della Fede” e ilProgramma Diocesano delleUnioni Cattoliche Operaieche sarà sottoposto alladiscussione eall’approvazione di tutti ipresidenti.Si ricorda inoltre che,secondo lo Statuto delle Uco,i presidenti sono chiamati adessere corresponsabili delprogetto di presenza e ditestimonianza cristiana.Attraverso la partecipazionealla vita liturgica delleparrocchie, a tutte le forme dipietà popolare e alleiniziative di carità, èopportuno far diventare leassociazioni luoghi diaggregazione dei fedeli laiciche desiderano essereprotagonisti dell’azioneevangelizzatrice della Chiesa.

Ad Ascea Marina un convegno sul Concilio

A cinquant’anni dal Vaticano IINei giorni 10 e 11 settembre, a “Villa

Sacro Cuore” di Ascea Marina, nei pressidell’antica Elea, uno scelto numero di stu-diosi di Storia del Cristianesimo e delleChiese si è riunito in convegno per analiz-zare i Vota et Consilia dell’Episcopatodell’Italia Meridionale nella fase antepre-paratoria del Concilio Vaticano II.

Organizzato dall’Istituto Superiore diScienze Religiose di Vallo della Lucania edal Pontificio Comitato delle ScienzeStoriche, con il patrocinio dellaConferenza Episcopale Campana e dellaDiocesi di Vallo, il convegno si è inseritonelle iniziative che vogliono celebrare ilcinquantesimo anniversario dell’apertu-ra ufficiale del Concilio (11 ottobre 1962).

Accolti dall’amabilità e dalla squisitaospitalità del vescovo Ciro Miniero, eranopresenti numerosi studenti della FacoltàTeologica di Capodimonte, del localeIstituto di Scienze Religiose, presbiteri,consacrati e insegnanti di religione del ter-ritorio, i quali hanno seguito con attenzio-ne e, nei momenti dedicati, sono intervenu-ti manifestando il loro interesse ai lavori.

A moderare le due giornate cilentanesono stati i professori Cosimo Semeraro,Pasquale Giustiniani eLuigi Rossi, che non si so-no limitati soltanto a darela parola ai relatori, mahanno tessuto la trama diun discorso teso anche asalvaguardare, valorizza-re e animare la conoscen-za delle discipline storico-cristiane e filosofico-reli-giose nel nostro SudItalia.

Puntuali gli interventidei relatori: PhilippeChenaux (direttore delCentro Studi e Ricerchesul Concilio Vaticano II),monsignor FrancescoMilito (vescovo di OppidoMamertina-Palmi), PaoloTrionfini (direttoredell’Istituto “Paolo VI” perla storia dell’AC); precisi –anche se per motivi con-tingenti incompleti – i re-soconti sugli archivi dio-cesani delle cinqueRegioni ecclesiastichemeridionali offerti daiprofessori FrancescoSportelli, SergioTanzarella e Gaetano Zitoe dai sacerdoti LetterioFesta e Gerardo Messina;aperte a un futuro labo-rioso e fecondo le conclu-sioni di don AndreaMilano.

In verità, non è la pri-ma volta che docenti e cul-tori si ritrovano in terracampana per discutere di“cose” storiche e cristiane.Come ci ha detto il profes-sor Gaetano Di Palma,«questo convegno, negli ul-timi tre anni, è stato prece-duto da alcuni incontri vo-luti dalla Facoltà Teologicadi Capodimonte». «Anchese molti ecclesiastici e mol-ti laici non hanno ancoraquesta sensibilità storica,filosofica e archivistica»,ha continuato il decanodella Sezione SanTommaso, «bisogna insi-stere sia per motivi scienti-

fici che pastorali: o si comprende, infatti,che le fonti e la storia sono degli strumentiessenziali, o la Chiesa e la stessa società di-venteranno ancora più frammentate e “li-quide”».

Non si è trattato, dunque, di un lavoroinutile. Questo convegno tra ecclesiasticie laici votati alla sfida educativa ha segna-

to un momento importante, in cui si è ri-marcato con forza che il Vaticano II non èstato soltanto un “evento” e un evento “dirottura”, bensì un Concilio che, ponendo-si nella continuità della tradizione dellaChiesa, ci invita a rileggerne la sua profe-zia e ad attuarne una corretta recezione.

Giuseppe Falanga

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Il rosso e il blu Alcune storie all’interno di una scuola romana, oggi. Il prof. Prezioso,

giovane supplente, entra in aula e comincia a prendere contatto con larealtà del difficile rapporto con i ragazzi. In particolare Angela, vitale edesuberante, rappresenta per lui la sfida a non far prevalere nella giova-ne la voglia di considerare lo studio una perdita di tempo. L’anziano prof.Fiorito, grande conoscitore di poesia e arte, invece è stanco, disilluso,scettico su se stesso e sul futuro. Vive solo e isolato, fin quando dopo mol-te telefonate lasciate senza risposta, si incontra con Elena, una sua alun-na di tanti anni prima che lo stima al punto da entrare in classe per se-guire di nuovo una sua lezione. Giuliana, la Preside, per scelta senza fi-gli e convivente, una mattina scopre Brugnoli, che è rimasto a dormirenella palestra ed è afflitto da forte tosse. Lasciato dalla mamma e rima-sto solo, Giuliana lo porta in ospedale, dove, sottoposto ad esami, vienericoverato e curato. La donna lo va spesso a trovare, e, al momento del-le dimissioni, Brugnoli vorrebbe andare a vivere con Giuliana. Ma leinon vuole. Adam, alunno rumeno, innamorato di una compagna pienadi rabbia verso i genitori, la aiuta a preparare una vendetta, procuran-dole una pistola. Qualcosa va storto, il padre di lui resta ferito ma si as-sume la colpa di tutto.

Il punto di partenza è il romanzo omonimo di Marco Lodoli. DicePiccioni: «La scelta è caduta su una storia corale, frammentata e fram-mentaria, che si tenesse alla larga, in ogni suo passaggio, dalla mera ri-flessione sociologica. Provo a raccontare un mondo sbriciolato che fati-ca a ritrovare un senso. E a farlo con leggerezza. Non storie raccolte daigiornali, ma l’ordinaria quotidianità di una scuola abbastanza norma-le». Queste precisazioni sono utili per inquadrare al meglio il taglio del-l’operazione. Gettandosi in modo frontale in un universo scollato e di-sordinato come quello scolastico, luogo di tante opzioni possibili, il co-pione mantiene misura, chiarezza di narrazione, serenità di approccio.Con uno sguardo a tutto tondo che amalgama bene personaggi princi-pali e secondari e li inserisce in problematiche grandi e piccole (da ri-cordare la lotta per l’unica seggiola libera), il racconto procede sciolto escorrevole, ben aderente al vero e capace di azzeccate fantasie poetiche(lo slancio affettuoso dell’alunna di un tempo). Una sintesi giusta, un af-fresco corretto, forse anche più del necessario ma opportuno per ripar-tire da qualcosa di ‘condiviso’ e da salvare rispetto ad una realtà nellaquale si gioca la scommessa del futuro della società italiana. Il rosso e il bluCommedia – Italia – 2012Regia: Giuseppe PiccioniInterpreti: Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka, Silvia D’Amico Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale italiana: consigliabile/problematico/dibattiti

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 30 settembre 2012 • 7

L’ahimèdiventa“hai me”Presentata la 14ªGiornata nazionaledei risvegli (7 ottobre)

La malattia, la dipendenza

dagli altri, il risveglio dal

coma e il lungo percorso che

ne consegue.

Non più “ahimè”, ma “hai

me”, dove il “me” è il

familiare, l’amico, il vicino,

insomma quante più persone

possibile, sensibilizzate

sull’importanza della

prossimità.

Perché vivere accanto a una

persona con esiti di coma,

convivere con la malattia,

vuol dire essere coinvolti in

una dimensione a tutto

campo dove la riabilitazione

non finisce mai nei luoghi

deputati ma si prolunga al

domicilio, nelle speciali unità

di assistenza permanente,

nella società civile, nella vita

di tutti i giorni.

Fa leva sul gioco di parole –

“Quando l’ahimè diventa hai

me!” – lo slogan scelto per la

14ª Giornata nazionale dei

risvegli (7 ottobre 2012),

organizzata dall’associazione

“Gli amici di Luca”

(www.amicidiluca.it).

A Bologna la presentazione

delle iniziative per la

Giornata: tra le altre, la

prima “Conferenza nazionale

di consenso delle

associazioni dei familiari” e

l’anteprima dello spettacolo

teatrale “Pinocchio”.

Scopo della manifestazione

annuale è riflettere su coma e

stati vegetativi e promuovere

una nuova cultura della

cura.

Per questo ci saranno

un’anteprima teatrale, tornei

sportivi, una festa di piazza e

convegni in diverse città

italiane, mentre spot saranno

in televisione e in oltre

trecento sale

cinematografiche.

A fare da testimonial, l’attore

teatrale Alessandro

Bergonzoni, che con la

campagna di comunicazione

si rivolge a tutte quelle

persone che non sono

coinvolte dalla malattia, per

raccontare a chi sta fuori.

30 settembre: XXVI Domenica del Tempo Ordinario

I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.

Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta

CINESEGNALAZIONIRECENSIONI

Percorso di crescitadell’affettività

Si possono orientare i giovani verso un cammino perla felicità ispirato al Vangelo e che, al tempo stesso, man-tenga i loro “desideri accesi”? Ne sono convinti gli auto-ri di questo volume, che si propone come un’articolatariflessione di senso sulla vita affettiva. Il testo non parteda immagini stereotipate del mondo giovanile o da fred-di dati statistici, ma da alcune interviste informali, cheoffrono una visione abbastanza allarmante dei giovanidi oggi, troppo spesso legati a un’idea di felicità come ri-cerca del piacere fine a se stesso.

Per tracciare una strada per la felicità diversa, chepassi attraverso la conoscenza di sé e aiuti la persona arendere armonica la propria vita, gli autori utilizzanoun’immagine (quella di una barchetta che rappresental’Io), descrivendo un metodo chiamato quadrante dellapersonalità. Sullo scafo della barchetta sono tracciate letre aperture dell’individuo: verso le cose, le persone el’affermazione di sé. L’albero maestro è diviso nei tre li-velli dell’esistenza umana: fisiologico, psicologico e spi-rituale. Il quadrante permette di considerare positiva-mente i consigli evangelici (generalmente intesi più co-me privazione che come esperienze di libertà) e dà un’in-terpretazione positiva anche alle tre pulsioni che sem-brano divorarci, cioè la fame, il sesso e la paura dellamorte. Per gli autori queste pulsioni non vanno temute(assecondando ogni loro desiderio o negandole del tut-to) ma educate, cioè orientate verso un fine di bene.Lasciare i desideri accesi consente all’uomo di sfruttarea suo vantaggio la forza di queste spinte per raggiunge-re l’equilibrio di corpo, mente e spirito.

È un libro di riflessione ma anche fortemente opera-tivo: in appendice, infatti, sono proposti temi e schemiper attuare laboratori sulla vita affettiva, da realizzarenegli ambiti più disparati. Il volume è arricchito da unaprefazione del Cardinal Crescenzio Sepe, Arcivescovometropolita di Napoli.Aniello Di Luca Anna Maria Arnese Miriam CasaleDesideri accesi. Percorso di crescita dell’affettivitàEdizioni Paoline 2012 136 pagine – euro 12,50

Lettera (Marco 9,37-42.44.46-47):Giovanni disse a Gesù: “Maestro, abbiamovisto uno che scacciava i demoni nel tuonome e volevamo impedirglielo, perchénon ci seguiva”. Ma Gesù disse: “Non glie-lo impedite, perché non c’è nessuno chefaccia un miracolo nel mio nome e subitopossa parlare male di me: chi non è controdi noi è per noi. Chiunque infatti vi darà dabere un bicchiere d’acqua nel mio nomeperché siete di Cristo, in verità io vi dico,non perderà la sua ricompensa. Chi scan-dalizzerà uno solo di questi piccoli che cre-dono in me, è molto meglio per lui che glivenga messa al collo una macina da muli-no e sia gettato nel mare. Se la tua mano tiè motivo di scandalo, tagliala: è meglio perte entrare nella vita con una mano sola, an-ziché con le due mani andare nellaGeenna. E se il tuo occhio ti è motivo discandalo, gettalo via; è meglio per te entra-re nel regno di Dio con un occhio solo, an-ziché con due occhi essere gettato nellaGeena, dove il loro verme non muore e ilfuoco non si estingue”.

Allegoria: Certamente allegorico è il ri-ferimento al taglio della mano e del piede edell’occhio, che non va preso alla lettera,poiché non servirebbe a nulla, dovendosipiuttosto tagliarsi la testa, dove spunta e

germoglia il male. Tagliare significa “smet-tere di usare” per il male sia le mani che ipiedi, gli occhi e qualunque altra parte delcorpo. È meglio smettere di peccare cheandare nel fuoco dell’inferno. Entrare, poi,in cielo senza una mano o senza un piede èsolo un modo di dire da parte di Gesù, per-ché è una eventualità irrealizzabile, inquanto in cielo non entra nulla di imperfet-to. Infine, il fuoco della Geenna è allegoriadelle pene atroci che torturano le animemorte in disgrazia di Dio. Nella Geenna, di-ce Gesù, “il loro verme non muore e il fuo-co non si estingue”: cioè nell’inferno c’è un“verme” che tortura la mente dei dannati,per aver fatto il male e aver perso DioSommo Bene. Il fuoco che “non si estin-gue” non è certamente il fuoco che cono-sciamo in terra, ma è il fuoco dell’ira e del-l’odio, che pervade satana e i suoi adepti.

Morale: Il brano evangelico di oggi con-tiene tre insegnamenti di fondo: 1) “chi nonè contro di noi è con noi”: Gesù non è venu-to a fondare un partito o una congrega, maa chiamare ogni uomo ad aderire alla suaPersona. La Chiesa fondata da Gesù non èneppure una società ma una “fraternità” diuomini che si accettano tra loro, in quantosi riconoscono figli di Dio. 2) scandalizzareun innocente è più grave di gettarsi in ma-

re. Avviene purtroppo ogni giorno il darecattivo esempio, e non ci si fa caso. Anchein confessione, ci accusiamo di aver be-stemmiato, ma non di averlo fatto davantiad altri, magari bambini; 3) è meglio nonusare il corpo per compiere il male, pena lacaduta nell’inferno con l’anima e con il cor-po.

Gesù parla dei peccati commessi con gliocchi che ci rendono immodesti o ci indi-cano la strada del delitto; con le mani checi procurano cose non nostre nei furti, checi fanno recare danni fisici ad altri, che ciinducono a usar male il nostro corpo; coni piedi con cui percorriamo sentieri sba-gliati; ma anche con la bocca, usandolanon per dire la verità ma per nasconderla,non per pregare ma per bestemmiare omentire, ecc. – Tutti questi insegnamentievangelici si possono riassumere in uno so-lo: vegliare e pregare per non entrare intentazione, perché la tentazione induce alpeccato, e il peccato alla morte eterna.

Anagogia: anagogia è anche guardareall’al di là, elevandosi al sopra delle coseterrene e rinunziando ai piaceri illeciti del-la terra per raggiungere quelli celesti edeterni.

Fiorenzo Mastroianni ofm Cappuccino

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Primo Piano Diocesi Nuova Stagione8 • 30 settembre 2012

Inaugurato il nuovo annopastorale

FarsimissionariIl 14 settembre, festadell’Esaltazione della Croce diCristo e onomastico delCardinale Sepe, è statoinaugurato con una solenneconcelebrazione in Duomo ilnuovo Anno pastorale 2012-2013. La celebrazione è stataimmediatamente precedutadalla cerimonia in cui è statadata lettura del Decreto diVenerabilità di Sisto RiarioSforza nella vicina chiesa deiSanti Apostoli, scelta noncasuale che lo stesso Sepe harichiamato, definendo il suopredecessore come «maestro,guida, luce che vuoleilluminare il camminopastorale». Dunque agli inizidi un nuovo anno pastoraleancora una volta l’arcivescovoSforza diviene fonted’ispirazione e figura diriferimento, a poche settimanedall’inizio dell’anno della Fede,che verrà aperto ufficialmentel’11 ottobre. Nella Cattedrale gremita difedeli, religiosi e laici, con isacerdoti della diocesi, si èpregato e cantato, pronti a unanno nuovo di missione e dievangelizzazione, nelleparrocchie, per le strade, nellescuole, nei luoghi di lavoro.Ciascuno può essere a suomodo missionario,rispondendo all’invito delCardinale a «non avere paura,andare e portare Cristo,soprattutto nei luoghi dovevive, soffre e spera la nostragente». Tutti i presenti,impegnati o meno nellerispettive comunitàparrocchiali, tutti, nessunoescluso, sono stati chiamatidall’Arcivescovo ad esseremissionari, a «scendere incampo, buttarsi nella mischia,anche se bisogna sporcarsi lemani». L’invito a fare, a comunicare,ad accogliere e ad aprire leporte è lo spirito del Giubileo,che dopo la conclusioneufficiale si cerca di tradurre inprassi quotidiana. Questo è lospirito che anima la letterapastorale “Per amore del miopopolo… non tacerò”, idealeconclusione dell’annogiubilare presentata ai fedeliinsieme allo Statuto dellaCuria proprio durante lacelebrazione. Lettera e Statuto sono statipresentati come elementinuovi da cui può partire ilnuovo cammino pastorale,attraverso il quale, comeauspicato dall’Arcivescovo,«con uno sforzo congiuntopotremo dare nuova linfa enuova vitalità alla Chiesa diNapoli».

Eloisa Crocco

Cari fratelli e sorelle, è con particola-re gioia che saluto e abbraccio nel Signoretutti voi, sacerdoti, diaconi, religiosi, reli-giose e fedeli laici, che partecipate a que-sta significativa celebrazione eucaristica,con la quale intendiamo dare inizio alcammino del nuovo anno pastorale dellanostra Arcidiocesi.

Desidero innanzitutto ringraziare i ca-ri Vescovi Ausiliari, gli Ecc.mi Mons. DiDonna e Mons. Lemmo per gli auguri ri-voltimi, anche a vostro nome, per la festaonomastica che celebro oggi. Il martireCrescenzio vi ricompensi per la vostrabontà e vi ottenga le più abbondanti graziedel Signore per crescere nella testimo-nianza di amore e di giustizia verso tutti inostri fratelli e sorelle. Ogni inizio di cam-mino pastorale presuppone la gioiosaapertura al soffio dello Spirito che ci ispi-ra, ci guida e ci rafforza nel nostro entusia-smante, anche se non facile, pellegrinag-gio. La nostra via e la nostra meta è Cristo,il Servo di Dio, che “umiliò se stesso, fa-cendosi obbediente fino alla morte e allamorte di croce” (Fil 2, 6-11). Cristo, incar-nato nella sua realtà concreta umana e di-vina, è il Signore e Salvatore del mondo.Tenendo lo sguardo fisso su Cristo,

Crocifisso e risorto, e docili all’azione del-lo Spirito, noi ci incamminiamo con rin-novato impegno, per andare nel mondo atestimoniare l’annuncio evangelizzante diliberazione dal male, traducendo lo spiri-to, lo stile e il metodo del Giubileo specia-le per Napoli nella nostra attività pastora-le. È questo il senso della lettera pastorale“Per amore del mio popolo…non tacerò”,che tra poco vi consegnerò.

La lettera, come ho sottolineato aMaterdomini e nell’ultimo Plenum, si po-ne sulla scia del piano pastorale generale,raccogliendo lo spirito del Giubileo e si in-serisce nel contesto dell’Anno della fede. Èuna sfida impegnativa perché ci spingecon forza ad essere dispensatori di una ca-rità vissuta e incarnata, e ci richiama allafedele testimonianza del Vangelo e dell’a-more di Cristo per l’umanità.

La Chiesa di Napoli vuol farsi carità,mettendo in campo la sua grande capacitàdi amare, aprendo le sue porte a tutti gliuomini di buona volontà, incontrando edialogando con tutti. È la Chiesa poverache, come Cristo, si fa missionaria e diven-ta serva dell’umanità.

La “porta Fidei” che dobbiamo aprireci impegna a comunicare la fede, a educa-

re alla fede, a vivere la fede. È la fede che ab-biamo ricevuto come dono inestimabile eche non può limitarsi, come spesso accade,agli spazi dei nostri edifici, ma essere por-tata per le vie che formano la struttura del-la nostra “Polis”, della nostra società. Cosìci sono gli spazi occupati dalla cultura, dal-l’economia, dall’arte, dalla scienza: nessu-

In Cattedrale la solenne celebrazione d

Comunicare, educa @ Crescenzio

Presentato lo Statuto de

Comunione, collaborazi di Raffael

La voluta sobrietà utilizzata dal Codice di Diritto Canonico neldescrivere la fisionomia della Curia diocesana richiede che la con-figurazione e il funzionamento della stessa siano disciplinati piùprecisamente a livello locale mediante la statuizione di appositenorme.

A tale scopo il nostro Cardinale Arcivescovo ha predisposto perla Curia arcivescovile di Napoli il nuovo Statuto, che ne determi-na l’identità strutturale, mediante la precisazione degli uffici chela compongono e delle relazioni che intercorrono tra di essi.

Questo documento, che domani sera, durante la solenneEucaristia di apertura del nuovo Anno pastorale, verrà ufficial-mente consegnato alla Chiesa di Napoli, sarà successivamente af-fiancato dal Regolamento generale e dai Regolamenti particolariredatti dagli stessi Uffici e organismi interessati.

Anche tale Documento, che risponde alle istanze del PianoPastorale diocesano, si inserisce nel cammino giubilare della no-stra Chiesa assimilandone lo spirito. Infatti, nella LetteraPastorale “Per amore del mio popolo”, al n.2, il CardinaleArcivescovo scrive: «Il nostro Giubileo ci ha aperto la strada peruna più incisiva formazione della nostra comunità che abbia comeobiettivo la corresponsabilità di tutti per realizzare il bene comunee ricostituire le basi di una pastorale rinnovata ed adeguata alle esi-genze della città. Educare al bene comune significa innanzituttoeducare all’impegno e al senso di responsabilità perché si realizzi ilbene di tutti». Questa corresponsabilità esige un cambiamento dimentalità sul ruolo dei laici perché essi vanno considerati comepersone realmente corresponsabili dell’essere e dell’agire dellaChiesa.

La Costituzione dogmatica Lumen Gentium qualifica lo stiledei rapporti tra laici e Pastori con l’aggettivo «familiare»: «Da que-sti familiari rapporti tra i laici e i pastori, si devono attendere mol-ti vantaggi per la Chiesa: in questo modo infatti si afferma nei lai-ci il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slancio, ele loro forze più facilmente vengono associate all’opera dei pasto-ri. E questi, aiutati dall’esperienza dei laici, possono giudicare conpiù chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che temporali; ecosì tutta la Chiesa, forte di tutti i suoi membri, compie con mag-giore efficacia la sua missione per la vita del mondo» (n. 37).

Il luogo per eccellenza nel quale realizzare queste indicazioniè proprio la Curia arcivescovile, dove siamo chiamati a vivere lacorresponsabilità ecclesiale e sociale di noi battezzati.

Nei primi numeri dello Statuto vengono precisati l’identità e lefinalità della Curia, evidenziandone soprattutto l’unitarietà: «La

Curia dell’Arcidiocesi è l’insieme ordinato delle persone e degli orga-nismi che aiutano stabilmente l’Arcivescovo nel governodell’Arcidiocesi, prestando in diversi ambiti (pastorale, ammini-strativo, tecnico, giuridico) e in vari modi, un servizio qualificatoalla Chiesa di Napoli (Statuto, art.1)… Il fine di ogni attività svoltadalla Curia è quello di promuovere l’annuncio del Vangelo, la vita difede, di speranza e di carità della Comunità ecclesiale, secondo gliorientamenti del Piano Pastorale diocesano,al servizio di tutte lerealtà ecclesiali della Chiesa di Napoli, in modo particolare delleParrocchie e dei Decanati». (Statuto, art. 4).

Lo Statuto, nella sua composizione, appare subito come lostrumento appropriato per favorire la comunione tra le persone,consentire l’armonica ed adeguata organizzazione del servizio re-so alla Arcidiocesi dagli organismi che compongono la Curia ed ilmezzo per creare maggiore sinergia tra i vari Uffici e con tutte lerealtà che operano nella Chiesa di Napoli.

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 30 settembre 2012 • 9

la quotidianità e di incidere nelle vicendedella vita, fede che ci fortifichi e ci rendacapaci di assumerci la nostra responsabi-lità nel ricercare e realizzare il bene comu-ne e gli interessi generali di tutta la nostracomunità. Cristo è venuto per rinnovarel’uomo e dare un nuovo senso alla famigliadegli uomini: farò nuova ogni cosa: cielinuovi e terra nuova. È questo il vero pro-gresso della civiltà; è questo il Regno chedobbiamo realizzare e per il quale Cristo èvenuto donandosi fino alla morte e allamorte di croce. Un Regno che dobbiamocostruire ora, nella nostra Napoli, inse-rendoci e alimentando la speranza, legioie e le sofferenze della nostra gente. Dioè presente in ogni luogo e noi lo dobbiamoportare là dove vive l’uomo, a qualunquecategoria egli appartenga. Per questochiamo tutti a scendere in campo:Sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi, mi-nistri istituiti, fedeli laici, tutte le compo-nenti la nostra realtà ecclesiale, così comesono stati come sono stati descritti nelnuovo Statuto della nostra CuriaArcivescovile, il cui testo pure vi sarà con-segnato ufficialmente questa sera. Ma ri-volgo il mio pressante appello anche allaFacoltà Teologica, all’Istituto Superiore di

Scienze Religiose, al P.U.F., al SeminarioArcivescovile, agli insegnanti di religione,al mondo delle scuole cattoliche, ai movi-menti ecclesiali, alle associazioni cultura-li, alle arciconfraternite e, in modo specia-le, ai giovani e alle famiglie.

Cari fratelli e sorelle, incamminiamocicon coraggio ed entusiasmo, nel nome delSignore, verso il nuovo anno pastorale.Apriamo le porte del nostro cuore e dellanostra mente alla realtà che ci circonda,alla nostra città, alla nostra Diocesi, di cuiconosciamo gli enormi problemi. Pur con-sapevoli delle difficoltà e dei limiti, siamocerti che lo sforzo congiunto di tutti, soste-nuto dall’immancabile presenza delloSpirito, darà nuova linfa e vitalità alla no-stra comunità ecclesiale e civile.

Come Vescovo di questa santa Chiesache è in Napoli sarò sempre con voi peraiutarvi a testimoniare l’impegno di unservizio aperto alla carità, alla condivisio-ne e alla comunicazione. Affidiamo que-sto nostro cammino ai nostri santi protet-tori e alla SS.ma Vergine Maria, Regina diNapoli e Stella della nuovaEvangelizzazione.

‘A Maronna c’accumpagna!* Arcivescovo Metropolita di Napoli

no di questi è estraneo al Vangelo, ma c’è bi-sogno di un autentico cambiamento, di unnuovo modo di pensare e di vivere la nostrasequela di Cristo, di una nuova coscienzadella nostra identità cristiana. C’è bisogno,come scrivo nella lettera pastorale, dellaformazione di una nuova coscienza di fede:fede incarnata, forza capace di trasformare

di apertura del nuovo Anno Pastorale

are e vivere la fede Card. Sepe *

ella Curia Arcivescovile

ione e corresponsabilità le Ponte *

La lettura dello Statuto ci pone dinanzi ad una serie di propo-sizioni e di norme che, ad un primo sguardo, possono anche sem-brare distanti dall’agire pastorale proprio della nostra missione,per cui bisognerà trascendere l’idea che la parola Statuto evocanaturalmente e concentrarsi sullo spirito con cui esso è stato scrit-to. Infatti, oltre alla necessità di regolamentare alcuni ambitisquisitamente tecnici che avevano bisogno di essere rivisti, si èvoluto dare sistemazione ed ordine a quanto la Curia già vive nelsuo quotidiano. Di fatto, norme e regole sono il frutto delle espe-rienze di tanti laici e sacerdoti, che, negli anni, con la loro abne-gazione e l’amore alla Chiesa di Napoli, sono diventati il paradig-ma, il modello di riferimento di quanti hanno redatto lo Statuto.Uno Statuto, quindi, nato non solo dal desiderio di dare regole,bensì dall’autorevolezza della tradizione consolidata che va final-mente codificata.

Come ogni statuto, ovviamente, anche questo va comunquesperimentato, e lo sarà per la durata di un triennio; pertanto, civiene chiesto di accoglierlo come un dono poiché il molto tempospeso per la sua redazione e il tempo di chi ha raccolto e coniuga-to regole e esperienze, vanno visti nell’ottica del servizio reso peril bene comune.

La Curia di Napoli, non solo con il nuovo Statuto ma anche perle tante e splendide persone che la compongono, pur con i suoi im-mancabili limiti, potrà essere di riferimento, di stimolo aiDecanati e alla Parrocchie, dettando anche stili di vita impronta-ti all’accoglienza cordiale, al dialogo sincero e ad una limpida te-stimonianza di fede. Più volte il Cardinale Arcivescovo ha ricor-dato nei suoi vari incontri con i collaboratori della Curia, che neinostri luoghi arriva un’umanità alla ricerca di risposte di ogni ge-nere: dalla richiesta di informazioni e chiarimenti su indirizzi pa-storali e, a volte, sempre più spesso negli ultimi tempi, richieste diaiuto concreto per indigenza, situazioni familiari complesse.Quando l’utente diventa fratello in situazione di bisogno, l’ascol-to paziente si coniugherà con la solidarietà e la ricerca di soluzio-ni. Scrive il Cardinale Arcivescovo: «Bisogna uscire da noi stessi…per condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce, di tan-ti nostri fratelli e sorelle, soprattutto dei poveri e di quanti soffrononel corpo e nello spirito», (Piano Pastorale Diocesano, p.10).

La Curia, dunque, ha un compito non marginale ed ordinarioné sottovalutabile, perché la trasparenza, la limpidezza delle scel-te e la coerenza di quanti vi lavorano potranno essere di esempioa quanti guardando la Chiesa di Napoli vorranno riscoprirne labellezza.

Recuperando quest’ottica, lo Statuto, con le sue norme, potràdivenire uno strumento da sperimentare con gratitudine, cercan-do di ottimizzare le energie e dando un significato trascendentealle regole in vista di una comunione non solo redatta ma vera-mente sentita. La comunione, ovviamente, dovrà essere il conte-nuto trasversale, e non solo l’obiettivo delle norme e della sistema-zione di vita di tutti gli Uffici, i Servizi e le varie Commissioni.

Mi auguro che le norme introdotte nel testo aiutino la CuriaArcivescovile ad essere più vicina al nostro popolo e ad assumere,in modo sempre più coerente, quello stile di lavoro improntato alcriterio della comunione-collaborazione-corresponsabilità ri-chiesto come necessario per sostenere e promuovere l’impegnomissionario cui è chiamata la nostra Chiesa e così come instanca-bilmente sollecitato dal nostro Cardinale Arcivescovo.

Lo Statuto si pone come pietra miliare del cammino della no-stra Chiesa e come tale ne segna il percorso. Accostiamoci ad es-so con lo spirito del viandante sempre più desideroso di percorre-re le strade più sicure per raggiungere più facilmente la meta.Guardando verso l’alto, come pellegrini mai stanchi, con la guidasicura del nostro Pastore, possiamo insieme arrivare al traguar-do.

* Moderatore della Curia Arcivescovile

Sisto Riario SforzaproclamatoVenerabile

“Borromeo redivivo”(e.c.) Sisto Riario Sforza,Arcivescovo di Napoli dal 1845al 1877, uomo di grandelevatura spirituale e dinotevole intelligenza, chededicò l’esistenza alrinnovamento della diocesi ealle opere di carità, è oggiVenerabile. Lo scorso 28 giugno, dopo ilriconoscimento delle sue virtùeroiche, Papa Benedetto XVIha promulgato il Decreto diVenerabilità, letto ai fedeli damons. Lucio Lemmo il 14settembre nella Chiesa deiSanti Apostoli, dove SistoSforza è sepolto nella cappelladi famiglia. Per l’occasione, acui hanno preso parte moltisacerdoti, oltre al parroco donCiro Riccardi e numerosifedeli, il Cardinale Sepe havoluto un momento dipreghiera.Sisto Riario Sforza dedicòmolte energie alla Chiesa diNapoli. Si impegnò per lapreparazione spirituale edottrinale dei futuri sacerdoti,tanto che “il clero di Sisto”divenne proverbiale, ed ebbemolto a cuore l’educazione deigiovani. Fu vicino al suopopolo con numerose letterepastorali, e promosse inmaniera speciale la devozionea Maria e all’Eucaristia. Il suoimpegno maggiore,infaticabile, fu quello per lacarità e per la cura degliammalati, anche in occasionedella terribile epidemia dicolera del 1854-’55 . Per ipoveri e per gli infermi ilcardinale donò tutti i suoi benie investì tutte le sue energie,tanto da meritare l’appellativodi “Borromeo redivivo”. Tra leopere più rivoluzionarie da luicreate ricordiamo la Pia Casadi Prestito gratuito, istituitaper aiutare le persone indigenticombattendo la piagadell’usura. Figura di grande spessore,l’arcivescovo Sisto RiarioSforza, già scelto dal cardinaleSepe come figura diriferimento per la diocesi diNapoli in occasione dell’annosacerdotale 2009-2010, puòessere oggi invocato, come hasuggerito il cardinale, «comeamico e modello di vita». «Diochiama in ogni tempo e inogni luogo – così Sepe – e lavita di Sisto Sforza ne ètestimonianza. Dalla santitàviene la capacità diannunciare Cristo, che ci vuolesuoi amici, non servi.Dobbiamo quindi manifestarela nostra volontà diconversione e aprirci allamisericordia divina».

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Nuova Stagione10 • 30 settembre 2012 Attualità ecclesiale

Nell’immaginario collettivo, Teresa diLisieux è ritenuta fragile e timida fanciullache ha raggiunto, mediante sofferenze, lavetta della Santità: nulla di più falso.Purtroppo, con lo scopo di renderne più ac-cessibile il messaggio, viene considerata,dalla sua morte in poi, una “Santina”, de-prezziando di molto la sua “valenza eccle-siale”. Il Pontefice Paolo VI l’ha incoronatacol solenne titolo di “Dottore della Chiesa”,si pensi, al pari di un Sant’Agostino, SanTommaso, Santa Teresa d’Avila.

L’equivoco” è nato da una distorta inter-pretazione della “Piccola Via”. Questa sco-perta Teresiana non è da considerarsi comela via delle piccole cose che tutti possono fa-re, ma la via privilegiata dei Piccoli di cuiparla il Vangelo. Di coloro che hanno laspontaneità di riconoscersi peccatori, asse-tati di Dio. Di quelli, cioè, alla cui mensa èvenuto a stare il Cristo e alla quale siede conpieno diritto anche Teresa di Gesù Bambinoe del Volto Santo. Senza la sua fede, a tuttaprova, anche la sua notissima Piccola Vianon servirebbe a niente. Per questo, è daconsiderarsi testimone del nostro tempo,perché ha vissuto il terribile dramma dellatentazione della fede, quello che i mistici de-finiscono “Notte oscura”.

In realtà per seguire il Maestro bisogna (ènecessario) portare al suo seguito la Croce,Croce da portare da figli e non da schiavi, co-me ha capito e così ha insegnato Teresa diLisieux. Le sue consorella, al momento deltrapasso, si aspettavano un’estasi d’amorefatta di invocazioni infuocate allo Sposo, in-vece nelle ore dell’agonia, Teresa era sorret-ta unicamente da una volontà ferrea, perchésostenuta dalla forza dello Spirito Santo.

Scrive: «Poco tempo prima che la provacontro la fede cominciasse – mi dicevo: vera-mente non ho grandi prove esteriori e perchéne avessi di interiori bisognerebbe che il buon

Santa Teresa di Lisieux

Dottore della Chiesadi Michele Borriello

Dio cambiasse la mia via; non credo che lofaccia, eppure non posso vivere così nel ripo-so. Quale mezzo troverà Gesù?. La rispostanon si fece attendere e mi mostrò come Coluiche amo non è a corto di mezzi, senza cambia-re la mia strada mi mandò la prova che dove-vo mescolare una salutare amarezza a tutte lemie prove».

Raggiunta la maturità spirituale, Ellavolle aggiungere anche “del Volto Santo” perindicare che la sua piccola via non nascevada facili sentimentalismi, ma dalla sua tota-le adesione al Cristo “sfigurato”. L’essenza,allora, del suo messaggio sta nell’aver nobi-litato l’esistenza come tale, ove – senza usci-re dall’ordinarietà – si tratta di risponderecon amore all’amore, in tutte le vocazionipossibili.

Miracoli per sua intercessione nella vitaterrena non ne ha fatti, per divenire Santinon ce n’è bisogno. Basta crescere in età, sa-pienza e grazia davanti a Dio e davanti agli

SantaMariaFrancescadelle CinquePiagheL’Anno della Fede ci invita avivere in pienezza il Vangelodi Cristo, come ha fattoSanta Maria Francesca intutta la sua vita. Disponiamoil nostro cuore a celebraresolennemente la festa dellaSanta perché il suo esempio ela sua intercessione ciottengano tutte le graziedesiderate.

Il programma della festaA partire da giovedì 27settembre e fino a venerdì 5ottobre, nel Santuario di vicoTre Re a Toledo, Novena inpreparazione alla festa dellaSanta, animata e guidata, almattino, dai padri Osst,cappellani del Santuario e alpomeriggio dai padri Ofm diSanta Chiara. Sante Messe, nei giorniferiali, alle ore 7.30 e alle9.15; nella domenica, alle ore7.30, 10.30 e 12. SantoRosario alle ore 17.30.celebrazione Eucaristica alleore 18.Venerdì 5 ottobre, alle ore 17,benedizione dei bambini; alleore 18, Santa Messa. SeguiTransito di Santa MariaFrancesca.Sabato 6 ottobre, Solennitàdi Santa Maria Francesca.Sante Messe alle ore 7.30,8.30, 9.30, 10.30, 12. In casadella Santa, alle ore 9, 10, 11,12.Ore 17: padre AgostinoEsposito, MinistroProvinciale Ofm.Ore 18: S. E. Mons. AntonioDi Donna, Vescovo Ausiliaredi Napoli.Il Santuario per tutto il mesedi ottobre è aperto anche dipomeriggio per l’accoglienzadi pellegrinaggi, parrocchie,fraternità e gruppi di devoti.Ore 17.30, Santo Rosario.Ore 18, Santa Messa.

uomini, senza perdere la fede, nonostante lanotte oscura, il silenzio di Dio.

Ecco l’altra lezione di Teresa: «Lo so chemi ami» e cioè avere certezza assoluta che ilBuon Dio ama ogni uomo con amore appas-sionato e disinteressato. Ella indica solo unavia, quella di Cristo, percorribile da tuttisenza miracoli o con miracoli ancora piùgrandi dei miracoli. Quelli della via quoti-diana autentica che non sembrano tali, masono i più graditi al Signore.

La magistrale lezione del Dottore dellaChiesa Teresa di Lisieux consiste nell’avereridimensionato una concezione elitaria delCristianesimo e, per giunta, dello stato diperfezione. Fattasi piccola-grande Sorelladi tutti gli uomini. Ha scritto: «Non possonotemere un Dio che per me si è fatto piccolo! Iolo amo! Infatti Egli non è che Amore eMisericordia».

Il desiderio incessante di Teresa diLisieux era diventare Santa a tutti i costi. Maavendo constatato quando si è paragonata aSanti come Paolo, Agostino, Francesco, chetra lei e loro c’era la stessa differenza che esi-ste tra una montagna la cui vetta si perde neicieli e il «granello di sabbia oscuro calpestatosotto i piedi dei passanti». Invece di scorag-giarsi iniziò, cercando nella Sacra Scrittura,i testi che le permettevano di tracciare unavia per essere introdotta dai Santi.

Legge così, nel Libro dei proverbi: «Sequalcuno è piccolissimo venga a me…». E, al-lora, si gettò nelle braccia di Gesù che sono«l’ascensore per raggiungere, che sono l’a-scensore per raggiungere la vetta della san-tità». Per questo non ebbe bisogno di cresce-re, anzi fermamente si convinse che dovevarestare piccola, anzi diventare sempre piùpiccola.

E quanto più piccola si farà, tanto più sa-lirà la Scala celeste che la condurrà tra igrandi Santi del Paradiso.

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Nuova Stagione 30 settembre 2012 • 11

Il messaggio delCardinaleLa ringrazio per avermicortesemente invitato alla TavolaRotonda che si terrà il 25prossimo a Scampia. Trovoestremamente lodevole epienamente condivisibilel’iniziativa che ci riporta in unquartiere cittadino che meritagrande attenzione, profondorispetto e concreta solidarietà.C’è gente che soffre per erroricommessi, gente che è costrettaa pagare scelte e colpe difamiliari, gente che è degna distima e amicizia e che invecespesso viene coinvolta,ingiustamente, in giudizisuperficiali e offensivi per il solorisiedere in quell’area di per sébella ma profanata da gentesenza scrupolo e senza legge.Questi luoghi comuni vannocombattuti ma vanno abbattutii muri della illegalità, dellaviolenza e dei limiti alla libertàindividuale. E’ importante, pertanto, cheesponenti di istituzioni, laiche ereligiose, si ritrovino insiemealle Forze dell’Ordine e aicittadini per riflettere econfrontarsi, parlando disicurezza che è individuale esociale ad un tempo, perchéattiene al diritto di ognicittadino e di tutta la comunità,perché è la pre-condizione dellacivile convivenza e dellosviluppo complessivo.Come Chiesa siamocostantemente sul territorio eviviamo il dramma e le attesedella nostra gente. Forti dellanostra esperienza quotidiana,fatta attraverso le Parrocchie, iSacerdoti, i Religiosi, i laici cisentiamo pienamente impegnatia dare la nostra totaledisponibilità e ad operare inassoluta sinergia con tutti gliuomini di buona volontà e contutte le istituzioni e leorganizzazioni che lavorano peri diritti della persona e perdifendere la dignità di ciascuno.Con grande piacere, pertanto,sarei stato a Scampia nellamanifestazione opportunamenteorganizzata dal Sindacato diPolizia, anche per dare atto atutti coloro che fanno parte delleForze dell’Ordine della loroabnegazione, dei loro sacrifici,dei loro rischi, della loropreziosità, della loro umanità eanche delle loro esigenze.Purtroppo, non posso esserci,perché nella data fissata sonoimpegnato a Roma nellaConferenza Episcopale Italiana,ma mi sento partecipe einteressato, per cui la Chiesa diNapoli sarà degnamenterappresentata da un suo figlioche sta in quella terra diScampia e la conosceprofondamente.Nella certezza che la TavolaRotonda riuscirà estremamenteinteressante, anche perl’autorevolezza e la competenzadegli illustri Relatori, saluto tutticon viva cordialità, mentrerivolgo alla gente di Scampiasentimenti di affetto, con labenedizione del Signore.

Crescenzio Card. Sepe

Città

Una speranza per ScampiaTavola rotonda all’auditorium sui temi della sicurezza

Servizio a cura di Eloisa Crocco

Il 25 settembre, presso l’auditorium diScampia, si è svolta la tavola rotonda sultema “Scampia: sicurezza partecipata ecultura per lo sviluppo e la legalità”, orga-nizzata dal Siulp (Sindacato ItalianoUnitario Lavoratori Polizia) di Napoli.

L’incontro, che ha coinvolto rappre-sentanti del mondo politico, della magi-stratura, delle forze dell’ordine, dellaChiesa, del mondo della scuola e di quellodell’associazionismo, è stato organizzatocon l’intento di avere un proficuo confron-to tra le parti sui temi della sicurezza e del-la legalità in una zona di frontiera comeScampia, in preparazione ai lavori delConsiglio Generale del Siulp Napoli.

Per il sindacato, come spiega il segreta-rio generale provinciale VincenzoAnnunziata, «la sicurezza è un investimen-to e non un costo», e la tavola rotonda è sta-ta voluta per «dimostrare che con la pienasintonia e la collaborazione tra politica,magistratura, forze dell’ordine, Chiesa,scuola e parti sociali si possa consentire al-la nostra città di vincere la delinquenza ab-battendo i falsi modelli di uomini e donneche con la violenza credono di essere piùforti dello Stato».

E purtroppo questi uomini e questedonne finiscono per trasformarsi essistessi in uno Stato alternativo, in una zo-na abbandonata a se stessa dove «le forzedell’ordine sono l’unico vero grande presi-dio reale», come ha dichiarato GeppinoFiorenza di Libera Campania, che ha ag-giunto: «Il problema è l’economia crimina-le, su cui tante famiglie si reggono. I presididelle forze dell’ordine devo essere rafforzati,ma non basta, serve un rinnovamento deltessuto sociale».

Per il segretario generale della CislNapoli, Giampiero Tipaldi, ciò che rendedifficile questo rinnovamento «è la man-canza di un disegno organico delle periferiecittadine», ma il problema principale è lamancanza di lavoro: «il lavoro è dignità,impegno, ed è soprattutto la possibilità diportare avanti la famiglia. Qui lavoro nonce n’è, e allora ecco che si fanno scelte sba-gliate. La politica non dà risposte, i soldi so-

no pochi, anche se le idee sono tante, e si fini-sce per fermarsi alle parole e ai grandi nomiche vengono a visitare il quartiere». Parole,progetti, programmi, ma il tempo passa e diconcreto a Scampia si vede ben poco. Sulterritorio sono tante le realtà associative checercano di cambiare la storia del quartiere,ma per il segretario generale nazionale delSiulp, Felice Romano, «ognuna si muove inmaniera scoordinata». E questo rende diffi-cile la creazione di un piano di rinnovamen-to organico, in grado davvero di portare fuo-ri dalla sua condizione di degrado questoquartiere che pure ha tante forze vive e vita-li al suo interno, pronte a battersi per il cam-biamento. Ma se non si riesce ad uscire dauna condizione generale fortemente degra-data, di miseria e disperazione, «come si puòavere una visione di legalità?», si chiedeAngelo Pisani, presidente della VIIIMunicipalità, che comprende appuntoScampia. Il presidente lamenta la totale as-senza di poteri e mezzi per lui e la sua squa-dra, costretti ad ascoltare le lamentele dellagente del quartiere e a riportarle ai verticiistituzionali cittadini senza poter fare nullapersonalmente. Per lui, Scampia è il bene eil male, il bene dei bambini, dei giovani, diquelli che ancora vogliono sognare, e il ma-

le del fallimento politico, di quella che con isuoi 140.000 abitanti è una vera città, ma co-me tale incompiuta.

Il Siulp però, attraverso l’impegno co-stante in prima linea di tanti dei suoi, vuoledare comunque un messaggio di speranza.L’impegno proclamato da VincenzoAnnunziata è quello di continuare a com-battere la criminalità con tutti i mezzi dispo-nibili, mentre Felice Romano si impegna a«continuare a dare voce», perché solo attra-verso l’ascolto di chi il territorio lo vive ognigiorno è possibile iniziare un percorso dicambiamento.

Il cambiamento che anche il cardinaleCrescenzio Sepe auspica nel messaggio in-viato in occasione della tavola rotonda, incui spiega che a Scampia «c’è gente che sof-fre per errori commessi, gente che è costrettaa pagare scelte e colpe di familiari, gente che èdegna di stima e amicizia e che invece spessoviene coinvolta, ingiustamente, in giudizi su-perficiali e offensivi per il solo risiedere inquell’area di per sé bella ma profanata da gen-te senza scrupolo e senza legge» - afferman-do però che «questi luoghi comuni vannocombattuti ma vanno abbattuti i muri dellaillegalità, della violenza e dei limiti alla libertàindividuale».

Spazio ai giovaniEducazione alla legalità e alla partecipazione le strade possibili

La speranza per Scampia sono i giovani, i ragazzi, i bambini.Tanti di loro sognano un avvenire diverso, e attraverso la musica, ladanza, lo sport o il teatro, o anche attraverso la scrittura, cercano diabbattere i muri e di andare incontro alla vita, sforzandosi di non re-stare chiusi nel cerchio del degrado e della negatività che avvolge illoro quartiere.

Durante la tavola rotonda sono stati tanti gli interventi incentra-ti su di loro, su quello che loro possono significare per il futuro.Molto importante è il lavoro che fanno sul territorio molte scuole, eper questo il Siulp ha voluto che partecipasse alla tavola rotonda an-che un’esponente del mondo scolastico, il dirigente dell’istituto“Elsa Morante” Maria Rosaria Cetroni. La Cetroni ha spiegato l’im-portanza fondamentale di una «educazione alla legalità», e ha rac-contato della sua esperienza di preside e di quella dei suoi colleghidocenti, impegnati spesso nel recupero di ragazzi che della scuolanon vogliono saperne. Ma quando si riesce a far tornare sui banchiun ragazzo che aveva abbandonato la scuola «non lo si recupera so-lo come studente di quel determinato istituto» - ha spiegato - «lo si re-cupera ad un progetto di vita». Ed ecco il racconto di un ragazzo boc-ciato, che aveva lasciato la scuola, che i professori erano andati a cer-care fino a casa per indurlo a riprendere gli studi, e che alla fine si èdiplomato con 100/100 e ha deciso di iscriversi all’università, picco-la grande vittoria per chi non aveva smesso di credere in lui. «Se que-sti episodi accadono anche per uno solo dei ragazzi » spiega la profes-soressa Cetroni - «il nostro lavoro ha veramente senso».

Educazione dunque, il nodo fondamentale. E quello forse più dif-ficile da sciogliere, tra famiglie assenti, esempi sbagliati, bombarda-mento televisivo che sempre di più mostra la violenza come mezzodi risoluzione dei problemi o nella pubblicità spinge a compraresempre di più, a non accontentarsi, a volere tutto. «Bisogna battere

sul tasto dell’educazione » spiega Geppino Fiorenza - «ma è difficilequando ti trovi davanti ragazzi con cui non riesci neppure a parlare,che vogliono i soldi e il potere pur essendo consapevoli dei rischi checorrono». Ma dall’educazione dei più giovani bisogna necessaria-mente partire per un risanamento sociale, e per questo occorrono,come fa notare il referente di Libera Campania, «verde e luoghi di ag-gregazione». Libera, attraverso il riutilizzo sociale dei beni confisca-ti alla criminalità, cerca proprio di offrire questo tipo di possibilitàai tanti ragazzi del quartiere. E se un rinnovamento deve esserci de-ve partire dalle forze giovani e dai suggerimenti di «docenti, parroci,associazioni, coloro che vivono il territorio», come invita a fareGiampiero Tipaldi.

Alla tavola rotonda organizzata dal Siulp giovani non ce n’erano,e non c’erano neppure cittadini del quartiere. Appare dunque neces-sario puntare sull’educazione, l’educazione alla partecipazione e al-la cittadinanza attiva, oltre che ovviamente l’educazione alla lega-lità. Ecco quindi la proposta di Felice Romano: «continuare il cam-mino intrapreso coinvolgendo i ragazzi, organizzando riunioni a cuiprendano parte anche loro, grazie alla collaborazione degli istituti sco-lastici. E dovranno essere riunioni in cui non si parli solo della neces-sità di educare alla legalità, ma si parta dal basso, cercando di cresce-re insieme».

Partire dal basso dunque, ascoltare i ragazzi, le loro voci, le loroesigenze. Da questa necessità prende le mosse la proposta tutta nuo-va di Maria Rosaria Cetroni: portare a Scampia un liceo sportivo euno musicale e coreutico, «per venire incontro ai bisogni e ai deside-ri degli alunni del territorio».

La speranza di rinnovamento del quartiere potrebbe partire pro-prio da qui, dalla possibilità di offrire ai ragazzi nuovi spunti e nuo-ve strade possibili.

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Città Nuova Stagione12 • 30 settembre 2012

Al SuorOrsolail “Sabato delle Idee”Sabato 22 Settembre presso laSala degli Angeli dell’UniversitàSuor Orsola Benincasa si èsvolto il terzo appuntamentodell’edizione 2012 del Sabatodelle Idee, dedicato al tema “Ilruolo del sistema bancario altempo della crisi economica”.L’incontro è statato introdottoda Lucio d’Alessandro, Rettoredell’Università Suor OrsolaBenincasa, Marco Salvatore,professore ordinario diDiagnostica per Immaginiall’Università “Federico II” diNapoli.Alla discussione, coordinatadall’economista Massimo LoCicero, erano presenti ilPresidente del Banco di Napoli,Maurizio Barracco, il Presidentedi Nomisma, Pietro Modiano,già direttore generale di BancaIntesa e il vicedirettore generaledella Banca d’Italia, SalvatoreRossi.«L’idea di questo incontro -spiega Lucio d’Alessandro,Rettore dell’Università SuorOrsola Benincasa – è nato dallanecessità di una riflessione ingrado di spiegare i meccanismidel sistema bancario efinanziario che rappresenta oggiil centro nevralgicodell’economia mondiale ; unsistema che da secoli si scontracon la diffidenza cheaccompagna l’attività di chiguadagna il proprio denaro nonattraverso un diretto impegnolavorativo ma utilizzando ildenaro stesso. E al tempo dellagrande crisi economica ci èsembrato giusto porrepubblicamente, come ci capitasempre di fare negli incontri delSabato delle Idee, degliinterrogativi di grande attualità:è giusto che interi settori di sanaeconomia reale saltino perquestioni di finanza con cuipochissimo hanno a che fare?Che cosa possono fare gliuomini di banca di cui certo lamodernità mondializzata nonpuò fare a meno? È possibile daparte delle banche fare qualcosadi più e di più concreto, adesempio in un territorio difficilecomeil nostro Mezzogiorno?».“Il Sabato delle Idee” èun’iniziativa ideata nel 2009dalla Fondazione SDN edall’Università Suor OrsolaBenincasa di Napoli conl’obiettivo di far sorgere a Napolinuovi spazi di discussione e di“risvegliare” la riflessione masoprattutto la produzione dinuove idee nella società civile enella classe dirigente nazionale,partendo da Napoli. E già dallaseconda edizione del Sabatodelle Idee l’allargamento deipartner dell’iniziativa hadimostrato come nella città diNapoli vi siano tante realtàscientifiche e culturali chehanno passione e capacità perimpegnarsi nel rilancio dellacittà.

tarli nei centri e lasciarli là». L’iniziativa si in-serisce in un quadro più ampio di attività peri più sfortunati.

A tal proposito Salerno ha annunciato illancio di attività sportive nei carceri diPoggioreale, Secondigliano e Pozzuoli. Ogniragazzo che parteciperà ad “Insieme nellosport” porterà a casa una medaglia. «Questoè un premio per chiunque partecipa alle gare –ha aggiunto Salerno – per il coraggio che haavuto di esibirsi. I ragazzi disabili possono fa-re tutto, anche se in maniera diversa».

Nelle intenzioni degli organizzatori lamanifestazione non vuole essere una gior-

nata autoconclusiva, ma una tappa di unlungo itinerario, come ha dichiarato donRosario Accardo, Responsabile diocesanodella Pastorale Sportiva.

«C’è un errore di fondo, di solito, per cui,passato il giorno della manifestazione, non sifa più niente. Questo è un momento di unostato interiore che dobbiamo avere sempre.Non finisce tutto nella giornata di gare. La co-sa più bella – ha concluso Accardo – sarà leg-gere nei volti di questi ragazzi la contentezzadi vivere alcune ore insieme».

Davide Esposito

Allo stadio Collana la decima edizione di “Insieme nello sport”

Contenti di stare insiemeTradizionale appuntamento allo Stadio

Collana, sabato 29 settembre con “Insiemenello sport”, la manifestazione, giunta allasua decima edizione, nata da una idea delpresidente del Coni di Napoli AmedeoSalerno.

All’evento partecipano ragazzi diversa-mente abili, provenienti da tutta laCampania, per gareggiare in 24 discipline diogni genere, dal calcio per i non vedenti al-l’arrampicata sportiva, novità del decenna-le.

Dal 2003 i partecipanti sono cresciutiprogressivamente, passando dai cinquecen-to della prima edizione agli oltre duemilastimati per quest’anno, con 86 centri e so-cietà coinvolte. Alla struttura del Vomero sa-ranno presenti le massime autorità dellacittà di Napoli, dal sindaco De Magistris alCardinale Crescenzio Sepe. La manifesta-zione, inaugurata con la cerimonia di aper-tura, vedrà la sfilata dei partecipanti e l’esi-bizione della banda civica di Acerra.

“Insieme nello Sport” è organizzato incollaborazione col Comitato ItalianoParalimpico e il Centro Sportivo ItalianoNapoli, e ha il patrocinio del Presidente del-la Repubblica e dell’Arcivescovato diNapoli, oltre al Comune di Napoli el’AutomobilClub.

L’evento è stato presentato il 25 marzonella sala conferenze del Palabarbuto, doveAmedeo Salerno ha specificato il fine dell’e-vento: «Questa deve essere per i ragazzi un’oc-casione per stare insieme e passare in allegriauna bella giornata. Questi ragazzi nonostan-te i loro problemi non devono rimanere chiu-si in casa. Spesso le famiglie si limitano a por-

“All’imBrunire”, buon compleanno maestro

Un omaggio a Sergio Bruni, che il 15 settembre avrebbe compiuto 91 anni di Angela Fabozzi

«Sono delle belle tradizioni che non bisogna perdere. Tutto è sta-to fatto nella massima sobrietà dell’essenziale, evitando il superfluoche di questi tempi non è poco. È questo un valore che non bisognadimenticare perché è quello che i nostri padri ci hanno trasmesso:evitare gli sprechi e rivalutare l’essenziale».

Don Gaetano Bianco, della parrocchia di Santa Mariadell’Arco, plaude alle iniziative che ruotano intorno alla figura diSergio Bruni. L’occasione è stata fornita dalla partecipazione al-le serata-omaggio al Cantore di Villaricca con lo spettacolo fir-mato da Antonio Diana, concittadino del Maestro ed attore-au-tore-regista dello spettacolo “all’imBRUNIre”.

La serata si è tenuta sabato 15 settembre nell’elegante corni-ce del cortile di Palazzo Baldascino, ove è ubicata la Bibliotecacomunale di Villaricca. L’evento si è inserito nei festeggiamentiper San Rocco e San Gennaro, Santi Patroni a cui Villaricca hadedicato una settimana di festeggiamenti. Si è ripetuta l’annua-le visita della comunità di San Felice a Cancello, alla casa di ori-gine di padre Vittorio di Marino, la cui dimora paterna è ubicataproprio di fronte alla parrocchia di Santa Maria dell’Arco.

Ma l’iniziativa ha assunto un significato particolare poiché,Sergio Bruni, nato a Villaricca il 15 settembre 1921, avrebbecompiuto 91 anni proprio in questo giorno. “All’imBRUNIre” èun lavoro elegante ed emozionante del giovane Antonio Diana,attore-autore-regista dello spettacolo, che ha avuto il supportostorico e documentale della Pro Loco, che ha messo a disposizio-ne il proprio immenso archivio sul Cantore di Villaricca. La rap-presentazione ha debuttato con successo, lo scorso marzo nelcartellone teatrale del teatro MadreArte.

«La cultura – ha sottolineato Armando De Rosa, presidentedella Pro Loco di Villaricca – è l’unico modo funzionale, per por-tare avanti un’operazione di coesione e collaborazione tra le forzesane di un territorio, conservandone le radici, per tutelarne il futu-ro. Siamo consapevoli, che ciò comporta un impegno costante equotidiano, che necessita di coinvolgere persone, che hanno gran-de passione e siano un po’ dei missionari». Si è trattato di unomaggio a quella “voce di Napoli” a cui la stessa Villaricca diedei natali e che lo incornicia con una teatralità che ne esalta ancor

di più la sua arte. I mimi ed i cantanti si presentano in scena tut-ti a piedi nudi, con un abito cerimoniale e un volto statuario cheli colloca in un luogo e un tempo indefinito, chetrasporta gli spet-tatori nelle piazze napoletane di palcoscenico e nelle espressionipittoriche che ricordano guarigioni, processioni, follie, speran-ze, dolori, passioni, ed altri innumerevoli stati d’animo, che rapi-scono lo spettatore conducendolo in un viaggio passionale e poe-tico.

Con una chiave di lettura minimalista, vengono rivisitati i ver-si, le citazioni, i racconti della vita di Bruni, che si snodano sullesue magistrali interpretazioni canore, che riceveranno gli ap-plausi degli esperti “bruniani” come il poeta Salvatore Palomba,il cantante Mimmo Angrisano, il maestro Antonio Landolfi, ilpresidente della Pro Loco, Armando De Rosa e dei tanti estima-tori del Cantore di Villaricca come l’assessore alla Cultura e vicesindaco, Giovanni Granata e il sindaco Franco Gaudieri. A cor-nice dello spettacolo, nello stesso cortile, anche la mostra diAnnamaria Bruni, figlia del Maestro, che riesce a mettere su telai sentimenti in modo così leggiadro tanto che alcuni dei suoi di-pinti sono in mostra permanente nel palazzo del Senato a Roma.Intanto è conto alla rovescia per il galà della premiazione dei vin-citori dell’ottava edizione del “Premio Villaricca Sergio Bruni –La Canzone napoletana nelle scuole”, previsto per ottobre.

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CittàNuova Stagione 30 settembre 2012 • 13

Museo di Capodimonte, 29 settembre ore18. Osservatorio Astronomico di Capo di mon -te, 29 settembre ore 21: “Arte e Astronomia:dialoghi sulla collina di Capodimonte”.

Il Soprintendente per il Polo museale diNapoli, Fabrizio Vona e il Direttoredell’Osservatorio Astronomico di Capo -dimonte, Massimo Della Valle, danno vita adun dialogo nel quale Arte e Scienza si incon-treranno a distanza ravvicinata. Il dialogoscaturisce dall’attenta osservazione delleopere d’arte del Museo di Capodimonte chepresentano riferimenti astronomici e deipreziosi volumi scientifici e strumenti anti-chi conservati all’Osservatorio.

Si tratta di un percorso integrato di diva-gazioni scientifico-culturale, alla ricerca disempre più nuovi riferimenti tra Arte eAstronomia, che si concluderà con l’osserva-zione del cielo con i telescopi dell’Osser -vatorio Astronomico di Capodimonte.

Museo di Capodimonte. “Giovanni Lan -franco, un grande disegnatore”. Presenta -zione catalogo 29 settembre, ore 17.

Il Soprintendente per il Polo museale diNapoli, Fabrizio Vona presenta il catalogodella mostra monografica, dedicata ai dise-gni di Giovanni Lanfranco, esposta nelle sa-le al secondo piano del Museo diCapodimonte: sessanta capolavori selezio-nati dal “corpus lanfranchiano” compostoda 476 disegni, conservato nel GabinettoDisegni e Stampe di Capodimonte.

L’esposizione ripercorre l’intera carrieradel pittore emiliano, dagli studi per le telepiù antiche, alle ariose invenzioni romaneper Sant’Andrea della Valle e il CasinoBorghese, fino ai pensieri per i grandi cicli diaffreschi del decennio napoletano, come lecupole del Gesù Nuovo e della Cappella delTesoro di San Gennaro e le chiese dellaCertosa di San Martino e dei Santi Apostoli.

Certosa e Museo di San Martino. Risco -

perta della collezione di un nobile napoletano:Marcello Orilia. Inaugurazione e visita 29 set-tembre, ore 11.

Marcello Orilia era un aristocratico,amante della caccia a cavallo, conteso dai sa-lotti napoletani, negli anni tra le due guerremondiali, per la sua raffinatezza, il suo buongusto ed il suo temperamento allegro e argu-to; discendente di una antica e nobile casatadi Cava dei Tirreni, col tempo stabilitasi aNapoli, nella lussuosa dimora in PalazzoArlotta al Chiatamone, con la moglie MariaTeresa De Vito Piscicelli, mise insieme unpiccolo museo, frequentato da collezionistie amici.

Nella sala degli eventi della Certosa vienepresentata una significativa selezione diquesta raffinata raccolta.

Certosa e Museo di San Martino. Vendem -mia in Certosa. L’antica vigna dei monaci 29e 30 settembre

Si rinnova l’appuntamento alla Certosa eMuseo di San Martino per gustare le delizio-se uve biologiche degli antichi ceppi corni-cella e catalanesca. La vendemmia si svol-gerà nei giardini, seguendo il percorso dellavigna, pianta con antichi significati storico-religiosi ma anche simbolo dell’abbondanzae della forza rigenerativa. Gli orti e i giardinipanoramici della Certosa di San Martino cir-condano, in cinque terrazzamenti, l’interoperimetro del monumentale complesso. Ilcolle di Sant’Elmo rappresentava il cosid-detto giardino d’agricoltura: un ibrido traorti, agrumeti, viti ulivi, piante ornamentali.

Castel Sant’Elmo. ‘Door to Door’ 29 set-tembre ore 14 - 18.30; 30 settembre ore 9 -18.30.

La Soprintendenza aderisce alla secondaedizione dell’iniziativa dedicata all’arte con-temporanea “Door to Door”, promossa dellaSoprintendenza per i Beni Storici, Artisticied Etnoantropologici di Salerno e Avellino,

aprendo gli ambulacri di Castel Sant’Elmodove è esposta l’istallazione “Anastatica sen-sibile”.

L’opera è della giovane artista Daniela DiMaro, nata a Napoli e che oggi vive e lavoraa Milano, vincitrice della prima edizione delConcorso “Un’opera per il Castello 2011”.

Castel Sant’Elmo. Un caso particolare nel-la storia dell’architettura militare. 30 settem-bre, ore 10.

Il forte di Sant’Elmo, realizzato dallo spa-gnolo Pedro Luis Escrivá nella prima metàdel XVI secolo sul sito dove già insisteva ilBelforte angioino, si discosta completamen-te dai canoni dell’architettura fortificata cin-quecentesca, legati in prevalenza ai grandiarchitetti Antonio e Giuliano da Sangallo econtraddistinti da un impianto quadrango-lare con bastioni pentagonali ai vertici del pe-rimetro difensivo. A Napoli Escrivá speri-menta una soluzione completamente diversa

che gli costerà feroci critiche da parte deicontemporanei al punto da essere costretto aredigere un trattato di architettura militareper difendere le proprie scelte progettuali.

Museo Pignatelli. “La Villa dellaPrincipessa”. 29 e 30 settembre, ore 11

Villa Pignatelli è uno dei rari esempi dicasa-museo esistenti a Napoli, in cui am-bienti e collezioni mantengono lo strettorapporto originario, grazie alle decorazionie all’arredo integralmente conservati al pia-no terreno. Nel 1955 la principessa RosinaPignatelli donò allo Stato la Villa che si ergealla Riviera di Chiaia, circondata da un am-pio parco con annesse costruzioni, venne co-sì fondato il Museo intitolato a DiegoAragona Pignatelli Cortes. Gli arredi dellaVilla testimoniano un particolare interessecollezionistico nei confronti delle arti appli-cate, dai pregevoli argenti ai mobili ottocen-teschi di rilevante qualità, dagli oggetti inbronzo dorato ai bronzetti fra i quali spiccail Narciso firmato da Vincenzo Gemito.L’aspetto più cospicuo di questa collezione ècomunque costituito dalle raffinate raccoltedi ceramiche di diverse manifatture euro-pee, oltre a vasi e coppe di antica produzio-ne cinese e giapponese.

Museo Duca di Martina in Villa Flor i -diana. Paesaggi dell’Arcadia fra letteratura earte in Europa. 29 e 30 settembre, ore 11.

Conferenze a cura di Maria Teresa Sarpi,dirigente tecnico Ministero per Istruzione,Università e Ricerca; Giancarlo Alfano, pro-fessore di Letteratura Italiana alla SecondaUniversità degli Studi di Napoli.

Il Museo della Ceramica Duca di Martinainaugura un ciclo di conversazioni dedicateal mito classico dell’Arcadia nell’età moder-na, gli incontri dureranno, con cadenzamensile, fino a maggio 2013.

www.polomusealenapoli.beniculturali.it

Giornate Europee del Patrimonio Le iniziative in programma a Napoli sabato 29 e domenica 30 settembre

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Provincia Nuova Stagione14 • 30 settembre 2012

Una mostra su SantaMargheritaNuova a ProcidaSi è tenuta a Procida, loscorso 25 settembre, unamanifestazione, nel corsodella quale è stata presentatala Mostra “Il restauro e levicende storiche della chiesadi Santa Margherita Nuova”.L’evento è stato curatodall’architetto NicolettaRicciardelli per laSoprintendenza Bapsae diNapoli e Provincia.Sono intervenuti il Sindacodi Procida VincenzoCapezzuto, il DirettoreCentrale perl’Amministrazione del FondoEdifici di Culto, Lucia DiMaro, il direttore dei Beniculturali della Curia diNapoli, padre EduardoParlato e il SoprintendenteBapsae di Napoli, architettoGiorgio Cozzolino.La storia del restauro è stataillustrata attraverso deipannelli con grafici e foto chedocumentano un lavorolungo e spesso travagliatodurante il quale sonocambiate spesso anche letecniche dato che il manualedel restauro si scrive ognigiorno anche sul campo.Al termine dellamanifestazione irappresentanti della stamparussa sono statiaccompagnati in una visitaalle bellezze naturali eartistiche dell’isola.Durante la presentazionedella mostra sono statirecitati alcuni componimentipoetici su Procida di JosephBrodsky. Eseguite, inoltre,musiche di GioacchinoRossini dedicate all’isola.Quindi è stata consegnatauna targa commemorativa inmemoria di Concetta Barraal figlio Peppe Barra, da partedel sindaco VincenzoCapezzuto cui ha fattoseguito un omaggio inmusica del noto artista.Infine, un buffet della tipicacucina procidana hapreceduto, in serata, unapasseggiata panoramica finoal porto di Marina Grande,con esecuzioni di musichedella tradizione culturalenapoletana, prima delrientro.

Il 20 settembre ricorre l’anniversario della nascita della Fondatrice delle Suore Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia

Madre Letizia Zagari, “Piccola Ostia”Ad Ercolano, nella chiesa di sant’Agostino, un oratorio ispirato alla vita della Serva di Dio

di Valeria Chianese

Il 20 settembre cade il compleanno della Serva di Dio Madre LetiziaZagari, che nacque in questo giorni del 1897. Le Suore Figlie di NostraSignora dell’Eucaristia, la Congregazione di cui la Madre è Fondatrice,festeggiano ogni anno nella gioia l’anniversario. In ogni Casa dellaFamiglia religiosa, in Italia e nel mondo, le Suore si riuniscono intornoalla Sacra Mensa Eucaristica, con amici, fedeli, estimatori della Servadi Dio, per una solenne celebrazione in onore di Madre Zagari.

Nella Casa Generalizia di Ercolano, in via Tirone di Moccia, l’anni-versario ha avuto un prologo il 15 settembre sera con la messa in scena,nella chiesa di sant’Agostino ad Ercolano, dell’Oratorio ‘Piccola Ostia’,ispirato alla vita della Serva di Dio Madre Letizia Zagari, eseguito dalCoro e Ensamble ‘Fideles et Amati’ di Roma, diretti da Tina Vasaturo.L’ideazione dell’Oratorio per Coro e Orchestra è di suor MariaImmacolata Orefice, le musiche e i testi di Marcello Bronzetti.

La composizione segue lo schema classico dell’Oratorio alternandola narrazione, la voce narrante era di suor Maria Carmela Navarra, alcanto corale e alle voci soliste. Madre Letizia Zagari era interpretata dalsoprano Rossella Mirabelli.

‘Piccola Ostia’, il titolo riprende le parole con cui Madre Zagari indi-cava sé stessa e le sue Figlie, si compone di nove parti, ciascuna ripren-dendo episodi significativi della vita della Serva di Dio e inserendo alcu-ni dei più significativi pensieri della Madre: «Nessun giorno senzaAmore né un istante senza Te» ad esempio. Esecuzione magnifica egrande successo di pubblico. L’Oratorio è stato riprodotto anche in cd.

Nella Casa Generalizia il giorno dell’anniversario è stato poi ricorda-to e festeggiato con la celebrazione Eucaristica presieduta da monsi-gnor Antonio Illibato, archivista della Curia Arcivescovile di Napoli, nel-la cappella della Congregazione nell’Oasi SS. Sacramento, dove le spo-glie mortali della Fondatrice riposano accanto al Tabernacolo delSantissimo, meta di pellegrinaggio come la stanza in cui la Madre ha vis-suto. Alla celebrazione hanno partecipato le comunità parrocchiali non

solo di Ercolano, ma della diocesi tutta.Monsignor Illibato ha ricordato con affetto la figura e il carisma del-

la Serva di Dio. Letizia Zagari è nata a Napoli il 20 settembre del 1897 da Alfonso e

Maria Zagari Caracciolo. Secondogenita di dieci figli fu educata in fa-miglia alla preghiera e alla devozione per la Vergine. Era ancora bambi-na quando pronunciò il suo «sì» al Signore, costantemente rinnovatonella vita. Guidata da valenti padri spirituali iniziò il cammino di matu-razione, di preghiera e di attività pastorale nell’Azione Cattolica, dedi-candosi alla catechesi tra gli scugnizzi e all’apostolato nel mondo del la-voro. Nella chiesa dei Santi Apostoli iniziò la diffusione del culto euca-ristico e comprese la volontà del Signore: adorare Gesù Eucaristia,evangelizzare i fratelli, aiutare i poveri. Il 4 dicembre del 1941, dinanzial cardinale Alessio Ascalesi, Letizia Zagari e altre giovani donne diede-ro vita alla ‘Piccola Unione della Divina Eucaristia’, da cui nacque laCongregazione delle Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia il 5 agostodel 1948. La Congregazione esprime il carisma eucaristico vissuto dal-la Madre nella duplice dimensione della carità e della missionarietà. L’8marzo 1985 Madre Letizia morì nella Casa generalizia ad Ercolano.

L’8 marzo 2005, nell’Anno Eucaristico, Giovanni Paolo II l’ha elettaServa di Dio. Da quel giorno è iniziato l’iter dell’Inchiesta per riconosce-re la fama di santità della Serva di Dio Madre Letizia Zagari, Fondatricedelle Suore Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia.

La Chiusura dell’Inchiesta Diocesana per la Beatificazione e laCanonizzazione di Madre Zagari è avvenuta con la solenne celebrazio-ne presieduta dal cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe il 30 ottobre2010 nella chiesa del SS. Salvatore ad Ercolano. Il 16 dicembre dellostesso anno è stata consegnata alla Congregazione per la Causa deiSanti, a Roma, la documentazione relativa alla Causa di beatificazionee di santificazione della Serva di Dio Madre Letizia Zagari.

Dopo il record nella raccolta differenziata che ha raggiunto il 65% il Comune lancia la crociata contro i mozziconi di sigarette e i chewing gum

San Giorgio più pulitaA San Giorgio a Cremano è partita la pu-

lizia straordinaria delle strade comunali daimozzoni di sigarette e dalle gomme da ma-sticare. L’ intervento prevede l’ utilizzo diaspiratori dei mozzoni di sigaretta e raccoglichewing gum ecologisci. Un intervento cheaffianca il risultato straordinario della rac-colta differenziata in città che è arrivata al65%.

All’ iniziativa hanno partecipato il sinda-co Domenico Giorgiano e l’ assessoreFrancesco Emilio Borrelli.

«Questa raccolta straordinaria anche dipiccoli rifiuti - dichiara il Sindaco del comu-ne vesuviano Mimmo Giorgiano - è l’ inizio di

una nuova fase per migliorare ancora di più ilservizio comunale dopo il record raggiuntonella differenziata. Provvederemo nei prossi-mi mesi anche all’ istallazione di nuovi cesti-ni e dog box. Chiediamo alla cittadinanza ilpieno sostegno per avere una città sempre piùpulita e civile. Dopo questa pulizia e l’ istalla-zione dei nuovi contenitori di rifiuti attivere-mo anche un nuovo sistema di sanzioni mol-to dure nei confronti di che sporca la città get-tando a terra cartacce, mozzoni e non raccol-giendo gli escrementi del proprio animale».

«I chewin-gum ed i mozzoni di sigarette -spiega l’ assessore Francesco Emilio Borrelli- sono grandi fonti di inquinamento. In parti-

colare le gomme da masticare sono particolar-mente dannose in quanto aderiscono alla su-perficie sulla quale vengono gettate (ad esem-pio strade). Osservando i marciapiedi e tutti icamminamenti pedonali, soprattutto dellegrandi città, si osservano macchie nere che de-turpano i manti stradali e sono dovute alle in-numerevoli gomme gettate incurantemente interra dai consumatori di chewing-gum.

Un atto particolarmente inquinante e inci-vile che vogliamo arginare. La nostra ammi-nistrazione ha deciso di dichiarare guerra aglisporcaccioni che gettano via senza attenzionei mozzoni di sigarette, le gomme masticate eabbandonano per strada le deiezioni canine».

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CulturaNuova Stagione 30 settembre 2012 • 15

Congressonazionaledi DirittoCanonicoConfermato vicepresidenteDario Gargano del TribunaleEcclesiasticoRegionaleCampano

Si è tenuto ad Assisi, dal 3 al 6settembre scorso, il 44°congresso nazionale di Dirittocanonico, organizzatodall’Associazione canonisticaitaliana (Ascai). Fondata aNapoli nel 1969 durante ilprimo congresso canonistico-pastorale, l’Ascai, riconosciutadalla Conferenza EpiscopaleItaliana, si propone dipromuovere lo studio del Dirittocanonico, di coltivare la ricercascientifica e di sostenerel’attività di coloro che operanoin vari livelli nel campogiuridico della Chiesa (Tribunali,Curie, Facoltà). Il tema trattatodurante l’ultimo congresso èstato: “Lo scioglimento delmatrimonio canonico”. Duranteil congresso si è proceduto anchealle operazioni di voto perl’elezione del nuovo Consigliodell’associazione. Oltre alla conferma di PaoloMoneta, Docente di DirittoCanonico all’Università di Pisa,in qualità di Presidente, è statoconfermato come Vice presidenteanche l’avvocato rotale DarioGargano, del Foro di Napoli,patrocinante anche presso ilTribunale EcclesiasticoRegionale Campano e di Appelloche ha sede a Napoli. La sua conferma all’interno delConsiglio direttivo, offre alTribunale EcclesiasticoCampano la possibilità di essererappresentato e rappresentativoa livello nazionale in ambitogiuridico-canonico.

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Un libro su Del Prete, per chi non vuole arrendersi alle ingiustizie e alle prepotenze

A testa altadi Ludovica Siani

Il Circolo Canottieri di Napoli ha ospita-to la presentazione del nuovo libro di PaoloMiggiano “A Testa alta. Federico Del Prete:una storia di resistenza alla camorra”, editoda Di Girolamo. Sono intervenuti, oltre al-l’autore, Gennaro Del Prete, figlio diFederico Del Prete, Carlo Alemi, Presidentedel Tribunale di Napoli, Franco Roberti,Procuratore della Repubblica presso ilTribunale di Salerno, Giovanni Allucci, am-ministratore delegato del consorzioAgrorinasce , Gigi Di Fiore, giornalista escrittore, don Tonino Palmese, vicario epi-scopale per la carità, vicepresidentedella Fondazione Pol.i.s. e referente regio-nale di Libera .

L’incontro è stato moderato dall’avvoca-to Celeste Giliberti. Pagine del libro sonostate lette da Ela Palmieri e da DinoFalconio con intermezzi musicali a cura diArcangelo Michele Caso e di Lucariello.

Quella raccontata dall’abile penna diPaolo Miggiano è la storia di Federico delPrete, commerciante ambulante ucciso dal-la camorra a Casal di Principe il 18 febbraio2002. Nonostante le minacce e le intimida-zioni subite, Federico Del Prete aveva de-nunciato gli estorsori alla vigilia di un im-portante processo ad un clan.

L’autore ha cercato di ricostruire, attra-verso tutti gli atti processuali, la storia po-co conosciuta di una delle tante vittime in-nocenti della nostra città.

Nella prefazione al libro il magistratoRaffaele Cantone ripercorre questa tristestoria seguendo la scia dei suoi ricordi«Federico Del Prete era il teste principale delprocesso contro il vigile Mattia Sorrentino,

era lui che aveva fatto sapere ai poliziotti del-la squadra mobile di Santa Maria CapuaVetere che a Mondragone gli ambulanti eranocostretti a pagare il pizzo, e che a ritirare i sol-di era un sottufficiale dei vigili urbani. Lo uc-cisero la notte prima del processo.

Ero sicuro che non era stata solo la denun-cia il motivo del delitto. Lavorammo alacre-mente con la squadra mobile di Caserta sen-tendo pentiti, facendo intercettazioni. È statodopo alcuni anni, grazie a una pentito casa-lese che si è autoaccusato di essere l’esecuto-re materiale, che si è compreso quantomenoche l’omicidio era stato voluto proprio daiCasalesi.».

Non arrendersi è l’appello lanciato daGennaro del Prete per seguire la strada giu-

sta: quella della giustizia e della legalità. Einfine don Tonino Palmese ha ricordato lanecessità di fare memoria «Far memoria diDel Prete e delle vittime innocenti della crimi-nalità è un’occasione di conversione, l’anti-doto alla disperazione e alla rassegnazione.Federico Del Prete è stato un sindacalista au-tentico, il suo esempio va inquadrato nella lo-gica del bene comune.

Nel frammento di un uomo c’è il tutto delrispetto della vita».

A Testa Alta è un libro per chi voglia dav-vero comprendere la complessità delle sto-rie e delle vite che si muovono in una picco-la provincia italiana, spesso però crocevia dienormi interessi e di grandi affari di camor-ra…e non solo.

“Don Juan” inaugura Ottobre Danza 2012 al Teatro San Carlo di Napolicon Luciana Savignano

Il primato di Napoli(dvdl) Il Teatro di San Carlo ha presentato nella manifestazione

“Ottobre Danza 2012” presso il suggestivo Teatrino di Corte diPalazzo Reale in prima assoluta il balletto Don Juan, la nuova crea-zione del coreografo Massimo Moricone.

«È per me del tutto insolito danzare un ruolo del genere - ha dichia-rato l’étoile Luciana Savignano -, ed è stata per me una grande sfida;ma credo che le sfide costituiscano un fattore indispensabile per la cre-scita di un artista».

Il balletto è incentrato sulla figura del seduttore e cinico per ec-cellenza, il Don Giovanni/Don Juan, personaggio controverso cheha ispirato autori del teatro e dell’opera, da Molière a Goldoni, daMozart a Gluck. Personaggio controverso, Don Juan/DomJuan/Don Giovanni, nella triplice denominazione Tirso/Molière/Gol doni; a lui vengono attribuiti nel tempo un’infinità di raffigura-zioni spesso contraddittorie.

Lungi dal nutrire un’ambizione eroica, Don Juan va oltre la pro-pria anarchia di consumato libertino e trova una configurazione de-cisiva nella sfida al soprannaturale.

In uno spazio scenico essenziale e lineare, ma con rimandi alBarocco, «le scene di seduzione - spiega Moricone, alla sua prima col-laborazione con la Savignano -, si alternano a momenti di azione e digrande tensione quali il duello o il ballo, o nella suggestiva apparizio-ne del Convitato di Pietra che trascinerà il suo assassino alla morte.Don Juan si risveglierà in un aldilà dove tutto è declinato al femmini-le, uno spazio orfico in cui intraprenderà una iniziazione che lo resti-tuirà alla vita, proprio come un nuovo Orfeo a cui è data un’unica pos-sibilità: trasformarsi in lei».

Sul palco, insieme alla Savignano, sono saliti il primo ballerinoospite Alessandro Macario nel doppio ruolo di Leporello e Ade, ilCorpo di Ballo del San Carlo preparato dalla direttrice AlessandraPanzavolta, che in questa opera ha dato il meglio di sé, pensando an-che al movimento e alla diversità coreografica di Moricone, il chi-tarrista Osvaldo Di Dio nei panni di Orfeo, che ha usato varie formedi chitarra e generi diversi e gli allievi della Scuola di Danza delTeatro San Carlo diretta da Anna Razzi.

La preparazione dei duelli è stata curata dal Maestro d’armiFrancesco Manetti. Ad impreziosire l’allestimento i costumi diLuisa Spinatelli, il disegno luci di Carlo Netti e le videoscenografiecurate da Alessandro Papa e Mariano Soria.

Le musiche sono di Christoph Willibald Gluck (Don Juan), LuigiBoccherini (Sinfonia n. 4 op 12) e Domenico Scarlatti (Sonate L423,L474, L317), queste ultime scelte da Moricone per «suggellare il pri-mato di Napoli, quale luogo di apparizione principale della mascheradi Don Juan».

Prossimo appuntamento di “Ottobre Danza”, giovedì 4 ottobre(con repliche il 5 e il 6) con Body Against Body, trittico nel quale fi-gurano due creazioni storiche e l’inedito “Ravel: Landscape orPortrait?” del grande Bill T. Jones (per la prima volta al San Carlo),affidate alla Arnie Zane Dance Company.

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Nuova Stagione16 • 30 settembre 2012

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Ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai membri degli Istituti di Vita Consacrata, alle Associazioni, ai Gruppi e Movimenti ecclesiali

Apertura dell’Anno della Fede

L’Arcivescovo convoca tutte le componentidell’Arcidiocesi (Ministri Ordinati, Istituti diVita Consacrata, Laici) giovedì 11 ottobre alleore 18,30 in Cattedrale per la solenne celebra-zione della Parola in apertura dell’Anno dellaFede, indetto da Papa Benedetto.

La celebrazione sarà anche un rendimento digrazie allo Spirito del Signore Risorto per ilConcilio Vaticano II, “la grande grazia di cui laChiesa ha beneficato nel XX secolo” (N MI 57),nel cinquantesimo anniversario della sua aper-tura.

In attesa di incontrarvi, vi salutiamo e vi au-guriamo buon Anno pastorale.

I Sacerdoti interverranno “in nigris”@ Antonio Di Donna - @ Lucio Lemmo

Vescovi Ausiliari