Museo Geofisico - INGV Visita distruzione al Museo Geofisico di Rocca di Papa. Istituto Nazionale di...

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Museo Geofisico - INGV Visita d’istruzione al Museo Geofisico di Rocca di Papa. Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia. 18 ottobre 2011.

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Museo Geofisico - INGV

Visita d’istruzione al Museo Geofisico di Rocca di Papa.

Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia.

18 ottobre 2011.

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Indice

1. Cenni Storici sull’Osservatorio di RDP

2. Il Metodo Scientifico

3. Il Vulcano Laziale

4. I Sismografi

5. In caso di Terremoto…

6. Laboratorio: un gioco per “Geofisici Esperti”

7. I Nostri Ragazzi!!

A cura di: Valerio Santosuosso Daniele PelliniFederico Ciranni

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Cenni Storici sull’Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa 

L’Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa fa parte della storia della sismologia iniziata con l’unità d’Italia. Il primo terremoto, dell’Italia Unità, che suscitò scalpore, fu quello d’Ischia del 28 luglio 1883, che ebbe notevoli ripercussioni parlamentari per la ricca e nobile popolazione coinvolta. L’attenzione “pubblica” si posò sul problema terremoto. Venne istituita una commissione parlamentare la “Reale Commissione Geodinamica”, presieduta dal senatore Pietro Blaserna (Professore di Fisica all’Università di Roma), le cui proposte furono recepite dal Reale Decreto (1883) il quale auspicava l’organizzazione di un regolare Servizio Sismico esteso a tutta l’Italia, con la creazione di osservatori di primo e secondo ordine da aggiungere a quelli già esistenti.

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L’Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa venne così costruito nel 1888-1889, su progetto di Michele Stefano De Rossi, che ne fu anche il primo direttore. L’osservatorio costituiva insieme a quelli di Catania, Casamicciola (Ischia) e Pavia la rete degli osservatori sismici del “primo ordine”. Padre Bernardo Paoloni direttore dell’Osservatorio di Montecassino (1922) dava queste informazioni sull’osservatorio: «..sorge su terreno vulcanico sul labbro del cratere dello spento Vulcano Laziale, e precisamente sulla cima d’una piccola collina sovrastante il paese. Si compone di una grande sala centrale di forma ottagonale, nel cui mezzo si trovano il “pilastro sismico” impiantato sulla lava, ed ai cui lati sono due ampie camere rettangolari; l’una ad uso di laboratorio, l’altra destinata alla biblioteca ed allo studio; attigua al laboratorio v’è l’abitazione dell’assistente e del custode». L’Osservatorio faceva capo all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica (R.D. 3534 del 1876 e 4636 del 1887) e passò, nel 1936, in gestione all’Istituto Nazionale di Geofisica.

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Le osservazioni sismologiche cessarono nel gennaio 1931 poiché, secondo quanto si legge in un comunicato dell’epoca, la località non soddisfaceva più le esigenze della sismometria moderna, ed era sopravvenuto il collocamento a riposo dell’allora Direttore Giovanni Agamennone. Riattivato dall’Istituto Nazionale di Geofisica nel 1951, è ancora funzionante in particolar modo quale punto fondamentale della rete sismica e geodetica dei “Castelli Romani”. L’Osservatorio è in campo internazionale conosciuto con la sigla RDP e le sue coordinate geografiche sono: latitudine 41° 45’ 30” Nord e longitudine 13° 43’ 00” Est, l’altitudine è di 760 m.

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Il Metodo ScientificoIl punto di partenza per la ricerca, sono le ipotesi che guidano le

osservazioni. Il modo di procedere per tentativi ed errori, costituisce il metodo ipotetico-deduttivo, che è un metodo universale, comune al genere animale. Una teoria scientifica sarà tale quando potrà essere sottoposta a prove e a sempre nuovi e diversi controlli, quindi tutti gli esperimenti sono tentativi di confutazione della teoria. Del resto lo stesso Einstein, non pretese mai che la propria teoria fosse stata dimostrata come vera. Per dare al visitatore l’idea che la scienza si avvale del pensiero filosofico; è proposto un gioco in cui si mettono alla prova gli atteggiamenti filosofici e di pensiero. È chiesto al visitatore di cimentarsi con i concetti di induzione, deduzione, intuizione e fede, all’esattezza delle risposte un globo geografico si trasformerà in uno geofisico.

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Il Vulcano LazialeIl Vulcano Laziale (o

complesso vulcanico dei Colli Albani) originariamente era formato da un’unica e grande caldera.

Circa 500 000 anni fa si formò un nuovo vulcano, più piccolo all'interno del precedente, la cui sommità era formata da una vasta cavità circolare (caldera) larga 15 km e chiusa da alte pareti.

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Dopo un periodo di intensa attività, circa 70 000 anni fa, ebbe inizio il raffreddamento del camino centrale.

Tra i 100 000 ed i 5 000 anni fa si verifica la fase “idromagmatica” perché vede l'incontro tra le acque sotterranee e il magma del Vulcano. Successivamente i crateri minori verranno riempiti dalle acque formando così i laghi di Albano e di Nemi.

Oggi l’area dei Colli Albani è situata sui bordi dell’antico cratere vulcanico.

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I Sismografi

Il sismografo è lo strumento che viene utilizzato per registrare i fenomeni sismici. Si distingue dal sismometro, strumento che effettua la sola misura e non la registrazione della stessa.

Il sismografo è costituito da una serie di elementi che consentono la rappresentazione grafica dell'andamento del segnale sismometrico nel tempo sotto forma di un sismogramma. Analizzando il sismogramma si può conoscere l'entità, la natura (con una singola stazione solo in modo parziale), e la distanza del sisma dal punto dove è avvenuta la registrazione del sismogramma stesso. Il sismografo deve dunque rappresentare fedelmente il movimento del suolo oppure le grandezze (accelerazione o velocità) con le quali si può in seguito estrapolare il movimento assoluto del suolo.

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In Caso di Terremoto

Prima del TerremotoÈ utile avere in casa a portata di mano una lampada a batteria

(durante il terremoto s'interrompe l'erogazione dell'energia elettrica), una radio tascabile (per ascoltare le istruzioni

eventuali sull'emergenza e soprattutto per non sentirsi soli), un piccolo pronto soccorso.

Nella famiglia tutti debbono sapere come funzionano gli interruttori generali della luce, del gas, dell'acqua e cosa

fare in caso di terremoto.  Nelle scuole devono essere predisposti dei piani di

emergenza da portare a conoscenza di tutti. Gli insegnanti dovranno curarne l'esecuzione, ugualmente dovrà essere

fatto negli uffici.

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Durante il TerremotoBisogna cercare di stare calmi. Coloro che sono in edifici si

debbono portare presso le parti più resistenti degli stessi e cioè, vicino ai muri maestri o comunque vicino alle strutture

portanti o sotto gli architravi, ma sempre lontano dalle finestre. Evitare l'uso degli ascensori e tenere conto che le

scale possono essere inagibili.

Se si è in macchina fermarsi e attendere che cessi il terremoto. Sul posto di lavoro comportarsi come a casa, portarsi verso le parti più resistenti della struttura e ripararsi sotto scrivanie o

banconi da lavoro, la stessa cosa va fatta nella scuola.

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Dopo il TerremotoChiudere gli interruttori dell'acqua, del gas e della luce,

accendere la radio tascabile per ascoltare le istruzioni in caso di emergenza. 

Nelle scuole e nei posti di lavoro ci si comporterà a seconda dei casi. È consigliabile rimanere uniti agli altri per tutta la

durata del pericolo. Se vi sono danni rilevanti, portarsi verso le zone aperte più vicine, come i giardini pubblici, i campi da gioco, gli spiazzi senza edifici. Evitare affollamenti in luoghi

chiusi che potrebbero presentare altri motivi di pericolo: scuole, cinema, chiese ed edifici pubblici in generale.

Dopo un terremoto non andare mai verso le spiagge siano queste di fiumi, di laghi o del mare, in quanto si possono

formare delle onde in grado d'invadere per varie decine di metri le spiagge stesse.

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Laboratorio: Un gioco per Geofisici esperti

Il laboratorio consiste nella simulazione di alcuni dei terremoti più catastrofici degli ultimi tempi tramite un sismografo digitale: è così visibile il moto di propagazione delle onde sismiche partite dall’ipocentro.

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I Nostri Ragazzi!!

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