Mozart - Sinfonia 40

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Stagione Sinfonica Direttore Zhang Xian Mozart Programma n. 28 6B%RRN66LQGG

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Alcune considerazioni sulla Sinfonia 40 in sol minore di Mozart.

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Page 1: Mozart - Sinfonia 40

Stagione Sinfonica

Direttore Zhang Xian

Mozart

Programma n. 28

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Don Giovanni Ouverture

Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K. 364

Sinfonia n. 40 in Sol minore K. 550

Mozart

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore Zhang Xian

Violino Luca Santaniello Viola Gabriele Mugnai

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“Un’opera di passione, violenza e dolore”. Con queste tre parole Charles Rosen, insigne pianista e musicologo, coglie lo spirito che percorre la Sinfonia n. 40 in Sol minore di Mozart: un breve sguardo alla biografia del compositore non può che ratificare tale laconica descrizione.L’opera di cui qui si tratta vide la luce nell’estate del 1788, periodo amaro e avaro di soddisfazioni per il salisburghese, che già dalla première viennese delle Nozze di Figarovedeva corrodersi inesorabilmente il successo guadagnato con fatica negli anni trascorsi nella capitale asburgica. Il Don Giovanni - presentato con enorme successo a Praga nell’ottobre 1787 - non scaldò affatto i cuori dei viennesi, che riservarono all’opera un’accoglienza piuttosto tiepida.

Le difficoltà ad imporsi dal punto di vista professionale si portavano dietro - inevitabilmente - i problemi economici sempre più numerosi cui Mozart doveva fare fronte: basti pensare che - verso la fine del 1787 - si trasferì in un appartamento nel centro di Vienna che dovette abbandonare pochi mesi dopo, nell’impossibilità di pagarne l’affitto. Oltre a questo, le richieste di prestiti e sovvenzioni a Puchberg - commerciante viennese confratello di Mozart - si fecero sempre più pressanti a partire dai primi mesi del 1788.In questi mesi di profonda precarietà e di costanti preoccupazioni videro la luce le ultime tre sinfonie di Mozart: la K 543 in Mi bemolle maggiore, la K 550 in Sol minore e la K 551 in Do maggiore; queste tre opere - di concezione monumentale in confronto alle coeve creazioni afferenti allo stesso genere - furono scritte in un lasso di tempo incredibilmente breve, tra il 26 giugno e il 10 agosto 1788; per questo motivo, nonostante le specifiche peculiarità da cui ognuno di questi lavori è caratterizzato, le tre sinfonie potrebbero quasi essere lette come tre parti dello stesso romanzo.

Fatto curioso è che Mozart compose queste grandi pagine di musica senza aver ricevuto alcuna commissione: da un lato è ipotizzabile che il compositore rivestisse queste tre sinfonie di un’importanza particolare, dall’altro probabilmente aveva la speranza che - avendo già terminato la stesura delle musiche - sarebbe stato più facile trovare occasioni di esecuzione delle stesse; tuttavia l’unico sottoscrittore che restava affezionato alle sorti di Mozart era il barone Van Swieten, che tra 1788 e 1789 gli commissionò dei lavori alquanto particolari: tra di essi una nuova orchestrazione di Aci e Galatea (1788) e del Messiah (1789) di Händel.

Organico flauto, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti; 2 corni; archi

Prima esecuzione ?

Movimenti 1. Allegro molto - 2. Andante - 3. Minuetto e Trio: Allegretto 4. Finale: Allegro assai

Composizione1788

EdizioneBärenreiter

Durata35’ ca.

Sinfonia n. 40 in Sol minore K. 550

Wolfgang A. Mozart Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791

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Nelle ultime tre sinfonie mozartiane si possono distinguere alcuni frutti di questa ricerca, soprattutto l’attenzione a nuovi colori orchestrali - attraverso il ricorso a strumenti che Mozart mai aveva usato prima in ambito sinfonico - e l’uso del contrappunto, specialmente nelle sezioni di sviluppo dei movimenti composti in forma sonata.La Sinfonia 40, con la sua tonalità di Sol minore, è un lavoro dalle tinte decisamente scure: nel suo organico non si trovano né le trombe né i clarinetti, almeno nella prima versione; questi ultimi, che pure erano presenti - per la prima volta nel Mozart sinfonico - nella Sinfonia 39, nella 40 sono nuovamente sostituiti dagli oboi. Se inquadrata in un percorso comune alle ultime tre sinfonie come accennato prima, la 40 non può che rappresentare l’oscurità del rivolgimento su se stessi, preceduta dalla gloriosa 39 in Mi bemolle maggiore - la tonalità della luce, con i suoi tre bemolli in chiave - e seguita dalla maestosa 41 in Do maggiore: in una dialettica hegeliana ante litteram le spetterebbe certamente il posto dell’antitesi.

Prima della 40, Mozart aveva composto una sola sinfonia in Sol minore: la numero 25 K 183, composta nel 1773; anche in quest’opera giovanile i colori scuri sono predominanti: l’organico orchestrale prevede l’uso degli oboi, dei fagotti e di quattro corni, tutti strumenti adatti ad esprimere l’inquietudine preromantica che agita questo lavoro. Nella Sinfonia 40 tuttavia la stessa inquietudine diventa spunto per un discorso di più ampia portata, costruito sulle solide fondamenta che solo la raggiunta maturità compositiva può assicurare.Il movimento iniziale - Allegro molto - presenta subito il primo gruppo tematico: una sequenza di poche note che, con il suo inizio in anacrusi, dà l’impressione di un angoscioso incedere; la forza di questo tema, di per sé così semplice, è nella sua estrema facilità di memorizzazione, nella sua immediatezza che lo renderà riconoscibile in ogni suo successivo sviluppo.

La sezione modulante, per contrasto, è forte e affermativa, tutta sviluppata sui tempi forti e conclusa da una pausa di grande valore espressivo cui segue il secondo gruppo tematico: si tratta di una figura discendente ricca di cromatismi che sembra quasi suggerire un sospiro, in perfetto rapporto dialettico con quanto ascoltato in precedenza. Nella sezione dello sviluppo il primo tema tornerà a svolgere un ruolo da protagonista: Mozart mette in luce ogni aspetto di questa sua creazione estremamente proteiforme, traendone spunto per sviluppi contrappuntistici e ponendo alla base del discorso orchestrale la sua decisa e riconoscibile identità ritmica.

Thomas W. Shields, Mozart mentre canta il proprio Requiem1882

Litografia dal dipinto originale(56,5 x 43,5 cm)

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laVERDI ha eseguitolaVERDI ha eseguito Sinfonia n. 40 in Sol minore K. 550 nelle Stagioni: 1998/99, Tea-tro Lirico, direttore Manfred Honeck; 2004/05, Auditorium di Milano, direttore Riccardo Chailly; 2005/06, Auditorium di Milano, Morbegno – Auditorium di Sant’Antonio, direttore Ruben Jais; 2007/08, Auditorium di Milano, Lecco-Teatro delle Società, direttore Helmuth Rilling; 2008/09, Auditorium di Milano, direttore Vladimir Fedoseyev; 2010/11, Audito-rium di Milano Fondazione Cariplo, direttore Trisdee na Patalung; 2011/12, Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, direttore Helmuth Rilling.

DiscografiaDiscografiaWiener Philharmonikerdirettore Leonard Bernstein (DG)Berliner Philharmoniker direttore Herbert von Karajan (EMI)Münchner Philharmonikerdirettore Sergiu Celibidache (EMI)

BibliografiaBibliografiaCharles Rosen, Lo stile classico. Haydn, Mozart, Beethoven, Feltrinelli, Milano 1979Massimo Mila, Le Sinfonie di Mozart, Einaudi, Torino, 2010 Lidia Bramani, Mozart massone e rivoluzionario, Mondadori, Milano 2005

L’Andante in mi bemolle maggiore è composto - come il movimento che lo precede - in forma-sonata. Il tema di note ribattute passa dalle viole ai violini, mentre violoncelli e contrabbassi, con il loro andamento cromatico, sembrano introdurre un elemento di (apparente) instabilità alla base del disteso panorama che si va delineando; i fiati s’inseriscono nel discorso in un secondo momento, con una figura puntata che assumerà un’importanza sempre maggiore nel contesto di questo movimento dai colori tenui. Nello sviluppo il contrappunto si fa sempre più intenso e rarefatto allo stesso tempo: i temi appaiono frammentati e le dinamiche volgono inesorabilmente verso il piano.Il Menuetto, che ci riporta alla tonalità di sol minore, si presenta con un tema dall’accento spostato sulla sincope del tempo debole, caratteristica tipica del Ländler viennese magistralmente evidenziata da Mozart: anche questo terzo movimento è costruito sulle asimmetrie, sui contrappunti e sui cromatismi. Con il Trio l’incedere ossessivo della danza viene abbandonato per qualche istante, lasciando spazio ad un momento di intimo lirismo che trova la sua espressione nel dolcissimo dialogo fra archi e fiati.

Il Finale - Allegro assai - propone immediatamente il suo tema, una viva figura ascendente che si offre da subito come spunto per moduli di progressioni e soggetti imitativi; le dinamiche “a terrazze” - con piano e forte in rapida alternanza - non fanno altro che accentuare l’allure baroccheggiante dell’inizio di questo movimento conclusivo. Il secondo tema sembrerebbe emergere - in questo contesto - come un elemento distensivo, ma è un’impressione fugace: come nel movimento iniziale della sinfonia, è ancora il materiale proveniente dal primo gruppo tematico ad affermarsi. Nello sviluppo si possono ravvisare chiaramente la passione e la violenza - questa soprattutto nelle potenti ottave che inaugurano la sezione - menzionate da Charles Rosen: il primo tema si offre come spunto d’inquiete ed angosciose elaborazioni contrappuntistiche, le quali sembrano trovare requie - ad un certo punto - in un’improvvisa cadenza d’inganno, ma che ricominciano subito ad agitarsi sotto forma di progressioni in corsa verso la ripresa finale.L’inquietudine che percorre tutta la sinfonia, dalla prima all’ultima nota, in quest’ultimo movimento sembra rappresentare quell’angosciante precarietà che l’ultimo Mozart si trovava ad affrontare ogni giorno, accettata come unica e ineluttabile condizione esistenziale del qui ed ora.

E.D.C.