Movimentazione Manuale dei carichi. 2 Ma cosa si intende per movimentazione manuale dei carichi?

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Movimentazione Manuale dei carichi

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Ma cosa si intende per movimentazione manuale dei carichi?

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Movimentazione manuale dei carichi

Con tale termine si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori comprese le azioni di sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di lesioni dorso lombari

Lesioni dorso lombari: lesioni a carico delle strutture osteommiotendinee e nerveo-vascolari a livello dorso lombare.

D.Lgs 626/94

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Una non corretta Movimentazione Manuale può provocare distorsioni, lombalgie (il comune mal di schiena), lombalgie acute o "colpo della strega", ernie del disco, strappi muscolari, fino alle lesioni dorso-lombari gravi.

Il 20% degli infortuni lavorativi avviene a livello del rachide lombare in occasione di attività di sollevamento di oggetti pesanti eseguite in modo imprudente

Movimentazione manuale dei carichi

A questi rischi, strettamente legati all'attività, si collegano altri possibili rischi dovuti al trasporto di un carico (rischi per la sicurezza):

• esso può cadere, provocando contusioni o fratture;

• può essere caldo o tagliente, con possibilità di ustioni o lesioni;

• può non far vedere scalini o oggetti che si trovano per terra, facendo inciampare.

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Dati scientifici

È stata dimostrata, attraverso indagini epidemiologiche, la correlazione tra

Patologie muscolo-scheletriche

“Mal di schiena”

Attività lavorative che richiedono

Movimentazione manuale di carichi

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Rischi per la salute causati da movimentazione manuale dei carichi

Patologia muscoloscheletrica

Colonna vertebrale

Arti superiori

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Rischi per la salute causati da movimentazione manuale dei carichi

Occhio (retina)

Apparato cardiocircolatori

o

Altri organi e tessuti

Apparato respiratorio

Visceri ed organi

addominali

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Ogni anno milioni di lavoratori europei impegnati in tutti i generi di attività lavorativa e in qualsiasi settore occupazionale sono affetti da DMS legati all’attività svolta.

Disturbi lamentati:

• 30% dolori alla schiena

• 17% dolori muscolari alle braccia e alle

gambe

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Il disturbo lombare aspecifico (Low Back Pain)

Nella popolazione generale: secondo svariati studi epidemiologici la prevalenza di lombalgia riferita all’intera vita (lifetime) si attesta intorno al 70% nei paesi industrializzati.

indica la lombalgia comune, vale a dire quella patologia idiopatica ricorrente che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale caratterizzata da dolore e limitazione funzionale e non attribuibile ad una condizione patologica ben definita.

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Alcune cifre

Negli Stati Uniti il low-back pain determina una media di 28,6 giorni di assenza per malattia ogni 100 lavoratori; le patologie del rachide sono la principale causa di limitazione lavorativa nelle persone con meno di 45 anni e gli indennizzi per patologie professionali della colonna assorbono il 33% dei costi totali di indennizzo.

In Italia, le sindromi artrosiche sono, secondo ripetute indagini ISTAT sullo stato di salute della popolazione, le affezioni croniche di gran lunga più diffuse.

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Low Back Pain/DMS

FATTORI DI RISCHIO PERSONALI :

• Età

• Sesso

• Fattori antropometrici

• Condizioni di allenamento

• Fumo

•Condizioni patologiche (congenite o acquisite)

- anomalie congenite

- traumi, fratture

- cause degenerative

- cause infettive, metaboliche

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Low Back PainFATTORI DI RISCHIO PROFESSIONALI :

• la movimentazione e sollevamento di carichi a mano

• trazione o spinta di carrelli, ecc.

• sforzi eccessivi

• movimenti incongrui

• posture incongrue

• mantenimento di posture fisse per periodi prolungati

• attività sedentaria

• vibrazioni trasmesse a tutto il corpo

• piccoli traumi ripetutiLe condizioni opposte (immobilità e eccessivo lavoro) sono sfavorevoli al nostro organismo.

Numerose indagini epidemiologiche hanno dimostrato che l’incidenza del mal di schiena (LPB) è molto elevata in quanti svolgono un lavoro sedentario.

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I disturbi lombari sono assai diffusi tra lavoratrici e lavoratori di molti settori produttivi

ImpiegatiImpiegati 34%34%

FattoriniFattorini 44%44%

GruistiGruisti 50-60%50-60%

Lavoratori ediliLavoratori edili 59%59%

Personale di assistenza ai pazientiPersonale di assistenza ai pazienti 50-60%50-60%

Addetti ai carrelli elevatoriAddetti ai carrelli elevatori 65%65%

Addetti alla manutenzioneAddetti alla manutenzione 27%27%

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Anatomia del rachide

L’unità funzionale del rachide è costituita da due vertebre contigue, il disco intervertebrale e le articolazioni intervertebrali

Le strutture muscolo-legamentose hanno un’importante funzione di sostegno e permettono il movimento nei diversi piani

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Anatomia del rachide

La parte anteriore è una struttura flessibile, con funzioni prevalentemente statiche in grado di sopportare carichi elevati e di assorbire eventi traumatici

La parte posteriore, oltre ad offrire protezione alle strutture nervose, svolge un ruolo dinamico permettendo i movimenti della colonna

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Funzionalità dei dischi intervertebrali

Aumento pressione

Fuoriuscita sostanze nutritive

Diminuzione pressione

Ingresso sostanze nutritive

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Pressioni sui dischi intervertebrali

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Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali

Carico lombare fino a 250 kgfavorisce l’eliminazione delle scorie dal disco;

Sollevare peso di 10 kg a schiena dritta

e ginocchia flesse;

Carico lombare fino a 250 kg

Sollevare peso di 10 kg a schiena dritta

e ginocchia flesse;

Carico lombare fino a 250 kg

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Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali

Carico lombare intenso (>250-650 kg)possibili danni alle cartilagini vertebrale, degenerazione del disco;

Sollevare peso di 10 kg con tronco flesso in avanti a

90 gradi;

Carico lombare di circa 340 kg!

Sollevare peso di 10 kg con tronco flesso in avanti a

90 gradi;

Carico lombare di circa 340 kg!

Carico di rottura del

nucleo discale varia

tra 450-800 Kg!

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Conseguenze del Carico sui dischi vertebrali

Carico lombare Estremo sopra 650 kgpossibili microfratture delle cartilagini;

Sollevare peso di 50 kg a schiena flessa e gambe dritte;Carico lombare sopra i 650 kg

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Le cause più comuni di lombalgia

• sforzo improvviso o brusco movimento

• prolungata condizione di sovraccarico biomeccanico

• alterazioni a carico del disco intervetrebrale (ernia del disco) e delle vertebre lombari (artrosi, osteoporosi)

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Patologie del rachide più frequenti

• degenerazione del disco intervertebrale

• artrosi

• ernia del disco

• radicolopatia

• alterazioni della curvatura della colonna (scoliosi, cifosi, lordosi)

• osteoporosi

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Normativa

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Movimentazione Manuale dei carichi

Normativa preesistente

- Legge 635/1934 : determina in 20 Kg il peso massimo sollevabile dalle donne adulte

- Legge 1204/71: le donne in gravidanza e fino a 7 mesi dopo il parto non devono essere adibite a trasporto e sollevamento di pesi.

- Legge 977/67: relativa al lavoro dei fanciulli (minori di 15 aa) e adolescenti (minori di 18 aa) determina, seppure in riferimento al lavoro agricolo, i pesi massimi trasferibili dagli stessi differenziando per sesso (fanciulli M= 10 Kg, F=5 Kg, adolescenti M= 20, F= 15 Kg)

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Normativa specifica attuale

D.Lgs 626/94

Misure generali di tutela

“… rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e di produzione, anche per attunuare il lavoro monotono e quello ripetitivo”

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Movimentazione Manuale dei carichi

Normativa specifica attualeD.Lgs 626/94

La valutazione del rischio

Individuazione dei compiti lavorativi comportanti MMC a rischio potenziale

La meccanizzazione

L’ausiliazione

L’uso condizionato

La sorveglianza sanitaria

Informazione e formazione (addestramento)

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Il D.Lgs. 626/94 prevede che nelle attività che possono comportare la movimentazione manuale dei carichi si verifichi se esiste la possibilità di eliminare queste operazioni o di renderle meno faticose con l'uso di mezzi adatti nell'intento di ridurre il rischio (meccanizzazione, ausiliazione)

Movimentazione manuale dei carichi

Il 626/94 non definisce un valore limite del peso sollevabile dal singolo lavoratore ma indica unicamente il valore che, se superato, crea le condizioni di rischio. Tale valore, da valutare però alla luce di altri fattori, è di 30kg (da circ. n. 73/97 Min. Lav. E Prev. Soc.).

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Movimentazione manuale dei carichi

Per valutare l'insorgere di un rischio per la salute dei lavoratori è comunque necessario prendere in considerazione, oltre al peso del carico, anche i seguenti dati:

le dimensioni, la forma e le caratteristiche;

l'altezza di sollevamento, la distanza da percorrere, la possibilità o meno di ripartire il carico;

Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro (quanto spazio si ha a disposizione, dove spostare i carichi, il percorso da fare. ...);

il tipo di mansione svolta dal lavoratore (se è temporanea, oppure ripetitiva con pause più o meno previste, oppure se è un lavoro normale e continuo).

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Caratteristiche del carico

D.Lgs 626/94ALLEGATO VI

Elementi di riferimento

La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio tra l'altro dorsolombare nei casi seguenti:

• il carico è troppo pesante (kg 30);

• è ingombrante o difficile da afferrare;

• è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;

• è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco;

• può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto.

Sforzo fisico richiesto

D.Lgs 626/94 ALLEGATO VI Elementi di riferimento

Lo sforzo fisico può presentare un rischio tra l'altro dorso-lombare nei seguenti casi:

• è eccessivo;

• può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco;

• può comportare un movimento brusco del carico;

• è compiuto con il corpo in posizione instabile.

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Caratteristiche dell'ambiente di lavoro

D.Lgs 626/94ALLEGATO VI

Elementi di riferimento

Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio

tra l'altro dorso-lombare nei seguenti casi:

• lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta;

• il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore;

• il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione;

• il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi;

• il pavimento o il punto d'appoggio sono instabili;

• la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono inadeguate.

• un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.

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Esigenze connesse all'attività D.Lgs 626/94 ALLEGATO VI Elementi di riferimento

L'attività può comportare un rischio tra l'altro dorso-lombare se comporta una o più delle seguenti esigenze:

- sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati;

- periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente;

- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;

fattori individuali di rischio

D.Lgs 626/94 ALLEGATO VI Elementi di riferimento,

- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione  - indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore  - insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione 

I pesi che si manipolano devono essere comunque inferiori a:  - 30 kg. per gli uomini  - 20 kg. per le donne 

- 20 kg. per gli adolescenti maschi- 15 kg. per le adolescenti femmine

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Obblighi dei datori di lavoro

Il datore di lavoro deve:

Individuare i compiti che comportano una movimentazione manuale potenzialmente a rischio

Evitare per i lavoratori la movimentazione manuale dei carichi ricorrendo ad attrezzature meccaniche.

Se non è possibile deve:

• Organizzare i posti di lavoro in modo che la movimentazione sia sicura ed esente da rischi

• Valutare le condizioni di sicurezza considerando le caratteristiche del carico

• Adottare misure atte ad evitare o ridurre i rischi di lesioni dorso lombari considerando:

fattori individuali di rischio

le caratteristiche dell’ambiente di lavoro

le esigenze connesse all’attività

• Sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori addetti a tale movimentazione

• Informare e formare i lavoratori.

Movimentazione manuale dei carichi

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Valutazione del rischio

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La valutazione del rischio connesso alla attività di movimentazione manuale di carichi va necessariamente preceduta da una analisi del lavoro (verosimilmente operata nel contesto della più generale valutazione dei rischi di cui all’articolo 4 del D.Lgs) con cui in particolare si possa evidenziare se, tra i compiti lavorativi previsti per uno o più lavoratori sono compresi quelli di movimentazione manuale di carichi nonché, nel caso, le caratteristiche tipologiche, di durata e di frequenza degli stessi.

Valutazione del rischio

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Il lavoro comporta attività di movimentazione manuale (carichi superiori a 3 kg di peso base)

NO

Vi è un possibile rischio dorso lombari, ovvero ricorre uno o più degli elementi del titolo V del

Dlgs 626/94

SI

È possibile automatizzare o meccanizzare o ausiliare la/le operazione/i

SI - FORSE

NO

Attivare procedure di valutazione del rischio

NO Vi è un possibile rischio residuo

SI

SI - FORSE

NO

Il rischio è insignificante SI

NO

Determinare le misure di prevenzione e contenimento dei rischi

Attuare le misure

Il rischio è sufficientemente contenuto

Termine valutazione

SI

Schema di flusso per

la valutazion

e del rischio m.m.c.

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Il NIOSH (National Institute of Occupational Safety)ha divulgato un metodo di calcolo che, partendo dalla costante di peso e considerando in seguito tutte le fasi della movimentazione permette di calcolare l’indice di rischio.

Strumenti per la valutazione: operazioni di sollevamento

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Metodo NIOSH: calcolo indice di rischio

Fattore altezza

Fattore distanza

Fattore orizzontale

Fattore dislocazione

Fattore presa

Fattore frequenza

X X

X

X

X

X

Peso Sollevato

Peso limite Raccomandato

Peso Sollevato

Peso limite = Ind. Rischioraccomandato

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Il modello usato per stimare l’indice di rischio nelle operazioni di sollevamento è rappresentato dal confronto fra il peso sollevato ed il peso raccomandato. Quest’ultimo è stimato dal peso massimo sollevabile in condizioni ideali ridotto in funzione dell’intervento di altri elementi di rischio (fattori di riduzione).

confrontare il

PESO SOLLEVATO

con il

PESO RACCOMANDATO

il peso raccomandato e’ stimato da:PESO MASSIMO SOLLEVABILE IN CONDIZIONI IDEALI

ridotto in funzione dell’intervento di altri elementi di rischio (fattori di riduzione)

Strumenti per la valutazione: operazioni di sollevamento

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questa procedura di calcolo dei limite di peso raccomandato e' applicabile quando ricorrono i seguenti assunti:

Operazioni non occasionali (1/ora) di carichi > 3kg sollevamento di carichi svolto in posizione in piedi (non

seduta o inginocchiata) in spazi non ristretti sollevamento di carichi eseguito con due mani altre attività di movimentazione manuale (trasporto,

spingere a tirare) minimali adeguata frizione tra piedi (suola) e pavimento (coeff. di

frizione statica > 0,4) gesti di sollevamento eseguiti in modo non brusco carico non estremamente freddo, caldo, non sporco o con il

contenuto instabile condizioni microclimatiche non sfavorevoli.

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Peso limite raccomandato 23 Kg (NIOSH)

Fattore altezza = altezza delle mani da terra all’inizio del sollevamento

Fattore distanza = distanza verticale di spostamento tra inizio e fine soll.

Fattore orizzontale = distanza del peso dal corpo

Fattore dislocazione = dislocazione angolare (gradi) del peso

Fattore presa = giudizio sulla presa del carico

Fattore frequenza = n° atti al minuto in relazione alla durata

X

X

X

X

X

X

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CALCOLO DEL PESO LIMITE RACCOMANDATO ( D.L. 626/94 )

ETA' MASCHI FEMMINECOSTANTE DI PESO > 18 ANNI 3 0 2 0 CP

(kg.)

X ALTEZZA DA TERRA DELLE MANI ALL'INIZIO DEL SOLLEVAMENTO

ALTEZZA (cm) 0 25 50 75 100 125 150 >175 AFATTORE 0,77 0,85 0,93 1,00 0,93 0,85 0,78 0,00

X DISTANZA VERTICALE DI SPOSTAMENTO DEL PESO FRA INIZIO E FINE DEL SOLLEVAMENTO

DISLOCAZIONE (cm) 25 30 40 50 70 100 170 >175 BFATTORE 1,00 0,97 0,93 0,91 0,88 0,87 0,86 0,00

DISTANZA ORIZZONTALE TRA LE MANI E IL PUNTO X DI MEZZO DELLE CAVIGLIE - DISTANZA DEL PESO DEL CORPO ( DISTANZA MASSIMA RAGGIUNTA DURANTE IL SOLLEVAMENTO )

DISTANZA (cm) 25 30 40 50 55 60 >63 CFATTORE 1,00 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0,00

X DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL PESO ( IN GRADI )

Dislocazione angolare 0 30° 60° 90° 120° 135° >135° DFATTORE 1,00 0,90 0,81 0,71 0,52 0,57 0,00

X GIUDIZIO SULLA PRESA DI CARICO

E GIUDIZIO BUONO SCARSO EFATTORE 1,00 0,90

FREQUENZA DEI GESTI ( numero atti al minuto ) X IN RELAZIONE A DURATA

FREQUENZA 0,20 1 4 6 9 12 >15

CONTINUO < 1 ora 1,00 0,94 0,84 0,75 0,52 0,37 0,00 FF CONTINUO da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0,00

CONTINUO da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,27 0,15 0,00 0,00

=

KG. DI PESO PESO LIMITE

EFFETTIVAMENTE RACCOMANDATO Kg. SOLLEVATO

PESO SOLLEVATO

INDICE DI SOLLEVAMENTO

PESO LIMITE RACCOMANDATO

#DIV/0!

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Altezza delle mani da terra

Altezza delle mani da terra all’inizio del sollevamento.

Altezza (cm) 0 25 50 75 100 125 170 >170

Fattore di correzione

0,78 0,85 0,93 1 0,93 0,85 0,78 0,00

75 cm = fat. cor. 1inizio

Stima del fattore altezza (A) L’altezza da terra delle mani (A) è misurata verticalmente dal piano di appoggio dei piedi al punto di mezzo tra la presa delle mani.Gli estremi di tale altezza sono dati dal livello dei suolo e dall’altezza massima di sollevamento (pari a 175 cm).Il livello ottimale con A = 1 è per un’altezza verticale di 75 cm. (altezza nocche).Il valore di A diminuisce allontanandosi (in alto o in basso) da tale livello ottimale.Se l’altezza supera 175 cm. A = 0.

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Distanza verticale di spostamento del pesoDistanza verticale di

spostamento del peso tra inizio e fine del sollevamento.

Dislocazione cm

25 30 40 50 70 100 170 >175

Fattore di correzione

1 0,97 0,93 0,91 0,88 0,87 0,85 0,00

25 cm = fat. cor. 1 25 cm = fat. cor. 1 inizio

fine

Stima del fattore dislocazione verticale (B) La dislocazione verticale di spostamento (S) è data dallo spostamento verticale delle mani durante il sollevamento. Tale dislocazione può essere misurata come differenza dei valore di altezza delle mani fra la destinazione e l’inizio del sollevamento.Nel caso particolare in cui l’oggetto debba superare un ostacolo, la dislocazione verticale sarà data dalla differenza tra l’altezza dell’ostacolo e l’altezza delle mani all’inizio dei sollevamento (ad es. porre un oggetto sul fondo di una gabbia con pareti alte 100 cm; altezza mani = 20 cm, dislocazione verticale = 100 ‑ 20 = 80 cm).La minima distanza B considerata e’ di 25 cm B =1Se la distanza verticale è maggiore di 170 cm B = 0.

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Distanza del peso dal corpo

Distanza del peso dal corpo (distanza massima raggiunta durante il sollevamento)

Distanza in cm 25 30 40 50 55 60 >63

Fattore di correzione

1 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0,00

25 cm = fat. cor. 1 25 cm = fat. cor. 1

Stima del fattore orizzontale (C)La distanza orizzontale (C) e’ misurata dalla linea congiungente i malleoli interni al punto di mezzo tra la presa delle mani (proiettata sul terreno).Se la distanza orizzontale e’ inferiore a 25 cm. considerare comunque il valore di 25 C = 1Se la distanza orizzontale e’ superiore a 63 cm. C = 0

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Dislocazione angolare

Dislocazione angolare del peso (in gradi) rispetto al piano sagittale = torsione del tronco

Dislocazione angolare

0° 30° 60° 90° 120° 135° >135°

Fattore di correzione

1 0,90 0,81 0,71 0,62 0,57 0,00

0° = fat. cor. 1 0° = fat. cor. 1

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Stima del fattore dislocazione angolare (D)L’angolo di asimmetria D° e’ l’angolo fra la linea di asimmetria e la linea sagittale.La linea di asimmetria congiunge idealmente il punto di mezzo tra le caviglie e la proiezione a terra dei punto intermedio alle mani all’inizio (o in subordine alla fine) del sollevamento.La linea sagittale e’ la linea passante per il piano sagittale mediano (dividente il corpo in due emisomi eguali e considerato in posizione neutra).L’angolo di asimmetria non e’ definito dalla posizione dei piedi o dalla torsione dei tronco del soggetto, ma dalla posizione dei carico relativamente al piano sagittale mediano dei soggetto.Se anche il soggetto per compiere il gesto gira i piedi e non il tronco, ciò non deve essere considerato.L’angolo D° varia tra 0° D = 1 e 135° D = 0,57.

Per valori dell’angolo D° > 135° porre D = 0.

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Giudizio sulla presa del caricoGiudizio Buono Scarso

Fattore di correzione 1 0,90

MANIGLIA Stima del fattore presa (E)La presa dell'oggetto può essere classificata sulla scorta di caratteristiche qualitative in buona E = 1, discreta E = 0,95, scarsa E = 0,9. Per il giudizio sulla presa considerare le seguenti avvertenze:- La forma ottimale di una maniglia esterna prevede 2‑4 cm. di diametro, 11,5 di lunghezza, 5 cm di apertura, forma cilindrica o ellittica, superficie morbida non scivolosa

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4848

Frequenza di sollevamento

Peso Massimo sollevabile

Frequenza di sollevamento

Maschi Femmine Tutta la giornata lavorativa

18 Kg 12 Kg 1 volta ogni 5 minuti

15 Kg 10 Kg 1 volta ogni minuto

12 Kg 8 Kg 2 volte al minuto

6 Kg 4 Kg 5 volte al minuto

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4949

• I. S. < 0,75 RISCHIO TRASCURABILE

• I. S. 0,75 – 1,25 LIVELLO DI ATTENZIONE ATTIVARE LA SORVEGLIANZA SANITARIA CON PERIODICITA’ TRIENNALE E FORMAZIONE.

• I. S. > 1,25 R I S C H I O - PREVENZIONE PRIMARIA - PRIORITA’ A SITUAZIONI CON INDICE DI

SOLLEVAMENTO PIU’ ELEVATO - SORVEGLIANZA SANITARIA ANNUALE - FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO

Per situazioni con indice maggiore di 3 vi è necessità di un intervento immediato di prevenzione; l'intervento è comunque necessario e non a lungo procastinabile anche con indici compresi tra 1,25 e 3.

Indice di sollevamento

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5050

SNOOK E CIRIELLO

DEFINISCE IL MASSIMO SFORZO RACCOMANDABILE IN RELAZIONE A:

SESSO FREQUENZA DI AZIONE PERCORSO ALTEZZA DELLE MANI DA TERRA DURANTE

L’AZIONE

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5151

Strumenti per la valutazione: operazioni di trasporto in piano di carichi e di spinta e/o traino

PESO O FORZA

EFFETTIVAMENTE AZIONATI

INDICE DI

---------------- = VALORE ESPOSIZIONE

RACCOMANDATO

La quantificazione delle forze effettivamente applicate richiede il ricorso ad appositi dinamometri da applicare alle reali condizioni operative sul punto di azionamento dei carrelli manuali.

Come indice di esposizione della movimentazione viene considerato il più alto riscontrato nelle due azioni in cui è stata scomposta.

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5252

E’ importante eseguire le misure con le stesse velocità ed accelerazioni impiegate o impiegabili nella realtà dal personale addetto. Qualora le forze applicate non risultino in sintonia con le dotazioni e i percorsi, sarà necessario intervenire rapidamente sugli addetti mediante formazione specifica che riconducendosi ai principi della “cinematica” ed “ergonometria” introduca un corretto comportamento motorio.

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5353

Azioni di Spinta forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di : -sesso, -distanza di spostamento, -frequenza di azione, -altezza delle mani da terra

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h

MASCHI ALTEZZA

MANI

145cm F I 20 22 25 26 26 31 14 16 21 22 22 26 16 18 19 20 21 25 12 14 14 18 FM 10 13 15 18 18 22 8 9 13 15 16 18 8 9 11 13 14 16 7 8 9 11 95cm F I 21 24 26 28 28 34 16 18 23 25 25 30 18 21 22 23 24 28 14 16 16 20 FM 10 13 16 19 19 23 8 10 13 15 15 18 8 10 11 13 13 16 7 8 9 11 65cm F I 19 22 24 25 26 31 13 14 20 21 21 26 15 17 19 20 20 24 12 14 14 17 FM 10 13 16 18 19 23 8 10 12 14 15 18 8 10 11 12 13 15 7 8 9 10 FEMMINE ALTEZZA

MANI

135cm F I 14 15 17 20 21 22 15 16 16 18 19 20 12 14 14 15 16 17 12 13 14 15 FM 6 8 10 11 12 14 6 7 7 8 9 11 5 6 6 7 7 9 4 4 4 6 90cm F I 14 15 17 20 21 22 14 15 16 19 19 21 11 13 14 16 16 17 12 13 14 16 FM 6 7 9 10 11 13 6 7 8 9 9 11 5 6 6 7 8 10 4 4 5 6 60cm F I 11 12 14 16 17 16 11 12 14 16 16 17 9 11 12 13 14 15 10 11 12 13 FM 5 6 8 9 9 12 6 7 7 8 9 11 5 6 6 7 7 9 4 4 4 6

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Azioni di Traino forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM),raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di : -sesso, -distanza di spostamento, -frequenza di azione, -altezza delle mani da terra

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h

MASCHI ALTEZZA MANI 145cm F I 14 16 18 19 19 23 11 13 16 17 18 21 13 15 15 16 17 20 10 11 11 14 FM 8 10 12 15 15 16 6 8 10 12 12 15 7 8 9 10 11 13 6 6 7 9

95cm F I 19 22 25 27 27 32 15 18 23 24 24 29 18 20 21 23 23 28 13 18 16 19

FM 10 13 16 19 20 24 6 10 13 16 16 19 9 10 12 14 14 17 7 9 10 12

65cm F I 22 25 28 30 30 36 18 20 26 27 28 33 20 23 24 26 26 31 15 18 18 22

FM 11 14 17 20 21 25 9 11 14 17 17 20 9 11 12 15 15 18 8 9 10 12

FEMMINE ALTEZZA MANI 135cm F I 13 16 17 20 21 22 13 14 16 18 19 20 10 12 13 15 16 17 12 13 14 15 FM 6 9 10 11 12 15 7 8 9 10 11 13 6 7 7 8 9 11 5 5 5 7

90cm F I 14 16 18 21 22 23 14 15 15 19 20 21 10 12 14 16 17 18 12 13 14 16

FM 6 9 10 11 12 14 7 8 9 10 10 13 5 6 7 8 9 11 5 5 5 7

60cm F I 15 17 19 22 23 24 15 16 17 20 21 22 11 13 15 17 18 19 13 14 15 17

FM 5 8 9 10 11 13 6 7 8 9 10 12 5 6 7 7 8 10 4 5 5 6

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Azioni di Trasporto in piano peso (Kg) massime raccomandabile per lapopolazione lavorativa adulta sana in funzione di : -sesso, -distanza di percorso, -frequenza di azione, -altezza delle mani da terra

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 10s 15s 1m 5m 30m 8h 18s 24s 1m 5m 30m 8h

MASCHI ALTEZZA MANI 110cm 10 14 17 19 21 25 9 11 15 17 19 22 10 11 13 15 17 20 80cm 13 17 21 23 26 31 11 14 18 21 23 27 13 15 17 20 22 26 FEMMINE ALTEZZA MANI 100cm 11 12 13 13 13 18 9 10 13 13 13 18 10 11 12 12 12 16 70cm 13 14 16 16 16 22 10 11 14 14 14 20 12 12 14 14 14 19

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Indice < O,75 nessun provvedimento

Indice O,75 - 1non è necessario uno specifico intervento,

si consiglia la formazione del personale

Indice >1 rischio!!Prevenzione primaria

Priorità a situazioni con indice più elevatoSorveglianza sanitaria (annuale)

Formazione e training

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La valutazione dei rischi da movimenti ripetitivi: l’indice ocra

I principali fattori di rischio

frequenza e ripetitivitàforza

posture e movimenti

fattori complementari

fattori fisico-meccanici Estrema precisione del compitoCompressione localizzate in strutture dell’arto superioreEsposizione a temperature molto freddeUso di guanti inadeguatiPresenza di movimenti bruschi o a strappoUso di strumenti vibranti Presenza di incentivi individualiRitmi vincolatiAddestramento inadeguato in un lavoro su oggetti in movimento

Carenza dei tempi di recupero

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Il metodo di valutazione del rischio: l’indice OcraL’indice OCRA è dato dal rapporto tra il numero delle azioni effettivamente svolte in un turno di lavoro ed il corrispondente numero di azioni raccomandate( tenuto conto dei diversi fattori di rischio). Tale indice è in grado con un unico valore finale, un rischio multifattoriale, e predire la probabilità di contrarre WMSDs per ogni livello di esposizione stimato.L’introduzione del metodo di analisi con check-list OCRA, come estensione del più preciso e complesso indice OCRA, consente, in fase di prima analisi del rischio, di ottenere in tempi brevi,la mappatura del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.Il metodo dell’indice OCRA è invece più indicato in fase di progettazione o riprogettazione dei posti di lavoro.

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Modello di analisi OCRA

• Metodo quantitativo• Stima 5 variabili lavorative:

1. Ripetitività2. Forza3. Postura4. Periodi di recupero5. Fattori complementari (Lavori di precisione,

Vibrazioni, Compressioni localizzate, Movimenti a strappo…)

• Valutazione di ciascuna variabile• Calcolo del numero di azioni tecniche raccomandate

secondo valori moltiplicativi attribuiti a ciascuna variabile

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L'indice di esposizione OCRA viene definito come il rapporto tra il numero di azioni tecniche effettuate nell'ambito dei compiti ripetitivi esaminati ed il numero di azioni tecniche raccomandate :

Il valore di Ae   è facilmente desumibile dall'analisi del turno di lavoro, mentre il valore di Ar  viene ricavato dalla seguente equazione:

                                                                                 

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dove:

x è il compito ripetitivo considerato;

il fattore CF (Costante di frequenza) esprime il numero di azioni tecniche eseguibili in condizioni ideali (quando tutti gli altri fattori assumono valore unitario); esso è pari a 30 azioni/minuto;

fattore durata DC: durata effettiva del compito in cui vengono eseguiti movimenti ciclici.

Gli altri parametri rappresentano fattori dipendenti dalle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa (frequenza delle azioni tecniche, aspetti posturali, ecc.) che possono assumere valori compresi tra 1 (condizioni migliori) e 0 (condizioni peggiori):

fattore forza FF: parametro ricavato, attraverso una tabella di conversione, da un numero adimensionale variabile tra 0 e 10 (scala di Borg) che descrive, in modo soggettivo, lo sforzo muscolare applicato;

fattore postura FP: valore calcolato in funzione delle posture assunte dai vari distretti degli arti superiori durante lo svolgimento del compito. L'analisi della postura viene effettuata per mezzo della scheda riportata in figura 5.2.3.a.

fattore elementi complementari FC: parametro legato ad una serie di elementi caratteristici del compito;

fattore carenza di periodi di recupero FR: valore ricavato, tramite apposita tabella, dal numero di ore lavorative caratterizzate da una carenza di adeguati periodi di recupero.

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Scheda utilizzata per il calcolo

dell'OCRA Index (prima parte)

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Scheda utilizzata per il calcolo

dell'OCRA Index (seconda parte)

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I.E.=

N ° complessivo azioni tecniche svolte nel turnoN° complessivo azioni tecniche raccomandate nel turno

IE<0,75 piena accettabilità

0,75<IE<4 zona di incertezza (attivare la sorveglianza dei possibili effetti indotti)

IE>4 non accettabile (introdurre miglioramenti delle condizioni di lavoro e sorveglianza sanitaria)

Calcolo dell’Indice di Esposizione

Valori dell'indice di esposizione inferiori ad 1 rendono conto di attività lavorative che non comportano rischi, per gli addetti, di sviluppare nel tempo patologie muscolo-scheletriche a carico degli arti superiori, mentre valori superiori riflettono situazioni di rischio concreto.

Nella realtà si adotta un metodo prudenziale di classificazione delle attività, in funzione dei valori assunti dall'indice di esposizione.

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Checklist OSHA

• Checklist A (arto superiore) • Metodo qualitativo/semiquantitativo• L’impiego della Checklist è subordinato alla

presenza di segnalatori di rischio per un definito tempo nell’arco del turno:1. Movimenti ripetitivi2. Posture di lavoro fisse non supportate o incongrue 3. Uso di strumenti vibranti 4. Uso di forza delle mani

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Checklist OSHA

• Fattori di rischio: Ripetitività, Forza, Postura, Deformazione da contatto, Vibrazioni, Ambiente, Ritmo di lavoro

• In base a presenza e durata dell’esposizione a ciascun fattore viene attribuito un punteggio

• Se il punteggio totale è superiore a 5, il lavoro è giudicato a rischio

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La scheda 1 prevede una breve descrizione del posto di lavoro e del lavoro svolto sulla postazione

“tempi di recupero”, vengono forniti sei scenari di distribuzione di interruzioni di attività e/o pause durante il turno lavorativo: ad ogni scenario corrisponde un numero. Viene scelto lo scenario più simile a quello abitualmente(e realmente) utilizzato dai lavoratori su quel posto di lavoro. Possono essere usati valori numerici intermedi a quelli proposti, se rappresentano meglio la situazione reale.

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La scheda 2 prevede sei scenari, ciascuno contrassegnato da un valore numerico crescente da 0 a 10. Ogni voce descrive l’entità dei movimenti delle braccia nel tempo(lenti, abbastanza rapidi, rapidi, rapidissimi) connessi alla possibilità o impossibilità di fare brevi interruzioni (ritmo costante o incostante). Vengono indicate “frequenze d’azione al minuto” di riferimento che aiutano ad individuare lo scenario più rappresentativo del compito in analisi.Utilizzando un cronometro, viene stimata la frequenza di azione dell’arto più interessato nel compito osservando il lavoratore in 2-3 minuti e contando direttamente le azioni tecniche.

La seconda parte della scheda 2 riguarda la presenza di forza, che viene rilevata quando ricorre periodicamente almeno ogni pochi cicli. Il punteggio totale rappresentativo della forza si ricava sommando i punteggi indicati in uno o più dei tre blocchi.Il livello di forza è misurato per intervista diretta dei lavoratori direttamente il/i lavoratore/i.

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La scheda 3 descrive le posture incongrue:sono previsti 5 blocchi di domande, i primi 4 contrassegnati da una lettera (da A a D), l’ultimo blocco con il numero 3 (lettera E). I blocchi di domande con le lettere descrivono ognuno un segmento articolare; l’ultimo blocco descrive la presenza di stereotipia, cioè la presenza di gesti lavorativi (azioni tecniche) identici, ripetuti in almeno due terzi del tempo.Va sottolineato che quando il tempo di ciclo è inferiore a 15 secondi, la stereotipia va considerata comunque presente (punteggio 3).Fra i punteggi ricavati da ognuno dei segmenti articolari (A – B – C – D) viene scelto solo il più alto, da sommare eventualmente a quello della stereotipia (E): il risultato della somma costituirà il punteggio per la postura.

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Si richiede di descrivere la presenza di fattori complementari (guanti inadeguati, vibrazioni, compressioni sulla pelle, ecc.) in buona parte del tempo di lavoro. Si richiede inoltre se il ritmo di lavoro è parzialmente o completamente imposto dalla macchina. Per ogni blocco può essere scelta una sola risposta: la somma dei punteggi parziali ottenuti dà luogo al punteggio per i fattori complementari.

La compilazione della check list ha previsto la valutazione delle postazioni di lavoro caratterizzate da compiti ripetitivi, direttamente presso i posti di lavoro, comprendendo l’analisi sintetica di ciascuno dei fattori di rischio, quali la frequenza d’azione, la forza, la postura di ognuna delle principali articolazioni dell’arto superiore, nonché i fattori complementari. La somma dei singoli punteggi di rischio per ciascuno dei fattori, porta ad un valore finale che consente di stimare la fascia rischio

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Classificazione dell’indice OCRA e del punteggio della check list OCRA secondo aree crescenti di rischio con le rispettive misure di prevenzione da adottare.Area Valori

indice OCRA

Valori Check

list

Classificazione del rischio

Misure di prevenzione

VERDE Fino a 1.5 Fino a 5 Ottimale Nessuna

Giallo - Verde

1.6 – 2.2 5.1 -7.5 Accettabile Nessuna

Giallo 2.3 – 3.5 7.6 – 11.0 Incerto/molto lieve

Riverifica, se possibile ridurre il rischio

Rosso lieve

3.6 – 4.5 11.1 -14.4 Lieve Ricerca soluzioni migliorative, sorveglianza sanitaria consigliata, formazione informazione

Rosso medio

4.6 – 9.9 14.1 – 22.5

Medio Riprogettazione compiti e posti di lavoro secondo priorità, attivazione sorveglianza sanitaria, informazione/formazione

Rosso intenso

Oltre 9 Oltre 22,5 Elevato Riprogettazione compiti e posti di lavoro secondo priorità, attivazione sorveglianza sanitaria, informazione/formazione

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Valutazione del rischio

Riepilogando….

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Misure preventive

secondaria

primaria

terziaria

prevenzione

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Misure di prevenzione primaria

Misure ergonomiche •Meccanizzazione di tutte le operazioni al fine di ridurre il più possibile la necessità di sforzi da parte del lavoratore.•Ricorrere a mezzi adeguati a ridurre i rischi connessi alla mmc•Adottare misure organizzative che rendano la mmc quanto più possibile corretta e sicura.•Pianificazione e ottimizzazione dei tempi e modalità lavorative.•Buon work station design che consenta di evitare tutti i movimenti inutili e le posture incongrue.

Misure di informazione e formazione•Fornire ai lavoratori informazioni su: il peso e il centro di gravità del carico, il lato più pesante di un imballaggio qualora il contenuto abbia una collocazione eccentrica.•Indicare la movimentazione corretta dei carichi e i rischi che i lavoratori corrono se queste attività non vengono eseguite in maniera corretta.•Formazione ed addestramento sulle corrette tecniche di sollevamento (da ripetere periodicamente).•Controllo in ordine ad eventuali movimenti errati o posture incongrue.•Insegnamento di esercizio per il rilassamento ed il rinforzo della muscolatura, con particolare riguardo alla muscolatura paravertebrale.

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Misure di prevenzione secondaria

– sottoporre gli addetti a mmc a sorveglianza sanitaria mirata, basata su accertamenti preventivi, atti a verificare se lo stato di salute del lavoratore è compatibile con l’attività che è destinato a svolgere, e su accertamenti periodici, per controllare lo stato di salute del lavoratore ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica;– identificare i lavoratori con aumentato rischio di sviluppare patologiea carico del rachide;– allontanare dal rischio (o ridurre l’esposizione) i lavoratori suddetti;– “allenare” il lavoratore a rischio mediante un progressivo e gradualeincremento del carico fisico richiesto.

Misure di prevenzione terziaria

Per misure di prevenzione terziaria si intendono essenzialmente i trattamenti medici riabilitativi nei confronti di lavoratori che soffrano di patologie causate dalla movimentazione manuale dei carichi.

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Dispositivi di protezione individuale

L’uso dei dispositivi di protezione individuali è obbligatorio dove nello svolgimento delle mansioni, sussiste il pericolo di caduta di oggetti di peso significativo, o la difficoltà di afferramento.

Si tratta in particolare di calzature munite di puntale rinforzato e guanti con rivestimento in gomma per la presa sicura

Nel caso in cui si spostino oggetti ad elevata temperatura oppure sostanzecorrosive, oltre ai guanti, è necessario anche l’uso di appositi grembiuli pettorali o protezioni specifiche.Spesso si rende necessario anche l’uso del casco o degli occhiali di protezione.