Mostra mercato sulle arti decorative applicate e la Belle ... · cembre la ricca espo-sizione...

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Un trionfo liberty tra vasi e lampade Gallè Emile Gallè “Lampe à champignon” Emile Gallè “Magnolias” Ginori “Torino 1902” De Feure. “Meuble a musique” 1890 Giacomo Grosso “la Contessa Gallo” Giacomo Grosso “la Contessa Gallo” INFORMAZIONE PUBBLICITARIA L’indiscreto fascino della borghesia fin de siecle Federico Zandomeneghi La Leçon Ulisse Caputo “La Parigina” Cesare Saccaggi “La Castellana” Giacomo Grosso “la Contessa Gallo” LA BELLE ÉPOQUE Caputo Carpanetto Garino Giani Grosso Mosso Saccaggi SerralungaVilla Zandomeneghi MOSTRA MERCATO 1-24 dicembre 2015 Galleria Matteotti corso Matteotti 2/A,Torino info: 335 5298305 www.galleriamatteotti.it S arà aperta fino al 24 di- cembre la ricca espo- sizione dedicata alla “BELLE EPOQUE” presso la Galleria Matteotti, nei lo- cali che prima ospitavano la storica Galleria Bottisio, in corso Matteotti 2/A a Torino. La mostra, curata da Umber- to Brusasca, si snoda su due percorsi sinottici, uno dedi- cato alla produzione pittorica italiana ai tempi della Belle Epoque e l’altro ai numerosi esempi di “Arti Decorative Applicate” tipici del periodo art nouveau. C hi ama il liberty, ed è sedotto dalle curve sinuose dei fregi art nouveau, non può perdere la bella mostra mercato de- dicata alla Belle Epoque in Galleria Matteotti. Troverà una impressionante colle- zione di vasi Gallè, e tavo- lini intarsiati di Majorelle, manifesti di Mucha, oggetti WMF e Amphora. Insomma il meglio che la produzione dell’epoca seppe offrire, sia in termini di marchi sia in qualità e quantità di ogget- ti proposti. L’esposizione è quasi museale, impressiona già vista da fuori, tanto che qualcuno chiede timidamen- te se c’è un biglietto d’in- gresso da pagare. L’ingresso invece è libero, e tutto quan- to esposto è in vendita. sizione. Figure femminili ora discinte, ora in abiti elegan- tissimi, si alternano sotto gli occhi del visitatore. Appena entrati si viene accolti da un prezioso pastello di Zando- meneghi del periodo parigi- no, e basta alzare gli occhi verso il fondo della galleria per notare il monumentale ri- tratto della Contessa Gallo re- alizzato da Grosso nel 1918. Ma lo sguardo già corre alla elegantissima e gotica “Ca- stellana” di Saccaggi, rim- balza sulla nuda “Voluttà” di Carpanetto per riposare sul grande prato fiorito (dipinto con grande maestria da Ale- ardo Villa) al centro del quale tre Grazie ignude e distese si baloccano tra fiori colo- ratissimi. Poi “La Parigina” di Caputo e “La Spagnola” del simbolista Serralunga, il sognante pre-raffaelita “Sfo- gliando la margherita” di Tito Lessi, l’intrigante sguardo in tralice del “Fiori semplici, fiore raro” di Angelo Garino e lo spossato abbandono de “L’amazzone” di Giani, il frustino in mano, rose sparse sul tappeto ai suoi piedi insie- me ad una tuba da cavalleriz- za. Senza dimenticare gli oc- chi spiritati della “Femme de Claude” di Francesco Mosso, versione “ridotta” del grande quadro della GAM di Torino. La Belle Epoque, più che un “semplice” movimento arti- La collezione di vetri Gallè da sola meriterebbe una vi- sita. Ci sono rare lampade “à champignon” di dimen- sioni importanti, con il dop- pio corpo che si illumina, e veilleuse, destinate a “fare atmosfera” con le loro luci soffuse. Poi tantissimi vasi, di tutte le dimensioni, un vero caleidoscopio di colori. Fiori e paesaggi, tutti incisi con la tecnica del cammeo, hanno effetti quasi pittorici. Ma quel che rende straor- stico, corrispose ad un perio- do storico caratterizzato da una vera rivoluzione socio- culturale. Un nuovo pubblico, costituito da borghesi più o meno ricchi, si affacciava sul mercato, pronto a fruire ed acquistare, tra le altre novità, anche “l’Arte” in tutte le sue rappresentazioni. Non più solo scultura e pittura, dun- que, ma anche oggetti e arre- di di uso quotidiano, prodotti secondo i canoni stilistici del liberty. Dal matrimonio tra estetica ed utilità, era nato il multiplo d’arte. A questo filone di oggetti d’ar- te si ascrivono gli eterei vasi prodotti da Gallè e da Daum nei loro atelier di Nancy, così come le rare lampade in pa- sta di vetro incisa a cammeo. dinaria l’esposizione sono gli esempi di vasi “artisti- ci”, quelli che normalmente si vedono solo nei musei. Ci sono le “cristallerie” di Gallè in vetro trasparente, decorato a smalto e risalenti al 1885 circa, tra cui spicca un piccolo “claire de lune” azzurro. Una “marquetterie sur verre”, esempio sublime di intarsio di vetro su vetro. E “la raccolta dei crochi”, un vaso sempre realizzato Sono francesi le ceramiche della famiglia Massier, men- tre arrivano dalla Germania da Emile Gallè trasferendo su vetro un dipinto a sog- getto “belle epoque” di Vic- tor Prouvè, vero animatore della “Ecole de Nancy”. La “scuola di Nancy” , detto per inciso, fu un movimento artistico strettamente legato alla storia dell’art nouveau in Francia. Sorse a Nancy, in Lorena, sulla spinta di fermenti nazionalisti anti- germanici e con l’intento di promuovere le arti decora- i diversi oggetti jugenstile in metallo argentato prodot- ti dalla WMF. Rimarchevoli le grandi statue art nouveau in terracotta patina oro del- la manifattura Goldscheider, provenienti da Praga come i rari vasi Amphora arricchiti con applicazioni e cabochons, e come le litografie del famo- so Mucha, di cui sono esposti diversi esemplari. Non man- cano infine raffinate cerami- che liberty italiane, tra le qua- li si segnala lo splendido vaso in bisquit prodotto dalla Gi- nori ed ispirato al manifesto della Esposizione Universale di Torino del 1902, disegnato da Bistolfi. tive, come spiegato altrove nella pagina. Gallè ne fu padre fondatore e colonna portante del movimento.. Fu un momento di grande creatività, coadiuvato dalle numerose Expo che erano diventate di moda, spingen- do i vari artisti di Nancy a competere in bellezza. Oltre a Gallè, erano di Nancy an- che i Daum, Majorelle, Gru- ber, Prouvè, Corbin, Vallin ed altri, tutti quanti adepti dello “stile floreale” in tutte le sue manifestazioni. Di Daum citiamo un raro esemplare a decoro di libel- lule interamente incise alla ruota, ed un grande vaso “à la neige”, con alberi inne- vati realizzati sia a cammeo che a smalti ceramici appli- cati a caldo, mentre sono di Majorelle, oltre che di Gallè, numerosi tavolini in- tarsiati e scrittoi, alcuni dei quali esposti anche al museo di Nancy. Una mostra insomma ricca e variegata, assolutamente da non perdere, magari per tro- vare ispirazione per un rega- lo diverso, così come per un investimento oculato. Sulle rosse pareti della Gal- leria Matteotti trovano posto una ventina di dipinti che declinano il tema dell’espo- LA BELLE EPOQUE Femmes et fleurs de Paris à Turin Galleria Matteotti Corso Matteotti 2/A - TORINO 1-24 dicembre 2015 tutti i giorni 14.30-19.30 Info 335 5298305 - www.galleriamatteotti.it Mostra mercato sulle arti decorative applicate e la Belle Èpoque

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Un trionfo liberty tra vasi e lampade Gallè

Emile Gallè “Lampe à champignon”

Emile Gallè “Magnolias” Ginori “Torino 1902”De Feure. “Meuble a musique” 1890

Giacomo Grosso “la Contessa Gallo”

Giacomo Grosso “la Contessa Gallo”

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

L’indiscreto fascino della borghesia fin de siecle

Federico Zandomeneghi La Leçon Ulisse Caputo “La Parigina”

Cesare Saccaggi “La Castellana”

Giacomo Grosso “la Contessa Gallo”

LA BELLE ÉPOQUE

MOSTRA MERCATO1-24 dicembre 2015

Galleria Matteotticorso Matteotti 2/A,Torinoinfo: 335 5298305www.galleriamatteotti.it

Caputo Carpanetto Garino Giani Grosso Mosso Saccaggi SerralungaVilla Zandomeneghi

LA BELLE ÉPOQUE

MOSTRA MERCATO1-24 dicembre 2015

Galleria Matteotticorso Matteotti 2/A,Torinoinfo: 335 5298305www.galleriamatteotti.it

Caputo Carpanetto Garino Giani Grosso Mosso Saccaggi SerralungaVilla Zandomeneghi

Sarà aperta fino al 24 di-cembre la ricca espo-sizione dedicata alla

“BELLE EPOQUE” presso la Galleria Matteotti, nei lo-cali che prima ospitavano la storica Galleria Bottisio, in corso Matteotti 2/A a Torino.La mostra, curata da Umber-to Brusasca, si snoda su due percorsi sinottici, uno dedi-cato alla produzione pittorica italiana ai tempi della Belle Epoque e l’altro ai numerosi esempi di “Arti Decorative Applicate” tipici del periodo art nouveau.

Chi ama il liberty, ed è sedotto dalle curve sinuose dei fregi art

nouveau, non può perdere la bella mostra mercato de-dicata alla Belle Epoque in Galleria Matteotti. Troverà una impressionante colle-zione di vasi Gallè, e tavo-lini intarsiati di Majorelle, manifesti di Mucha, oggetti WMF e Amphora. Insomma il meglio che la produzione dell’epoca seppe offrire, sia in termini di marchi sia in qualità e quantità di ogget-ti proposti. L’esposizione è quasi museale, impressiona già vista da fuori, tanto che qualcuno chiede timidamen-te se c’è un biglietto d’in-gresso da pagare. L’ingresso invece è libero, e tutto quan-to esposto è in vendita.

sizione. Figure femminili ora discinte, ora in abiti elegan-tissimi, si alternano sotto gli occhi del visitatore. Appena entrati si viene accolti da un prezioso pastello di Zando-meneghi del periodo parigi-no, e basta alzare gli occhi verso il fondo della galleria per notare il monumentale ri-tratto della Contessa Gallo re-alizzato da Grosso nel 1918. Ma lo sguardo già corre alla elegantissima e gotica “Ca-stellana” di Saccaggi, rim-balza sulla nuda “Voluttà” di Carpanetto per riposare sul grande prato fiorito (dipinto con grande maestria da Ale-ardo Villa) al centro del quale tre Grazie ignude e distese si baloccano tra fiori colo-ratissimi. Poi “La Parigina” di Caputo e “La Spagnola” del simbolista Serralunga, il sognante pre-raffaelita “Sfo-gliando la margherita” di Tito Lessi, l’intrigante sguardo in tralice del “Fiori semplici, fiore raro” di Angelo Garino e lo spossato abbandono de “L’amazzone” di Giani, il frustino in mano, rose sparse sul tappeto ai suoi piedi insie-me ad una tuba da cavalleriz-za. Senza dimenticare gli oc-chi spiritati della “Femme de Claude” di Francesco Mosso, versione “ridotta” del grande quadro della GAM di Torino.La Belle Epoque, più che un “semplice” movimento arti-

La collezione di vetri Gallè da sola meriterebbe una vi-sita. Ci sono rare lampade “à champignon” di dimen-sioni importanti, con il dop-pio corpo che si illumina, e veilleuse, destinate a “fare atmosfera” con le loro luci soffuse. Poi tantissimi vasi, di tutte le dimensioni, un vero caleidoscopio di colori. Fiori e paesaggi, tutti incisi con la tecnica del cammeo, hanno effetti quasi pittorici. Ma quel che rende straor-

stico, corrispose ad un perio-do storico caratterizzato da una vera rivoluzione socio-culturale. Un nuovo pubblico, costituito da borghesi più o meno ricchi, si affacciava sul mercato, pronto a fruire ed acquistare, tra le altre novità, anche “l’Arte” in tutte le sue rappresentazioni. Non più solo scultura e pittura, dun-que, ma anche oggetti e arre-di di uso quotidiano, prodotti secondo i canoni stilistici del liberty. Dal matrimonio tra estetica ed utilità, era nato il multiplo d’arte. A questo filone di oggetti d’ar-te si ascrivono gli eterei vasi prodotti da Gallè e da Daum nei loro atelier di Nancy, così come le rare lampade in pa-sta di vetro incisa a cammeo.

dinaria l’esposizione sono gli esempi di vasi “artisti-ci”, quelli che normalmente si vedono solo nei musei. Ci sono le “cristallerie” di Gallè in vetro trasparente, decorato a smalto e risalenti al 1885 circa, tra cui spicca un piccolo “claire de lune” azzurro. Una “marquetterie sur verre”, esempio sublime di intarsio di vetro su vetro. E “la raccolta dei crochi”, un vaso sempre realizzato

Sono francesi le ceramiche della famiglia Massier, men-tre arrivano dalla Germania

da Emile Gallè trasferendo su vetro un dipinto a sog-getto “belle epoque” di Vic-tor Prouvè, vero animatore della “Ecole de Nancy”. La “scuola di Nancy” , detto per inciso, fu un movimento artistico strettamente legato alla storia dell’art nouveau in Francia. Sorse a Nancy, in Lorena, sulla spinta di fermenti nazionalisti anti-germanici e con l’intento di promuovere le arti decora-

i diversi oggetti jugenstile in metallo argentato prodot-ti dalla WMF. Rimarchevoli le grandi statue art nouveau in terracotta patina oro del-la manifattura Goldscheider, provenienti da Praga come i rari vasi Amphora arricchiti con applicazioni e cabochons, e come le litografie del famo-so Mucha, di cui sono esposti diversi esemplari. Non man-cano infine raffinate cerami-che liberty italiane, tra le qua-li si segnala lo splendido vaso in bisquit prodotto dalla Gi-nori ed ispirato al manifesto della Esposizione Universale di Torino del 1902, disegnato da Bistolfi.

tive, come spiegato altrove nella pagina. Gallè ne fu padre fondatore e colonna portante del movimento.. Fu un momento di grande creatività, coadiuvato dalle numerose Expo che erano diventate di moda, spingen-do i vari artisti di Nancy a competere in bellezza. Oltre a Gallè, erano di Nancy an-che i Daum, Majorelle, Gru-ber, Prouvè, Corbin, Vallin ed altri, tutti quanti adepti dello “stile floreale” in tutte le sue manifestazioni. Di Daum citiamo un raro esemplare a decoro di libel-

lule interamente incise alla ruota, ed un grande vaso “à la neige”, con alberi inne-vati realizzati sia a cammeo che a smalti ceramici appli-cati a caldo, mentre sono di Majorelle, oltre che di Gallè, numerosi tavolini in-tarsiati e scrittoi, alcuni dei quali esposti anche al museo di Nancy. Una mostra insomma ricca e variegata, assolutamente da non perdere, magari per tro-vare ispirazione per un rega-lo diverso, così come per un investimento oculato.

Sulle rosse pareti della Gal-leria Matteotti trovano posto una ventina di dipinti che declinano il tema dell’espo-

LA BELLE EPOQUEFemmes et fleurs de Paris à Turin Galleria Matteotti Corso Matteotti 2/A - TORINO1-24 dicembre 2015tutti i giorni 14.30-19.30Info 335 5298305 - www.galleriamatteotti.it

Mostra mercato sulle arti decorative applicate e la Belle Èpoque