mostra apis sacra - complesso

24
Presentazione Le api, la loro cura, il loro allevamento hanno avuto un’importanza non trascurabile e un ruolo predominante nel territorio tanto da segnarlo come testimonianze come quella di questo luogo: la Pecchiara di San Falcione. La pecchiara è il nome con cui anticamente si indicavano gli apiari, luoghi dove si ponevano gli alveari e le arnie. Il termine deriva, probabilmente, dal latino apicula (apic’la o apec’la per la caduta della U atona), diminutivo di apis, l’insetto volatile che raccoglie il miele, da cui il termine medievale apiculare, avucchiara e infine, vecchiara, vicchiara e pecchiara. La mostra “APIS SACRA” è un percorso espositivo che mira a valorizzare un luogo antico, testimone della presenza dell’uomo, della sua spiritualità e della sua laboriosità, e a leggerlo in un’ottica nuova. Un luogo dove la sacralità di questo insetto si concretizzava nei suoi prodotti dai mille usi. Il percorso espositivo non ha la pretesa di essere un resoconto scientifico, ma di accompagnare il visitatore in un excursus storico e dimostrativo sull’importanza delle api e dei loro prodotti nella vita del passato, in relazione a questo luogo magico e suggestivo.

Transcript of mostra apis sacra - complesso

Page 1: mostra apis sacra - complesso

PresentazioneLe api, la loro cura, il loro allevamento hanno avuto un’importanza non trascurabile e

un ruolo predominante nel territorio tanto da segnarlo come testimonianze come quella di questo luogo: la Pecchiara di San Falcione.

La pecchiara è il nome con cui anticamente si indicavano gli apiari, luoghi dove si ponevano gli alveari e le arnie. Il termine deriva, probabilmente, dal latino apicula

(apic’la o apec’la per la caduta della U atona), diminutivo di apis, l’insetto volatile che raccoglie il miele, da cui il termine medievale apiculare, avucchiara e infine,

vecchiara, vicchiara e pecchiara.

La mostra “APIS SACRA” è un percorso espositivo che mira a valorizzare un luogo antico, testimone della presenza dell’uomo, della sua spiritualità e della sua laboriosità,

e a leggerlo in un’ottica nuova. Un luogo dove la sacralità di questo insetto si concretizzava nei suoi prodotti dai mille usi. Il percorso espositivo non ha la pretesa di essere un resoconto scientifico, ma di accompagnare il visitatore in un excursus storico

e dimostrativo sull’importanza delle api e dei loro prodotti nella vita del passato, in relazione a questo luogo magico e suggestivo.

Page 2: mostra apis sacra - complesso

LE ORIGINI

Le api, insetti sociali, apparvero molto prima dell'uomo; almeno 50 milioni di anni fa, come documentano i reperti fossili di Bolca. Alcuni pezzi di ambra fossile, contenenti api da miele, ritrovati sul litorale del Mar Baltico, risalgono a 40 milioni di anni fa. Tracce sono state trovate nell'ambra risalente all'Oligocene.

L’ape è comparsa sulla terra circa un milione di anni prima dell’uomo e il più antico ritrovamento fossile di un’ape in Italia è stato trovato a S.Marina di Pesaro risalente al Miocene.

N.B. l’immagine non è quella originale, ma si può pensare ad una riproduzione per l’allestimento

Page 3: mostra apis sacra - complesso

PREISTORIA

•MESOLITICO (dal 10.000 al 6.000 a. C.):Questa pittura rupestre (riprodurre su tufo l’immagine), risalente a circa 9000 anni fa e scoperta in Spagna nel 1921, nella Grotta Cueva de la Arana (del Ragno), vicino Valencia, è testimone del fatto che fin dai tempi più antichi l’uomo conosceva i prodotti dell’ape mellifica (Apis mellifica) e si adoperava per procurarseli. Essa raffigura un "cacciatore di miele" che, sospeso a mezz'aria lungo le pareti di una roccia priva di appigli, rischia la sua vita pur di nutrirsi di quella prelibatezza. L’uomo preleva il favo pieno di miele, circondato dal ronzio delle api.

Page 4: mostra apis sacra - complesso

•NEOLITICO (dal 6.000 al 4.000 a. C.):

Nel neolitico compaiono le prime rudimentali “arnie” costituite da tronchi cavi spezzati da un fulmine, inserendovi uno sciame. Successivamente cesti capovolti coperti d’argilla o pietre per proteggerli dalle intemperie. (procurare un tronco cavo dimostrativo).

Page 5: mostra apis sacra - complesso

•EGIZIANI•ALLESTIMENTO (RIPRODUZIONI DI PAPIRI STAMPATI O STATUETTE DI CERA)Gli egiziani, probabilmente furono i primi ad allevare le api in arnie di argilla e altri materiali, come il vimini, a forma di cesto rovesciato.

Praticavano anche l’apicoltura nomade, spostavano, cioè, le arnie lungo il corso del Nilo, seguendo la progressione delle fioriture. Ne sono prova i bassorilievi e le pitture murali che si trovano in numerosi templi della valle del Nilo. Il miele era considerato il “cibo degli dei” ed era posto in una ciotola nella tomba del faraone per sfamarlo durante il suo lungo viaggio ultraterreno.L’ape era anche simbolo di regalità.

Page 6: mostra apis sacra - complesso

• GRECI

Sono tante le testimonianze degli antichi sulle api:

Esiodo (VIII sec.aC.),Omero, nel 1194 a.C., il legislatore ateniese Solone. Pitagora (VI sec. a. C), filosofo e matematico greco, invitava i suoi seguaci a cibarsi di pane e miele, garantendo una lunga vita.

Aristotele (IV sec a.C.) osservò il comportamento delle api intuendo l’impollinazione incrociata: “l’ape) vola da una violetta a una violetta , senza mai alcuna mescolanza prima di tornare all'alveare”

Gli antichi filosofi greci dettero una connotazione celeste, ritenendolo rugiada distillata dalle stelle e dall’arcobaleno; del resto, il miele era anche tra i cibi preferiti delle divinità greche (nettare ed ambrosia).

Page 7: mostra apis sacra - complesso

VIRGILIO- (I sec. a. C) - Libro IV delle Georgiche: “per cominciare, le api richiedono sede e dimora dove non abbiano accesso i venti, infatti i venti impediscono loro di rincasare con il polline, ... vi siano limpide sorgenti, stagni verdeggianti di musco e un sottile rigagnolo scorrente tra l’erba, ed ombreggi l’ingrasso una palma o un grande oleastro di modo che quando nella propria primavera i nuovi re (regina) guideranno gli sciami novelli, la vicina sponda inviti a evitare il calore e l’immanente albero dia accoglienza nei quartieri frondosi. Sia che l’acqua si ferma, sia che scorra, ponici dentro trasversalmente mazzi di salici e grosse pietre, affinché le api possano soffermarcisi come su frequenti ponti, e spandere le ali al sole estivo,…. Tutt’intorno fioriscano verde cassia, serpollino olezzante da lontano, gran quantità di santoreggia acremente profumata e cespugli di viole bevano alla fonte irrigatrice. Peraltro gli alveari stessi, che fossero da te stati messi insieme con tronchi cavi oppure tessuti con vimini, abbiano l’ingresso stretto. Chi si prende cura di tali cose (l’apicultore) pianti per grandi spazi intorno agli alveari timo e laurocerasi…”

ROMANI

Page 8: mostra apis sacra - complesso

• EPOCA BARBARICA

Tra le notizie giunteci, c’è anche quella dell’uso delle api come mezzo di difesa: infatti si dice che, a Catanzaro, nel Medioevo, gli abitanti del luogo, assaliti da predatori turchi, si difendessero scaraventando loro addosso, dall’alto della fortezza, tutti i buzzi di api che trovarono e che gli assalitori, punzecchiati dagli strani proiettili animati, abbandonassero l’impresa fuggendo ed imprecando ai “muschilli”…

Al di là di questi episodi, l’effetto delle invasioni barbariche non fu sempre così positivo sull’apicoltura, tanto che quest’industria rurale cadde in disuso, fino ad essere del tutto abbandonata.

Page 9: mostra apis sacra - complesso

I primi secoli del Cristianesimo• All’ape sono stati attribuiti valori simbolici assai estesi, particolarmente diffusi nei primi secoli del

Cristianesimo e l’alveare, come simbolo antichissimo di una comunità pia e concorde, è stato citato come esempio di vita spirituale per le comunità monastiche.

• Il cristianesimo, pur essendo monoteista, adottò l’ape come simbolo: si narrava che San Giovanni Crisostomo fosse nato con uno sciame di api che gli volteggiava intorno alla bocca a simboleggiare la dolcezza della sua predicazione.

• Nell'abside della Chiesa ravennate di S. Apollinnare, il santo omonimo, Pastore Protovescovo, è rappresentato su di un luminoso prato verde, ricco di fiori e di alberi, con l'antica pianeta arricchita di 207 api d'oro, simbolo la castità.

• La chiesa cristiana, nei primi secoli, utilizzava le api come simbolo di resurrezione e quale comunità ideale esempio da seguire; non mancava una preghiera chiamata elogio alle api..

• L’Elogio delle api(Laus Apium in latino): “Apis ceteris, quae subiecta sunt homini animantibus antecellit…sicut sancta concepit virgo Maria, virgo peperit et virgo permansit.”

• S. Ambrogio Vescovo (IV sec) nelle immagini è raffigurato con un’arnia.

Page 10: mostra apis sacra - complesso

Api e religione – l’importanza della cera • Simbolo di purezza e di luce divina, la cera delle api è

stato usata per millenni nei riti sacri. Ancora oggi i momenti solenni vengono accompagnati dall’accensione di un cero (come il cero prima della Veglia di Pasqua)

Page 11: mostra apis sacra - complesso

Presentazione di Gesù al tempio

Il 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-39), popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, usanza prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi 40 giorni dopo la nascita. La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi: il 2 febbraio cade appunto 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù.

Page 12: mostra apis sacra - complesso

L’istituzione della Candelora

• Durante il suo episcopato (tra il 492 e il 496 d.C.), Papa Gelasio I ottenne dal Senato l'abolizione dei Lupercali ai quali fu sostituita nella devozione popolare la festa appunto della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.

Page 13: mostra apis sacra - complesso

Usi e costumi legati alla Candelora

• Si usava portare a casa una candela benedetta, acquistata di fresco, quale talismano contro malanni e calamità.

• Si usava porre una candela alla testata del letto (a capitale) per allontanare il male (funzione apotropaica) oppure esposte fuori dalla porta durante un temporale con tuoni e fulmini.

• Tutte le candele avevano alle estremità colori diversi a seconda delle istituzioni che le commissionavano (es. gialla per la Confraternita di S.Giovanni da Matera, rosso e verde quella dei SS. Medici)

Page 14: mostra apis sacra - complesso

La Candelora - Proverbi• Considerandolo come un giorno di metà inverno, del 2 febbraio se ne

facevano pronostici per indovinare come sarebbe stata la rimanente seconda parte, calda oppure fredda, piovosa e nevosa oppure mite e soleggiata:

• "Si Purificatio nivibus - Pasqua floribusSi Purificatio floribus . Pasqua nivibus" (se il 02 Febbraio era freddo e nevoso, la Pasqua sarebbe stata bella, se invece il giorno della Purificazione fosse stato sereno, a Pasqua sarebbe caduta la neve)

• "Sole micante - die Purificantefrigor peior post quam ante"

• Quanno viè la Candelorada l'inverno sémo fóra,ma se piove o tira vènto,ne l'inverno semo dentro

Page 15: mostra apis sacra - complesso

L’iconografia nella Chiesa di S. Falcione

• Nel catino contenente l’ambone, quasi indecifrabile, è raffigurata la presentazione di Gesù al tempio: da sinistra a destra sono riprodotti S. Giuseppe, con tunica rossa, mantello scuro e due colombe bianche nel palmo della mano, la Madonna, che reca sul braccio sinistro Gesù Bambino, poi la quarta figura è Simeone dai grigi capelli, barba e baffi.La profetessa Anna, benedicente e con fluida chioma si riconosce dalle lettere ANA.

Page 16: mostra apis sacra - complesso

Contestualizzazione di S. Falcione (o S. Canione)

• La chiesa era ricompresa nell’area più ampia del casale di S.Canio (di cui parla anche il Verricelli).

• S. Canione (eponima dell’intero abitato) era una delle numerose chiese presenti (S. Biagio, S. Lupo, S. Maria dell’Arco, S. Agnese e Madonna delle Tre Porte). E’ un grande insediamento di numerose grotte disposte su cinque livelli di terrazzamento e consta di più strutture che in parte riutilizzano cavità preesistenti, rimaneggiate con l’aggiunta di nuovi ambienti, per gran parte destinate all’apicoltura.

• Nel XIX secolo l’impianto medievale della pecchiara fu ridotto, circondato da un muro e destinato alla stabulazione di capre e pecore. A monte della pecchiara c’è il nucleo meno rimaneggiato della lama. La lama è sovrastata da una collina su cui si è rinvenuto abbondante materiale dell’Età del Bronzo, del Ferro e magnogreco.In zona c’erano altre pecchiare associate alle chiese summenzionate (in quella vicina a S. Biagio è possibile scorgere una piccola grotta con cavità destinate al primo trattamento della cera)

• All’interno di S. Canione, sotto lo svanito affresco di S. Nicola, è scavata una nicchia per deporvi una candela ardente, in onore al Santo, secondo l’usanza di offrire ceri votivi. Ecco come la cera prodotta in loco trovava immediata applicazione.

Page 17: mostra apis sacra - complesso

Periodo Longobardo

• Si diffonde l’allevamento delle api, accanto a quello degli equini e dei suini

Page 18: mostra apis sacra - complesso

Il periodo Normanno-Svevo

• In età Normanna le poche attestazioni dell’allevamento delle api, inducono a ritenere l’apicoltura un’attività intesa come accessoria e complementare, il che non esclude la sua presenza capillare a livello domestico.

• Sotto gli Svevi l’apicoltura diviene sistematica e razionale nelle masserie rege:

1. la Constituzio sive encyclica super massariis di Federico II previde che ogni fattoria del demanio avesse apiari a sufficienza.

2. Mentre gli statuti di età manfrediana (a partire dallo Statutum Massariarum di re Manfredi) precisarono tempi e metodi dell’attività apicola nelle aziende della corona, enunciano principi basilari per l’allevamento delle api: norme sulla conduzione dell’ apiario, la collocazione delle arnie, la raccolta dei favi, la resa degli alveari, la presenza per ogni masseria di un apicoltore

Page 19: mostra apis sacra - complesso

Impiego della cera oltre la religione

La cera aveva molteplici usi: • 1) medicinali (per le mamme in allattamento e per risolvere il tappo di cerume);• 2) per i calzolai che inceravano lo spago per cucire le scarpe al fine di rafforzarlo e

farlo scorrere meglio• 3) Concia delle pelli (già nel Medioevo)• 4) sotto il ferro da stiro per agevolare lo scivolamento• 5) nella potatura per coprire le ferite inferte a tronchi e rami d’alberi, dopo il taglio,

al fine di difesa da agenti atmosferici e parassiti• 6) il cero si accompagnava in tutte le feste e cerimonie religiose di culto (anche in

occasione di funerali e matrimoni)• 7) I cadaveri normanni erano velati con un drappo imbevuto di cera, prima della

sepoltura• 8) Per le lettere si usavano imprimere sigilli in cera

Page 20: mostra apis sacra - complesso

Credenze popolari sulle api

• Si credeva potessero prevedere il tempo meteorologico (l’avvicinarsi dei nembi temporaleschi): il segno era la loro agitazione, l’irritazione, e inseguire chiunque si avvicinasse all’alveare

• Le loro punture si credeva disinfettassero il sangue e fossero efficaci contro artrosi e reumatismi

Page 21: mostra apis sacra - complesso

Il miele e gli eremiti

• Il miele era l’alimento di base degli eremiti e rientrava nel normale regime dietetico dei monasteri

Page 22: mostra apis sacra - complesso

Usi alimentari del miele

• Variamente miscelato con aceto, latte, vino e acqua, base per confezioni farmaceutiche, vendute nelle spezierie (ossimele, mellicrato, talassomele)

• usato anche per preparare bevande alcoliche (ippocrasso, idromele…), tradizionali già nell’Antichità;

• Si aggiungeva ai vini e modificarne le qualità (aggiunto al mosto per aumentarne il grado alcolico e mitigarne l’asprezza, mescolato al vino per conferire un particolare aroma e renderlo limpido)

Page 23: mostra apis sacra - complesso

Usi medicinali del miele

Al miele, prodotto disponibile a buon mercato, erano attribuite svariate virtù:• quella di garantire una vita sana e longeva (mito dell’eterna giovinezza)• proprietà cicatrizzanti, emollienti e solutive• Cura di varie affezioni (uso interno ed esterno)• Per confezionare impacchi, uguenti, cataplasmi, clisteri, colliri, sciroppi, decotti• Per la medicina veterinaria

Page 24: mostra apis sacra - complesso

Il miele negli alimenti materani Veniva utilizzato per :• specialità tradizionali natalizie (cartellate, porcelluzzi, pettole)• Per condire la feddarossa, al posto dell’olio• Rinomati i dolci confezionati con esso dalle monache del Convento di

S. Chiara• Acquamele (bevanda alcolica che i poveri, specie braccianti, ricavano

dai residui dei favi macerati nell’acqua calda), usata contri i raffreddori