News · Wes Montgomery Smokin’ in Seattle: Live at the Penthouse (1966) JAZZ FINALMENTE...

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n° 34 maggio/giugno 2017 News IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm Bobby Watson Duke Ellington Tom Russell Watermelon Slim JD Allen Wynton Kelly & Wes Montgomery James Talley Dave Liebman & Joe Lovano Rev. Sekou Jaqui Naylor

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n° 34 maggio/giugno 2017

News

IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

Bobby WatsonDuke EllingtonTom RussellWatermelon SlimJD AllenWynton Kelly & Wes MontgomeryJames TalleyDave Liebman & Joe LovanoRev. SekouJaqui Naylor

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Resonance, in collaborazione con NPR Music, presenta una perla inedita: “Truth, Liberty & Soul – Live in NYC: The Complete 1982 NPR Jazz Alive! Recording” immortala il concerto del 27 giugno 1982 all’Avery Fisher Hall di New York, in cui il rivoluzionario bassista Jaco Pastorius è affiancato da una big band di 22 elementi. Si tratta della crème de la crème del jazz newyorchese dell’epoca, con nomi come Peter Erskine, Bob Mintzer, Randy Brecker, Jon Faddis, Frank Wess, Lew Soloff, Howard Johnson, e come special guest il leggendario armonicista Toots Thielemans. Il disco è una vetrina della genialità compositiva di Jaco Pastorius, arricchita dall’energia elettrica di un live. Parte del concerto era stata trasmessa nell’82 dal programma radiofonico Jazz Alive!, ma solo ora esce in versione integrale, rimasterizzato dalle bobine a 24 tracce originali e completo di 40 minuti mai andati in onda. Doppio CD.

Jaco PastoriusTruth, Liberty & Soul

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“Chaos”, nuovo lavoro solista di René Aubry, è un album d’atmosfera, al pari di “Days” del 2014. Né allegro né triste, né bianco né nero, “Chaos” tratta del carattere sacro ma precario del rapporto dell’uomo con la natura, alla luce della sua “intrusione” e delle conseguenze che ne sono derivate. Tratta anche dei rapporti tra gli esseri umani, della loro natura dalla notte dei tempi. Amore, inquietudine, ostilità, contemplazione, distruzione, osmosi, rinascita: sono queste le parole chiave e i sentimenti riflessi in questo disco. La trama sonora è sofisticata, con intrecci di banjo (strumento ricorrente nell’album), piano, e chitarre elettriche e acustiche che evocano atmosfere melodiche. “Chaos” non vuole essere un’istantanea del mondo odierno, ma una declinazione di stati d’animo che immortalano un momento preciso nella vita del compositore in quanto atomo cosciente dell’universo. Un caos lento e silenzioso.

René AubryChaos

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Nuovo album per quest’artista molto “Jazz-friendly”, il suo stile si è sviluppato grazie ad una lunga lista di influenze e al suo lavoro introspettivo - influenze che vanno da Billie Holiday, June Christy, e Nina Simone a Tracy Chapman, Natalie Merchant, Carole King, e Sheryl Crow. “Q&A” è il nono album di Jacqui ma il primo in duo con il multi-strumentista, compositore e arrangiatore Art Khu, già membro del suo sensazionale quartetto. In questo nuovo album i due hanno creato un’esperienza jazz intima, con molte sorprese. “Da più di un decennio abbiamo eseguito e registrato con il nostro quartetto, e includiamo sempre almeno una canzone in duo. I fans ci dicono che è uno dei loro momenti preferiti, e abbiamo voluto fare tutto un album in duo” dice la Naylor. Un album che varie tra canzoni originali e classici del jazz, tra cui “Time After Time”, “The Way You Look Tonight” e “Moonglow”. Splendida come sempre la voce di Jaqui, ed è evidente la capacità di Art Khu di intrecciare perfettamente il suo fraseggio.

Jaqui Naylor & Art KhuQ&A

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Una sessione di piano solo di Duke Ellington dall’atmosfera intima del 1972, inedita fino ad oggi, a cui si aggiungono tre bonus tracks del 1969. È la sera del 25 agosto 1972 e Duke Ellington ha appena finito un concerto al Rainbow Grill con un gruppetto di musicisti. Stasera però decide di andare in studio di registrazione, da solo con il suo piano e i due cantanti della band, Anita Moore e Tony Watkins. Registrerà dei brani che non suonano spesso. Tra le perle rimaste inedite fino ad oggi possiamo godere di due versioni di “Lotus Blossom” di Billy Strayhorn, “Le Sucrier Velours” di Duke Ellington stesso e la sua toccante “My Mother, My Father and Love”, in cui fa anche da vocalist. Le tre bonus track, invece, vengono dal secondo di due concerti tenuti a Rotterdam. La serata andava per le lunghe, perché il pubblico entusiasta non voleva lasciare andare Ellington. Così, dopo che il resto dell’orchestra se n’era andato, sul palco rimasero Duke, Wild Bill Davis, il bassista Victor Gaskin e il batterista Rufus Jones, che oggi possiamo riascoltare.

Duke EllingtonAn Intimate Piano Session

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FINALMENTE DISPONIBILE SU CD!

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Con “Made in America” il sassofonista e compositore Bobby Watson celebra i contributi vitali ma forse meno noti dei pionieri afroamericani in svariati campi, dalla politica alla cultura pop, dalla scienza allo sport. Le composizioni sono ispirate a diversi nomi che non dovrebbero giungere nuovi agli appassionati di jazz come Sammy Davis Jr. e Grant Green, ma anche a figure storiche meno note, come Wendell Pruitt, Butterly McQueen, Major Taylor, Madam C.J. Walker, Isaac Murphy, Bass Reeves e il dott. Mark Dean. Ciascun brano è un vero e proprio ritratto che condensa lo spirito del personaggio con arguzia e Watson e la sua band brillano nelle esecuzioni dallo swing appassionato e dal groove trascinante. Tra i musicisti coinvolti in questo disco di jazz atipico, che Watson ha definito “una lezione di storia per me e, spero, per gli ascoltatori”, il bassista Curtis Lundy, il pianista Stephen Scott e il batterista Lewis Nash.

Bobby WatsonMade in America

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Esordio per la Canadese True North per uno dei grandi cantautori americani la cui opera discografica lo dimostra a pieno titolo! Come da titolo, Tom Russell incide un tributo al famoso duo canadese Ian & Sylvia Tyson andando a fondo nelle ballate di Ian e tralasciando quelle più note per focalizzarsi su quelle meno note ma altrettanto valide. Un disco di ballate folk, venate di radici, con i suoni e i colori del West nel profondo delle note. In “Play One More: The Songs Of Ian & Silvia”, Tom è accompagnato da musicisti di indubbio valore come Cindy Church e Grant Siemens.

Tom RussellPlay One More:The Songs of Jan & Sylvia

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Dalla confusione sociale e psicologica dell’America emergono sempre poeti ribelli ed è questa la storia sul volto segnato di Watermelon Slim: veterano del Vietnam, operaio, camionista, attivista sociale, ma anche proletario laureato esegeta di Shakespeare dal QI stellare che si autodefinisce senza falsa modestia “il bluesman più erudito del mondo”. Ora vive nel delta del Mississippi, la patria del blues, e lì fa risuonare la vera anima dell’America, con il suo mix di blues e americana, testi poetici e coscienza sociale. “Golden Boy” è una dichiarazione d’amore al Canada, tanto vicino e tanto poco conosciuto agli americani. Tra i brani, una splendida cover di “Barrett’s Privateers”, canto di un marinaio ferito e inno nazionale ufficioso del Canada, “Cabbage Town”, che racconta del quartiere di Toronto in cui gli irlandesi appena immigrati piantavano i cavoli in giardino, e una serie di pezzi su temi sociali, dalla condizione dei senzatetto, alla lotta contro i neonazisti, fino a Kennedy e alle vittime del sogno americano.

Watermelon SlimGolden Boy

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Il precedente lavoro di JD Allen, “Americana”, ha conquistato la critica con le sue melodie originali, le sue esplorazioni armoniche e la sua grande intensità emotiva. Se in quel disco Allen mostrava un lato piuttosto contemplativo, ora in “Radio Flyer” lascia correre libero il suo entusiasmo, sperimentando con le possibilità che il jazz offre in termini di espressione individuale e libertà d’improvvisazione. Il quartetto, che affianca al sax tenore di Allen (forse il miglior sassofonista jazz sotto i 60 anni) il basso di Gregg August, la batteria di Rudy Royston e, soprattutto, la chitarra di Liberty Ellman, propone sette brani originali scritti da Allen. Una sferzata di energia trasmessa con notevole coesione di pensiero e unità di obiettivi dal quartetto di un artista il cui nome pare destinato a entrare nella storia accanto a quelli di John Coltrane, Joe Henderson, Sonny Rollins e Wayne Shorter.

JD AllenRadio Flyer

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“Smokin’ in Seattle: Live At The Penthouse 1966” presenta alcuni live inediti del grande chitarrista jazz Wes Montgmonery, affiancato dal pianista dallo swing irrefrenabile Wynton Kelly e dal suo trio. Registrati il 14 e il 21 aprile 1966, seguivano a meno di un anno di distanza l’album live del 1965 “Smokin’ at the Half Note”, definito dal chitarrista Pat Metheny “il più grande album di chitarra jazz mai realizzato”. Per “Smokin’ in Seattle” al vivace duo si uniscono il bassista Ron McClure (Charles Lloyd, Joe Henderson) e il leggendario batterista Jimmy Cobb.

Per realizzare “In Times Like These” il noto attivista, scrittore, documentarista e teologo Osangyefo Sekou è tornato nella sua casa nel Sud degli Stati Uniti e ha esplorato le radici musicali della sua famiglia, che affondavano nella tradizione blues del profondo Arkansas e in quella gospel. Feat. e prodotto da Luther Dickinson dei North Mississippi Allstars, il cui fratello Cody è tra i musicisti, l’album incarna il significato odierno del blues e del rock del Sud. “In Times Like These” è intriso del sudore e delle lacrime del fiume Mississippi e i paesaggi sonori dell’album rispecchiano i lamenti gutturali delle squadre di lavoratori forzati e la vitalità delle manifestazioni nelle strade, dei bar più isolati e squallidi, e del soul delle chiese di provincia. E data la discendenza di Sekou non poteva essere altrimenti: il nonno biologico, Richard Braselman, suonava con leggende come Louis Jordan, Albert King e B.B. King, mentre il nonno che l’ha cresciuto, il reverendo James Thomas, era una figura di spicco della Chiesa, nonché organizzatore del sindacato dei ferrovieri.

Rev. SekouIn Time Like These

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Wynton Kelly Trio /Wes MontgomerySmokin’ in Seattle:Live at the Penthouse (1966)

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FINALMENTE DISPONIBILE SU CD!

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Registrata il 22 giugno 2007 per lo show radiofonico della BBC “Something Else” e riscoperta solo di recente, la session celebra il cinquantennale della morte di John Coltrane. Il repertorio eseguito comprende sette brani appartenenti a varie fasi creative di Coltrane e rappresenta il seguito ideale del suo acclamato “Offering: Live at Temple University”, uscito sempre per Resonance nel 2014. Nessuno avrebbe saputo festeggiare la ricorrenza con più trasporto di questo quintetto: ciascun membro è prima di tutto un fan sfegatato di Coltrane ed è sulla base della loro cultura musicale che Liebman e Lovano hanno deciso di esplorare periodi musicali diversi, accostando sei fasi ben distinte della sua produzione discografica. Riguardo all’eclettismo di questo disco straordinario Liebman ha infatti dichiarato: “Ciascun periodo rappresenta una visione talmente diversa che è incredibile immaginare che sia stato un uomo solo a creare tutto questo in un periodo così breve”.

Dave Liebman / Joe LovanoCompassion: The Music of John Coltrane

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Malcolm Holcombe, cantautore molto amato dalla critica, torna con il suo quindicesimo album, intitolato “Pretty Little Troubles”. Il disco è stato registrato negli studi Sanctuary e Hippie Jack’s e prodotto da Darrell Scott, che riguardo al songwriter del North Carolina dichiara: “Malcolm Holcombe è un artista dal mistero profondo e dall’arte elevata. Sono vent’anni che lo ascolto e questo disco è entrato a pieno titolo nella mia lista dei ‘lavori con i miei eroi’. Malcolm possiede tutte le qualità che apprezzo in un artista e nelle sue canzoni. È un vero fuoriclasse”. Apprezzato da Emmylou Harris e Steve Earle, Holcombe è un performer in grado di coinvolgere ed emozionare e ha diviso il palco con Merle Haggard, Richard Thompson, John Hammond e Leon Russell. In “Pretty Little Troubles” lo affiancano Darrell Scott, Verlon Thompson, Jarod Tyler, Dennis Crouch, Kenny Malone, Marco Giovino, Jelly Roll Johnson, Joey Miskulin, Mike McGoldrick e Jonathan Yudkin.

Malcolm HolcombePretty Little Troubles

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Da casa Cimarron, presentiamo la ristampa del second album uscito 40 anni fa, appunto per celebrarne l’uscita. “Tryin’ Like The Devil” è uno dei migliori album della sua discografia e viene considerato anche uno dei dischi migliori degli anni ’70. Precursore del suono Americana, Talley mischiava già all'epoca rock e country, con forti dosi di blues. Uno stile personale, un suono nitido e diretto, figlio del country, ma imparentato con rock e blues e sopratutto, una manciata di grandi canzoni. Risentito oggi il disco non ha perso un grammo nella sua forza, canzoni come “Forty Hours, Deep Country Blues, Give My Love to Marie, She Tries Not to Cry”, lo dimostrano in pieno.

James TalleyTryin’ Like The Devil

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Christina Dahl, diplomata al Royal Danish Conservatory of Rhythmic Music in composizione e sassofono, è annoverata tra i principali esponenti dello strumento. Vincitrice di premi prestigiosi, tra cui spiccano il Ben Webster, il Bent Jædig e il Walter Klæbel Mindelegat, possiede un sound personale e lirico, in grado di esprimere una vasta gamma di sfumature, da una virilità esplosiva a una fievole malinconia. Per “Childish” ha radunato un quartetto completato da uno dei migliori chitarristi danesi, Niclas Knudsen, il bassista di fama internazionale Jesper Lundgaard e il talentuoso batterista Esben Laub von Liljenskjold. Insieme hanno creato un linguaggio espressivo giocoso e libero, in cui ciascuno riveste un ruolo di spicco come solista. Le sette composizioni, tutte opera di Dahl, esplorano temperamenti musicali molto diversi, ma pur nella più totale libertà espressiva, la melodia emerge con forza e si riconoscono le radici nordiche di questo jazz profondo e intenso.

Christina Dahl QuartetChildish

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Da casa Alligator il ritorno del più giovane e brillante cantante-chitarrista e blues-star contemporaneo Selwyn Birchwood. Questo nuovo album è il seguito di “Don’t Call No Ambulance”, album con cui ha vinto il “Blues Award 2015” come miglior esordiente. Negli ultimi tre anni Selwyn ha girato il mondo facendo letteralmente scoppiare centinaia di club, teatri e festival, ottenendo numerosi consensi da parte di pubblico e critica. “Pick Your Poison” è la riconferma che questo musicista è un formidabile talento destinato a ritagliarsi un posto tra i big. Un album esilarante tra blues e radici ancorate dalla voce dell’artista e dalla sua chitarra incendiaria, tredici brani che ci colpiscono uno dopo l’altro, un vero talento da scoprire per chi ancora non l’ha fatto.

Selwyn BirchwoodPick Your Poison

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Questo cofanetto celebrativo raccoglie cinque CD e un DVD per festeggiare il centesimo compleanno del leggendario violinista jazz danese Svend Asmussen, scomparso lo scorso febbraio. Il primo CD presenta le prime registrazioni, dal 1937 al 1944, periodo in cui Asmussen decise di fare della musica la sua professione, facendosi notare per il suo swing elegante e gli arrangiamenti raffinati. Il secondo CD copre gli anni dal 1953 al 1958, con le splendide registrazioni di Amburgo. Il terzo CD è dedicato alla collaborazione con il violinista Stephane Grappelli e ad alcune tracce inedite di una session parigina con il Georges Arvanitas Trio, complemento all’acclamato CD “Embraceable”. Nel quarto CD Asmussen suona con la leggenda americana Stuff Smith a Copenhagen. Il quinto CD immortala il famoso concerto del 1996 “Fit as a Fiddle”, in cui Asmussen, ormai in piena maturità, sfodera un’energia da ragazzino. Il DVD, infine, ci riporta al vivace concerto del 1986 al Jazzhus Montmartre di Copenhagen, con musicisti di spicco come il bassista Niels-Henning Ørsted Pedersen e il pianista Kenny Drew.

Svend Asmussen 100 Years

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A vent’anni esatti dal suo primo album, l’acclamato “The Kingdom Where Nobody Dies”, questo trio torna con “Yesterdays”. Nel frattempo il pianista Enrico Pieranunzi, il bassista Mads Vinding e il batterista Alex Riel si sono fatti conoscere in tutto il mondo, e con questo live ci ricordano perché: con intelligenza musicale, immaginazione e vitalità, sono in grado di conquistare il pubblico e dargli una scossa con la forza immediata e liberatrice della musica. Affiatati più che mai, i tre musicisti appaiono sicuri di sé e del loro mix inebriante di maestria e giocosità. Questo live di novembre 1997 alla Copenhagen Jazzhouse contiene un po’ di ciascuno: il sound ricco ed elastico di Vinding, l’abilità di Riel di modulare dinamismi e sfumature vibranti, l’espressività e il respiro di Pieranunzi. La performance giova dell’approccio romantico e al contempo diretto di Pieranunzi, del timbro aristocratico e della tecnica raffinata di Vinding e dell’espressione intuitiva e matura di Riel: prende il meglio di ciascuno e lo distilla in una musica generosa, virile, gioiosa e poetica.

Pieranunzi, Vinding, RielYesterdays

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Questo doppio CD, il ventitreesimo della serie di 24 che copre la storia di Duke Ellington e delle big band jazz negli anni ’40, raccoglie proprio alcune di quelle trasmissioni radio, registrate al Million Dollar Theatre di Los Angeles, alla El Patio Ballroom di Denver, all’Orpheum Theatre di San Diego e alla Trianon Ballroom di South Gate, in California. I pezzi sono accompagnati dagli interventi parlati e dagli incoraggiamenti all’acquisto dei titoli letti dal Duca in persona. A completare il tutto, materiali extra e ricche note di commento in inglese.

Duke Ellington & His OrchestraThe Treasury Shows Vol. 23

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Michele Di Toro ha ormai bisogno di poche presentazioni. Pianista dalle doti non comuni, si esibisce con naturalezza sorprendente sia in ambito classico, attraverso eccellenti performance nei conservatori di tutto il mondo, così come su palcoscenici dei festival jazz più importanti. Tratto molto melodico, tecnica sopraffina con pochi eguali in circolazione. Si ricorda una recente esibizione che ha fatto scalpore con centinaia di migliaia di visualizzazioni tratte da un programma molto seguito sulla televisione italiana. “Comepromesso 2”, prevede un repertorio ispirato ad alcuni dei più grandi compositori del panorama recente: da Gershwin a Bruno Martino, da Piazzolla a Rodriguez, da Ellington a Mercer, per concludere con un omaggio a Mozart. La qualità di registrazione rendono questo disco interessante anche dal punto di vista audiofilo oltre che farne un ascolto di rara piacevolezza!

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“Valo”, dal finlandese “luce”, è il nuovo album e progetto del Max De Aloe Baltic Trio per il quale si avvale di due fuoriclasse del jazz nord europeo: il chitarrista finlandese Niklas Winter e il contrabbassista danese Jesper Bodilsen. Il sound del trio risente dell'influenza rarefatta del jazz nordico e amalgama con un gusto melodico autentico e intenso che, da sempre, caratterizza la musica di Max De Aloe. L’idea originale alla base di “Valo” è far incontrare nuove composizioni dei tre musicisti con rivisitazioni di brani di musica antica. Spazio a Claudio Monteverdi, Henry Purcell, ma anche ad alcune perle musicali ritrovate nella cattedrale finlandese di Turku sulla Graduale Aboense, una partitura realizzata con i neumi appartenente al XIV-XV secolo. Il jazz onirico e magico del nord incontra la musica colta del passato e la grande melodia italiana e si presenta con effervescenza ed eleganza sulla scena contemporanea. Un viaggio che si tinge di atmosfere surreali e sognanti, quasi lunari, dove il fil rouge è la luce del grande Nord che viene ridisegnata in vortici musicali a rapire l’ascoltare.

Max De Aloe Baltic Trio Valo

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“City of Dreams” oltre ad essere il titolo, molto evocativo, di un apprezzato disco del chitarrista americano Garrison Fewell, vuole essere un progetto-tributo al mondo musicale di questo grande artista prematuramente scomparso. Tutti e tre i musicisti hanno avuto modo di frequentare e collaborare personalmente con Fewell e di conoscerne, oltre che la sua grandissima umanità anche il mondo musicale sfaccettato, profondo e sempre mutevole. La “Città dei Sogni” immaginata da De Aloe, Zanchi e Cominoli racchiude quindi, non solo, brani originali firmati da Fewell, ma anche classici che lui amava particolarmente, brani scritti da altri amici musicisti e inseriti in suoi dischi, libere improvvisazioni... tutte tessere di un variopinto mosaico che rappresenti la poetica musicale di quello che è stato, non solo un grande musicista, ma anche un amico, un maestro e un uomo speciale.

De Aloe, Cominoli, ZanchiCity of Dreams (For Garrison Fewell)

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Undicesimo album per l’abbagliante cantante francese-beninese Mina Agossi che celebra, in undici canzoni originali, il suo patrimonio Beninese. “UrbaAfrika” simbolizza la fusione tra due continenti e il desiderio di riprodurre ritmi tradizionali in modo diverso. L’album segna un ritorno alle fonti di energia organiche di Benin, ed è accompagnata da Jean Adagbenon, batterista e cantante che rivisita una moltitudine di ritmi tradizionali, da Laurent Succab, voci e percussioni, Eric Jacot, doublebass, Thibaut Lemoing, tastiere e l’illustre Philippe Combelle alle percussioni. Bentornata!

Mina AgossiUrbAfrika

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Michele Di ToroComepromesso 2

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FEAT. JESPER BODILSEN

“Four By Four” è un omaggio che l’“Inside Jazz Quartet”, ha voluto rendere ad alcuni fra i più importanti e significativi compositori jazz del Novecento: Billy Strayhorn, Charles Mingus, Dave Holland e Kenny Wheeler. Ognuno dei componenti ha selezionato due songs dei compositori scelti ed ha scritto un brano dedicato ed ispirato allo stile degli stessi. Ne è scaturito un “concept album “ semplice, efficace, intrigante e soprattutto magistralmente condotto da 4 artisti, che certamente rappresentano una parte del meglio dell’attuale scena europea. Feat. Tino Tracanna (tenor e soprano sax), Massimo Colombo (piano), Attilio Zanchi (double bass) e Tommy Bradascio (drums).

Inside Jazz QuartetFour by Four

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BOBBY WATSONMade in America

THE COOKERSThe Call of the Wildand Peaceful Heart

STEVE DAVISThink Ahead

HEADS OF STATEFour in One

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Nuovo album per la canadese Lori Cullen, la preferita del gigante del jazz Kurt Elling. Dopo aver trascorso qualche tempo lontana dalle scene per accudire il figlio suo e del compagno Kurt Swinghammer, è tornata in studio per registrare le composizioni musicali del partner, arricchite dei testi dell’amico di sempre Ron Sexsmith, appositamente create per esaltare al meglio la purissima voce di Lori e la sua innata sensibilità. Nasce così Sexsmith Swinghammer Songs, dodici tracce la cui durata non supera i tre minuti ciascuna, perfetta per descrivere il mondo visto da Sexsmith e Swinghammer, composto di piccoli, intensi quadri quotidiani e di sentimenti autentici. Atmosfere fra il migliore Bacharach e Webb, con una spruzzata del Brasile di Jobim, come in Strange is this life, con la voce della Cullen a sottolineare ogni sfumatura della traccia, senza però mai uscire dal solco dell’equilibrio; un’orchestra jazz soffusa in sottofondo; i testi profondi e sinceri; tutto concorre a fare di questo disco un piccolo gioiello da custodire. Feat. Ron Sexsmith, Kurt Swinghammer, Maury Lafoy e molti altri.

Lori CullenSexsmith Swinghammer Songs

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Dopo il progetto del 2015 su Alan Lomax, il cantante e banjoista Jayme Stone si presenta con un nuovo lavoro che è l’evoluzione del precedente, anche qui rispolvera canzoni di Lomax dandogli un tocco moderno. Ad aiutarlo in questo lavoro, una schiera di musicisti a noi noti tra cui: Dom Flemons (Carolina Chocolate Drops), Ron Miles (Bill Frisell) e la cantante Felicity Williams (Bahamas).

Jayme Stone’s FolklifeJayme Stone’s Folklife

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Sedicesimo album per queste tre leggende canadesi che sono sulla scena da oltre 40 anni. Nel corso degli anni hanno avuto numerosi riconoscimenti: “North American Country Music Association - Hall of Fame International del Tennessee, Canadian Country Music Hall of Fame, Canadian Country Music Awards - Country of the Year, Canadian Country Music Awards - Roots Artista dell’anno e Premio Lifetime Achievement, Toronto Musicians Association”. 10 brani di Canadian bluegrass & newgrass

The Good BrothersWide Awake Dreamin’

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Presentiamo il nuovo album del rocker canadese, l’undicesimo per l’esattezza ma il primo su True North che è un punto a suo favore visto che è approdato alla celebre etichetta canadese. E’ stato lo stesso presidente della True North a volerlo a tutti i costi in quanto considera Stagger un musicista assolutamente geniale, in grado di mischiare pop e radici, rock e intuizioni country. Un musicista atipico e bravo nello scrivere e per questo disco si è avvalso di nomi di tutto rispetto: Pete Thomas (Elvis Costello), Paul Rigby (Neko Case), Geoff Hilhorst (Deep Dark Woods), Tyson Maiko.

Leeroy StaggerLove Versus

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Con Bruce Cockburn e Gordon Lightfoot, Murray McLauchlan è uno dei più famosi musicisti canadesi degli anni settanta. Finalmente torna per la True North, a distanza di sei anni, uno dei nostri cantautori preferiti, e infatti le sorprese non mancano. Questo nuovo lavoro ha un suono classico, molto simile a quello di Ben Bedford, senza la ritmica ma con chitarre, violino, basso e steel guitar come strumenti base. Splendide ballate tra rock e folk, con la voce di Murray, sempre bella, a declamare versi poetici, in una serie di canzoni d’autore che si fanno ascoltare con piacere.

Murray McLauchlanLove Can’t Tell Time

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Ray Mantilla è un veterano come percussionista, compositore, band leader e arrangiatore, e ha suonato con giganti come Art Blakey, Charles Mingus, Max Roach, Eartha Kitt, Cedar Walton e innumerevoli altri. Questo nuovo disco per Savant vede al suo fianco il trombettista cubano Guido Gonzalez, il sassofonista Ivan Renta, il batterista Diego Lopez, il bassista Cucho Martinez, il pianista Edy Martinez e il vibrafonista Mike Freeman. L’impressionante scaletta comprende classici del jazz e della musica latina e alcune gemme sorprendenti. Mantilla è un leader arguto, ma ha anche sufficiente intelligenza da far brillare le doti dei musicisti al suo fianco. “High Voltage” è un mix delle radici portoricane di Mantilla e dello stile afrocaraibico così ben rappresentato dalla sua collaborazione con Gato Barbieri. “High Voltage” è un disco che vi emozionerà e vi farà ballare.

Ray MantillaHigh Voltage

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Essere un bravo vocalist jazz non è facile. Più che in altri generi, una buona tecnica è un requisito quasi essenziale e non ci si imbatte spesso in artisti con uno stile alla Leonard Cohen. C’è poi la questione del materiale, perché rivisitare con freschezza il canzoniere americano, con brani già noti nella prima metà del Novecento e mai finiti nel dimenticatoio, è un’impresa. Di solito il problema è più legato all’interpretazione che alle scelte e gli arrangiamenti sono la triste espressione di una voglia di emergere priva di ispirazione. Giacomo Gates si districa tra queste trappole senza mai caderci: abbina un sound caldo e intimo con l’abilità tecnica sufficiente a fare con la voce quello che vuole e che gli arrangiamenti gradevoli e lineari richiedono. Così l’ascoltatore è attirato dal suo humour suadente, dalla sensibilità emotiva, e dalla raffinatezza della sua musica. Con John di Martino al piano e Jerry Weldon al sax tenore, il risultato non può che essere positivo e in effetti Gates spicca come uno dei cantanti più particolari del genere, dal fraseggio inconfondibile e dall’esecuzione suggestiva.

Giacomo GatesWhat Time Is It?

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Il vibrafonista Steve Nelson si è affacciato sulla scena del jazz alla fine degli anni ’80, proprio quando il suo strumento tornava ad essere tra quelli prediletti del genere. Il suono sognante e leggermente distaccato del vibrafono sarà sempre legato ai nomi di grandi jazzisti come Lionel Hampton e Gary Burton, ma Nelson si è ritagliato un ruolo di primo piano come leader di piccoli ensamble di grande qualità, in grado di far emergere la voce del suo strumento. In “Brothers Under the Sun” lo ritroviamo appunto in una situazione di questo genere, in quartetto con il pianista Danny Grissett, il bassista Peter Washington e il batterista Lewis Nash. Il disco rende omaggio al pianista Mulgrew Miller, scomparso nel 2013, un amico con cui Nelson ha condiviso una lunga e fruttuosa collaborazione musicale. Il quartetto è affiatato e coinvolgente, il livello creativo resta alto per tutto l’album e la gioia di suonare traspare in ogni nota. “Brothers Under the Sun” è un’aggiunta significativa alla discografia fin troppo limitata di Steve Nelson come leader.

Steve NelsonBrothers Under The Sun

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Quando Mark Murphy è venuto a mancare, nell’ottobre del 2015, i necrologi l’hanno definito uno degli ultimi del suo genere. Murphy, dicevano, incarnava lo spirito bohémien del dopoguerra, della generazione di “Sulla strada” di Kerouac, che aveva lottato contro una vita precostituita e agiata di torpore consumista. Con oltre 40 album a suo nome e numerose collaborazioni all’attivo, Murphy aveva resistito all’ortodossia. Si sarebbe potuto costruire una carriera di successo rimanendo un crooner alla Mel Tormé o Jack Jones, ma aveva deciso di imboccare la via del vocal jazz. Esperto improvvisatore, non ha mai cantato un brano due volte allo stesso modo, ed è questa sua capacità che ritroviamo nello storico concerto al Keystone Korner, con Paul Potyan al piano, Peter Barshay al contrabbasso, Jack Gobbetti alla batteria e Babatunde Lea alle percussioni. Le tracce accostano titoli notoriamente molto amati dal vocalist ad alcune sorprese, e la voce di Murphy percorre la scaletta alternando potenza e delicatezza.

Mark MurphyWild and Free (Live at the Keystone Korner)

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Barbara Morrison è una delle personalità più piacevoli del jazz e ora torna per Savant con un album in cui coinvolge l’amico Houston Person al sax tenore. La sua musica dal tratto inconfondibile accosta blues, classici e perfino l’occasionale canzonetta pop, con la capacità di dare al tutto un tocco personale che le è valso l’amore del pubblico di tutto il mondo e l’ha proiettata tra i vocalist jazz più talentuosi e abili dei giorni nostri. La sua vivacità e le sue doti esecutive affascinano gli ascoltatori, permettendo loro di godersi un tempo e un’intonazione virtualmente perfetti e un fraseggio raffinato che ricorda i grandi del passato. Così lo spirito di Dinah Washington sembra permeare tutto il disco (e non solo perché in “I Wanna Be Loved” molti suoi brani vengono riarrangiati e riproposti), mentre Houston Person impreziosisce le melodie senza tempo con un intreccio di arabeschi dalle sonorità roche.

Barbara MorrisonI Wanna Be Loved

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Nel suo nuovo disco il trombonista e compositore Steve Davis offre una lezione sull’arte di reagire agli imprevisti. Ad affiancarlo un gruppo di star d’élite del jazz, la cui capacità di creare con spontaneità sconfina quasi nella chiaroveggenza. Davis esprime una straordinaria originalità di scrittura e arrangiamento, riconfermando per l’ennesima volta di essere uno dei massimi talenti del firmamento jazz moderno. A completarlo artisticamente un ensemble di grandi nomi, con ciascuno dei quali Davis ha condiviso un pezzo della propria storia, musicale e non: i sassofonisti Steve Wilson e Jimmy Greene, il pianista Larry Willis, il bassista Peter Washington e il batterista Lewis Nash. Il disco contiene dei brani originali di Davis, due standard molto amati, “Polka Dots and Moonbeams” e “Love Walked In”, e due classici del jazz di due giganti ormai scomparsi: “Warrior” di Tony Williams e “Little B’s Poem” di Bobby Hutcherson.

Steve DavisThink Ahead

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Da casa Delta Groove presentiamo il nuovo album dell’ex enfant prodige Monster Mike Welch che era da qualche anno che non incideva più a suo nome. Questa volta, assieme a Mike Ledbetter, Monster Mike torna a dare il meglio di sé, la chimica tra i due è notevole e la scaletta del disco (brani di Otis Rush, Magic Sam, Elmore James, B.B. King) rende l’album ancora più interessante. Oltre ai due chitarristi, nell’album sono presenti musicisti di spessore come il pianista Anthony Geraci, il bassista Ronnie James Weber ed il batterista Marty Richards, con alcuni ospiti d’eccezione: Laura Chavez alla chitarra e Doug James e Sax Gordon ai saxs.

Monster Mike Welch& Mike LedbetterRight Place, Right Time

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Altra novità da casa Delta Groove in cui troviamo l’incontro tra due icone della scena blues contemporanea: il chitarrista di Chicago John Primer e l’armonicista dell’Arizona Bob Corritore. “Aint’ Nothing You Can Do!” è una sessione elettrica tutta registrata a Chicago dove i due interpretano con vigore materiale classico di Little Walter, Robert Lockwood Jr., Willie Dixon, Jimmy Reed e Lightnin’ Hopkins e sono accompagnati da Billy Flynn, Chris James, Barrelhouse Chuck, Bob Stroger e Patrick Rynn, Kenny 'Beedy Eyes' Smith e Brian Fahey.

John Primer & Bob CorritoreAin’t Nothing You Can Do!

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Il batterista e compositore Trevor Anderies, con già all’attivo parecchi album a suo nome e numerose partecipazioni, guida questo quartetto dagli esiti alquanto eterogenei. I musicisti che lo accompagnano sono: Johannes Muller (sax), Christian Pabst (piano) e Gautier Laurent (bass).

Trevor AnderiesSamsara

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Quarto album per la JazzNarts Records per questo trombettista jazz e band leader tedesco classe 1972. In questo nuovo album Thomas è accompagnato da uno straordinario quintetto format da: Alex Gunia (guitar/electronics), Konrad Hinsken (piano e fender Rhodes), Dirk Blumlein (bass), Christian Huber (drums / electronics).

Thomas SifflingFlow

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Nel suo esordio da leader per Criss Cross, “Transitions”, il chitarrista David Gilmore rende omaggio ad alcuni maestri che ci hanno lasciato di recente (Bobby Hutcherson, Totts Thielemans e Victor Bailey), al leggendario trombettista Woody Shaw e a grandi personalità del jazz ancora viventi, Annette Peacock e Hermeto Pascoal. Oltre a brani loro, “Transitions” è completato da due composizioni di Gilmore stesso. Gilmore è affiancato da un quartetto newyorkese di tutto rispetto, con il sassofonista tenore Mark Shim, il pianista Victor Gould, il bassista Carlo DeRosa e il batterista E.J. Strickland, cui si uniscono il vibrafonista Bill Ware su “Farallone” di Hutcherson e l’armonicista Gregoire Maret su “Bluesette” di Thieleman. Gilmore si dimostra a suo agio sia nelle versioni acustiche che in quelle elettriche, esibendo un sound piacevole, abilità nell’improvvisazione e precisione d’intenti in un ventaglio di stili.

David GilmoreTransitions

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Giunto al suo ottavo lavoro da leader o co-leader per Criss Cross, il compositore e sassofonista contralto David Binney ha scelto di riunire il quartetto con cui si esibisce solitamente a New York, completato dal pianista Jacob Sacks, dal contrabbassista Eivind Opsvik e dal batterista Dan Weiss. “The Time Verses” è il loro primo lavoro insieme dai tempi di “Aliso”, inciso nel 2009 e uscito l’anno successivo. “The Time Verses” è una suite di 65 minuti, suddivisa in episodi dalle tematiche coerenti. Gli assoli di David Binney e dei suoi eccellenti compagni si fanno strada tra umori e atmosfere variabili, interpretando con audacia e ispirazione il corso del tempo quotidiano e le reazioni ad esso.

David BinneyThe Time Verses

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Il grande compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos era in grado di mescolare con meravigliosa naturalezza i ritmi leggeri, sensuali ed eleganti del Brasile con armonie semiclassiche europee. Le sue melodie dal tocco malinconico trovano ogni tanto un’improvvisa apertura in un accordo maggiore che trasporta l’ascoltatore sulle spiagge di Copacabana. Trova così un linguaggio universale che racchiude l’entusiasmo euforico, la varietà culturale, i contrasti a tinte forti, la creatività sconfinata, la sfacciataggine, la sensualità e la semplicità del Brasile. Ora a suonarlo è uno dei gruppi fusion brasiliani più affermati, i Pau Brasil di Teco Cardoso (sax), Nelson Ayres (piano), Rodolfo Stroeter (basso), Paulo Belinati (chitarra) e Ricardo Mosca (batteria). E lo interpretano in una calda versione acustica che esprime tenerezza, rispetto e amore. A conferire al risultato maggiore respiro, il contributo del quartetto d’archi Ensemble SP e del vocalist Renato Braz.

Pau Brasil, Ensemble SP & Renato Braz Villa-Lobos Superstar

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Quando il pianista cubano Ruben Gonzalez registrò il suo primo album da solista a L’Havana era il 1996 e lui aveva 77 anni. L’anno dopo World Circuit pubblicò l’album insieme a un altro disco in cui era presente Gonzalez: “Buena Vista Social Club”. Da lì prese il via una carriera straordinaria, per quanto tardiva, che durò fino alla morte del pianista nel 2003. In “Introducing…”, registrato nei due giorni immediatamente successivi al completamento di “Buena Vista Social Club”, Gonzalez è in buona parte circondato dagli stessi musicisti. Ora World Circuit lo ha ristampato nell’ambito della sua Buena Vista Social club Series e lo rende disponibile in CD edizione deluxe. Insieme alla selezione di classici cubani già presente sull’edizione originale, in questa “Extended Edition” troviamo tre tracce in versione ampliata e un inedito. Per riscoprire ancora una volta il pianista definito da Ry Cooder “il più grande solista che abbia mai sentito”. Deluxe edition con 2 bonus tracks

Ruben GonzalezIntroducing… (Extended Edition)

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La memoria si trasforma in canzone e la canzone si trasforma in memoria. In una vecchia chiesa abbandonata in Estonia, vicino al confine con Russia e Lettonia, Kira Skov e Maria Faust si sono avventurate in un viaggio indietro nel tempo, lasciando che il futuro si dispiegasse: la musica del presente con la registrazione intesse un collegamento tra ciò che precede e ciò che segue, come a offrire un barlume profetico. Tra le mura della chiesa Kira e Maria hanno ritrovato “i canti perduti di un luogo abbandonato”, hanno ascoltato le voci che si levavano dalla terra, i racconti del folclore, le armonie sul punto di dissolversi nell’oblio, le nenie riemerse dalle nebbie del tempo per essere reinventate. Hanno lasciato che la terra parlasse loro, raccontando segreti, confessioni, dolori e vittorie. Così hanno riscoperto la loro identità e l’hanno trasformata in traccia per il futuro, infondendo nelle note l’animo umano e le sue storie per tramandarli ai posteri. Splendida confezione

Kira Skov, Maria FaustIn The Beginning

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IRD International Record Distributionwww.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

Shannon McNally

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Ron Sexsmith

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Il chitarrista Nando di Modugno, il bassista Viz Maurogiovanni e il batterista Gianlivio Liberti sono i protagonisti di “Cercle Magique”, nuovo progetto discografico firmato Dodicilune. Il disco, che nasce dall’incontro di tre personalità musicali molto diverse fra loro, ma straordinariamente combinate in un dialogo a voce sommessa. “Un viaggio tra il mistico e l’esoterico, che conosce la sensualità della terra e del fuoco e il battesimo dell’acqua. Ogni traccia evoca paesaggi suggestivi, universi onirici e straniati, che declinano naturalmente dal rarefatto al fisico, senza eccessi. I temi si fanno morbidi, i tempi lenti, e accompagnano l’ascoltatore in atmosfere soffuse e godibili. Gli interventi elettroacustici personali dei tre, le suggestioni jazz e un incalzante retropensiero funk-rock conquistano al primo ascolto. Dal torpore alla vita: tutto si anima all’improvviso nelle linee tratteggiate del basso e nelle vibrazioni incessanti delle percussioni. È l’emersione di un altro tempo, di un’altra dimensione.”

Cercle Magique TrioCercle Magique

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Il trio jazz di piano degli Escape Hatch ha passato gli ultimi anni a perfezionarsi sul campo e ora pubblica finalmente il proprio album d’esordio “Roots of Unity”. Il disco scaturisce da un concept ideato dal contrabbassista milanese Andrea Di Biase e dal pianista Ivo Neame, e la line up è completata dal batterista londinese Dave Hamblett e dall’ospite d’eccezione Julian Arguelles al sax. “Roots of Unity” è l’espressione del legame creativo degli Escape Hatch (con un particolare interesse di Di Biase per l’aspetto matematico della musica), ma anche una risposta ribelle all’attuale clima di divisione politica, che ribadisce come tutti, in fondo, condividiamo le radici unitarie dell’essere umani. Il trio emerge con integrità e raffinatezza, accostando le divagazioni sonore di Di Biase, l’impressionismo pianistico di Neame e gli interventi autorevoli e dolcissimi di Argüelles, presente in quattro tracce.

Escape Hatch & Julian ArguellesRoots of Unity

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Una raccolta di storie, un calderone di racconti che vengono dal passato e da terre lontane. Parole che sono incise nell'intimo di ognuno di noi. Sono voci di donne straordinarie, personificazioni di archetipi femminili (la Madre, la Guerriera, la Martire, l'Amante) che hanno segnato e continuano a segnare la storia universale, la vita di ogni essere umano. “Donne” è un invito a sentire la realtà con tutti i sensi, per accorgersi che tutto l’Universo parla al femminile e che il femminile è in ogni cosa, in ognuno di noi: l’aria, la pioggia, la terra natìa, sono il respiro di due amanti, le lacrime di una martire, il ricordo di un amore lontano. Chiara Papa - che suona anche ukulele e dulcimer - propone nove brani tradizionali. Morenica, Hija Mia e Arvoles lloran por lluvia provengono dalla tradizione sefardita, Solnuska da quella russa, Moj e Bukura More è un brano arbëresh, Duerme Negrit proviene dall’Argentina, La Llorona dal Messico mentre La Dama d'Aragò ed El Testament d'Amelia sono due pezzi catalani.

Chiara PapaDonne

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La Dodicilune ci offre il nuovo doppio album per il vibrafonista, percussionista Sergio Armaroli e il batterista-percussionista Fritz Hauser. Questo nuovo progetto per percussion duet nasce da un’idea di un “Teatro della percussione”. Una ricerca sonora attraverso l’improvvisazione a partire da una scrittura minima, all’interno di un’architettura del vuoto e del silenzio intesa come un paesaggio sonoro quale luogo di ascolto ecologico. L’esecuzione è intesa come “scultura vivente” in un processo costante di dialogo come una conversazione: percussion conversation. 110 minuti di grande musica per questi due percussionisti di fama internazionale.

Sergio Armaroli & Fritz HauserStructuring the Silence

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Nuovo album per la Dodicilune del fisarmonicista e compositore pugliese. Un concept album di otto composizioni originali per fisarmonica, chitarra e quintetto d’archi, sfugge ad un’unica definizione di genere e rappresenta una sintesi delle esperienze musicali in cui Abbracciante si è misurato nel corso della sua attività artistica. Il jazz, la musica popolare brasiliana, la canzone italiana, il tango, la musica classica, le sperimentazioni elettroniche, le colonne sonore, la musica balcanica e le collaborazioni in orchestra, confluiscono in un magma emozionale che caratterizza l'intero lavoro. Il Dizionario del Jazz Italiano nel 2014 citava: “Vince Abbracciante: è la stella nascente della fisarmonica in Italia, dotato di una tecnica notevole, un senso profondo del blues e dello swing. Padroneggia la fisarmonica come pochi e suona con talento qualsiasi genere musicale”. “Sincretico” apre le porte di un mondo sonoro caleidoscopico ed appassionante. Feat. Nando Di Modugno (guitar), Giorgio Vendola (doublebass), Marcello De Francesco e Leo Gadaleta (violin), Alfonso Mastrapasqua (viola) e Giovanni Astorino (cello).

Vince AbbraccianteSincretico

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Vi ricordate lo strepitoso album dei Nerves & Muscles? Non è più la stessa formazione ma c’è sempre la voce e la chitarra di Tiziano “Roosters” Galli a trascinare questo gruppo già al terzo album dopo “Dirty Again” e appunto Nerves & Muscles. Nonostante il titolo del disco ed il nome della band, i ragazzi sono italiani (Tiziano Galli, Lillo Rogati, Giancarlo Cava e Marcus Tondo) ma sono americani sia nel cuore che nel suono. Classico blues elettrico, compatto, tra boogie, shuffles, ballate lente e qualche leggero tocco soul. Un menù tipico, tra i praticanti delle 12 battute, ed un suono molto classico che può ricordare i Canned Heat dell’epoca d’oro, tra i boogie serrati ed i famosi train blues elettrici. Ottima recensione di Bruno Conti sul Buscadero

T-RoostersAnother Blues to Shout

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Esce per Fledg’ling un album di composizioni di John Warren registrate per la prima volta dal vivo dal Brass Project di John Surman, nato nei primi anni ’80 dopo una lunga gestazione proprio per volontà di Surman e Warren. Concepito come una band di undici ottoni, l’ensemble era nata per eseguire le composizioni dei due, senza ambizioni di guadagno. La storia andò diversamente, con un album che piacque alla critica e li portò in tour per tutto il circuito jazz europeo. “The Traveller’s Tale” è un’incisione dal vivo del giugno 1993 con John Surman ai sax e al clarinetto basso e contralto, Stephen Waterman, Guy Barker e Steve Sidwell alla tromba, Pete Beachill e Malcolm Griffiths ai tromboni, Richard Edwards e Kenny Hamilton al trombone basso, Chris Laurence al contrabbasso, John Marshall a batteria e percussioni e John Warren alla direzione. I brani, eseguiti con maestria e segnati da splendidi assoli, si ispirano ai racconti della gioventù del nonno di Warren.

John WarrenThe Traveller’s Tale

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Una sezione fiati e un chitarrista slide con le idee molto chiare, arricchiscono la sonorità del quintetto-base, fornendo al disco una certa impronta da big band, che a tratti sfuma in atmosfere da west-coast jam. Il tema affrontato dai testi è invece quello archetipico del viaggio: dopo un brano in cui si elencano le regole del gioco, il tema si declina come viaggio reale, metafisico ma anche di fantasia. Ai brani cantati si intervallano tre strumentali in cui la tematica affrontata sostanzia il suo significato più profondo. La musica non è il sottofondo del viaggio: la musica è il viaggio. Registrato dal vivo dentro una cascina persa su una provinciale nelle campagne pavesi, il disco è il punto di incontro di otto personalità: Andrea Sacchi (armonica), Paolo Terlingo (voce e chitarra), Alessandro Bernini (pianoforte) Gianmarco Straniero (contrabbasso), Alessandro Ferrari (chitarra), Stefano Bergonzi (chitarra slide), Paolo D’Aloisio (sax baritono), Gaetano Pappalardo (sax tenore).

Terlingo Sacchi Blues 5tetSophomore

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“Fòrte E Gendìle” è il nuovo lavoro di Lara Molino, cantautrice di San Salvo, Chieti, alla sua prima esperienza con la lingua abruzzese dopo una serie di pubblicazioni in ambito pop e molti concerti in Italia e all’estero (Spagna, Polonia, Canada). Il disco è stato prodotto artisticamente dal violinista e songwriter Michele Gazich per la sua etichetta FonoBisanzio e raccoglie dieci brani folk quasi tutti scritti da Lara insieme al padre e poeta Michele Molino, che interviene con la propria voce in alcuni passaggi della tracklist. “Fòrte E Gendìle” non è un disco per soli abruzzesi e come ogni album realmente folk ha la forza di parlare a quella parte di terra e radici che ognuno di noi si porta dietro nonostante tutto. Feat. Lara Molino (voce, chitarra classica e acustica), Michele Gazich (viola, violino), Marco Lamberti (chitarra acustica), Titti Castrini (fisarmonica) e Michele Molino (voce parlata). Il libretto contiene le traduzioni dei testi sia in italiano che in inglese.

Lara MolinoFòrte e Gendìle

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O PRODOTTO da MICHELE GAZICH

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L’avventura dei Sofar Sonear, gruppo di world-jazz, nasce a Santa Barbara, California, nel 2013. I membri fondatori sono Tevfik Bultan (acoustic bass), Michael Hallstrom (guitars), John Knecht (percussions), and Fabio Rambelli (reeds and woodwinds). Si sono incontrati a Santa Barbara mentre intraprendevano strade diverse, e hanno unito le loro esperienze musicali per creare questa emozionante band, con un suono unico che unisce jazz acustico e world music con un tocco di rock e blues. Ascoltando i Sofar Sonear, si possono ascoltare influenze musicali che non solo riflettono le origini dei membri del gruppo (Turchia, Italia, Svezia e Stati Uniti), ma anche la loro affinità musicale a molte altre parti del mondo (dalla Spagna all’India al Brasile). Tutte queste influenze si fondono nel linguaggio del jazz, con il risultato di un suono eclettico e personale. Il repertorio di Sofar Sonear consiste principalmente di composizioni originali, oltre a qualche inaspettata disposizione di melodie tradizionali e canzoni pop.

Sofar SonearYellow Flower

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Seconda uscita per questa nuova etichetta, la Borderline Blues, nata sotto il segno della sorella maggiore DixieFrog. Il nuovo album dei bravissimi Balkun Brothers, una band che non produce musica, ma energia pura. Un mix di groove coinvolgente, batterie potenti e chitarre vigorose e profondissime radici soul. “Devil On TV” racchiude 10 brani che mostrano tutto il loro appetito di heavy blues imbevuto di rock’n’roll e con piccole dosi di funk-groove e boogie stomp, I fretalli Balkun evocano un suono che potrebbe scuotere persino il cuore dello spirito maligno!

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Stile e squallore, sabbia del deserto e ratti metropolitani, reietti e truffatori, gente incasinata e menefreghisti: benvenuti nel mondo dei Whitehorse, duo rock canadese. Il loro sound abbraccia surf psichedelico,rock di frontiera, inventiva lo-fi e gelida essenzialità anni ’80. La Gretsch White Falcon di Luke Doucet e la sua intonazione impeccabile, mescolate alla voce focosa di Melissa McClelland e al suono del suo Precision Bass hanno reso il sound della band inconfondibile e creativo. I Whitehorse, vincitori l’anno scorso di un Juno Award, hanno iniziato come duo folk, per poi evolversi più volte ed esplorare territori più metallici da “space cowboy” in “The Fate of the World Depends on This Kiss”, atmosfere intergalattiche in “Leave No Bridge Unburned” e il blues elettrico di “The Northern South Vol. 1”.

WhitehorsePanther in the Dollhouse

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Nuovo album per il giovane country-rocker di Los Angeles, Sam Outla, che dopo l’ottimo esordio con “Angeleno” prodotto da Ry Cooder, torna con un altro lavoro decisamente interessante. “Tenderheart” continua il discorso intrapreso con l’album precedente discostandosi poi in parte, mantiene nel suono elementi messicani e aggiunge delle ballate ben costruite che si avvicinano alle sonorità californiane più classiche. Nel nuovo album c’è una maggiore predisposizione alla ballata più classica, anche a brani più intimisti, ma usando sempre una base strumentale solida, vigorosa. Sicuramente tornerà a far parlare di sé.

Sam OutlawTenderheart

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Dopo il precedente album su Shanachie del 2015 dall’ottimo successo, presentiamo il nuovo lavoro di questo trio hard rock blues originario dell’Indiana. Un gruppo che si è fatto notare e ha creato una solita base di fan affezionati grazie a tour intensi, spettacoli vivaci e per aver collaborato con alcune canzoni alla colonna sonora della serie TV “Shameless”. Ora con “Front Porch Sessions”, Peyton si permette un disco solido e maturo, dove misura la sua bravura e da, a sua volta, lezioni di vero blues. Splendido

Reverend Peyton’sBig Damn BandFront Porch Sessions

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Copie limitatissime per questo album del 2012 e prodotto dal bluesman americano Eric Bibb, il quale contribuisce anche suonando in alcuni brani, conferendo spessore, profondità ed ulteriore importanza al lavoro. Per Francesco si tratta del terzo album, dove conferma classe sopraffina e grande maestria d’esecuzione. Dentro “Ma-Moo Tones” ci sono echi del Delta, sane cavalcate alla Stevie Ray Vaughan, e una rotonda ballad che sfiora il capolavoro. Il disco è fondamentalmente gioioso, basti soffermarsi sulle centrali "Colors" e "Stand By Button", e contiene alcune azzeccate puntate verso altri generi, come nel caso degli accenti in levare posti come speziatura di "Hooks In My Skin".

Francesco PiuMa-Moo Tones

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EDIZIONE VINILE LP 180gr

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FAUSTO MESOLELLA - TAXIDITaxidi – guitar and loop pedal - non è il testamento di Fausto Mesolella, ma è il suo autoritratto che contiene una vita, la sua vita, in musica. Complice la sua chitarra, “l’insanguinata”: un pezzo di legno stagionato, consunto, ruvido, da cui usciva sempre una musica dolce e poetica, aspra e sanguigna, specchio di un’esistenza sempre alla ricerca di un linguaggio personale e drammatico. Inconfondibile è la voce di quella chitarra da cui escono note come fossero parole, sillabate, sussurrate, cantate, urlate… perché così era l’animo di Fausto. Per un’opera così complessa era necessaria la qualità sonora e la sapienza di Giulio Cesare Ricci e della sua etichetta Fonè. Taxidi è registrato all’Hotel Il Castello – Palazzo di Scoto di Semifonte a Certaldo Alto (Fi) il 14/15 ottobre del 2016 e così Paola Liberato nel booklet testimonia la registrazione di questo evento: “Giulio Cesare aveva messo Fausto con la sua chitarra nel punto della cantina acusticamente ottimale accordando il sistema di amplificazione con lo spazio. Aveva posizionato i leggendari microfoni Neumann come se registrasse in acustico, incidendo quello che noi ascoltavamo in diretta, il suono della cantina. Il risultato è stato affascinante, intimo, unico”. Il progetto musicale doveva essere originariamente solo in vinile, per avere il più possibile il suono proprio di Fausto Mesolella. Il cd è organizzato in 5 suite in cui Mesolella articola e modula brani di propria composizione o di autori come Satie (Gymnopedie N.1), Modugno (Vecchio Frak), Sting (Fragile), o della tradizione napoletana (Era di Maggio), per sconfinare in Brasile con Jobim (Samba de una nota), concludendo infine con Nino Rota (Ai giochi addio).La prima suite si apre con “Aria di te”, del tempo della Piccola Orchestra Avion Travel, su un arpeggio struggente e nostalgico che si trasforma in un ritmo di bossa, si colora di tinte blues per poi riprendere un fraseggio dall’aria popolare, stralunata e sospesa. Questa sospensione sfocia nel brano “La

tela”, dove il lirismo, le poche ed equilibrate note, tessono la tela di un ragno, delicata, sottile: i cromatismi sulla chitarra sono come il vento che fa vibrare questa tela, troppo delicata perché si voglia spezzare. Mesolella riprende di nuovo il brano “Aria di te”, con poeticità ed energia, improvvisando con grappoli densi di note blues, tirate, nervose ed incursioni jazzistiche. Il colore della musica cambia in maniera repentina con il brano “Samba greca”, dove sempre più accentuato è il ritmo, veloce, sincopato, che sfocia nell’ultimo brano della prima suite, “Il dubbio di Ulisse”, dallo stile meditativo. La chitarra improvvisa, esplora le armonie, rilegge melodie, fissandosi su una breve frase accentata sul finale, come se fosse una domanda, un dubbio, che, se all’inizio viene accompagnata dall’armonia, poco a poco rimane sola spegnendosi. Questa è la grandezza di Fausto, saper parlare con la musica, con le note, con le pause e i silenzi tra una nota e l’altra.La parte centrale di questa opera musicale, Suite n.4, “L’improvviso mare” e Suite N.5 “Taxidi” che dà il titolo dell’album (continua Paola Liberato: “Un’atmosfera magica… un viaggio, come lo ha definito lui. Il titolo dell’album Taxidi venne fuori mentre eravamo da Red Ronnie, al Roxy Bar, tradussi la parola in greco ed ecco il titolo”), costituiscono la parte più meditativa e introspettiva. La musica di Mesolella è un’indagine del cuore, su percorsi musicali che non hanno una via già segnata, ma si costitituiscono passo dopo passo, respiro dopo respiro. Come per ogni cammino si susseguono momenti calmi, riflessivi, a momenti decisi, carichi di tensione. Nell’attimo in cui trova il disegno armonico giusto, lo lascia vibrare, grazie al loop pedal e “tutti i suoi cazzabubboli”, cominciando così l’improvvisazione, a volte con un suono elettrico, a volte riprendendo il suono classico, caldo e pastoso. E quando il suono incede drammatico e nervoso, improvvisamente lo riporta all’intimità, con uno stile impressionistico, fatto di poche e precise note, che si diffondono ampie e profonde e che invadono il cuore dell’ascoltatore.

Questo stile impressionistico rimane anche nel brano “Gymnopedie N.1” di Erik Satie in cui, su un’armonia composta di pochi accordi, le note di Fausto Mesolella solo segnalano, indicano, ma non concludono, lasciando un’atmosfera di serena incompiutezza e un sapore di infinito. Il clima cambia nei successivi brani, iniziando da “Osservazione n.1” nel quale, su una semplice linea di basso, l’improvvisazione, per contrasto, esagera, si spinge distorta, dissonante, mostrando come, almeno nella musica, le contrapposizioni non separano ma armonizzano, lasciando la possibilità di potersi incontrare. Sullo stessa linea di basso unisce, con magistrale bellezza e sapienza, canzoni come “Vecchio Frack” e “Fragile”, quest’ultima racchiusa all’interno della canzone di Modugno, in cui le venature popolari si fanno presenti e brillanti.Nell’ultima Suite predomina la tradizione popolare, con “Era de Maggio”, ripresa più volte e alternata a brani come “Pizzica ventata” e la brasiliana “Samba de una nota” di Jobim. Anche in questa ultima parte piuttosto che un rifacimento dei brani in questione è un dialogo aperto tra le canzoni e l’idea di musica di Fausto Mesolella; le melodie e le armonie dei brani sono solamente un vago canovaccio per una libera interpretazione, spesso viscerale e ricca di intimità, del chitarrista. Per Fausto Mesolella la musica rimane un libro aperto, pagine bianche su cui scrivere, sperimentare, sognare, sfidare. La sua improvvisazione, da una parte, è capace di stravolgere il brano e, dall’altra, lo lascia essere sempre se stesso, in un delicato equilibrio sonoro e musicale. In questi brani Fausto Mesolella dimostra di conoscere le tradizioni popolari che vengono rilette e rinnovate, attraverso un alternarsi

di cavalcate elettriche, di momenti struggenti creati dal soffio della sua chitarra e delle sue dita. E così il passaggio dalla musica napoletana – “Era de maggio” - a quella brasiliana – “Samba de una nota” - è naturale, immediato, come se fossero due sponde differenti che si affacciano sullo stesso mare. Conclude la suite una splendida interpretazione di “Ai giochi Addio” di Nino Rota, che ha il sapore veramente di un addio, di un capitolo che si chiude, con un forte senso di nostalgia e di bellezza che rimane nel cuore al termine della canzone, l’ultima. È come se Fausto Mesolella avesse consegnato un’ultima “goccia di splendore” ad un lavoro ecclettico, geniale e personale; “Ai giochi addio” è un’ultima manciata di secondi della sua chitarra e della sua musica, che hanno il sapore d’infinito, un’ultima onda che s’infrange sugli scogli e poi si ritrae per ritornare nelle profondità del mare. Forse questo disco non poteva concludersi che con questo brano…

Claudio Zonta

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FAUSTO MESOLELLA - TAXIDITaxidi – guitar and loop pedal - non è il testamento di Fausto Mesolella, ma è il suo autoritratto che contiene una vita, la sua vita, in musica. Complice la sua chitarra, “l’insanguinata”: un pezzo di legno stagionato, consunto, ruvido, da cui usciva sempre una musica dolce e poetica, aspra e sanguigna, specchio di un’esistenza sempre alla ricerca di un linguaggio personale e drammatico. Inconfondibile è la voce di quella chitarra da cui escono note come fossero parole, sillabate, sussurrate, cantate, urlate… perché così era l’animo di Fausto. Per un’opera così complessa era necessaria la qualità sonora e la sapienza di Giulio Cesare Ricci e della sua etichetta Fonè. Taxidi è registrato all’Hotel Il Castello – Palazzo di Scoto di Semifonte a Certaldo Alto (Fi) il 14/15 ottobre del 2016 e così Paola Liberato nel booklet testimonia la registrazione di questo evento: “Giulio Cesare aveva messo Fausto con la sua chitarra nel punto della cantina acusticamente ottimale accordando il sistema di amplificazione con lo spazio. Aveva posizionato i leggendari microfoni Neumann come se registrasse in acustico, incidendo quello che noi ascoltavamo in diretta, il suono della cantina. Il risultato è stato affascinante, intimo, unico”. Il progetto musicale doveva essere originariamente solo in vinile, per avere il più possibile il suono proprio di Fausto Mesolella. Il cd è organizzato in 5 suite in cui Mesolella articola e modula brani di propria composizione o di autori come Satie (Gymnopedie N.1), Modugno (Vecchio Frak), Sting (Fragile), o della tradizione napoletana (Era di Maggio), per sconfinare in Brasile con Jobim (Samba de una nota), concludendo infine con Nino Rota (Ai giochi addio).La prima suite si apre con “Aria di te”, del tempo della Piccola Orchestra Avion Travel, su un arpeggio struggente e nostalgico che si trasforma in un ritmo di bossa, si colora di tinte blues per poi riprendere un fraseggio dall’aria popolare, stralunata e sospesa. Questa sospensione sfocia nel brano “La

tela”, dove il lirismo, le poche ed equilibrate note, tessono la tela di un ragno, delicata, sottile: i cromatismi sulla chitarra sono come il vento che fa vibrare questa tela, troppo delicata perché si voglia spezzare. Mesolella riprende di nuovo il brano “Aria di te”, con poeticità ed energia, improvvisando con grappoli densi di note blues, tirate, nervose ed incursioni jazzistiche. Il colore della musica cambia in maniera repentina con il brano “Samba greca”, dove sempre più accentuato è il ritmo, veloce, sincopato, che sfocia nell’ultimo brano della prima suite, “Il dubbio di Ulisse”, dallo stile meditativo. La chitarra improvvisa, esplora le armonie, rilegge melodie, fissandosi su una breve frase accentata sul finale, come se fosse una domanda, un dubbio, che, se all’inizio viene accompagnata dall’armonia, poco a poco rimane sola spegnendosi. Questa è la grandezza di Fausto, saper parlare con la musica, con le note, con le pause e i silenzi tra una nota e l’altra.La parte centrale di questa opera musicale, Suite n.4, “L’improvviso mare” e Suite N.5 “Taxidi” che dà il titolo dell’album (continua Paola Liberato: “Un’atmosfera magica… un viaggio, come lo ha definito lui. Il titolo dell’album Taxidi venne fuori mentre eravamo da Red Ronnie, al Roxy Bar, tradussi la parola in greco ed ecco il titolo”), costituiscono la parte più meditativa e introspettiva. La musica di Mesolella è un’indagine del cuore, su percorsi musicali che non hanno una via già segnata, ma si costitituiscono passo dopo passo, respiro dopo respiro. Come per ogni cammino si susseguono momenti calmi, riflessivi, a momenti decisi, carichi di tensione. Nell’attimo in cui trova il disegno armonico giusto, lo lascia vibrare, grazie al loop pedal e “tutti i suoi cazzabubboli”, cominciando così l’improvvisazione, a volte con un suono elettrico, a volte riprendendo il suono classico, caldo e pastoso. E quando il suono incede drammatico e nervoso, improvvisamente lo riporta all’intimità, con uno stile impressionistico, fatto di poche e precise note, che si diffondono ampie e profonde e che invadono il cuore dell’ascoltatore.

Questo stile impressionistico rimane anche nel brano “Gymnopedie N.1” di Erik Satie in cui, su un’armonia composta di pochi accordi, le note di Fausto Mesolella solo segnalano, indicano, ma non concludono, lasciando un’atmosfera di serena incompiutezza e un sapore di infinito. Il clima cambia nei successivi brani, iniziando da “Osservazione n.1” nel quale, su una semplice linea di basso, l’improvvisazione, per contrasto, esagera, si spinge distorta, dissonante, mostrando come, almeno nella musica, le contrapposizioni non separano ma armonizzano, lasciando la possibilità di potersi incontrare. Sullo stessa linea di basso unisce, con magistrale bellezza e sapienza, canzoni come “Vecchio Frack” e “Fragile”, quest’ultima racchiusa all’interno della canzone di Modugno, in cui le venature popolari si fanno presenti e brillanti.Nell’ultima Suite predomina la tradizione popolare, con “Era de Maggio”, ripresa più volte e alternata a brani come “Pizzica ventata” e la brasiliana “Samba de una nota” di Jobim. Anche in questa ultima parte piuttosto che un rifacimento dei brani in questione è un dialogo aperto tra le canzoni e l’idea di musica di Fausto Mesolella; le melodie e le armonie dei brani sono solamente un vago canovaccio per una libera interpretazione, spesso viscerale e ricca di intimità, del chitarrista. Per Fausto Mesolella la musica rimane un libro aperto, pagine bianche su cui scrivere, sperimentare, sognare, sfidare. La sua improvvisazione, da una parte, è capace di stravolgere il brano e, dall’altra, lo lascia essere sempre se stesso, in un delicato equilibrio sonoro e musicale. In questi brani Fausto Mesolella dimostra di conoscere le tradizioni popolari che vengono rilette e rinnovate, attraverso un alternarsi

di cavalcate elettriche, di momenti struggenti creati dal soffio della sua chitarra e delle sue dita. E così il passaggio dalla musica napoletana – “Era de maggio” - a quella brasiliana – “Samba de una nota” - è naturale, immediato, come se fossero due sponde differenti che si affacciano sullo stesso mare. Conclude la suite una splendida interpretazione di “Ai giochi Addio” di Nino Rota, che ha il sapore veramente di un addio, di un capitolo che si chiude, con un forte senso di nostalgia e di bellezza che rimane nel cuore al termine della canzone, l’ultima. È come se Fausto Mesolella avesse consegnato un’ultima “goccia di splendore” ad un lavoro ecclettico, geniale e personale; “Ai giochi addio” è un’ultima manciata di secondi della sua chitarra e della sua musica, che hanno il sapore d’infinito, un’ultima onda che s’infrange sugli scogli e poi si ritrae per ritornare nelle profondità del mare. Forse questo disco non poteva concludersi che con questo brano…

Claudio Zonta

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TINGVALL TRIO

Distribuzione

CIRKLAR

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Il contrabbassista Manuele Montanari e il chitarrista Diego Donati pubblicano l’album “In A Few Minutes, in collaborazione con Pietro Tonolo (sax tenore), Massimo Morganti (trombone) e Lorenzo Marinelli (batteria). Il progetto nasce dalla collaborazione tra Diego Donati e Manuele Montanari, che unitamente al batterista Lorenzo Marinelli hanno voluto concretizzare le loro esperienze musicali in un progetto discografico, prediligendo una loro precisa idea musicale. Il disco è infatti composto quasi totalmente da brani originali scritti nel corso degli anni e in momenti diversi e che spaziano dalle sonorità tipicamente jazz ad altre che strizzano l’occhio al rock: un lavoro pregno di una musicalità moderna. Il sax tenore ed il trombone vengono utilizzati non soltanto dal punto di vista solistico ma anche come ausilio alle armonie, mediante l'uso di tappeti sonori e linee melodiche. Ospiti d’eccezione due musicisti di fama internazionale che con la loro esperienza e il notevole bagaglio culturale/musicale, hanno contribuito completa riuscita del disco: Pietro Tonolo e Massimo Morganti.

Donati/Montanari Project In a Few Minutes

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La fisarmonica che Flaviano Braga suona da quando aveva sei anni e il clarinetto basso di Simone Mauri creano un impasto timbrico ricco e suggestivo, che consente loro di spaziare fra i generi più diversi, pur rimanendo l’improvvisazione jazzistica l’irrinunciabile collante del loro dialogo. Ascoltandoli, è difficile non pensare al celeberrimo duo formato dai francesi Richard Galliano e Michel Portal, che ha segnato in modo profondo il jazz europeo a cavallo degli ultimi due secoli. Ma nel caso dei due giovani musicisti comaschi il linguaggio jazzistico si mescola frequentemente a sonorità molto vicine alla musica etnica e folk, soprattutto nelle composizioni originali, che sono poi la maggioranza all’interno di “Speck & Zola”, album del debutto, anche se il loro repertorio attinge con gusto raffinato dalla musica popolare sia europea che latinoamericana. Ne è uno splendido esempio il tema malinconico, dolcemente nostalgico di El noi de la mare, melodia tradizionale catalana, interpretata dal duo quasi in “punta di piedi”.

Flaviano Braga& Simone Mauri Speck & Zola

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Album d’esordio per la cantautrice salentina Cristiana Verardo composto da otto brani originali, frutto di una tenace ricerca compositiva intrapresa negli ultimi anni, alcune delle quali hanno già ottenuto riscontri di critica vincendo premi in concorsi nazionali. Lo stile è segnato dall’influenza del cantautorato italiano come Dalla, De Andrè, Gianmaria Testa e la scuola genovese, romana, bolognese che hanno cantato l’amore, il disagio e le nostre innate debolezze, ma si arricchisce di ritmi contemporanei derivanti dallo studio del jazz. Arrangiato da Carolina Bubbico, il CD è realizzato con una nutrita line-up di musicisti salentini: Daniele Vitali, Massimo Donno, Stefano Rielli e Antonio De Donno, per la sezione ritmica; Roberta Mazzotta, Armando Ciardo, Claudia Fiore, per la sezione archi; Alessandro Dell’Anna, Dario Stefanizzi, Christian Bevilacqua, Federico Dell’Anna per la sezione fiati. Hanno collaborato alle registrazioni Enza Pagliara, Andrea Musci, Valerio Daniele.

Cristiana VerardoLa Mia Voce

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Album di debutto del gruppo strumentale ABQuartet. Registrato in studio nel luglio 2016 è caratterizzato da uno stile ibrido difficilmente inseribile all’interno di una categoria musicale specifica. Un linguaggio che affonda le proprie radici nella musica della tradizione classica, ma che si evolve attraverso il free jazz, il jungle, il rock e, in generale, attraverso gli stili più attuali della musica contemporanea. I brani, come nella tradizione colta occidentale, sono prevalentemente scritti ma prevedono ampi spazi di improvvisazione sia singola che collettiva. Il risultato, la cui facilità di ascolto nasconde una  difficoltà esecutiva non comune, si riassume in un impasto strumentale dalle timbriche insolite caratterizzato da ritmi irregolari e da sviluppi contrappuntistici delle linee melodiche. Una musica libera da riferimenti stilistici dove il dinamico dialogo tra i musicisti cerca di dare una personale rappresentazione della musica di oggi. Feat. Antonio Bonazzo (piano), Francesco Chiapperini (clarinetto), Cristiano Da Ros (contrabbasso) e Antonio Fusco (batteria e percussioni).

ABQuartet Outsiding

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Il chitarrista Walter Pignotti pubblica l’album “ZeroZen”, inciso per la Notami Jazz, in collaborazione con Emanuele Evangelista (piano), Gianludovico Carmenati (contrabbasso) e Michele Sperandio (batteria). In un contesto in cui la contaminazione diventa linguaggio corrente si colloca il Wasabi Quartet che, con il suo jazz, unisce elementi tipici della melodia europea alla forza ritmica del progressive e al potere dell’improvvisazione affianca il gusto per dinamiche e sviluppi della forma caratteristici della tradizione musicale colta. Il materiale originale che propongono si presta a questo gioco di rimandi che affonda le proprie radici soprattutto negli anni ’70. “ZeroZen”, ultimo progetto discografico di Walter Pignotti, mostra ed esalta la profondità del chitarrista come compositore e improvvisatore. La varietà convincente e sorprendente di melodie e composizioni e improvvisazioni mantiene l'ascoltatore completamente impegnato dall'inizio alla fine.

Wasabi QuartetZeroZen

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ZR I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

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Ferdinando Faraò conduce e arrangia questo splendido omaggio dedicato a Lindsay Cooper, venuta a mancare nel 2013, era una fagottista, oboista, compositrice e attivista inglese, meglio nota come membro del gruppo avant-prog rock e jazz Henry Crow e Comus. La sua creatività ha ispirato giovani compositori e musicisti, e il fascino della sua musica ha attratto filmmakers e coreografi. Secondo quanto ha raccontato l'amica regista e collega Sally Potter, la vita della Cooper fu dedicata all'impegno politico e all'idealismo, ma la sua musica non fu mai didattica perché credeva nel potere trascendentale della purezza del suono.

Ferdinando Farao& Artchipel OrchestraTo Lindsay: Omaggio a Lindsay Cooper

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Questa compilation raccoglie brani di alcune colonne sonore e spazia dall’epoca d’oro della Commedia all’italiana ai film di culto del cinema sperimentale. Anche tra i compositori l’assortimento è vario: si va da nomi noti, come Piero Umiliani, Piero Piccioni e Armando Trovajoli, a innovatori come Giorgio Gaslini, Chet Baker, John Lewis (del Modern Jazz Quartet) e Sandro Brugnolini. I brani sono scelti con cura per attingere a generi diverzi: jazz, swing, cool e hard bop dei tardi anni ’50, alla fusione modale e il Third Stream dei primi anni ’60. Il tutto inciso su un vinile old school da 180 grammi, per veri appassionati.

AAVVJazz in Italian CinemaSPREADING NEW SOUNDS FROM THE BIG SCREEN 1958 - ’62

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V I N I L E180gr

Il grande Grover Washington Jr. ha supportato e prodotto di persona i Pieces Of A Dream fin dai loro primi lavori, e ora, dopo una carriera internazionale che conta numerosi tour e oltre un milione di copie vendute esce “Just Funkin’ Around”, con il quale raggiungono l’ennesimo picco creativo. Questo nuovo album è una celebrazione al funky più gioioso, pieno di scala nature melodiche che caratterizzano i Peaces Of A Dream. 10 brillanti brani originali che spaziano tra R&B e sensual smoth jazz e che immortalano questo originale gruppo al top della loro carriera.

Pieces of a DreamJust Funkin’ Around

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Da casa Shanachie, etichetta dalle molte anime, jazz & smooth jazz, rock, reggae, blues, folk, world… una splendida novità per quanti amano la musica soul ed il R&B contemporaneo. Si tratta del nuovo CD di Maysa Leak, voce femminile del gruppo Incognito, che consacra la sua carriera solista ponendosi tra le vocalist soul di valore assoluto oggi in circolazione. “Love Is Battlefield” ripercorre i brani che hanno ispirato Maysa nel corso degli anni e ci propone brani riarrangianti a modo suo di: Tevin Campbell, Pat Benatar, Isley Brothers, Luther Vandross, Natalie Cole e molti altri ancora. Maysa scava in profondità esprimendosi al meglio in questa performance soulful-jazz! L’album è prodotto da Chris Davis e Jason Miles.

MaysaLove is a Battlefield

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Album di debutto su Shanachie per questo chitarrista jazz e R&B contemporaneo, premiato con un Grammy e con più di 2 milioni di album venduti nella sua straordinaria carriera. Originario del Missouri, Norman si avvicina alla musica affascinato da Hendrix e dagli Isley Brothers per poi intraprendere il jazz dopo aver ascoltato Wes Montgomery ed iscrivendosi al Musicians Institute di Hollywood. Dopo nove album ed alcune collaborazioni eccoci con il nuovo “Let It Go”, un album un po’ per tutti, adatto sia per i fans di R&B che per gli appassionati di jazz.

Norman BrownLet in Go

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NR I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

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ENRICO PIERANUNZI.MADS VINDING.ALEX RIEL.YESTERDAYS

DUKEELLINGTONANINTIMATEPIANOSESSION

www.ird.it

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Allman Brothers BandHell & High Waters (The Best of Arista Years)

I gigantic del Southern-rock, formati dai fratelli Duane e Gregg Allman e dal chitarrista Dickey Betts, non hannobisogno di presentazioni. Questa raccolta racchiude materiale registrato per l’Arista durante gli anni ’80.

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Dino ValenteDinoFinalmente ristampato, ormai diventato un classico, quest’album del 1968 che è l’album psychedelic-rock-folk di sempre. Per un periodo membro dei famosissimi Quicksilver, l’album di Dino Valente è stato ristampato e rimasterizzato con l’aggiunta di due bonus tracks.R

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Taj MahalLike Never Before +Dancing the BluesRistampe in 2 Lp su 2 cd di due album relativamente recenti (1991 - 1993) per uno dei personaggi più important del XX secolo. “Like Never Before” era un ritorno alle sue radici mentre “Dancing The Blues” includono brani di Muddy Waters e Howlin Wolf ed un duetto con Etta James.B

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Tracy Nelson& Mother EarthPoor Man’s ParadiseRistampa dell’album uscito nel 1973 su Columbia per questa grandiosa band e la sua front-woman.

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Atlanta Rhythm Section

Truth in a Structured Form Ristampa remastered dell’album del 1989 su Epic

per questo gruppo southern-rock della Georgia.

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The Elvin Bishop GroupFeel It!Ristampa remastered dell’album uscito nel 1970 per la Epic. “Feel It!” è il suo secondo album che lo lancia ad esibirsi con gli Allman Brothers al Fillmore East nel 1971.

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Willie Nelson & Leon RussellOne For The RoadRistampa originariamente uscita nel 1979, questi due gigantic hanno collaborato per quest’album che è stato descritto come “The Great American Songbook” ed include “Heartbreak Hotel” di Elvis ed un traditional irlandese “Danny Boy”. 20 brani

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Principalmente chitarrista, compone e suona tutti gli strumenti sul suo recording studio, aggiungendo sempre cose nuove, con consigli anche dagli addetti ai lavori. Registra il suo materiale su Cubase, aiuta il suono con qualche plugin della Waves, come chitarre usa maggiormente la sua inseparabile Gibson Les Paul, ma usa molto anche PRS, Ibanez Jam, Danelectro, Stratocaster e Takamine. Vive a Londra da molto tempo, piacendogli la musica, è sicuramente uno dei posti giusti, poi la libertà e il motto “vivi e lascia vivere” che si trova a Londra è ineguagliabile. “Enigmatic Mechanism” è un album molto psychedelic-rock inglese strumentale.

Eros MazzonEnigmatic Mechanism

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Classe del 1955, entra nel liceo musicale in tarda età, ci entra con un trombone in mano, voleva varcare il mondo dei suoi sogni con la chitarra ma i docenti, visto che era già adulto, gli diedero solo quella possibilità. Alla fine però il diploma del conservatorio lo prenderà con la qualifica di compositore a Bologna. Da allora, ossia da quando aveva 34 anni fino agli attuali 62, Lombardi ha affinato un’arte musicale che lo porta a toccare le stelle quando parte con “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin e lo fa tornare nelle “Stalle” quando, la sera tardi, ti offre il suo album di canzoni in dialetto intitolato “Mama Lengua”, un grande omaggio alla sua storia familiare. In questo nuovo album, “Sotto L’Erba”, Lombardi scrive e arrangia tutti i brani e ci offre un disco di puro cantautorato italiano ricco di accenni dei nostri cantautori degli anni ’70 e non.

Moreno LombardiSotto l’erba

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CK

Batterista originario di Ravenna che negli anni ’70 inizia la sua passione per la poliritmia e nel 1981 Armando scrive un metodo poliritmico, che non tarda a farsi apprezzare in tutto il suo valore e viene presto adottato presso il Drummer Collective di New York, città dove Armando trascorre un lungo periodo, tenendo cosri con dei grandi batteristi come Max Roach, De Johnette, Toni Williams, Elvin Jones e suonando anche con Jaco Pastorius. Nel 1986 Bertozzi viene chiamato dalla famosa Berklee School di Boston per tenere un seminario sulla poliritmia, in seguito viene in contatto con il grande batterista Ralph Humphrey, il quale adotta il metodo di Armando. Questo nuovo album nasce dall’incontro con Massimo Sutera (bass) e Alessandro Tutoli (drums), in una serata tra ricordi e buon vino all’improvviso decidono di dedicare quest’album al grande Tony Williams e alla sua musica, rivisionandola e improvvisando rock, ricreando quell’atmosfera tipica del jazz rock, oggi chiamata fusion.

Armando Bertozzi TriozAmarcord

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NR I E P I L O G O N U O V E U S C I T E

IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm

Daniele Di Bonaventura

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jaqui naylor

• JACQUI NAYLOR – JAQUI NAYLOR Primo album omonimo uscito nel 1999 per questa incantevole vocalist in quartetto con Bob Johnson (tenor sax), Tony Kaye (guitars), Andrew Ostwald (piano) e John Wiitala (bass).

• JACQUI NAYLOR – LIVE AT THE PLUSH ROOM Album dal vivo in San Francisco edito nel 2001. Feat. Bob Johnson (sax), Michael Blestein, Art Khu e Andrew Ostwald (piano), John Shifflett, John Wiitala e Thomas Williams (bass), Jim Kassis e Vince Lateano (drums).

• JACQUI NAYLOR – SHELTER Secondo album in studio edito nel 2003. Feat. Bob Johnson (sax), Matt Brubeck e Marika Hughes (cello), Steve Erquiaga, Brian Pardo e Craig Green (guitar), Art Khu e Michael Bluestein (piano), Jon Evans e Todd Sickafoose (bass), Emiliano Benevides (percussion), Jason Lewis e Jan Jackson (drums).

• JACQUI NAYLOR – SMASHED FOR THE HOLIDAYS Album natalizio, il quarto in studio registrato nel 2007. Feat. Art Khu (piano), Jon Evans (bass), Josh Jones (drums) + special guest

• JACQUI NAYLOR – YOU DON’T KNOW JACQ Quinto album in studio del 2008. Feat. Art Khu, Jon Evans, Josh Jones, Yoon Ki Chai e Michael Romanowski. • JACQUI NAYLOR – DEAD DIVAS SOCIETY (RECORDED LIVE) Live in studio al Coast Recorders in San Francisco del 2013. Feat. Art Khu, Jon Evans e Josh Jones.

INTERNATIONAL RECORD DISTRIBUTION • WWW.IRD.IT • FACEBOOK: WWW.IRD.IT/MIPIACE.HTM

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Junior ParkerLike it is + Honey-Drippin’ Blues

2 Lp in 1 Cd per questo cantante, armonicista e musicista di Memphis inserito nella “Blues Hall Of Fame”.I due album rimasterizzati sono usciti su Mercury nel 1967 e 1969, poco prima della sua scomparsa.

Ian MatthewsValley Hi + Some Days You Eat the Bear…2 Lp in 1 Cd per questo cantante chitarrista inglese membro dei Fairport Convention. Questi due LP, editi originariamente su Elektra, sono stati pubblicati rispettivamente nel 1973 e 1974, ora finalmente la BGO ripropone questi due titoli rimasterizzati.

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L.A. ExpressL.A. Express + Shadow Play2 Lp in 1 CD per questo gruppo pop-jazz americano, famosi per aver suonato in alcuni album di Joni Mitchell. Questi due album strumentali sono gli unici due della loro discografia editi nel 1976. La copertina di Shadow Play è stata disegnata dalla stessa Joni Mitchell.JA

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Andy WilliamsLove Theme From the Godfather + Solitaire + The Way We Were + You Lay so Easy on my Mind4 LP in 2 Cd per questo popolare cantante e attore Americano scomparso pochi anni fa. La BGO propone 4 album remastered usciti agli inizi deli anni ’70.R

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Janne SchafferKatharsis + Earmeal + Presents3 Lp in 2 Cd. Cantautore e chitarrista svedese meglio conosciuto per aver collaborato con gli Abba ma inciso con artisti del calibro di Bob Marley, Johnny Nash, Art Farmer e Tony Williams. La BGO presenta, con la solita rimasterizzazzione digitale, tre album del 1976-’78 e ’80. R

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Charley PrideYou’re my Jamaica + Roll in

Mississippi + Everybody’s Choice + Charley Pride Live 4 LP in 2 Cd per questo cantante country di colore vincitore

di più “Grammy Awards”.

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ZephirGoing Back to Colorado + Sunset Ride2 LP in 2 CD per questo gruppo blues/hard-rock Americano nato grazie a Tommy Bolin. I due ormai quasi introvabili album, sono il secondo e terzo della loro piccolo discografia editi nel 1971 e 1972.

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Raccoglie tutti i singoli di B.J. Thomas usciti negli anni ’80 per la Columbia. Sebbene in quel periodo Thomas avesse raggiunto un largo successo commerciale, ci sono scarsissime testimonianze su CD di quell’epoca. Tra i brani della compilation, il duetto con Ray Charles “Rock and Roll Shoes”, le hit “The Whole World’s in Love When You’re Lonely” e “The Girl Most Likely To” e una delle prime versioni della sigla di “Genitori in blue jeans”.

B.J. ThomasNew Looks From an Old Lover(The Complete Columbia Singles)

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Nel 1959 il versatile artista Clint Walker si prese una pausa dal ruolo di star del western televisivo “Cheyenne” per registrare questo album. “Inspiration” è una prova di tutto rispetto da crooner in stile Crosby, su brani country gospel. A supportarlo, l’arrangiatore e direttore d’orchestra Ralph Carmichael, l’arrangiatore vocale Jimmy Joyce e i migliori turnisti di Hollywood, tra cui l’organista Buddy Cole. Questa versione ampliata propone per la prima volta in CD il singolo “Silver Bells”.

Clint Walker& The Sunset SerenadesInspiration

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2 CD che raccoglie i tre album pubblicati dai grandi antesignani del power pop per Columbia: “Artful Dodger” del 1975, “Honor Among Thieves” del 1976 e “Babes on Broadway” del 1977 (qui per la prima volta in CD). Inoltre le single version di “Scream” e “Can’t Stop Pretending”. 31 tracce in versione rimasterizzata, corredate di fotografie rare provenienti dagli archivi della Columbia.

Artful DodgerThe Complete Columbia Recordings

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Star cinematografica e cantante di fama, Doris Day incarna alla perfezione la superstar multimediale degli anni ’50 e ’60. Meno noto invece è il suo ruolo come presentatrice radiofonica nel 1952-53: il “Doris Day Show” era registrato dal vivo di fronte al pubblico ed era una sorta di salotto tra amici, con un ricco accompagnamento musicale a metà strada tra il canzoniere americano e Broadway. “Day Time on the Radio” comprende 32 performance rare, con 27 duetti e 5 performance soliste.

Doris DayDay Time on the Road(Lost Radio Duets from the Doris Day Show 1952-1953)

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Incredibile a dirsi, l’album di questo duo non è mai uscito in CD fuori dal Giappone, e anche lì è stato disponibile solo in edizione limitata alla fine degli anni ’80. È un disco segnato dall’amore tra i due artisti, sposatisi poche settimane prima della sua uscita, nel 1973, e ne mette in luce i punti di forza, a cominciare dalla voce sognante di Rita Coolidge e proseguendo con le straordinarie hit di Kristofferson. “Full Moon” è un vero e proprio classico del country e in questa versione ampliata è completato da ben sei brani inediti.

Kris Kristofferson& Rita CoolidgeFull Moon (Expanded edition)

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Il grande chitarrista jazz rock Larry Coryell è scomparso all’improvviso nel febbraio del 2017 all’età di 73 anni. Coryell era un gigante della chitarra fusion, come il suo occasionale compagno di band John McLaughlin. “At the Village Gate” è uno degli album più apprezzati dai fan di Coryell, che in quest’album fa parte di un trio di grande energia completato dal batterista Harry Wilkinson e dal bassista Mervin Bronson. È il disco in cui più ricorda Hendrix, con brani funk, jazz e rock vicini a quelli dei Gypsys. Rimasterizzato da Mike Milchner, “At the Village Gate” mostra uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi al massimo del suo splendore.

Larry CoryellAt The Village Gate

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“Years”, esordio di Marc Jonson, è uno degli album più rari dei ricchi archivi della Vanguard. Questo capolavoro di pop barocco psichedelico e folk ricorda “Goodbye and Hello” di Tim Buckley, “Pleasures of the Harbor” di Phil Ochs e il primo album omonimo di Bill Fay, con in più il tocco intimista di Jonson. A renderlo ancora più prezioso, il fatto che non sia mai stato ripubblicato in vinile o in CD, e neppure come bootleg. Questa edizione rimasterizzata e ampliata comprende quattro bonus tracks, tra cui un singolo non presente su LP e alcuni remix di singoli.

Marc JonsonYears (Expanded Edition)

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Con il suo mix fluido di pop, country, blues, soul, gospel e rock, Rita Coolidge è una delle massime cantautrici del nostro tempo. Eppure gran parte del suo repertorio con A&M non è ancora disponibile su CD. “Beautiful Evening” è un live album uscito nel 1980 solo in Asia e Australia: al concerto ha contribuito una band straordinaria, con Booker T. Jones, Michael Warren, Salvatore Guglielmi, Mike Utley, Richard Adelman, Phyllis Battell e Carlena Williams. L’edizione ampliata comprende cinque brani scelti tra i singoli giapponesi e album inediti negli Stati Uniti.

Rita CoolidgeBeautiful Evening (Live in Japan) (Expanded Edition)

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Con il loro caratteristico mix di rock classico, power pop e glam, i Cheap Trick si sono guadagnati un posto in prima fila tra le band rock ‘n’ roll americane. Il batterista originario, Bun E. Carlos, ha fornito diverse delle 18 tracce presenti su “The Epic Archive Vol. 1 (1975-1979)”. L’album comprende tre demo incisi agli Ardent Studios prima della firma di un contratto discografico, quattro brani del primo periodo, il B-side strumentale “Oh Boy”, due performance live del 1977 al Whiskey, due versioni alternative provenienti dalle sessioni di registrazione di “Heaven Tonight”, cinque registrazioni rare dei loro leggendari tour giapponesi e la versione senza archi di “Dream Police”.

Cheap TrickThe Epic Archive Vol. 1 (1975-1979)

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Question Mark& The Mysterians96 Tears Allen Ginsberg

Reads Kaddish

Jack Kerouac& Steve AllenPoetry for the Beat Generation

Angel WitchAngel Witch

Shirley Walker& John CarpenterEscape from L.A.

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Demon KnightOriginal motion picture soundtrack

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Merry Clayton è una delle più grandi coriste di sempre e ha cantato per tutti, da Bobby Darin a Ray Charles, Joe Cocker, Linda Ronstadt, Neil Young e i Lynyrd Skynyrd (in “Sweet Home Alabama”). Sua è anche la voce che duetta con Mick Jagger in “Gimme Shelter”: il brano le fruttò un contratto che avrebbe portato nel 1970 all’omonimo album solista. Nel disco, ora in vinile bianco opaco in edizione limitata a 900 copie, oltre a una versione da solista di “Gimme Shelter”, troviamo delle intense interpretazioni di brani di James Cleveland, James Taylor e Paul Simon. Vinile bianco.

Merry ClaytonGimme Shelter

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La colonna Sonora del film di Wim Wenders del 1984 “Paris, Texas”, firmata da Ry Cooder, è una delle più apprezzate della sua sfolgorante carriera. A metà tra il country, il bluegrass e l’ambient, rispecchia il viaggio esistenziale del Travis Henderson di Harry Dean Stanton, perso tra le pianure deserte del Texas. Nel disco sono presenti oltre a Cooder i polistrumentisti David Lindley e Jim Dickinson. Triste ma alleggerita da un tocco di bizzarria, questa colonna sonora cattura alla perfezione un sound solitario ma elevato. Ora in edizione limitata a 900 copie in vinile blu trasparente.

Ry CooderParis, TexasOriginal Motion Picture Soundtrack

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Pur essendo autore di alcuni dei brani country più amati, David Allan Coe non è mai diventato una star. Merito del suo pessimo carattere, che gli è valso parecchi nemici e ha imposto un freno alla sua carriera. Ora però un doppio cd celebra finalmente la bravura di questo songwriter honky tonk con una compilation dei suoi 31 pezzi entrati in classifica, tra cui “I’ve Already Cheated on You” con Willie Nelson. 2 CD

David Allan CoeThe Complete Hits

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Già famoso come attore, Jackie Gleason ebbe il merito di lanciare con “Music for Lovers Only” la “mood music”, sottogenere dell’easy listening. Pubblicato per la prima volta come LP 10” nel 1952, in origine il disco conteneva appena 8 tracce, che salirono a 16 con l’edizione da 12” del 1955 e scesero di nuovo a 12 con l’edizione in stereo del 1958. Questo CD presenta la versione mono da 16 brani, rimasterizzata e nella veste grafica originale.

Jackie Gleason PresentsMusic For Lovers Only

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I collezionisti di pop anni ’60 saranno entusiasti di vedere disponibile questa compilation che ripesca alcune rarità dagli archivi della Sony. Rimasterizzata ai Battery Studios di New York, “Honeybeat: Groovy 60s Girl-Pop” è una miniera di gemme pop e R&B di gruppi tutti al femminile che hanno inciso per ben nove etichette diverse. Una nota per gli amanti del vinile: 14 brani per un’edizione limitata a 1200 in LP viola con copertina apribile da 180 grammi.

AAVVHoneybeat: Groovy 60s Girl-Pop

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Lee Konitz In Europe 1956Le sessioni inedite di Parigi con Bobby Jaspar, Lars Gullin, Renè Urtreger, Sacha Distel, Pierre Michelot e Christian Garros + le sessioni di Colonia con Hans Koller, Lars Gullin, Willi Sanner, Roland Kovac, Johnny Fischer, Rudi Sehring e Attila Zoller. La Fresh Sound pubblica su un CD del materiale inedito per quest’immortale sassofonista.

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Dan Terry& His Orchestra1952 - 1963 The Swinginest Dance BandIn 1 cd, 11 anni di musica trascorsi con: Marty Paich, Pete Candoli, Shelly Manne, Gene Roland, Herb Geller, Bud Shank, Ernie Wilkinse molti altri ancora della sua orchestra.

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Gene Shaw 5tet & 6tetBreak Through +Debut in Blues2 LP in 1 CD del 1962 e 1963 per questo trombettista di Detroit. Feat. Sherman Morrison, James Taylor, Sidney Robinson, Bernard Martin & Herb Wise, Jay Peters. Registrati a Chicago.JA

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Lucy ReedComplete 1950 - 1957

Vocalist bianca dal Wisconsin, in questo doppio CD è accompagnata da Bill Evans, Bob Carter, Howard Collins, Sol Gubin, Dick Marx, John Frigo, George Russell Sextet, Art Farmer, Gil Evans Septet ed Eddie

Higgins Quartet.JA

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Gabor SzaboDreams

Ristampa dell’album del 1968 per questo chitarrista ungherese pubblicato originariamente dall’etichetta Skye. Un album di brani

originali, con una copertina pop e con reinterpretazioni classiche con molti momenti indimenticabili!! Feat. Louis Kabok (bass), Hal Gordon

(percussion), Jim Keltner (drums), Jim Stewart (guitar), Julius Schacter (violin), George Ricci (cello), Tony Miranda, ray Alonge,

Brooks Tillotson (French Horn) e Gary McFarland (piano) JAZ

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The V.I.P. trioStandards Vol. 2Attesa ristampa del secondo volume del V.I.P. Trio composto da Cedar Walton, Pat Senatore e Billy Higgins. L’album è stato registrato al Mad Hatter Studio di Los Angeles nel 1988.

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www.ird.itfb: www.ird.it/mipiace.htm

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