Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la...

156
1 Corso di formazione per Operatore Socio-Sanitario Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in rapporto a particolari situazioni di vita e tipologia di utenza” Docente: dott.ssa M. A. Rechichi

Transcript of Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la...

Page 1: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

1

Corso di formazione per Operatore Socio-Sanitario

Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in rapporto a particolari

situazioni di vita e tipologia di utenza”

Docente: dott.ssa M. A. Rechichi

Page 2: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

2

L’operatore socio-sanitario (OSS) è l’operatore che, a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale, svolge attività indirizzata a: a) soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza b) favorire il benessere e l’autonomia dell’utente Tre tipi di azioni sono specifiche dell’OSS e ad esse sono connesse delle responsabilità:

1. OPERARE: agire in piena autonomia rispetto a precisi e circoscritti interventi

2. COOPERARE: ovvero svolgere solo parte delle attività alle quali concorre con altri professionisti

3. COLLABORARE: ovvero svolgere attività su precisa indicazione dei professionisti

I setting d’intervento dell’OSS riguardano il settore sociale e sanitario, in servizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario. L’OSS può operare nell’ambiente ospedaliero, in strutture residenziali o al domicilio del paziente. Le attività specifiche dell’OSS sono:

1. Assistenza diretta e aiuto domestico-alberghiero 2. Intervento igienico sanitario e di carattere sociale 3. Supporto gestionale e organizzativo 4. Assistenza diretta alla persona nelle attività di vita 5. Igiene e cura ambientale e delle condizioni operative 6. Supporto e collaborazione nelle attività e nelle prestazioni sanitarie e

nella realizzazione delle attività 7. Relazione con le persone

L’OSS esegue le seguenti attività di assistenza in collaborazione:

1. Aiuta per la corretta assunzione di farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di semplici apparecchi elettromedicali

2. Effettua semplici medicazioni e cambio delle stesse (le ultime indicazioni riferiscono che un OSS potrebbe medicare lesioni da decubito fino al II stadio)

3. Assiste il malato anche in fase terminale 4. Esegue la composizione della salma e il suo trasferimento 5. Attua interventi di primo soccorso 6. Esegue la raccolta di materiale biologico escreto per via naturale 7. Esegue la sanificazione e sanitizzazione dell’ambiente.

Page 3: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

3

Svolge inoltre attività di assistenza indiretta sia dal punto di vista sanitario che burocratico-amministrativo, quali:

1. rifornisce, cambia e trasporta la biancheria 2. esegue la pulizia e la manutenzione degli utensili, degli apparecchi e

dei presidi utilizzati dal personale di cura ai fini assistenziali 3. esegue lavaggio, asciugatura, preparazione del materiale da inviare in

sterilizzazione e relativa conservazione 4. esegue il trasporto di materiali biologici, sanitari ed economali secondo

protocolli prestabiliti e ritiro dei referti 5. utilizza strumenti informativi per la registrazione di quanto rilevato

durante il servizio. E’ inoltre tenuto ad aggiornare in modo costante le proprie conoscenze attraverso l’autoformazione e la frequenza a corsi di aggiornamento. Può inoltre collaborare con la altre figure professionali: - Alla definizione di protocolli e procedure relativi alle proprie competenze

di assistenza diretta, aiuto domestico e interventi sanitari - Alla definizione di piani di lavoro, di progetti assistenziali e alla verifica

dei loro risultati - Alle attività di verifica dell’appropriatezza e delle qualità delle

prestazioni - Alla realizzazione dei tirocini degli operatori con supporto e alla loro

valutazione.

Page 4: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

4

I bisogni primari dell’uomo Uno dei compiti fondamentale dell’OSS è proprio quello di soddisfare i bisogni primari delle persone. Ma quali sono i bisogni primari, essenziali dell’uomo? Sono quelli considerati essenziali per la sopravvivenza. La fame, la sete, il respirare, il sonno, l’eliminazione (urinare e defecare) e riparare dal freddo. Chi assiste deve individuare quando tali bisogni diventano problemi, ovvero quando la persona non è più in grado di soddisfarli in autonomia e molto spesso non è in grado di comunicare tali necessità. Virginia Henderson è stata un’infermiera e docente statunitense che ha elaborato una delle concezioni teoriche tra le più articolate della professione infermieristica. E’ arrivata a comprendere e dimostrare che l'obiettivo centrale dell'assistenza deve essere quello di aiutare il paziente nel suo normale ritmo di vita, compatibilmente con il piano di cura previsto dal medico. L’assistenza di base è intesa come l'aiuto da dare al paziente per seguire le seguenti attività, o per metterlo nelle condizioni di eseguirle da solo: - respirare normalmente; - mangiare e bere in modo adeguato alle sue condizioni di salute; - provvedere alle sue funzioni di eliminazione; - muoversi e mantenersi in posizione idonea; - riposare e dormire; - scegliere gli indumenti appropriati; - vestirsi e svestirsi; - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ed eventuali modifiche dell'ambiente; - provvedere all'igiene e alla cura del corpo ed alla protezione della pelle; - proteggersi dai pericoli dell'ambiente ed evitare di essere fonte di pericolo per altre persone; - comunicare con gli altri, esprimere i propri sentimenti, bisogni, timori, opinioni; - praticare la propria religione; - svolgere un'attività che dia un senso di compiutezza; - partecipare a forme di svago di vario tipo; - apprendere, scoprire o soddisfare le curiosità che conducono ad uno sviluppo adeguato, alla salute, e all'utilizzazione delle risorse sanitarie. L'assistenza di base è fondamentale secondo Virginia Henderson e la sua efficacia "è data dalla misura in cui chi assiste riesce ad aiutare il paziente a raggiungere l'indipendenza nello svolgimento delle attività elencate. Se l'indipendenza non è raggiungibile, la valutazione prenderà in considerazione la misura in cui chi assiste riesce ad aiutare il paziente ad accettare la propria invalidità o, se ciò è inevitabile, ad affrontare con serenità la morte".

Page 5: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

5

I due poli dell'assistenza sanitaria sono per la Henderson il paziente e il gruppo degli operatori nel quale non c'è una figura che deve avere sempre la preminenza, l'importanza delle funzioni di ciascuno varia a seconda delle situazioni. L’OSS deve collaborare con l’infermiere professionale per l’identificazione dei bisogni primari della persona; deve inoltre soddisfare i bisogni fondamentali della persona nell’ambito delle proprie aree di competenza; deve promuovere benessere ed autonomia senza sostituirsi alla persona e mantenere le abilità residue del paziente.

Page 6: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

6

L’igiene e l’abbigliamento dell’operatore

L’operatore sanitario partecipa alla fornitura di prestazioni sanitarie e quindi opera a stretto contatto con la persona che fruisce di queste prestazioni. Molto spesso colui che fruisce di queste prestazioni è in condizioni di malattia, ma può essere anche in stato di salute e necessita di accedere alle strutture sanitarie per motivi diversi (gravidanza e parto, prevenzione delle malattie, esami diagnostici…). All’interno delle strutture sanitarie quindi si confrontano diverse esigenze che devono prese in considerazione:

• Presenza di malati che possono essere fonte di malattia per altri (infetti);

• Presenza di malati che rischiano infezioni ospedaliere (immunodepressi, pazienti post-interventi chirurgici e/o terapeutici invasivi…)

• Presenza di sani che rischiano infezioni ospedaliere (gravide, puerpere, neonati…)

• Presenza di operatori presumibilmente sani Pertanto è d’obbligo salvaguardare i sani e proteggere i malati. Tra le misure fondamentali che contribuiscono a soddisfare queste esigenze vanno incluse tutte quelle che presiedono all’igiene degli operatori. Sono gli operatori che forniscono le prestazioni e che, con i loro comportamenti, possono aumentare o diminuire il rischio proprio e dei pazienti. Tra le misure igieniche di base per gli operatori possiamo comprendere: la pulizia personale, l’uso della divisa e l’uso dei dispositivi di protezione individuale. L’igiene dell’operatore All’operatore sanitario si richiede un livello di igiene della persona superiore rispetto alla norma. E’ necessario garantire la pulizia sistematica ed accurata del corpo per la tutela propria e dei pazienti. Il lavaggio delle mani Il lavaggio delle mani è considerato la più importante tra le singole procedure atte a prevenire le infezioni ospedaliere. Il lavaggio delle mani rappresenta da solo il mezzo più idoneo ed efficace per prevenire la trasmissione delle infezioni. L’igiene delle mani, deve essere assicurata attraverso alcuni indispensabili comportamenti quali:

• mantenimento della cute integra: le alterazioni cutanee costituiscono porte di ingresso per tutti i contaminanti;

Page 7: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

7

• mantenimento delle unghie corte, senza smalto e ben tenute: limita lo spazio di deposizione dello sporco e dei microrganismi e ne facilita la rimozione;

• mantenimento delle mani e degli avambracci liberi: rimozioni di tutti gli accessori quali polsini, bracciali, orologi da polso, anelli e ornamenti vari sotto i quali si possono depositare germi e che impediscono una pulizia ed asciugatura efficace.

In condizioni normali la superficie della pelle delle mani presenta delle caratteristiche destinate a favorire la deposizione della flora batterica. La flora batterica si distingue in residente e residente: la prima si colloca sulla superficie ed è più facilmente rimuovibile, la seconda si situa negli strati più profondi nella cute ed è più difficilmente rimuovibile. Entrambe possono costituire un fattore di rischio per l’operatore e il paziente, pertanto vanno eseguiti lavaggi delle mani adeguati e frequenti.

Il lavaggio delle mani, a seconda della tecnica utilizzata, si distingue in: a. lavaggio sociale: con l’impiego di acqua e sapone liquido; b. lavaggio antisettico: eseguito con sostanze detergenti-disinfettanti; c. lavaggio chirurgico: praticato con sostanze disinfettanti . L’uso dei guanti non sostituisce il lavaggio delle mani. I guanti contaminati utilizzati dall’operatore possono diventare un importante e spesso trascurato veicolo di diffusione dei microrganismi nell’ambiente. Lavaggio sociale Ha lo scopo di allontanare fisicamente lo sporco e la maggior parte della flora transitoria della cute. Il lavaggio sociale va fatto in moltissime situazioni: ad inizio e fine turno, prima e dopo la distribuzione degli alimenti, prima e dopo l’uso dei servizi igienici, prima e dopo il rifacimento dei letti, dopo ogni contatto con i pazienti, prima e dopo l’uso dei guanti. La tecnica d’esecuzione consiste in: - Bagnare ed insaponare le mani con sapone liquido; - Strofinare accuratamente con particolare attenzione agli spazi ungueali e interdigitali, per 40 secondi-1 minuto; - Risciacquare abbondantemente con acqua corrente; .- Asciugare bene con salviette monouso, o con carta o con asciugamano monouso; - Utilizzare l’ultima salvietta per chiudere eventualmente il rubinetto. Lavaggio antisettico delle mani Ha lo scopo di prevenire le infezioni ospedaliere e distruggere rapidamente tutta la flora occasionale e di ridurre la carica microbica della flora residente Materiale che serve: 1. Detergente antisettico allo iodiopovidone o clorexidina

Page 8: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

8

2. Salviette monouso Il lavaggio antisettico va fatto: prima e dopo procedure invasive, in occasione di tecniche che richiedano l’utilizzo di guanti sterili, prima di assistere pazienti immunodepressi, dopo il contatto con pazienti contagiosi, dopo l’esecuzione di medicazioni infette o dopo manipolazione di secreti, escreti, sangue o altri materiali biologici, dopo contatto accidentale con materiale biologico. La tecnica d’esecuzione consiste in: - Bagnare mani e polsi con acqua corrente - Applicare uniformemente 5 ml di soluzione antisettica con detergente; - Frizionare accuratamente unghie, dita, palmi e dorsi delle mani, polsi e parte degli avambracci per almeno 1-2 minuti - Sciacquare accuratamente sotto l’acqua corrente - Asciugare con salviette monouso (tamponando) - Se non c’è rubinetto a gomito o pedale con la salvietta chiudere il rubinetto.

Lavaggio chirurgico delle mani Ha lo scopo di: prevenire le infezioni ospedaliere; rimuovere lo sporco e la flora transitoria da unghie, manie e avambracci; ridurre al minimo la flora residente; inibire la rapida crescita dei microrganismi. E’ applicata da parte di tutta l’équipe chirurgica prima di interventi chirurgici. Materiale: - Detergente antisettico iodio povidone o clorexidina - Spazzole monouso sterili - Telini sterili monouso La tecnica consiste in: - Regolare la temperatura dell’acqua alla temperatura più confortevole; - Bagnare uniformemente mani e avambracci fino a 2 dita al di sopra della piega dei gomiti, tenendo le mani più alte rispetto ai gomiti; - Prendere uno spazzolino sterile, bagnarlo e applicarvi sopra l’antisettico - Distribuire uniformemente 5 ml di soluzione antisettica, premendo la leva del dispenser con il gomito - Strofinare accuratamente facendo particolare attenzione agli spazi ungueali ed interdigitali per 3 minuti, procedendo in un unico senso dalle mani ai gomiti; - Risciacquare prima le mani e dopo gli avambracci avendo cura di tenere le mani al disopra del livello dei gomiti per evitare che l’acqua dagli avambracci coli sulle mani. - Spazzolare le unghie per 30 secondi per mano, quindi lasciar cadere lo spazzolino nel lavandino; dorso e avambracci non vanno spazzolati - Risciacquare mani e avambracci come precedente detto - Asciugare mani e avambracci con un panno sterile: va asciugato prima ciascun dito, quindi la restante parte della mano, e ,da ultimo l’avambraccio sino alla piega del gomito con movimento circolare, avendo cura di non ripassare dall’avambraccio alla mano.

Page 9: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

9

Page 10: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

10

La divisa L’uso della divisa per gli operatori sanitari ha la funzione di protezione del corpo. Il cotone è la fibra più usata perché è confortevole e facilmente lavabile e disinfettabile. Di solito viene utilizzato l’abbinamento pantaloni e casacca con maniche corte e scollo incrociato e completa di calzini e calzature specifiche. La divisa serve anche a rendere identificabili, a differenziare il ruolo e le funzioni svolte. I dispositivi di protezione individuale Hanno la funzione di proteggere l’operatore sanitario dai rischi derivanti dal maneggio di sostanze biologiche. L’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) deve essere correlato alla tipologia di rischio specifico che deve essere prevenuto: la prevenzione del rischio biologico legato ad un procedura di decontaminazione dello strumento chirurgico richiede l’intervento del camice impermeabile. Dei guanti in gomma e della mascherina con visiera o occhiali. I più comuni DPI sono i camici impermeabili per la protezione del corpo, i guanti per la protezione delle mani, le maschere chirurgiche per la protezione del paziente e le maschere facciali per la protezione delle vie respiratorie dell’operatore. Infine gli occhiali protettivi e le visiere integrate alle mascherine chirurgiche per la protezione degli occhi degli operatori da schizzi di materiale biologico.

Page 11: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

11

Unità di degenza

E’ costituita da: • Letto • Tavolo da letto • Comodino • Sedia • Spazio per gli effetti personali (armadio) • Luce, prese elettriche, campanello di chiamata

Il letto Di solito la struttura di un letto di ospedale o delle strutture residenziali si divide in 3 sezioni (testa e piedi possono essere alzati separatamente) Si possono muovere manualmente (manovelle) o possono essere dotati di motorini elettrici. Spesso l’altezza può essere variata per permettere al paziente di salire e scendere agevolmente e agli Operatori (OSS, IP, medici) di poter eseguire manovre sui pazienti senza flettere troppo la schiena. Dimensioni standard del letto sono: altezza 66 cm, larghezza 90 cm. Permettono agli operatori di poter raggiungere un paziente dall’uno o dall’altro lato senza effettuare troppi stiramenti. Il materasso E’ di solito ricoperto ma materiale idrorepellente che resiste allo sporco e può essere lavato facilmente. Esistono inoltre dei materassi speciali per alleviare la pressione delle prominenze ossee del corpo. Sbarre laterali Le sbarre laterali o le sponde di sicurezza sono usate sui letti di ospedale e sulle barelle. Sono di varie forme e dimensioni e di solito sono fatte di metallo. Si differenziano per sistemi di innalzamento e abbassamento. Il posizionamento della sbarra nel letto del paziente oggi viene considerata come una disposizione medica per evitare cadute in pazienti ad rischio. Quando sono usate le sbarre laterali, è importante che l’operatore non si allontani mai dal lato del letto mentre la sbarra è abbassata. Archetto metallico E’ una struttura progettata per mantenere la biancheria e le coperte del letto lontane dai piedi, dalle gambe e, se necessario, dall’addome del paziente. Aste per fleboclisi Sono di solito in metallo, sostengono i contenitori per infusione endovenosa mentre si stanno somministrando liquidi a un paziente. Queste aste per fleboclisi possono stare in piedi accanto al letto o essere attaccate a esso. Alcune unità ospedaliere hanno sostegni per fleboclisi su rotaie alla sommità della testata del letto.

Page 12: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

12

Il rifacimento del letto Modi diversi a seconda dello scopo:

• Letto non occupato • Letto occupato • Letto di anestesia • Letto post-operatorio • Letto chirurgico

Procedure generali per il rifacimento del letto Lavare bene le mani dopo aver toccato il letto del paziente (lenzuola e biancheria possono contenere microrganismi). Tenere la biancheria sporca lontana dalla divisa. Le lenzuola di un paziente non devono mai essere appoggiate sul letto di un altro paziente. La biancheria sporca va gettata direttamente nel contenitore della biancheria o va infilata nella federa del cuscino ai piedi del letto prima di metterla nel cesto. Non scuotere in aria la biancheria sporca. Cercare di togliere e rimettere la maggior parte della biancheria da un lato prima di passare all’altro. Assicurarsi di avere tutta la biancheria necessaria prima di iniziare. Rifacimento del letto non occupato Un letto non occupato può essere chiuso o aperto a seconda se le lenzuola sono piegate o meno per facilitare l’entrata di un paziente. Materiale occorrente:

1. Due lenzuola piane (o uno con angoli e uno senza) 2. Traversa di stoffa (opzionale) 3. Una coperta 4. Un copriletto 5. Una traversa impermeabile 6. Federa per guanciale 7. Sacca portabiancheria

Tecnica: • Spiegare al paziente cosa si sta facendo e perché e come può

collaborare. • Lavare le mani e osservare le procedure per il controllo delle infezioni

(indossare i guanti se le lenzuola sono contaminate da liquidi biologici) • Provvedere alla riservatezza del paziente • Posizionare una sedia ai piedi del letto • Le lenzuola pulite non si appoggiano sui letti degli altri pazienti, ma

sulla sedia o sul tavolo • Valutare e aiutare il paziente a scendere dal letto

Page 13: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

13

• Togliere le lenzuola. Togliere tutta la biancheria del letto spostandosi intorno al letto e cominciando dalla parte superiore del lato più lontano. Rimuovere le federe se sporche e appoggiare il guanciale su una sedia.

• Piegare in quattro la biancheria pulita riutilizzabile (es. copriletto, lenzuolo superiore)

• Piegare prima il lenzuolo nel mezzo portando l’angolo superiore a livello di quello di fondo, poi afferrarlo al centro e piegarlo finché gli orli non si toccano

• Rimuovere la traversa impermeabile e gettarla • Arrotolare le lenzuola sporche dentro il lenzuolo inferiore e gettarle nel

raccoglitore della biancheria sporca senza toccare la divisa • Applicare lenzuolo inferiore e traversa. Mettere al centro il lenzuolo

piegato. Spianare il lenzuolo sul materasso lasciandone una quantità sufficiente in alto per fare la piega sotto il materasso. Mettere l’orlo del lenzuolo all’angolo alto del lato più vicino con una piega ad angolo retto e piegare il lenzuolo sotto il materasso procedendo dalla testa ai piedi. Se si usa traversa impermeabile va collocata sopra il lenzuolo a metà letto avendo cura che il bordo superiore arrivi a metà schiena e il bordo inferiore a metà ginocchio. Posare la traversa di tessuto su quella impermeabile .

• Girare dall’altro lato e fissare le lenzuola inferiori. Rimboccare il lenzuolo inferiore sotto il materasso alla testa del letto, tirare fermamente il lenzuolo e fissarlo con una piega ad angolo retto. Tirare il lenzuolo fermamente perché non si formino pieghe

• Applicare lenzuolo superiore, coperta e copriletto. Spianare il lenzuolo sul letto in modo che la sua piega centrale sia al centro del letto e l’orlo superiore a livello dell’orlo superiore del materasso. Spianare il lenzuolo sul letto.

• Per fornire uno spazio addizionale al paziente è possibile fare una piega orizzontale (fare una piega di circa 5-10 cm nel lenzuolo trasversalmente al letto vicino ai piedi) o verticale ( fare una piega di 5-10 cm nel lenzuolo perpendicolarmente ai piedi del letto) sul lenzuolo a livello dei piedi per fornire uno spazio addizionale in più.

• Seguire stessa procedura per coperta e copriletto mettendo gli orli superiori a 15 cm dalla testata del letto

• Piegare lenzuolo, coperta e copriletto, mettendo gli orli superiori a 15 cm dalla testata del letto per permettere a una parte del lenzuolo di essere ripiegati su di essi. Piegare il lenzuolo, la coperta e il copriletto ai piedi del letto unendoli con una piega ad angolo retto, usando tutti gli strati della biancheria. Lasciare i lati del lenzuolo superiore, della coperta e del copriletto penzolare liberamente ai lati del letto.

• Piegare la parte alta del lenzuolo sopra il copriletto e formare un risvolto • Mettere le federe pulite: afferrare la parte chiusa della federa al centro

con una mano. Tirare su i lati della federa e metterli sulla mano che

Page 14: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

14

terrà il cuscino. Agganciare un lato corto del cuscino attraverso la federa. Tirare la federa sul guanciale. Aggiustare la federa.

Provvedere al benessere e alla sicurezza della persona: • Mettere il campanello di chiamata affinché il paziente lo possa

raggiungere facilmente • Se deve essere usato dal paziente piegare le lenzuola da una lato • Mettere il comodino e il tavolo in modo che siano facilmente

raggiungibili

Rifacimento del letto occupato Materiale occorrente:

1. Due lenzuola piane (o uno con angoli e uno senza) 2. Traversa di stoffa (opzionale) 3. Una coperta 4. Un copriletto 5. Una traversa impermeabile 6. Federa per guanciale 7. Sacca portabiancheria

Procedura: • Spiegare al paziente cosa si sta facendo • Lavare le mani e osservare le procedure per il controllo delle infezioni.

Mettere i guanti monouso se si maneggiano lenzuola sporche. • Provvedere alla riservatezza del paziente • Togliere la biancheria dal letto. Togliere biancheria superiore, coperta e

copriletto. Può essere lasciato il lenzuolo superiore o essere sostituito con una telo da bagno.

• Cambiare il lenzuolo inferiore e le traverse. Assistere il paziente a girarsi sul lato opposto. Alzare la sbarra dal lato vicino del paziente per evitare il rischio di cadute.

• Liberare i bordi del lenzuolo dal lato del letto vicino alle lenzuola pulite. Piegare il lenzuolo inferiore sporco e la traversa al centro del letto, il più possibile vicino al paziente.

• Mettere il nuovo lenzuolo inferiore sul letto e piegarlo verticalmente il più vicino possibile al paziente. Piegare il lenzuolo inferiore alla metà del letto e unire con una piega ad angolo retto (se lenzuolo senza angoli)

• Mettere la traversa pulita nel letto con la piega centrale al centro del letto. Piegare la metà più lontana verticalmente al centro del letto e piegare il bordo più vicino sotto il lato del materasso.

• Assistere il paziente a girarsi verso il lato pulito del letto. Il paziente rotola oltre le lenzuola piegate al centro del letto.

Page 15: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

15

• Spostare al lato pulito i guanciali per l’uso del paziente. Alzare le sbarre laterali prima di cambiare il lato del letto.

• Girare dall’altro lato del letto e abbassare la sbarra laterale • Rimuovere le lenzuola sporche e mettere nel raccoglitore della

biancheria sporca • Spianare il lenzuolo inferiore piegato al centro del letto, lisciarlo e quind

piegare l’eccedenza sotto il lato del materasso • Spianare la traversa piegata al centro del letto e tirarla con le mani. E

procedere come per l’altro lato. • Riposizionare il paziente al centro del letto. • Mettere la biancheria superiore del letto. Spianare il lenzuolo superiore

sul paziente. • Completare la parte superiore del letto.

Page 16: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

16

Bisogno di igiene

L’igiene rientra tra i bisogni fondamentali dell’uomo. Ogni persona dovrebbe avere la capacità di compiere autonomamente le funzioni che permettono di soddisfare i propri bisogni personali. Obiettivi dell’assistenza dovrebbero essere:

• Aiutare il paziente che per una patologia non riesce ad occuparsi della cura della propria persona

• Cercare di far raggiungere il massimo grado di autonomia possibile nel suo caso

• Evitare di sostituirsi al paziente in attività che potrebbe svolgere da solo

La superficie del corpo umano è rivestita interamente dalle pelle, una membrana costituita da 2 strati sovrapposti (epidermide e derma).

Costituenti: ● Epidermide ● Derma (vasi e nervi) ● Strato sottocutaneo

Annessi nel derma e nel sottocutaneo: ● Follicoli piliferi (Peli-capelli) ● Ghiandole sebacee, sudoripare ● Unghie

Page 17: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

17

Le funzioni che la pelle svolge sono molteplici e complesse:

- Protegge gli organi interni - Fa da barriera contro i germi patogeni - Regola la temperatura del corpo - Libera il corpo dalle scorie - Fornisce il senso del tatto - Secerne sebo per impermeabilizzare - Protegge dalle radiazioni solari - Permette l’assorbimento vit. D

La cute sana presenta caratteristiche di compattezza, omogeneicità e integrità che la rendono idonea alla sua funzione. Alterazioni della cute si manifestano fisiologicamente nelle diverse età della vita poiché la pelle risente dello stato generale di salute dell’organismo e del suo equilibrio ormonale. Alterazioni della cute si manifestano patologicamente in coincidenza con alcune condizioni morbose: lesioni da pressione di vari stadi, ustioni, lesioni erpetiche, fungine e batteriche. Scopo dell’igiene:

• Pulire la cute, controllare gli odori. Rimuovere lo strato corneo superficiale, le secrezioni organiche e le eventuali sostanze esterne che si sono depositate.

• Stimolare la circolazione sanguigna • Fornire l’occasione per valutare lo stato della cute e la mobilità • Migliorare la percezione di sé • Promuovere il rilassamento ed il comfort. Aumentare il senso di

benessere.

Tipi di cure igieniche Il Bagno può essere fatto per pulizia (a scopo igienico), oppure può essere terapeutico (per diminuire l’irritazione cutanea o per curare un’area, le medicazioni sono disciolte nell’acqua) Possono inoltre essere parziali e totali. Parziali:

1. Viso 2. Mani 3. Naso 4. Cavo orale 5. Capelli 6. Piedi 7. Igiene intima

Totali: 1. Doccia 2. Bagno in vasca 3. Bagno a letto

Page 18: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

18

Indicazioni generali Le procedure di pulizia possono essere schematizzate in più fasi:

- Informazione della persona; - Preparazione del materiale sui carrelli; - Preparazione della stanza in maniera idonea con temperatura adeguata

(circa 24°C-26°C) e garantire la privacy del paziente facendo allontanare i visitatori o usando degli strumenti di protezione tipo paraventi; l’acqua deve avere una temperatura tale da non procurare lesioni, deve essere compresa tra i 37-38°C e comunque gradita dalla persona;

- Uso dei DPI idonei; - Esecuzione della procedura. Durante la procedura bisogna sempre

valutare le condizioni della cute, degli annessi cutanei e delle mucose che vanno segnalate all’IP;

- Riordino dei materiali, tutte le attrezzature riutilizzabili devono essere decontaminate e comunque lavate e disinfettate;

- Smaltimento dei rifiuti. Bisogna eseguire l’igiene procedendo:

• dalla zona più pulita a quella più sporca • dall’alto verso il basso • dall’interno verso l’esterno

Bisogna sempre detergere accuratamente facendo attenzione a:

• pieghe cutanee • zone interdigitali • prominenze ossee

Le zone più a rischio sono:

• Zona sacrale (nei pazienti allettati e/o incontinenti l’aggressività dei liquidi organici può ledere i tessuti);

• Zona genitale (specie nei pz incontinenti (soprattutto con pannolone) con questa parte del corpo è continuamente sottoposta all’azione aggressiva di feci e urine);

• Glande (in questa zona, nel pz non autosufficiente, frequentemente si formano secrezioni maleodoranti);

• Pieghe inguinali (la particolare condizione di queste zone caratterizzata da umidità e scarsità di ossigeno all’interno della plica cutanea, è il presupposto che può portare ad una macerazione cutanea);

• Solchi sottomammari (nelle donne, ma anche in obesi e non autosufficienti, possono insorgere macerazioni nella piega cutanea che si trova anteriormente).

Page 19: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

19

Igiene del viso L’igiene del viso è una misura di pulizia giornaliera. Nella donna la pulizia viene effettuata con acqua e sapone liquido. Se richiesto dalla paziente si possono usare detergenti specifici o creme idratanti dopo il lavaggio. Per l’uomo la rasatura della barba deve essere quotidiana o a giorni alterni,anche in soggetti totalmente dipendenti. Materiale occorrente: rasoio monouso o rasoio elettrico personale, schiuma da barba, bacinella, acqua calda, telo di protezione, asciugamano, guanti monouso, soluzione specifica dopo-barba. Tecnica: Posizionamento della persona seduta, semiseduta o distesa con telo di protezione attorno al collo. Se si usa il rasoio monouso: lavare il viso con acqua tiepida, asciugare la parte superiore del viso, applicare la schiuma da barba sull’area interessata, effettuare la rasatura ad iniziare dal collo risalendo verso il mento; poi radere le guance a partire dallo zigomo verso il mento; infine radere la zona intorno alla bocca. Applicare la soluzione dopo barba Se si usa il rasoio elettrico: lavare il viso con acqua e detergente liquido, tamponare la pelle con asciugamano, effettuare la rasatura e applicare la soluzione specifica dopo barba. Attenzione al rischio di lesioni da taglio a rischio sia per il paziente (infezioni) che per l’operatore (contaminazione con liquidi biologici). Igiene degli occhi Materiali: Soluzione fisiologica sterile; garze morbide o tamponi oculari sterili; guanti; siringa monouso; telo di protezione; bacinella reniforme. Tecnica: Posizionamento della persona in posizione semiseduta,seduta o supina Posizionare telo di protezione Lavaggio antisettico delle mani Aspirazione soluzione fisiologica che viene posta sulla garza. Procedere dall’angolo interno verso l’angolo esterno ripetendo più volte l’operazione e sostituendo spesso la garza.

Page 20: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

20

Se sono presenti abbondanti secrezioni è possibile eseguire un lavaggio diretto con soluzione fisiologica con siringa con ago dall’angolo interno verso l’esterno ponendo un telo di protezione sotto la palpebra inferiore. Igiene del naso Ha delle indicazioni specifiche poiché si effettua nei pazienti in condizioni di totale dipendenza (soggetti comatosi o nei pazienti portatori di sondino naso-gastrico o sondini per l’ossigenoterapia.) Scopo: Favorire l’eliminazione delle secrezioni in eccesso, prevenire la formazione di croste e la conseguente irritazione della mucosa. Condizioni che possono ridurre la funzione di riscaldamento, umidificazione e depurazione dell’aria e far scemare il senso dell’odorato Materiali: guanti monouso, soluzione fisiologica, olio di vaselina, garze, tamponcini, telo di protezione, bacinella reniforme. Tecnica: applicazione di olio di vaselina sulle incrostazioni per ammorbidirle, effettuare lavaggio con soluzione fisiologica per eliminarle col tamponcino di cotone. Igiene del cavo orale E’ una pratica che rientra nelle pulizie quotidiane e riveste grande importanza nella prevenzione delle malattie che possono derivare dalla deposizione della placca batterica sui denti e sulle gengive. Va eseguita più volte al giorno: dopo i pasti principali e prima di andare a dormire. Obiettivi:

1. Assicurare l'igiene del cavo orale. 2. Favorire il comfort del paziente. 3. Prevenire le infezioni del cavo orale. 4. Prevenire le infezioni delle prime vie aeree. 5. Prevenire l'alitosi. 6. Prevenire la carie. 7. Permettere la percezione del gusto dei cibi. 8. Mantenere l'integrità l'idratazione della mucosa orale. 9. Mantenere le relazioni sociali.

Igiene della persona autonoma o parzialmente autosufficiente

Page 21: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

21

Materiale: guanti monouso; spazzolino con setole di durezza media; dentifricio; bicchiere; acqua; bacinella reniforme; telo di protezione. Tecnica Collocazione del persona in posizione seduta o semiseduta con il telo di protezione sul torace. Va eseguita una pulizia meccanica con l’uso dello spazzolino, dentifricio ed acqua della superficie dei denti dall’alto verso il basso per l’arcata superiore; dal basso verso l’alto per quella inferiore, sia all’esterno che all’interno; poi l’arcata gengivale, la lingua e il palato. Far risciacquare abbondantemente con acqua. Se il paziente è portatore di protesi dentaria la metodica e la frequenza devono essere uguali all’igiene della bocca dopo aver rimosso la protesi dalla bocca. Materiali: bacinella, spazzolino e dentifricio. Va sempre rimossa in caso di alterazione della coscienza, per esempio nello stato di coma. Va conservata nell’apposito contenitore e al sicuro da smarrimenti. Igiene del cavo orale nella persona totalmente dipendente Materiale: guanti monouso; garze; abbassalingua; soluzione antisettica (diluita o da diluire), collutori, soluzioni a base di bicarbonato; bacinella reniforme; burro cacao o altro prodotto per le labbra; telo di protezione. Tecnica Collocare il paziente in posizione seduta o dove non possibile in decubito laterale. Mettere il telo di protezione davanti al paziente. Far aprire la bocca al paziente o aiutandosi con l'abbassalingua, mettere collutorio o soluzione antisettica nella garza e montarla sull’abbassalingua. Cominciare sempre dal fondo della bocca in avanti, pulendo le varie parti della bocca: parte esterna della gengive; parte interna delle guance; palato; parte interna delle gengive; lingua, sotto la lingua. Sostituire l'abbassalingua e le garze ogni volta che è necessario. Far risciacquare la bocca al paziente ( se è cosciente), e mettere un'arcella sotto la bocca per permettergli di sputare . Ammorbidire le labbra. Igiene dei capelli Quotidianamente si fa spazzolatura e pettinatura. Inoltre durante tale procedura va ispezionato ill cuoio capelluto per evidenziare se sono presenti lesioni, parassiti e loro uova.

Page 22: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

22

Periodicamente (almeno 1 volta a settimana) va effettuato il lavaggio dei capelli. Igiene dei capelli in una persona in grado di raggiungere i servizi igienici. Materiale: Lavabo,bricco,Shampoo, asciugamano,phon, guanti monouso. Tecnica: Posizionare la persona seduta con gli strumenti per il lavaggio alle spalle, proteggere le spalle con asciugamano. Bagnare i capelli col bricco e applicare lo shampoo, massaggiare il cuoio capelluto e poi sciacquare. Ripetere se necessario. Avvolgere i capelli con l’asciugamano tamponando. Asciugare col phon aiutandosi con pettine o spazzola Igiene dei capelli in una persona non in grado di raggiungere i servizi igienici (a letto o comunque distesa). Materiale: Attrezzatura per lavaggio, bacinella, bricco, shampoo, acqua calda, asciugamano, guanti monouso. Tecnica: Rimuovere i cuscini, collocarne uno dietro le spalle del pz, proteggere letto e guanciale con traverse impermeabili. Collocare vasca per lavaggio della testa e raccordare il tubo di scarico col secchio posizionato a terra(se non disponibile usare traverse impermeabili). Procedere normalmente.

Se non sono disponibili delle vasche specifiche per il lavaggio a letto è opportuno usare delle traverse monouso posizionandole in maniera adeguata per permettere lo scivolamento dell’acqua nella bacinella posta a terra.

Bacinella specifica per lavaggio

capelli a letto

Page 23: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

23

Igiene delle orecchie Le orecchie richiedono minima igiene. Richiedono assistenza i soggetti con molto cerume e quelli portatori di protesi acustica. I padiglioni auricolari si puliscono durante il bagno. Va rimosso il cerume in eccesso tirando il padiglione auricolare in alto e indietro. Non vanno mai usati i tamponi di cotone se non per la pulizia del padiglione esterno. Particolare attenzione va posta nei soggetti portatori di protesi acustica. Esistono numerosi tipi di protesi acustica:

• Apparecchio retroauricolare • Apparecchio intra-auricolare • Apparecchio nel canale • Protesi uditive con occhiali

L’apparecchio acustico è un amplificatore di suoni a batteria. E’ necessaria appropriata manipolazione durante introduzione e rimozione, pulizia regolare con gli strumenti appositi e sostituzione delle batterie.

Page 24: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

24

Igiene del perineo Per perineo si intende la zona che comprende i genitali, l’ano e la zona perianale. Il genitali maschili e femminili sono diverse e le procedure igieniche tra uomo e donna risultano essere in parte diverse.

E’ una misura igienica giornaliera o plurigiornaliera che ha aiuta a prevenire le infezioni delle vie urinarie che si possono determinare a seguito della contiguità anatomica tra le vie di eliminazione urinaria ed intestinale e le vie genitali. Ha lo scopo di rimuovere secrezioni, feci, urine e sangue mestruale.

Genitali maschili

Genitali femminili

Page 25: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

25

La zona potenzialmente più contaminata è quella perianale e la tecnica dell’intervento deve prevedere prioritariamente la pulizia dell’area meno contaminata e successivamente quella più contaminata. Materiali occorrenti: manopole da bagno, detergente liquido, acqua calda, asciugamano, bricco, padella, guanti monouso, cotone idrofilo, protezione impermeabile per il letto (traverse). Tecnica nella donna: Posizionare la persona sulla traversa, svestire la parte inferiore, posizionare la persona sulla padella e se possibile far assumere la posizione ginecologica. Indossare la manopola sulla mano che opera inumidirla ed insaponarla. Bagnare i genitali verificando il gradimento della temperatura dell’acqua. Insaponare i genitali procedendo in senso antero-posteriore. Divaricare grandi e piccole labbra, lavare e sciacquare il meato uretrale e l’orifizio vaginale. Se presenti abbondanti secrezioni usare il cotone. Nell’uomo: abbassare il prepuzio, lavare e sciacquare il glande sempre dal meato uretrale verso l’esterno, quindi lavare pene e scroto. In entrambi poi detergere la zona perianale e sacrale, risciacquare. Asciugare i genitali. Alla pulizia può seguire l’applicazione di una crema all’ossido di zinco o una crema idratante. Una condizione particolare è la presenza del catetere vescicale a dimora. In questo caso è necessario asportare eventuali secrezioni presenti sul catetere in prossimità del meato uretrale con garze pulite procedendo con movimento rotatorio dal meato verso l’esterno, ponendo attenzione a non effettuare trazione sul catetere.

Page 26: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

26

Sistemi di raccolta delle urine Compito dell’OSS può essere quello di posizionare un catetere vescicale esterno. E’ un presidio che viene utilizzato quando la persona è incontinente e non è possibile o non sono sufficienti altri presidi per l’incontinenza.

Materiali necessari: occorrente per l’igiene perineale; guanti; padella; tela cerata; condom; sacca per la raccolta; strisce adesive per il fissaggio del catetere esterno. Tecnica di posizionamento:

• Lavare le mani • Indossare i guanti • Informare la persona sulla procedura • Sistemare il telo cerato e la biancheria per proteggere il letto • Posizionare la persona in decubito supino • Eseguire l’igiene perineale • Applicare il catetere srotolando la guaina sul pene • Fissare la guaina sul pene • Collegare il catetere esterno alla sacca di raccolta • Fissare il raccordo al letto o alla gamba del paziente • Riposizionare la persona in modo confortevole • Pulire e riordinare il materiale utilizzato • Togliere i guanti • Lavare le mani

Page 27: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

27

Igiene dei piedi e delle unghie E’ una misura igienica quotidiana importante per mantenere i piedi in buone condizioni igieniche sia in condizioni fisiologiche che in presenza di alterazioni (deformazioni, duroni, calli, edemi) per prevenire complicanze. Scopo: mantenere in buone condizioni igieniche, ridurre e rimuovere la presenza di callosità, di micosi interdigitali o delle unghie, prevenire lesioni (es: piede diabetico); il taglio e la cura delle unghie. Materiali occorrenti: traversa, asciugamano, detergente liquido, tronchesina, lima in carta, bacinella con acqua calda, pomata o crema idratante, guanti monouso. Tecnica: Posizionare la persona seduta su sedia o a letto disteso e appoggiare la bacinella rispettivamente a terra o sulla traversa sul letto. Posizionare i piedi in ammollo in acqua calda e detergente liquido, in alternativa bicarbonato di sodio o soluzioni specifiche per 5-10 minuti. Rimuove con manopola delle cellule morte e sostanze. Asciugare con attenzione specie nei solchi interdigitali. Se necessario è possibile ammorbidire precedente con vaselina o crema specifica o adoperare la pietra pomice insaponata. Igiene delle unghie: taglio netto con la tronchesina, pulizia con la punta del bastoncino, limatura per evitare bordi taglienti. Alla fine può essere applicare crema idratante. Durante l’igiene dei piedi è necessario osservare la presenza di onicomicosi (infezione causata da funghi), di unghie incarnite, di calli, di lesioni. Attenzione va inoltre posta nei soggetti con alterazioni della coagulazione perché a maggior rischio di sanguinamento. Particolare attenzione va posta ai soggetti diabetici che a causa della loro patologia con compromissione sia della circolazione sanguigna che della neuropatia possono presentare delle lesioni di difficile guarigione. In caso di soggetti con piede diabetico:

• Usare il taglia unghie • Effettuare un taglio corretto delle unghie • Controllare attentamente la temperatura dell’acqua • Effettuare un lavaggio quotidiano e un’attenta asciugatura • Prevenire la pelle secca • Evitare di far camminare il paziente a piedi scalzi • Consigliare l’uso di scarpe e plantari adatti (podologo)

Page 28: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

28

• Usare calze di cotone • Evitare l’uso di disinfettante, alcol e tintura di iodio • Osservare la presenza di microlesioni, vescicole e riferire al personale

infermieristico. L’onicomicosi (o tinea unguium) è un’infezione, causata da funghi, che colpisce la lamina delle unghie. Si manifesta soprattutto in persone anziane (15-30% degli ultrasessantenni). Si manifesta con lo sfaldamento dell’unghia, il suo ispessimento e il contemporaneo indebolimento. L’unghia diventa biancastra e può essere rilevata la presenza di detriti giallastri nella parte inferiore. Se l’onicomicosi è in fase avanzata, si possono accusare dolori alle unghie, perché cominciano a deformarsi.

Doccia assistita E’ una misura di pulizia giornaliera o settimanale che oltre ad essere utile alla pulizia del corpo contribuisce efficacemente al benessere personale. Materiali occorrenti: locale doccia con sedile fisso o sedia per doccia e con erogatore dell’acqua a telefono, detergente liquido, acqua alla temperatura calda gradita dal paziente, manopole da bagno, telo da bagno e asciugamano. Tecnica:

• Preparazione del locale doccia alla temperatura ambientale adeguata • Spogliare il paziente e farlo sedere sul sedile apposito • Usare l’erogatore dell’acqua, regolarne la temperatura • Quando l’acqua è pronta, l’operatore può infilare la manopola, bagnarla

e insaponarla e, dopo aver bagnato la pelle persona iniziare ad insaponarlo procedendo dal collo verso le spalle e lungo il dorso e il torace comprese le ascelle, le braccia e le mani.

Page 29: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

29

• Sciacquare ed insaponare nuovamente la manopola e procedere sul ventre, sulla zona perineale, sui glutei, sulle cosce, sulle gambe e sui piedi

• Risciacquare con cura tutto il corpo ad iniziare dal collo ed asciugare con l’aiuto del telo da bagno.

Se la persona accuserà freddo o brividi, quest’operazione va fatta frazionata: si completa la parte superiore del corpo (lavata, sciacquata e asciugata) e si veste parzialmente e poi si passa alla parte inferiore. Se la persona non è in grado di entrare con aiuto nella doccia, possono essere usati ausili o attrezzature specifiche come la doccia-barella.

Bagno assistito Il bagno è misura di pulizia periodica. Ha lo scopo di effettuare la pulizia completa del corpo. Materiali occorrenti: locale bagno con vasca libera su tre lati e con erogatore dell’acqua a telefono, detergente liquido, acqua calda alla temperatura gradita, manopole da bagno, lenzuolo da bagno. Tecnica d’esecuzione:

• Preparazione del locale bagno con la temperatura ambientale adeguata

• Spogliare il paziente • Usare l’erogatore dell’acqua, regolarne la temperatura

Page 30: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

30

• Quando l’acqua è pronta, l’operatore può infilare la manopola, bagnarla e insaponarla e, dopo aver bagnato la pelle persona iniziare ad insaponarlo procedendo dal collo verso le spalle e lungo il dorso e il torace comprese le ascelle, le braccia e le mani.

• Sciacquare ed insaponare nuovamente la manopola e procedere sul ventre, sulla zona perineale, sui glutei, sulle cosce, sulle gambe e sui piedi

• Risciacquare con cura tutto il corpo ad iniziare dal collo ed asciugare con l’aiuto del telo da bagno.

Se la persona non è in grado di entrare in vasca sarà necessario l’uso del sollevatore.

Esecuzione del bagno a letto E’ una misura di pulizia periodica che viene adottata quando la persona non può essere alzata dal letto. Materiali occorrenti: bacinella, sapone, biancheria (telo da bagno, asciugamani), manopole, lenzuola, vestiario (camice,pigiama,vestiti), guanti monouso. Tecnica:

1. Avvisare paziente 2. Lavare le mani 3. Provvedere alla riservatezza 4. Preparare il paziente e l’ambiente circostante:

- chiudere porte e finestre - chiedere se ha bisogno di eliminare - stimolare l’autonomia ove possibile - controllare ogni zona cutanea con attenzione 5. Seguire l’ordine prefissato

Page 31: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

31

Effettuare l’igiene del viso ed in particolare quella degli occhi avendo cura di procedere dall’interno verso l’esterno. Effettuare la pulizia del torace avendo cura di porre un asciugamano orizzontale rispetto al torace stesso. Effettuare la pulizia dell’addome avendo cura di posizionare un telo verticalmente per coprire torace e addome. Procedere quindi lavando gli arti superiori. Lavare le mani della persona servendosi di una bacinella appoggiata sul letto. Lavare gli arti inferiori (prima quello più lontano dall’operatore poi quello più vicino) con movimenti decisi che interessano tutto l’arto. Lavare i piedi della persona servendosi di una bacinella appoggiata sul letto. Effettuare l’igiene della zona perineale. Sciacquare e asciugare bene. Ruotare la persona in decubito laterale e lavare la schiena in tutta la sua lunghezza con movimenti decisi e ripetuti. Alla fine del bagno riposizionare la persona in modo confortevole; pulire e riordinare il materiale utilizzato; togliere i guanti e lavare le mani. Igiene della persona con salviette pre-impegnate Gli interventi di pulizia della cute possono essere eseguiti, qualora le condizioni della persona lo richiedano (in particolare per evitare il decadimento termico che si verifica con i comuni sistemi di lavaggio) e l’operatore lo ritenga opportuno, attraverso l’utilizzo di salviette pre-impregnate. Sono salviette in spugna di TNT di forma quadrangolare abbondantemente imbevute di soluzione detergente, idratante e anallergica. Di solito il numero adeguato di salviette sono 8, vanno preriscaldate. La salvietta va ripiegata intorno alle 4 dita della mano per formare la manopola. La salvietta va usata con movimenti circolari. Si inizia dal viso, poi si prosegue sul tronco, il dorso, l’area genitale, l’area perineale, gli arti inferiori sostituendo progressivamente le salviette. Bagno antisettico pre-operatorio Indicazioni: soggetti non autosufficienti nelle U.O. chirurgiche per prevenire l’infezione del sito chirurgico. Materiali: guanti monouso; contenitore con acqua tiepida; spugna monuso con PVP iodio o clorexidina in soluzione saponoso; teli puliti per asciugare; traverse monouso; biancheria personale pulita; biancheria per il rifacimento del letto; contenitore per smaltimento rifiuti. Procedura:

• Procedere bagnando con l’acqua tiepida la spugna antisettica seguendo la sequenza descritta per il bagno a letto (viso-collo, busto-braccia-mani, gambe-piedi, inguine-genitali)

Page 32: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

32

• Sostituire l’acqua del contenitore ad ogni zona corporea da trattare • Asciugare la cute con tamponamento delicato • Procedere al rifacimento del letto • Sostituire la biancheria personale dell’utente • Eliminare il materiale utilizzato negli appositi contenitori e ricondizionare

l’ambiente Effettuare l’eventuale tricotomia prima del bagno antisettico Tricotomia pre-operatoria La tricotomia preoperatoria è la tecnica mediante la quale vengono rimossi i peli presenti nella zona cutanea interessata dall’intervento chirurgico. Obiettivo : riduzione dei peli nella zona d’incisione chirurgica, in modo da minimizzarne l’interferenza con l’intervento. Indicazioni : pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico e/o procedure invasive. Materiale occorrente: Clipper (specifico rasoio elettrico), guanti puliti non sterili,bacinella ,teli monouso, garze monouso,contenitore per rifiuti pericolosi a rischio infettivo,soluzione antisettica saponosa di clorexidina al 4% o iodopovidone al 7,5% clorexidina in soluzione alcolica allo 0,5%. Procedura:

• Informare il paziente su cosa gli si va a fare • eseguire il lavaggio sociale delle mani • indossare i guanti non sterili monouso • preparare il materiale occorrente • aiutare il paziente a distendersi sul letto • procedere, con il clipper, alla depilazione della zona cutanea ( in base

al tipo di intervento) • eseguire o far eseguire al paziente una doccia con sapone antisettico • fare indossare al paziente un camice pulito • procedere al cambio della biancheria piana del letto • aiutare il paziente a rimettersi a letto • riordinare il materiale utilizzato • verificare che il clipper sia spento e rimuoverne la lama monouso • smaltire la lama nel contenitore porta-aghi • eseguire il lavaggio sociale delle mani • registrare nello strumento comune al reparto(cartella clinica o altro) la

data e l’ora della procedura • riferire all’IP qualsiasi lesione conseguente alla tricotomia preoperatoria

sciacquare la testa del clipper sotto l’acqua corrente e asciugarla con panno monouso ,fare attenzione a non bagnarne il corpo

• disinfettare il corpo del clipper con panno monouso imbevuto di clorexidina in soluzione alcolica allo 0,5% non immergere.

• rimuovere i guanti.

Page 33: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

33

L’abbigliamento Nell’assicurare all’igiene bisogna anche comprendere l’igiene dell’abbigliamento, le tecniche di vestizione e vestizione della persona in riferimento al grado di autonomia della persona stessa. L’igiene dell’abbigliamento è correlata alla tipologia degli indumenti, alla loro confezione e alle fibre con le quali è composto il tessuto. Esistono diversi tipi di abbigliamento in relazione all’occasione per la quale viene indossato, esistono diversi tipi di tessuto usati a seconda della stagione e della traspirabilità. La scelta dell’abbigliamento della persona deve essere adeguata al suo grado di dipendenza assistenziale. Per La persona dipendente è preferibile utilizzare indumenti con apertura anteriore perché più facili da indossare e meglio se in tessuti naturali. Le modalità di vestizione e vestizione sono connesse al grado di dipendenza assistenziale. L’operatore al fine di evitare allo stesso lesioni articolari durante la procedura deve : a) Rispettare i tempi della persona b) Evitare movimenti bruschi c) Non fare indossare indumenti troppo stretti e di difficile apertura e chiusura se la mobilità è compromessa per esempio da lesioni cerebrali, rigidità muscolare Situazioni particolari sono soggetti con paralisi degli arti (emisoma); dell’arto gessato; la presenza di infusioni (fleboclisi).

Un’attenzione particolare va posto a pazienti che presentano infusione endovenosa: sfilare prima la manica dal braccio che non in corso l’infusione; abbassare il flacone dell’infusione endovenosa e far scivolare la manica oltre il flacone ponendo attenzione ai tubi; riposizionare il flacone al suo posto.

Nella vestizione : vestire prima infilando dall’arto “malato”, compromesso. Nella vestizione: sfilare prima il vestito dall’arto sano o libero e poi sostenendolo, l’arto compromesso o occupato da infusione. E’ sempre fondamentale per l’operatore: • Promuovere l’indipendenza e l’autonomia del paziente durante le

cure igieniche.

Page 34: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

34

• Il tipo di cure igieniche scelte dipende dalle condizioni di autosufficienza del paziente, dal setting dove vengono operate, dalla situazione domiciliare e dal personale di supporto.

Page 35: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

35

Igiene del corpo dopo la morte e preparazione della salma Deve essere effettuata entro le prime ore (2-3 ore) dalla morte (prima che compaia il rigor mortis). Scopo: L’operatore a seguito del decesso deve preparare la salma per presentarla ai parenti. Effettuare le cure igieniche. Rispettare il credo religioso e della sua famiglia. Materiale: Teli, acqua e detergente, guanti monouso, paravento, garze e cotone, panno, benda. Attività: Informarsi della religione dai familiari e sulle necessità esistenti in ordine di preparazione della salma. Garantire la privacy e il rispetto della religione professata dal defunto. Tecnica: Mettere la salma in posizione supina con gli arti allineati, con bocca e occhi chiusi. Spogliarla degli indumenti e degli oggetti personali che vanno catalogati e consegnati ai parenti Eventuali flebo, cateteri etc vanno rimossi dall’IP che provvederà a mettere il cartellino di riconoscimento. Tamponare gli orifizi naturali per contenere le perdite. Detergere accuratamente la cute. Cercare di mantenere la bocca chiusa. Coprire la salma con un lenzuolo. Trasferire la salma in un luogo idoneo. Se in reparto deve restare per 2 ore, prima di essere trasferita in obitorio. Provvedere alla pulizia e alla disinfezione dell’unità letto. Provvedere al cambio della biancheria del letto. Arieggiare la stanza. Offrire sostegno ai parenti.

Page 36: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

36

Mobilizzazione e trasporto Per l’OSS è necessaria una perfetta conoscenza delle posture e delle tecniche di mobilizzazione al fine di rendere più confortevole il dover stare a letto del paziente e per evitare qualsiasi rischio da movimentazione per l’operatore. Nella movimentazione di un paziente non autosufficiente, agire da soli o comunque non riflettendo su quello che si sta per fare può essere pericoloso per il rachide. Infatti le azioni che si devono compiere devono essere intraprese applicando le corrette manovre di movimentazione: � una buona base di appoggio � giusto equilibrio � scomponendo il movimento in più fasi � pensando alle prese giuste � disponendo correttamente le attrezzature. Il tipo di manovra più adatta sarà in relazione alle caratteristiche del paziente da mobilizzare. Le metodiche di trasferimento possono variare in relazione all’entità e alla tipologia della disabilità del paziente. Se il paziente è non collaborante non può aiutare il movimento né con gli arti superiori né con gli arti inferiori (es.: tetraparetico, anziano allettato, paziente in anestesia generale, in coma, paziente che oppone resistenza alla mobilizzazione, ecc.). Se il paziente è parzialmente collaborante può sfruttare una residua capacità di movimento ed aiutare negli spostamenti (es.: emiplegico, paraplegico, paziente in fase di recupero funzionale, ecc.). Esistono delle manovre comportamentali che ogni operatore dovrebbe mettere in atto:

evitare di flettere la schiena, utilizzando la flessione delle ginocchia;

Page 37: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

37

La prima cosa fondamentale è la conoscenza delle varie posizioni e lo scopo o le condizioni in cui sia necessario farle assumere al paziente. Decubito supino: paziente con schiena adagiata su materasso. Piano del letto orizzontale, un solo cuscino sotto la nuca; braccia lungo i fianchi con i palmi verso l’alto o flessi e appoggiati sul torace. Se necessario tutori per allineamento piede. Indicazioni: posizione più comune, permette corretta distribuzione del peso sul materasso. Decubito laterale (destro o sinistro): paziente su uno dei due fianchi, piano del letto orizzontale, un solo cuscino sotto la nuca, uno dietro al tronco per evitare che perda la postura. La gamba posta superiormente è leggermente flessa e spostata in avanti e poggia su un cuscino. Gli arti superiori sono leggermente flessi con palmo della mano verso l’alto quella appoggiata sul materasso e con palmo rivolto verso il basso quella appoggiata al cuscino. Indicazioni: per il riposo o per prevenire le piaghe da decubito. Decubito prono: paziente con addome adagiato sul materasso e la testa girata da un lato; piano del letto orizzontale, un solo cuscino; dei cuscini

ampliare la base di appoggio, e quindi le condizioni di equilibrio, allargando e flettendo le gambe , in senso trasversale o longitudinale a seconda della direzione dello spostamento. Nel caso di trasferimenti o spostamenti al letto del paziente, appoggiare un ginocchio sul letto ;

avvicinarsi il più possibile al paziente da spostare;

garantire una buona presa del paziente (presa crociata, sottoscapolare, zona cavo popliteo), eventualmente con uso di ausili tipo cintura ergonomica, prima di iniziare qualsiasi operazione di movimentazione;

Page 38: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

38

possono essere posizionati sotto l’addome e sotto le gambe, leggermente divaricate. Gli arti superiori: uno allineato al corpo con palmo rivolto verso l’alto, quello verso cui è girato il viso è flesso con palmo appoggiato sul materasso. Indicazioni: utilizzata dopo interventi chirurgici o per metodiche diagnostiche particolari. Postura SIMS o semi prona supportata, è una posizione intermedia tra la laterale e la prona. Si usa nei pazienti incoscienti per favorire il drenaggio della bocca e l’aspirazione dei liquidi. Piano del letto orizzontale, paziente in posizione quasi prona, un solo cuscino sotto la testa che è girata di lato, uno sotto l’arto inferiore che è in alto flesso per prevenire la rotazione interna della spalla e del braccio. Un cuscino sotto la gamba superiore per sostenerla in allineamento e prevenire la rotazione interna e l’adduzione dell’anca e della gamba. Indicazioni: pazienti incoscienti per favorire drenaggio bocca e evitare aspirazione liquidi, se sono da effettuare manovre in zone perianale, donne in gravidanza. Posizione semiseduta: Paziente con busto sollevato non più di 45°(testiera del letto alzato o cuscini), buon allineamento nel letto, colonna dritta, cuscino sotto la testa. Indicazioni: nei pazienti in cui è necessario facilitare la respirazione, per l’alimentazione, per leggere, parlare… Posizione seduta: busto tra 45° e 90° (di solito circa 70°). Testiera del letto alzata, buon allineamento del corpo e colonna dritta. Cuscino sotto la testa, gambe flesse in modo da poggiare pianta dei piedi sul materasso, oppure distese. Indicazioni: pazienti asmatici o con dispnea (fame d’aria) e in tutte le condizioni in bisogna facilitare la massima espansione dei polmoni. Posizione ortopnoica: variante della posizione seduta con schienale a 90° e senza cuscino sotto la testa. Indicazioni: Permette la massima espansione polmonare, quindi nei soggetti con importanti problemi respiratori. Trendelemburg: piano del letto abbassato in modo che la testa si più in basso dei piedi. Indicazioni: per migliorare afflusso di sangue al cervello, in particolari di shock emorragici…

Page 39: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

39

Anti-Trendelemburg: Piano del letto che permette di tenere la testa più alta dei piedi. Indicazioni: evita il reflusso gastrico, quando non si può mettere seduto per l’alimentazione. Posizione genu-pettorale: il paziente poggia ginocchia e spalle sul letto con braccia distese in avanti, la testa poggia voltata su un cuscino. Indicazioni: Usata per specifiche indagini o terapie della zona delle natiche. Posizione laterale di sicurezza: paziente posizionato su un fianco con la mano del braccio superiore appoggiata sotto la guancia a mantenere la testa lievemente sollevata. L’arto inferiore superiore piegato, l’altro sotto dritto. Indicazioni: nell’emergenza: Altra regola fondamentale è che durante la mobilizzazione di qualsiasi paziente è necessario informare il paziente di quello che si va a fare; bisogna impartire le indicazioni con parole, frasi e gesti semplici in modo che il paziente capisca bene cosa si fa e come può aiutare qualora sia in grado di farlo. Nel mobilizzare la carrozzina bisogna seguire mettere in atto delle norme specifiche: - posizionare la carrozzina nel modo più congruo rispetto al movimento da fare; - controllare che sia ben frenata; - rimuovere gli elementi ingombranti (bracciolo – pedana poggiapiedi). Prima di mobilizzare un paziente a letto è anche necessario seguire delle norme che riguardano il letto: – bisogna controllare che le ruote del letto siano frenate; – regolare l’altezza del letto articolato in maniera adeguata alla statura dell’operatore ed alla manovra da effettuare. Rotazione di un paziente in decubito laterale La manovra è eseguita da un operatore e va scomposta in due fasi. Fase 1 - Posizionamento del paziente con le gambe incrociate, il braccio più vicino all’operatore abdotto e l’altro sull’addome. Il paziente è in posizione supina, con la gamba più distante, rispetto alla posizione dell’operatore, accavallata sull’altra; l’operatore, posto dal lato verso il quale avviene la rotazione.

Page 40: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

40

L’operatore effettua la presa a livello del bacino e della scapola (dietro la spalla). Ruota il paziente, controbilanciandone il peso con il peso del proprio corpo.

Manovra di spostamento manuale verso il cuscino Sono sempre necessari due operatori. Lo spostamento va scomposto in due fasi. Fase 1: far sedere il paziente Fase 2: spostare il paziente verso il cuscino. Manovra 1 Gli operatori sono posti ai lati del paziente, appoggiano il dorso della mano caudale (distale rispetto alla testa del paziente) dietro la sua spalla, facendola passare sotto l’ascella; appoggiano la mano craniale (prossimale rispetto alla testa del paziente) sul letto.

Page 41: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

41

Sollevano il paziente facendo forza sugli arti inferiori e sul braccio craniale.

Manovra 2 Gli operatori, posti ai lati del paziente, appoggiano un ginocchio sul letto, dietro il suo bacino; mettono il paziente a braccia “conserte”; effettuano la “presa crociata” afferrando saldamente con una mano entrambi gli arti superiori; con l’altra mano effettuano la presa sotto la coscia; sollevano e spostano il paziente verso il cuscino.

Posizionamento a letto di paziente emiplegico Paziente emiplegico a sinistra. Postura supina. Corretto allineamento del corpo; appoggio dell'avambraccio plegico in posizione declive, con mano aperta; arto inferiore plegico leggermente flesso all'anca al ginocchio e piede in posizione antiequinismo.

Page 42: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

42

Paziente emiplegico a sinistra. Postura in decubito laterale, sul fianco sano. L’ arto superiore plegico in appoggio con mano aperta; arto inferiore plegico in appoggio, flesso all'anca, al ginocchio.

Paziente emiplegico a sinistra. Postura in decubito laterale, semi-ruotato sul fianco plegico. Il tronco appoggiato e sostenuto da cuscino; arto superiore plegico: spalla abdotta, appoggio dell'avambraccio plegico in posizione declive, con gomito flesso e mano aperta.

Page 43: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

43

Paziente emiplegica sinistra. Postura in decubito laterale, semi-ruotato sul fianco plegico. Posizione alternativa dell'arto superiore plegico, nell'intento di mantenere in allungamento il muscolo Gran pettorale.

Spostamento da letto a carrozzina di paziente non collaborante La procedura prevede l’adeguamento del letto regolabile a tre sezioni e in altezza. E’ previsto l’utilizzo del sollevatore. La manovra manuale va attuata solo se il piano assistenziale lo prevede. Manovra con l’uso del sollevatore Per questa manovra sono necessari uno/due operatori, la manovra va scomposta in tre fasi. Fase 1 – aggancio dell’imbragatura. Fase 2 – posizionamento del paziente in carrozzina. Fase 3 – sgancio dell’imbragatura. 1 – Il braccio del sollevatore viene abbassato affinchè gli operatori facciano il minor sforzo possibile; devono essere agganciate prima le spalle dell’imbragatura e, in un secondo momento, le fasce che passano sotto gli arti inferiori . 2 – Il paziente deve essere mantenuto in posizione semi-orizzontale prima di essere spostato verso la carrozzina; il cambio postura avviene in prossimità della carrozzina, abbassando il braccio del sollevatore. 3 – Prima vengono spostate le fasce sotto le cosce e poi viene rimossa l’imbragatura stessa. Manovra manuale Modalità 1: Fase 1 – far sedere il paziente Fase 2 – trasferimento verso la carrozzina

Page 44: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

44

Il primo operatore sostiene il paziente da dietro ed effettua la presa crociata, appoggia un ginocchio sul piano del letto. Il secondo operatore posiziona la carrozzina, ben frenata, a fianco del letto, la direziona con lo schienale alla testa del paziente, ne rimuove il bracciolo dal lato del trasferimento ed i poggiapiedi. Il letto viene abbassato fino a livello del piano di seduta della carrozzina.

Il secondo operatore afferra le gambe del paziente in prossimità delle ginocchia e, sincronizzando i movimenti, i due effettuano il trasferimento.

Modalità 2 (utile se il letto non si abbassa): Fase 1 – far sedere il paziente Fase 2 – far sedere il paziente con le gambe fuori dal letto Fase 3 - trasferimento verso la carrozzina Il primo operatore afferra da dietro, con presa avvolgente, le spalle e il bacino del paziente, mentre il secondo operatore, posto lateralmente al paziente, ne afferra le gambe. Muovendosi in sincronia, effettuano una rotazione del paziente di 90°, posizionandolo seduto sul bordo del letto.

Page 45: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

45

I due operatori effettuano la “presa a sgabello”: dopo aver messo il paziente a braccia conserte, effettuano la presa crociata, appoggiando un ginocchio sul letto; afferrano da sotto, con la mano libera, le ginocchia del paziente e, sollevandolo di peso, con movimento in sincronia, lo trasferiscono sulla carrozzina. La carrozzina deve essere posizionata, ben frenata, non troppo vicina al letto.

Spostamento letto-barella di paziente non collaborante Procedure:

• Adeguamento del letto regolabile a tre sezioni e in altezza • Utilizzo teli ad alto scorrimento • Manovra manuale.

Manovra senza ausili Sono necessari tre operatori. La manovra va scomposta in due fasi. - Fase 1 – spostamento del paziente al bordo del letto - Fase 2 – trasferimento verso la barella. 1 – la barella viene posizionata, ben frenata, nello spazio in fondo al letto, non tra i letti. I tre operatori, tutti dallo stesso lato del paziente, posizionano le mani rispettivamente sotto le spalle, sotto il bacino e a livello delle ginocchia del paziente che viene spostato al bordo del letto con un movimento in sincronia 2-Gli operatori, con movimento in sincronia, effettuano il trasferimento del paziente sulla barella

Page 46: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

46

Sollevamento da terra di paziente non collaborante È necessario un numero pari di operatori (due per l’opzione 1 / quattro per l’opzione 2), la manovra va scomposta in tre fasi. Modalità: Fase 1 – il paziente viene fatto sedere Fase 2 – sollevamento del paziente Fase 3 – trasferimento del paziente su letto / carrozzina. Fase 1: due operatori, posti accovacciati ai lati del paziente, gli fanno assumere la posizione seduta. Fase 2: opzione 1 – sono presenti due operatori che effettuano la presa a sgabello opzione 2 – sono presenti quattro operatori: i primi due effettuano la presa crociata, gli altri due la presa sottopoplitea. Fase 3: con movimento in sincronia eseguono il trasferimento verso il letto o la carrozzina. Se il paziente è parzialmente collaborante può essere fatta da un solo operatore o da due operatori. È indispensabile che il paziente venga sollecitato ad impiegare le residue capacità motorie, richiedendone la collaborazione ed impartendo chiari e precisi comandi verbali. Posizionamento a letto di paziente parzialmente collaborante Manovra manuale di spostamento verso il cuscino Opzione 1: il paziente si aiuta solo con la spinta delle gambe. Sono necessari due operatori. Fase 1: il paziente flette gli arti inferiori, solleva il bacino spingendo sui piedi appoggiati al letto, flette il capo e si spinge verso il cuscino. Fase 2: Gli operatori pongono una mano sotto il bacino del paziente e l’altra dietro le sue spalle e aiutano lo scorrimento del paziente verso il cuscino. Opzione 2: il paziente si aiuta con le gambe e con le braccia. E’ sufficiente un operatore. Fase 1: il paziente flette gli arti inferiori, solleva il bacino spingendo sui piedi e sulle mani appoggiate al letto e spinge verso il cuscino. Fase 2: l’operatore effettua la presa sottoscapolare e accompagna lo scorrimento verso l’alto.

Page 47: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

47

Posizionamento di letto-carrozzina di paziente parzialmente collaborante Opzione 1 : manovra effettuata da un operatore. La manovra va scomposta in quattro fasi: Fase 1 – posizionamento degli ausili Fase 2 – posizionamento del paziente sul fianco Fase 3 – posizionamento del paziente seduto Fase 4 – effettuazione del passaggio letto / carrozzina.

Fase 1: posizionamento di letto, carrozzina ed eventuali ausili. Fase 2: il paziente assume la posizione sul fianco . Fase 3: l’operatore agevola lo spostamento delle gambe e del tronco del paziente, lo invita a fare pressione con l’avambraccio sul letto; l’operatore posiziona la mano craniale dietro il tronco del paziente con presa avvolgente, e fa pressioni con la mano caudale sull’avambraccio del paziente, aiutandolo a raggiungere la posizione seduta. Fase 4: Il paziente assume la posizione eretta coadiuvato dall’operatore che guida il movimento del tronco in avanti, se necessario afferrando la cintura del paziente (uso di ausili tipo cintura ergonomica), se necessario fissando le ginocchia del paziente con le proprie gambe. L’operatore accompagna il movimento di raddrizzamento in sincronia con la residua azione motoria del paziente. Il paziente esegue piccoli passi per girare il corpo, in modo da potersi sedere sulla carrozzina e, quando è girato e pronto per sedersi, porta in avanti il tronco e si siede; l’operatore si sposta in sincronia ai movimenti del paziente e, sempre con la stessa posizione delle mani, ne frena e guida la discesa verso la carrozzina. Sollevamento da terra di paziente parzialmente collaborante Per un paziente caduto a terra in primo luogo vanno verificate le eventuali misure di pronto intervento da prestare. Verificato che il paziente non ha subito alcun danno si può procedere ad aiutare il paziente a farlo sollevare da terra. - Il paziente si spinge col gomito del lato appoggiato a terra e con l’altra mano per alzare il busto.

Page 48: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

48

- Assume la posizione inginocchiata - Assume la posizione del “ cavalier servente “ (dalla posizione in ginocchio, solleva una gamba appoggiando il piede a terra fino ad avere il ginocchio a 90°) - Spinge con entrambe le mani sul ginocchio e si solleva, oppure si appoggia ad un sostegno e si solleva - L’operatore coadiuva il paziente nei vari movimenti

Page 49: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

49

Assistenza alla deambulazione I problemi più comuni che riguardano il camminare sono:

• Le patologie muscolari • Le patologie o i traumi degli arti inferiori • Le alterazioni dell’equilibrio (infezione orecchio, problemi

cerebrovascolari�per esempio l’emiplegia) • L’allettamento in seguito a interventi chirurgici o patologie acute

(soprattutto negli anziani).

Nell’assistere un paziente durante la deambulazione sono necessarie alcune misure generali. Bisogna informare il paziente. Bisogna farlo sedere e controllare se compaiono sintomi di ipotensione ortostatica (vertigini, sudorazione, tachicardia…). Bisogna incoraggiare il paziente a fare il più possibile in autonomia. Se è la prima volta che si alza è utile avere una sedia a rotelle vicino e un secondo operatore pronto a intervenire. Se il paziente è limitatamente instabile: si può camminare accanto al lato debole e incrociare il proprio avambraccio con quello prossimale del paziente (prendere a “braccetto”). Se il paziente è molto instabile: si deve posizionare il braccio intorno alla vita e con l’altro braccio sostenere l’altro gomito. Il bastone va usato dal lato sano. L’operatore di posiziona preferibilmente posteriormente e di lato e agevola i movimenti più complessi. Se il paziente deve scendere le scale, l’operatore si posiziona anteriormente e di lato. Gli ausili sono strumenti fondamentali per l’assistenza, per aiutare, facilitare l’autonomia della persona. Vengono definiti come dispositivi tecnologici finalizzati a facilitare o sostenere l’autonomia della persona. Sono qualsiasi prodotto, strumento, attrezzatura o sistema tecnologico di produzione specializzata o di comune commercio, utilizzato da una persona disabile per prevenire, compensare, alleviare o eliminare una menomazione, disabilità o handicap...". Gli ausili sono "concepiti per uso individuale nella vita quotidiana non con finalità cliniche". Ne esistono di diversi tipi e con diversi utilizzi e scopi. Le classificazioni sono piuttosto varie, oggi più spesso la distinzione è per tipologia di ausilio (per la deambulazione, per l’incontinenza….).

Page 50: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

50

• Protesi se concorrono a tale obiettivo sostituendo una struttura

corporea mancante e recuperandone determinate funzionalità; • Ortesi se sostengono o migliorano la funzionalità di una struttura

corporea presente ma compromessa. • Ausili adattativi o ausili per le attività della vita quotidiana (ausili

AVQ) se migliorano la capacità o la performance in determinate attività senza necessariamente recuperare le funzioni che normalmente ad esse sottostanno

• Ausili ambientali o ausili per l’adattamento dell’ambiente se migliorano la capacità o la performance rendendo più fruibile o accessibile l’ambiente di vita dell’utente.

• Ausili assistenziali o ausili per l’assistenza personale se rendono possibile o meno gravoso il compito di un familiare o assistente in operazioni connesse all’assistenza personale.

Page 51: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

51

Mezzi di contenzione

Per contenzione si intende, classicamente, quell’insieme di «mezzi fisici –

chimici – ambientali che, in una qualche maniera, limitano la capacità di movimenti

volontari dell’individuo».

L’art 3 della Costituzione Italiana recita: «La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa alcuna forma di detenzione, di ispezione o di perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge…E’ punita ogni forma di violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà….».

L’art. 32 della Costituzione: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». L’uso dei mezzi di contenzione solleva problemi di tipo etico e di tipo giuridico. La precedente definizione, che pone l’accento solo sul mezzo di contenzione, potrebbe essere ‘integrata’ affermando che: «la contenzione è un atto sanitario –

assistenziale che utilizza mezzi fisici – chimici – ambientali, applicati direttamente o

allo spazio circostante all’individuo, per limitarne i movimenti».

Intanto si evince che, essendo un atto sanitario – assistenziale, la sua prescrizione è di competenza medica, ma, non di meno, la sua validità andrebbe discussa in equipe. E’ bene qui ricordare che una prescrizione, per essere valida, deve essere preceduta da un consenso informato.

L’art 571 del Codice Penale recita: «Chiunque abusa di mezzi di contenzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragioni di educazione, cura o vigilanza, ovvero per l’esercizio di una professione, è punibile se dal fatto deriva il pericolo di una malattia del corpo o della mente».

Si rientra pertanto nei reati di violenza privata, maltrattamenti e di sequestro di persona.

La contenzione può essere necessaria quando si vuole evitare che la persona determini con il suo comportamento un danno a se stessa o ad altri.

Nel Codice Deontologico degli infermieri si recita: l’infermiere si adopera affinché il ricorso alla contenzione sia un evento straordinario, sostenuto su prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali.

Page 52: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

52

Mezzi di contenzione per facilitare la somministrazione dei farmaci

• Alcuni presidi sono usati per permettere la somministrazione di farmaci per via endovenosa bloccando l’arto interessato.

• Talora succede quando il paziente non è ancora cosciente poiché appena uscito dalla sala operatoria

• Occorre informare il paziente e i familiari! • Deve essere annotata la disposizione medica

Mezzi di contenzione usati per la sicurezza del paziente

• Sbarre laterali applicate a letti o barelle di trasporto • Attenzione all’uso negli anziani: si rischia più spesso che diventino

una limitazione coattiva della libertà! • E’ necessaria accurata valutazione medica in collaborazione con IP e

OSS per i rischi di traumi maggiori che si possono verificare soprattutto la notte

Dispositivi di contenzione

• Sbarre laterali per letto • Fissatore pelvico • Fascia anti-scivolamento (anche pettorale) • Bracciali di immobilizzazione • Divaricatore inguinale • Supporto gomito-braccio

Page 53: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

53

Bisogno di eliminare L’eliminazione rientra i bisogni fondamentali dell’uomo. L’eliminazione di urine ha principalmente lo scopo di mantenere un buon bilancio idroelettrolitico; l’eliminazione fecale ha invece il principale scopo di eliminazione delle scorie. Esistono diversi fattori che influenzano l’eliminazione:

• Eta’ (bambino, adulto, anziano) • Alimentazione (tipologia alimenti e di bevande) • Fattori fisici (condizione igieniche, potersi muovere) • Fattori ambientali (privacy) • Fattori psicologici (stati emotivi) • Stile di vita

L’eliminazione urinaria L’eliminazione urinaria avviene attraverso un meccanismo neuromuscolare controllato dalla volontà dell’individuo che permette di scaricare all’esterno del corpo i prodotti residuali del metabolismo. Le vie urinarie sono diverse nei due sessi, ma in condizioni normali, lo stimolo ad urinare si genera nello stesso modo: per distensione della vescica e a questo punto avviene la minzione. La minzione è quel processo fisiologico complesso attraverso il quale vengono eliminate le urine che si raccolgono nella vescica. Durante l’infanzia questo processo è un atto riflesso mentre acquisendo il controllo volontario della minzione nell’adulto, il processo della minzione è controllato anche dal sistema nervoso centrale. Quando in vescica si raccolgono circa 150/300 ml di urina, i recettori delle pareti muscolari vescicali ricevono degli stimoli che trasferiscono alla corteccia cerebrale generando la percezione dello stimolo della minzione. Caratteristiche delle urine Vengono prodotte nell’arco delle 24 ore. La colorazione è di solito ambra/giallo paglierino. E’ composta da acqua 96%, 2% sali minerali (Na / k), urea e rifiuti azotati (2%). Ha un peso specifico di 1010/1025. Ha un PH leggermente acido. La vescica può contenere di norma 300/400 ml di urina. Durante le 24 ore vengono espulse circa 1500-2000 cc di urina. Il quantitativo complessivo di urina prodotta nelle 24 ore viene definito diuresi. Alterazioni quantitative delle urine

Page 54: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

54

Le principali alterazioni flusso urinario (qualità e quantità) che possono determinare disturbi della minzione sono: 1) ANURIA (assenza o escrezione di meno di 100 ml di urina nelle 24 ore – patologia acuta renale) 2) OLIGURIA (riduzione della quantità di urina inferiore ai 500 ml nelle 24 ore – patologia renale, grave disidratazione, ostruzione flusso vie escretrici) 3) POLIURIA (produzione elevata di urine nelle 24 ore senza una corrispettiva assunzione di liquidi che possa giustificarla > 2500/3000 ml nelle 24 ore (diabete mellito scompensato) 4) RITENZIONE URINARIA (urine in vescica – problemi neurologici, post-intervento, ipertrofia prostatica). Alterazioni quantitative delle urine Esistono delle alterazioni quantitative delle urine caratterizzate dalla presenza di elementi nelle urine di solito assenti o presenti in quantità superiore alla norma.

• Proteinuria (presenza di proteine) • Ematuria (presenza di sangue) • Glicosuria (presenza di glucosio) • Chetonuria (presenza di corpi chetonici) • Bilirubinuria (presenza di bilirubina) • Batteriuria (presenza di batteri) • Leucocituria (presenza di leucociti) • Cristalluria (presenza di cristalli di ossalato di calcio) • Piuria (presenza di pus)

Alterazioni della minzione La frequenza della minzione varia da individuo a individuo e comunque anche dal sesso e dall’età (4-6 volte al giorno per la donna, 3-4 volte per l’uomo). Esistono delle alterazioni della minzione a seconda della tipologia di minzione, del numero di minzioni e delle fasi del giorno in cui si produce di più.

• POLLACHIURIA (s’intende un aumento frequenza della minzione a brevi intervalli di tempo. Cause: cistiti, infezioni vie urinarie)

• DISURIA (s’intende minzione difficoltosa, bruciore durante la minzione) • STRANGURIA (S’intende minzione dolorosa) • NICTURIA (S’intende minzione prevalente durante le ore notturne

rispetto a quelle diurne. E’ tipica dei soggetti cardiopatici). L’incontinenza urinaria Per incontinenza urinaria s’intende una perdita involontaria di urine tale da costituire un problema di salute dell’individuo.

Page 55: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

55

Le cause sono molteplici: infezioni vie urinarie, problemi neurologici, perdita del tono muscolare e sfinteriale. Per tale ragione si distinguono vari tipi di incontinenza. 1) Incontinenza da urgenza o da tenesmo La causa principale è determinata da una contrazione della vescica che supera la capacità di controllo dell’individuo. La perdita involontaria di urina è preceduta da un improvviso ed intenso bisogno di mingere.(Pollachiuria, nicturia, cause neurologiche, cistite, invecchiamento). 2) Incontinenza da sforzo (spesso associata all’obesità e pluriparità). E’ caratterizzata dalla perdita di scarse quantità di urina, conseguentemente ad attività fisica e/o aumento pressione intraddominale. Per tale motivo è frequente nei soggetti obesi e nelle donne che hanno avuto più figli a causa di un’alterazione dei muscoli del perineo. Spesso si verifica nei pazienti che hanno portato per un certo tempo un catetere vescicale o che hanno un danneggiamento del meccanismo di funzionamento dello sfintere interno (uomo = chirurgia prostatica). 3) Incontinenza da rigurgito E’ la perdita involontaria d'urina che si verifica come conseguenza di una vescica troppo piena. Essa è provocata da un ostacolo che si trova al livello dell'uretra, ostacolo che può essere dovuto ad un tumore o adenoma della prostata, a stenosi uretrale, a sclerosi a placche, diabete, costipazione, ecc… L'ostacolo impedisce lo svuotamento completo della vescica, la pressione aumenta ed oltrepassa la resistenza dello sfintere. Questo non riesce più a contenere l'urina, che fuoriesce in maniera frequente e poco abbondante. 4) Incontinenza funzionale E’ caratterizzata dalla normale funzione vescicale e uretrale. Il soggetto presenta un’incapacità di riconoscere lo stimolo della minzione (demenza, disabilità mentali gravi) e/o all’impossibilità di accedere ad un locale adatto per mingere (disabilità motoria). 5) Incontinenza totale Permanente e involontaria perdita di urina che fuoriesce da una vescica non distesa (a causa di lesioni neurologiche, danni traumatici e malformazioni congenite). Il cateterismo vescicale

Per cateterismo vescicale s’intende l’introduzione, con posizionamento provvisorio o permanente, di un catetere sterile, in vescica per via transuretrale o sovrapubica a scopo:

-diagnostico,

Page 56: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

56

-terapeutico,

-evacuativo.

Rappresenta una procedura invasiva di competenza medico-infermieristica. L’OSS coopera nella preparazione del paziente, nella preparazione dell’occorrente sul carrello e collabora con le altre figure professionali all’inserzione del catetere vescicale. Compito dell’OSS nel posizionamento del catetere vescicale:

• Eseguire l’igiene accurata del perineo • Aprire le confezioni del materiale sterile, collaborando con l’infermiere

nell’applicazione del catetere vescicale • Aiutare la persona a mantenere la posizione • Riordinare il materiale e l’ambiente • Posizionare in comfort la persona

Materiali necessari per la preparazione del carrello per il posizionamento del catetere vescicale:

• Vassoio • Materiale per l’igiene del perineo • Telino sterile • Garze sterili • Guanti sterili • Guanti monouso • Siringhe da 10 ml • Soluzione antisettica sterile (clorexidina 0.05% o iodopovidone) • Lubrificante sterile con anestetico • Soluzione fisiologica (10 ml) • Catetere vescicale • Sistema di drenaggio e di raccolta delle urine • Cerotti • Contenitore per lo smaltimento dei rifiuti

L’OSS durante la collaborazione al posizionamento del catetere vescicale deve e può:

• Garantire la privacy al paziente • Spiegare la procedura al paziente • Eseguire il proprio lavaggio semplice delle mani ed indossare i guanti

monouso • Eseguire un’accurata igiene perineale • Aiutare la persona ad assumere la posizione ginecologica a letto, al fine

di visualizzare il meato uretrale

Page 57: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

57

Esistono tipi di diversi di cateteri vescicali che si differenziano per misure, consistenza, numero di vie, materiale, forma prossimale. In base alla consistenza si possono distinguere in: • cateteri rigidi: di materiale sintetico, di uso limitato; • cateteri semirigidi: in gomma o in plastica (in genere siliconati) il cui uso

deve essere limitato ai casi di stretta necessità; • cateteri molli: in lattice, silicone, questi cateteri sono da preferirsi in ogni

circostanza ed in particolare quando si prevede un uso protratto nel tempo;

• cateteri autolubrificanti: in PVC rivestito di sostanze che a contatto con l’acqua rendono il catetere lubrificato. Questi cateteri servono per svuotare la vescica o un serbatoio urinario continente in modo intermittente (non può essere usato per il drenaggio continuo) e per dilatare un restringimento uretrale.

In base al numero di vie: • a una via (utilizzato esclusivamente per il cateterismo provvisorio); • a due vie (una per il deflusso delle urine e l’altra, dotata di valvola,

permette la distensione di un palloncino all’interno della vescica per un posizionamento stabile del catetere);

• a tre vie (una per il drenaggio delle urine, una per il palloncino e la terza per l’irrigazione).

Il catetere vescicale più usato è il Foley, un catetere molle, auto statico. E’ dotato all’estremità distale di un palloncino gonfiabile che ne permette l’ancoraggio in vescica. Presenta 2 fori contrapposti e simmetrici. La sua flessibilità ed elasticità assicura un elevato grado di comfort al paziente cateterizzato. Il palloncino va gonfiato con 8-10 ml di soluzione fisiologica sterile. Le sacche di raccolta delle urine possono essere di diverso tipo. Sacca di raccolte urine a circuito chiuso: è un drenaggio urinario in una sacca chiusa all’esterno. E’ dotato di un dispositivo di prelievo urine e di un rubinetto applicato alla sacca stessa che ne consente il periodico svuotamento, senza dover interrompere il circuito. L’introduzione di questo sistema di drenaggio ha rappresentato le prevenzioni delle IVU. Hanno un basso rischio di inquinamento. Sono dotate di rubinetti di scarico con doppia valvola di sicurezza, non permette né ai germi né alle urine di penetrare nel raccordo se utilizzate correttamente, queste sacche hanno la

Page 58: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

58

caratteristica di essere tenute in sito anche per più giorni, in oltre permettono il prelievo di campioni di urina senza inquinare. Sacca di raccolta urine a circuito aperto: non hanno, come il circuito chiuso, le valvole di sicurezza pertanto sono facilmente contaminanti. Sia quelle con rubinetto che senza, devono essere sostituite tutti i giorni, hanno un capienza di circa 2000 cc. Tecnica di posizionamento nella donna Aiutare il paziente ad assumere la posizione ginecologica e quindi: 1) indossare 2° paio di guanti non sterili 2) con siringa da cc. 10 sgonfiare il palloncino di ancoraggio del catetere vescicole in loco e quindi rimuovere il catetere dal canale uretrale 3) aprire il kit e indossare 1° paio di guanti sterili e disporre ordinatamente il materiale all’interno del campo sterile 4) aspirare nella siringa cono catetere la soluzione fisiologica dal flacone di cc. 100 5) eseguire la disinfezione della zona genitale, con tamponi imbibiti di soluzione disinfettante come di seguito indicato, ricordando che ogni garza va usata una volta sola con movimento dall’alto basso verso; con una mano si disinfetta, mentre con l’altra si tengono divaricate le labbra vulvari: a. con 1° e 2° tampone disinfettare le grandi labbra dx e sx b. con 3° e 4° tampone disinfettare le piccole labbra dx e sx c. con 1° garza disinfettare l’orifizio uretrale d. con 2° garza metterla sull’orifizio vaginale 6) eliminare il 1° e il 2° paio di guanti sterili 7) stendere il primo telo sterile sul piano del lettino e il 2° telo sulla zona pubica 8) togliere l’involucro di protezione del catetere e raccordarlo alla sacca di drenaggio 9) lubrificare il catetere 10) introdurre lentamente la punta del catetere nel meato uretrale e proseguire l’introduzione fino alla collocazione in vescica 11) raccordare il catetere della sacca ed effettuare con siringa cono catetere , riempita con soluzione fisiologica, un lavaggio vescicale per verificare il posizionamento in vescica, quindi raccordare il catetere con la sacca di drenaggio 12) raccordare la siringa preriempita con acqua depurata nella seconda via del catetere e gonfiare il palloncino di ancoraggio, ritirare il catetere fino a percepire resistenza in modo che il palloncino si ancori al collo della vescica 13) fissare la sacca sull’apposito sostegno al bordo del letto e posizionarla al di sotto del livello della vescica per evitare il reflusso dell’urina. Questa norma

Page 59: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

59

va osservata per il paziente in posizione supina, ma soprattutto se è deambulante, al quale la sacca va fissata ad una gamba sotto gli indumenti. 14) infine si utilizza il sacchetto contenuto nel kit per raccogliere il materiale usato 15) segnare tutto in cartella e dare le informazioni per la prossima sostituzione. Tecnica di posizionamento nell’uomo Far assumere al paziente la posizione supina con le gambe leggermente divaricate, quindi, effettuare cure igieniche dei genitali: 1) indossare 1 paio di guanti non sterili 2) con siringa cc. 10 sgonfiare il palloncino di ancoraggio del catetere vescicole in loco e quindi rimuovere il catetere dal canale uretrale 3) aprire il kit indossare 1 paio di guanti sterili e disporre ordinatamente il materiale all’interno del campo sterile 4) aspirare con la siringa cono catetere la soluzione fisiologica dal flacone di cc. 100 5) afferrare il pene con una garza per non inquinare i guanti sterili ed eseguire la disinfezione della zona genitale, come di seguito indicato: ritirare il prepuzio e disinfettare con i tamponi imbibiti di soluzione disinfettante per almeno tre volte il glande e l’orifizio ureterale , la disinfezione avviene movendo il tampone, trattenuto dalla pinza ad anelli, dall’orefizio ureterale , verso la radice del pene, ed infine appoggiare il pene sopra una garza sterile. 6) sostituire i guanti usati con il 2° paio di guanti sterili 7) stendere il primo telino sterile sul piano del letto e il secondo sulla zona pubica 8) togliere l’involucro di protezione al catetere e raccordarlo alla sacca di drenaggio 9) introdurre nell’uretra il gel lubrificante allo scopo di creare una velatura a protezione della mucosa, per evitare la disepitelizzazione traumatica e favorire lo scorrimento del catetere, introdurre la punta del catetere nel meato uretrale lentamente e con movimento rotatorio, distendendo il pene verso l’alto, 10) abbassare il pene quando si avverte una leggera resistenza e continuare ad introdurre il catetere fino al posizionamento in vescica (deflusso di urina); se si dovesse sentire resistenza non forzare la progressione , bensì ritrarre il catetere di qualche centimetro e reinserirlo 11) raccordare il catetere dalla sacca ed effettuare con siringa cono catetere , riempita con soluzione fisiologica, un lavaggio vescicale per verificare il posizionamento in vescica e quindi raccordare il catetere con la sacca di drenaggio

Page 60: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

60

12) raccordare la siringa preriempita con acqua depurata alla seconda via del catetere e gonfiare il palloncino di ancoraggio, ritirare il catetere fino a percepire resistenza in modo che il palloncino si ancori al collo della vescica 13) spingere in avanti il prepuzio per evitare eventuali edemi del pene che potrebbero evitare una parafimosi 14) fissare la sacca sull’ apposito sostegno del letto e posizionarla al di sotto del livello della vescica per evitare il reflusso di urina; questa norma va osservata per i pazienti in posizione supina, ma soprattutto per paziente deambulante, al quale la sacca va fissata ad una gamba sotto gli indumenti 15) infine si usa il sacchetto contenuto nel kit per raccogliere il materiale usato 16) segnare tutto in cartella e dare le informazioni al paziente o al famigliare per la prossima sostituzione. I Cateteri Vescicali arrivano alla vescica passando attraverso l’uretra e, dal momento che oltrepassano i normali sistemi di difesa dell’organismo, il loro uso è connesso a dei rischi. Le infezioni delle vie urinarie sono il problema più frequente. Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono una delle più frequenti infezioni nosocomiali e costituiscono approssimativamente dal 20 al 40% di tutte le infezioni ospedaliere e l’80% di esse sono associate all’uso del catetere vescicale. I principi assistenziali a carico dell’OSS nel soggetto portatore di catetere vescicale sono principalmente finalizzati a prevenire le infezioni delle vie urinarie/batteriuria, associate al cateterismo vescicale. E’ quindi importante che l’OSS si occupi in maniera adeguata di:

1) Cura del meato urinario. E’ importante una buona igiene personale intorno all’area del meato compiuta regolarmente. La cura quotidiana del meato urinario va fatta con acqua e sapone. L’igiene standard è sufficiente a prevenire le infezioni

2) Cura del sistema di drenaggio / raccolta urine. Con tecnica adeguata di svuotamento della sacca La sacca va mantenuta sotto il livello della vescica, deve avere un rubinetto di svuotamento e un dispositivo antireflusso. E’ necessario non contaminare la sacca e l’ambiente durante lo svuotamento. Per questo occorre indossare i guanti monouso ed evitare il contatto del rubinetto con il contenitore. E’ importante non dare strappi alla sacca e non appoggiarla sul pavimento. Presidi per l’incontinenza urinaria.

Page 61: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

61

Esistono vari presidi che possono essere usati per trattare l’incontinenza urinaria. Vari sistemi di assorbenza (strisce, pannoloni di varia forma, misura e grado di assorbenza) e di traverse monouso assorbenti. L’uso di comode, pappagalli e padelle. Possono essere inoltre applicate delle tecniche di prevenzione che prevedono la figura dell’OSS come figura principale. Minzione sollecitata: da attuare in pazienti in grado di percepire “la vescica piena” e che chiedono aiuto e supporto per l’utilizzo del bagno o della comoda durante il giorno. Durante la notte è associabile all’utilizzo di pannoloni per conservare il riposo notturno. Minzione sollecitata: nei soggetti non in grado di percepire bene lo stimolo alla minzione. Bisogna garantire un intervallo inter-minzionale fisso (per esempio ogni due ore). Il paziente viene accompagnato in bagno per la minzione indipendentemente che sia asciutto o bagnato. Può essere inoltre realizzato un diario minzionale. E’ uno strumento per valutare il comportamento eliminatorio del paziente. Necessita di una diagnosi di incontinenza e permette di fare una pianificazione dell’intervento assistenziale. Cosa prevede ?

• Numero e frequenza minzioni nelle 24h • Diuresi complessiva • Presenza o meno di ritenzione urinaria • Presenza o meno di incontinenza fecale

Altro compito fondamentale è la cura della cute. Intervento assistenziale fondamentale per garantire l’integrità cutanea e per facilitare l’accertamento di eventuali alterazioni. E’ importante, infatti, evitare che la cute rimanga a lungo a contatto con le urine e/o feci perché tale condizione determina la possibilità di sviluppo di micosi e il rischio di avere delle piaghe da decubito. L’Operatore Socio-Sanitario nell’ambito delle attività attribuite dal profilo, interviene nei prelievi di liquidi biologici emessi naturalmente (per esempio da cavità naturali). Gli esami diagnostici possibili per l’urina sono:

• Esame chimico-fisico • Raccolta urine 24 ore • Urinocoltura

Page 62: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

62

• Esame citologico. L’urostomia. E’ una derivazione urinaria (abboccamento alla cute addominale dei canali escretori) determinata artificialmente per via chirurgica nei pazienti che per cause patologiche (ostruzione vie urinarie) presentano una alterazione del percorso delle urine.

L’urina viene raccolta all’interno di undispositivo costituito da a) Adesivo b) Sacca di raccolta c) Valvola antireflusso (all’interno della sacca di raccolta , previene infezioni) d) Valvola di scarico (svuotamento sacca). Nella persona portatrice di urostomia è importante dal punto di vista dietetico mantenere una DIETA ADEGUATA ed EQUILIBRATA: dovrebbe evitare un aumento di peso, assumere gli alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, mirtilli) che favoriscono le difese naturali nei confronti delle vie urinarie. Per quanto riguarda le cure igieniche è preferibile l’utilizzo della doccia piuttosto che il bagno in vasca per evitare che la placca e la sacca siano immersi nell’acqua per troppo tempo. L’eliminazione intestinale L’eliminazione fecale o intestinale è una funzione mediata dalla volontà dell’individuo ovvero, normalmente la persona adulta, può controllare, in buona parte, questa attività adattandola alle proprie esigenze. Infatti l’espulsione delle feci deriva dall’interazione di fattori biologici e psicologici che stimolano o inibiscono tale funzione. Alcuni termini:

• Defecazione (espulsione delle feci dal tratto intestinale verso l’esterno) • Riflesso colico (presenza di feci nell’ampolla rettale) • Espulsione delle feci è garantita dall’azione muscolare volontaria e

involontaria (muscoli addominali, contrazione diaframma > pressione intraddominale).

Page 63: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

63

L’intestino

L’intestino viene diviso in zone diverse che presentano caratteristiche e funzioni diverse. L’intestinuo tenue (piccolo intestino). Nell'adulto ha un diametro di 3 cm e una lunghezza di 6 metri. E' ripiegato in anse nella cavità addominale ed è composto di tre parti: il duodeno, il digiuno e l'ileo.I succhi digestivi prodotti dal fegato e dal pancreas vengono riversati nel duodeno e si mescolano con il cibo che é stato in parte digerito. Mentre il cibo passa attraverso il digiuno e poi nell'ileo, viene per la massima parte digerito ed assorbito; quello che non é stato assorbito, che è liquido, transita attraverso il colon L’intestino crasso o grande intestino. La sua funzione principale è quella di assorbire buona parte dei liquidi e dei sali, così che il contenuto diventi formato o solido. Si suddivide in: cieco, colon che è la porzione principale (ascendente, trasverso, discendente, sigmoideo) e retto. Una volta che la digestione o l'assorbimento sono stati completati nel piccolo e grande intestino, rimane un residuo solido, denominato feci. Questo residuo viene accumulato nel retto e poi eliminato attraverso l'ano, uno stretto passaggio che mette in comunicazione il sistema digestivo con l'esterno. Lo sfintere anale, muscolo ad anello, permette il controllo dell'eliminazione delle feci. L’intestino presenta diverse funzioni. La motilità intestinale (trasporto prodotti di rifiuto e assorbimento sostanze nutritizie). La peristalsi intestinale è il movimento di tipo ondoso presente nell'intestino, è conseguente alla distensione dei visceri che scatena un riflesso nervoso che induce la contrazione della muscolatura liscia circolare dell’intestino. L’ assorbimento che è diverso a seconda della zona dell’intestino:

• Nel tenue vengono assorbiti la maggior parte dei nutrienti

Page 64: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

64

• Dal tenue il “chilo” si sposta nell’intestino crasso attraverso la valvola ileo-cecale

• Nel Crasso vengono assorbiti acqua e sali minerali. Il contenuto intestinale in questo tratto è costituito da acqua, rifiuti, sostanze non digeribili. Il risultato è la produzione di feci.

• La digestione è l'insieme dei processi meccanici e biochimici attraverso i quali gli alimenti ingeriti sono trasformati in sostanze nutritive in grado di essere assimilate. Il bolo alimentare, dopo essere stato masticato e inghiottito, giunge nello stomaco, dove i nutrimenti subiscono alcune modifiche che consentono il loro eventuale e ulteriore assorbimento.

Quindi la digestione prosegue nell'intestino tenue sotto l'azione degli enzimi digestivi, attraverso la trasformazione dei glucidi in glucosio, dei lipidi in acidi grassi e in monogliceridi e delle proteine in aminoacidi. L'assorbimento di questi nutrimenti avviene attraverso la barriera intestinale, per poi ritrovarsi nel flusso sanguigno. Caratteristiche delle feci:

• Colore bruno • Consistenza morbida • 75% acqua, 25% sostanze solide organiche ed inorganiche, batteri

morti, scorie vegetali o non digerite, proteine

Page 65: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

65

• Nel neonato (prime feci) = MECONIO (muco, liquido ammiotico, cellule epiteliali, pigmenti grassi e biliari)

Esistono dei fattori che possono influenzare la normale eliminazione intestinale: età, abitudini alimentari, ritmi di vita (sedentarietà ecc..), patologie intestinali, terapie farmacologiche, alcune patologie sistemiche, procedure diagnostiche e/o chirurgiche. Anche le feci possono presentare delle alterazioni di colore, della forma o della presenza di sostanze anomale. Alterazioni del colore

• Feci acoliche (assenza di bile, colore grigio-biancastro, es. ostruzione vie biliari)

• Feci bianche (ingestione anti-acidi o bario per esami diagnostici) • Feci nere (presenza carbone e ferro) • Feci colorate (farmaci colorati o alimenti particolari)

Alterazioni della forma

• Feci acquose (diarrea) • Feci secche e dure (stipsi) • Feci sottili e nastriformi (stenosi del grosso intestino)

Page 66: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

66

• Feci caprine (stenosi del tratto intestinale inferiore, stipsi) Presenza di sostanze anomale

• Steatorrea (grasso e muco) • Rettorragia ed enterorragia (sangue rosso vivo) • Melena (sangue rosso scuro, feci nere catramose di odore pungente) • Sangue occulto • Cibi mal digeriti • Pus • Parassiti o uova (ossiuri, tenia, ascaridi)

Esistono inoltre delle alterazioni dell’eliminazione: diarrea, flatulenza e stispi. Per diarrea s’intende l’eliminazione di feci non formate, liquide e/o poltacee, con anche più evacuazioni giornaliere. Può avere cause e meccanismi diversi (es: Per aumentata motilità intestinale; Patologie tratto intestinale-infezioni; accumulo di sostanze non assorbibili..) Può determinare alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico in particolare determina il rischio di disidratazione. La flatulenza è l’accumulo di gas nel tratto gastrointestinale a causa dell’ azione batterica della flora intestinale dell’intestino crasso. Il meteorismo è l’enorme presenza di gas nell’intestino che provoca dolore addominale. Le cause possono essere l’ingestione di alcune tipologie di cibi (aumento processo di fermentazione batterica); l’elevata ingestione di aria; o alcune patologie(sindrome del colon irritabile..). La stipsi consiste nella mancata eliminazione per più giorni e/o evacuazione di feci dure e con evacuazione difficoltosa. Le cause sono molteplici: una dieta carente di fibre alimentari e acqua; un’attività fisica inadeguata (riduce la peristalsi e il tono della muscolatura impegnata nella fase di defecazione); alcune patologie; gravidanza… Criteri diagnostici ROMA III per la stipsi Almeno due o più delle seguenti caratteristiche in almeno il 25% delle scariche (per almeno 3 meni nell’arco dell’ultimo semestre):

– sforzo nella defecazione – feci dure – sensazione di evacuazione incompleta – sensazione di occlusione – meno di 3 scariche alla settimana – necessità di manovre manuali per poter evacuare.

Evacuazioni rare senza ricorrere a lassativi. Esclusione della diagnosi di Sindrome dell'Intestino Irritabile.

Page 67: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

67

Gli altri sintomi (presenza di muco,gonfiore o tensione addominale, alterata consistenza delle feci) possono essere presenti ma non sono elementi sintomatologici fondamentali. La STIPSI si può complicare a causa dello sforzo durante l’evacuazione con l’insorgenza di emorroidi e di ragadi anali e di conseguente dolore. Si può distinguere:

• Stipsi acuta (enteroclismi, clisteri, terapia lassativa) • Stipsi cronica (dieta, abitudini alvo)

Il fecaloma in particolare è un accumulo di feci dure bloccate nel retto con una conseguente incapacità di evacuarle. E’ generalmente conseguente a una stipsi trascurata e non trattata. In alcuni casi è conseguente a malattie neurologiche , debilitanti. L’intervento assistenziale è di tipo infermieristico (enteroclismi e terapia lassativa, frammentazione manuale del fecaloma).

L’incontinenza fecale E’ caratterizzata dalla perdita involontaria di feci (problema salute e sociale). Le cause sono spesso alterazioni neurologiche ed emotive. E’ frequente negli anziani (3% degli anziani a casa, 47 % degli anziani nelle RSA). Esistono diversi tipi di incontinenza:

• Incontinenza occasionale (da fecaloma); la presenza di feci dure irrita la mucosa intestinale causando una diarrea acquosa con perdita continua di feci durante il giorno

• Incontinenza funzionale = mancanza percezione stimolo evacuativo secondario a problemi neurologici e/o psichiatrici

• Incontinenza sintomatica = diarrea da infiammazione acuta dell’intestino (tossinfezioni alimentari, k intestinale)

• Incontinenza ano-rettale = perdita di feci senza alcuna consapevolezza del paziente (lesioni neurologiche nervi sensoriali e motori del presso sacrale o da cause chirurgiche)

Può essere fatta un’educazione alla continenza intestinale facendo un adeguato esercizio fisico, assumendo una dieta ad alto contenuto di fibre, un’adeguata assunzione liquidi durante la giornata e una puntuale annotazione dei movimenti intestinale. I presidi per l’incontinenza fecale sono i classici presidi per l’incontinenza (pannoloni, traverse…), l’uso della padella e della comoda. Le derivazioni intestinali

Page 68: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

68

Garantiscono la conservazione della funzione eliminatoria a seguito di interventi chirurgici (patologie infiammatorie o tumorali). Sono caratterizzati da un’apertura artificiale sulla parete addominale (STOMIA). Esistono vari tipi di stomia a seconda del livello dell’intestino in cui è applicata l’apertura. ILEOSTOMIA : l’orifizio che si crea abboccando il piccolo intestino per drenare il materiale fecale dall’ileo. Le feci provenienti da una ileostomia sono liquide e contengono ancora enzimi digestivi fortemente irritanti per la cute. COLONSTOMIA : l’orifizio che si crea abboccando il grosso intestino. Può interessare qualsiasi parte del colon a vario livello: a)Ascendente (feci non formate, acquose): è una stomia temporanea per far “riposare e guarire” il tratto intestinale situato distalmente. L’evacuazione è frequente e imprevedibile. b) Trasverso (feci semiliquide) posizione centrale dell’addome. E’ una stomia temporanea. L’evacuazione è frequente e imprevedibile. c) Sigmoidea (feci formate, solide) localizzata sul quadrante inferiore sinistro dell’addome. E’ più frequente in pazienti con carcinoma del retto.

Page 69: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

69

Per tutti i tipi di stomie sia urostomie che enterostomie esistono diversi tipi di placche: placche a due pezzi e placche a un pezzo. La placca non deve irritare la cute, va sostituita al momento prestabilito. Nella colostomia-ileostomia la placca si sostituisce ogni 2-3 giorni, mentre la sacca 2-3 volte al giorno.

Tecnica di sostituzione della stomia

Sul carrello: una brocca, acqua tiepida, guanti monouso non sterili, teli di protezione; spugne possibilmente monouso per la toilette, garze in tessuto non tessuto, contenitore per l’acqua. Un contenitore per i rifiuti, nuova sacca, forbici apposite con taglio a curva, asciugamano monouso. L’O.S.S. può fare questa manovra su stretta indicazione infermieristica in caso di: resezione intestinale definitiva, messa a riposo temporanea di una porzione intestinale. Se è necessaria una medicazione sterile , la prestazione è di competenza infermieristica. Tecnica Informare il paziente riguardo la procedura. Lavarsi le mani. Indossare i guanti. Sistemare il paziente in una posizione il più confortevole possibile con un telo di protezione sotto la sacca. Scollegare la sacca usata dal bordo nella parte superiore per evitare le perdite. Osservare se vi sono eventuali scariche. Mettere la sacca usata nel contenitore porta rifiuti. Togliere il materiale fuoriuscito con delle garze asciutte Lavare accuratamente la stomia con l’acqua tiepida, dalla zona più pulita a quella più sporca. Asciugare tamponando delicatamente con le garze. Evitare di usare altri prodotti oltre l’acqua, ( salvo altra indicazione infermieristica) e non strofinare troppo forte per non irritare inutilmente la stomia. Esaminare lo stato della cute e della mucosa. Prendere la misura della stomia per tagliare il foro nella sacca della stomia, togliere il film protettivo ( se stiamo parlando di sacca e placca a corpo unico). Sistemare la placca nell’orifizio. Assicurasi che l’adesivo abbia fatto presa. Riordinare il materiale e l’unità del malato. Riposizionare il sistema di chiamata. Arieggiare la stanza. Disinfettare e riordinare il materiale utilizzato.

Page 70: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

70

Informare l'infermiere riguardo: -Esecuzione della prestazione. -Tutte le anomalie della cute e della mucosa. (In questo caso non collegare una nuova sacca ma avvisare l'infermiere) -Quantità ed aspetto delle feci. -Livello di autonomia del paziente. L’OSS collabora con il personale infermieristico nella soddisfazione del bisogno di eliminazione della persona in relazione al livello di “dipendenza” in cui la stessa si viene a trovare. Può attuare e collaborare in interventi specifici e pianificati dall’infermiere (dieta, liquidi, mobilizzazione) Deve assicurare il comfort, la sicurezza e la privacy durante l’evacuazione 1) Aiutare il paziente a usare la comoda o a raggiungere il bagno 2) Se il paziente non è in grado di raggiungere il bagno o la comoda, portare la padella e posizionare il paziente facendolo sollevare a ponte (vedi figura) o ruotare di lato 3) Verificare prima di posizionare la padella che la stessa non sia fredda 4) Far assumere la paziente in posizione più idonea e confortevole 5) Coprire adeguatamente il paziente sia per evitargli di prendere freddo, sia per assicurargli la privacy 6) Concedere a ogni paziente tutto il tempo necessario per l’evacuazione e verificare il sistema di chiamata sia facilmente raggiungibile 7) Effettuare l’igiene perineale se il malato non è in grado di provvedere autonomamente Prelievo delle feci

• Esame delle feci • Coprocoltura • Ricerca parassiti • Ricerca sangue occulto fecale

Uso della padella e del pappagallo Materiale

• Paravento • Padella o pappagallo • Carta igienica • Traversa impermeabile • Eventualmente materiale per igiene perineo

Procedura

• Lavare le mani

Page 71: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

71

• Assicurare la privacy: chiudere porta e posizionare paravento, far uscire visitatori

• Spiegare al paziente come sedersi sulla padella Uso della padella in soggetto che necessita di aiuto:

• Se necessaria mettere traversa assorbente • Sollevare i fianchi del paziente e far scivolare un braccio sotto di lui

oppure girarlo su un fianco e far ruotare il paziente sulla padella • Mettere se necessario un asciugamano arrotolato o una coperta sotto

l’osso sacro (per prevenire il disagio della parte ossea) Uso del pappagallo:

• Mettere la base del pappagallo sul letto tra le cosce del paziente • Posizionare il pene nel pappagallo

Per entrambi: • Mettere campanello e carta igienica a portata di mano • Quando il paziente ha urinato levare il contenitore e aiutarlo a pulirsi, se

necessario • Dare al paziente l’opportunità per lavarsi le mani • Rimettere comodo il paziente • Rimuovere il paravento • Valutare quantità e qualità • Svuotare pappagallo o padella, lavarli e inserirli nell’apposita macchina

lavapadelle • Oppure riportarli nell’apposito spazio della stanza del paziente • Lavarsi le mani

Page 72: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

72

Le piaghe da decubito Per ulcera, piaga o lesione da decubito si intende una lesione tissutale ad evoluzione necrotica (= morte delle cellule) che interessa la cute, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, il muscolo, la cartilagine e l’osso. Si formano per una prolungata e/o eccessiva pressione esercitata tra piano d’appoggio (di solito la superficie del letto) e la superficie ossea, tale da provocare uno stress meccanico sui tessuti ed un’alterazione della circolazione ematica locale. A causa di una parziale o totale interruzione della circolazione sanguigna nel tessuto cutaneo con conseguente ischemia localizzata. L’ischemia localizzata comporta riduzione dell’ossigeno che arriva ai tessuti e riduzione degli elementi nutritivi delle cellule e il tessuto va incontro a necrosi. La pressione nei capillari è di 32 mmHg, se la pressione supera questo valore iniziano i danni da ischemia e anossia.

Gli effetti della compressione variano, oltre che per l’entità e la durata della compressione, anche in funzione della sede, dello spessore della cute e dei tessuti molli. Il tessuto cutaneo può rispondere all’insulto provocato dalla compressione con un’iperemia compensatoria (aumento del flusso di sangue nella zona sotto pressione). In mancanza di ossigeno le cellule utilizzano un metabolismo anaerobio, che produce sostanze tossiche ed acidosi locale, aumento della permeabilità vasale, formazione di trasudato ed edema, e ulteriore sofferenza cellulare fino alla necrosi. Il tessuto adiposo sottocutaneo ed i dotti escretori delle ghiandole sudoripare sono i più delicati e quindi sono i primi interessati. La necrosi può estendersi successivamente alle ghiandole sebacee, all’epidermide ed ai follicoli piliferi. Per tale motivo è possibile la formazione di lesioni in profondità con cute apparentemente integra (lesioni sottominate). Condizioni predisponenti:

Page 73: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

73

Forze di stiramento: ad esempio quando il paziente è seduto sulla sedia senza sufficiente appoggio per le gambe o quando la testata del letto è sollevata con tendenza allo scivolamento del corpo sul letto. Si provoca trazione dei tessuti molli superficiali ancorati dalle fasce muscolari profonde, con effetto di stiramento, ostruzione e rottura dei piccoli vasi, ipossia e conseguente necrosi tissutale profonda. Sfregamento: determina la rimozione dello strato più superficiale della cute, lo strato corneo, cosa che comporta una diminuzione della resistenza della cute ai traumi. Umidità: rende la pelle più fragile e facilmente aggredibile. Un’esposizione prolungata della cute all’umidità provoca fenomeni di macerazione ed alterazione del ph riducendo la funzione barriera (ad esempio nell’incontinenza e nell’eccessiva sudorazione). Le ulcere vengono classificate in stadi diversi.

Primo stadio: Area di eritema marcato e persistente che non scompare alla digitopressione e cute integra (eritema irreversibile). Preannuncia l’ulcera cutanea.

Page 74: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

74

Nelle lesioni al primo stadio, l’area interessata si presenta lievemente edematosa e calda ed il paziente può provare un senso di tensione o di dolore. Rimuovendo la causa che determina la compressione la cute ritorna normale entro 24 ore senza alterazioni permanenti. Secondo stadio: lesione cutanea superficiale limitata all’epidermide e/o al derma; si presenta clinicamente sotto forma di abrasione, vescicola o una lieve cavità.

Le lesioni al secondo stadio si presentano con margini ancora ben definiti, sotto forma di abrasione, vescicola o bolla. Il colore può variare dal rosso intenso al cianotico, l’area può essere calda o fredda, edematosa e lievemente indurita ed il paziente accusa, in genere, dolore e senso di tensione. Anche in questo stadio la rimozione della compressione conduce alla completa regressione delle alterazioni. Terzo stadio: perdita di sostanza a tutto spessore, in cui la lesione e la necrosi progrediscono interessando il tessuto sottocutaneo fino alla fascia muscolare, senza oltrepassarla, con o senza sottominature dei bordi.

Quarto stadio: lesione a tutto spessore con distruzione estesa, necrosi tissulare o danni ai muscoli, alle ossa o strutture di supporto (tendini, capsula articolare), tessuto sottominato.

Page 75: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

75

Nel terzo e quarto stadio si assiste ad una progressiva degenerazione dei tessuti con interessamento degli strati più profondi. I margini dell’ulcera non sono ben delineati, i bordi sono irregolari, la cute circostante può essere eritematosa. Il fondo può apparire lucido ed edematoso, oppure coperto da una membrana aderente e giallastra formata da fibrina, cellule morte, a volte pus. Possono comparire croste secche e sottili, necrosi molle, escare spesse e coriacee, fistole. Anche i tessuti circostanti la lesione possono essere infiltrati. I tempi di guarigione sono lunghi. Zone di rischio per la formazione delle piaghe

Decubito supino

1. Sacro 2. Talloni 3. Prominenze vertebrali 4. Occipite 5. Gomiti

Decubito laterale 1. Trocanteri

Page 76: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

76

2. Creste iliache 3. Malleoli 4. Prominenze ossee laterali al ginocchio 5. Costole 6. Gomiti 7. Spalla 8. orecchie

Decubito prono: 1. Dorso del piede 2. Ginocchia 3. Pube 4. Creste iliache 5. Sterno 6. Clavicole 7. Orecchio 8. Zigomo

Posizione seduta: 1. Prominenze ischiatiche 2. Talloni 3. Sacro 4. Prominenze vertebrali 5. Gomiti 6. scapole.

I fattori di rischio possono inoltre essere legati al paziente o all’ambiente. Fattori legati al paziente (intrinseci):

• malnutrizione: per una diminuita sintesi proteica ed ipoalbuminemia, che causano edema interstiziale e sofferenza cellulare

• età avanzata: per modificazioni della cute, diminuite difese e ritardata riparazione

• incontinenza: a causa della macerazione • febbre: perché determina un’aumentata richiesta d’ossigeno • immobilità, fratture: perché determinano un’ aumentata esposizione

alla compressione • perdita di sensibilità: per la compromissione del meccanismo riflesso

del cambio di postura (es. diabete) • malattie cardiovascolari e respiratorie: perché determinano

un’alterata circolazione ematica • obesità: a causa del carico eccessivo • magrezza: a causa della riduzione dei tessuti che fanno da “cuscinetto”

tra la cute e le prominenze ossee • infezioni sistemiche: in particolare ascessi muscolari e cutanei • diabete mellito: che comporta un’angiopatia e una neuropatia

Page 77: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

77

• disidratazione: che determina un’ipoperfusione • immunodepressione: che determina una riduzione delle difese • fumo: poiché determina una fibrosi del derma • malattie psichiche: che spesso comportano un’ipomobilità

Esistono delle patologie favorenti: 1. Diabete 2. Neoplasie 3. Lesioni midollari 4. Patologie ischemiche/emorragiche cerebrali 5. Patologie neurologiche cronico-degenerative 6. Miastenia-sclerosi multipla 7. Coma

Fattori legati all’ambiente (estrinseci): 1. stress meccanico (ad es. frizione quando il paziente viene

mobilizzato) 2. inadeguata rimozione della compressione nel paziente allettato 3. riduzione della temperatura della sede di compressione (cellule ed

enzimi sono maggiormente attivi a temperatura corporea) 4. essiccazione della medicazione (la guarigione è facilitata in ambiente

umido) 5. Assistenza non adeguata

Le ulcere si possono evitare se:

• L’equipe assistenziale rileva e quantifica le condizioni di rischio • Programmazione di un piano personalizzato • Si hanno in dotazione strumenti e presidi sanitari utili a prevenire e

curare i decubiti La presenza di piaghe è spesso considerato uno degli indicatori della qualità dell’assistenza sanitaria. Possono essere attuati in tal senso dei protocolli di prevenzione. Vanno in primo luogo identificazione i soggetti a rischio. L’uso di test di valutazione multidimensionale ci permettono di identificare i soggetti a maggior rischio. I test più usati sono la SCALA di NORTON, EXTON SMITH, di BRADEN… Sono tutti test che valutano le condizioni generali del paziente, la mobilità, l’incontinenza, lo stato mentale, la deambulazione, il numero di farmaci e i valori ematici. Gli interventi di prevenzione utili riguardano le norme igieniche, la nutrizione, la mobilizzazione e posizionamento corretto del paziente sia da seduto che a letto e i sistemi di riduzione della compressione. Per quanto riguarda le norme igieniche bisogna:

Page 78: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

78

- osservare quotidianamente le condizioni della cute del paziente, in particolare le zone a rischio - mantenere la cute pulita in particolare dopo ogni evacuazione - asciugare per tamponamento - in presenza di cute secca l’applicazione di olii prottettivi o creme idratanti ed emollienti può contribuire a ripristinare il mantello idrolipidico e a mantenere elastica la cute; l’utilizzo di paste a base di ossido di zinco può rivelarsi utile esclusivamente se vi è rischio di macerazione come nei casi di incontinenza - per le persone incontinenti l'uso di ausili ad assorbenza deve seguire uno schema di impiego personalizzato Vanno evitati: - uso di detergenti sgrassanti o soluzioni alcoliche - strofinamento nell'asciugatura (rischio di frizione) - massaggi profondi (scollamento dei tessuti) - scorretto impiego dei pannoloni rispetto alle indicazioni di utilizzo - contatto della pelle con materiali impermeabili, come tele cerate - impiego di biancheria intima sintetica - impiego di indumenti con elastici o bottoni - lenzuola o indumenti umidi o bagnati - pieghe delle lenzuola o della biancheria o presenza di corpi estranei (briciole ecc.). Importante è l’aspetto nutrizionale. I soggetti con piaghe da decubito necessitano di un apporto proteico in più. Nel fare prevenzione bisogna valutare lo stato nutrizionale e lo stato di idratazione. Bisogna valutare l’appetito e conoscere le patologie di base. Sarà necessario adeguare il fabbisogno proteico-calorico con dieta idonea ed eventualmente con l’uso di integratori. Fondamentale è il posizionamento e la mobilizzazione dei pazienti. Il paziente va mobilizzato in modo regolare e costante poiché la mobilizzazione rappresenta la prima forma di difesa dell'organismo contro la compressione. Nei pazienti che hanno conservato la capacità di deambulare, occorre stimolare il più possibile il movimento, accompagnando la persona o fornendole gli ausili necessari (bastone, tripode, girello, corrimano) per dare sicurezza e autonomia. A coloro che hanno perso la capacità di deambulare, bisogna garantire, ove possibile, la mobilizzazione sistemandoli in poltrona o in carrozzina.

Page 79: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

79

Nei pazienti totalmente allettati privi di movimenti volontari o automatici bisogna assicurare una mobilizzazione passiva seguendo, a seconda del livello di rischio di insorgenza di lesioni. Per il paziente in poltrona e in carrozzina bisogna individuare la seduta corretta: schiena ben appoggiata ed adesa allo schienale con uno spazio laterale e sottostante le ginocchia di 2 cm al massimo; bisogna sollevare il paziente o incentivare il cambio di posizione autonomo per alcuni secondi, ogni 15-20 minuti; la carrozzina deve essere possibilmente personalizzata alle esigenze del paziente. Va sempre evitato lo scivolamento, e assicurato l’appoggio dei piedi. Se il paziente è totalmente allettato la postura deve ridurre i punti di pressione, deve essere confortevole e garantire un corretto allineamento delle articolazioni. Durante le operazioni seguire le regole seguenti: - nei cambi di postura ricercare la collaborazione del paziente; oltre ad agevolare l’operatore, è un forte stimolo al mantenimento delle capacità di movimento per il paziente stesso - cambiare la postura ogni 2 ore alternando le posizioni - ad ogni cambio di postura sorvegliare la cute delle zone a rischio, sopra le sporgenze ossee, per riconoscere precocemente le zone di arrossamento. Per la posizione supina bisogna:

• Garantire un allineamento degli arti • Usare l’ archetto alza-coperte • Se il paziente a rischio bisogna posizionare cuscini per alzare i talloni • Se posto semiseduto la testiera non deve essere superiore a 30° per

evitare lo scivolamento, se oltre i 30° allora vanno sollevati gli arti inferiori per evitare scivolamento

La posizione prona : • È la posizione di massimo scarico del sacro • In tale posizione il capo va ruotato dolcemente su un lato. • Gli arti superiori possono essere allineati entrambi lungo i fianchi,

oppure uno dei due può essere flesso verso l’alto. • Sotto il paziente devono essere posizionati cuscini

E’ importante ridurre la compressione con dispositivi e ausili antidecubito. Ma bisogna comunque ricordare che questi ausili permettono di tollerare meglio l’immobilità tra un cambio di postura e l’altro, ma non possono ridurre la frequenza, o essere sostitutivi, degli interventi di mobilizzazione sopra ricordati. Tali ausili sono i cuscini, i materassi antidecubito di vario tipo, protezioni per le zone a rischio (tipo talloni etc…).

Page 80: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

80

Cenni sul trattamento delle piaghe Il trattamento delle piaghe è a cura degli IP e dei medici, anche se alcune indicazioni riferiscono che l’OSS può medicare lesioni fino al secondo stadio e comunque eseguire medicazioni semplici. Interventi sulla lesione: • rimozione del tessuto non vitale La scelta del tipo di detersione dipende dalla fase della lesione, dal meccanismo d’azione, dalla facilità d’esecuzione, dalla tollerabilità del paziente e dal costo. Metodi:

• Idroterapico (soluzione fisiologica o ringer) • Enzimatico • Chirurgico (se infezione, per velocizzare guarigione escara secca)

• disinfezione, in III-IV stadio per ridurre infezioni con sol fisiologica e dinsinfettante (ipoclorito di sodio, clorexidina, iodopovidone)…anche se oggi spesso è sconsigliato l’uso dei disinfettanti • diagnosi e trattamento delle infezioni • medicazione topica della lesione • trattamento della cute circostante • frequenza della medicazione I principi della medicazione topica: • mantenere un microambiente umido e la cute circostante asciutta • consentire lo scambio gassoso • proteggere dalla contaminazione batterica • proteggere dai danni meccanici • garantire le condizioni ottimali di temperatura • permettere e favorire la rimozione di essudati e tessuti necrotici • essere biocompatibile • essere maneggevole • avere un costo contenuto Oggi si usano molto delle medicazioni avanzate che sono dei materiali di copertura capace di interagire con un tessuto e di evocazione di una risposta specifica. Servono per:

1. Creare ambiente umido 2. Stabilità termica 3. Protezione dalle infezioni esogeno (dall’esterno) 4. Ridurre i traumi

Page 81: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

81

Bisogno di alimentazione I nutrienti introdotti con l’alimentazione permettono di disporre energia; di poter riparare ai possibili “danni” a carico dei tessuti provvedendo, se opportuno anche alla loro ricostruzione (rigenerazione tessutale); di poter modulare le funzioni dell’organismo e di difesa dalle minacce esterne all’organismo. Un’alimentazione sana deve essere un’alimentazione varia ed equilibrata per favorire il benessere dell’individuo e per promuovere il buon funzionamento dell’intero sistema corpo. In tal senso è opportuno assumere un apporto bilanciato di nutrienti e rispettare il fabbisogno calorico di ciascun individuo. Esistono una serie di fattori che possono influenzare lo stile alimentare:

• Fattori ambientali (condizioni climatiche, caratteristiche geografiche) • Fattori sociali (industrializzazione, tecnologie , pesca, prevalenza di

alcune fasce di età) • Fattori culturali • Fattori economici (nuclei familiari, reddito, lavoro) • Fattori psicologici (stato emotivo in alcune situazioni..) • Fattori religiosi (digiuni ecc).

I principi nutritivi si possono suddividere in: • PROTEINE O PROTIDI • GLUCIDI, CARBOIDRATI O ZUCCHERI • LIPIDI o GRASSI • FIBRE ALIMENTARI • VITAMINE • SALI MINERALI e ACQUA

Le proteine introdotte con gli alimenti non vengono utilizzate così come si trovano. L’organismo costruisce quindi le proprie proteine utilizzando gli aminoacidi delle proteine alimentari. Gli aminoacidi si distinguono in essenziali e non essenziali: a. Gli aminoacidi essenziali sono quelli che l’organismo non riesce a sintetizzare da solo (assunzione solo con le proteine degli alimenti) b. Gli aminoacidi non essenziali sono quelli che l’organismo riesce a costruire da solo in quantità sufficienti. Le proteine sono dei polipeptidi con più di 90-100 aminoacidi. Le funzioni delle proteine sono:

• FUNZIONE PLASTICA • FUNZIONE ENERGETICA (aminoacidi in eccesso inutilizzati vengono

trasformati chimicamente in grassi o glucosio, le proteine non sono depositate nell’organismo)

Page 82: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

82

• FUNZIONE REGOLATRICE (ormoni, enzimi sono proteine) • FUNZIONE PROTETTIVA (gli anticorpi sono proteine)

Coprono il 12% (variazione in base all’età, stato di salute) del fabbisogno calorico giornaliero. Si trovano in quasi tutti gli alimenti. Possono essere distinte in: 1) PROTEINE ANIMALI, ad alto contenuto biologico (carne, pesce, uova, formaggi, salumi, latte e derivati) 2) PROTEINE VEGETALI (riso, pasta, pane, patate, grissini, dolciumi, farina, verdure, legumi freschi e secchi, banane, frutta secca). Ogni grammo di proteine fornisce 4 Kcal. I carboidrati, i glucidi e gli zuccheri in base al numero di molecole che li compongono vengono distinti in:

• Monosaccaridi: singole unità di carboidrati (zuccheri semplici es. glucosio, fruttosio, lattosio)

• Polisaccaridi: Più unità di carboidrati (zuccheri complessi es. amido, glicogeno…)

Hanno un’importante funzione energetica: i monosaccaridi sono la più grande risorsa per il metabolismo. Inoltre i carboidrati vengono depositati sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli e fungono da riserva energetica. Coprono il 60% del fabbisogno calorico giornaliero. Si trovano in zucchero, frutta, miele, latte, barbabietole, cereali, patate… Un grammo di glucidi fornisce 4 kcal. I lipidi o grassi sono elementi che facilitano il trasporto delle vitamine liposolubili. Si distinguono in :

• grassi semplici (trigliceridi, acidi grassi) • grassi complessi (colesterolo, fosfolipidi)

Possono essere di origine VEGETALE (acidi grassi mono o poli insaturi) ed agiscono a livello ematico esercitando un controllo sul colesterolo. Oppure di origine ANIMALE (acidi grassi saturi) che se assunti in eccesso facilitano l’aumento delle quantità di colesterolo. Hanno una FUNZIONE ENERGETICA (1 grammo di lipidi = 9 kcal). Si depositano nel tessuto adiposo e rivestono la membrana cellulare (fosfolipidi). I lipidi di origine si trovano in: olio di oliva, olio di mais, olio di girasole, olio di arachide…I lipidi di origine animale si trovano invece in: arne, uoa, salumi, strutto, lardo, burro.. Un gr di lipidi fornisce 9 Kcal.

Page 83: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

83

Le fibre alimentari rappresentano la parte dei vegetali che non viene scissa dagli enzimi della digestione e quindi non viene digerita. I componenti delle fibre alimentari sono: cellulosa, pectine, gomme, mucillagini. Sono costituite da una parte che non si scioglie in acqua ma che è in grado di assorbirne molta e da una parte che si scioglie in acqua formando una massa gelatinosa. Possono essere distinte in solubili e insolubili. Determinano un aumento della sazietà (volume bolo alimentare), di accelerare il transito della massa fecale (regolazione dell’alvo), di migliorare l’assorbimento dei nutrienti, ma non forniscono energia. Le fibre solubili si trovano prevalentemente nella frutta e nei legumi quelle insolubili nella frutta, verdura e cereali. Gli alimenti più comuni presentano un contenuto misto di fibre solubili e di fibre insolubili. Le vitamine sono sostanze assolutamente indispensabili sia alla crescita dell’organismo che alla sua regolazione. Si distinguono in liposolubili (si sciolgono nei grassi A D E K ) e idrosolubili (si sciolgono nell’acqua, B,C). Non forniscono energia. Sono agenti di controllo che permettono la realizzazione di processi vitali (energia, ricostruzione, crescita). Le funzioni variano in base alla tipologia di vitamina. Qualche accenno sulle principali vitamine. La vitamina A si trova in fegato, latte, formaggi e uova. E’ utile per l’ accrescimento, per la salute di cute e mucose e per la vista. La vitamina D si trova in fegato, latte, burro, uova. Permette l’assorbimento del calcio e del fosforo. La vitamina E si trova in fegato, tuorlo uova, latticini, oli, verdure foglia verde, noci. Ha una funzione antiossidante, ritarda o impedisce l’azione di ossidazione su sostanze ossidabili. La vitamina K si trova in fegato, oli vegetali, vegetali a foglia larga verde. E’ coinvolta nel processo della coagulazione. Le vitamine del gruppo B si trovano in carne, pesce, legumi, lievito di birra, cereali. Hanno un ruolo nel metabolismo energetico, in quello dei glucidi e protidi. La vitamina C si trova in agrumi, patate, pomodori, peperoni. Ha un ruolo nella sintesi del collagene, nel metabolismo ferro, nel rinforzo delle difese immunitarie, nella sintesi di alcuni ormoni. I Sali minerali sono sostanze inorganiche indispensabili per la crescita e per le funzioni vitali (metabolismo, reazioni enzimatiche). Si possono trovare sotto forma di cristalli (solidi, esempio nelle ossa e nei denti) o in soluzione (liquidi intra-extra cellulari). In base alla quantità presente nell’organismo si distinguono in macroelementi (calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, cloro, zolfo) e in microelementi (ferro, iodio, zinco, rame, manganese, fluoro, selenio). Non forniscono energia.

Page 84: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

84

I microelementi o oligoelementi:

• Ferro (si trova principalmente in fegato, crostacei, legumi, frutta secca) • Rame (si trova principalmente in pesce, crostacei, legumi, cereali,

carne) • Zinco (si trova principalmente in carne, cacao, noci, tuorlo uovo, funghi) • Manganese (si trova in molti alimenti) • Iodio (si trova principalmente in latte e derivati, molluschi, pesche,

acqua potabile,uova) • Fluoro (si trova principalmente in pesci, acqua potabile) • Cromo (si trova principalmente in legumi, formaggi, fegato, carne) • Selenio (si trova principalmente in pesci, fegato, cereali)

I macroelementi: • Calcio (si trova principalmente in latte, derivati, uova, legumi pesce) • Magnesio (si trova principalmente in vegetali a foglia verde, noci, cacao

cereali) • Fosforo (si trova principalmente in latte e derivati, pesce, uova, carne) • Sodio (si trova principalmente in sale, carne, latte, uova) • Potassio (si trova principalmente in spinaci, banane, piselli, patate) • Cloro (si trova principalmente in sale da cucina, alcuni vegetali) • Zolfo (si trova principalmente nelle proteine)

Sono tutti elementi importanti per il corretto funzionamento del nostro organismo a vari livelli, produzione delle cellule presenti nel sangue, funzionamento dell’apparato locomotore (muscoli e ossa), coinvolti nella funzionalità renale, etc.. L’acqua è la componente vitale di tutti gli organismi. E’ presente in quasi tutti gli alimenti ad eccezione dei grassi da condimento, cereali, legumi. Nell’uomo adulto l’acqua costituisce il 60% del peso corporeo (nel bambino 70%) Ha numerosi funzioni: idratante, regolazione metabolismo, trasporto sostanze nutritive e di pulizia, termoregolazione. Non fornisce energia. Per fabbisogno energetico s’intende la quantità di energia necessaria all’organismo per poter “funzionare” e per poter svolgere le normali attività di vita. I fattori che influenzano il fabbisogno energetico sono: il metabolismo basale (energia per le funzioni vitali, condizionato dai fattori età, stato di salute, sesso, massa corporea, gravidanza/allattamento, clima, stile alimentare) e l’attività fisica lavorativa. Ogni alimento che viene “bruciato” all’interno del nostro organismo produce una certa quantità di calorie. Andando a “misurare” il calore sviluppato da un certo quantitativo di alimento possiamo conoscere l’energia in esso contenuto.

Page 85: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

85

La CALORIA è quindi l’UNITA’ di MISURA dell’energia contenuta negli alimenti (energia chimica). In nutrizione viene usata la grande caloria (kilocaloria = Kcal) che è la quantità di calore necessaria per innalzare la temperatura di un Kg d’acqua di 1 C° (da 14,5 °C a 15,5°C) La grande caloria (Cal o kcal), equivalente a 1000 calorie è utilizzata per indicare l'apporto energetico di un alimento. Una buona alimentazione è caratterizzata da un equilibrio tra le entrate e le uscite di energia. E’ indispensabile quindi conoscere la quantità corretta di cibi che introduciamo. Il consumo energetico è molto variabile in funzione ai fattori metabolismo basale e all’attività fisica. Il peso corporeo è frutto del bilancio energetico tra domanda (metabolismo basale, attività fisica individuale) e offerta (apporto energetico derivante dal cibo che assumiamo). Sovrappeso e obesità si hanno in caso di entrate eccessive e scarse uscite; magrezza e cachessia in caso di uscite eccessive e scarse entrate. I comportamenti alimentari inadeguati (carenza o eccesso di nutrienti) alterano lo STATO NUTRIZIONALE. Esistono per esempio alcuni fattori che condizionano lo stato nutrizionale: - un eccessivo apporto di nutrienti: calorie superiori al fabbisogno energetico, controllo dei grassi - una carenza di apporto di nutrienti: scarsa conoscenza proprietà nutrienti - condizioni di malattia e/o difficoltà della deglutizione - il disagio sociale - una patologia del sistema gastroenterico (incapacità di assorbire alcuni nutrienti) - le intolleranze alimentari (es. celiachia). Per dieta s’intende l'insieme degli alimenti che gli esseri umani assumono abitualmente. Lo stesso termine si usa in italiano corrente per identificare sia le diete dimagranti che quelle specifiche per l'ottenimento di differenti risultati sul proprio fisico. Per dieta equilibrata s’intende un corretto stile di vita per mantenere buona salute ed evitare l’insorgenza di patologie. Deve assicurare un corretto apporto sia dal punto di vista calorico che nella composizione dei nutrienti. Nella composizione della dieta gli alimenti si dividono così:

• Proteine: 10-15% • Lipidi: 30% • Glucidi: 50-60%

• Inoltre: vitamine, Sali minerali, fibre, acqua.

Page 86: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

86

Una dieta equilibrata nell’arco dell’intera giornata, in base al fabbisogno calorico va suddiviso in:

• Colazione 25% • Spuntino 5 % • Pranzo 35 % • Merenda 5 % • Cena 35 %

E’ nata quindi la piramide alimentare che indica graficamente la frequenza e la percentuale degli alimenti da assumere in base ai principi nutritivi.

Gruppo 1 (cereali e tuberi): comprende cereali e tuberi, cioè tutti i prodotti ottenuti dal frumento (pane, pasta, biscotti, cracker, e fette biscottate), dal granoturco (farina per polenta), il riso, le patate, l’avena, l’orzo, il farro e tutti i loro derivati. Anche se in quantità controllata il pane , la pasta e la minestra non devono mai mancare nell’alimentazione quotidiana poiché rappresentano non soltanto il nostro modello alimentare di dieta mediterranea ma anche la nostra principale fonte di energia Gruppo 2 (ortaggi e frutta): Questo gruppo comprende ortaggi e frutta, fonte importantissima di fibra, vitamine come la pro-vitamina A, di vitamina C e altre vitamine,molti minerali ed acqua ma si differenziano per il contenuto di zuccheri semplici della frutta. Gli alimenti di questo gruppo offrono una vasta scelta, inoltre è possibile consumare i prodotti di stagione. Gruppo 3 (latticini e formaggi): il gruppo comprende latte, yogurt, latticini e formaggi. Il nutriente peculiare di questo gruppo è il Calcio. Indispensabile per la formazione e del mantenimento delle ossa e dei denti. Inoltre le proteine di ottimo valore biologico ossia composte da aminoacidi essenziali (che il corpo umano da solo non riesce a produrre) sono contenute in buone quantità come pure vitamine importanti come la vitamina B2 e A.

Page 87: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

87

Gruppo 4 (carne, uova, legumi, pesce): questi alimenti hanno la funzione di fornire oligoelementi (zinco, rame e ferro) altamente assorbibili e quindi utilizzabili nonché proteine di ottima qualità biologica e vitamine del gruppo B. I legumi se abbinati ai cereali forniscono proteine con caratteristiche della carne, del pesce e delle uova come ferro, oligoelementi e apportano notevoli quantità di proteine di buona qualità biologica. Gruppo 5 (grassi): olio, burro, margarina, panna, lardo e strutto forniscono essenzialmente grassi in percentuali variabili. Gli alimenti di questo gruppo comprendono sia grassi di origine vegetale che animale. Il loro consumo deve essere contenuto, in quanto costituiscono una fonte concentrata di calorie. Bisogna preferire i grassi di origine vegetale perché privi di colesterolo e con un contenuto in acidi grassi insaturi prevalente rispetto ai saturi. Questo non significa che la quantità di olio d’oliva o di semi che si consuma non debba essere contenuto, anche se sono grassi più consigliabili ( quelli vegetali) non bisogna, comunque,eccedere. Un’adeguata nutrizione è la somma di tutte le interazioni tra un organismo e il cibo che esso consuma. Tutti i principi nutritivi contenuti nella dieta sono fondamentali per la crescita, per il nutrimento dei tessuti del corpo e l’omeostasi corporea. Alterazioni della nutrizione sono: iponutrizione: mancanza di principi nutritivi necessari o appropriati e ipernutrizione: assunzione calorica eccessiva rispetto al proprio fabbisogno energetico quotidiano, con accumulo di energia sotto forma di aumento di tessuto adiposo. L’Iponutrizione è caratterizzata da un’assunzione insufficiente di nutrienti per soddisfare il fabbisogno energetico quotidiano come risultato di un inadeguato apporto alimentare o di inadeguata digestione o assorbimento. Cause:

• Impossibilità di acquistare e preparare gli alimenti • Inadeguata conoscenza dei nutrienti • Disagio durante i pasti • Disfagia • Anoressia • Nausea, vomito • Problemi infiammatori intestinali o di altra natura

Tipi di dieta particolare d’interesse dell’OSS:

• Nessuna nutrizione per os: prima e dopo intervento chirurgico finché non riprende normale funzione intestinale

• Dieta liquida: acqua, thè…di solito 24-36 or in seguito a interventi chirurgici o in stadio acuto di infezione intestinale

Page 88: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

88

• Dieta semi-liquida: solo cibi liquidi. Pazienti con disturbi gastrointestinali o che non tollerano cibi solidi o semisolidi.

L’alimentazione nell’anziano L’anziano è caratterizzato da una riduzione del metabolismo per riduzione della massa magra e un aumento della massa grassa. Spesso sono malnutriti anche per motivi sociali, per uso di farmaci, per l’edentulia. La dieta deve essere varia con cibi facilmente digeribili e masticabili. Va usata una dieta morbida cioè facilmente masticabile e digeribile, per soggetti con difficoltà a masticare e ingoiare. Poi possono essere applicate diete a seconda della patologia: per diabetici, per nefropatici, per obesi, per inappetenti, per ipertesi, per celiaci(intolleranza al glutine)… La nutrizione artificiale La nutrizione artificiale non è altro che la soddisfazione del fabbisogno nutrizionale dell’organismo somministrando i cibi attraverso vie non naturali o con alimenti artificiali. I motivo sono svariati: stenosi tubo digerente, infezioni, ustioni estese, M. di Crohn, rettocolite ulcerosa, pancreatite acuta, grave diarrea, vomito, coma, anoressia, chirurgie. Può essere enterale (per Sondino NasoGastrico o PEG-gastrostomia endoscopica percutanea) o parenterale (per via venosa).

Assistenza al pasto

Page 89: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

89

Nell’assistenza all’assunzione del pasto l’OSS non deve mai sostituirsi al malato, ma favorire le sue abilità residue. L’aiuto non deve essere eccessivo: per alcuni basta avvicinare il vassoio, per altri è necessario imboccare. E’ molto importante la preparazione dell’ambiente che deve essere ordinato e gradevole. Bisogna allontanare tutti gli ausili per i bisogni fisiologici (padelle, pappagalli). Vanno coperti gli aspiratori e altri apparati che disturbano la vista. Bisogna predisporre i tavoli con il necessario per l’assunzione dei pasti. Va verificato che nessun paziente debba compiere i bisogni fisiologici e in tal caso bisogna provvedere. Bisogna aiutare nell’igiene di mani e viso, sistemare i pazienti allettati nella migliore posizione possibile, controllare l’eventuale protesi e la necessità di indossare le lenti, se nel caso provvedere. Tecnica della distribuzione del vitto:

• Eseguire una accurata igiene delle mani • Se capelli lunghi raccoglierli in una cuffia o legarli • Indossare sulla divisa un grembiule previsto per la dispensa di alimenti • Iniziare la distribuzione • In presenza di vassoi uninominali verificare la correttezza dell’ordine • Depositare il vassoio davanti alla persona • Lavare le mani e aiutare il paziente nell’assistenza.

Nell’assistenza al pasto bisogna rispettare i tempi di assunzione di cibo da parte del paziente, bisogna cercare di salvaguardare le sue funzionalità residue, mantenendogli la possibilità di fare da solo. Imboccare una persona impone all’operatore di agire con massima calma, ciò che dovrà guidare sono i tempi del paziente e non i ritmi di lavoro o il numero di persone da aiutare. Nei pazienti con problemi di disfagia che assumono dieta cremosa e che necessitano di essere imboccati va posta attenzione al modo in cui si introduce il cucchiaio in bocca. La prima cosa importante è non forzare l’apertura della bocca per evitare lesioni ai denti e alle labbra. Al paziente va spiegato cosa si va a fare e bisogna dare tutte le indicazioni per aiutarlo a collaborare. Bisogna dare informazioni chiare, semplici e con tono di voce pacato. Se il cucchiaio è appoggiato adeguatamente sulla lingua senza forzare per scatenare il riflesso del vomito (questo se posto troppo posteriormente), si attiva il riflesso della deglutizione importante per evitare il rischio di ab ingestis (aspirazione di cibi e liquidi nei polmoni che provocano polmoniti e rischio di soffocamento del paziente). Assistenza al paziente non autosufficiente

• Lavare le mani • Informare sulla procedura affinché possa collaborare • Applicare tovagliolo/bavaglio su torace • Posizionare il vassoio in modo che l’assistito possa vedere il cibo

Page 90: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

90

• Informarsi sull’abitudine a cibarsi • Accertarsi della temperatura dei cibi • Alternare cibi solidi col bere • Conversare • Alla fine lavaggio mano e cavo orale • Riordino materiali usati e letto

Disturbi legati all’alimentazione:

• Acidità: pirosi, sensazione di bruciore al livello dello stomaco • Aerofagia: ingestione di aria col cibo con distensione gassosa dello

stomaco e senso di replenezza • Alitosi: cattiva igiene orale o cattiva digestione (diabete, probl. Epatici,

renali, alcuni cibi…) • Nausea: sensazione imminente di vomitare, sudorazione fredda,

pallore, vertigini • Vomito: espulsione forzata del contenuto dello stomaco attraverso la

cavità orale. •

Nell’assistenza al vomito bisogna evitare di contaminarsi, valutare composizione materiale espulsivo (cibo, sangue, simil fecaloide..), far assumere posizione di lato. Va avvisato l’IP. Bisogna eliminare il vomito, far sciacquare bocca, cambiare biancheria. Dopo dieta leggera e thè. La disfagia è un altro importante problema durante l’assistenza al pasto. La disfagia è una disfunzione dell’apparato digerente consistente nella difficoltà a deglutire e al corretto transito del bolo nelle vie digestive superiori. E’ caratterizzata dalla difficoltà del passaggio di alimenti solidi e/o liquidi dalla cavità orale allo stomaco. E’ potenzialmente mortale!! L’OSS deve sospettare la disfagia se:

• Tosse involontaria entro 2-3 minuti dalla deglutizione • Voce velata o gorgogliante dopo la deglutizione del boccone • Fuoriuscita di liquidi o cibo dal naso • Rialzo termico senza cause evidenti • Aumento salivazione • Catarro.

C’è evidenza di disfagia quando durante l’assunzione del pasto il paziente accusa un senso di soffocamento, presenta una tosse insistente o un colorito rosso-cianotico al volto. In tal caso va avvisato immediatamente il personale infermieristico e medico per attuare tutte le manovre necessarie.

Page 91: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

91

I parametri vitali

Ogni attività posta in essere verso persone ha insita in sé non solamente una componente tecnica e quindi una capacità operativa, cioè una buona manualità nell’esecuzione della tecnica, ma è necessario anche una buona capacità relazionale. Una buona relazione interpersonale con l’utente è indispensabile per la riuscita della metodica che si intende realizzare. Quando bisogna rilevare i parametri vitali bisogna cercare di ottenere dall’utente la collaborazione dell’utente, poiché la cosa che si verifica normalmente è un’alterazione dei parametri vitali a causa dello scatenamento dei parametri vitali. E’ buona prassi salutare in maniera convenzionale all’ingresso in camera, poi ci si presenta alla persona e si spiega cosa si va a fare. Bisogna mettere a proprio agio l’utente, anche distraendolo con argomenti comuni. I parametri vitali che normalmente vengono rilevati sono: la temperatura corporea, la frequenza del polso, la frequenza del respiro, la pressione arteriosa. Temperatura corporea L’organismo umano, attraverso funzioni cerebrali e meccanismi di produzione e dispersione del calore, mantiene la temperatura corporea tra i 36 °C e i 37°C. La produzione di energia avviene come conseguenza del lavoro muscolare; la sua conservazione-dispersione è regolata dai recettori corporei della temperatura che, attraverso un feed-back con l’ipotalamo, attivano una vasodilatazione periferica ed il fenomeno della sudorazione, in caso si debba abbassare (termolisi); oppure si attiva una vasocostrizione periferica con tremori per farla innalzare (termogenesi).

Page 92: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

92

La temperatura corporea è influenzata da vari fattori: • L’attività muscolare e il lavoro manuale • La temperatura dell’ambiente che ci circonda • Il ritmo circadiano (sonno-veglia): al mattino 36°C, il pomeriggio 37°C • Dall’età • Condizioni ormonali (menopausa, patologie tiroidee…) • Squilibri elettrolitici • Alterazione dei centri termoregolatori (traumi, tumori cerebrali) •

Valori diversi della temperatura corporea hanno nomi diversi:

• Ipotermia: se TC scende al di sotto dei 35°C. Attenzione sotto i 29°C pericolo di vita

• Normotermia: TC standard tra 36-37 °C • Ipertermia: aumento importante della TC (di solito oltre i 38°C).

Qualsiasi stato patologico può alterare il livello della temperatura corporea producendo quel sintomo che va sotto il nome di febbre. L’aumento della temperatura può iniziare con modalità lenta e progressiva oppure in maniera rapida con brividi e sudorazione abbondante. La caduta può avvenire in maniera acuta, rapida (per crisi) o in maniera lenta (per lisi). Può essere anche fatta una distinzione dei vari livelli febbrili:

• Febbricola: tra 37,1 e 37,8°C • Febbre media: tra 37,8 e 38,4°C • Febbre alta: tra 38,5 e 40°C • Febbre altissima: più di 40°C

Oltre i 42°C c’è incompatibilità con la vita. Inoltre esistono diversi tipi di febbre:

• Febbre continua: oscillazioni nell’arco della giornata inferiori a 1°C. • Febbre remittente: oscillazioni nell’arco della giornata superiori ad 1°C

senza peraltro rientrare nella norma • Febbre intermittente: detta anche febbre settica si caratterizza per

periodi di defervescenza a cui seguono accessi febbrili elevati sovente accompagnati da brividi.

Esistono inoltre una serie di sintomi sia soggettivi che oggettivi che si accompagnano alla febbre:

• Cefalea • Inappetenza • Astenia • Fotofobia

Page 93: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

93

• Sensibilità ai rumori ambientali • Insonnia • Stordimento • Accelerazione polso • Respirazione frequente • Volto arrossato o pallido • Sudorazione • Disidratazione • Convulsione.

Sedi di rilevazione della temperatura corporea: • Ascellare • Inguinale • Orale • Rettale • Timpanica • Vaginale.

Va ricordato che esistono vari tipi di termometri e diverse scale di misurazione. Le principali in uso sono la Celsius e la Fahreneit. In Europa e quindi in Italia è usata la Celsius che definisce lo zero come la temperatura a cui l’acqua congela e il cento il punto di ebollizione dell’acqua. L’unità di misura è il grado Centigrado (°C). I termometri oggi in uso sono:

• Termometro in vetro con lega al gallio (che sostituiscono i vecchi termometri al mercurio oggi non più in uso)

• Termometro timpanico • Termometro elettronico.

Tecnica operativa per la misurazione ascellare e inguinale:

• Spiegare al paziente quello che si va a fare • Controllare che l’ascella/inguine sia libera • Asciugare se sudata • Inserire termometro nella cavità ascellare e far chiudere il braccio

invitando il paziente a mantenerlo flesso sul torace per il tempo necessario

• Se all’inguine fa tenere la coscia verso la controlaterale • Controllare il valore raggiunto e riportarlo in scheda

Misurazione orale:

• Verificare che il soggetto non abbia bevuto, fumato o mangiato da almeno 10 minuti

Page 94: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

94

• Inserire termometro nella cavità orale sotto la lingua e far chiudere delicatamente la bocca, invitando a mantenerla chiusa e a respirare col naso

• Mantenerlo per il tempo necessario • Controllare valore raggiunto e trascriverlo.

Misurazione rettale: • Verificare che l’area ano-rettale sia esente da processi infiammatori o

da alterazioni • Invitare soggetto a coricarsi sul fianco con le gambe flesse • Indossare guanti monouso • Inserire termometro nell’orifizio anale dopo aver sollevato la natica • Controllare valore e trascriverlo.

Misurazione timpanica: • Applicare nuovo cappuccio monouso sulla sonda timpanica • Inserire nell’orecchio del pz la sonda tenendo l’apparecchio con la

mano dominante • Premere start e dopo pochi secondi compare la misurazione • Togliere l’apparecchio dall’orecchio e buttare cappuccio nei rifiuti • Trascrivere il valore.

E’ importante ricordare che quando si rileva la TC bisogna trascrivere immediatamente su apposita scheda o strumento dell’unità operativa. Esistono numerose tipologie di registri e di curve febbrili. Dopo l’utilizzo il termometro deve essere pulito e può essere conservato in appositi contenitori cilindrici con del disinfettante. Prima dell’utilizzo deve essere asciugato e bisogna controllare che non sia troppo freddo. Assistenza alla persona con febbre L’assistenza al paziente ha come obiettivo principale quello di ridurre lo stato febbrile attraverso azioni volte al raffreddamento del soggetto che si concretizzano in: riduzione della temperatura della stanza ove possibile, borsa del ghiaccio; spugnature tiepide. Questo nell’eventualità che la febbre raggiungi livelli intorno a 40°C, in caso di bambini bisogna intervenire prima per evitare il rischio di convulsioni. Per valori sotto i 39°C l’intervento si limita alla sorveglianza, alla messa in atto di quegli accorgimenti volti ad evitare la disidratazione. In tal caso è opportuno somministrare acqua, brodini, camomille, bevande. Schematizzando:

• Creare le condizioni di comfort e tranquillità • Favorire l’assunzione di liquidi • Incoraggiare l’assunzione di cibi (leggeri) • Verificare l’assunzione della terapia prescritta

Page 95: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

95

• Rilevare la TC a scadenze prefissate Rilevazione della frequenza cardiaca La frequenza della contrazione cardiaca è determinata da un segnapassi interno al cuore. La contrazione del ventricolo sinistro spinge il sangue in aorta. Si determina un’onda di flusso che pervade tutto il sistema arterioso. Quando l’onda passa nelle arterie che scorrono vicino a una superficie cutanea o sopra una struttura ossea, si può avvertire la pulsazione.

Esistono numerosi fattori che influenzano la frequenza cardiaca:

• Età: diminuiscono dalla nascita all’età adulta • Sesso: di solito le donne in età fertile hanno 5-10 battiti in più al minuto

rispetto agli uomini • Sport: lo sport costante riduce la frequenza cardiaca • Febbre: la febbre aumenta di circa 6-8 pulsazioni al minuto per ogni

grado di TC • Farmaci: sia riducendo che aumentando • Dolore, emozioni: alterano la FC • Ipovolemia, disidratazione: aumenta FC • Stress: aumenta FC • Posizione: se in piedi o seduta, riduzione PA e aumento FC

I caratteri del polso da rilevare sono:

1. Frequenza cardiaca(FC) : oscilla tra 60 e i 100 bpm (battiti per minuto) negli adulti, tra 70-120 bpm (bambini)

Si parla di Bradicardia se la frequenza cardiaca è inferiore a 60 bpm, si parla di Tachicardia se la frequenza cardiaca è maggiore di 100 bpm.

Page 96: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

96

2. Ritmo: si valuta la regolarità del tempo che trascorre tra un battito e l’altro. Si distingue pertanto in polso Ritmico e polso aritmico.

3. Qualità: pieno o filiforme Sedi di rilevazione dei polsi

Le sedi di rilevazione più comune sono:

• Radiale: più frequente (nell’adulto) • Temporale: nel neonato • Arteria carotide: anche nelle situazioni di emergenza • Apicale (torace)

Procedura per la rilevazione del polso:

• Informare l’ammalato • Far assumere la posizione supina (se possibile) • Cingere il polso ponendo il pollice sul dorso del braccio e ponendo le

altre dita sull’arteria radiale fino a percepire bene con indice e medio

Page 97: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

97

• Inizio a contare per 15-20 o 30 secondi e moltiplico x4-3-2 per arrivare a valutare il numero di pulsazioni in un minuto.

Durante la rilevazione valutare anche ritmo (polso regolare o no)e ampiezza. Vanno inoltre registrati i dati osservati. Rilevazione della frequenza respiratoria La respirazione è una funzione complessa che permette al nostro organismo di captare ossigeno all’ambiente che ci circonda per poi fornirlo alle cellule e allo stesso tempo espellere, all’esterno, l’anidride carbonica che si forma durante il lavoro cellulare. Alla respirazione l’organismo provvede tramite l’apparato respiratorio costituito da un insieme di organi : naso, bocca, faringe, laringe, bronchi e polmoni.

La respirazione si compone di 2 fasi attive: a. Inspirazione= entrata di aria nei polmoni b. Espirazione= uscita di aria dai polmoni La ventilazione è il movimento di entrata e uscita dell’aria dai polmoni.

Page 98: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

98

Tramite la ventilazione l’aria ambientale raggiunge gli alveoli polmonari e di conseguenza permette un normale scambio gassoso e ossigenazione dei tessuti. Alterazioni della ventilazione:

• Iperventilazione: caratterizzata da un aumento della frequenza e della profondità della respirazione, si presenta con una serie di respiri molto profondi e rapidi.

• Ipoventilazione: riduzione della frequenza respiratoria. I respiri sono poco profondi. La respirazione appare lenta e superficiale e spesso irregolare.

Può inoltre esserci una respirazione costale con movimenti diretti verso l’alto ed esterno del torace e una respirazione addominale (diaframmatica) cararatterizzata da un movimento dell’addome che è spinto verso il basso dalla contrazione del diaframma. Caratteristiche del respiro Frequenza:

• Eupnea= respiro normale, calmo, ritmico e senza sforzo (15-20 atti/minuto)

• Tachipnea= respiro rapido caratterizzato da atti respiratori veloci e superficiali

(>20 atti/minuto) • Bradipnea= respirazione anormalmente lenta (<12 atti/minuto) • Apnea= cessazione del respiro • Arresto respiratorio= risultato di apnea prolungata

Volume • Iperventilazione= atti respiratori prolungati e profondi • Ipoventilazione= atti respiratori superficiali

Page 99: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

99

Ritmo • Respiro di Cheyne-Stokes:ciclo nel quale la respirazione aumenta

gradualmente di frequenza e profondità per poi ridursi con periodi di apnea temporanea

• Respiro di Kussmaul: aumento della frequenza e della profondità degli atti respiratori

• Respiro di Biot: respirazione superficiale intervallata da periodi di apnea Altri tipi di alterazione della respirazione: • Dispnea= respiro difficoltoso, affannoso, penoso. Sensazione di “fame

d’aria”. Appare angosciato e ansioso. • Ortopnea= capacità di respirare solo in posizione seduta diritta o in

piedi • Tosse= espirazione forzata di aria ad intervalli involontari (una sorta di

“pulizia” dei bronchi) A. tosse produttiva: accompagnata da espettorazione di secrezioni B. tosse non produttiva: secca, aspra senza secrezioni Emottisi= presenza di sangue nell’espettorato Misurazione della frequenza respiratoria:

• Frequenza normale: 15-20 atti respiratori/minuto • Profondità: osservando il torace e i suoi movimenti

�respiro profondo: quando viene inspirato ed espirato un grande volume di aria riempendo la maggior parte dei polmoni �respiro superficiale: piccola quantità di aria coinvolta con l’uso di una piccola quantità di tessuto polmonare Normalmente si inalano 500 ml aria ad ogni atto respiratorio. I bambini hanno un respiro diaframmatico, pertanto la valutazione va fatta ponendo la mano su addome e osservazione dell’addome. Attenzione al colore della pelle: un colore grigiastro-bluastro (CIANOSI) della cute questo sottende a una cattiva ossigenazione dei tessuti o a un’insufficienza cardiocircolatoria. Procedure per favorire la respirazione:

• Sorveglianza: spesso nei soggetti con problemi respiratori si hanno improvvisi accessi di tosse o dispnea. Controllo del colorito di cute e mucose. Controllo corretta postura.

• Approccio relazionale: lo stato d’animo, le emozioni influenzano la respirazione.

• Prescrizioni mediche: vanno rispettate

Page 100: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

100

L’ossigenoterapia è una tecnica attraverso la quale ci si prefigge lo scopo di mantenere nel sangue arterioso, il livello di ossigeno entro valori fisiologici, al fine di ridurre al minimo il rischio di danni da ipossia cerebrale. L’ossigenoterapia, come tutte le terapie, deve essere prescritta dal medico e quindi prima di instaurarla va verificato che ciò sia avvenuto. L’ossigeno terapeutico può essere fornito:

• In bombole • Con Impianto centralizzato di distribuzione(testaletto della camera) • Con concentratore di O2 (anche da zainetto) • Come ossigeno liquido

NON C’E’ DIFFERENZA TERAPEUTICA, MA SOLO di DURATA! I dispositivi per la somministrazione di ossigeno sono:

• Cannula nasale • Maschera facciale comune • Maschera del venturi • Maschera facciale con palloncino di riserva • Sondino nasofaringeo

Procedura per la somministrazione dell’ossigenoterapia: • Spiegare al paziente cosa si va a fare • Collegare l’erogatore alla fonte • Inserire l’umidificatore pre-riempito con acqua distillata • Regolare la quantità (espressa in litri al minuto) • Aiutare il paziente nell’applicazione del dispositivo per O2terapia • Sorvegliare il paziente ad intervalli regolari

Rilevazione periferica della saturazione d’ossigeno Pulsi-ossimetro è uno strumento che permette la rilevazione della saturazione di ossigeno del sangue arterioso di un paziente grazie a un sensore applicato su un dito. Misura attraverso dei raggi infrarossi la quantità di luce rossa e infrarossa assorbita dall’emoglobina (capillari). Tecnica

• Spiegare al paziente cosa si va a fare • Scegliere il sensore adatto • Pulire il dito • Applicare sensore • Registrare i valori indicati • Riferire all’IP • Determinare la zona migliore • Valutare le condizioni generali del paziente

Page 101: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

101

• Colorito cute e unghie e perfusione delle estremità Ovviamente le unghie devono essere senza smalto! Rilevazione della pressione arteriosa La pressione arteriosa viene misurata di solito con il metodo ascoltatorio con l’ausilio di un bracciale insufflabile connesso con un manometro e di un fonendoscopio. E’ la misura della pressione esercitata dal sangue contro le pareti dei vasi. La Pressione sistolica (massima dell’onda sanguina) corrisponde alla contrazione ventricolare, la Pressione diastolica (minima dell’onda sanguigna) corrisponde alla pressione con i ventricoli a riposo. Esistono numerosi fattori che alterano la pressione arteriosa:

• Età: aumenta progressivamente con l’età. I neonati hanno PAS media di 75 mmHg. Gli anziani hanno arterie più rigide e meno elastiche per cui la PAS e la PAD aumentano.

• Sesso: le donne hanno una PA più bassa (dopo la menopausa la PA tende a normalizzarsi)

• Esercizio fisico: aumenta la PA (bisogno aspettare 20-30 minuti) • Farmaci • Stress: aumenta la PA. Il dolore spesso la diminuisce. • Razza: uomini di colore hanno la PA più alta • Obesità: predisposizione all’ipertensione • Variazioni circadiane: bassa la mattino, aumenta pomeriggio e sera • Febbre/calore/freddo: febbre aumenta la PA, alte temperature

ambientali diminuiscono la PA. Normalmente si rileva Sul braccio del paziente usando l’arteria brachiale con sfigmomanometro e un fonendoscopio. Non si può misurare sul braccio se:

• Interventi chirurgici mammella o ascella • Se in corso infusione ev o trasfusione • Se presente fistola arterovenosa in soggetti sottoposti a dialisi.

Metodo auscultatorio. Si applica una pressione esterna su un’arteria e si legge la Pressione sullo sfigmomanometro mentre si ascoltano con il fonendoscopio i suoni di Koroktoff. La pressione sistolica corrisponde alla comparsa del primo battito, la pressione diastolica corrisponde al punto dove il battito scompare. Procedura di rilevazione della pressione arteriosa Materiale

• Fonendoscopio

Page 102: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

102

• Sfigmomanometro dotato di cuffia adatta al braccio e all’età (neonato, bambino, adulto magro, adulto normale, adulto obeso..).

Aneroide (quadrante calibrato con ago) ed elettronico. Tecnica

• Spiegare cosa si va a fare • Posizionare il paziente in modo appropriato: posizione da seduto con i

piedi sul pavimento (non incrociati). Il gomito leggermente flesso con palmo rivolto verso l’alto e avambraccio a livello del cuore, se non possibile da seduto in altre posizioni specificandole.

• Avvolgere intorno al braccio la cuffia sgonfia. La parte inferiore deve essere 1-2,5 cm sopra la piega del gomito

• Localizzare l’arteria brachiale • Posizionare il fonendoscopio in modo adeguato con il lato a campana

sul polso brachiale • Auscultare la pressione arteriosa

• Gonfiare la cuffia fino a 30 mmHg sopra il punto dove il polso brachiale scompare

• Rilasciare la valvola lentamente affinchè la PA diminuisca di 2-3 mmHg per secondo

• Leggere i valori sul manometro in corrisponde del primo battito e della scomparsa dell’ultimo battito

• Sgonfiare tutta la cuffia • Attendere 1-2 minuti prima di fare successive misurazioni. Se

necessario ripetere più volte Può essere utile la misurazione su tutte e 2 le braccia (differenza massima di 10 mmHg). Il braccio con misurazione più alta sarà quello scelto per le successive misurazioni

Page 103: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

103

La rianimazione cardiopolmonare La morte cardiaca improvvisa colpisce ogni anno circa 1 persona su 1000. Molte persone di queste potrebbero essere salvate mettendo in atto delle tecniche che permettono di mantenere ancora la circolazione e per quanto possibile la ventilazione in attesa dell’arrivo dei soccorsi avanzati. Cause di arresto cardiaco:

• SINDROMI CORONARICHE ACUTE • Squilibri elettrolitici • Avvelenamento • Annegamento • Ipotermia • Ipertermia • Asma • Anafilassi • Trauma • Associato alla gravidanza • Folgorazione, fulminazione

La malattia ischemica cardiaca (sindrome coronarica acuta) è la principale causa di morte in Europa. L’arresto cardiaco improvviso è responsabile per più del 60 % delle morti in età adulta da coronaropatia. Per morte cardiaca improvvisa s’intende la cessazione brusca ed inattesa delle attività circolatoria e respiratoria in pazienti con o senza malattia cardiaca nota (in genere in 1 h dall’esordio della sintomatologia acuta). Può verificarsi senza segni premonitori ed essere la prima manifestazione della malattia coronarica (questa è la causa più frequente). Oppure può essere preceduta da sintomi e segni di allarme: dolore o senso di oppressione precordiale, sudorazione, nausea, mancanza di respiro, astenia... Il BLS o Basic Life Support (o supporto funzioni vitali di base) consiste nelle procedure di Rianimazione Cardio-Polmonare necessarie per soccorrere un paziente che:

• Ha perso coscienza e/o • Non respira e/o • È in arresto cardiaco, (non ha polso , né segni di circolo ovvero

non tossisce, non respira , non si muove). • senza l’uso di altro equipaggiamento che non sia un device protettivo.

Page 104: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

104

Lo scopo è quello di garantire il pronto riconoscimento del grado di compromissione delle funzioni vitali (fase di valutazione), di supportare ventilazione e circolo (fase dell’azione) fino al momento in cui possono essere impiegati mezzi più efficaci come la defibrillazione e/o il supporto medico avanzato. È una procedura di “mantenimento” e di “cura”. L’obiettivo principale consiste nella prevenzione dei danni anossici cerebrali. Le sue manovre sono indirizzate a: a. Impedire che una ostruzione respiratoria o una apnea induca un arresto cardiaco b. Avviare e mantenere una attività vicaria di respirazione e circolazione mediante la RCP, se c’è un arresto di circolo. Senza BLS la sopravvivenza a 10 minuti è pari a 0.

Purtroppo si hanno a disposizione pochi minuti per intervenire prima che i danni cerebrali divengano irreversibili. Dopo 4-6 minuti siamo già a livello di criticità. La mancanza di ossigeno alle cellule cerebrali produce lesioni che sono dapprima reversibili, ma che diventano irreversibili dopo circa 4 – 10 minuti di assenza di circolo. Qualora il circolo sia ripristinato, ma il soccorso ritardato o inadeguato, l’anossia cerebrale prolungata si manifesterà con esiti neurologici di entità variabile:

• coma persistente fino allo stato vegetativo, • deficit motori o sensoriali, • alterazioni delle capacità cognitive o della sfera affettiva • ......

Page 105: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

105

L’arresto cardio-circolatoria da asfissia è il meccanismo predominante nel: • Trauma (volto, collo, torace) • Laringospasmo, asma, bronchiolite • Overdose • Annegamento • Ostruzione da corpo estraneo e nei Bambini. • Le ventilazioni di soccorso sono l’aspetto critico per la rianimazione di

questi pazienti, a differenza delle altre situazioni dove la criticità è data dalle Compressioni toraciche.

Sequenza del BLS 1. ASSICURARSI CHE LA VITTIMA, GLI ASTANTI E I SOCCORRITORI SIANO AL SICURO. La sicurezza per il soccorritore, per la vittima, per gli astanti deve esserci SEMPRE!

2. CONTROLLARE SE LA VITTIMA RISPONDE Scuoti delicatamente le sue spalle e chiedi ad alta voce “tutto bene ?” oppure “Signore, signore?”

Se la vittima risponde:

• Lasciala nella posizione in cui l’hai trovata, purché non ci siano ulteriori pericoli

• Cerca di scoprire che cosa c’è che non va e se necessario presta aiuto o/e chiama aiuto (118)

• Rivalutala regolarmente Se la vittima non risponde:

• Chiama aiuto ad alta voce e avvisa o fai avvisare il 118 • Gira la vittima sulla schiena e se possibile togli qualche indumento (ma

non perdere tempo!)

Page 106: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

106

• Poi apri le vie aeree (estensione del capo e sollevamento del mento) • Con la mano sulla sua fronte delicatamente inclina la sua testa

all’indietro e con la punta delle dita sotto il mento , sollevalo

Mantenendo aperte le vie aeree, GUARDA, ASCOLTA E SENTI (G.A.S.) se è presente respiro normale:

• Guarda il movimento del torace • Ascolta i suoni respiratori dalla bocca della vittima • Senti l’aria espirata sulla guancia

G.A.S. per non più di 10 secondi. In contemporanea al GAS valuterò la presenza di segni vitali:

• Movimenti di qualche regione corporea • Tremori • Tosse.

Se la vittima respira normalmente(ma è incosciente)

• Ruotala nella posizione di sicurezza • Manda o vai cercare aiuto, e chiama o fai chiamare il 118 se non l’hai

ancora fatto • Controlla che la vittima continui a respirare

• NO nel trauma

Far assumere la posizione laterale di sicurezza. Ruota la vittima sul lato in modo che il capo, le spalle e il torace si muovano simultaneamente. Permette di mantenere l’estensione del capo e quindi la pervietà delle vie aeree, prevenire l’eventuale inalazione di vomito, mantenere la stabilità del corpo.

Page 107: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

107

Se non respira normalmente:

• Chiedi a qualcuno di chiamare il 118 o se sei da solo, chiama tu stesso • Poi inizia le compressioni toraciche esterne

Page 108: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

108

Le compressioni toraciche esterne vanno eseguite: • Al lato della vittima • Metti la base del palmo della mano nel centro del torace della vittima • Metti il palmo dell’altra mano sopra la prima e intreccia tra di loro le dita

delle mani • Posizionati verticalmente rispetto al torace della vittima • Con le braccia tese spingi verso il basso sullo sterno per 4 – 5 cm

Dopo ogni compressione rilascia tutta la pressione sul torace senza perdere contatto tra le tue mani e lo sterno. Ripeti ad una frequenza di 100 volte al minuto (poco meno di 2 compressioni al secondo). Compressioni e rilasciamenti devono avere la stessa durata. Assicurati di non premere sulle coste, sulla parte superiore dell’addome o l’estremità inferiore dello sterno.

Alterna le compressioni toraciche con le ventilazioni. Dopo 30 compressioni apri le vie aeree di nuovo usando l’estensione del capo e il sollevamento del mento.

Page 109: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

109

Per fare le ventilazioni bocca a bocca: Chiudi il naso della vittima pinzandone la parte morbida con il pollice e l’indice della mano che tieni poggiata sulla fronte. Lascia che la bocca della vittima si apra ma mantieni il suo mento sollevato. Prendi un respiro e metti le tue labbra intorno alla bocca della vittima cercando di ottenere una buona aderenza. Soffia nella bocca del paziente per circa 1 secondo controllando con lo sguardo che il torace si sollevi. Mantenendo il capo esteso e il mento sollevato, stacca la tua bocca da quella della vittima e controlla con lo sguardo che il suo torace si abbassi mentre l’aria fuoriesce. Prendi di nuovo un respiro e soffia nella bocca della vittima ancora una volta per un totale di 2 ventilazione efficaci. Rimetti le tue mani sullo sterno nella posizione di prima e dai ulteriori 30 compressioni toraciche. Continua con le compressioni toraciche e le ventilazioni (rapporto di 30 : 2). Fermati per ricontrollare la vittima solo se inizia a respirare normalmente o a tossire o a muoversi: altrimenti non interrompere la rianimazione. Respirazione pallone-maschera Posizionati dietro la testa del paziente. Appoggia la maschera, solleva la mandibola ed estendi la testa con la mano sinistra. Comprimi il pallone con la mano destra. BLS a 2 soccorritori

• Uno effettua le compressioni toraciche esterne, l’altro le ventilazioni e a turno ci si cambia di posizione

• Oppure uno effettua la rianimazione con compressioni e ventilazioni e l’altro subentra quando richiesto

• Prevenire l’affaticamento! • Minimizzare il più possibile i ritardi durante il cambio dei soccorritori

Page 110: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

110

Rianimazione cardiopolmonare con le sole compressioni toraciche esterne. Se non sei capace o sei riluttante a effettuare le ventilazioni, esegui solo le compressioni toraciche. Se si eseguono le sole compressioni toraciche, queste devono essere continue alla frequenza di 100 al minuto. Fermati per ricontrollare la vittima solo se inizia a respirare normalmente o a tossire o a muoversi: altrimenti non interrompere la rianimazione. La rianimazione va continuata fino a che non arriva o subentra un aiuto qualificato, o la vittima comincia a respirare normalmente o a tossire o muoversi, o sei esausto. Il BLS deve essere sempre praticato a meno di non trovarsi davanti a segni evidenti di morte biologica (la decomposizione tessutale, il rigor mortis, la presenza di macchie ipostatiche nelle zone declivi, la decapitazione). In tutti gli altri casi il soccorritore non medico deve sempre iniziare le manovre rianimatorie senza tenere conto dell’età apparente della vittima, dell’aspetto cadaverico e della midriasi. La legislazione italiana riconosce nel medico l’unica figura in grado di stabilire l’avvenuto decesso. Se non è presente sul posto un medico, i soccorritori dovranno protrarre la rianimazione fino al suo arrivo o fino all’esaurimento delle proprie forze. BLS-D ossia rianimazione cardiopolmonare con il defibrillatore. Si usa il defibrillatore solo in caso di fibrillazione ventricolare (FV) e in caso di tachicardia ventricolare (TV) senza polso. La FV è un’alterazione del ritmo cardiaco caratterizzata da caos elettrico, ciò determina un’assenza della pompa cardiaca. Nella TV, che spesso evolve in FV, gli impulsi elettrici partono dal ventricolo e sono di frequenza elevata da non permettere contrazioni efficaci e anche in questo caso si determina un’assenza di polso. La defibrillazione consiste nel passaggio, attraverso il cuore, di una scarica di corrente per pochi msec. Si interrompe la FV e in genere subentra il risveglio del segnapassi naturale con ripresa del ritmo naturale e della circolazione. Il defibrillatore è uno strumento che analizza il ritmo cardiaco e permette l’emissione sul torace della scarica elettrica. Esistono defibrillatori semiautomatici e manuali. Il primo analizza in autonomia l ritmo cardiaco e dà indicazioni sul dover o non dover dare la scarica. Il manuale esegue l’ECG che deve essere analizzato dal medico che decide se dare o no la scarica.

Page 111: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

111

Compiti degli operatori è il corretto posizionamento delle placche sul torace. Le posizioni sono la regione sottoclaveare destra e la regione sotto l’area mammaria sinistra. Durante il BLS che va iniziato normalmente eseguendo tutti i passi previsi fino al ciclo di RCP, si accende il DAE e si applicano le placche sul torace. A questo punto inizia l’analisi del ritmo. Durante l’analisi: sospendere RCP, allontanarsi dal paziente, non toccarlo per evitare interferenze. “Tutti via, io via”. Avviene la valutazione del ritmo. Il DAE dichiara se bisogna effettuare la scarica oppure no. In ogni caso dopo la scarica o se la scarica non viene effettuata bisogna ripartire con la RCP. Se il pazienti è in ipotermia: solo 3 shock, poi trasporto in ospedale continuando la RCP. Il paziente bagnato o vicino all’acqua: va posto all’asciutto e asciugato prima del posizionamento degli elettrodi. Se la donna è in gravidanza va attuato un protocollo normale. BLS nei bambini di età inferiore a 1 anno.

• La causa è di solito respiratoria (asfissia) • La ventilazione ha un ruolo maggiore rispetto al BLS dell’adulto • La sequenza 30 compressioni : 2 ventilazioni dell’adulto è accettabile • Comprimete il torace per 1/3 della sua profondità alla frequenza di

100/min Manovra di disostruzione del bambino Posiziono il bambino sul mio ginocchio con la testa in basso tenendolo per la mandibola e dò 5 colpi secchi su spalla verso l’esterno. Poi alterno 5 manovre di Heimlich : Pollice su processo xifoideo, indice su ombelico, l’altra mano passa all’interno, chiude il pollice all’interno, chiude il pugno e il pugno dell’altra sopra. Eseguo manovra a cucchiaio: antero-posteriore e caudo-craniale. Se non si riprende inizio il P-BLS (BLS pediatrico). ATTENZIONE: Si estrae il corpo estraneo solo se affiorante con dito a uncino

Page 112: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

112

Page 113: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

113

Assistenza alla somministrazione dei farmaci (su delega dell’IP) Un farmaco è una sostanza somministrata per cura, diagnosi, trattamento, analgesia o prevenzione di una patologia. La prescrizione di un farmaco è a carico del medico. E’ l’indicazione scritta per la preparazione e somministrazione di un farmaco. Ogni farmaco deve avere una prescrizione medica:

1. Nome farmaco 2. Dosaggio 3. Formulazione 4. Via di somministrazione 5. Tempi-orari di somministrazione

Vie di somministrazione Orale È la più comune, meno costosa e comoda. Il farmaco deve essere deglutito. Svantaggi: sapore sgradevole del farmaco, irritazione della mucosa gastrica, assorbimento irregolare del tratto gastrointestinale. Sublinguale Farmaco posizionato sotto la lingua dove si scioglie. Non deve essere ingoiato. Da sciogliere in bocca Il farmaco deve essere tenuto in bocca contro le mucose della guancia finché non si scioglie. Enterale Tramite sondino naso-gastrico o PEG. La regola delle 6 G

• Giusto farmaco • Giusta dose • Giusto orario • Giusta via • Giusto paziente • Giusta registrazione

Procedura per la somministrazione dei farmaci

1. Identificare il paziente 2. Informare il paziente 3. Somministrare il farmaco

(NB: potrebbe essere necessaria assistenza durante la somministrazione: posizione adeguata, valutazione se comparsi deficit deglutizione, rassicurazione paziente…)

Page 114: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

114

Somministrazione dei farmaci per via orale (per os) Materiale occorrente:

• Carrello dei farmaci • Bicchieri di plastica • Scheda di prescrizione della terapia • Dispositivo per frantumare le compresse • Cannucce • Acqua o succo

Tecnica:

• Lavare le mani • Aprire carrello farmaci • Prelevare il farmaco e controllare la prescrizione sulla scheda • Le compresse e le capsule dovrebbero essere messe in un bicchierino • Consegnare al paziente • Se il paziente ha difficoltà a deglutire, frantumare la compressa con

apposito strumento e diluirla con un po’ di acqua o cibo liquido • ATTENZIONE: NON TUTTI I FARMACI POSSONO ESSERE

FRANTUMATI • Il farmaco deve essere somministrato massimo 30 minuti prima o dopo

dell’orario previsto • Dare acqua o succo sufficiente a deglutire il farmaco (NB: attenzioni a

controindicazioni ai succhi) • Se il paziente non è in grado di tenere il bicchiere, usarlo per introdurre

i farmaci in bocca • Se il farmaco ha un sapore cattivo si può dare succo o pane • Restare con il paziente finché ha assunto tutti i farmaci (alcuni pazienti

possono dimenticare di assumerli tutti oppure possono “sputarli” dopo averli assunti)

L’OSS sotto supervisione dell’IP (che ha verificato la corrispondenza del farmaco con la prescrizione: giusto farmaco, giusta dose, giusto orario, giusta via, giusto paziente) può assistere un paziente nell’assunzione della terapia orale. Deve riferire difficoltà, fermarsi se ha dei dubbi e verificare comparsa di reazioni dopo l’assunzione del farmaco. Terapia topica

• Farmaci dermatologici= farmaci applicati direttamente sulla cute, incluse lozioni, creme, unguenti, paste, gel, spray e polveri

• Instillazioni e irrigazioni: applicati in cavità o orifizi corporei come la vescica, gli occhi, le orecchie, il naso, il retto o la vagina

Page 115: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

115

• Inalazioni: somministrati nel tratto respiratorio tramite inalatori, nebulizzatori o sistemi a pressione positiva

Tipi di farmaci dermatologici • Polvere: su superficie cutanea asciutta. Tendere le pieghe e spargere

la polvere finché questa sia coperta da uno strato leggero. Se prescritto coprire la zona con una medicazione

• Lozione a base di sospensione: agitare il contenitore, mettere una piccola quantità su garza e applicarla sulla cute uniformemente

• Creme, unguenti, paste e lozioni: scaldare e ammordire la preparazione nella mano guantata per facilitare l’applicazione. Stendere su cute uniformemente

• Spray: agitare il contenitore. Tenere lo spray alla distanza consigliata. Spruzzare il farmaco sull’area indicata

• Cerotti transdermici: area pulita, asciutta, libera da peli (secondo le disposizioni della casa produttrice). Rimuovere il cerotto dalla confezione protettiva, tenerlo senza toccare la parte adesiva e applicarlo premendo con la mano per almeno 10 secondi.

L’OSS può applicare alcuni tipi di polvere e creme su indicazione dell’IP. Farmaci oftalmici

• Instillazione di colliri, unguenti (flaconcini monodose e non, tubetti) • Irrigazioni

Tecnica • Controllare occhio: secrezioni, rossore, tumefazione…

Materiale occorrente: 1. Guanti puliti 2. Farmaco 3. Garze eventualmente 4. Medicazione per l’occhio

Procedura • Detergere la palpebra e le ciglia: indossare guanti puliti, utilizzare

tamponi sterili e pulire l’occhio dall’angolo interno verso l’angolo esterno.

• Somministrare il farmaco oftalmico chiedendo al paziente di fissare il soffitto e fornendogli un garza per asciugarsi. Esporre il sacco congiuntivale inferiore e instillare il numero di gocce prescritte.

L’OSS non può somministrare farmaci oftalmici. Non sono a carico dell’OSS la somministrazione di farmaci otologici, per via nasale, per via vaginale, per via rettale, per via inalatoria.

Page 116: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

116

I farmaci a somministrazione parenterale intradermica (test allergici), sottocutanea (eparina, insulina…), intramuscolare, endovenosa non sono a carico di somministrazione dell’OSS.

Page 117: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

117

Prelievo di campioni biologici

L’OSS è tenuto al prelievo di alcuni tipi di campioni biologici. Prelievo urina L’urina è un liquido di solito sterile prodotto dai reni per filtrazione del plasma sanguigno. E’ Composta per il 96% di acqua e in parte da sostanze di rifiuto dell’organismo e cellule di sfaldamento. Viene prodotto circa 1 ml/minuto. La raccolta delle urine può essere fatta per diversi motivi:

1. Determinare la quantità prodotta nelle 24 ore (diuresi) 2. Eseguire esami di laboratorio a scopo diagnostico 3. Se terapie particolari con isotopi, per evitare che la radioattività si

disperda nell’ambiente (vasche di decantazione e poi fognatura comune).

Tipi di esami che si possono fare sulle urine sono: • Esame chimico-fisico: Prelievo al mattino con paziente a digiuno

(almeno dalla mezzanotte) • Prelievo delle 24 ore: per valutare diuresi o dosaggio alcune sostanza

(proteinuria, glicosuria, clearance creatinina…) • Esame colturale (urocoltura):valutare presenza microrganismi

responsabili di infezioni delle vie urinarie. Raccolta campione non sterile Paziente autosufficiente

• Informare sulla modalità di raccolta del campione. • Consegnare il contenitore per l’esame provvisto di identificazione

(codice a barre, nome e cognome paziente) • Invitare paziente a riconsegnarlo appena pronto • Inviare in laboratorio

Paziente non autosufficiente • Spiegare cosa si va a fare • Realizzare il necessario per la privacy • Eseguire igiene intima paziente con soluzione blandamente

disinfettante • Raccogliere in un contenitore pulito (padella, pappagallo) evitando

contaminazione con feci o carta igienica • Travasare l’urina nel contenitore apposito • Inviare in laboratorio.

Prelievo in soggetto con catetere vescicale a dimora • Clampare (chiudere) il catetere nella parte terminale con pinza • Far trascorrere un’ora di tempo per far creare la quantità di urina

necessaria in vescica • Scollegare il raccordo e far defluire l’urina nel contenitore sterile

evitando contaminazioni

Page 118: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

118

Raccolta delle urine delle 24 ore • Informare l’ammalato sulla procedura e sulla modalità di conservazione • Consegnare il contenitore graduato per la raccolta e invitarlo a

riconsegnarlo dopo 24 ore • Disperdere la prima urna del mattino nel water • Raccogliere tutte le minzioni successive alla prima fino alle 24 ore

successive all’inizio • Si indica la quantità di urina prodotta e si invia campione al laboratorio

Raccolta per urocoltura (mitto intermedio) Informare sulla modalità di raccolta e l’igiene adeguata da fare Uomo

• Igiene dei genitali, con attenzione alla pulizia del glande con sapone liquido per igiene intima risciacquando con cura

• Porre attenzione all’uso del contenitore sterile che non deve essere contaminato

• Primo getto di urina nel water, interruzione del mitto e ripresa della minzione nel contenitore sterile

Donna • Igiene dei genitali con sapone liquido per igiene intima, risciacquando

con cura • Iniziare la minzione con le piccole labbra divaricate dirigendo il getto nel

water. Interrompere il mitto • Riprendere poi la minzione nel contenitore sterile

Per entrambi: • Portare in laboratorio

Se il paziente è non autosufficiente o parzialmente tale sarà necessaria igiene fatta dall’operatore e talora sarà necessario anche il posizionamento (a cura dell’IP) di un catetere vescicale temporaneo. Raccolta urine nei bambini piccoli:

• Applicazione di raccoglitori pediatrici esterni (sterile e non). • Piccola sacca in plastica trasparente provvista di una parte adesiva, al

centro della quale c’è un foro. Esame citologico urine

• Prelievo normale di urine per 3 volte • Inviarlo al laboratorio di citologia e non al laboratorio analisi!

Tutti i campioni urine prelevati vanno inviati subito al laboratorio. Se ciò non è immediatamente possibile bisogna conservarli a temperatura di 4°C.

Page 119: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

119

Raccolta campione feci La raccolta del campioni può essere fatta per: 1. Ricerca sangue occulto fecale

2. Analizzare residui alimentari e secrezioni digestive 3. Individuare presenza di uova e parassiti 4. Scoprire presenza di batteri e/o virus

Ricerca sangue occulto fecale (SOF)

• Serve per ricercare sangue non visibile a occhio nudo nelle feci (patologie digestive)

• Non si può fare nella donna durante il ciclo mestruale • Nessuna preparazione particolare • Avvisare il paziente della procedura e della modalità di esecuzione • Se possibile defecare su padella (pulita o sterile) o su una sedia

comoda • Svitare il tappo del raccoglitore specifico e usare l’asticella di raccolta • Reinserire l’asticella nel contenitore, avvitare il tappo e agitare • Inviare al laboratorio • Conservare in frigo max 24ore a 2-10°C

Esame chimico-fisico delle feci

• Per determinare le caratteristiche delle feci, valutare presenza di sostanze di solito non presenti o in quantità anomala

• Aprire barattolo raccolta e usare la palettina • Prelevare campioni multipli ed inserirli nel contenitore • Chiudere il contenitore • Inviarlo in laboratorio • Se resta per 24 ore mantenere a 2-10°C

Esame colturale Stessa modalità di raccolta del chimico-fisico, ma con contenitore sterile e invio immediato in laboratorio. Esame parassitologico Ricerca di parassiti intestinali e loro uova. Stessa metodica di raccolta del chimico-fisico. Di solito 3 campioni di feci per confermare la presenza.

Prelievo espettorato Viene fatto per:

• Coltura ed antibiogramma

Page 120: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

120

• Esame citologico (3 campioni la mattina): serve per identificare la presenza di cellule tumorali nei polmoni

• Talora per valutazione TBC (tubercolosi): 3 campioni in 3 giorni differenti con una metodica particolare

I campioni vanno raccolti la mattina, al risveglio il paziente può tossire ed espettorare le secrezioni che si sono accumulate nella notte Viene raccolto dagli I.P. La posizione corretta è seduta o semiseduta. Inspirazione profonda�tosse�espettorato Raccolta la quantità sufficiente inviarlo al laboratorio.

Page 121: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

121

La gravidanza

LA gravidanza è un evento fisiologico, nella maggior parte dei casi. Gli operatori sanitari principali sono il medico ginecologo e l’ostetrica. Il loro Ruolo è principalmente quello di sorveglianza per verificare che il processo si mantenga fisiologico fino alla fine. Ogni gravidanza comporta un certo “rischio”, per tale ragione va tenuta sotto controllo. La durata normale della gravidanza è di 40 settimane ± 2 (a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione). Controlli di routine sono previsti una volta la mese accompagnati da esami di laboratorio. Le ecografie consigliate sono 3 (1 per trimestre). I controlli da effettuare in gravidanza sono:

• Pressione arteriosa • Emocromo con formula • Sideremia • Gruppo sanguigno e fattore Rh • Glicemia • Funzionalità renale • Funzionalità epatica • Esame urine • Test rosolia, toxoplasmosi, CMV, HBsAg, Epatite C e HIV • Elettrocardiogramma

Con l’aumentare dell’età della donna aumenta il rischio di generare un figli con sindrome di Down (trisomia 21), pertanto dopo i 35 anni c’è l’indicazione a fare indagini cromosomiche quali la villo centesi o l’amniocentesi. Disturbi comuni della gravidanza sono:

• Nausea • Necessità di urinare più frequentemente • Stanchezza • Stitichezza • Percezione accentuata degli odori • Mal di schiena • Dolore in regione sovrapubica • Crampi muscolari • Sonnolenza o insonnia • Modificazioni della pelle (alcune zone diventano più scure)

L’alimentazione è importante per la normale evoluzione della gravidanza e il corretto accrescimento del feto. Vanno controllate la quantità e la qualità del

Page 122: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

122

cibo. Serve per mantenere un adeguato aumento ponderale fino a fine gravidanza (aumento corretto 9-12 Kg). L’eccessivo aumento di peso al momento del concepimento o durante il secondo e terzo trimestre comporta affaticamento, rischio di diabete gestazionale e gestosi (condizione tossica). Può rendersi necessaria supplementazione con vitamine, minerali e ferro. E’ meglio non assumere farmaci durante la gravidanza, specie nel primo trimestre (periodo di vera formazione del feto). In caso di febbre è possibile usare paracetamolo. Esistono antibiotici che si possono assumere senza rischi. Ogni farmaco va prescritto dal medico. Possono essere attuate le cure igieniche normali, non esiste alcuna controindicazione a bagno o doccia (attenzione al bagno caldo in vasca per il crollo pressorio). Anche la cura dei denti va effettuata come sempre. I vestiti semplici che non provochino costrizioni. Possibilmente di fibre naturali che traspirano. Le scarpe comode a pianta larga, con tacco basso e ampio. Il parto E’ il meccanismo di espulsione del prodotto di concepimento. E’ utile recarsi in Ospedale quando le contrazioni uterine sono intense e ritmiche (1 contrazione ogni 5 minuti per almeno 1 ora) tenendo in considerazione la distanza dall’Ospedale. E’ meglio trascorrere la prima parte del travaglio in un ambiente favorevole che metta la donna in una condizione psicologica buona. Il travaglio pone il bambino in una condizione di stress: pertanto va fatto un monitoraggio delle sue funzioni vitali. Bisogna comunque andare in ospedale se:

• Quando le contrazioni diventano regolari ogni 10-15 minuti • Il bambino si muove meno del solito • Si notano perdite ematiche vaginali • Si notano perdite di liquido amniotico • Compare febbre, pressione alta, prurito

All’arrivo in ospedale avviene l’Accettazione con assegnazione di un cartellino di riconoscimento. Avviene la visita e il ricovero (con anamnesi visita ginecologica). La paziente viene poi trasferita in sala travaglio e quindi in sala parto al momento opportuno. Il parto si può suddividere in 3 fasi: fase dilatante, fase espulsiva e espulsione della placenta o secondamento.

Page 123: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

123

Fase dilatante Si ha una graduale dilatazione del collo dell’utero. Nella primipara il tempo dall’inizio del travaglio attivo (dilatazione almeno di 3 cm) alla dilatazione completa (circa 10 cm) è tra le 6 e le 12 ore. E’ la parte del travaglio più dolorosa e spossante. Qui si possono usare tutte le tecniche di rilassamento apprese nel corso preparto o richiedere l’analgesia (se l’Ospedale la offre). Se le contrazioni si diradano o non sono efficaci si può somministrare l’ossitocina.

Fase espulsiva L’espulsione avviene attraverso il canale del parto. Può durare 1 ora o 2. Spesso si può scegliere la posizione preferita. Viene data indicata a spingere all’inizio di ogni contrazione. E’ l’ostetrica che guida con armonia il processo. Talora è necessario eseguire l’episiotomia (taglietto per allargare lo spazio e accorciare i tempi).

Si verifica prima l’uscita della testa, poi delle spalle e quindi il resto del corpo. Quindi il cordone ombelicale viene clampato con 2 pinze e tagliato (una parte resta al neonato e una legata alla placenta). Il neonato viene asciugato e valutato dal pediatra. Viene fatto il bagnetto, visitato, pesato e misurato. L’ultima fase è caratterizzata dall’espulsione della placenta che avviene dopo circa 15-20minuti. L’ostetrica controlla la placenta da tutti i lati.

Page 124: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

124

Alla nascita il bambino viene subito valutato a 1 minuto, 5 e 10 minuti. Si utilizza uno schema di valutazione (indice di Apgar) che prende in considerazione il battito cardiaco, la respirazione, il tono muscolare, i riflessi e il colore della pelle. Un buon punteggio è indice di buon stato di salute del bambino.

Il puerperio Dopo il parto la donna resta in osservazione per 2 ore (prima del rientro in camera) per controllare la comparsa di emorragie. Il neonato può essere al nido o può esserci il rooming-in (neonato in camera con la mamma) Bisogna controllare la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e la temperatura corporea (a livello inguinale). Va controllato che la donna riprenda la minzione spontanea. Inoltre si controllano le condizioni dell’utero, le lochiazioni e la ferita (episiotomia o laparotomia). Vengono eseguiti degli esami del sangue. Le dimissioni di mamma e neonato coincidono. Il controllo della donna deve avvenire a 40 giorni dal parto.

Page 125: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

125

Per puerperio si intende il periodo compreso tra parto e ripresa dell’attività ovarica (circa 8 settimane). Dopo il secondamento l’utero si riduce progressivamente di volume. Sono presenti delle perdite (lochiazioni) per circa 6 settimane. Cambieranno di colore nel corso del tempo trasformandosi da ematiche a sierose. Sono presenti dei dolori uterini che si scatenano specie quando si allatta al seno (morsi uterini). La prima mestruazione compare dopo circa 40 giorni se non si allatta al seno, alla fine dell’allattamento o anche dopo se si allatta. Problemi del puerperio:

• Stanchezza • Baby blues (forma di depressione post-partum) • Problemi urinari

Attività socio-assistenziale nell’infanzia. L’OSS interviene con l’équipe (infermiere professionale, puericultrici, medico..) nell’assistenza all’infanzia. Questo perché ogni ricovero è fonte di trauma per il bambino. I familiari vanno sostenuti, perché le malattie provocano ansia, depressione, senso di fragilità e impotenza, rabbia. L’OSS e tutta l’équipe devono porsi dentro la relazione di intervento e cura, valutando anche le emozioni derivanti da questa esperienza. Per neonato s’intende un bambino dal momento della nascita fino a 4 settimane di vita. Una cura particolare va fatta al neonato pretermine (nato prima di 37 settimane) o con peso inferiori a 2,5 Kg. Il prematuro non ha completato il suo sviluppo, può presentare problemi di:

• Di termoregolazione • Di respirazione • Di alimentazione.

L’OSS in pediatria svolge attività di assistenza diretta, interventi igienico-sanitari e collabora con l’equipe per fornire supporto organizzativo e formativo. Durante il ricovero nel reparto d pediatria l’OSS collabora per la raccolta dei dati, per la codificazione e l’identificazione del problema, per la pianificazione dell’assistenza. Poi attua secondo le proprie competenze l’intervento programmato.

Page 126: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

126

La fascia di età pediatrica è una fascia di età particolare. Bisogna acquistare fiducia del bambino e dei genitori. I bambini piccoli vanno ricoverati in letti dotati di sponde per evitare il rischio di cadute accidentali. Nel rifacimento del letto, la sponda opposta deve essere mantenuta alzata. La terapia non deve essere mai lasciata incustodita sul comodino. Al momento del ricovero il piccolo sarà vestito col pigiama o indumenti forniti dall’ospedale. Se neonato o lattante avrà un braccialetto identificativo. Tecniche di igiene nel neonato

• Lavarsi con cura le mani • Il primo bagnetto con immersione va eseguito dopo la caduta del

cordone ombelicale e deve durare circa 5 minuti, preferibilmente la sera • Uso di: Detergenti neutri, batuffoli di cotone, teli caldi e morbidi ed

eventuali creme e lozioni (nel primo mese di vita può bastare anche solo l’acqua)

• Il braccio dell’operatore sostiene il capo, mentre la mano arriva fin sotto l’ascella e il braccio del bambino deve essere tenuto saldamente tra pollice e indice

• L’altra mano insapona e lava • Il bambino non va mai lasciato da solo per evitare annegamenti • Pulizia esterna di naso e orecchie (no bastoncini) • Pulizia regione ano-genitale dall’orifizio uretrale a quello anale

Controllo temperatura corporea Nei lattanti viene eseguita la misurazione rettale, bisogna ricordare che quella rettale è di 0,5°C superiore all’effettiva TC. Nei bambini più grandi la misurazione può essere effettuata in sede ascellare o inguinale. Il termometro va sempre tenuto in soluzione disinfettante. Rilievo di polso e respiro La frequenza cardiaca Nei bambini in età scolare si rileva il polso radiale. Nei lattanti va posta una mano sul torace e si conta 1 minuto. Va ricordato che il neonato ha frequenza media di 120 bpm, il lattante di 90-100 bpm, in età scolare di circa 80 bpm. Gli atti respiratori Si rilevano guardando il torace. L’alimentazione

Page 127: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

127

I piccoli durante il ricovero spesso diventano inappetenti. E’ importante garantire un adeguato introito di liquidi per scongiurare la disidratazione. Poi eventualmente possono essere dati: latte, minestrina, biscotti, omogeneizzati. Allattamento al seno Nei neonati e nei lattanti Il latte materno è l’alimento naturale e specifico. Solo se la mamma non è in condizione di allattare si ricorre all’allattamento artificiale. L’operatore: controlla che vengano somministrate le poppate, può effettuare la doppia pesata (prima e dopo la poppata per valutare la quantità di latte assunta dal neonato.) Per l’allattamento al seno si intende un allattamento “a domanda” del neonato. Il neonato presto trova un’autoregolazione e si raggiungono le 5-6 poppate nelle 24 ore. E’ importante che la mamma conosca bene come attaccare il bambino al seno per evitare la comparsa di ragadi. La posizione della mamma può essere seduta o semiseduta. La durata della poppata deve essere massimo di 20 minuti (10-15 minuti per mammella). Ad ogni poppata devono essere offerte entrambe le mammella partendo dalla mammella che ha dato il latte per ultima. Per l’allattamento al seno, il bambino va allattato “a richiesta”, senza seguire orari rigidi. Bisogna controllare la posizione e l’attacco al seno del bambino, evitando di staccarlo prima che abbia finito. Non vanno dati al bambino altri liquidi diversi dal latte materno prima della prima poppata. In particolare va evitato il latte o altri cibi artificiali, acqua, zucchero o acqua zuccherata tra una poppata e l’altra Dovrebbe essere evitato l’uso di tettarelle artificiali, biberon e ciucci almeno nei primi 15 giorni di vita del neonato per aiutarlo ad imparare ad attaccarsi bene al seno e ad imparare a procurarsi da solo il latte. Soprattutto nei primi mesi di vita non lavare il seno dopo ogni poppata ed evitare l’uso di creme o unguenti durante l’allattamento; la normale igiene della mamma è sufficiente e il seno è provvisto di ghiandole che provvedono ad una naturale disinfezione dell’areola. Esistono dei vantaggi per la madre che allatta al seno:

• quanto più comincia precocemente, accelera la ripresa dal parto e l’involuzione dell’utero e riduce il rischio di emorragia e di mortalità riduce la perdita di sangue, contribuendo così a mantenere il bilancio del ferro

• prolunga il periodo di infertilità post parto • favorisce la perdita di peso e il recupero del peso forma • riduce il rischio di cancro della mammella prima della menopausa.

Page 128: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

128

• Alcuni studi, inoltre, hanno ipotizzato che il latte materno possa contribuire anche a ridurre il rischio di cancro dell’ovaio e di osteoporosi.

Le varie posizioni per l’allattamento al seno

L’igiene del seno Il seno deve essere lavato con acqua. Per prevenire le ragadi può essere utile bagnare il capezzolo con una piccola quantità di latte e farlo asciugare. Va seguita una dieta equilibrata. La mamma può mangiare tutto quello che ha sempre mangiato. Se allatta al seno deve garantire adeguato introito di proteine e calcio. Allattamento artificiale Qualora la mamma non fosse in grado di allattare al seno, allora è utile l’allattamento artificiale con latti da costitutire o precostituiti. I latti in polvere vanno ricostituiti con l’aggiunta di acqua. Si aggiunge all’acqua bollita per 5 minuti la quantità in misurini in polvere necessaria alla ricostituzione. I latti liquidi vanno consumati al massimo 48 ore dopo l’apertura. Si scalda il latte fino a 37°C a bagnomaria. L’allattamento artificiale si fa ad orari precisi e non a richiesta. Divezzamento o svezzamento

Page 129: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

129

S’intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea ad un’alimentazione varia. Si inizia tra il 4° e il 6° mese di vita del bambino perché bisogna attendere la maturazione dell’apparato gastro-enterico. Gli alimenti usati sono farine di cereali, ortaggi, legumi, formaggi, latticini, carne, pesce, uova, oli e grassi. Si fa un’introduzione lenta e graduale di tutti gli alimenti seguendo le indicazioni specifiche indicate dal pediatra. Patologie comuni in neonatologia L’Ittero neonatale è una condizione caratterizzata da una colorazione gialla della cute dovuta alla presenza di bilirubina in dosi elevate. L’ittero fisiologico del nato a termine di solito si manifesta tra terza e quarta giornata di vita. La bilirubina deriva dalla degradazione dell’emoglobina. L’ittero patologico compare nelle prime 24-36 h di vita e dura più a lungo ed è più intenso. Il trattamento terapeutico è la fototerapia. L’OSS osserva insieme all’IP la comparsa dell’ittero e o segnala. Altre malattie sono: la malattia emolitica del neonato, la malattia delle membrane ialine, la sindrome da aspirazione del meconio, le infezioni neonatali.

Page 130: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

130

Assistenza all’anziano Per anziano s’intende un soggetto di età superiore a 65 anni di età. Oggi si parla di 3 fasce di età: a. 65-75 anni b. 75-85 anni c. >85 anni d. ma anche >90 anni (old old age). L’invecchiamento della popolazione generale sta caratterizzando i paesi del mondo occidentale. Questo sta provocando una trasformazione della loro struttura demografica con alterazioni delle dinamiche culturali, alterazioni delle dinamiche sociali, alterazioni delle dinamiche economiche e alterazioni delle dinamiche politiche. L’Italia insieme al Giappone rappresentano i Paesi più vecchi del mondo. La spettanza di vita oggi è di 86 anni per le donne e 84 anni per gli uomini. Ciò ha portato alla necessità di creare delle scienze specifiche per l’età avanzata:

• Gerontologia: scienza che studia l’invecchiamento e la vecchiaia • Geriatria: scienza che studia le malattie della vecchiaia • Geragogia: educazione all’invecchiamento, attraverso un’educazione

che riguarda la persona nella sua interezza, favorendo l’adattamento ai cambiamenti cercando di mantenere il più a lungo possibile l’autonomia e l’autosufficienza.

L’anziano subisce una serie di modifiche fisiologiche legate proprio all’avanzare dell’età:

• Modificazioni a livello di tessuti con alterazioni della morfologia e della funzionalità degli organi, sistemi ed apparati

• Maggiore vulnerabilità ad eventi “stressanti” • Riduzione massa corporea magra associata a riduzione dell’acqua

corporea e aumento tessuto adiposi • Riduzione della statura • Modificazioni cutanee e degli annessi (cute secca, unghie secche e

fragili, capelli grigi, calvizie, ridotta sudorazione, aumento soglia del dolore….)

• Osteopenia e osteoporosi • Modificazioni apparato cardiovascolare: ipertrofia ventricolare sinistra,

irrigidimento arterie, dilatazione atriale, alterazione della conduzione cardiaca

• Apparato respiratorio: alterazione della funzionalità respiratoria • Riduzione della funzionalità renale

In sostanza vengono coinvolti tutti gli organi e gli apparati.

Page 131: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

131

Inoltre l’età avanzata può essere caratterizzata da una serie di patologie invalidanti:

• Osteoartrosi • Osteoporosi e fratture • Ictus cerebrale • Parkinson e parkinsonismi • Demenza (principalmente M. di Alzheimer) • Depressione • Scompenso cardiaco • Broncopneumopatia cronica ostruttiva • Ipovedenza • Sordità • Incontinenza urinaria • Incontinenza fecale • Fragilità

Inoltre le malattie nell’anziano si manifestano in maniera diversa da quella dell’adulto. I sintomi possono apparire sfumati, il dolore può non essere presente. Spesso in corso di infezioni non si ha febbre, sintomi di malattie comuni possono essere per esempio disorientamento, confusione o stati agitazione. Valutazione multidimensionale geriatrica La valutazione multidimensionale geriatrica rappresenta un sistema di valutazione della persona anziana che valuta diversi aspetti determinando una presa in carico dell’anziano a 360°. Si va a valutare lo stato cognitivo ed affettivo, lo stato funzionale, lo stato socio-economico e le condizioni ambientali. L’esigenza di creare delle équipe multidisciplinari nasce proprio dal concetto odierno di salute che viene intesa come un benessere bio-psico-sociale. La medicina geriatrica effettua una presa in carico globale del paziente anziano, che è un portatore di più patologie croniche in contemporanea. L’èquipe multidisciplinare è costituita da:

• Medico di medicina generale • Geriatra • Infermiere • Assistente sociale • Fisioterapista • E altri specialisti se necessario (psichiatra…)

Gli strumenti della VMD sono molteplici. Intanto dei test di valenza internazionali e confrontabili che vanno a valutare in maniera specifica diversi aspetti dell’anziano:

• MMSE (funzioni cognitive)

Page 132: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

132

• GDS (scala di depressione) • MNA (assetto nutrizionale) • ADL-IADL (indipendenza nelle attività della vita) • EXTON-SMITH o NORTON PLUS (rischio di piaghe da decubito • TINETTI (rischio di cadute)

Inoltre l’assistente sociale creare una SCHEDA SOCIALE e il medico una SCHEDA CLINICA. E’ fondamentale il rapporto con i medici di medicina generale perché sono quelli che conoscono realmente il paziente e ne hanno la presa in carico. Inoltre è necessario conoscere bene la rete familiare del paziente e l’identificazione eventuale di un care-giver e le condizioni ambientali in cui vive. Il care-giver è la persona che nell’ambito della famiglia si assume in modo principale il compito di cura e assistenza. Dedica moltissimo tempo all’assistenza, tanto che spesso deve dover rinunciare all’attività lavorativa. Il problema è che la presa in carico globale è un’enorme fonte di stress che può sfociare nel burn-out (non riesce più a gestire l’enorme richiesta dell’assistito, si sente inadeguato, impotente). La VMD deve garantire un’analisi globale della condizione della persona con riferimento alle condizioni organiche funzionali, cognitive, sociali e di contesto ambientale e relazionale. Deve poi attuare un PIANO di ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATO che comprenda il percorso di cura e di assistenza continuativa dell’anziano, valutando tutti i suoi bisogni. Il tutto per garantire la PRESA IN CARICO del soggetto. Quali Possibilità?

1. Assistenza Domiciliare Integrata 2. CENTRI DIURNI (nella nostra provincia non esistono ancora) 3. CENTRI PER M.di ALZHEIMER 4. COMUNITA’ ALLOGGIO-CASA FAMIGLIA 5. CASA DI RIPOSO 6. R.S.A. per anziani

L’OSS nell’assistenza all’anziano si inserisce in un contesto con delle regole in un equilibrio precario a causa dei cambiamenti imposti dalla malattia. Deve osservare e ascoltare, raccogliere le informazioni necessarie ad identificare le modalità di intervento più idonee ed efficaci. Deve individuare i bisogni reali ed essere di sostegno al caregiver. Può fornire informazioni ai familiari per riorganizzare meglio l’ambiente e renderlo idoneo al paziente e alle sue esigenze (mobilizzazione, igiene, barriere architettoniche…). Può identificare l’insorgenza di problemi sanitari e avvisare i sanitari. Può aiutare nella gestione dei disturbi comportamentali.

Page 133: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

133

Oggi si parla molto di anziano fragile. E’ un soggetto di età avanzata o molto avanzata, affetto da più patologie croniche, clinicamente instabile, frequentemente disabile, nel quale sono spesso coesistenti problematiche di tipo socio-economico (quali solitudine e povertà). E’ un paziente che si lascia caratterizzare per l’incapacità di reagire efficacemente ad eventi che turano il suo equilibrio precario. Es: alta temperatura ambientale riacutizzazione di malattia malattia acuta di lieve entità intervento terapeutico inappropriato. Eventi comuni e di facile risoluzione per altri soggetti rappresentano l’inizio di una cascata che può portare l’anziano a una sindrome geriatrica o addirittura all’exitus. Per sindrome geriatrica s’intende una condizione patologica osservabile in soggetti anziani, soprattutto negli anziani fragili, che si presenta in maniera ricorrente ed è associata a un declino funzionale ed è dovuta a diversi fattori eziologici. Comuni sindromi geriatriche sono:

• Immobilizzazione • Instabilità posturale • Incontinenza • Declino cognitivo, delirium (stato confusionale acuto) • Deficit visivo e uditivo • Depressione • Malnutrizione • Insonnia • Impotenza.

Sindrome da immobilizzazione L’immobilità si verifica quando l’anziano presenta difficoltà od impossibilità a svolgere quelle attività che richiedono la capacità di spostarsi nell’ambiente (alzarsi dal letto, camminare autonomamente, salire e scendere le scale). Tutte quelle condizioni che gli impediscono di vivere una vita autonoma. E’ caratterizzata da un complesso di alterazioni sistemiche indotte dall’allettamento prolungato. Cause di inizio dell’immobilità:

• Malattie muscolo-scheletriche (artrosi, osteoporosi..) • Malattie cardiache (scompenso cardiaco, IMA..) • Malattie polmonari (BPCO..) • Malattie neurologiche (demenza, ictus..) • Altro (ipotensione ortostatica, ipovisus, alterazioni equilibrio).

Page 134: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

134

Si può realizzare facilmente e in tempi rapidi. Le conseguenze si verificano a livello di molti organi e apparati 1. apparato cardiocircolatorio: scompenso cardiaco, rischio edema

polmonare, rischio alterata regolazione della pressione arteriosa. Rischio di andare incontro a trombosi venosa profonda. Presenza di alterazioni della circolazione arteriosa

2. Apparato muscolare e scheletrico: atrofia, ipotonia e riduzione del movimento articolare fino all’anchilosi 3. Apparato gastroenterico: anoressia, stipsi, incontinenza fecale 4. Apparato urinario: Incontinenza e ritenzione urinaria 5. cute e annessi: piaghe da decubito Deterioramento mentale E’ una condizione clinica caratterizzata da una riduzione apprezzabile delle funzioni cognitive riferita dallo stesso soggetto o dai familiari. Va da un livello minimo fino alle forme di demenza. Per demenza s’intende una sindrome caratterizzata dallo sviluppo di deficit cognitivi multipli, che includono il deterioramento mnesico e almeno uno dei seguenti disturbi: afasia, Aprassia, Agnosia, Disturbo delle funzioni esecutive. Il disturbo deve essere severe da interferire con le attività sociali ed occupazionali e deve esprimere un declino rispetto al precedente livello funzionale.

Classificazione Primarie A. Corticali (demenza di Alzheimer, demenza fronto-temporale) B. Sottocorticali ( demenza a corpi di Lewy, Parkinson-demenza, Paralisi

sopranucleare progressiva, Degenerazione cortico-basale, Corea di Hungtington)

Secondarie Vascolare Da mal funzionamento tiroideo Da malattie infettive del SNC Stati carenziali (vitamina B12, folati, malnutrizione…) Tumori Traumi, insufficienza cardiaca e respiratoria. La demenza è una malattia gravemente invalidante e in aumento nella popolazione. L’esordio è spesso sfumato e si fa diagnosi spesso tardivamente. Il carico assistenziale è notevole.

Page 135: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

135

Malattia di Alzheimer E’ la più frequente forma di demenza dell’anziano ed è una delle malattie più disabilitanti in età geriatrica. E’ caratterizzata da un deterioramento progressivo ed ingravescente delle capacità cognitive e dalla comparsa di disturbi comportamentali. Il sintomo d’esordio tipico è la perdita di memoria. A volte può manifestarsi con anomie, afasia fluente con disorientamento spaziale, cambi di personalità, depressione. Si riconoscono più o meno 3 stadi:

1. Stadio precoce: perdita di memoria dei fatti recenti, difficoltà a trovare la parola giusta nel discorso e formulare pensieri.

2. Stadio moderato e severo: disorientamento spazio-temporale, non ricorda nuove informazioni, necessita di assistenza nelle ADL. Frequenti disturbi del comportamento (agitazione, aggressività, ostilità, disinibizione), deliri paranoidi, oppure apatia, disinteresse per tutto

3. Fase terminale: paziente allettato in posizione fetale, incontinente e dipendente. Arriva all’exitus per complicanze infettive o cachessia.

Delirium o stato confusionale acuto E’ una condizione frequente negli anziani. Inizia all’improvviso (maniera acuta) e l’andamento può essere fluttuante nel corso della giornata. Più frequente di notte. I segni più tipici sono: alterazioni della memoria, disorientamento spazio-temporale, alterazioni linguaggio, allucinazioni, interpretazioni errate di ciò che succede intorno. A volte si manifesta con ansia, irritabilità e aggressività, a volte con letargia. Le cause sono molteplici, spesso è la manifestazione di una malattia in corso, talvolta invece di eventi stressanti:

• Ritenzione d’urina, infezioni (polmonari e vie urinarie) • Infarto miocardico • Embolia polmonare • Scompenso cardiaco • Aritmie • Alterazioni glicemiche • Disidratazione • Tumori • Eventi stressanti: cambio di domicilio, ricovero in un ambiente nuovo.

Morbo di Parkinson Malattia caratterizzata da 3 aspetti principali:

1. Tremore a riposo che scompare durante i movimenti 2. Bradicinesia ossia lentezza dei movimenti, il sintomo più invalidante

Page 136: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

136

3. Rigidità muscolare che può interessare un arto, un emisoma o tutti e 4 gli arti. Hanno un’aumentata resistenza alla mobilizzazione passiva. Presenza del movimento a “ruota dentata”.

Il rallentamento dei movimento è il sintomo che crea più problemi. Il paziente fatica a iniziare un movimento. A volte si blocca durante l’esecuzione e non riesce a ripartire Col passare del tempo si riduce anche la mimica facciale, cambia il timbro della voce. Si associano disturbi quali scialorrea, stipsi… E’ determinato da un’alterazione della dopamina. Il farmaco più efficace si chiama levodopa, ma dopo anni di trattamento provoca dei problemi (fenomeni on-off). Malattie cerebrovascolari L’ictus rappresenta la terza causa di morte. L’ictus è ischemico nel 75% dei casi, ed emorragico nel 15%. L’ictus ischemico è caratterizzato da un infarto cerebrale con danni a diversi livelli. Tipica è la comparsa dell’emisindrome, ossia dell’immobilità di metà corpo. Un ictus ischemico si presenta se c’è una notevole riduzione di sangue in una zona del cervello. Le manifestazioni di comparsa possono essere diverse: difficoltà a parlare, alterazioni della vista, vertigini, alterazioni della deambulazione, alterazioni dell’espressione della faccia, perdita di memoria. L’ictus emorragico è caratterizzato dalla presenza di un’emorragia cerebrale la cui causa principale è l’ipertensione arteriosa (oppure di rottura di malformazioni vascolari esistenti per es. di aneurismi). Un’emorragia cerebrale ha di solito un esordio brusco con presenza di vomito a getto, cefalea, sonnolenza, disturbi motori. Se si supera la fase acuta dell’ictus, è fondamentale la riabilitazione per i deficit motori residui, per la deglutizione, per il linguaggio. Per TIA s’intende un attacco ischemico transitorio, ossia una riduzione di irrorazione del cervello, ma di breve durata e che va incontro a risoluzione. I sintomi sono simili a quelli dell’ictus, ma si risolvono dopo poco tempo. L’OSS ha spesso un ruolo preponderante nel’assistenza all’anziano. Deve avere un approccio relazionale corretto. Tutti gli studi e tutti i metodi usati si basano su UN APPROCCIO GENTILE.

Page 137: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

137

Bisogna parlare guardando negli occhi il paziente senza urlare (tranne per motivi di sordità), soprattutto nei soggetti dementi che interpreterebbero una forma di aggressività nei loro confronti e quindi si agiterebbero ulteriormente. L’anziano va sempre accompagnarlo nei movimenti senza strattonarlo. Il nostro passo deve seguire il suo passo e non viceversa. L’assistenza all’anziano prevede l’assistenza diretta domestico-alberghiera, di igiene personale, mobilizzazione, animativa mettendo in atto tutte le conoscenze che un OSS ha a disposizione.

Page 138: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

138

Assistenza al paziente terminale

Il paziente si può definire terminale quando in lui, nei suoi familiari e nei curanti comincia a farsi strada l’idea della morte quale diretta conseguenza della malattia. In cui ogni tipo di trattamento non è più in grado di evitare l’exitus. “…coloro che non possiamo più guarire, si possono ancora aiutare, accompagnare e far sì che giungano in fondo alla strada senza essere schiacciati dalle loro sofferenze e senza nulla perdere della loro dignità”

(Amile JL 1981)

Esistono numerosi criteri per definire un paziente come terminale: • Criteri nosologici: malattia cronica in fase attiva, progressiva ed

irreversibile • Criteri prognostici: Prognosi infausta quoad vitam; aspettativa di vita

inferiore a 90 giorni • Criteri sintomatologici: Presenza di sintomi destabilizzanti (somatici,

psicologici,spirituali) • Criteri terapeutici e bioetici: inesistenza o inappropriatezza di terapie

specifiche finalizzate alla guarigione o ad un prolungamento significativo della vita.

Sintomi dell’ultimo anno di vita:

• Astenia • Dolore • Anoressia e iporessia • Nausea, vomito • Insonnia • Dispnea • Stipsi • Depressione • Confusione mentale • Piaghe da decubito.

Gli ultimi giorni di vita sono invece caratterizzati da: • Allettamento prolungato o totale • Astenia profonda • Episodi di disorientamento temporo-spaziale o allucinazioni • Sonnolenza prolungata • Evidente rifiuto di cibo e liquidi • Difficoltà ad assumere la terapia per os.

Page 139: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

139

I rischi nei confronti di una malato terminale possono essere molteplici: da un lato l’accanimento terapeutico o diagnostico, dall’altro l’abbreviazione della vita e l’abbandono terapeutico. E’ una fase della vita in cui ancora c’è da fare…anche se da molti viene detto “non c’è più nulla da fare”! C’è una persona sofferente affetta da un male incurabile che merita di essere accolto, ascoltato, capito a aiutato nel percorso verso la fine della vita. Un malato terminale ha bisogno di un’assistenza personalizzata e orientata a migliorare la qualità della vita residua. Necessita di un adeguato controllo del dolore e degli altri sintomi. Bisogna evitare un inappropriato prolungamento del morire e mantenere il controllo della situazione per mantenere l’autonomia decisionale. L'impegno dell'operatore, nell'assistenza al morente, è rivolto su più fronti in quanto sono molteplici i bisogni e i problemi che il malato manifesta, in particolare: -il dolore; -la stipsi; -i problemi del cavo orale; -i problemi psicologici. Deve controllare assiduamente il sensorio del malato: uno degli obiettivi della terapia antalgica è evitare il più possibile l'eccessivo intontimento o assopimento del paziente, aspetto che incide negativamente sulla qualità di vita. Deve operare sullo stato emotivo e sul tono dell'umore del soggetto: un buon programma di controllo del dolore deve tener conto anche di metodi non farmacologici. Il dolore deriva dalla somma di due componenti, una neurologica e una affettiva. Questa seconda componente è modificata curando aspetti come il comfort ambientale, il riposo,l'ansia dell'abbandono. L’empatia, cioè la capacità di identificarsi con un'altra persona in una determinata situazione, la comprensione, il miglioramento del tono dell'umore, sono complementi essenziali degli analgesici. L'operatore deve prestare la massima attenzione al malato ed essere pronto a cogliere ogni segno che possa far pensare ad uno stato di sofferenza permettendo così un tempestivo intervento da parte del personale sanitario (l'analgesia deve essere continua; il dolore va prevenuto, e non trattato "al bisogno", con i farmaci necessari a dosaggi adeguati). Deve monitorare l'alvo del malato per il trattamento della stipsi. Su apposita modulistica a schede (ne esistono di vario genere) dove l'operatore riporta il numero o l'entità delle evacuazioni del paziente nel corso della giornata.

Page 140: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

140

Deve favorire l’evacuazione del malato rispondendo in modo tempestivo alle sue richieste di essere messo in condizione di scaricarsi rispettando sempre la privacy del malato: un paziente in stanza con altre persone costretto a scaricarsi a letto può manifestare un rifiuto psicologico ad espletare i suoi bisogni. L'operatore allora deve mettere in atto gli accorgimenti necessari per ovviare a questo problema come posizionare paraventi di protezione o far uscire le altre persone dalla stanza quando queste sono in grado di farlo. Si deve occupare de problemi del cavo orale. Deve curare l'igiene del cavo orale nei pazienti a rischio: - spazzolare i denti, quando possibile, 2-3 volte al giorno; - eseguire la disinfezione della protesi durante la notte (esistono in commercio prodotti specifici). Deve mantenere la bocca umida: - idratando il paziente con frequenti sorsi d'acqua fresca, - conservando morbide le labbra con pomate a base di vaselina o burro di cacao. Deve mantenere la bocca pulita: - la rimozione delle placche si esegue con garze o spazzolini molto morbidi facendo molta attenzione a non danneggiare le mucose. Deve segnalare al personale sanitario la presenza di ulcere(es. herpes), di lesioni a carico della mucosa (es. candidosi o di dolore al cavo orale) per gli eventuali trattamenti terapeutici del caso. Il malato terminale manifesta in successione diversi stati emotivi ai quali l'operatore deve rispondere in modo adeguato anche se il relazionare con questo tipo di pazienti spesso risulta difficile. Il dolore può essere un dolore totale: fisico, psichico, spirituale, sociale . Bisogna imparare a stare col malato morente e sostenere l’angoscia che deriva dalla consapevolezza di una morte imminente non è semplice. Non è facile e semplice neanche trasmettere vicinanza, partecipazione e accoglienza. E’ importante ascoltare il malato, conoscere la sua storia per poter adeguare le proposte terapeutiche alla sua storia. Le cure palliative sono cure destinate a migliorare la qualità della vita e non sono orientate a controllare il processo evolutivo della malattia. Affermano la vita e considerano il morire un evento naturale, non accelerano né ritardano la morte. Provvedono al sollievo del dolore e degli altri disturbi Aiutano i pazienti a vivere in maniera attiva fino alla fine e sostengono la famiglia durante la malattia e il lutto.

Page 141: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

141

La globalità dell’intervento terapeutico ha come obiettivo la qualità della vita residua, ma anche di dare un sostegno psicologico, religioso, sociale e relazionale. Tende a valorizzare le risorse del malato nel pieno rispetto ed autonomia dei valori e dell’autonomia della persona. Determina una continuità della cura fino all’ultimo istante. I luoghi della cura per i pazienti terminali sono:

• Hospice • Strutture residenziali • Ospedali • Proprio domicilio.

Page 142: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

142

Il diabete mellito Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. E’ una malattia multisistemica, in quanto le sue complicanze colpiscono vari apparati. La diagnosi di diabete: 1) riscontro di almeno due valori di glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl; 2) riscontro di glicemia casuale ≥ 200 mg/dl in presenza di sintomi tipici del diabete: poliuria, polidipsia, dimagrimento); 3) glicemia 2 ore dopo carico orale di glucosio ( OGTT ) ≥ 200 mg/dl. Valori superiori di glicemia superiori a 110 mg/dl sono già indicativi di ridotta tolleranza al glucosio, indicano il rischio di sviluppare il diabete a 5 anni. Si distinguono due principali tipi di diabete:

• Diabete mellito tipo 1, di solito in giovane età. Caratterizzato da mancanza di produzione dell’ormone regolatore del glucosio (insulina) da parte del pancreas.

• Diabete mellito tipo 2, dell’età adulta. L’insulina è normale o aumentata, ma sono le cellule che non rispondono all’insulina. Ma esistono anche il diabete gestazionale o forme di diabete secondario a farmaci o malattie. Complicanze acute del diabete sono:

• Coma cheto-acidosico caratterizzato da : nausea, vomito, dolori addominali, sete intensa, poliuria, alterazione dello stato di coscienza al coma. Necessita di una terapia d’urgenza.

• Coma iperosmolare che si manifesta con febbre, sudorazioni profuse, disidratazione ed evoluzione verso il coma.

• Coma ipoglicemico caratterizzato da una forte riduzione della glicemia (inferiore a 50 mg/dL),compaiono tremori, debolezza, sonnolenza, sudorazione.

Le complicanze croniche sono dovute principalmente a problemi di micro e macroangiopatia e di neuropatia, e sono:

• Neuropatia periferica • Retinopatia • Nefropatia • Problemi ai piedi

Page 143: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

143

• Problemi cardiovascolari (maggiore rischio di infarto del miocardio) La terapia nel diabete tipo 1 è la terapia insulinica sostitutiva, 3 o 4 volte al giorno. Ne esistono diverse forme: rapidissima, rapida (ai pasti), lenta (glargine, detemir), intermedia. Nel diabete tipo 2 la dieta, gli ipoglicemizzanti orali (ne esistono di diversi tipi) e talvolta la terapia insulinica. Per ipoglicemia s’intendono valori di glicemia inferiori a 70 mg/dL,i sintomi di solito si manifestano sotto i 50 mg/dL. E’ importante per l’operatore riconoscere eventuali segni di ipoglicemia. I sintomi più frequenti sono: ansia, palpitazioni, sudorazione, fame, cefalea, incapacità di concentrarsi, confusioni, allucinazioni fino a convulsioni e coma. Spesso si verifica perché il paziente ha saltato un pasto, ha fatto uno sforzo eccessivo rispetto al solito, la terapia è eccessiva. Il trattamento va distinto:

• Paziente cosciente: somministrare 2-3 cucchiaini di zucchero in acqua o succo di frutta. Dopo circa 15 minuti dare pane o fette biscottate o crackers o 1 frutto. Ricontrollare glicemia fino a valori accettabili

• Paziente incosciente: Necessità di somministrazione di glucosio per via endovenosa e monitoraggio frequente della glicemia.

Page 144: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

144

AIDS

La sindrome da immunodeficienza acquisita è determinata dall’infezione da virus HIV. L’infezione da HIV colpisce persone di tutto il mondo (in particolare Africa Sub-sahariana). Risulta una delle cause principali di morte di soggetti tra i 15 e i 59 anni. Fattori di rischio:

1. Rapporti omosessuali tra uomini 2. Uso di droghe per via endovenosa 3. Rapporti eterosessuali 4. emofilia 5. Trasfusioni di sangue 6. Infezione perinatale

Oggi le infezioni perinatali molto ridotte per l’uso di farmaci in grado di evitare il contagio del neonato. L’infezione da HIV può comparire in soggetti di qualsiasi età sessualmente attivi o in grado di scambiarsi degli aghi. L’uso della terapia anti-retrovirale potente usata in maniera ampia dal 1996 ha permesso una riduzione della mortalità e un miglioramento della qualità della vita. Il virus HIV-1 è la causa principale, ma esistono anche soggetti infettati dall’HIV-2 (raramente). Sono dei retrovirus umani che provocano una progressiva distruzione dei linfociti T CD4, con riduzione dell’immunità cellulo-mediata e della memoria cellulare. Questo determina la comparsa di infezioni. L’infezione da HIV è caratterizzata dalla comparsa della sindrome retrovirale acuta circa2-6 settimane dopo la trasmissione virale. La sindrome retrovirale acuta è caratterizzata dalla comparsa di febbre, astenia, faringite, perdita di peso, sudorazioni notturne, aumento dei linfonodi, mialgie, cefalea, nausea e diarrea. La durata è di circa 14 giorni (ma può arrivare a 3 mesi). Nello stadio tardivo compaiono invece infezioni di varia natura, tumori, deperimento e complicanze neurologiche. Le modalità di trasmissione sono le seguenti:

• Rapporti sessuali • Esposizione parenterale • Trasmissione perinatale

Page 145: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

145

In sostanza per contatto tra mucose e/o sangue con liquidi biologici infetti (specie sangue, ma anche sperma o secrezioni vaginali). Non si trasmette con condivisione di stoviglie o oggetti da toilette, con punture di zanzara o per via respiratoria Si può trasmettere per trasfusioni nei Paesi dove non ci sono adeguati controlli e per iniezione di droghe (per contaminazione EV, SC o IM). La terapia antiretrovirale può avere delle complicanze:

• Soppressione del midollo osseo • Polineuropatie • Pancreatite • Tossicità epatica e renale • Malattie cardiovascolari.

I problemi più importanti dei malati di AIDS sono le infezioni opportunistiche (polmonite, candidosi, TBC, CMV, Toxoplasmosi, infezioni da Herpesvirus, encefalopatie, epatite C) e la comparsa di tumori anche rari.

Page 146: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

146

Accenni sulle principali patologie psichiatriche La depressione I criteri per fare diagnosi di depressione sono seguenti: 5 o più dei seguenti sintomi devono essere presenti durante lo stesso periodo di due settimane e rappresentare un cambiamento rispetto alla situazione precedente; almeno uno dei sintomi deve essere l'umore depresso o la perdita di interesse o di piacere. Sintomi principali: 1. L’ Umore depresso deve essere presente per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come indicato sia da un'osservazione soggettiva (sentirsi tristi o vuoti), sia osservato da altri (apparire piangente) N.B.: In bambini o adolescenti può essere osservata irritabilità. 2. La marcata perdita di interesse o di piacere in tutte o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. 3. Può essere associata una significativa perdita di peso (quando non a dieta) o aumento di peso (per esempio un cambiamento di più del 5% di peso corporeo in un mese), o diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno. 4. Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno. 5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile da altri, non sensazioni meramente soggettive di di incapacità di rimanere fermo o di essere rallentati). 6. Perdita di energia o stanchezza quasi ogni giorno. 7. Sentimenti di mancanza di valore o di colpa eccessiva o inappropriata (che può essere delusionale) quasi ogni giorno (non meramente auto-punitivi o sul fatto di essere malati). 8. Diminuita capacità di riflettere e concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (sia sensazioni soggettive, sia osservabili da altri). 9. Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrenti ideazioni di suicidio senza un piano specifico o tentativi di suicidio o piani specifici di suicidio. I sintomi causano un disagio clinicamente significativo o senso di inferiorità nella vita sociale, nel lavoro e in altre aree importanti. I sintomi non devono essere dovuti a effetti psicologici di una sostanza (ad esempio un medicamento, una droga) o a una condizione patologica generale (per esempio ipertiroidismo). I sintomi non sono considerati per un lutto, ad esempio la perdita di una persona cara, i sintomi persistono per un periodo più lungo di due mesi o

Page 147: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

147

sono caratterizzati da una marcata incapacità funzionale, preoccupazione morbosa con senso di mancanza di valore, ideazione suicida, sintomi psicotici o ritardi psicomotori. I sintomi possono essere distinti in sintomi psichici, sintomi psicomotori e psicosomatici.

• Psichici: tristezza, disperazione, indifferenza, non provare sensazioni, vuoto interno, apatia, indecisione, inibizione, diminuita capacità attentiva e mnemonica, pessimismo, idea di morte, idee di rovina, auto-svalutazione, indegnità, senso di colpa.

• Psicomotori: rallentamento, ipomimia, irrequietezza.

• Psicosomatici:insonnia e ipersonnia, sento di tensione, diminuzione di

forze, vertigini, ipotensione, dispnea, stipsi, colite, perdita di appetito, perdita di peso, senso di freddo, cardiopalmo, dolori diffusi.

La Depressione è una sindrome molto complessa e profonda; è un insieme di sintomi che alterano in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura sé stessa, gli altri e il mondo esterno:

• persistente stato di tristezza, ansia • facilità al pianto o crisi di pianto • agitazione o rallentamento psicomotorio • diminuzione di energia, affaticamento, sentirsi “appesantiti” • difficoltà di concentrazione ed attenzione • insonnia o ipersonnia • aumento dell'appetito e aumento considerevole del peso. • assenza di appetito e perdita di peso • perdita di interesse o di piacere nel sesso • ritiro sociale • atteggiamento pessimistico nei confronti del futuro • lamentele riguardo agli eventi passati o rimpianti • sentirsi senza speranza, che non c'è più nulla da fare • sentirsi colpevoli, senza valore, inadeguati, impossibili da aiutare • sentirsi incapaci di riposare • irritabilità • pensieri di morte o di suicidio • Tentativi di suicidio

Può assumere la FORMA di un singolo episodio transitorio (episodio depressivo) oppure di un disturbo (disturbo depressivo).

Page 148: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

148

L'episodio o il disturbo depressivo sono caratterizzati a loro volta da una maggiore o minore GRAVITA'; si parlerà quindi di disturbo depressivo maggiore, disturbi dell'umore depressivo quali:

• disturbo distimia (nevrosi depressiva) • disturbo dell'adattamento con umore depresso • depressione secondaria • depressione reattiva • depressione mascherata.

Le cause principali sono: • fattori genetici (una certa predisposizione) • fattori biochimici (nel sistema nervoso centrale vi è una diminuzione

della disponibilità di alcuni neurotrasmettitori che i farmaci cercano di compensare)

• fattori psicologici (perdite precoci, un modo distorto di rapportarsi agli eventi quotidiani, cioè una tendenza a percepirsi incapaci, a vedere il futuro come inevitabilmente nero e vedere gli altri come più felici ed incapaci di dare aiuto; reazioni prolungate a perdite o lutti attuali etc).

L’ansia … un vivere male quello che è caratterizzato dall'attesa del peggio, dalla paura, dall'aspettarsi le conseguenze peggiori di un atto. Per disturbo d'ansia generalizzato s’intende un'ansia o preoccupazione eccessiva riguardo a numerosi eventi o attività per la maggior parte del tempo durante un periodo di almeno 6 mesi. La preoccupazione è difficile da controllare ed è associata a sintomi somatici quali tensione muscolare, irritabilità, difficoltà legate al sonno e irrequietezza. L'ansia non è provocata dall'uso di sostanze o da una condizione medica generale e non si manifesta solo durante un episodio di disturbo dell'umore o psichiatrico. L'ansia è difficile da controllare ed è causa di disagio soggettivo e provoca limitazioni in aree importanti dell'esistenza della persona. Diagnosi: Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva) che si manifestano per la maggior parte dei giorni, per almeno 6 mesi e riguardano numerosi eventi o attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione. L'ansia e la preoccupazione sono presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi sei mesi (irrequietezza, o sentirsi con i nervi a fiordi pelle, facile

Page 149: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

149

affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno). L'ansia si può manifestare con la tensione motoria, l'iperattività autonomica (sintomi fisici) e alterazioni della vigilanza cognitiva. L'ansia è eccessiva e interferisce con gli altri aspetti della vita del paziente. La tensione motoria si manifesta più comunemente come tremore, agitazione e cefalea. Sintomi somatici: Tachipnea, eccessiva sudorazione, palpitazioni e vari sintomi gastrointestinali. Gli attacchi di panico L’attacco di panico fa parte dei disturbi d’ansia ed è la sensazione, improvvisa e senza cause apparenti, di paura e di allarme. E’ un'esperienza sconvolgente, terribile, devastante. Alcuni riferiscono la paura di morire, la paura di impazzire o di perdere il controllo di emozioni e comportamenti. Può presentarsi con una forte difficoltà respiratoria che porta ad un vero e proprio senso di soffocamento oppure con un senso di pressione a livello toracico, accompagnato da fitte e forti dolori al braccio che fanno subito pensare all'infarto oppure con una sensazione di "anestesia" alle braccia o alle gambe che fa pensare ad una paralisi. Quello che si prova, è una vera e propria tempesta chimica, biologica, neurovegetativa. Esaurita la fase acuta si entra nella fase post-acuta dove ci si sente ancora provati ed esausti e si avverte un forte bisogno di dormire, per recuperare le forze e le energie perdute. Ma al risveglio riaffiora la sensazione di angoscia e di precarietà nei confronti della propria vita e del proprio futuro: compare la "paura di aver paura". I primi attacchi di panico irrompono nella vita in maniera inaspettata. Colpiscono la persona spesso in un momento di apparente tranquillità, senza alcun tipo di circostanza che possa giustificarne l'insorgenza, è questo che sconvolge ancora di più. Col tempo tutto diventa fonte di preoccupazione e di forte pessimismo perché in agguato c'è sempre il PANICO, pronto a colpire nelle situazioni più disparate lasciando un profondo senso di insicurezza e di stupore. L'attacco di panico può durare da 2 a 8 minuti, ma le sensazioni sono tanto intense che si ha la certezza di aver vissuto un'angoscia lunghissima della quale non si riesce a vedere la fine. La precisa eziologia del disturbo da attacchi di panico è per la maggior parte ancora sconosciuta. Spesso i primi attacchi sono scatenati da una malattia fisica, uno stress prolungato o da un eccessivo uso di sostanze. Alcune persone che tendono a prendersi troppe responsabilità possono sviluppare la tendenza a soffrire di Attacchi di panico. Altri attribuiscono il

Page 150: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

150

disturbo alla scarsa autonomia dell'IO e quindi, in un certo senso, alla loro debolezza. Sintomi dell’attacco di panico:

• Difficoltà di respirazione – fame d'aria (dispnea) • Aumento e irregolarità della frequenza cardiaca • Sudorazione • Dolore o malessere al petto • Vertigini, sbandamenti, stordimento, o sensazione di non stare bene in

piedi • Formicolio o intorpidimento alle mani, ai piedi, al viso o alla bocca • Improvvise sensazioni di caldo o di freddo • Tremori fini o grandi scosse • Nausea o disturbi addominali • Pianto • Paura e sensazione di svenire • Sensazione di asfissiare • Sensazioni di sogno o distorsione percettiva (derealizzazione) • Percezione che non si è connessi al corpo (dissociazione) o perfino che

si è disconnessi dal tempo e dallo spazio (depersonalizzazione) • Sensazione che qualcosa di orribile sta per accadere e si è impotenti

per prevenirlo • Paura di morire • Sensazione di morte imminente • Paura di impazzire, o di fare qualcosa di incontrollato durante l'attacco.

Page 151: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

151

Il disagio mentale La salute mentale corrisponde alla condizione di benessere in cui ci si trova quando si raggiunge un equilibrio personale soddisfacente. Dipende da aspetti concreti e reali come le condizioni economiche, abitative, scolastiche, lavorative; da aspetti relazionali (la famiglia); sociali (amicizie, il gruppo dei simili, il tempo libero) e personali (serenità, equilibrio interiore, accettazione di sé e delle sensazioni ed emozioni). La salute mentale è una condizione soggettiva che cambia in conseguenza delle vicissitudini della vita Il disagio mentale è una condizioni in cui si avverte uno stato di sofferenza: per paura, per perdita di fiducia in sé e negli altri, per incapacità di amare, per incapacità di lavorare, per tristezza, per frustrazione, per aggressività, per solitudine. Quando il disagio perdura per molto tempo può sfociare anche in una vera e propria malattia. Prima i soggetti “psichiatrici”-“alienati” venivano “depositati all’interno dei manicomi. Successivamente si è passati a considerare i manicomi come luoghi di cura. La LEGGE BASAGLIA (legge 180 del 1978) ha lavorato proprio sulla relazione perché si basa sul presupposto che la malattia mentale sia il prodotto di un’interazione di fattori, tra cui hanno un peso rilevante i fattori relazionali, ambientali, culturali e sociali e l’inserimento nel sociale perché la malattia si manifesta sempre come frattura col sociale. La psicosi è una frattura con la realtà, e ne conseguono tante difficoltà d’inserimento nel sociale, così che il paziente và sempre di più ad isolarsi. Nel trattare la malattia mentale dunque è fondamentale recuperare quest’aspetto, ragion per cui nell’ambito del trattamento non si possono escludere delle attività rivolte al sociale. Ha introdotto due principi fondamentali: la prevenzione e la riabilitazione. Deve esserci una volontarietà del trattamento (la persona deve partecipare alla cura). La cura dei malati deve essere fatta nel territori ( e solo in casi estremi in un ospedale pubblico) e nessuno più ricoverato nei manicomi. Il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) va imposto se esistono condizioni psichiche da richiedere urgenti interventi terapeutici e se tali interventi non sono accettati dal soggetto. Il TSO è un provvedimento emanato dal sindaco (perché autorità sanitaria locale) su proposta di un medico e intervento di uno specialista di una

Page 152: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

152

struttura pubblica che dispone che una persona sia sottoposta a cure psichiatriche contro la sua volontà. Può essere richiesto da un medico del CSM, 118, guardia medica. Il sindaco deve avere 2 certificazioni mediche: il primo da un medico (mdb, qualunque medico) e il secondo da un medico di struttura pubblica. Ricevuti i certificati il sindaco ha 48 ore di tempo di far un’ordinanza e far accompagnare dai vigili urbani o con 118 il paziente nel reparto idoneo. Il sindaco deve comunicare al giudice tutelare entro 48 ore. Il giudice tutelare conferma o meno l’ordinanza che comunque vale per 7 giorni. L’ordinanza può essere emanata se:

1. La persona si trova in uno stato di alterazione tale da richiedere urgenti interventi terapeutici

2. Gli interventi proposti vengono rifiutati 3. Non è possibile adottare tempestive misure extraospedaliere.

La schizofrenia E’ un disturbo mentale che spesso ha un esordio tra la fase finale dell’adolescenza o nella prima età adulta. Interferisce con le capacità di un individuo di pensare chiaramente, prendere decisioni e relazionarsi con gli altri. I sintomi sono spesso comuni agli altri disturbi mentali. Si distinguono in:

• SINTOMI POSITIVI o psicotici: deliri e allucinazioni che si presentano quando il paziente ha perso il contatto con la realtà.

(complotti contro di loro, minacce..) • SINTOMI DISORGANIZZATI: pensiero e linguaggio confuso e

comportamenti senza senso. Non sono in grado di dire frasi coerenti, si muovono lentamente, ripetono di continuo gli stessi gesti, camminano in circolo. Non riescono a vivere la normale vita quotidiana

• SINTOMI NEGATIVI: piattezza emotiva, mancanza di espressione, incapacità di iniziare e portare a termine le azioni, assenza di piacere di vivere.

La terapia è principalmente di tipo farmacologico, anche se spesso viene sospeso il trattamento dai pazienti o per gli effetti collaterali o perché convinti che non funzionino più (antipsicotici). Il problema quando smettono è che si verifica un episodio psicotico acuto. Talora è necessario un ricovero ospedaliero per trattare gravi allucinazioni e deliri, pensieri suicidi. Disturbi di personalità Sono espressioni estreme di caratteristiche che tutti possediamo.

Page 153: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

153

Disturbo di personalità paranoide: personalità paranoide che si caratterizza per sospettosità, sfiducia e diffidenza nei confronti degli altri. Minaccia, tradimento o inganno. Atteggiamento di ostilità, rancore. Disturbo istrionico: comportamenti eccessivamente drammatici e teatrali per attirare l’attenzione. Abiti eccentrici, colori dei capelli eccentrici, sessualmente provocanti, seduttive. Disturbo narcisistico: idea grandiosa di se stesso e delle proprie capacità. Richiede attenzione su se stesso. Mancanza di empatia, invidia , arroganza Disturbo schizoide di personalità: non desidera relazioni sociali. Appare insensibile, calma ed estraniata, priva di manifestazioni di affetto o tenerezza. Tipi solitari. Disturbo schizotipico di personalità: difficoltà di relazioni interpersonali, ansia sociale eccessiva. Credenze strane, pensiero magico, superstizioni, si sentono chiaroveggenti. Disturbo antisociale: prima dei 15 anni disturbo della condotta col protrarsi anche nell’età adulta. Irresponsabilità, incapacità di mantenere una continuità lavorativa, infrazione della legge, aggressività fisica. Assenza di emozioni. Disturbo evitante: persone molto sensibili che si sentono male alla sola idea di essere criticate o disappraovate, perciò rifiutano le relazioni sociali. Disturbo Dipendente: mancanza di sicurezza e di fiducia in sé. Disagio, lasciano agli altri la responsabilità di decidere per loro. Disturbo ossessivo-compulsivo: perfezionismo e preoccupazione, osservazione scrupolosa delle regole. Seri, rigidi, formali; relazioni personali scadenti, privi di affetto.

Page 154: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

154

La disabilità La disabilità è la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale. Per disabilità s’intende la perdita di funzioni psicologiche e/o fisiologiche dovuta a fattori organici o “esterni”. Il grado di disabilità o la sua velocità di progressione può andare aldilà del normale processo di invecchiamento e può segnare un livello di funzionamento inferiore a quello comunemente atteso per una determinata età. Una volta si distinguevano:

• Menomazione = “perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica”

• Handicap = “condizione di svantaggio, conseguente a una menomazione o a una disabilità, che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali”.

• Disabilità = “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano”

Ne derivava che l’handicap era una condizione soggettiva, che dipendeva dalle esigenze della persona disabile. ll concetto di disabilità è cambiato e secondo la nuova classificazione (approvata da quasi tutte le nazioni afferenti all'ONU) va a identificare le difficoltà di funzionamento della persona sia a livello personale che nella partecipazione sociale. Si considerano: i fattori biomedici e patologici e l'interazione sociale. Al posto di menomazione, disabilità ed handicap si sostituiscono i termini di Strutture Corporee, Attività e Partecipazione. Si considerano anche i fattori sociali, e non più solo quelli organici. Funzioni corporee:

• Funzioni mentali • Funzioni sensoriali e dolore • Funzioni della voce e dell'eloquio • Funzioni dei sistemi cardiovascolare, ematologico, immunologico,

respiratorio • Funzioni dell'apparato digerente e dei sistemi metabolico ed endocrino • Funzioni riproduttive e genitourinarie • Funzioni neuro - muscolo - scheletriche correlate al movimento

Page 155: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

155

• Funzioni cutanee e delle strutture correlate Sistemi corporei:

• Sistema nervoso • Visione e udito • Comunicazione verbale • Sistemi cardiovascolare e immunologico, apparato respiratorio • Apparato digerente e sistemi metabolico ed endocrino • Sistemi genitourinario e riproduttivo • Movimento • Cute e strutture correlate

Fattori ambientali: • Prodotti e tecnologia • Ambiente naturale e cambiamenti effettuati dall'uomo • Relazione e sostegno sociale • Atteggiamenti • Sistemi, servizi e politici

Attività e partecipazione: • Apprendimento ed applicazione delle conoscenze • Compiti e richieste generali • Comunicazione • Mobilità • Cura della propria persona • Vita domestica • Interazione e relazioni personali • Aree di vita principali • Vita sociale, civile e di comunità •

I sentimenti personali degli operatori verso la disabilità e i pazienti disabili possono non solo interferire con il rapporto assistenziale, ma farlo deragliare completamente. Alcuni dei problemi più comuni sono conseguenza delle nostre aspettative, della negazione del problema, delle paure della disabilità e di sentimenti irrisolti. È perfettamente normale per gli operatori nutrire un’ampia gamma di sentimenti personali per gli utenti. È solo quando li ignoriamo o li rifiutiamo che questi sentimenti hanno la possibilità di sfuggire al nostro controllo. Uno dei maggiori impegni per un operatore è scoprire e capire i propri sentimenti legati agli aspetti personali e professionali. L’OSS ha un ruolo importante nell’assistenza al disabile che può avere qualsiasi età (dall’infanzia alla vecchiaia). Svolge attività di assistenza diretta, deve tendere al mantenimento delle abilità residue. E’ coinvolto nella progettazione di piani di assistenza individualizzati. Deve promuovere l’uso di ausili idonei. E’ coinvolto nella relazione col disabile e i familiari.

Page 156: Modulo: “Interventi assistenziali rivolti alla persona in ... · - mantenere normale la temperatura corporea mediante un vestiario adatto ... considerazione la misura in cui chi

156

Bibliografia

• L’operatore socio-sanitario: manuale per la formazione (Mc Graw Hill) • Nursing clinico (Edises) • Manuale per la formazione dell’operatore socio-sanitario per la

formazione di base e complementare (Piccin)