Modulo 3

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3.1 3.1 Sensazione e percezione 3.2 3.2 Attenzione e coscienza 3.3 3.3 Apprendimento e memoria 3.4 3.4 Pensiero e intelligenza 3.5 3.5 Linguaggio e comunicazione 3.6 3.6 Motivazione ed emozioni Modulo 3 Modulo 3 FUNZIONI PSICHICHE FUNZIONI PSICHICHE

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Page 1: Modulo 3

3.1 3.1 Sensazione e percezione

3.2 3.2 Attenzione e coscienza

3.3 3.3 Apprendimento e memoria

3.4 3.4 Pensiero e intelligenza

3.5 3.5 Linguaggio e comunicazione

3.6 3.6 Motivazione ed emozioni

Modulo 3Modulo 3FUNZIONI PSICHICHEFUNZIONI PSICHICHE

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A. Funzioni cognitive

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3.1 Sensazione e percezione3.1 Sensazione e percezione

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La sensazione è…La sensazione è…

un cambiamento dell’ambiente fisico (energia), un cambiamento dell’ambiente fisico (energia), colto in modo selettivo e differenziato dai sistemi colto in modo selettivo e differenziato dai sistemi sensoriali (vista, udito ecc.)sensoriali (vista, udito ecc.)

un processo al confine tra fisiologia e psicologia un processo al confine tra fisiologia e psicologia

un evento privato e soggettivoun evento privato e soggettivo

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Le sensazioni: classificazioneLe sensazioni: classificazione

Sensazioni enterocettiveenterocettive (provenienti dai processi interni dell’organismo)

Sensazioni propriocettivepropriocettive(provenienti dagli organi interni, non cavi)

Sensazioni cinestesichecinestesiche (provocate dal sistema muscolare)

Sensazioni esterocettiveesterocettive(provenienti dall’ambiente esterno)

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I limiti della nostra sensibilitàI limiti della nostra sensibilità

1. Siamo sensibili soltanto alle forme di energia per le quali abbiamo dei “ricevitori”, ovvero organi organi recettorirecettori (occhi, orecchi ecc.)

2. L’energia deve essere abbastanza intensaabbastanza intensa da produrre una sensazione avvertibile

(per es. un suono può essere udito solo se abbastanza forte)

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Il livello di organizzazioneIl livello di organizzazione dei sistemi sensoriali dei sistemi sensoriali

Forme più primitiveForme più primitive (stimoli più generici)(stimoli più generici):- gusto- olfatto- tatto (sensibilità cutanea)- sensibilità cinestesica- sensibilità vestibolare

Forme più evoluteForme più evolute:- vista- udito

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Fenomeni particolariFenomeni particolari

VicarianzaVicarianza: la perdita di sensibilità di un senso può comportare un aumento della sensibilità di altre forme di sensorialità (per es. nelle persone cieche o sorde)

Effetti intermodaliEffetti intermodali:

- interferenza tra un senso e l’altro

- effetto consecutivo (“after effect”)

- sinestesie

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La sinestesiaLa sinestesiaÈ un processo tipico di alcune persone in cui la differenziazione

sensoriale non è a compartimenti stagni(es.: si sente un suono e contemporaneamente si vede un colore)

Ipotesi interpretative:1.1. teoria neurologicateoria neurologica: “cortocircuito” delle vie sensoriali per il cattivo funzionamento (patologia)

delle vie neuronali

2.2. esistenza di una struttura nervosa più primitiva della corteccia cerebralestruttura nervosa più primitiva della corteccia cerebrale (in particolare il sistema limbico, che, diversamente dalla corteccia, elaboragli stimoli provenienti dalla periferia in modo sincretico)

3.3. isomorfismoisomorfismo (Gestalt) tra i vari stimoli fisicifisici

4.4. riflessoriflesso della polivalenzapolivalenza delle caratteristiche degli stimoli

5.5. risultato di un’associazione appresaassociazione appresa tra due stimolazioni contigue(è implicata una forte soggettività)

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Le soglie sensorialiLe soglie sensoriali

Soglia assolutaSoglia assoluta = l’intensità di uno stimolo fisico necessaria e sufficiente per suscitare una sensazione

Soglia differenziale = la minima differenza di intensità tra gli stimoli fisici necessaria e sufficiente perché venga avvertita

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La misura delleLa misura delle capacità sensoriali capacità sensoriali

Il metodo degli aggiustamenti(si chiede a un soggetto di aggiustare il livello di intensità di (si chiede a un soggetto di aggiustare il livello di intensità di uno stimolo finché esso non comincia a suscitare una uno stimolo finché esso non comincia a suscitare una sensazione)sensazione)

Il metodo degli stimoli costanti(N stimoli di differente intensità vengono presentati al (N stimoli di differente intensità vengono presentati al soggetto più volte, in ordine casuale: per ogni stimolo il soggetto più volte, in ordine casuale: per ogni stimolo il soggetto deve riferire se ha avvertito o meno una sensazione) soggetto deve riferire se ha avvertito o meno una sensazione)

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La psicofisicaLa psicofisica

Dalla prima metà dell’Ottocento: studio delle relazioni psicofisiche: le variabili fisiche (stimolistimoli) sono correlate alle variabili psicologiche (sensazionisensazioni, da intendersi però come percezioni)

Psicofisica classica: legge di Weber (1834): JND = kI legge di Weber (1834): JND = kI legge di Fechner (1860): S = logIlegge di Fechner (1860): S = logI

Psicofisica soggettiva: legge di Stevens (1956): S = kIlegge di Stevens (1956): S = kIªª

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La relazione segnale-rumoreLa relazione segnale-rumore Le sensazioni evocate da stimoli molto deboli possono

aver luogo anche in loro assenza

Teoria della detezione del segnaleTeoria della detezione del segnale: : è necessario prendere in considerazione, oltre alle capacitàè necessario prendere in considerazione, oltre alle capacitàrecettive dell’organismo, anche i fattori soggettivi legati alrecettive dell’organismo, anche i fattori soggettivi legati alprocesso di rilevazione dello stimolo: processo di rilevazione dello stimolo: i ssi ss devono decideredevono decidere sele loro sensazioni siano realmente prodotte da uno stimolo o daun “rumore di fondo”

Tipologia di ss:Tipologia di ss:

gamblergambler (più HIT ma più FALSI ALLARMI)

conservativeconservative (più RIFIUTI CORRETTI ma più OMISSIONI)

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Dalla sensazioneDalla sensazione alla percezione alla percezione

A. Gli stimoli fisicistimoli fisici, qualora superino un determinato valore-soglia di intensità, attivano fisiologicamente l’organoorgano recettorerecettore interessato (occhio, orecchio ecc.) attraverso una sequenza di eccitamenti che vengono trasmessi, sotto forma di messaggi nervosimessaggi nervosi, ad una definita sede della corteccia corteccia cerebrale cerebrale [SENSAZIONE: il soggetto non è consapevole]

B. In quest’ultima, detta “area di proiezione”, hanno luogo i processi di codifica ed elaborazione delle informazioni codifica ed elaborazione delle informazioni sensorialisensoriali [PERCEZIONE]

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La percezione è…La percezione è… l’organizzazione fenomenica delle informazioni l’organizzazione fenomenica delle informazioni

sensoriali, corrispondenti ad una data situazione di sensoriali, corrispondenti ad una data situazione di stimolazione delimitata nel tempo e nello spaziostimolazione delimitata nel tempo e nello spazio(Girotti, 1988)(Girotti, 1988)

un processo attivoun processo attivo (ricerca l’invarianza del campo fenomenico), significativosignificativo (ricerca le possibilità per l’azione), selettivoselettivo e specificospecifico

è il tramitetramite diretto attraverso cui l’individuoindividuo mantiene un contatto con l’ambienteambiente circostante

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Senso comune e percezioneSenso comune e percezione

- La percezione è un processo apparentemente automatico e è un processo apparentemente automatico e passivopassivo: in realtà è un processo attivo, influenzato anche dagli stati emotivi

- Realismo ingenuo: credenza di una perfetta corrispondenza perfetta corrispondenza tra realtà percettiva fenomenica e realtà fisicatra realtà percettiva fenomenica e realtà fisica (tutto ciò che percepiamo è l’unica organizzazione percettiva possibile)… ... ma spesso la realtà fenomenica è diversa dallarealtà fisica (per es. illusioni ottico-geometriche): presenza fenomenica + assenza fisica = percepiamo qualcosa che non esiste

assenza fenomenica + presenza fisica = non percepiamo qualcosa che esiste

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Evoluzione delEvoluzione del sistema percettivo sistema percettivo

Da uno stato di globalità (sincretismo sensoriale) a uno stato di maggiore differenziazionemaggiore differenziazione e di crescente crescente organizzazione gerarchicaorganizzazione gerarchicabambino: fusione delle modalità sensorialiadulto: maggiore flessibilità

Da un’iniziale separazione dei vari input sensoriali all’integrazioneintegrazione degli stessi

Dal globale allo specificospecifico, dal diffuso all’articolatoarticolato, dall’indefinito al definitodefinito, dal rigido al flessibileflessibile, dal labile allo stabilestabile

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Il problema della percezioneIl problema della percezione

Perché, a partire da uno stimolo,Perché, a partire da uno stimolo,

organizziamo il nostro mondo percettivo organizziamo il nostro mondo percettivo

secondo determinate strutture e nonsecondo determinate strutture e non

secondo altre?secondo altre?

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Due posizioni teoricheDue posizioni teoriche

1.1. Scuola di Lipsia (Wundt) / associazionismoScuola di Lipsia (Wundt) / associazionismo (legame con l’esperienza): il soggetto attribuisce all’insieme di sensazioni un certo tipo di struttura, che altrimenti non avrebbe, in base all’abitudine, alla familiarità, alla conoscenza passata

2.2. Teoria della GestaltTeoria della Gestalt (preminenza della forma): non esistono sensazioni su cui poi l’Io interviene ma il materiale fornito dalle sensazioni è già di per sé organizzato

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Vediamo prima gli alberi Vediamo prima gli alberi o la foresta?o la foresta?

Helmholtz Helmholtz (1867): percezione = sintesi eorganizzazione delle sensazioni elementarimediante inferenze inconsce

Gibson Gibson (1966): i sistemi sensoriali sono in gradodi generare immediatamente esperienze percettivesenza alcun processo inferenziale

PROCESSO BOTTOM-UPPROCESSO BOTTOM-UP

PROCESSO TOP-DOWNPROCESSO TOP-DOWN

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In sintesi: due punti di vistaIn sintesi: due punti di vista

1. Percezione = processo secondarioprocesso secondario (cognitivismo): processo che include altre attività psichiche (attenzione, memoria, linguaggio ecc.)

2. Percezione = pprocesso primariorocesso primario (teoria della Gestalt): semplice segmentazione del campo fenomenico in “unità” distinte (forme) immediatamente evidenti

Page 22: Modulo 3

Principi percettivi generaliPrincipi percettivi generali

Ridondanza dell’informazioneRidondanza dell’informazione

Attenzione selettivaAttenzione selettiva

Organizzazione percettiva (focus: sistema visivo)Organizzazione percettiva (focus: sistema visivo)- principi gestaltici di raggruppamento (vicinanza, somiglianza, chiusura, continuità, simmetria)- articolazione figura-sfondo

Costanze percettive (grandezza, forma, colore)Costanze percettive (grandezza, forma, colore)

Page 23: Modulo 3

La costanza percettivaLa costanza percettiva

Nonostante il mondo percettivo sia Nonostante il mondo percettivo sia estremamente mutevole, lo si percepisceestremamente mutevole, lo si percepisce

comecome stabilestabilePer es., nel caso della percezione visiva,

grazie all’intervento soggettivo che corregge il dato retinico, guardando una persona a 1 m

di distanza non la percepiamo più piccola (costanza di grandezza)

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Percezione e personalitàPercezione e personalità

La percezione non può essere considerata una funzione La percezione non può essere considerata una funzione psichica separata dalla personalitàpsichica separata dalla personalità

Se uno stimolo è destrutturato (cioè senza una sua organizzazione precisa) intervengono dei processi proiettivi: l’individuo “tira fuori” i propri contenuti mentali e li proietta proietta sullo stimolo destrutturato

Studi:

- Witkin: due tipologie di ss

- Asch: esperimento su grandezza percepita delle monete in base alla classe sociale

campo-indipendenticampo-indipendenti(personalità più autonoma)

campo-dipendenticampo-dipendenti(personalità più influenzabile)

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La percezione di La percezione di un’immagine…un’immagine…

viene costruita sulla base di una serie di

movimenti oculari (saccadisaccadi) intervallati da

soste (fissazionifissazioni) di 100-300 ms

durante ciascuna fissazione quasi l’intera

immagine viene proiettata sulla retina

(favorendo l’acuità della foveafovea)

le fissazioni non solo casuali ma concentrate sui

puntipunti particolarmente informativi informativi dell’immagine

PER VEDERE UN’IMMAGINE OCCORRE TEMPO!PER VEDERE UN’IMMAGINE OCCORRE TEMPO!

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Percezione visiva e letturaPercezione visiva e lettura Ricerche di Just Just e Carpenter Carpenter (1987):

– presupposti: immagine iconicaimmagine iconica e ridondanzaridondanza del materiale– i lettori fissano direttamente fino al 70% delle parole70% delle parole di una frase– le parole più saltate sono termini funzionalitermini funzionali (articoli, preposizioni,

congiunzioni)– i termini di contenutotermini di contenuto (verbi, pronomi, nomi, aggettivi) vengono

osservati direttamente (fissati) per un periodo di 2-6 decimi di secondo, le parole rare di più

– solo le parole fissatefissate direttamente sono processate o lette veramente– per accelerare la lettura occorre imparare a comprendere il significatosignificato

delle parole più rapidamente– in generale, leggere più velocemente riduce la comprensione

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3.2 Attenzione e coscienza3.2 Attenzione e coscienza

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RilevanzaRilevanza

AttenzioneAttenzione e e coscienzacoscienza sono due sono due dimensioni psicologiche fondamentali, dimensioni psicologiche fondamentali, in quanto costituiscono le condizioni in quanto costituiscono le condizioni essenziali per lo svolgimento delle essenziali per lo svolgimento delle

altre capacità psichiche dell’individuo altre capacità psichiche dell’individuo (percezione, memoria, emozioni ecc.)(percezione, memoria, emozioni ecc.)

Page 29: Modulo 3

Processi o stati?Processi o stati?

È più corretto parlare di È più corretto parlare di processiprocessi dell’attenzione e della coscienza dell’attenzione e della coscienza

perché si tratta di attività psichiche perché si tratta di attività psichiche continue e costantemente mutevoli, per continue e costantemente mutevoli, per

qualità e intensità qualità e intensità

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L’attenzione è…L’attenzione è…

il modo in cui percepiamo selettivamente unil modo in cui percepiamo selettivamente unparticolare aspetto dell’ambiente…particolare aspetto dell’ambiente… [per es.: “situazione del cocktail party]

bloccando selettivamentel’informazione sensoriale

filtrando l’informazione

sensoriale (Treisman, 1964)

elaborando selettivamentel’informazione già attivatanella memoria dall’informazionesensoriale (Norman, 1979)

Attenzione selettivaAttenzione selettiva(Broadbent, 1958)

Attenzione divisaAttenzione divisa(anni Ottanta)

Per es.: “effetto Stroop”“effetto Stroop”

Page 31: Modulo 3

L’attenzione nei modelli attualiL’attenzione nei modelli attuali

……è considerata un sistema di è considerata un sistema di

controllo delle operazioni cognitivecontrollo delle operazioni cognitive

(Shallice, 1988: sistema(Shallice, 1988: sistema

attenzionale supervisore)attenzionale supervisore)

Page 32: Modulo 3

Caratteristiche dell’attenzioneCaratteristiche dell’attenzione Orientamento volontarioOrientamento volontario

(cosciente e controllato) OrientamentoOrientamento automaticoautomatico

(non soggetto a interferenza; non può essere interrotto; può essere estraneo e imprevisto)

Fuoco dell’attenzioneFuoco dell’attenzione(= fuoco di una lente)

Interdipendenza della comprensioneInterdipendenza della comprensione Interferenza strutturale Interferenza strutturale

(tra due compiti che contemporaneamente condividono il medesimo meccanismo di elaborazione delle informazioni)

Interferenza da risorseInterferenza da risorse(distribuite fra il <<compito primario>> e <<secondario>>)

Page 33: Modulo 3

Disturbi dell’attenzioneDisturbi dell’attenzione

Disattenzione Disattenzione = riduzione temporaledell’attenzione dovuta a stanchezza fisica omentale

DistrazioneDistrazione = interruzione temporanea dell’attenzione per l’azione di altri stimoli estranei all’attività in corso

DistraibilitàDistraibilità = propensione naturale di un individuo a distrarsi

AprosessiaAprosessia = incapacità strutturale di mantenere l’attenzione

Page 34: Modulo 3

La coscienza è…La coscienza è… la consapevolezza di stimoli esterni e interni (anche eventi mentali)la consapevolezza di stimoli esterni e interni (anche eventi mentali)

intimamente legata alla metacognizione, in quanto intimamente legata alla metacognizione, in quanto sistema di controllo sistema di controllo attenzionale delle operazioni mentaliattenzionale delle operazioni mentali

fondata, dal punto di vista anatomo-fisiologico, sul funzionamento dei fondata, dal punto di vista anatomo-fisiologico, sul funzionamento dei lobi cerebrali prefrontalilobi cerebrali prefrontali

costituita da costituita da processiprocessi cognitivicognitivi manifesti ( manifesti (overtovert) e non manifesti () e non manifesti (covertcovert))

caratterizzata dalla complessa interazione tra:caratterizzata dalla complessa interazione tra:– capacità di rispostacapacità di risposta (reattività fisica Vs. coscienza mentale)(reattività fisica Vs. coscienza mentale)– capacità cognitivecapacità cognitive (immaginazione, memoria ecc.) (immaginazione, memoria ecc.)– fattori di personalitàfattori di personalità (per es. “personalità multiple”) (per es. “personalità multiple”)

Page 35: Modulo 3

Stati di coscienzaStati di coscienza Ricerche iniziate negli anni Cinquanta: stati di coscienza = momenti di

un continuum dal comacoma al sonno profondosonno profondo alla veglia rilassataveglia rilassata alla veglia attivaveglia attiva

In che cosa consiste uno stato normale di coscienzastato normale di coscienza? Per es., essere ben desti ma non troppo eccitati, vigili ma non particolarmente tesi, consapevoli delle cose che accadono nell’ambiente circostante e in grado di reagire ad esse in modo normale

Per contrasto, gli stati alterati di coscienzastati alterati di coscienza sono, per es., il sonno profondo, lo stato di ipnosi, l’ubriachezza, la sovraeccitazione (legate anche all’uso di droghe)

Page 36: Modulo 3

Il sonno Il sonno

Perché trascorriamo dormendo circa un terzo Perché trascorriamo dormendo circa un terzo della nostra vita?della nostra vita?

A. Teoria dell’adattamento: il sonno ha un valore di sopravvivenza

B. Teoria ristorativa: il sonno ci permette di recuperare e conservare energia

N.B. Tuttavia, anche individui privati del sonno, se sufficientemente motivati, sono in gradi di eseguire compiti fisici e cognitivi

Page 37: Modulo 3

Livelli del sonnoLivelli del sonno

Stadi (in base alle configurazioni delle onde cerebrali):

Veglia attivaVeglia attiva Veglia rilassataVeglia rilassata Sonno REMSonno REM Stadio 1 +Stadio 1 + Stadio 2 + +Stadio 2 + + Stadio 3 + + +Stadio 3 + + + Stadio 4 + + + +Stadio 4 + + + +

sonno Ssonno S(ssincronizzato)

sonno D sonno D (ddesincronizzato: elevata frequenza, bassa ampiezza)

grado digrado di““profondità”profondità”

Page 38: Modulo 3

Intorno al sonno…Intorno al sonno…

I “laboratori del sonno”“laboratori del sonno”

Il sonno REM sonno REM [Aserinsky e Kleitman, 1953]

I sognisogni:– perché si sogna?

– il contenuto onirico materiale familiare– il ricordo dei sogni– i sogni lucidi (lucid dreams)– il ciclo circadiano

EEG (elettroencefalogramma)

EOG (elettrooculogramma)

EMG (elettromiogramma)

consapevolezza

controllo

2. funzione catartica (Freud)

1. <<custodia>> del sonno

3. elaborazione dei ricordi della veglia

4. depurazione delle reti neurali

Page 39: Modulo 3

L’autocoscienza è…L’autocoscienza è…

un processo teoricamente senza fine:

i. Livello uno o coscienza semplicecoscienza semplice

ii. Livello due o coscienza della coscienza o metacoscienzametacoscienza

iii. Livello tre o coscienza della metacoscienzacoscienza della metacoscienza ecc.

CAPACITA’ DI AUTORIFLESSIONECAPACITA’ DI AUTORIFLESSIONE

Page 40: Modulo 3

3.3 Apprendimento e memoria3.3 Apprendimento e memoria

Page 41: Modulo 3

L’apprendimento è…L’apprendimento è…

Il risultato, relativamente permanente, della capacità degli esseri umani di modificare pensieri modificare pensieri e comportamenti in funzionee comportamenti in funzione dell’esperienzadell’esperienza (richieste ambientali)

Il processo che ci permette di accumulare e tramandare le conoscenze da una generazione all’altra, non biologicamente, ma attraverso l’educazioneeducazione

Page 42: Modulo 3

Apprendimento Apprendimento comportamentista comportamentista

Condizionamento classicoCondizionamento classico: implica la capacità di identificare delle correlazioni ambientali (contingenze di stimolo-risposta)

Condizionamento operanteCondizionamento operante: implica la capacità di identificare gli effetti sull’ambiente di certe nostre risposte

Page 43: Modulo 3

Il condizionamento classico: Il condizionamento classico: nomenclaturanomenclatura

Pavlov (1927): ricerca sulla salivazione nei cani

Stimolo incondizionato (SI)Stimolo incondizionato (SI): provoca automaticamente la risposta (salivazione)

Stimolo condizionato (SC)Stimolo condizionato (SC): di per sé irrilevante (stimolo stimolo neutro, SNneutro, SN) ai fini della produzione della risposta, diviene condizionato se associato allo SI che elicita la risposta

La risposta condizionata (RC)risposta condizionata (RC) è diversa dalla risposta risposta incondizionata (RI)incondizionata (RI) in quanto ha un minor tempo di latenza e una minore quantità di risposta (salivazione)

Page 44: Modulo 3

Schemi di associazione SC-SISchemi di associazione SC-SI

In funzione dei rapporti temporali tra SC-SI:

SC

SI

appr.ottimale(0,5 sec)

appr.buono

SC

SI

B. SC-SI a traccia

C. SC-SI simultaneo

appr. nullo

D. SC retrogrado

appr. scarso

SC

SI

A. SI ritardato

SI

SC

Page 45: Modulo 3

Il condizionamentoIl condizionamento classico: leggi classico: leggi

SensibilizzazioneSensibilizzazione: ogni organismo sembra essere sensibile a certi stimoli e non ad altri (risposte specie-specifiche)

SaturazioneSaturazione: riproporre continuamente lo stesso stimolo fa perdere la capacità di evocare la risposta (adattamento)

EstinzioneEstinzione: dopo che la RC si è fissata nell’organismo (livello di plateau), se non si somministra più lo SI l’apprendimento si estingue progressivamente

Recupero spontaneoRecupero spontaneo: se si sottopone l’organismo a un nuovo apprendimento è minore il tempo di apprendimento

GeneralizzazioneGeneralizzazione: la RC avviene ugualmente se avvengono lievi cambiamenti dello SC (analogia con la capacità umana di costruire categorie mentali)

DiscriminazioneDiscriminazione: si impara a non fornire una risposta quando gli stimoli differiscono sensibilmente dallo SC

Page 46: Modulo 3

Indicatori dell’avvenuto Indicatori dell’avvenuto apprendimentoapprendimento

Tempo di latenza

Resistenza all’estinzione

Page 47: Modulo 3

Il condizionamento operanteIl condizionamento operante Concezione olisticaConcezione olistica (behaviouristica):

mette in luce l’attività dell’organismo, che deve apprendere in funzione di determinate risposte

Legge dell’effetto/rinforzoLegge dell’effetto/rinforzo: il rinforzo rinforzo (primarioprimario e secondariosecondario) aumenta la probabilità che l’organismo ripeta le risposte che vengono premiate

Il comportamento contingente viene premiato da un rinforzo non contingente (Skinner)

ModellaggioModellaggio: rinforzo dei comportamenti che si avvicinano a quello desiderato

Sono più favorevoli i rinforzi positivi che quelli negativi (punizionipunizioni): meglio rinforzare i comportamenti alternativi desiderati che punire

Schemi di rinforzoSchemi di rinforzo: a ragione o intervallo, fissi e variabili

Page 48: Modulo 3

Apprendimento cognitivoApprendimento cognitivo

Più sviluppato negli organismi superiori (uomo)

Apprendimento per osservazioneApprendimento per osservazione

Psicologia della Gestalt (focus: problem solving): la risposta adattiva all’ambiente può non derivare da condizionamenti ma, per es., attraverso una soluzione per insightinsight (intuizione) o per ristrutturazione ristrutturazione (capacità di riorganizzare le informazioni secondo un punto di vista diverso Vs. fissità funzionale)

Page 49: Modulo 3

La memoria è…La memoria è…

un sistema che registra e conserva un sistema che registra e conserva l’informazione nel tempol’informazione nel tempo

Page 50: Modulo 3

Basi neurofisiologicheBasi neurofisiologiche

La capacità di conservare le tracce della

stimolazione dopo che si è verificata si fonda

in particolare su due strutture cerebrali:

1. l’ippocampoippocampo

2. l’amigdalaamigdala

Page 51: Modulo 3

La memoria: problematicheLa memoria: problematiche

Per quanto tempo possono essere fissate le tracce dell’esperienza passata?

In che cosa consistono i processi di richiamo della memoria?

Il problema dell’oblio: come e perché si dimentica?

Page 52: Modulo 3

Proprietà della memoria Proprietà della memoria umana (interna)umana (interna)

In analogia con i sistemi di memoria esterna (computazionali):

codifica (codice) ritenzione recupero perdita di informazione capacità ricodifica

- riduzione dell’informazione- riorganizzazione- elaborazione- ricostruzione

Page 53: Modulo 3

Memoria distribuitaMemoria distribuita

<<Non è possibile dimostrare che, nel sistema nervoso, le <<Non è possibile dimostrare che, nel sistema nervoso, le tracce di memoria siano localizzate in modo tracce di memoria siano localizzate in modo

puntiforme>>puntiforme>> (Lashley, 1950)(Lashley, 1950)

L’engrammaengramma, ovvero la traccia di memoria dell’apprendimento è è distribuitodistribuito su tutta una regione del

cervello (ad es., la corteccia associativa), con la conseguenza che la distruzione di una parte non distrugge

completamente la conoscenza

Page 54: Modulo 3

Il modello di Atkinson e Il modello di Atkinson e Shiffrin (1968)Shiffrin (1968)

MemoriaMemoriasensorialesensoriale

MemoriaMemoriaa lungoa lungoterminetermine

MemoriaMemoriaa brevea breveterminetermine

Informazione perdutaInformazione perdutaper decadimentoper decadimento o interferenzao interferenza

CODIFICACODIFICAATTENZIONEATTENZIONE

REITERAZIONEREITERAZIONE

Informazione perdutaInformazione perdutaper decadimentoper decadimento o interferenzao interferenza

RECUPERO (RICONOSCIMENTO, RIEVOCAZIONE)RECUPERO (RICONOSCIMENTO, RIEVOCAZIONE)

INPUTINPUT

Page 55: Modulo 3

Memoria sensorialeMemoria sensoriale Implica una capacità di ricordare ancora più breve della

MBT (1 o 2 secondi): è un sistema a elevata capacità e sistema a elevata capacità e rapido decadimentorapido decadimento

L’informazione ripete il medesimo codice della sensazione originaria (memoria iconica ed ecoicamemoria iconica ed ecoica)

Sperling (1960): due ipotesi

1)1) ricordiamo solo la partericordiamo solo la partedello stimolo su cui si èdello stimolo su cui si èfocalizzata la nostra attenzionefocalizzata la nostra attenzione

2)2) la nostra attenzione ha messola nostra attenzione ha messoa fuoco tutto lo stimolo ma laa fuoco tutto lo stimolo ma lafissazione del materiale nellafissazione del materiale nellanostra memoria ènostra memoria è

estremamente labile estremamente labile

Page 56: Modulo 3

Memoria a breve termine Memoria a breve termine

Implica ramificazioniramificazioni del neurone, che “tornano” alcorpo cellulare

Implica un processo di iterazione iterazione per il mantenimento delle informazioni (ad es., imparare una poesia a memoria)

Il ricordo dipende dalla forza della traccia forza della traccia (circa 30 sec)

Sistema a capacità limitata (Miller, 1956):n° di chunks = <<magico numero sette più o meno due>><<magico numero sette più o meno due>>

Page 57: Modulo 3

La memoria di lavoro è…La memoria di lavoro è…lo spazio della MBT utilizzato per manipolare lo spazio della MBT utilizzato per manipolare

e combinare l’informazione:e combinare l’informazione:

ESECUTIVOESECUTIVO CENTRALECENTRALE

(Modello di Baddeley, 1990)

CircuitoCircuitofonologicofonologico

TaccuinoTaccuinovisivo-spazialevisivo-spaziale

Page 58: Modulo 3

Memoria a lungo termineMemoria a lungo termine

Implica cambiamenticambiamenti qualitativi e quantitativi a livello delle sinapsisinapsi

La ritenzioneritenzione delle informazioni è sostanzialmente permanentepermanente

Perché avvenga il passaggio di un contenuto dalla MBT alla MLT occorre dare un’organizzazione al materiale, attraverso un lavoro mentale e processi integrativiprocessi integrativi (relazione tra ciò che di nuovo si è appreso e quello che c’era già in mente: tanto più sono gli “agganci” tanto maggiore il ricordo)

Page 59: Modulo 3

MLT: classificazioneMLT: classificazione

Memoria implicitaMemoria implicita (processi automatici e inconsapevoli):(processi automatici e inconsapevoli):

– memoria procedurale (ad es., script)(ad es., script)

Memoria esplicitaMemoria esplicita (informazioni consapevolmente apprese):(informazioni consapevolmente apprese):

– memoria episodica (quello che ricordiamo)(quello che ricordiamo)

– memoria semantica (quello che sappiamo) rete proposizionale(quello che sappiamo) rete proposizionale

– memoria autobiografica / di eventi remoti– memoria prospettica (ricordarsi di compiere un’azione)

Page 60: Modulo 3

La teoria della profondità di La teoria della profondità di elaborazione (Craik)…elaborazione (Craik)…

È un’alternativa alla concezione mutiprocesso o multimodalità

Profondità = quantità e complessità delle codifiche e codifiche e ricodifichericodifiche (ad es., doppio codice: verbale e per immagini)

Livelli di elaborazione: strutturale/ortografico fonetico semanticosemantico

Page 61: Modulo 3

Il recuperoIl recupero

RievocazioneRievocazione Vs. riconoscimentoriconoscimento

In generale, il ricordo è migliore quando le caratteristiche psicoambientali di richiamo sono simili a quelle della codifica (apprendimento dipendente dalla situazione o apprendimento dipendente dalla situazione o specificità di codificaspecificità di codifica)

Aspetti ricostruttiviAspetti ricostruttivi (rilievo della testimonianza oculare)

Processi lenti e volontarilenti e volontari (richiede tempo e concentrazione) Vs. automatici suscitati da indici di richiamo automatici suscitati da indici di richiamo

Importanza del significato del materiale Importanza del significato del materiale

Distribuzione dell’esercizioDistribuzione dell’esercizio

Page 62: Modulo 3

Le cause dell’oblioLe cause dell’oblio

I.I. Teoria della dissoluzione della tracciaTeoria della dissoluzione della traccia(cause neurofisiologiche: dimenticanza involontaria e soggetto passivo)

II.II. Teoria psicoanalitica della rimozioneTeoria psicoanalitica della rimozione(processo attivo di dimenticanza che riguarda per lo più contenuti mentali di natura ansiogena)

III.III. Teoria dell’interferenza (proattiva, retroattiva)Teoria dell’interferenza (proattiva, retroattiva)(tra il materiale già esistente nella memoria e il nuovo materiale)

IV.IV. Cause organiche (danni cerebrali)Cause organiche (danni cerebrali)(amnesia anterograda e retrograda: ad es., morbo di Alzheimer)

Page 63: Modulo 3

Gli stili individuali di memoriaGli stili individuali di memoria

… … sono preferenze nell’utilizzo di una sono preferenze nell’utilizzo di una

modalità sensoriale piuttosto di un’altra nei modalità sensoriale piuttosto di un’altra nei

processi di codifica , ritenzione e recuperoprocessi di codifica , ritenzione e recupero

Page 64: Modulo 3

3.4 Pensiero e intelligenza3.4 Pensiero e intelligenza

Page 65: Modulo 3

Il pensiero è…Il pensiero è…

la manipolazione di informazioni la manipolazione di informazioni codificate in precedenza codificate in precedenza

(rappresentazioni mentali), a volte (rappresentazioni mentali), a volte allo scopo di risolvere problemi, a allo scopo di risolvere problemi, a volte senza alcun fine determinato volte senza alcun fine determinato

(ad es., “fantasticare”)(ad es., “fantasticare”)

Page 66: Modulo 3

Le rappresentazioni mentali, Le rappresentazioni mentali, materia del pensieromateria del pensiero

I.I. ParoleParole: pensiero sequenziale, pensare è come parlare

II.II. ImmaginiImmagini: pensiero non lineare, pensare è come percepire [immaginazione visiva, uditiva e motoria]

III.III. ProposizioniProposizioni: pensiero astratto, senza parole né immagini (inconscio)

Page 67: Modulo 3

Il ragionamento Il ragionamento È una concatenazione di pensiericoncatenazione di pensieri Tipologia:

– ragionamento induttivoragionamento induttivo (inferenze non certe, ma generalmente affidabili): dai casi particolari ricaviamo una conclusione generale

– ragionamento deduttivo ragionamento deduttivo (ad es., sillogismo): premesse generali sono necessariamente seguite da una conclusione particolare

Ruolo delle conoscenze conoscenze e delle credenze credenze La verifica delle ipotesi verifica delle ipotesi:

– regole di inferenza– modelli mentali– schemi di ragionamento pragmatico

Page 68: Modulo 3

Metodi di problem-solvingMetodi di problem-solving

1)1) Algoritmi Algoritmi = regole che specificano esattamente che cosa fare, passo per passo, in una certa situazione problematica

2)2) EuristicheEuristiche = strategie generali che non garantiscono risposte corrette, ma spesso sono il modo migliore di affrontare un certo compito

Page 69: Modulo 3

Lo spazio del problemaLo spazio del problema

Stato inizialeStato iniziale = modo in cui vengono descritte le condizioni di partenza

Stato-obiettivoStato-obiettivo = descrizione della condizione- obiettivo

OperatoriOperatori = operazioni per passare da uno stato all’altro

Stati intermediStati intermedi = applicazione di un operatore a uno stato in funzione dell’obiettivo

Page 70: Modulo 3

Le impostazioni negativeLe impostazioni negative

Sono un esempio di trasferimento negativo trasferimento negativo dell’apprendimento dell’apprendimento = = qualcosa che abbiamo appreso in passato ci

danneggia

Sono un esempio di fissità funzionalefissità funzionale = tendenza a continuare fare qualcosa allo stesso modo, ma, poiché non si tratta dell’approccio giusto, senza successo

(l’etichettamento aiuta, la ricompensa no)

Page 71: Modulo 3

Il pensiero analogicoIl pensiero analogico

È un esempio di trasferimento positivo trasferimento positivo dell’apprendimentodell’apprendimento

Due condizioni: 1. il vecchio apprendimento (sourcesource) deve essere

applicabile a una nuova situazione (targettarget) 2. dobbiamo accorgerci che il vecchio apprendimento

è applicabile (talvolta è necessario un suggerimento)

Esempio: il problema della radiazione di Duncker

Page 72: Modulo 3

Sul pensiero produttivoSul pensiero produttivo

PROBLEMAPROBLEMA: sia la teoria behaviouristicateoria behaviouristica che

associazionisticaassociazionistica sostengono che vi sono processi di pensiero produttivi (= individuano in ciò che è dato qualcosa di

nuovo), ma allora come è possibile “inventare” qualcosa che non sia già nel

repertorio comportamentale o nelle associazioni di idee del soggetto?

GestaltGestalt: l’associazione tra idee non è l’unico meccanismo della creatività: anche il pensiero, come la percezione, procede secondo leggi gestaltiche (ad es., insight)

Page 73: Modulo 3

L’insightL’insight Caratteristiche:

nuovo problemanuovo problema da risolvere soluzione improvvisa/imprevedibileimprevedibile scarsa tendenza alla fissità funzionale abilità di problem-solving:

– codificacodifica selettiva– combinazionecombinazione selettiva– confrontoconfronto selettivo

Stadi:1.1. preparazionepreparazione2.2. incubazioneincubazione3.3. insightinsight4.4. verificaverifica

Persona creativa

senso della finalitàsenso della finalità+

disponibilità di conoscenzeconoscenze e di tecnichetecniche

Page 74: Modulo 3

Il pensiero divergente…Il pensiero divergente…

è attivato nelle situazioni che permettono più è attivato nelle situazioni che permettono più vie d’uscita o di sviluppovie d’uscita o di sviluppo

Caratteristiche secondo Guilford (1967):– fluiditàfluidità– flessibilitàflessibilità– originalitàoriginalità– elaborazioneelaborazione– valutazionevalutazione

Page 75: Modulo 3

Giudizi e decisioniGiudizi e decisioni(nei casi di incertezza)(nei casi di incertezza)

Sovrautilizzo di euristiche euristiche:– della rappresentatività– della disponibilità– di ancoraggio

Ruolo della struttura del problemastruttura del problema: effetti pronunciati quando la decisione è rischiosa

Ragioni delle scelte: – minimizzare i rimpiantiminimizzare i rimpianti/dispiaceri successivi– giustificaregiustificare le scelte a noi stessi/agli altri

strategie generali, irrazionalie intuitive, ma adattive

Page 76: Modulo 3

I calcolatori possono I calcolatori possono pensare?pensare?

SÌ, poiché pensare = manipolare informazioni

– intelligenze artificialiintelligenze artificiali (programmi che risolvono specifici problemi nel modo più efficiente possibile)

– simulazioni su calcolatoresimulazioni su calcolatore (programmi che imitano il pensiero umano)

– sistemi espertisistemi esperti (combinano IA e simulazione)

Tuttavia, la questione se le macchine possano essere programmate per pensare al modo delle persone è ancora aperta: gli esseri umani, diversamente dai calcolatori, possono apprendere gli esseri umani, diversamente dai calcolatori, possono apprendere dall’esperienza passatadall’esperienza passata

Page 77: Modulo 3

La metacognizioneLa metacognizione

Consapevolezza e conoscenzaConsapevolezza e conoscenza circa il funzionamento della mente (= cognizione), propria e altrui

ControlloControllo dei propri processi di pensiero (Cornoldi, 1995)

Page 78: Modulo 3

L’intelligenza è…L’intelligenza è…

la capacità di pensare benela capacità di pensare bene

Page 79: Modulo 3

Il concetto naIl concetto naïïf d’intelligenzaf d’intelligenza

Sternberg (1985):

-- capacità di risolvere problemicapacità di risolvere problemi

[ragionamento logico, cogliere relazioni tra idee, atteggiamento mentale elastico]

-- capacità verbalecapacità verbale

-- competenza socialecompetenza sociale

[accettare gli altri per quel che sono, ammettere i propri errori, coscienza sociale, sensibilità verso gli altri]

Page 80: Modulo 3

Tipi di intelligenzeTipi di intelligenze Binet e Simon (1905): età mentaleetà mentale Stern (1912): quoziente intellettivoquoziente intellettivo (QI)QI) Spearman (1923): fattore generale (G) fattore generale (G) + fattore specifico (S) fattore specifico (S) Cattel (1971): intelligenza cristallizzata + intelligenza fluida intelligenza cristallizzata + intelligenza fluida Vernon (1971): attitudine verbale scolastica + pratico-operativaattitudine verbale scolastica + pratico-operativa Thurstone (1938): capacità mentali primariecapacità mentali primarie

[ragionamento astratto, ragionamento spaziale, fluidità di pensiero, abilità numerica, significato verbale]

Gardner (1983): teoria delle intelligenze multipleteoria delle intelligenze multiple[linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporea, intrapersonale, interpersonale, (naturalistica, spirituale)]

Guilford (1967): 120 componenti120 componenti (= combinazioni di operazioni, contenuti e prodotti)

Sternberg (1985): teoria triarchicateoria triarchica

1. intelligenza contestuale 2. intelligenza esperienziale 3. intelligenza componenziale

UNICA ABILITA’ GENERALEUNICA ABILITA’ GENERALE

- meta-componenti- componenti esecutive- acquisizione di conoscenze

INTELLIGENZAINTELLIGENZA““VERTICALE”VERTICALE”

Page 81: Modulo 3

Semplici (e inadeguate) Semplici (e inadeguate) misure dell’intelligenzamisure dell’intelligenza

Craniometria Craniometria (inferenza di tratti mentali a partire dalle dimensioni del cervello, dal peso del cervello, dalla circonferenza del cranio) [nell’Ottocento: Broca, Binet ecc.]

Velocità di risposta a uno stimolo Velocità di risposta a uno stimolo [nell’Ottocento: Galton, Cattell]

Tempo di reazione nella decisioneTempo di reazione nella decisione[Jensen, 1982]

Page 82: Modulo 3

I test di intelligenzaI test di intelligenza I più utilizzati: le scale Wechslerscale Wechsler

[ad es., la Wechsler Adult Intelligence Test (WAIS)]

Requisiti: – attendibilitàattendibilità (= concordanza dei punteggi ottenuti in diverse occasioni– validitàvalidità (= il test misura quello che deve misurare)

Tipologia:– test con materiale verbaleverbale (ad es., scala verbale della WAIS)– test di esecuzione (culture-fair)esecuzione (culture-fair) (ad es., Matrici Progressive di Raven)

Almeno 2 scopi (spesso compresenti):– valutare ciò che una persona ha appreso (test di profittotest di profitto)– predire le prestazioni future (test attitudinalitest attitudinali)

N.B. I TEST NON MISURANO, NE’ POSSONO N.B. I TEST NON MISURANO, NE’ POSSONO

MISURARE, <<L’INTELLIGENZA INNATA>>MISURARE, <<L’INTELLIGENZA INNATA>>

Page 83: Modulo 3

Natura, ambiente e QINatura, ambiente e QIIntelligenti si nasce o si diventa?Intelligenti si nasce o si diventa?

Una possibilità: le differenze di QI entro un gruppoentro un gruppo possono essere genetiche, mentre le differenze medie tra gruppimedie tra gruppi possono essere ambientali

Se anche il QI fosse altamente ereditario potrebbe essere fortemente influenzato dall’ambiente

Nella ricerca (studi su gemelli, su bambini adottati ecc.) è difficile separare efficacemente gli effetti dei geni da quelli dell’ambiente

È poco sensato assegnare al QI un preciso rapporto di ereditarietàrapporto di ereditarietà: approssimativamente esso è pari a 0,500,50

Eredità e ambiente sono egualmente importanti nel determinare le Eredità e ambiente sono egualmente importanti nel determinare le differenze di QIdifferenze di QI

Page 84: Modulo 3

3.5 Linguaggio e comunicazione3.5 Linguaggio e comunicazione

Page 85: Modulo 3

Il linguaggio è… l’insieme di quegli aspetti che sono l’insieme di quegli aspetti che sono

in buona misura comuni alle in buona misura comuni alle

diverse linguediverse lingue

il mezzo che permette di congiungere il mezzo che permette di congiungere il pensiero al bisogno di comunicarlo il pensiero al bisogno di comunicarlo a qualcunoa qualcuno

Page 86: Modulo 3

A che cosa serve parlare?A che cosa serve parlare?

BBühlerühler (1934):

PARLANTE RICEVENTE

REALTÀ

FENOMENO

funzione espressiva

funzione appellativa

funzione rappresentativa

Page 87: Modulo 3

La specificità del linguaggioLa specificità del linguaggioGLI UNIVERSALI LINGUISTICI:GLI UNIVERSALI LINGUISTICI:

1)1) creatività o produttivitàcreatività o produttività: - possibilità di produrre un numero potenzialmente infinito di messaggi a partire da un numero finito di unità-base di una lingua (fonemi e parole)- qualunque idea o pensiero esprimibile in una lingua è esprimibile in una qualunque altra lingua

2)2) proprietà costruttiveproprietà costruttive:- n° limitato di suoni linguistici: i fonemifonemi- n° molto grande di unità linguistiche significative: morfemimorfemi e paroleparole- arbitrarietà della relazione tra suono e significatosignificato: il significato non può

essere ricavato dalla forma del suono ma deve necessariamente essere appreso (trasmissione culturale intergenerazionale)- combinazione sistematica di parole in frasifrasi

Page 88: Modulo 3

La natura delLa natura del linguaggio umano linguaggio umano

i. La percezione del linguaggio parlatopercezione del linguaggio parlato:• fonemi fisicamente differenti e allofoni• integrazione dell’informazione acustica e visiva

ii. Le parole e parole e i significatisignificati:• morfemi legati e morfemi liberi• function words e content words• aspetti del significato: denotazione e connotazione

iii. Le frasifrasi ee i messaggimessaggi:• regole di combinazione delle parole (sintassi)• struttura superficiale e struttura profonda• significato letterale e significato trasmesso

sintagmatiche

trasformazionali

Page 89: Modulo 3

Il codice linguisticoIl codice linguistico

… è un insieme di regole in grado di è un insieme di regole in grado di associare in maniera sistematica gli associare in maniera sistematica gli

elementi del sistema fonologico (i suoni) elementi del sistema fonologico (i suoni) con i corrispondenti elementi del sistema con i corrispondenti elementi del sistema

semantico (i significati)semantico (i significati)

[ad es., alla stringa di suoni /c-a-n-e/ è associato il significato di cane]

Page 90: Modulo 3

L’acquisizione del linguaggioL’acquisizione del linguaggio

1. Spiegazione comportamentistacomportamentista: il linguaggio viene appreso per imitazione e secondo schemi S-R

SkinnerSkinner (1957): l’apprendimento del linguaggio è un processo di condizionamento operante

2. Spiegazione strutturale-innatistastrutturale-innatista: il linguaggio si sviluppa indipendentemente da altre capacità non linguistiche

Chomsky Chomsky (1965): non tutto il linguaggio è appreso ma esiste un dispositivo innato per la sua acquisizione (Language Acquisition Device, LAD)

3. Spiegazione interazionistainterazionista: : l’apprendimento del linguaggio dipende dalla integrazione e ricombinazione di complesse capacità (cognitive, sociali e comunicative) che in parte lo precedono nel corso dell’ontogenesi

ipotesi cognitivaipotesi cognitiva (PiagetPiaget, 1946): lo sviluppo linguistico deriva e dipende dallo sviluppo cognitivo

BrunerBruner (1983): esiste un LASS (sistema di supporto per l’acquisizione del linguaggio), che corrisponde al ruolo svolto dall’adulto e dal contesto sociale

Page 91: Modulo 3

Esiste un periodo critico per Esiste un periodo critico per l’acquisizione del linguaggio?l’acquisizione del linguaggio?

Secondo alcuni studiosi, il periodo compreso Secondo alcuni studiosi, il periodo compreso tra i due anni e la pubertà (13-14 anni) ètra i due anni e la pubertà (13-14 anni) è

particolarmente sensibile o critico per particolarmente sensibile o critico per imparare la lingua maternaimparare la lingua materna

Anche se è difficile trovare prove definitive a Anche se è difficile trovare prove definitive a favore di questa ipotesi, il sistema linguistico favore di questa ipotesi, il sistema linguistico acquisito dopo la pubertà rimane per alcuni acquisito dopo la pubertà rimane per alcuni aspetti incompleto e si realizza con difficoltàaspetti incompleto e si realizza con difficoltà

Page 92: Modulo 3

Lo sviluppo del linguaggioLo sviluppo del linguaggio1. Da 0 a 1 anno: fase prelinguisticafase prelinguistica

sviluppo fonologico comunicazione gestuale

2. Tra 1 e 2 anni e mezzo: sviluppo lessicale e semanticosviluppo lessicale e semantico prima produzione di parole evoluzione del significato delle parole

3. Da 1 anno e mezzo a 10 anni: sviluppo della grammaticasviluppo della grammatica dalle prime combinazioni di parole al linguaggio complesso sviluppo morfosintattico (dai 2-3 anni)

Dai 2 anni e mezzo: capacità di conversarecapacità di conversare Dai 3-4 anni: capacità di comunicare efficacementecapacità di comunicare efficacemente

Dai 5-6 anni: consapevolezza metalinguisticaconsapevolezza metalinguistica

apprendimento della lettura-apprendimento della lettura-scritturascrittura

Page 93: Modulo 3

Le origini della comunicazione Le origini della comunicazione e del linguaggioe del linguaggio

ASPETTI FILOGENETICI:ASPETTI FILOGENETICI:• comparsa della posizione erettacomparsa della posizione eretta• incremento della plasticità della manoincremento della plasticità della mano (opponibilità del pollice) • sviluppo del sistema gestualesviluppo del sistema gestuale• riduzione della mandibolariduzione della mandibola:

• ampliamento delle aree cerebrali prefrontali• affinamento della discriminazione dei suoni

• produzione di artefattiproduzione di artefatti: • impiego di differenti media• elaborazione di diversi sistemi di simboli (ad es., musica, numeri, linguaggio verbale)

ASPETTI ONTOGENETICI:ASPETTI ONTOGENETICI:• processi comunicativi preverbaliprocessi comunicativi preverbali nel contesto delle routine quotidiane:

• costruzione/condivisione di significati• sequenza temporale• prime manifestazioni di referenza/predicazione• regolazione dei turni• inferenza delle intenzioni comunicative

Page 94: Modulo 3

Sistemi di comunicazioneSistemi di comunicazioneVOCALEVOCALE VERBALEVERBALE

PARALINGUISTICOPARALINGUISTICO

EXTRALINGUISTICOEXTRALINGUISTICO

NON VOCALENON VOCALE CINESICOCINESICO

PROSSEMICA (uso dello spazio)PROSSEMICA (uso dello spazio)• • posturapostura• • contatto corporeocontatto corporeo• • distanza interpersonaledistanza interpersonale• • orientazione ecc.orientazione ecc.

COMPORTAMENTO MOTORIO-GESTUALECOMPORTAMENTO MOTORIO-GESTUALE• • gesti simbolicigesti simbolici indicatoriindicatori illustratori ecc.illustratori ecc.

COMPORTAMENTO MIMICO DEL VOLTOCOMPORTAMENTO MIMICO DEL VOLTO

COMPORTAMENTO VISIVOCOMPORTAMENTO VISIVO• • orientazione dello sguardoorientazione dello sguardo• • durata ecc.durata ecc.

PROSODICOPROSODICO

QUALITQUALITÀ VOCALIÀ VOCALI

LINGUISTICOLINGUISTICO

NON LINGUISTICONON LINGUISTICO

[[Anolli e Ciceri, 1995Anolli e Ciceri, 1995]]

Page 95: Modulo 3

La comunicazione è…La comunicazione è…un un atto globaleatto globale e unitario… e unitario…

articolato in maniera molecolare in una articolato in maniera molecolare in una pluralità di pluralità di sistemi di segnalazionesistemi di segnalazione (linguistico, vocale, cinesico) (linguistico, vocale, cinesico)

……

regolato e organizzato dall’regolato e organizzato dall’intenzione comunicativaintenzione comunicativa che che stabilisce fra i diversi sistemi di segnalazione le stabilisce fra i diversi sistemi di segnalazione le

opportune connessioni semiotiche…opportune connessioni semiotiche…

per definire un percorso coerente di per definire un percorso coerente di sensosenso con con l’interlocutorel’interlocutore

(Anolli e Ciceri, 1995)(Anolli e Ciceri, 1995)

Page 96: Modulo 3

Caratteristiche della Caratteristiche della comunicazionecomunicazione

Dimensione cognitivaDimensione cognitiva: la comunicazione è in stretta connessione con il pensiero, l’intenzionalità e l’azione pianificata

Dimensione relazionaleDimensione relazionale: la comunicazione prevede, intrinsecamente, l’interazione con qualcun altro e il contatto sociale: perciò alimenta e sostiene i giochi relazionali tra gli individui

Page 97: Modulo 3

La specificità della La specificità della comunicazionecomunicazione

SE OGNI COMPORTAMENTO FOSSE COMUNICATIVOVERREBBE MENO IL CONCETTO STESSO DI

COMUNICAZIONE, PERCHÉ PERDEREBBE LA SUASPECIFICITÀ

o La comunicazione non consiste in un processo né casuale né involontario(atto d’informazioneatto d’informazione), ma nel voler rendere l’interlocutore consapevole

della propria intenzione

o L’intenzione comunicativaintenzione comunicativa implica avere un certo grado di coscienza(= essere consapevoli di qualcosa che è trasmesso a qualcun altro)

o Vi può essere un’intenzione: unica (atto comunicativo sempliceatto comunicativo semplice: ad es. una domanda) di secondo livello (atto comunicativo complessoatto comunicativo complesso: ad es. una menzogna)

[metaintenzione = consapevolezza di comunicare comunicando]

Page 98: Modulo 3

Il modello di R. JakobsonIl modello di R. Jakobson

Coordinate Coordinate tematiche e tematiche e processi processi

attivatiattivati

espressione espressione diretta del diretta del

comportamento/comportamento/

atteggiamento atteggiamento

del soggettodel soggetto riguardo quello riguardo quello

di cui parladi cui parla

(interiezioni)

ricerca di ricerca di coerenza tra coerenza tra espressione e espressione e

contenutocontenuto

persuasione, persuasione, ordine, ordine,

propagandapropaganda

(vocativo, imperativo)

descrizionedescrizione:

denotazione,

cognizione

riflessione, riflessione, verifica sul verifica sul

mediummedium

mantenimentomantenimento

del dialogo/del dialogo/

comunicazionecomunicazione

(formule stereotipate)

Funzioni Funzioni linguistichelinguistiche

emotivaemotiva poeticapoetica conativaconativa referenzialereferenziale metalinguist./metalinguist./chiosachiosa

fàticafàtica

Struttura della Struttura della comunicazionecomunicazione

mittentemittente messaggiomessaggio destinatariodestinatario//

riceventericevente

contestocontesto codicecodice contatto/contatto/

canalecanale

Page 99: Modulo 3

I modelli della comunicazioneI modelli della comunicazione

I processo di trasmissione di informazioni (Modello matematicoModello matematico)

II significazione e segno (Modello semioticoModello semiotico)

III interazione tra testo e contesto (Modello pragmaticoModello pragmatico)

IV gioco delle relazioni (Modello psicologicoModello psicologico)

Comunicazionecome…

Ogden e RichardsOgden e RichardsDe SaussureDe SaussurePeircePeirce

Shannon e WeaverShannon e Weaver

AustinAustinGriceGrice

Bateson

Page 100: Modulo 3

Organismo, ambiente e Organismo, ambiente e comunicazionecomunicazione

A.A. Reazioni tropistico-riflesseReazioni tropistico-riflesse: trasmissione biofisica/biochimica che produce una risposta stereotipata

B.B. Azioni sensomotorie su cose definite da segnali:Azioni sensomotorie su cose definite da segnali: formazione di segnali (mammiferi)formazione di segnali (mammiferi) uso di strumenti naturali (scimmie)uso di strumenti naturali (scimmie)

C.C. Conoscenza contemplativa degli oggetti: Conoscenza contemplativa degli oggetti: costruzione di strumenti e formazione di simboli al servizio della conoscenza e della manipolazione dell’ambiente

mete biologiche

Page 101: Modulo 3

Lo sviluppo delle reazioni Lo sviluppo delle reazioni comunicative (Spitz, 1965)comunicative (Spitz, 1965)

3° mese: risposta del sorrisorisposta del sorriso[capacità di riconoscere il volto umano)

8° mese: angoscia verso un estraneoangoscia verso un estraneo[dicotomia conosciuto-sconosciuto; oggetto libidico]

15° mese: risposta del “No” risposta del “No” [il bambino esprime una propria opinione; non è più necessario il contatto fisico]

Page 102: Modulo 3

Distanza interpersonale e Distanza interpersonale e registro comunicativoregistro comunicativo

è poca: mezzi comunicativi mezzi comunicativi “primitivi” (mimico-gestualimimico-gestuali)

Se la distanza fisica e/ointerpersonale

è molta: mezzi comunicativimezzi comunicativi più evoluti (rappresentativo- simbolicirappresentativo- simbolici)

Polarizzazione: da registroPolarizzazione: da registroinformale a registro formaleinformale a registro formale

Page 103: Modulo 3

Linguaggio, pensiero e realtàLinguaggio, pensiero e realtà

A. Ipotesi della relatività linguisticaIpotesi della relatività linguistica (ipotesi di SapirSapir-WhorfWhorf): la particolare lingua parlata dauna persona (in termini di grammatica più che

di vocabolario) determina il modo in cui essa percepisce e concettualizza il mondo

B. Ipotesi contraria (più verosimile): la realtà (cultura) forgia il linguaggiola realtà (cultura) forgia il linguaggio

Linguaggio e pensieroLinguaggio e pensiero sono tra loro indipendentiindipendenti

TUTTAVIA, SEMBRA PITUTTAVIA, SEMBRA PIÙ VEROSIMILE CHE SIANOÙ VEROSIMILE CHE SIANO FUNZIONI DISTINTE MA INTERDIPENDENTIFUNZIONI DISTINTE MA INTERDIPENDENTI

Page 104: Modulo 3

B. Funzioni dinamiche

Page 105: Modulo 3

3.6 Motivazione ed 3.6 Motivazione ed emozionemozionii

Page 106: Modulo 3

La motivazione è…

il processo che attiva, dirige e sostiene il processo che attiva, dirige e sostiene

il comportamento finalizzato allail comportamento finalizzato alla

realizzazione di un determinato scopo inrealizzazione di un determinato scopo in

relazione alle condizioni ambientalirelazione alle condizioni ambientali

Page 107: Modulo 3

Libero arbitrio (1)… Libero arbitrio (1)… e determinismo (2)e determinismo (2)

(1) La mente (ragione) controlla il comportamento: gli esseri umani sono liberiliberidi scegliere che cosa faredi scegliere che cosa fare, sebbene le lorodecisioni possano essere influenzate da stimoliesterni e da bisogni interni(dottrina dominante da Platone fino ad oggi)

(2) Tutto il comportamento risulta da concatenazioni inflessibili di cause ed effetticause ed effetti (Democrito, Darwin, Skinner)

Page 108: Modulo 3

Sulla motivazioneSulla motivazione Le stesse azioni o comportamenti possono essere coerenti con motivimotivi molto

differenti, talvolta “mescolati”differenti, talvolta “mescolati”

Si può nonnon essere del tutto consapevoliconsapevoli delle ragioni soggiacenti alle proprie azioni (secondo la teoria psicoanalitica: motivi inconsci)

Le motivazioni umane possono assumere diverse forme lungo un continuumdiverse forme lungo un continuum: da quelle che sembrano innate e collegate ai bisogni biologici fondamentali (MOTIVAZIONI PRIMARIEMOTIVAZIONI PRIMARIE) a quelle che sembrano il prodotto di processi di apprendimento e specificamente umane (MOTIVAZIONI SECONDARIEMOTIVAZIONI SECONDARIE)

Certe cose sono associate con un numero tanto grande di scopi differenti che il desiderio di esse diventa un motivo funzionalmente autonomomotivo funzionalmente autonomo

Si può svolgere un’attività perché è gratificante per se stessa (motivazione intrinseca) o per conseguire qualcosa d’altro, per es. ricevere un premio (motivazione estrinsecamotivazione estrinseca)

Page 109: Modulo 3

I livelli della motivazione I livelli della motivazione I RIFLESSII RIFLESSI = risposte (a stimoli esterni o interni) innate, automatiche e involontarie,

determinate e regolate da meccanismi neurofisiologici su base genetica

GLI ISTINTIGLI ISTINTI = sequenze congenite, fisse e stereotipate di comportamenti specie-specifici su base genetica evocate da particolari segni o stimoli scatenanti

I BISOGNII BISOGNI = condizione fisiologica di carenza e di necessità (come la fame, la sete, il sesso, il sonno ecc.)

LE PULSIONILE PULSIONI = stato di disagio/tensione interna che l’individuo tende ad eliminare/ridurre con condotte opportune (dimensione psicologica del bisogno)

GLI INCENTIVIGLI INCENTIVI = stimoli esterni (ambientali) con funzione di rinforzo rispetto ai bisogni fisiologici (rinforzi rinforzi

primari primari) e psicosociali (rinforzi secondaririnforzi secondari: appresi culturalmente)

Page 110: Modulo 3

Motivazioni primarieMotivazioni primarie e secondarie e secondarie

A. Motivazioni viscerogeneviscerogene:– la fame, la sete– il sonno– la sessualità

B. Motivazioni psicogenepsicogene:– l’affiliazione (il bisogno degli altri)– la motivazione al potere– la motivazione al successo– la motivazione alla competenza

la cooperazionela compagnial’attaccamento e l’amore

senso di autoefficaciasenso di autoefficaciaprestazioni passate

+

esperienza per procura +

persuasione verbale altrui(McClelland, 1985)

Page 111: Modulo 3

Punti di vista sulla motivazionePunti di vista sulla motivazione Teorie dell’istinto e sociobiologicheTeorie dell’istinto e sociobiologiche:

il comportamento è determinato da fattori innati, geneticamente trasmessi

Teorie della riduzione delle pulsioniTeorie della riduzione delle pulsioni: un bisogno produce una pulsione diretta verso comportamenti che riducono il bisogno, e con ciò la pulsione (ipotesi dell’omeostasiomeostasi)

Teorie dell’arousal (attivazione)Teorie dell’arousal (attivazione): le persone sono motivate non tanto ad abbassare l’arousal ma a mantenerlo ad un livello ottimale, differente in ogni individuo

Teorie comportamentiste (incentivi e motivazioni condizionate)Teorie comportamentiste (incentivi e motivazioni condizionate):determinati stimoli ambientali diventano incentivi per il comportamento attraverso processi di apprendimento per associazione con esperienze personali di soddisfazione (rinforzi positivi e negativi) e di insoddisfazione (costi/punizioni)

Teorie cognitive e scopisticheTeorie cognitive e scopistiche: il comportamento è guidato da scopi, definiti attraverso complessi processi cognitivi, organizzati gerarchicamente e raggiunti attraverso strategie (ad es. unità TOTE)

Teorie interazionisteTeorie interazioniste:il comportamento è suscitato, alimentato e regolato da processi relazionali

Page 112: Modulo 3

La competizione tra motiviLa competizione tra motiviLa gerarchiadei bisogni (Maslow, 1954)

Bisogni di autorealizzazione Bisogni di autorealizzazione

Bisogni di stimaBisogni di stima

Bisogni di appartenenzaBisogni di appartenenza

Bisogni di sicurezzaBisogni di sicurezza

Bisogni fisiologiciBisogni fisiologici

Bisogni Bisogni di crescitadi crescita

Bisogni Bisogni di carenzadi carenza

Page 113: Modulo 3

Le emozioni sono…

motivazioni specialimotivazioni speciali

degli amplificatori delle motivazionidegli amplificatori delle motivazioni

degli indicatori del potenziale degli indicatori del potenziale motivazionale dell’individuo motivazionale dell’individuo

(Buck, 1985)(Buck, 1985)

Page 114: Modulo 3

Le emozioni: tra fisiologiaLe emozioni: tra fisiologia e psicologia e psicologia

Le emozioni sono il risultato di 3 componenti:

1. una neurofisiologico-biochimica

2. una comportamentale (o espressivo-motoria)

3. una cognitivo-rappresentativa (esperienza soggettiva interna = sentimento)

Page 115: Modulo 3

Sulle emozioniSulle emozioni Emozioni fondamentali/primarie (innate)primarie (innate)

emozioni derivate/secondarie (acquisite)secondarie (acquisite)

L’intensitàintensità, quando va al di là di certi livelli, cambia la loro qualitàqualità

Si possono controllarecontrollare?

Sono elementi disorganizzanti o organizzatoriorganizzatori del comportamento?

Regolano i processi psicologici interni e i comportamenti interpersonali

NonNon coincidono con gli istintiistinti

NonNon sono solo rispostesolo risposte: possono essere causa/stimolo

Sono attivate sia da stimoli sensoriali (per es. una sofferenza fisica) sia da processi cognitivi (per es. pensieri, ricordi)

Influenzano e sono influenzate dall’attività cognitiva

L’espressione (il riconoscimento è più discusso) delle emozioni è un processo innato e innato e universaleuniversale

Vs.

Page 116: Modulo 3

Le emozioni fondamentaliLe emozioni fondamentali

Ekman e Friesen (1972): gioia rabbia tristezza paura

Caratteristiche (Izard, 1991): specifico substrato neuralesubstrato neurale distinti e specifici movimenti faccialimovimenti facciali (ad es. in base a FACS) specifica qualità emotivaqualità emotiva consapevole derivate da evoluzioneevoluzione funzioni adattiveadattive

Page 117: Modulo 3

Da dove vengono le Da dove vengono le emozioni?emozioni?

Le parti dell’encefalo principalmente coinvolte nelle emozioni sono:

l’ipotalamol’ipotalamo

il sistema limbicoil sistema limbico

Page 118: Modulo 3

Umore e memoriaUmore e memoria Quel che sentiamo influenza quel che pensiamo: quando il

nostro umore è positivo troviamo più facile ricordare le cose positive e viceversa

La memoria è migliore quando l’umore dominante durante la rievocazione corrisponde a quello dominante durante l’apprendimento

(memoria dipendente dallo statomemoria dipendente dallo stato)

Le emozioni agiscono come nodi della memoria e le informazioni vengono immagazzinate con gli umori ad esse associati

Page 119: Modulo 3

Punti di vista sulle emozioniPunti di vista sulle emozioni La teoria dell’arousalLa teoria dell’arousal:

vi è un livello ottimale di attivazione emozionale controllato dal sistema d’attivazione reticolare (RAS)

La teoria dell’esperienza emotiva di James-Lange (1890)La teoria dell’esperienza emotiva di James-Lange (1890):

La teoria dell’esperienza emotiva di Cannon-Bard (1927)La teoria dell’esperienza emotiva di Cannon-Bard (1927):

La teoria bifattoriale del juke-box di Schachter (1962)La teoria bifattoriale del juke-box di Schachter (1962):

La teoria del processo antagonista di Solomon (1974)La teoria del processo antagonista di Solomon (1974): quando si avverte una forte emozione ha luogo un processo antagonista, che genera un tipo di emozione opposto, più lento ad attivarsi e più lento a decadere

Attivazione fisiologicaAttivazione fisiologica specifica dell’emozionespecifica dell’emozione

EsperienzaEsperienzasoggettiva dell’emozionesoggettiva dell’emozione

Attivazione fisiologicaAttivazione fisiologica

Esperienza soggettiva dell’emozioneEsperienza soggettiva dell’emozioneStimoloStimolo

Attivazione fisiologica Attivazione fisiologica generalizzatageneralizzata Etichetta cognitivaEtichetta cognitivaStimolo Stimolo + =

EsperienzaEsperienzasoggettiva soggettiva

dell’emozionedell’emozione

StimoloStimolo