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Modica: La Caritas per l’immigrazione. Presente il Coordinamento nazionale Il Comune darà il suo contributo ad un tema di grande attualità Ottanta delegati da tutte le Caritas d’Italia, più una ventina di ospiti, per il Coordinamento nazionale immigrazione 2011, saranno presenti a Modica mercoledì 11 maggio alle 15,30 alla Domus S. Petri con una sessione dedicata al Mediterraneo, coordinata dal giornalista di “Avvenire” Paolo Lambruschi. L’evento è promosso da Caritas italiana insieme alle Caritas diocesane di Noto e di Ragusa. Sono previsti gli interventi di Fabrizio Maronta di LIMES, di Barbara Molinario dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati, dal comandante della Capitaneria di Porto di Pozzallo Raffaele Giardina, e la testimonianza di Gabriele Del Grande, di Fortress Europe. Sempre mercoledì 11 maggio alle 21,30 nell’Atrio di Palazzo San Domenico ci sarà un momento pubblico di benvenuto promosso dall’Amministrazione comunale, con momenti artistici e musicali curati dal gruppo musicale “I malacu scenza” e dalla “Compagnia de Piccolo Teatro”. Il coordinamento proseguirà giovedì – con ospite il parroco di Lampedusa – e venerdì. Il coordinamento sarà concluso venerdì 13 alle 12 con la concelebrazione eucaristica, nella chiesa di San Pietro, presieduta dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò. Ai lavori parteciperà anche il direttore nazionale della Caritas, Mons. Vittorio Nozza. Sullo sfondo sarà tenuta presente la testimonianza di Giorgio La Pira, figlio di questa terra, che invitava a guardare al Mediterraneo come luogo di incontro tra le civiltà per costruire un mondo pacificato. “Si tratta di un evento eccezionale per Modica e per il territorio ibleo tutto,commentano il Sindaco e l’assessore ai Servizi Sociali Paolo Garofalo, quello di ospitare il Coordinamento nazionale della Caritas sull’immigrazione 2011 su un tema di drammatica attualità e sulla quale noi tutti avremo la ossibilità di poter riflettere e capire” p 09 maggio 2011 Fonte: Radio RTM http://www.radiortm.it/2011/05/13/modicacoordinamentonazionale immigrazionecaritas2011congliimmigratilapossibilitadiripensarcipiuumani/

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Modica: La Caritas per  l’immigrazione. Presente  il Coordinamento nazionale  Il Comune darà  il suo contributo ad un tema di grande attualità 

Ottanta delegati da tutte  le Caritas d’Italia, più una ventina di ospiti, per  il Coordinamento nazionale immigrazione 2011, saranno presenti a Modica mercoledì 11 maggio alle 15,30 alla Domus S. Petri con una  sessione  dedicata  al  Mediterraneo,  coordinata  dal  giornalista  di  “Avvenire”  Paolo  Lambruschi. L’evento  è  promosso  da  Caritas  italiana  insieme  alle  Caritas  diocesane  di  Noto  e  di  Ragusa.  Sono previsti  gli  interventi  di  Fabrizio  Maronta  di  LIMES,  di  Barbara  Molinario  dell’Alto  Commissariato dell’ONU per  i  rifugiati, dal comandante della Capitaneria di Porto di Pozzallo Raffaele Giardina, e  la testimonianza  di  Gabriele  Del  Grande,  di  Fortress  Europe. Sempre  mercoledì  11  maggio  alle  21,30  nell’Atrio  di  Palazzo  San  Domenico  ci  sarà  un  momento pubblico  di  benvenuto  promosso  dall’Amministrazione  comunale,  con  momenti  artistici  e  musicali curati dal gruppo musicale “I malacu scenza” e dalla “Compagnia de Piccolo Teatro”. Il coordinamento proseguirà giovedì – con ospite il parroco di Lampedusa – e venerdì. Il coordinamento sarà concluso venerdì 13 alle 12 con la concelebrazione eucaristica, nella chiesa di San Pietro, presieduta dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò. Ai lavori parteciperà anche il direttore nazionale della Caritas, Mons. Vittorio Nozza. 

Sullo sfondo sarà tenuta presente la testimonianza di Giorgio La Pira, figlio di questa terra, che invitava a guardare al Mediterraneo come luogo di incontro tra le civiltà per costruire un mondo pacificato. 

“Si tratta di un evento eccezionale per Modica e per  il  territorio  ibleo tutto,commentano il Sindaco e l’assessore  ai  Servizi  Sociali  Paolo  Garofalo,  quello  di  ospitare  il  Coordinamento  nazionale  della Caritas  sull’immigrazione 2011 su un  tema di drammatica  attualità e  sulla quale noi  tutti  avremo  la ossibilità di poter riflettere e capire” p

 

09 maggio 2011 

Fonte: Radio RTM http://www.radiortm.it/2011/05/13/modica­coordinamento­nazionale­immigrazione­caritas­2011­con­gli­immigrati­la­possibilita­di­ripensarci­piu­umani/ 

 

 

 

I lavori cominceranno alle 15.30. Saranno presenti 80 delegati delle Caritas di tutta Italia 

Cdoordinamento immi Stefania Zaccaria  

igrazione, al via oggi a Modica 

 

11  maggio  2011  ‐   Prende  il  via  oggi,  a Modica,  il  Coordinamento  nazionale immigrazione  2011.  Organizzata  dalle Caritas  diocesane  di  Noto  e  Ragusa, l’iniziativa riunirà ottanta delegati da tutte le Caritas d’Italia. 

L’apertura  dei  lavori  è  prevista  quindi  oggi per  le  ore  15.30  con  la  conferenza  “Il Mediterraneo  tra presente e  futuro”:  sarà presente  il  giornalista  dell’Avvenire  Paolo Lambruschi,  Fabrizio  Maronta  di  Limes, Barbara  Molinario  dell’Unhcr,  Raffaele Giardina  della  Capitaneria  di  Porto  di Pozzallo  e Gabriele del Grande di  Fortress urope. E

           

   

Fonte: Ragusa blogSicilia http://ragusa.blogsicilia.it/coordinamento-immigrazione-al-via-oggi-a-modica/42645/ 

 

      

 

Valentina Raffa 

"Un mare di  sbarchi, un paese  che accoglie" è  il  tema  cui è  chiamato a  riflettere alla Domus ancti Petri di Modica il coordinamento nazionale immigrazione 2011 S  Valentina Raffa "Un mare di sbarchi, un paese che accoglie" è il tema cui è chiamato a riflettere alla Domus Sancti Petri di Modica il coordinamento nazionale immigrazione 2011. Ieri pomeriggio l'avvio dei lavori della tre‐giorni convegnisti! ca, organizzata dalla Caritas  italiana  in collaborazione con  la Caritas diocesana di Noto e di Ragusa, per fare il punto della situazione sul fenomeno immigrazione e sull'accoglienza, sugli 

f o  aspetti geopolitici e le prospettive future, sulla crisi a ricana che ha messo in ginocchi  la popolazione e sull'attività delle Capitanerie di Porto connesse al fenomeno immigratorio. Ammontano  ad  oltre  5000  gli  immigrati  che  hanno  cercato  salvezza  in  questi  anni  sui  litorali  iblei, specie  tra  il  2007  e  il  2009,  gli  anni  "caldi"  del  fenomeno. Di  questi,  il  15%  sono  donne,  bambini  e neonati. Si tratta in particolare di eritrei e somali, come sottolineato dal Tenente di Vascello Raffaele Giardina, capo servizio operativo e mezzi navali della Capitaneria di Porto di Pozzallo, che ha messo in rilievo  le  due  tipologie  di  approccio  durante  uno  sbarco  che  procedono  contestualmente:  quello professionale  e  quello  umano.  E  di  "umanità"  in  termini  di  accoglienza  e  comprensione  ha  parlato Maurilio Assenza, direttore della Caritas cittadina. "Sbarco non vuole dire solo emergenza ‐ ha detto ‐ quanto fatica dell'accoglienza che conduce, però, ad un arricchimento culturale e umano per tutti. Da docente ‐ ha concluso ‐ la speranza è di tornare ad educare bambini immigrati, che sanno cos'è la fame, mentre i nostri sono fin troppo sazi".  È  lui  a  spiegare  il  perché della  scelta della  location: Modica  come  città media,  ossia  interessata non direttamente  al  flusso  immigratorio,  ma  di  riflesso.  Comprensione  del  fenomeno,  relazione  tra  gli extracomunitari e gli autoctoni, non certo senza difficoltà da superare, rapporto tra legalità/giustizia da ambo i lati, ossia ossequio delle leggi da parte degli immigrati e accoglienza e disponibilità verso il rispetto  della  dignità  di  ciascun  uomo  da  parte  dei  locali,  sono  i  punti  cardine  secondo  il  direttore nazionale della Caritas italiana, sac. Vittorio Nozza, per instaurare percorsi di arricchimento culturale e umano  a  rafforzo  dell'identità  di  ciascuno.  “Gli  sbarchi  che  hanno  interessato  di  recente  la  Sicilia riguardano persone bisognose, che fuggono dalla guerra ‐ ha detto Barbara Molinaro, Unhcr ‐". "Questa gente  ‐ ha proseguito  il  giornalista Gabriele Del Grande, di Fortress Europe,  reduce da un viaggio  in Libia, Egitto e Tunisia  ‐  si  trova nel mezzo di una guerra  che  sfocerà  in  strage nel momento  in  cui  i ribelli  entreranno  a  Tripoli.  Se  prima  cercavano  salvezza  in  Tunisia  e  in  Egitto,  attraversando  il deserto, oggi l'unica via di fuga è via mare".  "È per questo ‐ ha detto Oliviero Forti, responsabile area  immigrazione della Caritas  italiana ‐ che si rende necessaria la conoscenza del fenomeno, specie in una Sicilia prima tra le regioni interessate dal flusso immigratorio". L'obiettivo della tre‐giorni è confrontarsi sul tema da diversi punti di vista, con l'augurio che si possa  intervenire ciascuno (popolazione  locale,  istituzioni, associazioni, chiesa,  forze dell'ordine, ecc.) secondo ! le proprie competenze, per la realizzazione di un "Mediterraneo di! pace", ome auspicato a suo tempo da Giorgio La Pira. c

 Giovedì 12 Maggio 2011 

Fonte: La Sicilia 

 MODICA ‐ 12/05/2011  Il convegno nazionale Immigrazione 2011 si è chiuso con la celebrazione eucaristica a S. Pietro 

La Caritas conferma il suo impegno in prima linea sul fronte accoglienza 

Tante le testimonianze autorevoli che hanno arricchito i lavori   

La cerimonia religiosa tenutasi nella chiesa di S. Pietro  ,presieduta dal vescovo di Noto,ha concluso  i lavori del Coordinamento nazionale Caritas 2011, promosso dalla Caritas Italiana insieme alle Caritas diocesane di Noto e di Ragusa. «Saremo giudicati sull’amore» – ha ricordato Mons. Antonio Staglianò ‐ «Abbiamo bisogno di un cristianesimo vero, di carne e di sangue. Un cristianesimo che ha al centro il donarsi di Cristo, il suo farsi pane. Per questo ci vogliono occhi capaci di vedere». Le parole del vescovo hanno sigillato con autorevolezza, come già la sera precedente aveva fatto il vescovo di Ragusa Mons. Paolo Urso, il percorso di questi giorni. Ricordando che l’immigrazione è una sfida che chiede a tutti di essere veramente uomini. Accogliere, infatti, non è anzitutto un’opera caritativa da delegare ad alcuni, ma un’opera di verità per tutti: la sfida dello straniero, come quella del povero, ci ricorda che l’uomo conta più di  tutto, che  la chiamata originaria è quella dell’unica  famiglia umana, che alla chiamata si risponde in una libertà vera che nasce dall’obbedienza al Padre rivelato da Cristo e alla conseguente, oncreta e generosa, fraternità.  c

 D’altronde le testimonianze da Lampedusa, dal parroco don Stefano Nastasi agli operatori della Caritas o  delle  organizzazioni  umanitarie  che  operano  nell’isola,  rivelano  come  l’emergenza  nasce  dalla disperazione  ovvia  di  chi  viene  lasciato  senza  accoglienza. Anche  i  numeri  lo  dimostrano:  quelli  dei primi mesi  del  2011  (31.000  persone  sbarcate)  sono  inferiori  di  quelli  del  2008  (36.000).  Solo  che allora  c’era  un  preciso  sistema  di  informazione  che  permetteva  di  distinguere  rifugiati  in  cerca  di salvezza da persone  in cerca di  lavoro e costruire precisi cammini di accoglienza. Come ricordato al Coordinamento  di  Modica  dal  direttore  della  Caritas  di  Agrigento,  Valerio  Landri,  occorre  lasciarsi educare,  lasciarsi  interrogare  per  ripensare  una  vita  più  aperta,  perché meno  dipendente  da  beni  e alcoli e più attenta all’altro perché attenta a Dio.  c

 Entro questo sfondo, nella mattinata conclusiva  sono stati  anche affrontati  i nodi giuridici e  sanitari dell’immigrazione,  si  sono  ascoltate  esperienze di  accoglienza  accadute  e  progettate  in  tutte  regioni d’Italia,  ci  si  è  dati  appuntamento  al  prossimo  coordinamento  nel  mese  di  settembre.  Non  senza esprimere  soddisfazione  per  la  qualità  dei  lavori  e  per  il  calore  dell’accoglienza,  con  vivo apprezzamento  di  questa  terra  e  con  l’appendice  di  una  sosta  nel  fine  settimana  tra monumenti  e mare,  per  riprendere  quindi  a  partire  da  lunedì  ad  accogliere  con  percorsi  quotidiani  di  inclusione, mentre – arrivata la notizia dei nuovi sbarchi – prontamente il responsabile emergenze della Caritas ipartiva per essere accanto ed organizzare i primi aiuti. r

  L CONVEGNO I

 Il  coordinamento nazionale delle Caritas  italiane  si è  ritrovato per affrontare  i  temi dell’accoglienza, del  trattamento  dei  minori,  delle  prospettive  future  dei  Pesi  che  affacciano  sul  Mediterraneo.   E’  stato  un  convegno  arricchito  dalla  presenza  di  ben  ottanta  rappresentanti  provenienti  da  varie province italiane che ha premiato lo sforzo organizzativo ma anche il ruolo che le Caritas della diocesi 

di Noto e Ragusa hanno avuto  in questi ultimi anni rispetto all’impegno per  favorire  l’inclusione dei igranti.  m

 Alla Domus Petri  non  sono mancate  testimonianze  di  chi  è  impegnato  in  prima  fila  nell’accoglienza come Don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa.  Il parroco ha parlato dei  residenti nell’isola e del loro impegno e della loro umanità spontanea nel sostenere e dare aiuto ai migranti mentre dall’altra parte  la deficienza dei  servizi offerti dalle  istituzioni è emersa  in  tutta  la  sua drammaticità. Fabrizio Marota  della  rivista  Limes  ha  offerto  in  apertura  di  convegno  spunti  di  riflessione  sugli  aspetti geopolitici  in  via  di  strutturazione  sulle  due  sponde  del  Mediterraneo.  Marota  ha  rilevato  come  in questo bacino passa un  terzo del  traffico per mare ma nonostante questo  l’Unione Europea non si è ancora  dotata  di  una  politica  per  affrontare  i  problemi  di  280 milioni  di  persone  che  premono  dal Nordafrica  in  giù.   Il Mediterraneo insomma è terra di scambio, di traffico, di passaggio ma tutto è lasciato alle politiche dei singoli stati che non sanno affrontare emergenze e nodi strutturali. Ieri pomeriggio il convegno si è trasferito  a  Ragusa  ed  i  partecipanti  sono  stati  accolti  dal  vescovo  Mons.  Paolo  Urso.  Venerdì  la onclusione dei lavori con le relazioni finali che sono incentrate sulle accoglienze del post emergenza. c

 (Nella  foto:  da  dx.  Oliviero  Forti,  responsabile  nazionale  dell’ufficio  immigrazione,  Debora volio, Anci, Giovanni Tarzia, giudice onorario presso il tribunale dei minori di Milano) A

   Fonte: Corriere di Ragusa online  http://www.corrierediragusa.it/articoli/attualit%C3%A0/modica/13449­accoglienza­ed­inclusione­sono­gli­obiettivi­della­caritas.html 

 

 12/05/2011  ­ 14:15  ­  IMMIGRAZIONE, BAGNASCO VISITERA' LAMPEDUSA; FORTI  (CARITAS): CONTENTI PER ATTENZIONE CHIESA ITALIANA  “Siamo contenti della visita del card. Bagnasco a Lampedusa perché dimostra una attenzione sempre più  qualificata  della  Chiesa  italiana  su  queste  vicende”.  Così  commenta  al  SIR  Oliviero  Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas italiana, la notizia della visita del presidente della Cei card. Angelo Bagnasco a Lampedusa, il prossimo 18 maggio. Forti è in questi giorni a Modica (fino a domani), per l’incontro del Coordinamento nazionale immigrazione che riunisce le Caritas diocesane di  tutta  Italia  coinvolte nell’accoglienza degli  immigrati.  “La presenza del  card. Bagnasco – prosegue Forti  –  sarà  particolarmente  apprezzata  dai  lampedusani,  che  hanno  dimostrato  grande  generosità nell’accoglienza,  in  collaborazione  con  la  rete  Caritas,  in  particolare  con  la  Caritas  di  Agrigento.  La possibilità di avere il nostro presidente a Lampedusa è il coronamento di un lavoro fatto in questi anni e  ci  riempie  di  orgoglio  e  di  soddisfazione”.  Al  convegno  di  Modica,  al  quale  partecipano  80 rappresentanti di 50 diocesi, ieri è stato fatto il punto sulla dimensione geopolitica nel Mediterraneo, con considerazioni sugli scenari futuri, a livello economico e sul fronte migrazioni da parte di Fabrizio Maronta, di Limes. “Dalla  tavola  rotonda –  racconta Forti  – è emerso che  la macchina degli  aiuti  internazionali  in Nord Africa, soprattutto in Libia, sconta il fatto che lì ci sono dei forti interessi (idrocarburi, petrolio, ecc.)”. “Oltre  alle  rivolte  e  ai  profughi  –  prosegue  Forti  ‐,  nei  prossimi  anni  dovremo  aspettarci  maggiori cambiamenti, perché il Mediterraneo è diventato nuovamente protagonista, dopo qualche decennio in cui aveva perso il suo ruolo. Ora sta riacquistando il suo spazio attraverso i traffici che passano per il canale di  Suez  e  vanno  verso  le  economie  forti  dell’Europa”.  Sul  fronte  sbarchi  tutti  concordano  sul fatto  che,  esauriti  gli  eritrei  che  hanno  già  lasciato  la  Libia,  ora  arrivino  soprattutto  africani  sub‐sahariani, imbarcati dai trafficanti senza nessun controllo da parte della polizia libica. “Sta avvenendo 

llo che Gheddafi avev– osserva Forti ‐ que a minacciato: ‘Voi ci mandate le bombe, noi vi mandiamo le barche’, che partono però in condizioni molto precarie e pericolose”.  Anche il giornalista Gabriele Del Grande, di Fortress Europe, di ritorno da Misurata, ha portato ieri una testimonianza. A suo avviso “la ribellione libica non nasce da conflitti tribali ma da un sentimento di libertà che sta spingendo persone molto giovani ed istruite a imbracciare le armi, perché vogliono recuperare tanti anni di oppressione”. Secondo Del Grande c’è però il “pericolo di un prolungamento del conflitto, che potrebbe portare questi giovani verso le dinamiche più crudeli e cruente delle guerre troppo lunghe”. Raffaele Giardina, della Capitaneria di Porto di Pozzallo, ha ricordato che negli ultimi anni hanno salvato 5.000 persone, ma rimane “difficile individuare chi sono i trafficanti, solo in pochi casi  ci  siamo riusciti”. Barbara Molinario,  dell’Unhcr  (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per  i ifugiati) è tornata a chiedere “maggiore chiarezza sull’accoglienza. E’ vero che gli sbarchi sono tanti a sono più centellinati, per cui c’è bisogno di una accoglienza più strutturata”. (Sir) 

rm  Fonte: http://www.toscanaoggi.it/news.php?IDNews=22869  

Immigrati: Caritas, serve cabina di regia centrale per gestire flussi ultimo aggiornamento: 13 maggio, ore 13:57  Roma, 13 mag.  (Adnkronos)  ‐  "Serve ormai una  cabina di  regia  centrale per  gestire  i  nuovi  flussi di immigrati, secondo noi questa puo' essere costituita dallo Sprar dell'Anci, il sistema di protezione per richiedenti  asilo  e  rifugiati  dell'Associazione  comuni  italiani''.  E'  quanto  ha  detto  all'ADNKRONOS Oliviero Forti, responsabile nazionale immigrazione della Caritas italiana in merito alla ripresa fortge ei flussi migratori che ha investito Lampedusa.  d

 

 

Fonte:  http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Immigrati­Caritas­serve­cabina­di­regia­centrale­per­gestire­flussi_312010703356.html 

Gabriele Del Grande: L'immigrazione e le nuove frontiere fra i popoli

I ntervista al giornalista free lance 

 Modica  ‐ È  entrato  nel  vivo  il  Coordinamento  nazionale sull’immigrazione  organizzato  dalla  Caritas  Italiana  in collaborazione con le Caritas diocesane di Noto e di Ragusa. 

Nella  giornata  inaugurale  hanno  portato  il  loro  contributo Fabrizio Maronta  (Limes), Barbara Molinario  (UNHCR) e  il Tenente di Vascello Raffaele Giardina (Capitaneria di Porto di Pozzallo). 

Intensa  la  testimonianza  di  Gabriele  Del  Grande,  classe 1982,  giornalista  free  lance  fondatore  di  Fortress  Europe, 

sito di riferimento a livello internazionale. 

Quando hai iniziato a occuparti di immigrazione? 

Nel  2005,  quasi  per  caso.  Lavoravo  con  un’agenzia  di  stampa  e  mi  venne  dato  questo  incarico. Inizialmente era un lavoro di ricerca in archivio, anche noioso. Alla fine mi ha coinvolto. 

Hai declinato l’invito alla serata di consegna del Premio Saint Vincent scrivendo una lettera al Presidente Napolitano in cui sottolineavi di non avere un contratto. È arrivato? 

Ovviamente no. Ma il sito è ormai un punto di riferimento e lavoro molto con l’estero. Dovessi stare in speranza dell’Italia… 

Ma i reportage richiedono tempo e risorse. Come fai? 

Anticipo io. C’è la volta che va bene, c’è la volta che va male. Fortunatamente le somme si tirano a fine anno e vado in luoghi in cui la vita non costa niente. Dovessi girare l’Europa sarebbe peggio. 

Prossima meta? 

ccade in queste ore a Tripoli. Vediamo cosa a

tefania Pilato S

 

 

13/05/2011 

Fonte: Ragusanews.com http://www.ragusanews.com/articolo/21380/gabriele­del­grande­l­immigrazione­e­le­nuove­frontiere­fra­i­popoli 

 

Modica: Coordinamento nazionale immigrazione Caritas 2011 Con gli immigrati la possibilità di ripensar pci  iù umani

scritto il 13 mag 2011 nella categoria: Attualità  

Con la Messa in San Pietro presieduta dal vescovo di Noto si sono conclusi i lavori del Coordinamento nazionale  Caritas  2011,  tenuto  eccezionalmente  a Modica  e  promosso  dalla Caritas  Italiana  insieme alle Caritas diocesane di Noto e di Ragusa.  “Saremo giudicati  sull’amore”  –  ha  ricordato  Mons.  Antonio  Staglianò.  “Abbiamo bisogno di un cristianesimo vero, di carne e di sangue. Un cristianesimo che ha al centro il donarsi di Cristo, il suo farsi pane. Per questo ci vogliono occhi capaci  di  vedere”.  Le  parole  del  vescovo  hanno  sigillato  con  autorevolezza, come  già  la  sera  precedente  aveva  fatto  il  vescovo  di  Ragusa  Mons.  Paolo Urso,  il percorso di questi giorni. Ricordando che l’immigrazione è una sfida che  chiede  a  tutti  di  essere  veramente  uomini.  Accogliere,  infatti,  non  è anzitutto un’opera caritativa da delegare ad alcuni, ma un’opera di verità per tutti:  la  sfida  dello  straniero,  come quella  del  povero,  ci  ricorda  che  l’uomo conta  più  di  tutto,  che  la  chiamata  originaria  è  quella  dell’unica  famiglia 

umana, che alla chiamata si risponde in una libertà vera che nasce dall’obbedienza al Padre rivelato da Cristo e alla conseguente, concreta e generosa, fraternità. D’altronde le testimonianze da Lampedusa, dal  parroco  don  Stefano  Nastasi  agli  operatori  della  Caritas  o  delle  organizzazioni  umanitarie  che operano  nell’isola,  rivelano  come  l’emergenza  nasce  dalla  disperazione  ovvia  di  chi  viene  lasciato senza  accoglienza.  Anche  i  numeri  lo  dimostrano:  quelli  dei  primi  mesi  del  2011  (31.000  persone sbarcate)  sono  inferiori  di  quelli  del  2008  (36.000).  Solo  che  allora  c’era  un  preciso  sistema  di informazione che permetteva di distinguere rifugiati in cerca di salvezza da persone in cerca di lavoro e costruire precisi cammini di accoglienza. La questione vera è non lasciare sola Lampedusa, mentre intanto  –  come  ha  sottolineato  l’Arcivescovo  di  Agrigento  Mons.  Franco  Montenegro  celebrando  la notte di Pasqua nell’isola – l’accoglienza spontanea dei lampedusani rappresenta già pezzi di umanità nuova.  Come  ricordato  al  Coordinamento  di Modica  dal  direttore  della  Caritas  di  Agrigento,  Valerio Landri, occorre lasciarsi educare, lasciarsi interrogare per ripensare una vita più aperta, perché meno dipendente  da  beni  e  calcoli  e  più  attenta  all’altro  perché  attenta  a  Dio.  Entro  questo  sfondo,  nella mattinata  conclusiva  sono  stati  anche affrontati  i  nodi  giuridici  e  sanitari  dell’immigrazione,  si  sono ascoltate  esperienze  di  accoglienza  accadute  e  progettate  in  tutte  regioni  d’Italia,  ci  si  è  dati appuntamento al prossimo coordinamento nel mese di settembre. Non senza esprimere soddisfazione per la qualità dei lavori e per il calore dell’accoglienza, con vivo apprezzamento di questa terra e con l’appendice di una sosta nel fine settimana tra monumenti e mare, per riprendere quindi a partire da lunedì  ad  accogliere  con  percorsi  quotidiani  di  inclusione,  mentre  –  arrivata  la  notizia  dei  nuovi sbarchi  –  prontamente  il  responsabile  emergenze  della  Caritas  ripartiva  per  essere  accanto  ed organizzare i primi aiuti. Tra i molti approfondimenti che hanno caratterizzato questo Coordinamento, uno in particolare sarà importante riprendere anche nel nostro territorio: l’attuale transizione storica, che  vede  ritornare  centrale  il  “Mare  nostrum”  per  popolazione  (raddoppiata  nel  NordAfrica  negli ultimi vent’anni, passando dal 140.000.000 a 280.000.000), per risorse e per commercio (un terzo dei traffici marittimi di tutto il mondo), impegnando tutti ad una maggiore consapevolezza e i governi ad un’adeguata  politica  corrispondente  alla  primavera  dei  popoli  arabi.  Senza  dimenticare  l’antica vocazione del Mediterraneo ad essere mare di pace, tanto cara a Giorgio La Pira, grazie ai valori della 

o, dell’arte, delle fedi ebraica, cristiana, musulmana. filosofia, del diritt

Maurilio Assenza 

Fonte:  http://www.radiortm.it/2011/05/09/modica‐la‐caritas‐per‐l%E2%80%99immigrazione‐presente‐il‐coordinamento‐nazionale‐il‐comune‐dara‐il‐suo‐contributo‐ad‐un‐tema‐di‐grande‐attualita/ 

Come aiutare i minori non accompagnati Caritas. 

mento è stato trattato dal Coordinamento nazionale per l'immigrazione  Lo spinoso argo Valentina Raffa L'emergenza umanitaria degli sbarchi, che coinvolge a vario titolo diversi soggetti, ciascuno operativo secondo  le proprie  competenze  (Capitaneria di Porto,  forze dell'ordine,  comuni,  sanità,  associazioni, chiese, popolazione, ecc.) presenta un aspetto delicato di particolare difficoltà gestionale. Cosa fare con i minori  stranieri  non  accompagnati?  Se  n'è  parlato  ieri,  al  coordinamento  nazionale  immigrazione 2011, organizzato dalla Caritas italiana in collaborazione con la Caritas diocesana di Noto e di Ragusa, che si sta svolgendo alla Domus Sancti Petri di Modica. In quasi tutti gli sbarchi sono presenti diverse unità  di  minori  che  viaggiano  soli  e  che  secondo  alcuni  Tribunali  per  i  minorenni  vanno  tutelati ritenendoli  adottabili,  ma  non  ci  sono  precise  indicazioni  in  questo  come  in  altri  casi.  Un  aspetto interessante, ad esempio, è quello che può considerarsi un conflitto d'interesse da parte dei Comuni.  È stato Giovanni Tarzia, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano, ad illustrarlo parlando delle "Tutele per i minori stranieri non accompagnati" e facendo rilevare come la figura del tutore sia spesso testimonianza tangibile di questo conflitto, dal momento che il tutore è assegnato dal comune, che è obbligato a pagare la! retta per 100 giorni di permanenza del soggetto sul territori! o. Quando  il  minore  viene  rimpatriato  il  comune  cessa  il  pagamento,  per  cui  "sarebbe  indicato  ‐  ha proseguito  Debora  Avolio,  referente  provinciale  del  programma  nazionale  di  protezione  dei  Msna, Minori stranieri non accompagnati, dell'Anci ‐ che il tutore sia un volontario, che ha tutto l'interesse‐disinteressato  per  il  benessere  del  proprio  assistito.  È  necessario  ‐  ha  detto  ‐ mettere  a  sistema  le risorse  e  le  procedure  di  accoglienza,  obiettivo  del  progetto  di  rete  nazionale  dell'Anci,  che interloquisce in maniera particolare con i comuni, occupandosi tra l'altro di una verifica capillare dei minori presenti  sul  territorio,  in modo da avere un elenco  completo  rispetto  ad un passato  in  cui  il minore che  cambiava nome  italianizzandolo o che si allontanava dal  territorio era ancora censito  in quel territorio. Bisogna in primis comprendere il percorso migratorio di ogni singolo sbarco, in quanto, cambiando i paesi di provenienza e le motivazioni del flusso immigratorio (! ad es. c'è chi vede l'Italia come territorio di transito per raggiungere i parenti all'estero, chi come luogo di salvezza dove iniziare una  nuova  vita,  ecc.)  si  potranno  stilare  delle  linee  guida  che  i  comuni  che  fanno  parte  della  rete potranno seguire per relazionarsi con questa gente". Il coordinamento nazionale immigrazione 2011 si onclude  oggi  con  un  focus  sulle  accoglienze  post  emergenza  e  spunti  per  la  programmazione ell'anno pastorale 2011‐12. cd 

ì 13 Maggio 2011  Venerd onte: La Sicilia F

  

Don Stefano Nastasi i l prete dell'immigrazione 

 Marco Sammito  Cura  le  anime  dell'avamposto  più  a  Sud  d'Italia  e  non  sono  solo  quelle  dei  lampedusani,  dall'inizio dell'anno anche quelle di migliaia di migranti, che si raccolgono intorno all'unica chiesa del paese che è devoto  a  San  Gerlando.  Il  parroco  è  Don  Stefano  Nastasi,  quarant'anni  appena  compiuti.  Da  tre  lo hanno mandato  su  quell'isola  notoriamente  l'approdo  più  agognato  per  libic!  i,  tunisini  e  disperati dell'Africa  sub  saharana  in  cerca  di  pane,  lavoro  e  libertà.  Si  trova  a Modica  dove  il  coordinamento nazionale della Caritas si confronta sui temi dell'immigrazione. "Sono un prete normalissimo, dichiara Don Stefano Nastasi, e non vivo il senso della frontiera. E' solo il luogo che è un avamposto naturale e lo è nella vita di ogni giorno. Siamo i primi testimoni di un immane dramma umano dove cogliamo i primi tragici sentori. Qui il problema urgente non è l'integrazione, ma l'accoglienza, anche perché chi arriva sull'isola non ha  la consapevolezza di puntare su questa meta. Lampedusa, al massimo, è solo una  tappa  di  passaggio.  Li  ho  ascoltati  e  non  conoscono  neanche  il  nome  della  terra  dove  sono pprodati. Cosa è Lampedusa, mi chiedono, e poi se si trovano in Italia. Rispondo di sì e allora dicono aOK!"  Il fenomeno immigrazione è diventato un fenomeno sociale drammatico che investe il Sud della Sicilia senza  distinzioni  di  latitudini  e  !  sul  quale  la  Chiesa  e  istituzioni  stanno  prendendo  l'abitudine!  di convivere.  Nel  centro  di  accoglienza  di  Pozzallo  ne  sono  rimasti,  oggi,  in  centottanta  ‐  tutti  uomini identificati,  sbarcati  e  provenienti  da  Lampedusa  ‐  che  aspettano  l'esito  della  istanza  inviata  alla commissione  che  riconosce  lo  status  di  asilo  politico  che  consentirà  loro  di  alloggiare  nei  centri preposti a chi è riconosciuta tale condizione. L'opera della Chiesa non può tenere conto dei luoghi di approdo atteso che l'accoglienza è un valore assoluto che va adempiuto, comunque, con le istituzioni o senza di  esse.  "L'ideale  sarebbe quello  di  agire  in  sinergia;  nessuno,  oggi,  ha  una  ricetta  pronta  per dare risposte adeguate al fenomeno. Penso che lo Stato ha il compito di coordinare il tutto. La Chiesa non deve fare mancare il suo sostegno. Deve ascoltare il grido del bisogno che sale da questa gente e che l'accompagni passo dopo passo. Sua Santità, con il quale ci siamo incontrati, ci ha incoraggiato in questo senso. Anzi ci ha detto che la nostra è una comuni! tà viva." Come giudica l'azione del Governo rispetto a questo fenomeno che è esploso improvvisamente nella sua drammaticità? "Per quello che ho vissuto credo che in un primo momento non ha percepito quello che stava accadendo. Si è cercato di inimizzare, di esorcizzare quasi. Dopo si è gestita questa immane emergenza e non sempre all'altezza ella situazione". md   Sabato 14 Maggio 2011 F

 

onte: La Sicilia 

C

 ccoglienza con calore e intelligenza 

oordinamento caritas alla domus sancti petri 

A   Valentina Raffa Calore e intelligenza. Sono i due cardini, secondo Maurilio Assenza, direttore della Caritas cittadina, da rinsaldare per porre  le  basi di una  fratellanza  secondo  i principi del Vangelo,  senza  tenere  conto di alcuna distinzione, religiosa, politica, etnica che sia. Accoglienza e  integrazione sono  le parole chiave del Coordinamento nazionale immigrazione 2011, organizzato dalla Caritas italiana, in collaborazione con la Caritas diocesana di Noto e di Ragusa, svoltosi alla Domus Sancti Petri di Modica, parole chiave che non possono prescindere dalla necessità di una rete tra i vari soggetti coinvolti nelle diverse fasi dell'immigrazione:  dallo  sbarco  e  dunque  il  primo  soccorso  alla  sistemazione  provvisoria  e  poi definitiva, eventuale rimpatrio, ecc. "Il coordinamento nazionale  immigrazione, che ha scelto Modica come città "media", vale a dire non interessata direttamente dagli sbarchi, ma sicuramente coinvolta in modo indiretto ‐ ha detto Assenza ‐  è  servito  a  fare  il  punto della  situazione  sul  fenomeno  sbarchi,  avendo  chiara  la  collocazione della nostra  terra  nel Mediterraneo  e  nella  storia.  Gli  immigrati  sono  uomini, ma  spesso  lo  si  dimentica. Bisogna  lavorare  affinché  si  creino  le  condizioni  per  poterli  accogliere  e  integrare".  "In  questa  tre‐giorni ‐ ha tirato le somme Oliviero Forti, responsabile dell'area immigrazione per la Caritas italiana ‐ è emersa  la necessità di pervenire ad una definizione chiara di un piano accoglienza che possa essere sottoposto  a  tutti  gli  attori  di  volta  in  volta  coinvolti.  È  auspicabile un  tavolo  congiunto  con  essi,  in modo da confrontarsi e raggiungere lo scopo".  La mancanza di  regole precise  era  stata  sottolineata  anche durante  i  giorni precedenti, mettendo  in risalto  la  confusione  in  cui  spesso  si  incorre  e  l'emergere  di  conflitti  di  interesse,  come  quello rappresentato dalla figura del tutore del minore straniero non accompagnato, assegnata dal comune, ente che è obbligato a sborsare la retta per 100 giorni di permanenza dell'immigrato sul territorio e che  quindi  non  ha  alcun  interesse  a  mantenere  il  minore  sul  territorio.  Realtà  regionali  diverse  a confronto,  rappresentate dai delegati delle Caritas,  che hanno mostrato  in maniera  tangibile come  il modus operandi non sia unificato nello Stivale, così come anche l'intervento di tipo sanitario.  "È necessario! adoperarsi affinché siano garantiti a tutti i diritti fondamentali dell'individuo ‐ ha detto Salvatore Geraci, coordinatore del gruppo sanitario della Caritas  italiana ‐. Dal confronto è emerso  il differente approccio, nelle Regioni, al servizio sanitario nazionale da parte dell'immigrato. L'impegno della  Caritas  sta  nell'attivarsi  perché  si  possano  mettere  in  rete  le  esperienze  che  serviranno  a elazionarsi  con  l'immigrato.  Innanzitutto  viene  la  dignità  della  persona,  quindi  il  rispetto  dei  suoi iritti, e ciò scaturisce solo dalla competenza con cui questa gente viene accolta e integrata". rd  Sabato 14 MaggFonte: La Sicilia 

io 2011 

Immigrazione, la lezione della Caritas, a Modica

L  

a giornata conclusiva ha visto un confronto su temi legati all’accoglienza dei migranti 

Modica  ‐  Con  una  carrellata  di  testimonianze  dei  delegati Caritas  provenienti  da  ogni  parte  d’Italia,  si  sono  chiusi  i lavori  del  Coordinamento  Nazionale  Immigrazione  della Caritas Italiana organizzato in collaborazione con le Caritas diocesane di Noto e Ragusa. 

La giornata conclusiva ha visto un confronto su temi  legati d tall’accoglienza  ei migran i. 

Dal  dibattito  moderato  da  Oliviero  Forti,  responsabile  nazionale  dell’Ufficio  immigrazione  Caritas Italiana, è emerso come dato comune, dal Piemonte all’Emilia Romagna, dalla Puglia alle Marche, da Treviso a Potenza, da Milano a Padova, il rapporto difficile ‐ quando non conflittuale ‐ con le istituzioni che  troppo  spesso  non  riescono  a  fornire  un  adeguato  supporto  o  “semplicemente”  delle  risposte 

chiare. 

Data  la  centralità  di  Lampedusa  nella  geografia  dell’accoglienza  e  dei  lavori  del  Coordinamento,  è toccato a Valerio Landri, direttore della Caritas diocesana di Agrigento, portare l’ultima testimonianza. 

Landri ha evidenziato come l’emergenza abbia valenza multipla: “È emergenza per i migranti, ma lo è anche per  i  cittadini  che  si  trovano  disorientati  tra  il  desiderio  di  normalità  e  il  desiderio  di  essere buoni  cristiani.  Una  volta  superata,  l’emergenza  deve  essere  rielaborata  per  affrontare  meglio  il quotidiano,  mettendo  a  frutto  l’esperienza.  Noi  Caritas  abbiamo  un  ruolo  pedagogico  nell’aiutare  a capire  non  solo  nel momento  degli  sbarchi, ma  anche  in  quello  successivo,  delle  partenze,  che  può diventare una elaborazione del lutto”. 

Landri ha poi replicato a quanto affermato il giorno prima da Don Stefano, parroco dell’isola, che aveva sottolineato il silenzio della Chiesa: “Voglio bene a Don Stefano che svolge un lavoro eccellente, ma si porta  dietro  la  sindrome dell’isolano,  isolato  ed  emarginato. Non  è  vero  che  la  Chiesa  ha  taciuto  su Lampedusa. Io stesso infatti ho ricevuto telefonate, testimonianze di solidarietà e proposte di aiuto da tante delegazioni Caritas”. 

E mente Landri chiudeva  il suo  intervento, Oliviero Forti ha ricevuto un sms che  lo aggiornava sulla situazione lampedusana, annunciando l’ennesimo sbarco. 

Il  saluto  finale  è  stato  affidato  a Maurilio  Assenza,  direttore  della  Caritas  diocesana  di  Noto  che  ha ringraziato i partecipanti definendo il lavoro svolto in questi tre giorni dal Coordinamento “sintesi tra 

enza”. calore e intellig

Stefania Pilato 

14/05/2011 Fonte: Ragusanews.com http://www.ragusanews.com/articolo/21405/Immigrazione,­la­lezione­della­Caritas,­a­Modica

Il parroco di Lampedusa a Modica: preti di frontiera

C oordinamento Nazionale Immigrazione della Caritas Italiana  

Modica  ‐  Alla  Domus  Sancti  Petri,  i  lavori  del Coordinamento  Nazionale  Immigrazione  della  Caritas Italiana  organizzato  in  collaborazione  con  le  Caritas diocesane  di  Noto  e  Ragusa  si  sono aperti,  nella  seconda giornata  con  le  immagini  delle  celebrazioni  pasquali dell’Arcivescovo  di  Agrigento  Francesco  Montenegro  a Lampedusa.  E  ancora  dell’isola,  e  delle  emergenze  che  si trova ad affrontare, ha parlato Don Stefano Nastasi, parroco di  Lampedusa,  che  ha  subito  puntualizzato:  “Forse  dai media  non  è  stato  ben  interpretato,  ma  la  protesta  di febbraio  dei  lampedusani  non  era  contro  gli  immigrati, bensì  nei  confronti  del  Governo  che  ci  ha  lasciati  soli  a 

gestire una emergenza fuori dal consueto”. 

Don  Stefano  ha  raccontato  di  dialoghi  silenziosi  attraverso  occhi  in  cui  si  leggono  disperazione  e speranza e della frustrazione dei giovani dell’isola che vedono disattese le promesse di uno Stato nel quale  fanno  fatica  a  riconoscersi:  “Quando viene detto  che per questioni di  sicurezza  i migranti non possono  circolare  sul  suolo  italiano,  e  intanto  Lampedusa  ne  è  piena,  viene  spontaneo  chiedersi  se 

Lampedusa sia ancora Italia”. 

Don Stefano ha poi evidenziato come l’unica via, per la corretta gestione di una realtà della quale non si può non prendere atto, sia la condivisione dei pesi e, in chiusura di intervento, non ha risparmiato una sottolineatura critica al silenzio della Chiesa: “Si sono spese tante parole sia in Italia che a livello europeo sui crocifissi rimossi dalle aule scolastiche, ma non una parola è stata detta su questi crocifissi 

   viventi che vengono dal mare”.

La  mattinata  ha  visto  anche  gli  interventi  di  Roberto  Cherchi,  docente  di  Diritto  Costituzionale all’Università di Cagliari, Claudio Donadel,  responsabile degli  interventi  sulla  tratta per  il Comune di Venezia, e Pietro Cavaleri, psicologo e scrittore dell’Istituto di Gestalt Therapy Kairòs di Ragusa. 

Nel  pomeriggio  la  riflessione  del  Coordinamento  è  stata  dedicata  ai  più  giovani.  Sul  tema  “I Minori Stranieri  Non  Accompagnati”  (MSNA)  sono  intervenuti  Giovanni  Tarzia,  Giudice  onorario  presso  il Tribunale  per  i  Minorenni  di  Milano,  Debora  Avolio,  consulente  del  Programma  nazionale  di protezione  dei  MSNA  e  Patrizia  Buonamici,  consulente  legale  del  Progetto  Paesidium  di  Save  the Children Italia. 

Stefania Pilato 

 

14/05/2011 

Fonte:  Ragusanews.com  http://www.ragusanews.com/articolo/21399/il­parroco­di­lampedusa­a­modica­preti­di­frontiera 

Un mare di sbarchi

l 18 maggio il card. Bagnasco a Lampedusa I  Il  18  maggio  il  presidente  della  Conferenza  episcopale  italiana,  card.  Angelo  Bagnasco,  sarà  a Lampedusa per portare  la  solidarietà della Chiesa  italiana.  L’annuncio  è  arrivato nei  giorni  in  cui  le Caritas  diocesane  di  tutta  Italia  partecipano  a  Modica  (Ragusa),  all’incontro  del  Coordinamento nazionale immigrazione di Caritas italiana, intitolato “Un mare di sbarchi, un paese che accoglie” (fino al 13 maggio). Sono presenti 80 rappresentanti, da circa 50 Caritas diocesane. Sono  infatti decine  le diocesi che stanno accogliendo nelle ultime settimane oltre 1.000 profughi dalla Libia, sui circa 30.000 sbarcati in questi quattro mesi. I posti messi a disposizione in 107 diocesi sono 3.117, già segnalati al ministero. La prima regione ad accogliere è stata la Toscana (circa 170 posti). Sono seguite Abruzzo‐Molise  (50  posti),  Campania  (82),  Emilia  Romagna,  Lombardia  (circa  100),  Marche  (circa  50), Piemonte  e  Valle  d’Aosta  (60),  Umbria  (circa  200).  Intanto  una  ottantina  di  profughi  sono  appena arrivati a Cagliari, altre decine ad Aversa e a Teggiano‐Policastro, ma l’accoglienza proseguirà anche in ltre  diocesi  e  regioni.  Al momento,  nelle  strutture  Caritas  vi  sono  somali,  eritrei,  etiopi,  nigeriani, aivoriani, tutti richiedenti asilo provenienti dalla Libia.  “Una attenzione sempre più qualificata”. “Siamo contenti della visita del card. Bagnasco a Lampedusa perché dimostra una attenzione sempre più qualificata della Chiesa  italiana su queste vicende”. Così commenta al SIR Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas italiana. Forti è in questi  giorni  a  Modica,  per  l’incontro  del  Coordinamento  nazionale  immigrazione  che  riunisce  le Caritas  diocesane  di  tutta  Italia  coinvolte  nell’accoglienza  degli  immigrati.  “La  presenza  del  card. Bagnasco – prosegue Forti – sarà particolarmente apprezzata dai lampedusani, che hanno dimostrato grande generosità nell’accoglienza, in collaborazione con la rete Caritas, in particolare con la Caritas di Agrigento. La possibilità di avere il nostro presidente a Lampedusa è il coronamento di un lavoro fatto in questi anni e ci riempie di orgoglio e di soddisfazione”. A Lampedusa, dopo lo sbarco drammatico di 500 persone nei giorni scorsi, “ora la situazione è tranquilla – racconta il responsabile della Caritas –. La  disorganizzazione  ha  regnato  fino  a  qualche  giorno  fa,  vediamo  se  si  riesce  ora  a  lavorare  in maniera  più  chiara  e  organizzata.  C’è  ancora  confusione  su  chi  deve  fare  cosa,  lo  standard  di accoglienza  è  abbastanza  basso.  Ma  abbiamo  avuto  rassicurazioni  che  quanto  prima  migliorerà. Dobbiamo  raggiungere  un  sistema  di  accoglienza  che  veda  tutti  protagonisti,  dalle  forze  dell’ordine alla protezione civile alle organizzazioni umanitarie, ciascuno con un ruolo ben determinato”. Durante gli ultimi sbarchi la Caritas ha distribuito coperte, cibo e beni di prima necessità. Ora sta cercando di fare  in  modo  che  la  parrocchia  di  Lampedusa  diventi  uno  “snodo”  per  tutte  le  esigenze  “a  cui  le istituzioni non riescono a  far  fronte”.  Inoltre, aggiunge,  “stiamo cercando di  ridefinire  l’utilizzo della asa  della  fraternità,  che  era  stata  danneggiata,  costruendo  un  piccolo  centro  di  accoglienza  per  i 

tCmigranti più vulnerabili, tra i quali minori e madri in difficol à”.  “Inviteremo  anche  il  Papa”.  Il  parroco  di  Lampedusa,  don  Stefano  Nastasi,  è  molto  contento dell’imminente visita del card. Bagnasco. “È la prima volta che un presidente Cei viene a Lampedusa – dice al SIR –, anche se il card. Bagnasco vi aveva già fatto visita in qualità di ordinario militare. Siamo contenti  perché  rappresenta  la  vicinanza  della  Cei  alla  popolazione  lampedusana.  Gli  chiederemo ufficialmente di far venire il Papa, anche perché l’idea ci piace molto”. Don Nastasi,  in questi giorni a Modica per partecipare all’incontro del Coordinamento nazionale immigrazione di Caritas italiana, ha saputo solo in queste ore della visita. “Attendiamo notizie più precise – spiega –, perché non sappiamo ancora  che  tipo  di  visita  sarà.  Presumo  che  venga  per  incontrare  la  comunità  ed  esprimere  la gratitudine della Cei rispetto alla situazione che stiamo vivendo, che certamente non è finita. Avremo bisogno di ulteriori risposte, anche rispetto ai bisogni nuovi che stanno emergendo, considerando che la stagione estiva probabilmente non andrà a gonfie vele. Abbiamo bisogno di supporto tangibile, ma più  da  parte  del  governo  che  della  Chiesa”.  Il  parroco  di  Lampedusa  ricorda  che  i  lampedusani  “si erano molto commossi quando il card. Bagnasco disse, durante un convegno: ‘L’Italia prenda esempio dai  lampedusani  riguardo  ad  umanità’”.  Don  Nastasi  informa,  inoltre,  che  il  13  maggio  alle  17  si svolgeranno, nel  cimitero di Lampedusa,  i  funerali dei  tre uomini, probabilmente nigeriani,  annegati 

durante il naufragio di sabato scorso (8 maggio). Saranno sepolti a Lampedusa perché non sono stati identificati  e  nessuno  ha  reclamato  i  corpi.  Alle  diocesi  che  stanno  accogliendo  in  questi  giorni  i profughi,  don  Nastasi  consiglia  “di  dare  la  propria  solidarietà  fattiva,  non  solo  verbale.  Serve  una vicinanza concreta  che accompagni  sia  i popoli  che arrivano,  sia  i popoli  che accolgono. Questo non vale  solo  per  Lampedusa,  ma  per  qualsiasi  luogo  preposto  all’accoglienza.  La  Chiesa  non  si  deve ostituire  a  nessuno  ma  deve  avere  un  ruolo  di  accompagnamento,  dando  il  proprio  contributo  in manità e carità cristiana”. su 12/05/2011 –  

Fonte:  http://palm.agensir.it/pls/sir/v3_s2doc_text.scheda?target=2&macrotema=3&tema=3&argomento=300&sottoargomento=0&id_doc=216716&lingua=3&id_sessione=251148&pwd_sessione=ssttzzuuvvGHijuvtujkCEstklpq44 

  

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on gli immigrati la possibilità di ripensarci più umani 

Con  la Messa  in  San  Pietro  presieduta  dal  vescovo  di  Noto  si  sono conclusi  i  lavori  del  Coordinamento  nazionale  Caritas  2011,  tenuto eccezionalmente a Modica e promosso dalla Caritas Italiana insieme alle Caritas diocesane di Noto e di Ragusa. “Saremo giudicati sull’amore” – ha ricordato Mons. Antonio Staglianò. “Abbiamo bisogno di un cristianesimo vero, di carne e di sangue. Un cristianesimo che ha al centro il donarsi di Cristo, il suo farsi pane. Per questo ci vogliono occhi capaci di vedere”. Le parole  del  vescovo  hanno  sigillato  con  autorevolezza,  come  già  la  sera precedente aveva fatto il vescovo di Ragusa Mons. Paolo Urso, il percorso di questi giorni. Ricordando che l’immigrazione è una sfida che chiede a tutti  di  essere  veramente  uomini.  Accogliere,  infatti,  non  è  anzitutto un’opera caritativa da delegare ad alcuni, ma un’opera di verità per tutti: la  sfida  dello  straniero,  come  quella  del  povero,  ci  ricorda  che  l’uomo 

conta più di  tutto, che  la chiamata originaria è quella dell’unica  famiglia umana, che alla chiamata si risponde in una libertà vera che nasce dall’obbedienza al Padre rivelato da Cristo e alla conseguente, concreta  e  generosa,  fraternità. D’altronde  le  testimonianze da Lampedusa,  dal  parroco don Stefano Nastasi agli operatori della Caritas o delle organizzazioni umanitarie che operano nell’isola, rivelano come  l’emergenza  nasce  dalla  disperazione  ovvia  di  chi  viene  lasciato  senza  accoglienza.  Anche  i numeri lo dimostrano: quelli dei primi mesi del 2011 (31.000 persone sbarcate) sono inferiori di quelli del  2008  (36.000).  Solo  che  allora  c’era  un  preciso  sistema  di  informazione  che  permetteva  di distinguere rifugiati  in cerca di salvezza da persone in cerca di  lavoro e costruire precisi cammini di accoglienza. La questione vera è non lasciare sola Lampedusa, mentre intanto – come ha sottolineato l’Arcivescovo  di  Agrigento  Mons.  Franco  Montenegro  celebrando  la  notte  di  Pasqua  nell’isola  – l’accoglienza  spontanea dei  lampedusani  rappresenta già pezzi di umanità nuova. Come ricordato al Coordinamento  di  Modica  dal  direttore  della  Caritas  di  Agrigento,  Valerio  Landri,  occorre  lasciarsi educare,  lasciarsi  interrogare  per  ripensare  una  vita  più  aperta,  perché meno  dipendente  da  beni  e calcoli e più attenta all’altro perché attenta a Dio. Entro questo sfondo, nella mattinata conclusiva sono stati  anche  affrontati  i  nodi  giuridici  e  sanitari  dell’immigrazione,  si  sono  ascoltate  esperienze  di accoglienza  accadute  e  progettate  in  tutte  regioni  d’Italia,  ci  si  è  dati  appuntamento  al  prossimo coordinamento nel mese di settembre. Non senza esprimere soddisfazione per  la qualità dei  lavori e per il calore dell’accoglienza, con vivo apprezzamento di questa terra e con l’appendice di una sosta nel fine  settimana  tra monumenti  e  mare,  per  riprendere  quindi  a  partire  da  lunedì  ad  accogliere  con percorsi  quotidiani  di  inclusione,  mentre  –  arrivata  la  notizia  dei  nuovi  sbarchi  –  prontamente  il responsabile emergenze della Caritas  ripartiva per essere accanto ed organizzare  i primi aiuti. Tra  i molti  approfondimenti  che  hanno  caratterizzato  questo  Coordinamento,  uno  in  particolare  sarà importante  riprendere  anche  nel  nostro  territorio:  l’attuale  transizione  storica,  che  vede  ritornare centrale  il  “Mare  nostrum”  per  popolazione  (raddoppiata  nel  NordAfrica  negli  ultimi  vent’anni, passando dal 140.000.000 a 280.000.000), per risorse e per commercio (un terzo dei traffici marittimi di  tutto  il  mondo),  impegnando  tutti  ad  una  maggiore  consapevolezza  e  i  governi  ad  un’adeguata politica  corrispondente  alla  primavera  dei  popoli  arabi.  Senza  dimenticare  l’antica  vocazione  del Mediterraneo ad essere mare di pace,  tanto cara a Giorgio La Pira, grazie ai valori della  filosofia, del diritto, dell’arte, delle fedi ebraica, cristiana, musulmana. 

Fonte: Il Giornale di Pozzallo 

http://www.ilgiornaledipozzallo.net/76592/con­gli­immigrati­la­possibilita­di­ripensarci­piu­umani/