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MODELLI STATISTICI PER LA MISURAZIONE MODELLI STATISTICI PER LA MISURAZIONE DEI RISCHI OPERATIVIDEI RISCHI OPERATIVI
PAOLO PAOLO GIUDICI*GIUDICI* - [email protected]
Università degli Studi di Pavia
*Con Paola Cerchiello, Silvia Figini, Emanuele Dequ arti
AGENDA
� Contesto: rischi operativi e reputazionali
� Modelli ordinali per la misurazione dei rischi operativi
� Modelli ordinali per la misurazione dei rischi reputazionali
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
Eventi avversi connessi alla gestione operativa, dipendenti da:
cause umane (people), cause di processo (process),cause tecnologiche (systems), eventi esterni (external events),
RISCHI OPERATIVI
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
eventi esterni (external events),
il cui accadimento può comportare una perdita economica (costo inatteso)
RISCHI OPERATIVI
ALCUNE RECENTI FATTISPECIE:
• Barings
• Parmalat
• Italease
• Societé Générale
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ALCUNE RECENTI NORMATIVE:
• Basilea 2 (Circolare Banca d’Italia 27/12/2006)
• Sicurezza sul lavoro (L. 626/94, L. 81/2008)
• Sistemi di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001:2008)
Percezione negativa di un’Istituzione da parte dei propri stakeholders (es. clienti, dipendenti, comunità di riferimento) che può comportare, nel tempo, una perdita economica (costo o ricavo inatteso)
La misurazione dei rischi reputazionali richiede due “prospettive”:
RISCHI REPUTAZIONALI
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La misurazione dei rischi reputazionali richiede due “prospettive”:quella interna – attinente alla qualità dei processi operativi;quella esterna – che dipende dai processi di comunicazione fral’Istituzione e gli stakeholders
•La reputazione di una istituzione accademica è funzione della qualità(dei processi e dei servizi) oltre che della comunicazione della stessa.
•Al fine di misurare i rischi reputazionali è necessario costruire unsistema di monitoraggio e di reporting della qualità (oggettiva epercepita) dei servizi erogati, nei confronti dei diversi stakeholders:
ESEMPIO: ISTITUZIONE ACCADEMICA
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percepita) dei servizi erogati, nei confronti dei diversi stakeholders:studenti, dipendenti, comunità scientifica.
• Ciò può consentire alla Governance di un Ateneo di monitorarne lagestione, al fine di intraprendere azioni correttive/perequative o dieventuali allocazioni/mobilità di risorse.
TESI
• Ruolo fondamentale dei metodi statistici, per misurare e, quindi,prevenire i rischi operativi e reputazionali
• Modelli puramente quantitativi non sono sufficienti, in particolare perprevedere valori estremi
• Opportuno integrare i dati quantitativi con altri dati, spesso di tipoqualitativo:
� indicatori gestionali (KRI)
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� indicatori gestionali (KRI)
� opinioni di esperti interni (self-assessment);
� dati esterni di riferimento (benchmarks);
� dati testuali (da mezzi di comunicazione);
• Il problema metodologico è come integrare , in modo coerente, diverse fonti di dati. Presso il Dipartimento di Statistica ed Economia Applicate dell’Università di Pavia, grazie al contributo di alcuni fondi di ricerca (UE FP6 2006-2010, FIRB 2006-2008, PRIN 2007-2008, CNVSU 2009-2010, CREVAL 2007-2010), è attiva un’ unità di ricerca che ha sviluppato modelli basati su:
• reti bayesiane (Bilotta e Giudici, 2004; Cornalba e Giudici, 2004; Giudici e Stinco, 2004; Fanoni, Giudici e Muratori, 2005; Bonafede e Giudici, 2007; Argentero, Cerchiello e Giudici, 2009);
• modelli attuariali e copule (Dalla Valle e Giudici, 2008; Dalla Valle, Fantazzini e
ATTIVITA’ DI RICERCA IN CORSO
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• modelli attuariali e copule (Dalla Valle e Giudici, 2008; Dalla Valle, Fantazzini e Giudici, 2008; Giudici e Politou, 2009);
• modelli a soglia (Figini, Giudici, Sanyal e Uberti, 2007; Figini, Giudici e Uberti, 2009a e 2009b).
• modelli causali (Bonafede, Cerchiello e Giudici, 2007; Dequarti, Giudici e Figini, 2009; Figini e Giudici, 2008 e 2009; Giudici e Figini, 2009; Figini, Giudici e Sayago, 2009);
• modelli ordinali (Giudici, 2007; Cerchiello, Dequarti, Giudici e Magni, 2010; Figini e Giudici, 2010)
AGENDA
� Contesto: rischi operativi e reputazionali
� Modelli ordinali per la misurazione dei rischi operativi
� Modelli ordinali per la misurazione dei rischi reputazionali
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
I singoli eventi di rischio vengono classificati in 7 macro-aree di rischio, a loro volta raggruppabili in 4 fattori di rischio:
EVENTI DI RISCHIO OPERATIVO: CLASSIFICAZIONE
2. sistemi
3. processi
4. eventi esterni
1. persone
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esterni4.
Interruzioni
dell’operatività e
disfunzioni dei sistemi
inform
atici
5.
Esecuzione, consegna
e gestione dei processi
6.
Frode esterna
7.
Danni ad attività
materiali
1.
Frode interna
2.
Rapporto di im
piego
3.
Clientela, prodotti
prassi operative
Per ciascun evento di rischio (spesso numerosi!) vengono rilevate, mediante somministrazione di questionari, più variabili ordinali.
EVENTI DI RISCHIO OPERATIVO: VARIABILI RILEVATE
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11
A ciascun evento vengono assegnati più classi ordinali di punteggio (rating), in termini di efficacia dei controlli, frequenza,
severity, impatto reputazionale
MODELLI SCORECARD (i)
1
Ciascun rating è determinato a partire dalla relativa distribuzione di frequenza delle opinioni rilevate
Si possono impiegare indicatori sintetici ordinali: es. la 2
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12
Si possono impiegare indicatori sintetici ordinali: es. la mediana
L’indicatore sintetico sintesi viene ulteriormente qualificato in: • AAA, AA, A• B, BB, BBB• C, CC, CCC
a seconda del valore di un opportuno indice di variabilità delle opinioni (es. indice di Gini normalizzato)
3
∑=
−=K
iipG
1
2.1
MODELLI SCORECARD (ii)
Indice di Gini:
Per l’interpretazione ci si riferisce a due casi estremi:
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1) eterogeneità nulla (consenso di opinioni) se pi=1 per un certo i; pi=0 per ogni altro i.
2) eterogeneità massima (massimo dissenso) se: pi=1/k per i=1,…,k
Per l’interpretazione ci si riferisce a due casi estremi:
Una volta assegnato il rating di Gini a ciascun evento,
viene assegnato un colore a seconda della relativa lettera:
• verde, giallo, rosso – in
Ciò permette di distinguere chiaramente:
• i rischi meglio presidiati
MODELLI SCORECARD (iIi)
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• verde, giallo, rosso – in corrispondenza delle classi da A, B, C
• un’area del colore (da tre ad un rettangolo – a seconda del relativo rating)
• i rischi meglio presidiati(es. triplo verde)
• dai rischi peggio presidiati(es. triplo rosso)
MODELLI SCORECARD: ESEMPIO (i)
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
15
Tabella esemplificativa riferita a 16 su 80 eventi esaminati
MODELLI SCORECARD: ESEMPIO (ii)
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16
MODELLI SCORECARD: INTERPRETAZIONE
Ai fini gestionali appaiono rilevanti i giudizi sui controlli combinati con i giudizi sulla frequenza di accadimento:
Da
adeg
uare Potenziale
area di rischio
(5 eventi)
Area d’intervento, criticità
(12 eventi)Da valutare anche
in relazione
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17
Frequenza
Con
trol
li
Meno di 1 volta l’anno
Più di 1 volta l’anno
Effi
caci
Da
adeg
uare
Potenziale area di
sicurezza
(51 eventi)
Potenziale area di rischio
(12 eventi)
in relazione all’entità del danno
1. Combinazione di rating di diverse variabili per un evento a
PROBLEMA: AGGREGAZIONE DI DIVERSI RATING ASSEGNATI AD UN’UNITA’ STATISTICA
MODELLI SCORECARD INTEGRATI (i)
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1. Combinazione di rating di diverse variabili per un evento a rischio (es. frequenza, impatto economico/reputazionale ed
efficacia dei controlli)
2. Combinazione di rating di una variabile per un evento a rischio su diverse fonti di dati (es. frequenza da RSA, LDC,
DIPO)
3. Combinazione di rating assegnati ad una controparte per diverse tipologie di rischio (es. rischio di credito, di
mercato, operativo, di liquidità)
� Si procede determinando, per ciascun evento a rischio , uno scoring (valore numerico normalizzato) ovvero un rating (classe di appartenenza ordinale)
� Per ottenere tali risultati sono stati adottati:
• un modello quantitativo (che “media” gli scoring ottenuti dalle
MODELLI SCORECARD INTEGRATI (ii)
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19
• un modello quantitativo (che “media” gli scoring ottenuti dalle diverse fonti informative)
• un modello ordinale (che “massimizza” la classe di rating fra quelle ottenute dalle diverse fonti informative, in modo prudenziale)
MODELLI SCORECARD INTEGRATI: ESEMPIO
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• La ricerca ha evidenziato la necessità di un ulterioreindicatore di rischio, basato su dati ordinali ma espressoin termini quantitativi, di semplice aggregabilità.Proponiamo un indice di dominanza stocastica del second’ordine:
INDICE DI DOMINANZA STOCASTICO
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second’ordine:
IDS =
dove K è il numero delle modalità della variabile ordinale a disposizione
KFK
kk /
1∑
=
• E’ possibile aggregare gli IDS mediante unamedia geometrica semplice, qualora lecomponenti di rischio abbiano una strutturamoltiplicativa:
INDICE DI DOMINANZA STOCASTICA: INTEGRAZIONE (i)
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• M(IDS) =
dove n è il numero di variabili da integrare
n
n
iiIDS∏
=1
• La media geometrica gode delle proprietàdelle medie secondo Chisini
• L’uso della m.g. è pertanto condizione
INDICE DI DOMINANZA STOCASTICA: INTEGRAZIONE (ii)
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• L’uso della m.g. è pertanto condizionesufficiente per generare un ordinamentocoerente con la dominanza stocastica disecond’ordine
1.1.1
1.1.2
1.2.1
1.2.2
1.2.4
1.2.7
1.2.102.1.1
2.1.8
2.1.10
2.2.1
3.2.1
4.1.1
4.1.2
4.1.44.2.1
4.2.34.2.4
4.2.5
4.2.6
4.2.8
4.2.10
4.2.11
4.3.1
4.4.2
4.5.1
5.1.1
6.1.1 7.1.5
7.1.7
7.2.17.3.1
7.3.2
0,2
0,3
Impa
tto e
cono
mic
o (D
anno
)
IDS: RAPPRESENTAZIONE GRAFICA
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1.1.22.1.5
3.1.1
3.2.13.2.3
3.3.1
4.1.77.1.2
7.1.37.2.2
7.2.3
7.4.2
7.6.1
0,0
0,1
0,0 0,1 0,2
Frequenza
Impa
tto e
cono
mic
o (D
anno
)
AGENDA
� Contesto: rischi operativi e reputazionali
� Modelli ordinali per la misurazione dei rischi operativi
� Modelli ordinali per la misurazione dei rischi reputazionali
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stionario di valutazioneDATI: QUALITA’ PERCEPITA DAGLI STUDENTI
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
1
��Da ciascuna distribuzione si può Da ciascuna distribuzione si può ottenere un rating di qualità percepita, ad ottenere un rating di qualità percepita, ad 2
• Per ciascun insegnamento si hanno Per ciascun insegnamento si hanno diverse domande che misurano la qualità diverse domande che misurano la qualità percepita dagli studenti e, quindi, diverse percepita dagli studenti e, quindi, diverse
distribuzioni di frequenzadistribuzioni di frequenza
DISTRIBUZIONI DI FREQUENZA
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28
es. utilizzando l’approccio mediana/es. utilizzando l’approccio mediana/GiniGini
��Al fine di pervenire ad uno Al fine di pervenire ad uno scoringscoring (“più (“più incentivante”) l’approccio più semplice incentivante”) l’approccio più semplice attribuisce ad ogni risposta un valore attribuisce ad ogni risposta un valore (es. (es. --1; 1; --0,5;+0,5;1), così da permettere 0,5;+0,5;1), così da permettere il calcolo di una media (es. Indice Magni o il calcolo di una media (es. Indice Magni o ValmonValmon))
3
AAA
AA
A
B
B2 Efficacia qualità didattica
B1 Materiale didattico
B8 Gli orari delle
B9 Modalità esameB11 Adeguatezza
aule
APPLICAZIONE: RATING
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BB
BBB
CB4 Docente espone in modo chiaro?
B5 Carico di studio insegnamento
B3 Docente motiva?
B7 Disponibilità docente
lezioni sono rispettati?
AAA
AA
A
B
APPLICAZIONE: RATING
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BB
BBB
C
E1 Interesse per argomenti trattati
E2 Soddisfazione rispetto a
insegnamento
Esempio di calcolo Indice di Magni: B1
ID 1 decisamente sì 2 più sì che no 3 più no che sì 4 decisamente no Indice di Magni1 25,47 47,17 17,92 9,43 0,312 45,71 45,71 7,62 0,95 0,643 45,71 47,14 7,14 0,00 0,66
APPLICAZIONE: SCORING QUANTITATIVO
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3 45,71 47,14 7,14 0,00 0,664 22,73 51,52 21,21 4,55 0,335 39,22 50,98 7,84 1,96 0,596 55,56 31,11 11,11 2,22 0,637 9,09 40,91 34,09 15,91 -0,038 41,03 53,85 5,13 0,00 0,659 38,89 47,22 5,56 8,33 0,5110 51,52 42,42 3,03 3,03 0,68
Al fine di ridurre l’arbitrarietà di indici come il Al fine di ridurre l’arbitrarietà di indici come il precedente si proponeprecedente si propone
SQR+1SQR+1--(TEQ/MAX(TEQ))(TEQ/MAX(TEQ))
SCORING ORDINALE (i)
SQR+1SQR+1--(TEQ/MAX(TEQ))(TEQ/MAX(TEQ))
SQRSQR è la somma dei numeri d’ordine di (predefiniti) è la somma dei numeri d’ordine di (predefiniti) quantili delle distribuzioni di frequenza.quantili delle distribuzioni di frequenza.TEQTEQ è la somma della quantità totale di frequenze in è la somma della quantità totale di frequenze in eccesso per ogni quantile.eccesso per ogni quantile.
1°passo: distr. freq. per ogni domandaAPPLICAZIONE (i)
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2°passo: freq. cum. per ogni categoria di quantile
APPLICAZIONE (ii)
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2= più sì che no3= più no che sì4= decisamente no
APPLICAZIONE (iii)
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Indichiamo quanto accumulato in eccesso per ogni quantile di riferimento, e sommiamo tali valori
APPLICAZIONE UNIPV: CONFRONTO (i)
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IS IDS IR’
APPLICAZIONE UNIPV: CONFRONTO (ii)
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L’analisi descrittiva per quartili mostra come i giudizi più severi sianoottenuti tramite l’indice IR’. Al contrario l’indice IS dà le valutazioni piùgenerose. L’indice IDS presenta valori intermedi rispetto ai precedentiindici.
20
40
60
80
100
IR'
SIMULAZIONE 5000 CASI
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-100
-80
-60
-40
-20
01 218 435 652 869 1086 1303 1520 1737 1954 2171 2388 2605 2822 3039 3256 3473 3690 3907 4124 4341 4558 4775 4992
IR'
IS Magni Index
IDS
.
Gli articoli de ‘IlSole24Ore’ sulle 40 maggiori imprese italiane quotate inborsa sono esaminati per un periodo di tempo da un tool di opinionmining; a ciascuno viene assegnato un punteggio in una scalada 0 a 4,dove 0 rappresenta cattiva reputazione e 4 ottima reputazione.
Il modello Cub è una misturadi una variabile Binomiale traslatae di una
VALUTAZIONE SEMANTICA DELLA REPUTAZIONE
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
Il modello Cub è una misturadi una variabile Binomiale traslatae di unauniforme utile per modellare dati di tipo ordinale; è in grado di modellarele variabili latenti sottostanti alla valutazione del contenuto degli articoli,qui denominate‘Reputation Awareness’ and ‘Uncertainty’.
Per confronto impieghiamo l’indice IDS per creare un ordinamento sinteticodelle aziende e dei relativi livelli di reputazione avendo come riferimento4 classi di rating: A, B, C, D.
RISULTATI
MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici
60,80 47,13 59,37 72,60 49,93 31,10 26,67 65,53 56,97 45,10 83,33 56,47 71,57B C B B C C C B B C A B B
Ins Bank Utili Ind Foog Car Edi Ene Media Home Tecn Telco Fun
• Rischi operativi: sperimentazione del modello di integrazione dei rischi, confrontandolo con modelli di integrazione quantitativa e considerando l’impatto di fattori causali
• Rischi reputazionali: integrare dati di qualità percepita
RICERCA IN CORSO
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• Rischi reputazionali: integrare dati di qualità percepita con dati effettivi; studiare il rischio reputazionale nei confronti dei dipendenti; investigare valutazione semantica
• Approfondimenti matematici: studio delle proprietà di IDS; studiare relazioni fra dominanza stocastica, dominanza di Lorenz ed eventuali funzionali
RIFERIMENTI
a) Necessary to improve expert opinions: more reliable responses needed (sampling design issue)
b) More work to calibrate different databases with each other (threshold optimisation issue)
c) Necessary to measure and model explicitly key risk indicators and control factors, and insert them in the
1. (2004) (Annalisa Bilotta, Paolo Giudici) Modelling operational losses: a bayesian approach. Quality and reliability engineeering international, 20, pp. 407-417.
2. (2004) (Chiara Cornalba, Paolo Giudici) Statistical models for operational risk management. Physica A: Statistical Mechanics and its applications, 338, pp.166-172.
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MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici 45
indicators and control factors, and insert them in the model (data quality and data mining issue)
d) In the non-banking industry necessary to deal with ordinal responses (mixture modelling issue)
Advances and Applications in Statistics,
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RIFERIMENTI
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b) More work to calibrate different databases with each other (threshold optimisation issue)
c) Necessary to measure and model explicitly key risk indicators and control factors, and insert them in the
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MISURAZIONEMISURAZIONE DEIDEI RISCHIRISCHI OPERATIVIOPERATIVIPP.. GiudiciGiudici 46
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