MODELLI DI PROVE INVALSI -...

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© 2011 RCS Libri S.p.A. Milano - R. Zordan, Datti una regola MODELLI DI PROVE INVALSI Classe terza a cura di Benedetta Bonacina e Rosetta Zordan CLASSE TERZA 1. Milanoroma pp. 1-6 2. Mestiere da vagabondo pp. 7-12 3. L’imbarco pp. 13-18 4. Le giraffe pp. 19-24 5. La crostata pp. 25-30 6. Rex e Tyra pp. 31-36 7. Dolci, che passione! pp. 37-42 8. Il piccione comunale pp. 43-48 9. La scala dei ricordi pp. 49-54 10. Chirurgo di guerra pp. 55-60 11. La regina Vittoria pp. 61-66 12. Umiliati e offesi, ecco quali sono i tre modi di reagire pp. 67-71

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MODELLI DI PROVE INVALSI

Classe terza

a cura di Benedetta Bonacina e Rosetta Zordan

CLASSE TERZA

1. Milanoroma pp. 1-6

2. Mestiere da vagabondo pp. 7-12

3. L’imbarco pp. 13-18

4. Le giraffe pp. 19-24

5. La crostata pp. 25-30

6. Rex e Tyra pp. 31-36

7. Dolci, che passione! pp. 37-42

8. Il piccione comunale pp. 43-48

9. La scala dei ricordi pp. 49-54

10. Chirurgo di guerra pp. 55-60

11. La regina Vittoria pp. 61-66

12. Umiliati e offesi, ecco quali sono i tre modi di reagire pp. 67-71

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Milanoroma

Il treno era partito quasi puntuale; il controllore aveva diligentemente forato il biglietto; Valeria poteva finalmente tuffarsi in un bel libro e farsi un viaggetto con la fantasia, che sarebbe senz’altro stata più interessante di quella solita tratta Milano Roma (anzi, Milanoroma, tutto attaccato come dicono in molti che se la fanno un paio di volte al mese).Questo giro era il turno dei quarantanove racconti di Hemingway, o almeno di una ventina di essi. «Permesso» la interruppe un tipo, prima ancora che potesse aprire il libro. Era un signore sulla sessantina. Se ne aveva di più li portava senz’altro bene. Per il resto era uno come ce n’erano tanti su quel treno e ovunque nel mondo, se non fosse stato per la buffa montatura degli occhiali, gialla come il maggiolone dello zio. «Prego» gli rispose Valeria, e lo accompagnò con lo sguardo mentre si accomodava difronte a lei, accanto al finestrino. «Bello» le disse, alludendo al libro che aveva in mano, poi si mise a guardare fuori, senza aspettarsi alcuna risposta. Accanto a lui c’era Giacomo. Lei non lo conosceva, né lo aveva mai visto prima, ma sapeva il suo nome perché indossava un’inequivocabile maglietta gialla con un’enorme scritta blu: CIAO, IO SONO GIACOMO. Una simile t-shirt sembrava davvero un invito alle chiacchiere e la sua faccia ispirava simpatia.A occhio doveva essere uno studente dell’università. Ma Giacomo si addormentò al volo. Verso il corridoio, sempre di fronte a Valeria, se ne stava un tipo in carriera. Lo si capivadall’abito firmatissimo e soprattutto dall’orologio, che teneva in gran vista. Solo le scarpe da tennis, oltretutto un po’ lise, lo tenevano sulla Terra. Subito un trillo gli uscì dalla tasca interna della giacca e lui si appartò nell’angolo del sedile a parlare col suo lontano interlocutore. Questa scena si ripeté un numero incredibile di volte, e sempre con una melodia diversa, perché il tipo in carriera aveva uno di quei telefonini che abbinano un tono diverso per ogni numero. Meraviglie della scienza e della tecnica! Ai primi squilli anche Giacomo aprì un occhio, quello destro, ma poi ci fece l’abitudine e continuò a pisolare. Chissà se sognava anche… e nel caso, chissà che sogni faceva. Anche i sedili alla destra e alla sinistra di Valeria vennero occupati in fretta. Uno da una signora indefinibile. Nel senso che anche osservandola bene non si riusciva a capire da dove venisse né che ruolo avesse nel mondo. Ogni tanto infilava il naso tra le pagine di Hemingway, passando da dietro la spalla di Valeria, e poi si voltava di scatto, facendo finta di nulla, non appena temeva di essere scoperta. Sul sedile verso il corridoio si adagiò invece un ragazzotto tutto assorto nel suo walkman. Con gli occhi chiusi, muoveva leggermente il capo, cercando di seguire il tempo della musica, e tamburellava sul ginocchio destro. Ben presto il ritmo del suo rock venne assorbito dal traballare del vagone sulle rotaie. Come al solito il Milanoroma era pieno. E mentre il mondo all’esterno rimaneva ostinatamente sempre uguale a quello di tutti gli altri viaggi, il paesaggio all’interno forniva la consueta varietà di generi umani.

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PROVA 1

Rosetta Zordan

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E Valeria si divertiva, tra un racconto e l’altro, ad alzare il naso e ripassare l’aspetto di chi le era capitato in sorte per quelle ore. A volte il suo sguardo inciampava in quello di qualche compagno di viaggio. Quando queste cose succedono le reazioni possono essere le più varie, ma tutte partono da un fulmineo imbarazzo, che ognuno poi gestisce a modo suo. Il tipo con gli occhiali gialli se la cavava con un sorriso e poi si rifugiava di nuovo col naso sul finestrino a guardare il mondo. Il tipo del telefonino, invece, aveva l’abilità di noncambiare assolutamente espressione e continuare a parlare con chissà chi, come se nulla fosse. Gli occhi di Giacomo, Valeria li incrociò solo una volta, ma era già tanto, visto il suo letargo. Il ragazzo si tirò per un attimo su e le chiese scusa, ma non si sa perché. È vero che certe persone, terrorizzate dal pensiero di non avere nulla da dire, cercano di salvarsi in corner con la prima parola che passa nel loro cranio. In quel caso fu scusa, appunto, ma non è detto che non fosse in realtà rivolta al sogno, così bruscamente interrotto. Più difficile era intercettare lo sguardo di chi le stava seduto accanto, a destra e a sinistra.Infatti non accadde. Peccato, chissà loro come avrebbero reagito. Tra racconti e rapidi scambi di occhiate, Roma arrivò con la sua solita mezzoretta di ritardo. Valeria chiuse Hemingway nello zaino e si mise seduta per gli ultimi dieci minuti di treno. Gli altri, nello scompartimento, cominciarono chi a mettersi il cappotto, chi a raccattarequesto e quello. Giacomo aprì gli occhi e si stiracchiò. Il tipo con gli occhiali gialli, riferendosi ai quarantanove racconti, le disse: «Splendido Ernest» come se stesse parlando di suo fratello. «Di lui ho letto quasi tutto.» Poi cominciò con una serie di domande che lasciavano a malapena spazio a qualche rara risposta a monosillabi. La signora indefinibile si infilò nel discorso, con una di quelle frasi a metà tra la nostalgia e l’invidia: «Bei tempi, quelli della scuola…». «Tutti i tempi sono belli» apparve Giacomo come dal nulla, «come nella musica. Il trucco sta nella melodia.» Valeria sorrise a questa forma di aforisma casalingo, ma la frase in sé le sembrò carina. Se non l’avesse dimenticata come dimenticava quasi tutto, forse l’avrebbe utilizzata anche lei. Ma l’argomento musica accese anche il ragazzo con il walkman, che si affrettò a sottolineare che, comunque, il rock è sempre il rock. Perfino il tipo in carriera, intascato il telefonino, che doveva ormai essere quasi scarico, partecipò alla discussione e la cosa divenne tanto interessante che quasi fu un peccato dover scendere dal treno. Sulla banchina Valeria salutò con affetto questo strano gruppo, zitto e rigido per sei ore, ma caldo e chiassoso per quei dieci minuti finali. Poi aggredì la folla per trovar posto sul metrò e, di nuovo avvolta da facce ignote e diffidenti, le scappò quasi da ridere.

(da A. Valente, Sotto il banco, Fabbri, Milano, 2002)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Leggere un bel libro in treno consente a Valeria di fare che cosa? A. Di isolarsi dagli altri viaggiatori. B. Di viaggiare con la fantasia. C. Di istruirsi viaggiando. D. Di rendere meno noioso il viaggio da Roma a Milano.

2. Chi si siede di fronte a Valeria, accanto al finestrino?A. Giacomo. B. Una signora. C. Un ragazzetto con il walkman. D. Un signore sulla sessantina.

3. Quale caratteristica ha il signore sulla sessantina?A. È molto loquace. B. Porta male i suoi anni. C. Ha gli occhiali gialli. D. Non ha mai letto un libro di Hemingway.

4. Che cos’è il maggiolone (riga 9)?A. Il nome di un fiore. B. Un tipo di automobile. C. Un tipo di montatura di occhiali. D. Un tipo di bicicletta.

5. Chi è Giacomo? A. Un amico di Valeria B. Il signore seduto accanto a Valeria. C. Probabilmente uno studente universitario. D. Un compagno di classe di Valeria.

6. Valeria da che cosa capisce che l’uomo seduto di fronte a lei è un tipo in carriera?A. Indossa un abito firmato e fa bella mostra del suo orologio. B. Indossa un abito firmato e scarpe da tennis all’ultima moda. C. Fa bella mostra del suo orologio e del suo cellulare ultimo modello. D. Non si preoccupa minimamente del fatto che i continui squilli del suo cellulare disturbino

gli altri viaggiatori.

7. I sedili accanto a Valeria da chi vengono occupati?A. Da una signora distinta e da un bambino tutto assorto nel suo walkman. B. Da una signora e da un ragazzotto, entrambi assorti nel loro walkman. C. Da una ragazza poco definibile e da un ragazzotto assorto nel suo walkman. D. Da due ragazzotti appassionati di musica rock.

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8. Quali reazioni nota Valeria quando, tra un racconto e l’altro, rivolge lo sguardo verso i suoi compagni di viaggio?A. Di indifferenza. B. Di imbarazzo. C. Di cordialità. D. Di fastidio.

9. Nella frase “cercano di salvarsi in corner con la prima parola che passa nel loro cranio” (righe 53-54) che cosa significa l’espressione cercano di salvarsi in corner?A. Cercano di salvarsi a tutti i costi. B. Cercano di salvarsi in tutti i modi possibili. C. Cercano di salvarsi subito. D. Cercano di salvarsi all’ultimo minuto.

10. Che cosa fanno i viaggiatori negli ultimi dieci minuti di treno?A. Continuano a stare zitti. B. Discutono animatamente di letteratura e di musica. C. Parlano di vari argomenti. D. Si preparano a scendere scambiandosi rapidi saluti.

11. Nella frase “Valeria sorrise a questa forma di aforisma casalingo” (riga 70) che cosa si intende per aforisma?

A. Una massima che esprime in forma sintetica un pensiero morale o un sapere pratico. B. Un proverbio che, in forma per lo più figurata, dà un ammaestramento, un ammonimento. C. Un motto di spirito, una frase o battuta spiritosa e arguta. D. Un pensiero, un ragionamento molto complesso.

12. Che cosa significa l’espressione facce ignote e diffidenti (righe 79-80)?A. Facce oscure e indolenti. B. Facce sconosciute e sospettose. C. Facce ignare e dispettose. D. Facce ignobili e differenti.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Volgi al plurale i seguenti nomi:

A. camicia ………………………..……… E. goccia ………………………..………

B. specie ………………………..……… F. astrologo ………………………..………

C. valico ………………………..……… G. mormorio ………………………..………

D. superficie ………………………..……… H. teorema ………………………..………

2. Individua i pronomi presenti nel seguente brano e trascrivili nello spazio sottostante. Questi sono i miei nuovi elettrodomestici: me li ha comprati la zia, però mi sembra che alcuni di essi siano complicati da usare, perciò ti chiedo di spiegarmi il loro funzionamento. ………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………

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3. Completa le seguenti frasi coniugando nelle forme opportune i verbi scritti tra parentesi.

A. Le avrei regalato dei fiori se tu me lo (dire) …………………………

B. Anche se ti (avvertire) ………………………… non saresti arrivato in tempo all’appuntamento.

C. È necessario che Marco (andare) ………………………… al più presto a casa.

D. Se (essere) ………………………… meno stanco, andrei a ballare con Francesca.

4. Trasforma la seguente frase attiva nella corrispondente forma passiva e trascrivila nello spazio sottostante. La prossima settimana, il Piccolo Teatro di Milano metterà in scena una bellissima commedia di Pirandello.

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………………………………………………………………………………………………………………………

5. In ciascuna delle seguenti frasi indica la funzione di che.

A. Abbiamo saputo che Andrea si è fidanzato con Mirella. …………………………………………………………………………………………………………………

B. Per favore, restituiscimi il dizionario di inglese che ti ho prestato. …………………………………………………………………………………………………………………

C. Continuava a chiederci: “Che volete fare?”…………………………………………………………………………………………………………………

6. Nella proposizione o frase semplice “Secondo il padre di Elisa, leggere è un ottimo passatempo” qual è il soggetto?A. Il padre. B. Elisa. C. Leggere. D. Un ottimo passatempo.

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7. In ciascuna delle seguenti proposizioni o frasi semplici indica se il predicato è verbale o nominale.

A. Il Caspio è un mare chiuso. …………………………………………………………………………………………………………………

B. Il gatto è sul divano. …………………………………………………………………………………………………………………

C. A Sara è stato dato un aumento di stipendio. …………………………………………………………………………………………………………………

D. La serata è stata piacevole. …………………………………………………………………………………………………………………

8. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di modo?A. Perché sei uscito di casa senza l’ombrello? B. Carlo è uscito di corsa. C. Qualche volta la mamma soffre di mal di testa. D. Quel ragazzo è molto alto di statura.

9. Indica da quante proposizioni è composto il seguente periodo. Lorenzo sa che non deve giocare con la playstation più di un’ora al giorno, tuttavia ieri pomeriggio ha giocato più di due ore e così sua madre, quando è tornata a casa, l’ha sgridato molto sia perché aveva disubbidito sia perché non aveva svolto tutti i compiti. A. Cinque. B. Quattro. C. Sei. D. Sette.

10. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata causale?A. Ti prego di essere puntuale alla riunione. B. Finalmente hai ammesso di avere torto. C. Sergio è felice di aver trovato un buon lavoro. D. È tempo di assumersi le proprie responsabilità.

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Mestiere da vagabondo

Quando fu il giorno in cui dovetti pronunciarmi sul mestiere, a mio padre che me lo

chiedeva, risposi: «Voglio fare il venditore di semi!».

Mio padre disse che il venditore di semi non era un mestiere; mestiere era fare il falegname,

il meccanico o il fornaio. Siccome io insistevo, mio padre aggiunse:

«Il venditore di semi è un mestiere da vagabondo!».

Avrei voluto rispondergli che non sapevo arrendermi all’idea di trascorrere la giornata al

chiuso di un laboratorio o di un’officina. Temevo le grosse mani di operaio di mio padre. Mi

colpivano tra collo e cervelletto. Egli già si stava arrabbiando; rimproverava mia madre di

avermi dato una cattiva educazione. «Questo figliuolo ha l’anima del vagabondo» le diceva.

«Non ne caveremo nulla di buono!»

Perciò tacqui le mie ragioni.

Fino a quel giorno ero stato un ragazzo felice. Le strade, l’aria aperta dei prati, alla periferia,

e il greto del fiume, tutto quello che può accadere a un ragazzo libero nella strada e sui prati,

lungo il fiume, aveva riempito le mie giornate. Queste erano le mie ragioni. E all’idea di

un’occupazione che vincolasse la libertà di cui godevo, mi ero dichiarato per quella che

immediatamente mi era apparsa come la più congeniale. Avevo detto “venditore di semi”

perché fu l’immagine che per prima mi soccorse, con mio padre davanti e le sue grosse mani

posate sul tavolo di cucina. In realtà i venditori ambulanti avevano volti e voci precisi; nel

corso delle mie quotidiane avventure ritrovavo la loro presenza; sembrava che anch’essi, per

gioco, percorressero la città frugandola nei suoi recessi, creature libere, immedesimate nel

loro grido di richiamo. Il venditore di semi era un uomo piccolo e magro, con il colletto

della camicia sempre chiuso e una cravatta rossa, cenciosa, un berretto con la visiera

aderente alla testa come quello di un fantino. Recava sotto il braccio una cesta rettangolare,

di vimini, piena a metà di semi abbrustoliti: vi troneggiava un misurino di legno a forma di

portauova. Si annunciava col grido: «Il semàio, èccolo!» lungamente strascicando le vocali e

trattenendo la voce, come per una stizza improvvisa, sulla doppia consonante. Indugiava

ripetendo all’intorno il suo grido, alzando gli occhi al cielo: il tono della sua voce era di

preghiera. Si sedeva a volte sulle panchine dei giardini, sui marciapiedi all’ingresso dei

cinematografi, deponeva la cesta per terra, come insonnolito. D’un tratto si rialzava,

camminava svelto prima di ritrovare la sua naturale andatura, e il suo grido. Si chiamava

Cecco, e di soprannome Misirizzi.

«I semi di Misirizzi fanno faville!» gridava.

Ma alla stagione propizia l’amico dei ragazzi diventava il venditore di lupini1 molli e salati,

che batteva il lungofiume sbucando d’Oltrarno. Dall’altro capo del ponte si udiva la sua

voce:

Ogni lupino, c’è un cavurrino2! Salàaati!

1 lupini: semi commestibili di una pianta erbacea. 2 cavurrino: banconota da due lire su cui era impressa l’effigie di Cavour.

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PROVA 2

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Procedeva a passi fitti e precipitosi, pareva dovesse cadere da un momento all’altro,

trascinato in avanti dal peso del catino che sorreggeva col braccio sinistro, poggiato sul

fianco: aveva, nella destra, una sediolina da campagna. Il catino era verde all’interno, color

mattone di fuori; dentro i lupini erano d’oro sotto il sole, umidi e come pescati nel fiume. Il

venditore aveva i capelli bianchi, e il naso paonazzo, indossava pantaloni e gilè, e sopra un

grembiule di bucato. Aveva in testa un cappello di paglia. Andava avanti precipitosamente,

con il peso del catino che lo piegava in due, fermandosi soltanto se richiesto. Allora

deponeva il catino sulla sediolina, cavava dalla tasca del grembiule cartoccetti e pizzichi di

sale che cospargeva sui lupini. Il suo gesto era franco, parco, come per un rito. Affannava

sempre. Sembrava un’anima in pena che percorresse a passi fitti e precipitosi la città

dispensando l’oro dei suoi lupini come benedizioni.

Come spiegare questo a mio padre, come fargli capire la bellezza di quei mestieri all’aria

aperta, la letizia che risplendeva negli occhi di Cecco, nell’affrettata andatura del venditore

di lupini, il godimento che essi procuravano ai passanti, per pochi soldi, in semi e lupini?

Con essi, il venditore di ciambelle dolci e, mago, l’uomo delle girandole di carta, degli

aquiloni, che diceva:

«Alla fiera delle Meraviglie! Al Paradiso dei Fanciulli! Sciò, sciò, guardare e non toccare!».

Come dire questo a mio padre?

Egli era un uomo che aveva delle grosse mani d’operaio, leggeva il suo giornale, la sua

blusa era unta di grasso; passava le sue giornate al chiuso di un’officina; i suoi capelli erano

castani, fuligginosi. La domenica spariva come andasse di nuovo a lavorare, provvisorio nel

suo vestito grigio. Io gli volevo bene, non soltanto lo temevo: mi piaceva la sua forza, e il

suo cipiglio. Ero un ragazzo di dodici anni e avrei voluto dirgli: «Sai, babbo, c’è il sole

quando stai in officina. L’acqua del fiume è verde, i lupini d’oro, e i semi di Misirizzi fanno

faville. Io non posso fare a meno di tutto questo, della mia libertà». Fu mio padre, invece, a

dirmi:

«Devi imparare un mestiere. Lavorare sul serio, distrae. S’impara più che un mestiere,

qualcosa d’altro, di forte. Un venditore di semi, quando sarai grande, parrà anche a te un

vagabondo, un uomo che non ha avuto il coraggio del suo vero nome».

Ecco, babbo, io sono grande, e non ancora i poeti hanno un nome.

(da V. Pratolini, Mestiere di vagabondo, A. Mondadori, Milano, 1947)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Quando è accaduto il fatto rievocato dal narratore?A. Quando era un fanciullo. B. Quando era un uomo adulto. C. Quando era un ragazzo di dodici anni. D. Quando era un ragazzo di quindici anni.

2. In quale periodo della vita si trova il narratore quando scrive? A. È un fanciullo. B. È un uomo adulto. C. È un ragazzo di dodici anni. D. È un ragazzo di quindici anni.

3. Dove avviene l’episodio di vita narrato?A. Nella casa del narratore, in cucina. B. Nella casa del narratore, in camera. C. Nell’officina del padre del narratore. D. In aperta campagna.

4. Secondo il padre del narratore che tipo di mestiere è quello del venditore di semi?A. Molto impegnativo. B. Poco remunerativo. C. Che costringe a viaggiare molto. D. Poco dignitoso, da vagabondo.

5. Perché il narratore vuole fare il venditore di semi? A. Perché è un mestiere che rende felici molte persone. B. Perché è un mestiere che si svolge all’aria aperta e, pertanto, non lo priva della libertà

di cui attualmente gode. C. Perché disprezza il mestiere del padre, le sue grosse mani di operaio e il suo camiciotto

da lavoro unto di grasso. D. Perché è un desiderio della madre che l’ha educato con l’anima del vagabondo.

6. Come definiresti l’atteggiamento del narratore nei confronti dei venditori ambulanti?A. Di apprezzamento e ammirazione. B. Di solidarietà e comprensione. C. Di stima ma anche di compassione. D. Di curiosità e invidia.

7. Come definiresti l’atteggiamento del narratore nei confronti del padre? A. Di terrore e avversione. B. Di odio e ribellione. C. Di confidenza e rispetto.D. Di affetto, di ammirazione ma anche di timore.

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8. Nella frase “sembrava che anch’essi, per gioco, percorressero la città frugandola neisuoi recessi” (righe 19-20) quale espressione corrisponde al significato di recessi e può sostituirlo?

A. Luoghi più lontani.

B. Stradine più buie.

C. Cortili più appartati.

D. Angoli più nascosti.

9. Nella frase “Il suo gesto era franco, parco, come per un rito” (riga 45) quale aggettivo corrisponde al significato di parco e può sostituirlo?

A. Lento.

B. Eccessivo.

C. Modesto.

D. Misurato.

10. Nella frase “La domenica spariva come andasse di nuovo a lavorare, provvisorio nel suo vestito grigio” (righe 57-58) quale aggettivo corrisponde al significato di provvisorio e può sostituirlo?

A. Previdente.

B. Provvisto.

C. Impacciato.

D. Provocante.

11. Nella frase “mi piaceva la sua forza, e il suo cipiglio” (righe 58-59) quale espressione corrisponde al significato di cipiglio e può sostituirlo?

A. Espressione corrucciata, severa.

B. Modo di fare deciso.

C. Carattere incostante.

D. Temperamento collerico.

12. Che cosa intende dire il narratore con la frase conclusiva “Ecco, babbo, io sono grande, e non

ancora i poeti hanno un nome” (riga 66)?A. Anche i poeti, come i venditori di semi, sono dei vagabondi senza nome.

B. Ora, diventato grande, capisce che i poeti non saranno mai riconosciuti come tali.

C. Adesso è diventato grande, ha fatto un altro mestiere, ma i poeti non hanno ancora un

nome, non sono riconosciuti come tali.

D. Anche ora, da adulto, continua a ritenere i venditori di semi dei poeti senza nome.

13. Come definiresti il testo letto?

A. Una pagina di diario.

B. Un racconto autobiografico.

C. Un racconto fantastico.

D. Un racconto verosimile.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Distingui i nomi primitivi, derivati, alterati e trascrivili nello spazio sottostante.

barcaiolo – latte – ossatura – sonno – pancione – prateria – porticciolo – tintoria – dente – ossicino – nervatura – poetucolo – cane – guerriero – orsacchiotto Nomi primitivi: …………………………………………………………………………………………….….

Nomi derivati: …………………………………………………………………………………………….….

Nomi alterati: …………………………………………………………………………………………….….

2. Individua i pronomi presenti nel seguente brano e trascrivili nello spazio sottostante.

Marco, non credendo a quello che gli hai detto, ha chiesto informazioni al altri ed è venuto a sapere questo: Lorenzo si è licenziato perché la ditta per cui lavorava non lo retribuiva adeguatamente, pur riconoscendone le capacità, ed ora è stato assunto da un’azienda francese la quale, secondo il parere di molti, è in una fase di forte crescita. ………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………

3. Completa le seguenti frasi coniugando nelle forme opportune i verbi scritti tra parentesi. A. Nonostante (studiare) ……………………………… non seppe rispondere alle domande. B. Stefano non potrebbe venire da te nemmeno se (volere) ……………………………… . C. Se mi avessi avvertito del suo arrivo, (andare) ……………………………… a prenderlo alla

stazione. D. Non (vincere) ……………………………… la partita, se non si fossero allenati.

4. Coniuga i seguenti verbi al modo participio, tempo passato. A. cuocere ………………………………… E. nuocere …………………………………

B. ardere ………………………………… F. togliere …………………………………

C. distinguere ………………………………… G. proteggere …………………………………

D. espellere ………………………………… H. apparire …………………………………

5. Trasforma la seguente frase attiva nella corrispondente forma passiva e trascrivila nello spazio sottostante.

Due anni fa, per il mio compleanno, Beppe mi regalò una collana di perle. ………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………

6. Individua e sottolinea gli avverbi presenti nelle seguenti frasi.

A. Oggi non mi sento bene e pertanto resterò a casa. B. Sentendo un rumore, salì velocemente sopra, in solaio, ma vide solamente un gattino sotto

una vecchia cassapanca.

C. In quell’armadio ci sono due cappotti che non hai mai indossato perché effettivamente sono piuttosto malandati.

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7. In ciascuna delle seguenti frasi indica la funzione di che.

A. Le lodi che hai ricevuto sono ben meritate.

…………………………………………………………………………………………………………………

B. Se vi dico che è vero, mi dovete credere.

…………………………………………………………………………………………………………………

C. Salito sulla collina, disse: “Che panorama!”.

…………………………………………………………………………………………………………………

D. Non so che farei senza di te. …………………………………………………………………………………………………………………

8. Nella proposizione o frase semplice “Perché non siete andate al cinema con le sorelle diCarla?” qual è il soggetto?

A. Le sorelle.

B. Carla.

C. Voi.

D. Non c’è.

9. Indica in quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici il pronome personale ti ha la

funzione di complemento di termine.

A. Ti vedrò la prossima estate a Vienna?

B. Ti è stata comunicata l’ora della partenza?

C. Ti abbiamo aiutato molto in quella circostanza.

D. Tutti ti considerano un bravo ragazzo.

10. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di causa?

A. Antonio ha preparato tutto per la partenza.

B. Sono stata informata per telefono della sua malattia.

C. Per velocità quell’automobile non ha rivali.

D. Il mese prossimo sarò a Roma per lavoro.

11. Nei seguenti periodi individua e sottolinea le proposizioni subordinate. A. Stamattina, uscendo di casa, ho incontrato Massimo. B. Quando hai finito questo lavoro, vieni nel mio ufficio. C. Sfinito dalla stanchezza, si è addormentato di colpo. D. A guardarla bene, non è poi così bella.

12. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata temporale?

A. Ritornando da scuola, comprati la merenda.

B. Non avendo il biglietto del tram, è stato multato.

C. Sbagliando, s’impara.

D. La mamma stirava cantando.

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L’imbarco

Quando arrivai, verso sera, l’imbarco degli emigranti era già cominciato da un’ora, e il

Galileo, congiunto alla calata da un piccolo ponte mobile, continuava a insaccar miseria:

una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall’edifizio dirimpetto, dove un

delegato della Questura esaminava i passaporti. La maggior parte, avendo passato una o due

notti all’aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di

sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti, passavano,

portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valigie d’ogni forma

alla mano o sul capo, bracciate di materassi e di coperte, e il biglietto col numero della

cuccetta stretto tra le labbra. Di tratto in tratto passavano tra quella miseria signori vestiti

eleganti, preti, signore con grandi cappelli piumati, che tenevano in mano o un cagnolino, o

una cappelliera, o un fascio di romanzi francesi illustrati. Poi, improvvisamente, la

processione umana era interrotta, e veniva avanti sotto una tempesta di legnate e di

bestemmie un branco di bovi e di montoni, i quali, arrivati a bordo, sviandosi di qua o di là,

e spaventandosi, confondevano i muggiti e i belati coi nitriti dei cavalli di prua, con le grida

dei marinari e dei facchini, con lo strepito assordante della gru a vapore, che sollevava per

aria mucchi di bauli e di casse. Due ore dopo che era cominciato l’imbarco, il grande

piroscafo, sempre immobile, come un cetaceo enorme che addentasse la riva, succhiava

ancora sangue italiano. Via via che salivano, gli emigranti passavano davanti a un tavolino,

a cui era seduto l’ufficiale Commissario; il quale li riuniva in gruppi di mezza dozzina,

chiamati ranci, iscrivendo i nomi sopra un foglio stampato, che rimetteva al passeggero più

anziano, perché andasse con quello a prendere il mangiare in cucina, all’ora dei pasti. Le

famiglie minori di sei persone si facevano iscrivere con un conoscente o col primo venuto; e

durante quel lavoro d’iscrizione traspariva in tutti un vivo timore d’essere ingannati nel

conto dei mezzi posti e dei quarti di posto per i ragazzi e per i bambini, la diffidenza

invincibile che ispira al contadino ogni uomo che tenga la penna in mano e un registro

davanti. Nascevan contestazioni, s’udivano lamenti e proteste. Poi le famiglie si separavano:

gli uomini da una parte, dall’altra le donne e i ragazzi erano condotti ai loro dormitori. Quasi

tutti si trovavano per la prima volta sopra un grande piroscafo che avrebbe dovuto essere per

loro come un nuovo mondo, pieno di meraviglie e di misteri; e non uno guardava intorno o

in alto o s’arrestava a considerare una sola delle cento cose mirabili che non aveva mai

viste. Alcuni guardavano con molta attenzione un oggetto qualunque, come la valigia o la

seggiola d’un vicino, o un numero scritto sopra una cassa, altri rosicchiavano una mela o

sbocconcellavano una pagnotta, esaminandola a ogni morso, placidissimamente, come

avrebbero fatto davanti all’uscio della loro stalla. Qualche donna aveva gli occhi rossi. Dei

giovanotti sghignazzavano; ma, in alcuni, si capiva che l’allegria era forzata. Il maggior

numero non mostrava che stanchezza e apatia. Il cielo era rannuvolato e cominciava a

imbrunire.

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PROVA 3

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Sulla calata v’era un centinaio di persone: parenti degli emigranti, pochissimi; i più, curiosi,

e molti amici e parenti della gente d’equipaggio, assuefatti a quelle separazioni. Installati

tutti i passeggeri, seguì sopra il piroscafo una certa quiete, che lasciava sentire il brontolìo

sordo della macchina a vapore. Quasi tutti erano in coperta, affollati e silenziosi. Quegli

ultimi momenti d’aspettazione parevano eterni. Finalmente s’udirono gridare i marinai a

poppa e a prua a un tempo: «Chi non è passeggero, a terra!». Queste parole fecero correre un

fremito da un capo all’altro del Galileo. In pochi minuti tutti gli estranei discesero, il ponte

fu levato, le gomene tolte, la scala alzata: s’udì un fischio, e il piroscafo si cominciò a

muovere. Allora delle donne scoppiarono in pianto, dei giovani che ridevano si fecero seri, e

si vide qualche uomo barbuto, fino allora impassibile, passarsi una mano sugli occhi. A

questa commozione contrastava stranamente la pacatezza dei saluti che scambiavano i

marinai e gli ufficiali con gli amici e i parenti raccolti sulla calata, come se partisse per la

Spezia. «Tante cose.» «Mi raccomando per quel pacco.» «Dirai a Gigia che farò la

commissione.» «Impostala a Montevideo.» «Siamo intesi per il vino.» «Buona passeggiata.»

«Sta bene.» Alcuni, arrivati allora allora, fecero ancora in tempo a gettare dei mazzi di sigari

e delle arance, che furon colte per aria a bordo; ma le ultime caddero in mare. Nella città

brillavano già dei lumi. Il piroscafo scivolava pian piano nella mezza oscurità del porto,

quasi furtivamente, come se portasse via un carico di carne umana rubata. Io mi spinsi fino a

prua, nel più fitto della gente, ch’era tutta rivolta verso terra, a guardar l’anfiteatro di

Genova che s’andava rapidamente illuminando. Pochi parlavano, a bassa voce. Vedevo qua

e là, tra’l buio, delle donne sedute, coi bambini stretti al petto, con la testa abbandonata fra

le mani. Vicino al castello di prua una voce rauca e solitaria gridò in tono di sarcasmo:

«Viva l’Italia!» e, alzando gli occhi, vidi un vecchio lungo che mostrava il pugno alla patria.

Quando fummo fuori del porto, era notte.

(da E. De Amicis, Racconti, Ghisetti e Corvi, Milano, 1995)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Che cos’è il Galileo? A. Una grande barca a remi. B. Una piccola nave a gasolio. C. Un grande piroscafo a vapore. D. Un piccolo piroscafo a vapore.

2. Che cosa significa la frase “continuava a insaccar miseria” (riga 2) ? A. Stipare al suo interno gente di poco conto. B. Far entrare persone molto povere. C. Imbarcare solo oggetti di scarso valore. D. Imbarcare valigie e coperte in miseri sacchi.

3. Per viaggiare sul Galileo che cosa bisogna avere? A. La carta di identità. B. La patente. C. Un permesso speciale. D. Il passaporto.

4. Chi viaggia sul Galileo? A. Solo uomini. B. Passeggeri e merci. C. Passeggeri, merci e animali. D. Pochi operai, contadini e molti signori.

5. A chi viene paragonato il Galileo? A. A un mammifero marino di grandi dimensioni. B. A un enorme mammifero terrestre. C. A una balena sanguinaria. D. A un enorme pesce munito di denti aguzzi.

6. Qual è il compito dell’ufficiale Commissario?

A. Riunire gli emigranti in gruppi di dodici, iscrivere i loro nomi su un foglio stampato, e consegnare il foglio al passeggero più anziano.

B. Formare dei gruppi di sei emigranti, iscrivere i loro nomi su un foglio stampato e consegnare il foglio al passeggero più anziano.

C. Formare i ranci, gruppi di sei emigranti che devono sottostare agli ordini del passeggero

più anziano. D. Formare i ranci, cioè gruppi di sei emigranti con il compito di andare a prendere il cibo in

cucina, all’ora dei pasti.

7. Qual è l’atteggiamento dei passeggeri nei confronti del lavoro dell’ufficiale Commissario?

A. Di rispetto. B. Di disprezzo. C. Di indifferenza.

D. Di diffidenza.

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8. Come viaggiano gli emigranti sul Galileo? A. Tutti insieme. B. I poveri separati dai ricchi. C. Gli uomini separati dalle donne e dai ragazzi. D. Gli uomini con le donne, ma separati dai figli.

9. Qual è lo stato d’animo della maggioranza dei passeggeri che si trova per la prima volta sul Galileo? A. Di indifferenza, passività. B. Di grande allegria. C. Di tristezza.

D. Di nostalgia.

10. Quando il Galileo comincia a muoversi, qual è la reazione degli emigranti?A. Di gioia. B. Di commozione. C. Di compostezza.

D. Di dolore.

11. Quali sono le due azioni che compie il vecchio vicino al castello di prua del Galileo? Individua la risposta nel testo e trascrivila nello spazio sottostante.

……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

12. Nella frase “una voce rauca e solitaria gridò in tono di sarcasmo” (riga 59) quale espressione

corrisponde al significato di sarcasmo e può sostituirlo?A. Ironia pungente, scherno. B. Adulazione, complimento. C. Pesante offesa. D. Grande soddisfazione.

13. Secondo te, in quale epoca è ambientato il racconto?

A. A metà del XX secolo. B. Alla fine del XX secolo.

C. Agli inizi del XX secolo.D. A metà del XIX secolo.

14. Chi è il narratore?A. Un marinaio del Galileo.B. Un emigrante italiano. C. Un ufficiale del Galileo. D. Il comandante del Galileo.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Volgi al singolare i seguenti gruppi articolo/nome.

A. le gru …………………………………… E. i monologhi ……………………………………

B. gli istrici …………………………………… F. le oasi ……………………………………

C. gli echi …………………………………… G. delle armi ……………………………………

D. dei caffè …………………………………… H. degli astucci ……………………………………

2. Individua i nomi composti e trascrivili nello spazio sottostante.

carosello – capoverso – manopola – francobollo – lavatrice – pescivendolo – retromarcia – capodanno – collezione – orecchino – benestare – fuoribordo – dentifricio – ferrovia –altopiano ……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

3. Individua e sottolinea i pronomi presenti nelle seguenti frasi. A. Chi di voi ci ha regalato questo libro?B. A parere di tutti, ciò che gli hai detto è esatto. C. Questo è un anno in cui la sfortuna mi perseguita. D. Ieri abbiamo incontrato un tale che ti conosce e da lui abbiamo saputo che da bambino

non volevi giocare con nessuno.

4. Completa le seguenti frasi coniugando nelle forme opportune i verbi scritti tra parentesi.

A. Non è il caso che tu (venire) ………………………… da me con questo brutto tempo.

B. Se la mamma lo (sapere) …………………………, soffrirebbe molto.

C. Se ti fossi impegnato di più, non (conseguire) ………………………… risultati così negativi.

D. Se Laura non (partire) ………………………… ieri, avrebbe certamente partecipato a questa riunione.

5. Individua i verbi transitivi presenti nel seguente brano e trascrivili nello spazio sottostante.

I tre principi partirono e una sera giunsero in un villaggio. Entrarono in una capanna abbandonata e qui videro una donna molto vecchia.

Le vecchia preparò loro una zuppa calda e, dopo averla mangiata, i tre principi si coricarono e si addormentarono fino al mattino seguente.

Al risveglio, la vecchia regalò a ognuno una mela rossa, e disse loro queste parole: «Assaggiate le mele solo quando arriverete in un posto dove c’è dell’acqua». ……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

6. Trasforma la seguente frase attiva nella corrispondente forma passiva e trascrivila nello spazio sottostante.

Annibale aveva sconfitto i Romani nella battaglia di Canne. ……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

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7. Trasforma la seguente frase passiva nella corrispondente forma attiva e trascrivila nello spazio sottostante. È stata approvata dal Parlamento una legge per la protezione dell’ambiente. ……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

8. Nella proposizione o frase semplice “Per il prestito da parte della banca mi occorrono delle garanzie”, delle garanzie è: A. Complemento oggetto. B. Complemento di specificazione. C. Soggetto. D. Complemento di denominazione.

9. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di mezzo o strumento?A. Parlo l’inglese con difficoltà. B. È una ragazza con i capelli neri. C. È uscito con l’ombrello. D. Vado a scuola con l’autobus.

10. Nel seguente periodo individua e sottolinea la proposizione principale. Nel 445 a.C. venne approvata una legge che permetteva i matrimoni fra patrizi e plebei, ma il successo più grande fu raggiunto nel 367 a.C., quando si stabilì che uno dei due consoli poteva essere plebeo.

11. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata oggettiva?A. Ho saputo che sei stato promosso. B. Sono felice che tu sia tornato. C. È giusto che Paolo sia stato punito. D. Arrivò alla stazione che il treno era già partito.

12. Nel seguente periodo “Annibale tentò invano di convincere le città italiche a passare dalla sua parte” che tipo di proposizione subordinata implicita è a passare dalla sua parte? A. Oggettiva. B. Finale. C. Consecutiva. D. Causale.

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Le giraffe

Nelle giraffe il collo può arrivare a quasi due metri di lunghezza. Eppure, come per l’uomo e

per tutti gli altri mammiferi, dal minuscolo topolino alla gigantesca balenottera azzurra, è

formato sempre da sette vertebre; ma una vertebra di giraffa misura fino a 28 centimetri.

Termina con un capo triangolare, relativamente piccolo, sormontato da un certo numero di

“corni”, che in realtà non sono vere corna, ma protuberanze ossee chiamate ossiconi.

Rivestiti di pelle e lunghi fino a 13 centimetri, gli ossiconi sono presenti tanto nei maschi

che nelle femmine, in genere in numero di due, ma spesso tre o più; il calcio infatti continua

per tutta la vita a depositarsi sulle ossa del cranio, formando nuove protuberanze. Il

fenomeno si verifica in particolare nei maschi e dal momento che i depositi di calcio sono

concentrati soprattutto sulla fronte, intorno agli occhi e sull’osso nasale, il capo, con il

passare degli anni, diventa sempre più massiccio e pesante: una caratteristica che, vedremo,

ha il suo peso nella vita sociale. Un collo lungo, infatti, non serve alla giraffa solo per

raggiungere le foglie sui rami più alti degli alberi. Basta vederla in azione per capire che

quell’organo fuori ordinanza ha anche altre applicazioni.

La prima, e più ovvia, è quella di una prolunga che assicura l’accesso a risorse alimentari

fuori portata per la maggior parte degli altri commensali della savana. Grazie a una

particolare articolazione, la giraffa può alzare la testa a formare un angolo di 180 gradi con

il collo, e altri 45 centimetri li aggiunge la lingua, che si avvolge intorno ai rami per

strapparne le foglioline; questa azione combinata porta i maschi più alti a brucare le foglie a

oltre sei metri da terra. A parte le scimmie, gli uccelli o alcuni piccoli mammiferi, solo

l’elefante, con l’ausilio della proboscide, arriva così in alto.

In secondo luogo, il collo è una sorta di periscopio che solleva gli occhi dell’animale ben al

di sopra del terreno. Da lassù, lo sguardo spazia più lontano e coglie meglio i movimenti

nell’erba alta, con un evidente vantaggio in termini di sicurezza. A sentire ricercatori e

guardaparco, capita spesso di vedere una giraffa che sta tranquillamente brucando

interrompersi di colpo per fissare intensamente un punto lontano, apparentemente vuoto, ma

dove un’attenta ricerca con il binocolo rivela, in effetti, la presenza di un possibile predatore

in movimento.

Infine, il collo svolge un’altra, curiosa e sorprendente funzione. Per le giraffe il sistema

riproduttivo è fondato sul cosiddetto harem: in genere un solo maschio dominante si

accoppia con le femmine di un gruppo, a mano a mano che queste entrano in estro.

L’accesso alle femmine è dunque legato alla posizione gerarchica. Questa viene

gradualmente definita nell’adolescenza e nella prima maturità e poi ristabilita, all’occasione,

mediante il necking (neck in inglese significa collo): un comportamento che potremmo

definire come una sfida a… “collo di ferro”.

I rivali, affiancati, fanno oscillare i lunghi colli, intrecciandoli con movimenti sinuosi e

spingendosi a vicenda con il collo e il capo. Più che uno scontro, sembra un balletto, e i

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PROVA 4

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colpi sono portati blandamente, quasi con gentilezza. Conflitti davvero violenti si verificano invece di rado, tra maschi adulti, dominanti e gerarchicamente vicini, spesso in presenza diuna femmina pronta all’accoppiamento. Il collo funge allora da leva per sferrare veri colpi dimaglio con il capo. E di solito vince chi ha il collo più lungo e il cranio più pesante, quindi il più anziano. Quali che siano l’origine e le funzioni del lungo collo giraffesco, la sua presenza provocacomunque una serie di conseguenze non da poco. Per pompare il sangue fin lassù e ossigenare adeguatamente il cervello, ci vuole un cuore speciale. E infatti quello della giraffa è lungo 60 centimetri, pesa oltre 11 chili, 25 volte quello dell’uomo, e pompa dai 60 ai 75 litri di sangue al minuto. Anche la pressione sanguigna è il doppio della nostra, mentre un meccanismo molto raffinato gestisce la circolazione del sangue. Come fa infatti la giraffa a sopportare senza perdere i sensi l’improvviso deflusso di sangue dal cervello quando alza la testa di scatto, o l’altrettanto improvviso afflusso quando la abbassa? La risposta è in un sistema di valvole che regola la circolazione arteriosa e venosa, e nelle pareti dei vasisanguigni che irrorano il cervello, estremamente elastiche. Questi adattamenti della circolazione sanguigna hanno naturalmente anche un’altra faccia: sottoposta a sforzi prolungati, la giraffa va presto in affanno. Un punto debole che i leoni, per esempio, hanno imparato a sfruttare. Se riescono a spingerla verso una collina e a farla correre in salita, presto la vittima designata resta senza fiato e difficilmente riesce a scampare agli attacchi coordinati del branco. In linea di massima, però una giraffa adulta è una preda difficile: vede il pericolo da lontano, corre veloce e si difende a calci. Superatal’infanzia (la mortalità tra i giraffini è altissima, fino al 70 per cento nel primo anno), laaspetta una vita sostanzialmente tranquilla, per non dire monotona. In pratica, la giraffa passa la vita a mangiare. La sua dieta è costituita esclusivamente da elementi vegetali, in prevalenza foglie e teneri rami apicali di alberi – in particolare diverse specie di acacie – e cespugli, e occasionalmente corteccia, frutti e fiori; un grosso maschio consuma ogni giorno circa 34 chili di cibo. È stato calcolato che la giraffa tipo passa dalle 16 alle 20 ore al giorno a brucare, spostandosi lentamente di albero in albero, e altre 3-5 a rimasticare. Da bravo ruminante, infatti, prima inghiotte il cibo senza quasi masticarlo, e successivamente lo richiama alla bocca per sottoporlo a un’accurata masticazione prima che riprenda il suo viaggio attraverso le diverse camere dello stomaco. Qualcuno ha detto che la giraffa è nata per stare in piedi. E infatti, nella sua giornata tipo, solo due o tre ore le passa sdraiata. Ed è uno sdraiarsi per modo di dire: di fatto l’animale siaccuccia con le zampe raccolte sotto il corpo e il collo e il capo eretti. Solo nel sonno profondo il collo viene ripiegato e il capo appoggiato su un fianco; ma sono momenti che durano al massimo uno o due minuti, per un totale di venti, trenta minuti, non di più, nell’intera giornata. Anche bere è un’attività eccezionale. Di norma, l’acqua necessaria è ricavata dalla vegetazione, soprattutto al mattino quando le foglie sono ancora imperlate dirugiada notturna. È raro vedere la giraffa abbeverarsi ai fiumi o alle pozzanghere. Bere, delresto, è un’operazione ardua: quel collo che sembrava così lungo non lo è abbastanza, e l’animale è costretto ad abbassarsi, allargando e piegando le zampe anteriori fino ad arrivare con la bocca al liquido.

(da C. Della Pietà, in Airone, n. 308, dicembre 2006, Giorgio Mondadori)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Dove vivono le giraffe?A. Nella steppa. B. Nella tundra. C. Nella savana. D. Nella foresta.

2. Le giraffe sono animali erbivori o carnivori? Individua la risposta nel testo e trascrivila nello spazio sottostante.

……………………………………………………………………………………………………………………….

3. Da quante vertebre è formato il collo delle giraffe?A. Sette vertebre, tutte di 28 centimetri. B. Ventotto lunghe vertebre. C. Tredici vertebre di 13 centimetri l’una. D. Sette vertebre, ciascuna delle quali può essere di 28 centimetri.

4. Che cosa sono gli ossiconi?A. Le tre protuberanze ossee rivestite di pelle, che si trovano solo sul capo delle giraffe

femmine. B. Delle protuberanze ossee, rivestite di pelle, che si trovano sul capo delle giraffe maschi e

femmine. C. Le due corna con le quali termina il capo triangolare delle giraffe. D. Le ossa grandi e pesanti del cranio delle giraffe.

5. Il lungo collo che cosa consente di fare alle giraffe?A. Cibarsi di alimenti che si trovano molto in alto e individuare lontani predatori. B. Accedere a risorse alimentari che si trovano a più di sette metri da terra. C. Sfidare piccoli e grandi mammiferi e avere la meglio su di loro. D. Superare anche gli elefanti nel raggiungere le foglie sui rami più alti degli alberi.

6. Come avviene la riproduzione delle giraffe?

A. Mediante l’accoppiamento di un maschio adolescente con una femmina. B. Mediante l’accoppiamento di un maschio dominante con le femmine di un gruppo. C. Dopo una lotta violenta a colpi di collo e di cranio tra maschi rivali adulti e dominanti che

si contendono una femmina pronta all’accoppiamento. D. In seguito a una sfida a colpi di collo tra femmine che si contendono il maschio

dominante scelto per l’accoppiamento.

7. Nella frase “Più che uno scontro, sembra un balletto, e i colpi sono portati blandamente, quasi con gentilezza” (righe 37-38) quale espressione corrisponde al significato di blandamente e può sostituirla?

A. In modo superficiale. B. In modo bizzarro. C. In modo tranquillo.

D. In modo delicato.

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8. Che cosa possono fare le giraffe grazie al loro cuore “speciale”?A. Sottoporsi a sforzi prolungati senza perdere i sensi. B. Correre velocemente senza mai restare senza fiato.C. Avere sempre il cervello ossigenato adeguatamente. D. Avere una pressione sanguigna tripla di quella dell’uomo.

9. Quando la giraffa può diventare vittima dei leoni? Individua la risposta nel testo e trascrivila nello spazio sottostante.

……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

10. Perché una giraffa adulta è una preda difficile? Individua la risposta nel testo e trascrivila nellospazio sottostante.

……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

11. Che tipo di animali sono le giraffe?A. Ruminanti, che trascorrono la vita mangiando e bevendo molto. B. Ruminanti, che trascorrono la vita mangiando molto, bevendo poco e dormendo

pochissimo. C. Ruminanti, che hanno una mortalità altissima nei primi due anni di vita. D. Ruminanti, che stanno sempre in piedi e ricavano l’acqua necessaria dalla vegetazione.

12. Come definiresti il testo letto?A. Descrittivo. B. Narrativo. C. Argomentativo. D. Espositivo-informativo.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Nelle seguenti coppie, individua e sottolinea il termine corretto. A. Voragine/voraggine. B. Scrutigno/scrutinio. C. Afiatarsi/affiatarsi. D. Oblicuo/obliquo.

2. Scrivi a lato di ciascun nome il corrispondente verbo da cui deriva.

A. Condimento. ………………………………

B. Sorriso. ………………………………

C. Assunzione. ………………………………

D. Adattamento. ………………………………

3. Nelle seguenti frasi individua e sottolinea l’ausiliare corretto. A. Valerio non aveva/era potuto uscire perché aspettava una telefonata. B. Se Carlo avesse/fosse dovuto arrivare alle tre, sarebbe partito prima. C. Saresti/avresti potuto ricordare che oggi è il mio compleanno! D. Il nonno non è/ha voluto essere accompagnato in auto, nonostante piovesse.

4. Individua gli avverbi presenti nel seguente brano e trascrivili nello spazio sottostante.

Da ragazzo, trascorrevo quasi sempre il mese di agosto nella casa dei miei nonni in Liguria. Mi alzavo volentieri di buon’ora, uscivo fuori con la tazza di latte in una mano e un pezzo di pane nell’altra a guardare il mare che scintillava lontano. ………………………………………………………………………………………………………………….

5. Individua e trascrivi a lato il soggetto di ciascuna delle seguenti proposizioni o frasi semplici.

A. Ci volle del coraggio per un’impresa così difficile. ………………………………

B. Nei momenti difficili sono necessarie calma e fiducia. ………………………………

C. A quale scuola vi iscriverete l’anno prossimo? ………………………………

D. A Luisa è sempre piaciuta la poesia dell’Ottocento. ………………………………

6. Individua e trascrivi a lato il complemento oggetto di ciascuna delle seguenti proposizioni o

frasi semplici.

A. Non raccontarmi bugie, per favore. ………………………………

B. Li ho ascoltati con molta attenzione. ………………………………

C. Facciamo una passeggiata in bicicletta? ………………………………

D. Il medico mi ha prescritto una cura per l’allergia. ………………………………

7. Individua e sottolinea i complementi di specificazione presenti nelle seguenti proposizioni o frasi semplici.

A. L’arrivo di un ragazzo originario di Madrid ci ha sorpreso.

B. Il fattorino era uscito di casa dalla porta di servizio.

C. Di sera Marco cena volentieri sul tavolo del terrazzo.

D. La finestra si è chiusa di colpo per una raffica di vento.

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8. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione coordinata alla principale?A. Appena lo vide, gli corse incontro. B. Se porti fuori il cane, prendi il guinzaglio. C. Verrei al cinema con te, ma non ho tempo. D. Terminati i compiti, scenderò in cortile.

9. Quale dei seguenti periodi contiene due proposizioni subordinate dello stesso grado? A. Quando esci, ricordati di chiudere la porta. B. Sarà meglio che tu rilegga il tema che hai scritto. C. Ti prego di chiedere a Giulia come sta. D. Giovanni mi scrisse per dirmi che sarebbe tornato a Natale.

10. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata esplicita?A. È necessario difendere i diritti dei più deboli. B. Sembrava evidente che stesse dicendo una bugia. C. A tutti accade di sbagliare qualche volta. D. È consigliabile prenotare le vacanze in anticipo.

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La crostata

La crostata al ribes di Paula era famosa in tutta la città. C’erano le coccarde dei premi vinti

alle fiere di paese a provarlo.

Anche ora che era rimasta sola nella casa che il marito aveva lasciato da molti anni e la

figlia da un paio, Paula non mancava mai di preparare e sfornare le sue leggendarie crostate

quasi ogni giorno. In una vita spesa tra il lavoro di impiegata in Comune e la solitudine della

casa vuota, una fetta di torta, alla sera davanti al televisore, era una consolazione.

Anche per questo Paula rimase interdetta e turbata quando una sera, rientrata a casa, aprì la

dispensa dove conservava la torta e trovò la tortiera ripulita. Pensò a topi, a scoiattoli, a

procioni, agli animaletti ingordi e astuti che popolavano il suo giardino, ma un’ispezione

alla casa la convinse che ben altri animali avevano divorato il dolce.

I cassetti erano aperti, le ante degli armadi spalancate, le sue borsette frugate.

In quella casa era entrato un ladro.

Non aveva rubato niente, spiegò più tardi Paula allo sceriffo, anche perché c’era ben poco da

rubare. Ma quando aveva trovato la crostata di ribes, se l’era spolverata tutta. Succede,

succede, le spiegò lo sceriffo. Non sono ladri di professione, ma vagabondi che entrano in

casa e spesso si accontentano di mangiare qualcosa. Non si preoccupi più di tanto. Paula non

si preoccupò più di tanto.

Preparò un’altra torta, anche per distrarsi, la chiuse nella dispensa e cercò di dimenticare

l’incidente. La sera successiva entrò in casa, andò diritta alla dispensa, la aprì.

La tortiera era vuota. Il ladro di crostate aveva colpito ancora.

Forse un’altra si sarebbe agitata. Ma non Paula. Cucinò un’altra torta al ribes, la sistemò

nella dispensa, andò al lavoro, rientrò la sera. Anche quella crostata era sparita. Alla quinta

crostata sparita, decise di andare al fondo del mistero.

Rientrò a casa in anticipo. A piccoli passi furtivi, con il cuore in gola, girò dietro la sua

villetta, si avvicinò alla finestra della cucina sul retro e guardò dentro. Seduto al tavolo,

calmo e goloso, un uomo stava divorando la crostata, con sistematica intensità. Paula

picchiò sul vetro. L’uomo si fermò di colpo, l’ultima fetta a mezz’aria tra la tortiera e la

bocca. Non accennò neppure a fuggire. Ripose la fetta e sembrò sgonfiarsi.

Paula entrò in casa e lo affrontò. Aveva capito che quel ladro di torte non doveva essere un

criminale pericoloso e che forse, in quel suo continuo tornare sul luogo del delitto, c’era, più

che voglia di crostata, voglia di farsi prendere. «Se le piacciono tanto le mie crostate

avrebbe potuto anche dirmelo senza entrare ogni volta da una finestra» gli disse tranquilla

Paula «cucinare è il mio hobby e gliene avrei preparate quante ne voleva.»

Ma l’uomo scosse la testa e, dopo essersi ripulito gli angoli della bocca dalle ultime briciole

appiccicose, cominciò a raccontare. Si chiamava Chuck, Charles Lachey per l’anagrafe, ed

era un viaggiatore di commercio fallito. Era disoccupato ed era divenuto un vagabondo che

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rotolava come quei cespugli senza radici, spinti dal vento. Non era un ladro, né un

criminale, e avrebbe volentieri ripagato Paula facendo lavoretti in casa. Se lei non lo avesse

denunciato, avrebbe dormito la notte nel ricovero per senzatetto di una chiesa e avrebbe

lavorato per lei, durante il giorno.

Voi avreste accettato? Paula accettò. E continuò a sfornare crostate fino a quando, un paio di

mesi dopo il loro incontro in cucina, Chuck le fece una proposta. Le sue torte sono troppo

deliziose, le disse, perché siano sprecate con amici, vicini e in fiere di contea. Perché non ne

prepari un campione e io vado in giro a cercare di venderle a supermercati e pasticcerie in

città, a New Orleans?

Scettica, lei accettò. Chuck prese in prestito la sua macchina e partì verso la città.

Scomparve per una settimana. Poi arrivò una telefonata. Era lui. Saresti in grado di sfornare

dieci torte al giorno? Le chiese. Credo di sì. Bene, perché ho trovato una catena di

pasticcerie che le vuole comprare. Se venderanno bene, ne compreranno molte altre. Paula si

tuffò nel forno e cominciò a sfornare. Le torte andarono a ruba.

Dieci mesi dopo quella telefonata, Paula lasciò la sua piccola casa e il Comune per

trasferirsi in una grande casa alle porte di New Orleans, con magazzino e cucine annesse. La

“Torta del ladro” come l’hanno chiamata si vende a centinaia nei supermercati della

Louisiana e il ladro di ieri è diventato l’amministratore della sua società con dodici

dipendenti. Stanno per lanciare una linea di biscotti.

Per ora vivono ancora separati, lei nella nuova casa, lui in un appartamento in affitto. Ma

quasi tutte le sere, dicono i vicini, lui torna a dormire da lei. Quei due, sicuramente, stanno

cucinando qualcosa.

(da V. Zucconi, Storie da non credere, Einaudi, Torino, 2001)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Con chi e dove vive la signora Paula?A. Da sola in una grande casa con giardino. B. Con la figlia in una piccola casa con giardino. C. Da sola in una piccola casa con giardino. D. Da sola in una piccola casa di proprietà del marito.

2. Chi è la signora Paula? A. Una casalinga depressa che mangia ogni sera una fetta di crostata. B. Un’impiegata comunale famosa per le sue crostate al ribes. C. Una pasticcera che sforna tutti i giorni crostate al ribes. D. Un’organizzatrice di fiere di paese che mette in palio crostate al ribes.

3. Nella frase “Paula rimase interdetta e turbata” (riga 7), quale termine corrisponde al significato di interdetta e può sostituirlo?

A. Silenziosa. B. Paralizzata. C. Confusa. D. Sbalordita.

4. Secondo lo sceriffo, perché Paula non deve preoccuparsi? Individua la risposta nel testo e trascrivila nello spazio sottostante.

……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

5. Quante crostate spariscono a Paula?A. Quattro. B. Cinque. C. Tre. D. Sei.

6. Come si comporta il ladro di torte una volta scoperto da Paula?A. Calmo e goloso, continua a divorare la crostata. B. Smette di mangiare e cerca di fuggire. C. Fugge con la crostata.

D. Smette di mangiare e non tenta di fuggire.

7. Chi è il ladro di torte?A. Un ladro di professione.

B. Un disoccupato che dorme nei ricoveri per vagabondi. C. Un rappresentante di commercio disoccupato e vagabondo. D. Un commerciante fallito e vagabondo.

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8. Nella frase “Si chiamava Chuck, Charles Lachey per l’anagrafe” (riga 35) che cosa si intende per anagrafe? A. Il registro in cui sono iscritti tutti i cittadini soggetti al pagamento

delle tasse. B. Il registro in cui sono indicate solo le nascite dei cittadini di un Comune. C. Il registro in cui sono riportati tutti i certificati di nascita dei cittadini

di uno Stato. D. Il registro in cui sono indicati nascite, decessi, matrimoni ecc. dei cittadini di un Comune.

9. Paula come si comporta nei confronti dell’uomo? A. Gli propone di lavorare per lei. B. Accetta che lui lavori per lei. C. Non gli crede e lo denuncia. D. Accetta che lui l’aiuti a cucinare le sue torte.

10. Quando l’uomo chiede a Paula se è in grado di sfornare dieci torte al giorno?A. Dopo aver trovato una catena di pasticcerie disposte a comprarle. B. Dopo aver comprato una catena di pasticcerie a New Orleans. C. Dopo essere stato in un grande supermercato di New Orleans.

D. Dopo aver constatato che Paula è capace di cucinare molte torte per le fiere di contea.

11. Nella frase “Scettica, lei accettò” (riga 46) quale termine corrisponde al significato di scetticae può sostituirlo?

A. Fiduciosa.

B. Ingenua.

C. Diffidente.

D. Sbigottita.

12. Ora il ladro di torte che cosa è diventato? Individua la risposta nel testo e trascrivila nello spazio sottostante.

……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

13. Ora Paula e l’ex ladro di torte come e dove vivono?A. Vivono insieme in una grande casa vicino a New Orleans. B. Vivono in due case diverse vicino a New Orleans, ma stanno progettando di vivere

insieme. C. Vivono separati in varie case della Louisiana. D. Vivono insieme in una grande casa vicino a New Orleans, ma hanno intenzione di

separarsi.

14. Come definiresti la vicenda narrata?

A. Di fantasia.

B. Reale.

C. Fantasy.

D. Surreale.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Nelle seguenti coppie, individua e sottolinea il termine corretto. A. Lo/l’ho zio di Giulio a/ha cambiato casa: lo/l’ho sapevi?B. Ai/ahi/hai primi di agosto dell’anno/hanno scorso sono andata al mare. C. Ai/ahi/hai! Mi hai/ai pestato un piede! D. L’insegnate la/l’ha lodata davanti a/ha/ah tutti.

2. Individua gli errori nell’uso dei pronomi personali e scrivi a lato la forma corretta. A. Se incontri Mario, dicci di venirmi a trovare. B. Appena Mara e Laura arrivarono, gli corsi incontro. C. Il gatto di Monica spesso gli graffia le mani. D. Quando Mario è nervoso, non le puoi parlare.

3. Individua i verbi intransitivi presenti nel seguente brano e trascrivili nello spazio sottostante.

Il fiume nasceva da una sorgente tra i colli. Avanzava lento, scendendo tra i prati e raccogliendo rigagnoli di acqua limpida. Sulle rive nidificavano le anatre, mentre nelle pozze più calme le rane deponevano grappoli di uova semitrasparenti. ……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

4. Nelle seguenti frasi individua e sottolinea le preposizioni corrette. A. I ragazzi non erano abituati di/a correre su strade di/in salita. B. Ho visto una bella casa da/per affittare in/per sei mesi. C. Pensarono da/di avvisarti con/per un messaggio telefonico. D. Non credete di/a tutto ciò che sentite dire su/per Marcello.

5. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento predicativo del soggetto? A. La simpatica compagnia ha reso la gita indimenticabile. B. Carla sembrava stanca al ritorno dalla palestra. C. Molti considerano i Beatles un complesso straordinario.

D. Mio fratello maggiore mi tratta ancora da bambino.

6. Individua e sottolinea i complementi di denominazione presenti nelle seguenti proposizioni o frasi semplici. A. L’isola di Malta era una colonia dell’Inghilterra.

B. Nel mese di luglio la città è stata colpita da un’ondata di afa. C. I volontari di Garibaldi avevano il soprannome di “Camicie rosse”. D. Lo Stato del Brasile si trova nell’America del Sud.

7. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di moto a luogo?A. Al termine della lezione, portate i disegni sulla cattedra. B. Davanti al municipio il sindaco fu accolto calorosamente. C. Il traghetto parte da Genova alle nove di sera. D. Alcuni alunni restano a scuola anche nel pomeriggio.

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8. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata soggettiva? A. I marinai temevano di dover affrontare una burrasca. B. Il tempo è così bello da invitare a uscire. C. La mamma si chiedeva a che ora saremmo tornati. D. Bisogna proteggersi la pelle dal sole.

9. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata dichiarativa?A. La società che mi ha assunto aprirà una nuova sede. B. Dato che non piove da una settimana, innaffierò il giardino. C. Il giudice era convinto che l’accusato fosse innocente. D. I ragazzi si chiedevano a che ora sarebbe iniziata la gara.

10. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata interrogativa indiretta? A. Sperava che i suoi amici lo accompagnassero a casa. B. Diteci quando arriverete a destinazione. C. È necessario che tutti imparino il rispetto per la natura. D. Quando l’automobile sarà riparata, te lo comunicherò.

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Rex e Tyra

Quando si è giovani e innamorati, si ha fretta. Rex percorreva a grandi balzi la valle pietrosa

in fondo alla quale c’era la casa di Tyra. Voltandosi indietro vide le sue grandi orme

perdersi in lontananza. Oh sì, ne aveva fatta di strada! «Perché ti sei scelto una fidanzata di

montagna», gli aveva detto il padre, «Non ce n’erano abbastanza quaggiù?» Ma Tyra aveva

qualcosa che le altre non avevano. Quel modo di guardare, di socchiudere gli occhi. E poi i

suoi denti, bianchi, brillanti. Sì, Tyra era la più bella piccola che avesse mai incontrato.

Valeva la pena di correre tanto per incontrarla. E poi Rex era un giovane tirannosauro

robusto, non era certo un deserto di pietra a spaventarlo.

Percorse di buon passo la salita che lo portava da Tyra. Arrivò davanti a una grande caverna,

nella parete a strapiombo del monte. Riprese fiato e la chiamò.

«Ehi, piccola...»

Tyra uscì lentamente dalla caverna. Era ancora più bella di come la ricordava. Aveva fatto il

bagno e la pelle scura brillava sotto il sole. Sorrise mostrando la formidabile dentatura.

«Ciao Rex. Allora, andiamo lassù?»

«Te l’ho promesso. La cima del cratere ci aspetta.»

«Non perdiamo tempo. Mio padre è a caccia, ma potrebbe tornare presto e quando torna è

sempre arrabbiato.»

Si incamminarono fianco a fianco, facendo rotolare massi giù per la discesa.

«Vedi» disse Tyra «Il babbo non si vuol convincere che è vecchio. Gli scappano tutti ormai,

anche i bradosauri. Due giorni fa ha provato ad attaccare un bronto e per poco non ci lascia

le penne. S’è beccato una codata in faccia, ha ancora il segno. E quando torna a casa senza

preda, se la prende con la mamma.»

«Anche il mio vecchio si arrabbia spesso» disse Rex «ma per fortuna qualche preda la

cattura ancora.»

«Brutta cosa invecchiare» sospirò Tyra.

«Già» disse Rex e con la piccola zampa anteriore cercò di cingerle la schiena, ma Tyra

ridendo scappò agilmente in avanti.

Ormai erano alle pendici del cratere. La terra era più scura e calda.

Cominciarono a scalare la parete del cratere. Non era molto ripida, ma il loro peso faceva

franare il terreno. Rex spinse Tyra da dietro col muso. Lei finse di arrabbiarsi. Infine

arrivarono in cima. Dall’interno del cratere salivano colonne di fumo e un odore acre. L’aria

era grigia e rovente.

«Mi piace venire qui, ma ho anche paura» disse Tyra. «Mio nonno mi raccontava sempre

che quando la Grande Pietra Volante aprì questo buco, molti di noi morirono.»

«Anche mio nonno me lo raccontava» disse Rex avvicinandosi «E poi mi diede un consiglio

prezioso.»

«E quale?» chiese Tyra, appoggiandosi a lui.

«Disse: vedi piccolo Rex, un giorno una Pietra più grande delle altre cadrà dal cielo su

questa valle, e farà un cratere enorme dalle montagne fino ai laghi. Il cielo diventerà ardente

come il giorno della Grande Pietra. E allora, sai che consiglio mi diede il nonno?»

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PROVA 6

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«Sono proprio curiosa» cinguettò Tyra.

Mi disse: «Rex, se un giorno ti trovi solo con una bella piccola, e ti viene voglia di baciarla,

non esitare perché da un momento all’altro può cadere la Grande Pietra».

«E se lei non vuole?» rise Tyra.

«Dille: pensa che sfortuna, piccola, se la Grande Pietra cadesse proprio adesso non sapresti

mai cos’è un bacio.»

«Chi ti dice che non lo sappia?»

Una luce gialla illuminò il cielo. Rex la indicò con un sorriso.

«Vedi, è un segnale. Vuoi perdere questa occasione?»

«Credo di no» disse lei. Ci volle un po’ di tempo, perché un bacio tra due tirannosauri non è

cosa da poco. Ma quando ebbero sistemato le zanne, e le bocche si unirono, sembrò loro che

la terra tremasse, e un vento caldo li sollevasse da terra.

«Accidenti che bacio» pensò lui, guardando la sabbia che mulinava e le crepe che si

aprivano nel terreno.

«Oh Rex» sospirò lei, continuando a baciarlo. Anche se avessero voluto smettere non

avrebbero potuto, perché si erano incastrati proprio per bene. Così, bocca sulla bocca, gli

occhi chiusi, non videro il grande globo giallo che si ingrandiva lassù in cielo. Sentirono il

rumore di mille zampe che correvano, e di rocce che si spaccavano, ma non importava loro

molto di cosa stava succedendo.

Quando si è giovani, si ha tutta la vita davanti.

(da S. Benni, L’ultima lacrima, Feltrinelli, Milano, 1994, rid. e adatt.)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Perché Rex corre? A. È robusto e gli piace il movimento. B. Non vede l’ora di incontrare Tyra. C. Vuole mostrare a Tyra quanto è veloce. D. Cerca di sottrarsi ai rimproveri di suo padre.

2. Quale sentimento prova Rex per Tyra?A. Affetto. B. Amicizia. C. Amore. D. Gelosia.

3. Come si presenta il territorio che deve attraversare Rex per raggiungere Tyra?A. È un deserto di sabbia. B. È una steppa semiarida. C. È una formazione di dune. D. È una superficie sassosa.

4. Dove vive Tyra?A. In una cavità affacciata su un dirupo. B. In una caverna al termine di una discesa. C. In una grotta scavata nel monte. D. In un cunicolo alla base della montagna.

5. Nella frase “Sorrise mostrando la formidabile dentatura” (riga 13) quale aggettivo corrisponde al significato di formidabile e può sostituirlo? A. Affascinante. B. Scintillante.C. Potente. D. Appuntita.

6. Quale congiunzione si può inserire per collegare le due frasi seguenti: “Non perdiamo tempo” e “Mio padre è a caccia, ma potrebbe tornare presto e quando torna è sempre arrabbiato” (righe 16-17)?A. Perciò. B. Cosicché. C. Inoltre. D. Poiché.

7. Nella frase “ha provato ad attaccare un bronto e per poco non ci lascia le penne” (righe 20-21) che cosa significa l’espressione lasciarci le penne? A. Ottenere la vittoria. B. Rischiare la vita. C. Darsi alla fuga. D. Combattere duramente.

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8. Com’è l’ambiente intorno al cratere raggiunto da Rex e Tyra? A. Invaso da un caldissimo fumo grigio dall’odore pungente. B. Oscurato da nubi maleodoranti provenienti dal cielo grigio. C. Inondato da colate di lava dall’odore acre. D. Arroventato da spruzzi fiammeggianti e da un fumo acre.

9. Quale consiglio ha ricevuto Rex da suo nonno?A. Rimanere al sicuro perché la Grande Pietra può cadere in qualsiasi momento. B. Trovare un riparo nella valle quando la Grande Pietra cadrà dal cielo. C. Fuggire, appena possibile, con una bella femmina di tirannosauro. D. Non perdere l’occasione di essere felice perché la vita può essere breve.

10. Che cosa intende dire Tyra quando domanda a Rex “Chi ti dice che non lo sappia?” (riga 47)?A. Anche lei conosce il segreto della Grande Pietra.B. Ha già provato l’esperienza di un bacio. C. Forse ha già baciato un tirannosauro. D. Sa che potrebbe capitare loro una disgrazia.

11. Che cosa fa Rex quando nel cielo appare una luce gialla?A. Non se ne accorge. B. La vede, ma non se ne preoccupa. C. La vede e si mette al riparo con Tyra. D. Ne approfitta per assistere all’evento.

12. Che cosa significa la frase “non è cosa da poco” (righe 50-51) riferita al bacio tra Rex e Tyra?A. Il bacio è molto breve. B. Il bacio non dura poco tempo. C. Baciarsi non è un’impresa facile. D. Baciarsi è molto piacevole.

13. Nella frase “guardando la sabbia che mulinava” (riga 53) quale espressione corrisponde al significato di mulinava e può sostituirlo?A. Volava formando vortici. B. Scivolava giù dalle pendici. C. Si ammassava in mucchi. D. Fuoriusciva dal cratere.

14. Chi corre mentre Rex e Tyra si baciano?A. Gli animali dei dintorni che vogliono assistere al loro bacio.

B. I loro genitori che li stanno cercando per sgridarli. C. Alcuni tirannosauri che vogliono osservare la luce gialla. D. Tutti coloro che fuggono dal pericolo incombente.

15. Che cosa esprime l’autore con la frase conclusiva “Quando si è giovani, si ha tutta la vita davanti” (riga 60)?A. Ottimismo. B. Ironia. C. Speranza.

D. Indifferenza.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Nelle seguenti coppie individua il termine corretto. A. Grazziose/graziose. B. Ragionevole/raggionevole. C. Coltello/cortello. D. Pultroppo/purtroppo.

2. Individua gli errori nella concordanza del predicato con il soggetto e scrivi a lato la forma corretta.

A. Gli alunni della classe di Simone va in gita a Firenze. ………………………

B. Il gregge di pecore brucavano nel prato. ………………………

C. La folla dei tifosi gridarono slogan di incoraggiamento. ………………………

D. Tu e Cristina hai mangiato un cesto ciliegie. ………………………

3. Quale delle seguenti frasi contiene un verbo riflessivo?A. A Pasqua si usa mangiare un dolce a forma di colomba. B. È inutile piangere quando il danno ormai è fatto. C. Si vedeva subito che andavano d’accordo. D. Si prepararono all’esibizione con il massimo impegno.

4. Individua e sottolinea le congiunzioni presenti nelle seguenti frasi. A. Non so se a Natale andrò dalla nonna, comunque le telefonerò. B. Il ciclista risalì in bicicletta e, benché fosse stanco, raggiunse la meta. C. Mi aspetto che tu mi avverta quando ritardi. D. Marco ha agito bene, tuttavia è stato frainteso e criticato.

5. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento predicativo dell’oggetto?A. Livia è stata scelta come rappresentante di classe. B. Era soprannominato “Maciste” per la sua potente muscolatura. C. A causa dell’incendio il bosco divenne una distesa di cenere. D. Gli insegnanti ti considerano una ragazza responsabile.

6. Individua e sottolinea i complementi di termine presenti nelle seguenti proposizioni o frasi semplici. A. Il postino ci consegna la posta tutte le mattine alle otto. B. Paolo ha dedicato alla fidanzata una poesia. C. Mi raccomandò al direttore per un incarico di fiducia. D. Giulia ha regalato alla mamma una sciarpa di seta a righe.

7. Individua e sottolinea i complementi di tempo presenti nelle seguenti proposizioni o frasi semplici. A. L’anniversario del loro matrimonio cade tra due settimane. B. Da parecchio Marco desidera una videocamera digitale. C. Il corso di danza inizierà a ottobre. D. Il 2 giugno Lara compie quattordici anni.

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8. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata relativa?A. Hanno aspettato a lungo che arrivasse il treno. B. Parigi è così bella che abbiamo deciso di ritornarci. C. Dante, che compose la Divina Commedia, nacque a Firenze. D. Preferisco rischiare una sconfitta che essere escluso dalla gara.

9. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata finale?A. L’autista fu multato per avere parcheggiato in zona pedonale. B. Siamo troppo impegnati per accettare un altro incarico. C. Per quanto si sforzasse, non riuscì a nascondere il malumore. D. I concorrenti si preparavano per superare l’esame finale.

10. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata consecutiva? A. Ballava così bene da entusiasmare il pubblico. B. Da quando sono arrivati, è finita la pace. C. Questa è un’affermazione da non credersi. D. Dimmi da chi è stata donata questa generosa offerta.

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Dolci, che passione!

Migliorano l’umore e sono ricchi di magia (e di simboli): ecco perché torte e pasticcini ci piacciono tanto. Fin dalla preistoria. Torte alla crema, ciambelle, brioches. E poi canditi, bignè, merendine: paste frolle e sfoglie. Per non parlare dei gelati e delle mille ricette a basedi cioccolato... Resistere alle lusinghe dei dolci è quasi impossibile. Non a caso, ne mangiamo quasi 25 kg a testa l’anno fra prodotti da forno, cioccolato, gelato, caramelle e confetti. In pratica, 68,5 g al giorno: non male, ma poco in confronto agli inglesi (160 g al giorno), ai danesi (113 g) e ai finlandesi (107,4 g). Ma perché i dolci ci piacciono così tanto? Sono pericolosi per la salute? E chi li ha creati? Anche se i dessert sono un’invenzione degli ultimi tre secoli, l’attrazione per il dolce è antica quanto l’uomo. A partire dalla nascita: il latte materno è il primo dolce che assaggiamo. E il dolce è il primo gusto che percepiamo sulla punta della lingua. Ma c’è di più. Nella preistoria, l’ominide che avesse preferito una foglia d’insalata a un ficomaturo, ricco di zucchero e ad alto valore energetico, non sarebbe sopravvissuto alla prima carestia. Il ricordo di questo comportamento, insomma, è rimasto nella memoria geneticadell’uomo. Mangiare dolci è gratificante e ci fa sentire bene. Un effetto non solo psicologico, dato che idolci innescano una cascata di reazioni biochimiche: da una parte elevano i livelli di endorfine (sostanze analgesiche ed eccitanti prodotte dal cervello) e dall’altra viene rilasciato nel sangue il triptofano, sostanza che stimola sensazioni di benessere. L’eccesso di stimolo, tuttavia, come in ogni dipendenza, richiede dosaggi sempre maggiori, con inevitabile acquisto di peso. Ovvero: un po’ di dolce fa bene, ma attenzione a non strafare. Ma quando sono stati inventati i dolciumi?I primi a vedere la luce sono stati i biscotti: sono apparsi durante il Neolitico, probabilmente quando una “pappa” di cereali lasciati a macerare nell’acqua cadde accidentalmente supietre arroventate dal fuoco. Era solo l’inizio: da allora, i dolci sono apparsi nei banchetti dei Babilonesi, degli Egizi e dei Greci. La nascita del dolce vero e proprio, però, è legata all’evoluzione della panificazione. È unarricchimento del pane: in occasione di celebrazioni e riti, si aggiungevano all’impasto del pane prodotti del territorio, come frutta secca e uva passita. Inoltre, la preparazione dei dolci, con l’impasto di molto ingredienti e l’incognita della riuscita, somiglia a un rito magico. Le prime preparazioni, dunque, erano riservate allesolennità e alle offerte agli dei, usanza che in parte sopravvive, visto che esistono ancoradolci specifici per diverse ricorrenze. In ogni cultura il dolce rappresenta un premio che l’uomo si è dato per festeggiare qualcosa. E ha valori simbolici, come i dolci a forma diossa, tuttora in uso in diverse regioni italiane per celebrare le festività dei morti.

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Anche il dolce nuziale è ricco di simboli. In molte civiltà mediterranee si usava gettare

chicchi di frumento sugli sposi come simbolo di prosperità. Nella Roma del I secolo a.C. i

chicchi di grano diventarono farina, con cui erano cotti dolcetti di miele e frutta che

venivano prima sbriciolati sul capo della sposa e poi mangiati dai coniugi come augurio di

abbondanza.

Nel Medioevo si usava ammonticchiare i biscotti e i pasticcini portati dagli invitati: più alto

era il cumulo, maggiore sarebbe stata la felicità dei coniugi.

Da questa “montagnola” nacque, nel XVII secolo, la torta glassata a più piani caratteristica

dei pranzi nuziali.

Oltre a essere meno elaborati, però, i dolci del passato differivano da quelli moderni perché

non contenevano zucchero. Importato dalle Americhe dopo il ’500, per altri 200 anni non fu

usato per il suo costo esorbitante. Al suo posto si usava il miele. Ecco perché nel Medioevo,

furono soprattutto i monasteri che panificavano e praticavano l’apicoltura, a creare nuove

preparazioni come marzapane, cialde e frittelle.

La pasticceria moderna, invece, è nata nel ’700 in Francia, e anche l’abitudine di mangiare il

dolce a fine pasto con il rito del dessert (da desservir, sparecchiare); prima, infatti, i dolci si

consumavano durante il pranzo. Solo in tempi recenti il dolce, prima riservato alle occasioni

speciali, è diventato un cibo di tutti i giorni. Per la gioia dei golosi, che devono però

vedersela con i problemi di linea.

(da F. Orsenigo, Energie dolci, in Focus, n. 186, aprile 2008, Gruner + Jahr / Mondadori Spa, rid. e adatt.)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Nella frase “Resistere alle lusinghe dei dolci è quasi impossibile” (riga 5) quale nome corrisponde al significato di lusinghe e può sostituirlo?A. Magie. B. Attrattive. C. Illusioni. D. Promesse.

2. Quali prodotti vengono elencati nel consumo annuo di dolci per abitante nel nostro Paese?Trascrivili nello spazio sottostante.

………………………………………………………………………………………………………………………

3. Quali sono i maggiori consumatori di dolci in Europa?A. Italiani. B. Danesi. C. Finlandesi. D. Inglesi.

4. Quando è nata nell’uomo l’attrazione per il dolce? A. Tre secoli fa. B. Alla fine del Paleolitico. C. Alla comparsa dell’uomo. D. Dopo la preistoria.

5. Che cosa significa la frase “Il ricordo di questo comportamento, insomma, è rimasto nella memoria genetica dell’uomo” (righe 15-16)?A. Chi sopravvisse alle carestie trasmise ai discendenti la preferenza per i cibi energetici.B. L’essere umano ha dimenticato il valore energetico dei cibi zuccherini. C. L’ominide ha trasmesso all’uomo la preferenza per un’alimentazione ricca di verdure. D. L’uomo non ha dimenticato il valore della verdura nell’alimentazione.

6. Perché mangiare i dolci fa stare bene?

A. Provocano un effetto solo psicologico. B. Stimolano il cervello a produrre il triptofano, sostanza che riduce il dolore. C. Elevano nel sangue i livelli di endorfine, sostanze calmanti. D. Innescano nel corpo una serie di reazioni che producono sensazioni positive.

7. Che cosa significa la frase “L’eccesso di stimolo, tuttavia, come in ogni dipendenza, richiede dosaggi sempre maggiori, con inevitabile acquisto di peso” (righe 20-22)? A. Il dolce stimola la fame e fa aumentare il bisogno di proteine. B. Mangiare troppi dolci crea il bisogno di mangiarne sempre di più e si ingrassa.

C. L’abitudine a mangiare dolci non produce un inevitabile aumento di peso. D. L’abitudine a mangiare dolci di tanto in tanto crea dipendenza e fa ingrassare.

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8. Quando è nato il dolce vero e proprio?A. Durante il Neolitico. B. Al tempo dei Babilonesi e degli Egizi. C. Con lo sviluppo delle tecniche di produzione del pane. D. Durante i riti religiosi della cultura greca.

9. Perché la preparazione dei dolci somiglia a un rito magico?A. Vengono mischiati differenti ingredienti e non si è sicuri dell’esito. B. Si utilizzano ingredienti di cui non si conosce la provenienza. C. Vengono impastati insieme ingredienti poco salutari. D. Non si sa quale effetto avrà la preparazione su chi la consuma.

10. Nella frase “Le prime preparazioni, dunque, erano riservate alle solennità e alle offerte agli dei” (righe 32-33) quale congiunzione corrisponde al significato di dunque e può sostituirla?A. Inoltre. B. Allora. C. Tuttavia. D. Pertanto.

11. Quali preparazioni sono ricordate come esempi di dolci simbolici?A. I dolci offerti come premio per festeggiare qualcosa. B. Le torte contenenti miele e frutta. C. I dolci preparati in occasione di particolari ricorrenze. D. I dolci di farina di frumento.

12. Quando è nata la caratteristica torta nuziale a più piani?A. Nel Medioevo. B. Nel 1600. C. Nel sedicesimo secolo. D. Nel 1700.

13. Perché non si usava lo zucchero nel passato?A. Non fu importato fino al diciottesimo secolo. B. I dolci del passato erano meno elaborati. C. I consumatori preferivano il gusto del miele. D. Fino al 1700 era considerato troppo costoso.

14. Quali erano nel Medioevo gli elementi base per preparare marzapane, cialde e frittelle?A. Zucchero e farina.

B. Miele e zucchero. C. Farina e miele. D. Frutta e farina di frumento.

15. Nella frase “che devono però vedersela con i problemi di linea” (righe 54-55) quale espressione corrisponde al significato di vedersela con i problemi e può sostituirla?

A. Osservare i problemi. B. Scontrarsi con i problemi. C. Risolvere i problemi. D. Riflettere sui problemi.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Nelle seguenti coppie individua e sottolinea il termine corretto. A. Partecipazione/partecipazzione. B. Reperibile/repperibile. C. Profiquo/proficuo. D. Pregiudizio/pregiudizzio.

2. Inserisci nelle seguenti frasi i pronomi relativi opportuni scegliendo tra: che, da cui, per cui, tra cui. A. Ricorda il motivo ………......……. abbiamo litigato.

B. È arrivata la lettera ………......……. hai aspettato con ansia.

C. La commessa mostrò i modelli ………......……. scegliere l’abito da sposa.

D. Non imitare le persone ………......……. puoi trarre cattivo esempio.

3. Coniuga i seguenti verbi al modo indicativo, tempo passato remoto, prima persona singolare.

A. Persuadere. ………………….……

B. Condurre. ………………….……

C. Nascere. ………………….……

D. Porre. ………………….……

4. Nelle seguenti frasi individua e sottolinea gli avverbi e le locuzioni avverbiali di modo. A. Il vecchio si alzò a fatica e lentamente si avviò verso la porta. B. Il servizio meteorologico informa che domani il tempo migliorerà gradualmente. C. All’improvviso l’albero fu violentemente scosso dal vento e si spezzò. D. Correva a precipizio per uscire presto dal bosco.

5. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di moto da luogo?A. Susanna è rimasta dagli zii per due settimane. B. Nel viaggio di ritorno dalla Sicilia ho dormito sempre. C. Il commesso andò dal direttore del personale per un cambio di turno. D. Sono stato dal meccanico per la riparazione dei freni del mio motorino.

6. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di tempo continuato? A. In primavera i miei vicini si trasferiranno in Veneto. B. Luca si è fermato al parco per un’oretta. C. Il nostro programma preferito inizia alle diciotto.D. Molte persone schiacciano un pisolino dopo pranzo.

7. Individua e sottolinea i complementi di unione presenti nelle seguenti proposizioni o frasi semplici.

A. Con questa pioggia si esce di casa con l’ombrello. B. Starò in casa in compagnia di un libro. C. I giocatori entrarono in campo con la bandiera italiana. D. Ho bevuto una cioccolata con la panna con i miei amici.

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8. Quale delle proposizioni finali evidenziate nei seguenti periodi è implicita?A. La polizia intervenne affinché la rissa fosse sedata. B. I tifosi incitarono la squadra perché ce la mettesse tutta. C. Allo scopo che tutti fossero informati, fu affisso un avviso. D. Per non sentire quel rumore sgradevole, mi tappai le orecchie.

9. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata concessiva?A. Silvia è così timida che non parla di fronte a estranei. B. Hai assaggiato la torta che ho preparato per te?C. Nonostante fosse in ansia, cercò di mantenere la calma. D. Si è fatto tardi, perciò andrò a riposare.

10. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata modale?A. Accolse la notizia saltando di gioia. B. Essendo stanchi, si ritirarono dalla gara. C. Non canta mai pur avendo una bella voce. D. Correndo, inciampò e cadde.

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Il piccione comunale

Gli itinerari che gli uccelli seguono emigrando, verso sud o verso nord, d’autunno o a primavera, traversano di rado la città. Gli stormi tagliano il cielo alti sopra le striate groppe1

dei campi e lungo il margine dei boschi, ed ora sembrano seguire la ricurva linea di un fiume o il solco d’una valle, ora le vie invisibili del vento. Ma girano al largo, appena lecatene di tetti d’una città gli si parano davanti. Pure, una volta, un volo di beccacce autunnali apparve nella fetta di cielo d’una via. E se ne accorse solo Marcovaldo, che camminava sempre a naso in aria. Era su un triciclo a furgoncino, e vedendo gli uccelli pedalò più forte, come andasse al loro inseguimento, presoda una fantasticheria di cacciatore, sebbene non avesse mai imbracciato altro fucile che quello del soldato. E così andando, cogli occhi agli uccelli che volavano, si trovò in mezzo a un crocevia, col semaforo rosso, tra le macchine, e fu a un pelo dall’essere investito. Mentre un vigile con la faccia paonazza gli prendeva nome e indirizzo sul taccuino, Marcovaldo cercò ancora con lo sguardo quelle ali nel cielo, ma erano scomparse. In ditta, la multa gli suscitò aspri rimproveri. «Manco i semafori capisci?» gli gridò il caporeparto. «Ma che cosa guardavi, testavuota?» «Uno stormo di beccacce, guardavo...» disse lui. «Cosa?» e al caporeparto, che era un vecchio cacciatore, scintillarono gli occhi. E Marcovaldo raccontò. «Sabato prendo cane e fucile!» disse il capo, tutto arzillo, dimentico ormai della sfuriata. «È cominciato il passo, su in collina. Quello era certo uno stormo spaventato dai cacciatorilassù, che ha piegato sulla città...» Per tutto quel giorno il cervello di Marcovaldo macinò, macinò come un mulino. «Se sabato, com’è probabile, ci sarà pieno di cacciatori in collina, chissà quante beccacce caleranno incittà; se sono in gamba, domenica mangerò beccaccia arrosto.» Il casamento dove abitava Marcovaldo aveva il tetto fatto a terrazzo, coi fili di ferro per stendere la roba ad asciugare. Marcovaldo ci salì con due dei suoi figli, con un bidone divischio2, un pennello e un sacco di granone. Mentre i bambini spargevano chicchi di granone dappertutto, lui spennellava di vischio i parapetti, i fili di ferro, le cornici dei comignoli. Ce ne mise tanto che per poco Michelino, il più piccolo, giocando, non ci restò lui appiccicato. Quella notte Marcovaldo sognò il tetto cosparso di beccacce invischiate sussultanti. Sua moglie, più vorace e pigra, sognò anatre già arrosto posate sui comignoli. La figlia,

1 striate groppe: superfici ondulate su cui spiccano le coltivazioni.2 vischio: pianta parassita delle querce da cui si ricava una sostanza collosa e appiccicosa.

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romantica, sognava colibrì da adornarsene il cappello. Michelino sognò di trovarci una

cicogna.

Il giorno dopo, a ogni ora, uno dei bambini andava d’ispezione sul tetto: faceva appena

capolino dal lucernaio, perché, nel caso stessero per posarsi, non si spaventassero, poi

tornava giù a dare le notizie. Le notizie non erano mai buone. Finché, verso mezzogiorno,

Paolino tornò gridando: «Ci sono! Papà! Vieni!».

Marcovaldo andò su con un sacco. Impegolato nel vischio c’era un povero piccione, uno di

quei grigi colombi cittadini, abituati alla folla e al frastuono delle piazze.

Svolazzando intorno, altri piccioni lo contemplavano tristemente, mentre cercava di

spiccicare le ali dalla poltiglia su cui s’era malaccortamente posato.

La famiglia di Marcovaldo stava spolpando le ossicine di quel magro e tiglioso3 piccione

fatto arrosto, quando sentirono bussare. Era la cameriera della padrona di casa: «La signora

la vuole! Venga subito!».

Molto preoccupato, perché era indietro di sei mesi con la pigione e temeva lo sfratto,

Marcovaldo andò all’appartamento della signora, al piano nobile. Appena entrato nel salotto

vide che c’era già un visitatore: la guardia dalla faccia paonazza.

«Venga avanti, Marcovaldo» disse la signora. «Mi avvertono che sul nostro terrazzo c’è

qualcuno che dà la caccia ai colombi del Comune. Ne sa niente, lei?»

Marcovaldo si sentì gelare.

«Signora! Signora!» gridò in quel momento una voce di donna.

«Che c’è, Teresa?» Entrò la lavandaia. «Sono andata a stendere in terrazzo, e m’è rimasta

tutta la biancheria appiccicata. Ho tirato per staccarla, ma si strappa! Tutta roba rovinata!

Cosa mai sarà?»

Marcovaldo si passava una mano sullo stomaco come se non riuscisse a digerire.

(da I. Calvino, I racconti, A. Mondadori, Milano, 1993)

3 tiglioso: dalla carne dura, difficile da masticare.

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Quale itinerario seguono di solito gli uccelli migratori?A. Volano in direzione dei boschi, delle città e dei fiumi. B. Volano verso sud e verso nord, attraversando spesso le città. C. Volano in qualunque direzione, purché lontano dalle città. D. Volano in alto, verso i campi e i tetti delle città.

2. Perché Marcovaldo pedala più forte quando vede nel cielo le beccacce in volo?A. Cerca di scoprire la direzione che prenderà lo stormo. B. Corre a procurarsi un fucile per sparare agli uccelli. C. Vuole inseguire gli uccelli per scoprire dove si posano. D. Immagina di essere un cacciatore all’inseguimento della preda.

3. Perché Marcovaldo viene multato?A. Pedala troppo velocemente in una via del centro cittadino. B. Non guarda la strada e passa con il semaforo rosso. C. Non è attento alla guida e provoca un ingorgo del traffico. D. Attraversa il crocevia con il rosso e rischia di investire un passante.

4. Nella frase “Manco i semafori capisci?” (riga 14) quale avverbio corrisponde al significato di manco e può sostituirlo? A. Anche. B. Magari. C. Persino. D. Neppure.

5. Che cosa significa l’espressione “il cervello di Marcovaldo macinò, macinò come un mulino” (riga 23)?

A. I pensieri di Marcovaldo girarono leggeri come le pale di un mulino al vento. B. La mente di Marcovaldo lavorò ininterrottamente come la macina di un mulino. C. Marcovaldo fu oppresso da pensieri pesanti come la macina di un mulino. D. Il cervello di Marcovaldo macchinò senza sosta progetti disonesti.

6. Che cosa decide di fare Marcovaldo il sabato seguente? A. Seguire il caporeparto nella battuta di caccia. B. Appostarsi fuori città in attesa del passaggio degli uccelli. C. Recarsi in collina a caccia di beccacce. D. Catturare qualche beccaccia fuggita dalla collina.

7. Che cosa intende fare Marcovaldo per procurarsi una beccaccia? A. Attirarla sul terrazzo e intrappolarla.

B. Bloccarla con una trappola fatta con fili di ferro. C. Attirarla sul terrazzo e spararle. D. Ucciderla con del grano avvelenato.

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8 Nella frase “Sua moglie, più vorace e pigra, sognò anatre già arrosto posate sui comignoli” (righe 32-33) quale aggettivo corrisponde al significato di vorace e può sostituirlo?A. Impaziente.B. Ingorda. C. Egoista. D. Deperita.

9 In che modo i figli di Marcovaldo controllano ogni ora se la preda è stata catturata? A. Si affacciano alle finestre di casa. B. Salgono sul terrazzo e perlustrano ogni angolo. C. Spiano dalle vetrate che danno sul terrazzo. D. Osservano il tetto nascosti dietro i comignoli.

10. Nella frase “Impegolato nel vischio c’era un povero piccione” (riga 40) quale espressione corrisponde al significato di impegolato e può sostituirlo?A. Completamente immobilizzato. B. Con le zampe e le ali incollate. C. Graffiato e ferito. D. Con il collo bloccato.

11. Perché, secondo l’autore, gli altri piccioni che svolazzano intorno sembrano tristi? A. Scoprono che non possono posarsi sul terrazzo. B. Temono di fare anche loro una brutta fine. C. Sanno che non potranno beccare il grano. D. Vedono che non c’è via di fuga per il loro compagno.

12. Nella frase “su cui s’era malaccortamente posato” (riga 43) quale avverbio corrisponde al significato di malaccortamente e può sostituirlo?A. Sfortunatamente. B. Imprudentemente. C. Coraggiosamente. D. Improvvisamente.

13. Perché Marcovaldo si preoccupa quando viene convocato nell’appartamento della padrona di casa?A. È da parecchio che non paga l’affitto e ha paura di essere sfrattato. B. Teme che la padrona di casa voglia aumentare l’affitto. C. Sa che finirà per strada perché la padrona di casa gli darà lo sfratto. D. Da sei mesi paga solo la metà dell’affitto e teme di ricevere una multa.

14. Perché Marcovaldo si sente gelare nell’appartamento della padrona di casa?A. Ha paura che la guardia lo riconosca e riferisca della contravvenzione. B. Teme di essere sgridato perché è salito sul terrazzo. C. Sa di essere colpevole e ha paura di una punizione. D. Non ha il denaro per pagare il danno procurato al Comune.

15. Perché Marcovaldo si passa una mano sullo stomaco?A. Il piccione era vecchio e la sua carne risulta indigesta. B. Il pranzo è stato insufficiente a soddisfare il suo appetito. C. Ha paura che la carne del piccione sia avvelenata dal vischio. D. Teme che il misero pasto gli porterà gravi conseguenze.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Individua i termini che richiedono le doppie e riscrivili in forma corretta nello spazio sottostante. intraprendere – acelerare – sovraporre – esplorazione – tapezeria – memorabile – spazio – abronzarsi ………………………………………………………………………………………………………………………

2. Nelle seguenti frasi individua e sottolinea il pronome relativo corretto. A. Ha ultimato il progetto che/al quale aveva lavorato tanto. B. Marco è un ragazzo il quale/di cui ci si può fidare. C. Nel ristorante che/in cui siamo stati ieri, si mangia bene. D. L’edificio il quale/dal quale sono usciti quei ragazzi è pericolante.

3. Quale delle seguenti frasi contiene un verbo in forma impersonale?A. Sembra che verrà a piovere. B. Il pubblico pareva incantato dalla musica. C. Accadde un fatto strano, ancora inspiegabile. D. È stato interessante il suo discorso.

4. Nelle seguenti frasi inserisci le preposizioni semplici o articolate corrette.

A. Siamo usciti …… tutta fretta per andare …… cinema.

B. Due ombrelloni sono volati in mare …… la violenza …… vento.

C. …… molti anni non vedo i ragazzi che sono stati a scuola …… me.

D. Rifletti …… ciò che ha detto prima …… rispondergli.

5. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento d’agente? A. I ladri furono messi in fuga dall’allarme. B. Nella notte la città è stata coperta da una coltre di neve. C. Quel vecchio cancello è intaccato dalla ruggine. D. Siete stati tratti in inganno da un uomo disonesto.

6. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di fine?A. Marta è stata male per una bronchite. B. Guido ha chiesto un permesso per motivi familiari. C. La nave salperà da Brindisi per una crociera. D. Ieri ho giocato a pallacanestro per la prima volta.

7. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di stato in luogo?A. Il treno arrivò da Milano in perfetto orario. B. Le rondini migrano in Europa dall’Africa. C. Sara è stata dalla nonna tutto il pomeriggio. D. Andremo da Mario domani.

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8. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata strumentale?A. Scendendo le scale, sono scivolata sulla passatoia. B. Mio padre si rilassa occupandosi del giardino. C. Il pubblico seguiva lo spettacolo divertendosi. D. Essendo in ritardo, trovò l’ufficio già chiuso.

9. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata condizionale?A. Il medico mi domandò se avevo avuto il morbillo.B. Carlo sperava che saresti andato a trovarlo. C. Lavora, invece di perdere tempo. D. Ti aiuteranno a patto che tu dica la verità.

10. Nel periodo “La strada era così lunga che non se ne vedeva la fine”, che non se ne vedeva la fine che tipo di proposizione subordinata esplicita è?A. Relativa. B. Consecutiva. C. Dichiarativa.D. Soggettiva.

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La scala dei ricordi

Una vecchia storia torna alla memoria quasi ogni notte. Forse perché sono vecchio e non miè rimasto molto da vivere. Forse perché sono solo in questa casa sul mare. E può sembrare una favola questo ricordo. Può sembrare un sogno di un vecchio pazzo. Ma non lo è. Vigiuro che non lo è. È una storia di tanto tempo fa, quando ero molto più giovane di adesso e giravo l’Italia come rappresentante di prodotti industriali. Il mio incubo ricorrente è il ricordo d’un viaggio in Calabria, una notte di pioggia lungo strade strette e tortuose, tra scogliere affacciate sul mare e onde che superano parapetti malfermi. Cercavo un albergo, mentre il vento accompagnava furioso la corsa dell’auto e la pioggia batteva violenta sul parabrezza. Dovevo trovare un posto dove passare la notte.All’improvviso comparve un’insegna illuminata dal bagliore di un lampo. Affittacamere, diceva la scritta sopra un cartello corroso dal tempo. Mi fermai. Vidi una facciata cadente, un balcone pericolante, tegole smosse dal vento davanti al mare in burrasca. Suonai ilcampanello.Mi venne ad aprire una vecchia in veste da camera, indossata in fretta per coprire una camicia da notte. Mi fece passare in un salone centrale arredato secondo la moda d’altritempi, tra divani verdi, poltroncine di finta pelle e tavolini da fumo. Le pareti erano decoratecon vecchie foto di famiglia e quadri che raffiguravano nature morte e paesaggi marini. La vecchia signora mi fece firmare un librone grande e polveroso, disse che doveva registrarmi,ma io ero meravigliato, perché non avevo mai visto un libro degli ospiti come quello, fatto con una carta ingiallita che ricordava le vecchie pergamene. Alla fine mi accompagnò incamera. Ero il solo cliente di un singolare albergo sul mare, ma lei mi assegnò con decisione una stanza al piano terra, come se fosse stata l’unica libera. «Buona notte» sussurrò. Feci appena in tempo a vederla mentre saliva le scale che conducevano al piano superiore. Poi la luce si spense ed entrai in camera. Il letto con una grezza coperta di lana marrone, i comò laterali provvisti di gambe sottili, una specchiera sopra una cassapanca in legno, due tappeti polverosi con disegni orientali: una camera dove si respirava un’aria antica, come se per la padrona il tempo si fosse fermato. Mi addormentai con quel pensiero, ma nel bel mezzo della notte, mi svegliò una musica che proveniva dal piano superiore. Era una canzone d’altri tempi, un tango argentino. Ed era una voce di ragazza che la cantava. Mi alzai e uscii in fretta dalla camera. Vidi la scala che aveva percorso la vecchia. Alzai lo sguardo e al piano superiore c’era una ragazza che cantava. Era giovane e bella, aveva capelli neri e carnagione scura. Indossava un elegante vestito da sera ma fuori moda. «Sarà la nipote...» pensai assonnato, «... ma che strano mettersi a cantare di notte e poi così conciata...» La chiamai. Provai a chiedere chi fosse. Non rispondeva, ma sorrideva. Ed era bella quando lo faceva. Cominciai a salire le scale, volevo parlare con lei, conoscerla, sapere tutto della sua vita, ma quando raggiunsi il piano superiore mi sentivo stanco e affaticato, come seavessi fatto una corsa in mezzo ai campi. Eppure avevo solo percorso una rampa di scale.

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La ragazza era davanti a me. Alzai una mano per accarezzare i suoi capelli. Lei sorrise

ancora una volta, poi allungò una mano verso una specchiera antica che si trovava accanto a

noi. Mi voltai seguendo l’indice proteso e avvolto in bianchi guanti da sera. Lo specchio.

Mai uno specchio mi aveva fatto inorridire tanto.

Ero proprio io quell’uomo riflesso nello specchio. Un me stesso invecchiato di quarant’anni.

Come sono adesso, maledizione. Cominciai a balbettare e a sudare freddo. Volevo fuggire,

scendere quella scala e scappare via lontano. Ero terrorizzato e immobile sulle mie gambe.

Lei sorrise di nuovo e pronunciò strane parole. «Vieni, questa storia non ti appartiene. Puoi

uscirne quando vuoi.» Mi prese per mano e mi aiutò a scendere le scale. Passo dopo passo,

sentivo le forze rientrare nel mio corpo. La paura mi abbandonava e un nuovo vigore

affluiva nel sangue. Una volta raggiunta la fine della scala, ebbi l’impulso di abbracciarla.

La strinsi forte a me e le chiesi cosa fosse accaduto. Mi guardò con meraviglia. Si staccò dal

mio abbraccio e disse: «Caro il mio sonnambulo, ha fatto un brutto sogno». Era la vecchia.

La padrona di casa. Com’era possibile?

«Lo specchio... la ragazza... la scala...» balbettai.

«Vada a dormire che domani deve lavorare» disse la donna con dolcezza quasi materna,

aprendo la porta della camera.

Sì, probabilmente avevo sognato tutto. La vecchia sorrise e mi lasciò di nuovo solo.

Quando stavo per tornare sotto le coperte, sentii ancora quella musica argentina provenire

dalle scale. Mi precipitai fuori dalla camera e feci in tempo a vederla. La donna stava

salendo gli ultimi gradini e i capelli bianchi mutavano colore. La vestaglia diventava un

abito da sera. I guanti calzavano mani delicate. E cantava. Sì, cantava... Lo specchio laterale

rifletteva un volto di ragazza dagli occhi tristi. E io non stavo sognando, ne sono sicuro. Non

è stato un maledetto sogno.

Me ne tornai subito a letto. Il giorno dopo pagai il conto, scappai da quel posto, giurai che

avrei dimenticato in fretta un incubo durante una notte di tempesta.

Invece sono passati tanti anni e resto ancora prigioniero di un sogno. La vedo nelle notti di

tempesta della mia casa di mare. Lei mi sorride silenziosa e mi dice con gli occhi che adesso

sono costretto a viverla questa storia. Perché è parte della mia vita. Per sempre.

(da G. Lupi, Cattive storie di provincia, Edizioni A. Car., 2009, rid. e adatt.)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Che cosa rappresenta per il narratore il fatto rievocato?A. Il sogno di un vecchio. B. Un’allucinazione delirante. C. Il ricordo di una vecchia storia. D. L’incubo di una notte di tempesta.

2. A chi si rivolge il narratore?A. A se stesso.B. A un lettore immaginario. C. A nessuno in particolare. D. A tutti i lettori.

3. Quando è successo il fatto rievocato dal narratore?A. La notte precedente. B. Molti anni prima. C. Qualche mese prima. D. Pochi anni prima.

4. Dove avviene il fatto rievocato dal narratore? A. In un grande albergo affacciato sul mare. B. Nella casa di un’affittacamere in montagna. C. In una locanda sulla scogliera. D. Nella casa di un’affittacamere sulla strada litoranea.

5. Con quale frase vengono descritte le condizioni decrepite della casa in cui avviene il fatto?Individua la riposta nel testo e trascrivila nello spazio sottostante.

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………………………………………………………………………………………………………………………

6. Come si presenta la donna che accoglie il narratore nella casa? A. In camicia da notte e pantofole. B. Con una vestaglia sopra la camicia da notte. C. Con una veste da camera. D. In pigiama e veste da camera.

7. Che cosa stupisce il narratore quando viene condotto nel salone?A. I quadri raffiguranti nature morte. B. L’arredamento d’altri tempi.

C. Le foto di famiglia che decorano le pareti. D. Il registro degli ospiti.

8. Nella frase “Ero il solo cliente di un singolare albergo sul mare” (riga 22) quale aggettivo corrisponde al significato di singolare e può sostituirlo?A. Insolito. B. Tipico.

C. Ordinario. D. Piccolo.

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9. Qual è l’aspetto della camera assegnata al narratore?A. Poco pulito.B. Antiquato. C. In rovina. D. Di cattivo gusto.

10. Che cosa succede al narratore in piena notte? A. Viene svegliato da una ragazza che suona al piano superiore.B. Vede sulla soglia della camera una ragazza che canta. C. Sogna la voce di una ragazza che canta un tango argentino. D. Sente una giovane voce femminile che intona una canzone.

11. Perché il narratore sale al piano superiore?A. Vuole lamentarsi con la padrona di casa. B. Vuole presentarsi alla ragazza. C. Vuole scoprire l’identità della ragazza. D. Vuole danzare con la ragazza.

12. Che cosa terrorizza il narratore una volta arrivato al piano superiore?A. L’aspetto inquietante della ragazza. B. La visione del proprio aspetto nella specchiera. C. Le strane parole pronunciate dalla ragazza. D. L’incomprensibile sfinimento provato dopo aver salito le scale.

13. In quale momento la ragazza scompare e riappare la padrona di casa? A. Mentre il narratore la tiene per mano. B. Quando arriva davanti alla camera del narratore. C. Dopo l’abbraccio. D. Mentre il narratore la bacia.

14. Che cosa prova il narratore la mattina successiva al fatto? A. È rimasto colpito dagli occhi tristi della ragazza e non vorrebbe lasciarla. B. Sa di non aver sognato e cerca una spiegazione razionale. C. Pensa che sia stato un incubo che presto dimenticherà. D. Crede che non potrà mai dimenticare la bellezza misteriosa della ragazza.

15. Come definiresti il racconto letto? A. Verosimile. B. Fantastico-surreale. C. Horror. D. Reale.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Volgi al plurale i nomi singolari e viceversa.

A. Coscia. ……………………

B. Acacia. ……………………

C. Calcolatrici. ……………………

D. Scia. ……………………

2. In quale delle seguenti frasi che ha funzione di pronome relativo?A. Che tipo di letture preferite?B. Temo che tra poco piova. C. Che hanno fatto! D. Ripeti ciò che hai appena detto.

3. Individua e sottolinea le voci verbali coniugate al modo congiuntivo. A. Morda. B. Avrà sognato. C. Muovereste. D. Fossero arrivati.

4. Individua e sottolinea le congiunzioni coordinanti presenti nelle seguenti frasi. A. Poiché era tardi, non ho mangiato e infatti mi sento sfinito.B. Se vorrai imparare sia l’inglese sia il tedesco, dovrai impegnarti molto. C. Benché non sia vero, crede di essere grasso perciò segue una dieta. D. Decidi dove vuoi trascorrere le vacanze o resterai a casa.

5. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di causa efficiente? A. La legge deve essere rispettata da tutti. B. Gli ostaggi sono stati liberati dagli agenti di polizia. C. L’incidente fu provocato dalla nebbia. D. Il solaio è infestato da pipistrelli e topi.

6. Individua e sottolinea i complementi di luogo, anche avverbiali, presenti nelle seguenti proposizioni o frasi semplici. A. A volte torno con la memoria ai ricordi della mia infanzia.B. Nel viaggio da Milano a Roma, passeremo per Firenze. C. Dove eri andato a quell’ora di notte?

D. I ragazzi corsero lungo la spiaggia, verso gli scogli.

7. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di materia?A. Ho comprato del pizzo per la decorazione delle tendine. B. I mobili della soffitta erano ricoperti dalla polvere.

C. Il vetraio sigillò i vetri con il mastice.D. Giulia ha sempre dimostrato un cuore d’oro.

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8. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata avversativa?A. Invece di protestare, cerca di capire le mie ragioni. B. È stata una fortuna trovare subito un buon lavoro. C. Se dovessero essere in ritardo, prenderanno un taxi. D. Giorgio sa completare l’esercizio senza che nessuno lo aiuti.

9. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata comparativa?A. Non credeva che l’avresti aspettato. B. Guardati dalle persone che non sono sincere. C. Preferisco perdere che vincere senza merito. D. È stato un bene che nessuno l’abbia preso sul serio.

10. Nel periodo “Le persone riconoscenti non dimenticano di aver ricevuto l’aiuto altrui”, di aver ricevuto l’aiuto altrui che tipo di proposizione subordinata implicita è? A. Finale. B. Oggettiva. C. Causale. D. Soggettiva.

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Chirurgo di guerra

Gli issa sono di origine somala, e hanno il potere, mentre gli afar occupano le colline desertiche del nord-ovest, tra il Gibuti1 e l’Etiopia. Sono in guerra tra loro. Questioni etniche, di profonde ingiustizie e discriminazioni vecchie di oltre cento anni. E questionipolitiche più recenti. Si susseguono la guerriglia e gli attentati. Mi telefona Marc, il responsabile della Croce rossa internazionale a Gibuti. «Ci sono moltiferiti lassù nel Nord. Dobbiamo parlarne.» Prendiamo decisioni. Non c’è tempo per informare o chiedere autorizzazioni. Facciamo preparare alcune casse di materiale, strumenti chirurgici, garze, siringhe, farmaci.Ora ci manca solo un altro paio di persone, per costituire un team2 chirurgico. Nelpomeriggio chiamo Graziella e Valeria, entrambe medici. «Ci sarebbe da andare nel Nord, a operare feriti di guerra, io e Marc partiamo domattina. Cipossono essere dei rischi, ve la sentite di venire con noi a darci una mano?» Sorridono entusiaste. Si parte alle sette, con un piccolo aereo della Croce rossa internazionale. Il volo è breve, poco più di mezz’ora e siamo in vista di Assa Guayla, la nostra destinazione. Assa Guayla è un gruppo di baracche sparse nel deserto. C’è una spianata, dove sono statisradicati gli alberelli e tolti i sassi più grossi, ed è diventata la pista di atterraggio. Ci si volteggia sopra. Due, tre giri, poi un lenzuolo bianco con una croce rossa nel mezzo compare sulla pista. È il segnale. Possiamo scendere, non ci sono sparatorie in corso. Un paio di auto ci vengono incontro, andiamo al villaggio. Ci sono una quindicina di feriti, ammassati in un paio di tende. Tutt’intorno i guerriglieri afar. Anche le donne portano armi, bandoliere3 a tracolla e bombe a mano appese alla cintura. Scegliamo la stanza da trasformare in sala operatoria,qualcuno aiuta a pulire e preparare.Io e Marc, nel frattempo, dobbiamo andare a un incontro politico. Il presidente del partito afar ci aspetta in una casa controllata da molti guerriglieri armati. Ci togliamo le scarpe e sediamo sulle stuoie colorate che ricoprono il pavimento. Ci ringrazia di essere lì, dice che non ci avrebbe mai sperato. Gli spieghiamo che siamo neutrali, che curare i feriti, anche i “loro” feriti, è un dovere umanitario. Sorride, chissà se ci crede. «Ce l’hanno detto in tanti, prima di voi, e poi se ne sono andati, lasciando che la nostra gente continuasse a morire.» Ci lasciamo con lapromessa di cercare di fare qualcosa di più.

1 Gibuti: la Repubblica di Gibuti è uno Stato dell’Africa Orientale che si trova sull’estremità meridionale del Mar Rosso, nel Corno d’Africa, tra l’Eritrea, l’Etiopia e la Somalia; è stata l’ultima colonia francese in Africa a ottenere l’indipendenza. 2 team: gruppo di persone che collaborano alla stessa impresa. 3 bandoliere: strisce di cuoio da portare a tracolla con contenitori per le pallottole.

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Operiamo tutto il giorno, fino alle otto di sera, con l’aiuto di due torce. Quando usciamo, due giovani del villaggio sono lì ad attenderci, ci invitano a seguirli. Andiamo a prendere iltè. Camminiamo per venti minuti al buio, seguendo le sagome dei nostri ospiti. Non fa caldo come a Gibuti, c’è un gran silenzio, la via lattea è enorme, il cielo nero è pieno di stelle. Arriviamo a una capanna di paglia, due ragazze ci accolgono con calore, mentre altri ciaspettano dentro, seduti in cerchio. Al centro, il braciere è acceso. Beviamo e ridiamo, moltidi loro parlano un po’ di francese. Ci si sente tra amici, in mezzo al deserto. È ora di dormire, abbiamo messo delle brande a fianco della sala operatoria. È stupendo quel cielo così intenso, un vento leggero muove gli alberi di acacia e invita al sonno. In fondo non è strano che ci sia gente che adora vivere nel deserto. Il mattino presto ricominciamo, perché nel frattempo sono arrivati altri feriti. Finiamo poco dopo mezzogiorno, abbiamo operato ventuno pazienti da quando siamo arrivati. Scriviamo le istruzioni per l’infermiere che dovrà occuparsene, gli lasciamo farmaci e materiali per lemedicazioni. «Torneremo tra tre o quattro giorni.» Ora non resta che aspettare che l’aereo torni a prenderci. Mezz’ora dopo sentiamo il rumore, stendiamo la bandiera sulla pista. Poco dopo siamo involo. Nessuno parla. Ci avviciniamo a Gibuti. Nel porto ci sono due navi militari francesi,tante barche a vela dei ricchi e il fuoribordo del primo ministro, attraccato al molo delpretenzioso Club Nautico. Gibuti è una città orribile, il porto, gli edifici bianchi dei ministeri, e tante baracche. Tutto qui, ma quando si arriva da Assa Guayla, sembra grande come New York. Non c’è nulla di attraente laggiù. Marc guarda fuori dal finestrino, scuote la testa. Non cidiciamo nulla, ma sono certo che tutti e due preferiremmo fare una grande virata e tornare nel deserto, ad aspettare la via lattea.

(da G. Strada, Pappagalli verdi, Feltrinelli, Milano, 1999, rid. e adatt.)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Qual è la situazione tra gli issa e gli afar, i due popoli che abitano la repubblica di Gibuti?A. Antiche questioni etniche e problemi più recenti hanno creato una guerriglia continua. B. Gli afar impongono agli issa un’ingiusta supremazia, aggravata da problemi politici.C. Nonostante le antiche ingiustizie, le due etnie hanno trovato un accordo politico. D. Recenti questioni etniche e politiche dividono gli issa dagli afar.

2. Perché il team chirurgico si reca nel Nord del Paese?A. Per assistere il personale medico locale. B. Per curare la popolazione oppressa da malattie ed epidemie. C. Per fornire assistenza medica ai guerriglieri issa. D. Per fornire assistenza medica a chi è stato ferito.

3. Perché può essere rischioso andare al Nord?A. Il viaggio è lungo e pericoloso. B. C’è il rischio di essere contagiati. C. È una zona di guerriglia e di attentati. D. La popolazione locale può essere ostile.

4. Perché viene steso un lenzuolo bianco con la croce rossa sulla pista di atterraggio?A. Per segnalare il punto esatto in cui toccare terra. B. Per comunicare che, al momento, non c’è pericolo. C. Per avvertire che ci sono feriti da curare. D. Per accogliere il team chirurgico.

5. L’autore e i suoi collaboratori chi incontrano ad Assa Guayla? A. Alcuni combattenti, il capo politico e i giovani del villaggio. B. Il capo del villaggio protetto dai guerriglieri. C. I soldati, il capo politico e gli anziani del villaggio. D. Il capo politico e gli uomini impegnati nella guerriglia.

6. Dove vengono eseguiti gli interventi chirurgici?A. Nella sala operatoria dell’ospedale locale. B. In un locale preparato a tale scopo. C. Nella tenda adibita a infermeria. D. Nelle tende dove sono ammassati i feriti.

7. Qual è la missione dell’autore e dei suoi collaboratori?A. Soccorrere i feriti di guerra, indipendentemente dalla loro posizione politica. B. Prestare aiuto solo ai feriti che non hanno compiuto azioni di guerriglia. C. Occuparsi di coloro che sono stati feriti lottando per l’indipendenza. D. Intervenire a favore dei feriti degli eserciti che sostengono il partito al potere.

8. Perché il presidente del partito afar mostra un atteggiamento grato ma diffidente?A. Sa che il team chirurgico si può fermare solo per poco tempo. B. È sicuro che i medici non torneranno un’altra volta. C. Teme che il loro aiuto sia breve e inefficace come quelli precedenti. D. Crede che, nonostante gli aiuti, la situazione non possa migliorare.

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9. Quale rapporto si instaura tra l’autore e la gente del villaggio? A. Inizialmente di diffidenza, poi di amicizia. B. Di calorosa amicizia. C. Di collaborazione professionale. D. Di reciproca comprensione.

10. Perché l’autore non ritiene strano che qualcuno ami vivere nel deserto?A. Grazie all’isolamento la popolazione si sente al sicuro. B. Nonostante le difficoltà, le persone stringono legami di affetto e fratellanza. C. Il silenzio e il cielo nero senza stelle offrono una sensazione di tranquillità. D. Nonostante le difficili condizioni di vita, la natura offre scenari suggestivi.

11. Quanto tempo si fermano l’autore e i suoi collaboratori ad Assa Guayla? A. Un giorno. B. Un giorno e mezzo. C. Due giorni. D. Due giorni e mezzo.

12. Nella frase “attraccato al molo del pretenzioso Club Nautico” (righe 50-51) quale espressione corrisponde al significato dell’aggettivo pretenzioso e può sostituirlo? A. Ostentato e appariscente. B. Elegante e raffinato. C. Moderno ed efficiente. D. Suggestivo e pittoresco.

13. Come definiresti il testo letto?A. Narrativo. B. Descrittivo. C. Autobiografico. D. Espositivo.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Individua i termini errati presenti nel seguente brano e riscrivili in forma corretta nello spazio sottostante. Lulio si era spento come una candela sotto il sofio di un vento taliente che aveva fato da scorta a un plumbeo celo dagosto. Cadeva una pioggierella pungiente e fitta che ogni rafica di vento faceva ondeggiare come opaci lenzuoli grigi. (da G. Durrell)

……………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………….

2. Individua e sottolinea i pronomi interrogativi presenti nelle seguenti frasi. A. Io prendo un pasticcino alla crema e tu quale vuoi?B. Vorrei sapere quanto costa quella bicicletta da corsa. C. Chi è stato a chiamare i vigili?D. A che pensi?

3. Coniuga i seguenti verbi al modo congiuntivo, tempo presente, prima persona singolare.

A. Piacere. ………………

B. Dire. ………………

C. Andare. ………………

D. Stare. ………………

4. Individua e sottolinea le congiunzioni subordinanti presenti nelle seguenti frasi. A. Spiegaci perché ti agiti quando si parla di te. B. Sebbene fosse suo amico, non prese le sue difese, anzi lo criticò. C. L’automobilista non sapeva se imboccare l’autostrada oppure prendere la statale.D. Nonostante stesse male, l’attore recitò finché non uscì di scena.

5. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di compagnia?A. Con la primavera le piante riprendono vita e vigore. B. Ho trascorso il giorno di Natale con i miei. C. È arrivato il postino con un pacco sotto il braccio.D. I ragazzi sono andati in gita con un pullman panoramico.

6. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di argomento?A. Il preside ha dato l’autorizzazione alla nostra proposta. B. L’argomento venne discusso in ogni suo aspetto. C. Abbiamo svolto una ricerca sui danni del fumo. D. Silvia ha una cicatrice sulla spalla destra.

7. Quale delle seguenti proposizioni o frasi semplici contiene un complemento di qualità?A. Il divano era rivestito da una stoffa di seta. B. In estate si usano camicette a maniche corte. C. Mi piacciono le fragole con il gelato. D. Le persone educate non parlano a voce troppo alta.

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8. Riscrivi i seguenti periodi negli spazi a lato trasformando il discorso diretto in discorso indiretto.

A. Il generale ordinava: “Correte!”. ………………………………………………………………

B. Confessò: “Ho mentito”. ………………………………………………………………

C. Ha affermato: “Partirò”. ………………………………………………………………

D. Il testimone dichiara: “Lo riconosco”. ………………………………………………………………

9. Nel periodo “Utilizzando l’energia eolica e solare, si ridurrebbe l’inquinamento e la dipenden-za dal petrolio”, utilizzando l’energia eolica e solare che tipo di proposizione subordinata implicita è?A. Condizionale. B. Causale. C. Temporale. D. Finale.

10. Nel periodo “Sbaglia spesso perché parla senza riflettere”, senza riflettere che tipo di propo-sizione subordinata implicita è? A. Causale. B. Temporale. C. Esclusiva. D. Strumentale.

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La regina Vittoria

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Benché abbia dato il suo nome al lungo periodo in cui fu regina (dal 1837 al 1901), pure Vittoria fu donna d’intelligenza modesta e di cultura limitata. Se l’età vittoriana si chiamacosì, ciò è dovuto al fatto che il suo regno coincise con il gigantesco sviluppo impressoall’Inghilterra dalla Rivoluzione industriale. Salita al trono in modo imprevisto, a causa di una serie improvvisa di lutti nella dinastiaregnante, Vittoria era nipote del re Guglielmo IV. Aveva solo diciannove anni, era vissuta sempre lontana dalla corte: non era pertanto preparata a regnare, ma non le mancavano entusiasmo e orgoglio. Con disciplina e laboriosità si sottopose al suo compito seguendo i consigli del primo ministro lord Melbourne, liberale e quindi favorevole allo sviluppo dell’industria e della borghesia, nonché propenso ad aumentare i poteri del Parlamento a scapito di quelli della corona, dell’aristocrazia terriera e della Chiesa anglicana. Gli interessi di costoro erano invece difesi dai conservatori. Anche Palmerston e Gladstone, che guidarono successivamente un governo liberale, benché ottimi ministri, entrarono in conflitto con la regina Vittoria che esigeva di controllare ogni atto di governo anche se la costituzione inglese limita rigidamente icompiti del sovrano. Nel 1840 Vittoria sposò un cugino tedesco, Alberto di Sassonia Coburgo-Gotha, dando luogo a un matrimonio felicissimo, allietato da nove figli. Uomo efficiente e affascinato dal progresso, il principe Alberto incoraggiava tutte le iniziative della tecnica: la sua iniziativa più prestigiosa fu la Grande Esposizione Universale del 1851 a Londra, dove tutte le nazioni del mondo furono invitate a presentare i migliori prodotti e le più recentiinvenzioni. Erano gli anni in cui l’incremento dell’industria e del commercio accresceva il benessere dell’aristocrazia e soprattutto della borghesia, che proprio durante l’età vittoriana vide il suo trionfo, anche se questa prosperità strideva con le condizioni del proletariato: file di disoccupati, donne, ragazzi affamati vivevano di espedienti e andavano a riempire le prigioni. D’altra parte, nel medesimo tempo molti lavoratori vedevano migliorare le proprie condizioni grazie alle lotte delle loro organizzazioni sindacali, le Trade Unions. Morto prematuramente il principe Alberto, la regina Vittoria, rimasta vedova a quarantun’anni, sviluppò una forma di moralismo bigotto per cui non ammetteva alla sua presenza i divorziati, leggeva solo libri di devozione, imponeva l’eliminazione dalle dimore reali dei dipinti con scene di nudo. Nel 1877 Vittoria fu proclamata imperatrice delle Indie, a coronamento della politica colonialistica del ministro Disraeli che, per fronteggiare il rallentato ritmo di crescita delle industrie britanniche, favorì lo sviluppo dell’impero coloniale, anche intensificandone lo

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PROVA 11

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sfruttamento: alla fine dell’Ottocento le colonie inglesi occupavano un quarto della superficie terrestre, tanto che il commercio era divenuto più redditizio dell’attività industriale. Quando la regina Vittoria morì, nel 1901, si chiuse un periodo che per l’Inghilterra era stato splendido, paragonabile solo a quello di Elisabetta I, tre secoli prima.

(da G. Gliozzi - A. Ruata Piazza, Tuttostoria, De Agostini Scuola, Torino, 1997)

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Nella frase “pure Vittoria fu donna d’intelligenza modesta e di cultura limitata” (righe 1-2) con che cosa può essere sostituito pure?

A. Anche. C. Tuttavia. B. Inoltre. D. Perciò.

2. In quale periodo regna la regina Vittoria?A. Dalla prima metà del XIX secolo all’inizio del XX secolo. B. Dalla prima metà del XVIII secolo agli inizi del Novecento. C. Dal 1837 alla seconda metà dell’Ottocento. D. Dalla metà dell’Ottocento alla fine dell’Ottocento.

3. L’età vittoriana con che cosa coincide? A. Con lo sviluppo dell’agricoltura. B. Con il notevole incremento dell’industria e del commercio. C. Con il trionfo del proletariato. D. Con la fine dell’impero coloniale.

4. Quali caratteristiche presenta la diciannovenne Vittoria quando sale al trono? A. È molto colta.

B. Non ama la vita di corte. C. È pronta a regnare, anche se è vissuta sempre lontana dalla corte. D. È dotata di entusiasmo e di orgoglio.

5. Nella frase “Con disciplina e laboriosità si sottopose al suo compito” (riga 8) quale nomecorrisponde al significato di laboriosità e può sostituirlo?

A. Produttività. C. Diligenza. B. Difficoltà. D. Ostinazione.

6. I ministri liberali Melbourne, Palmerston e Gladstone, che si alternano al governo, mirano ad aumentare i poteri di chi?

A. Del Parlamento. C. Dell’aristocrazia terriera.B. Della corona. D. Della Chiesa anglicana.

7. Con che cosa può essere sostituito “nonché”? (riga 10) A. Tanto più. C. Non solo.

B. Come pure. D. Eppure.

8. Perché la regina Vittoria entra in conflitto con i ministri Palmerston e Gladstone?A. Perché non li considera buoni ministri. B. Perché le impediscono di controllare il loro operato, contrariamente a quanto afferma la

costituzione inglese. C. Perché difendono gli interessi della Chiesa anglicana. D. Perché esige di controllare tutti gli atti del governo, sebbene la costituzione inglese non lo

preveda.

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9. Il principe Alberto, marito della regina Vittoria, che tipo di uomo è? A. Inattivo e conservatore.B. Dispotico e poco intraprendente. C. Attivo e amante del progresso. D. Incapace e debole di carattere.

10. Nella frase “che proprio durante l’età vittoriana vide il suo trionfo” (righe 24-25) a chi si rife-risce il pronome relativo che?

A. Industria. B. Commercio. C. Aristocrazia. D. Borghesia.

11. Nella frase “anche se questa prosperità strideva con le condizioni del proletariato” (riga 25) quale verbo o espressione corrisponde al significato di strideva e può sostituirlo?

A. Contrastava. B. Appariva strana.

C. Era perfettamente in linea. D. Scaturiva.

12. Le Trade Unions lottano per il miglioramento del livello di vita di chi? A. Degli industriali. B. Dei commercianti.

C. Dei lavoratori proletari. D. Degli aristocratici.

13. Nella frase “sviluppò una forma di moralismo bigotto” (riga 31) quale espressione corrisponde al significato di moralismo bigotto e può sostituirlo?A. Atteggiamento ipercritico nella valutazione del comportamento altrui. B. Atteggiamento rigido, bacchettone, che dà eccessiva importanza ai valori morali. C. Comportamento tipico di chi esegue con pignoleria tutte le pratiche del culto. D. Comportamento rispettoso dei valori morali di giustizia, onestà e pudore.

14. Qual è la conseguenza della politica di espansione coloniale del ministro Disraeli? A. Le colonie inglesi, sfruttate, si ribellano.

B. Le industrie britanniche diminuiscono notevolmente il loro ritmo di crescita. C. L’attività industriale e ancora di più il commercio registrano un notevole sviluppo. D. Il commercio diventa meno redditizio dell’attività industriale.

15. Come definiresti il testo letto? A. Espositivo-informativo. B. Narrativo. C. Argomentativo. D. Descrittivo.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Quale delle seguenti frasi contiene errori nell’uso dell’accento e dell’apostrofo? A. Dov’è lo zaino rossoblù che prima era qui? B. Quell’uomo mette una tal allegria che anch’io sono diventata più serena da quando lavoro

con lui. C. D’ora in poi dovrete inserire le note al testo a piè di pagina. D. Qual è la domanda cui suor’Agnese ha risposto di sì?

2. Volgi al plurale i seguenti gruppi articolo / nome. A. l’obbligo ............................................... E. la metropoli ...............................................

B. la lezione ............................................... F. il poema ...............................................

C. la specie ............................................... G. il dio ...............................................

D. l’inizio ............................................... H. la frangia ...............................................

3. Quali pronomi contiene la seguente frase? Individuali e trascrivili nello spazio sottostante. È questo o quello il quadro che ti ha regalato lo zio e di cui mi hai tanto parlato?

.........................................................................................................................................................................................

4. Nel periodo “Se tu fossi stato più attento, non avresti sbagliato”, il verbo avresti sbagliato è coniugato al:

A. congiuntivo presente. B. congiuntivo passato. C. condizionale passato. D. condizionale presente.

5. Con quale delle seguenti congiunzioni potresti unire le due frasi: “Prendo un taxi” – “sono in ritardo”?

A. Anche se. B. Perché. C. Mentre. D. Affinché.

6. Quali delle seguenti frasi contiene un complemento di specificazione? A. Qualcuno di voi ha visto Filippo? B. Oggi parleremo di Giuseppe Garibaldi. C. Usa pure i piatti di plastica. D. La giornata di ieri è stata molto noiosa.

7. In quale delle seguenti frasi il pronome personale mi ha la funzione di complemento di termine?A. Aldo mi ha appena inviato un fax. B. Tutti mi considerano una brava ragazza. C. Secondo te, Carlo mi ama?D. Mi accompagni a scuola?

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8. Nel periodo “Hanno preso la decisione di trasferirsi a Barcellona”, di trasferirsi a Barcellona è una proposizione subordinata implicita:

A. soggettiva. C. oggettiva. B. dichiarativa. D. finale.

9. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata causale?A. Al ritorno passeremo per Vicenza perché tu possa visitare il Teatro Olimpico. B. Benché sia notte fonda, quel bar è ancora pieno di gente. C. Dato che ha paura del buio, dorme con la luce accesa. D. Faremo in modo che tutti si sentano a loro agio.

10. Quale dei seguenti periodi contiene una proposizione subordinata temporale? A. Abbiamo trascorso una piacevole serata parlando del più e del meno. B. Scendendo le scale, è inciampato. C. Avendo dimenticato a casa il portafoglio, sono ritornato a prenderlo. D. Indossando un abito scuro, sembrerai più magra.

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Umiliati e offesi, ecco quali sono i tre modi di reagire

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Se irritate un gatto, vi graffia con i suoi artigli. Se irritate un cane, si rivolta e vi morde. L’animale risponde a ciò che percepisce come pericolo aggredendo. E noi uomini tendiamo a fare lo stesso. Quando qualcuno ci ostacola, o ci insulta, o ci umilia, o ci tradisce, o ci offende, tendiamo a rispondere nello stesso modo, immediatamente, occhio per occhio, dente per dente. Però gli esseri umani, a differenza degli animali, sono capaci di controllare i propriimpulsi. Se non altro sotto lo stimolo della paura. Tutti noi abbiamo visto un cagnolino piccolissimo lanciarsi abbaiando contro uno dieci volte più grosso di lui. Un uomo non lo fa perché valuta il pericolo e controlla il proprio impulso. Il debole, quando è intelligente, anche se offeso, sorride e cerca un’altra strada. Restano però grandi differenze di carattere,di educazione, di abitudine. Ci sono persone che, provocate o offese, reagiscono d’impulso. Non vuol dire che sono più aggressive delle altre. Ma solo che percepiscono l’offesa come qualcosa diintollerabile, che merita una risposta immediata, un no deciso, anche a costo di mettere in pericolo le mete più importanti. Queste persone sanno resistere con grande tenacia a coloro che vogliono imporre loro un’idea o una linea diversa. Più l’altro insiste, più siirrigidiscono. Però, oltre una certa soglia, perdono le staffe. Quando si scontrano con uno del loro stesso tipo, allora finisce in rissa, a cui segue, spesso, un prolungato rancore. Ci sono invece persone capaci di un ferreo autocontrollo. Anche quando vengono offese,provocate, non muovono un muscolo del viso e rispondono sorridendo. Però, nello stesso tempo, giurano di vendicarsi. Tutta l’aggressività che non manifestano sul momento la conservano come in un accumulatore. E preparano pazientemente il momento in cui potranno colpire e ferire mortalmente colui che considerano il nemico. Sempre freddi, sempre sorridenti, sempre calcolatori. Nello scontro con una persona impulsiva vincono la partita. Perché lairritano volutamente, la provocano, le tendono imboscate in cui finisce, prima o poi, per cadere. Alla fine abbiamo un terzo tipo di persone che reagiscono aggressivamente quando sono offese, ma sanno controllarsi. Sul momento pensano anche di vendicarsi, di fargliela pagare. Ma poi, con il passare del tempo, questo proposito svanisce. Perché sono incapacidi portare rancore, di odiare veramente qualcuno. Esse agiscono in questo modo perché hanno un animo generoso, o perché si sentono tanto superiori agli altri da concedersi illusso di esserlo. Hanno un vantaggio sugli impulsivi perché sono più duttili. Prevalgono su quelli del secondo tipo perché sanno circondarsi di amici sinceri. Ma solo per un certotempo, perché, fidandosi troppo, cadono vittime di coloro che tramano la vendetta. Nella storia romana un personaggio del primo tipo è ben rappresentato da Mario, che fuferoce con i nemici solo quando si sentiva in pericolo. Chi rappresenta bene il secondo tipo è il suo aiutante e poi avversario Silla, che fu spietato con i vinti. Apparteneva al terzo tipo Cesare, che perdonò sempre i nemici sconfitti e li richiamò accanto a sé. Ma proprio costoro, in una congiura, lo uccisero. Anche per questa sua qualità Cesare fu il più amato, il più rimpianto, e considerato il più grande dei romani.

(da F. Alberoni, in Corriere della Sera, 27 marzo 2000)

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PROVA 12

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PARTE A: COMPRENSIONE DELLA LETTURA

1. Nelle frasi “Se irritate un gatto, vi graffia con i suoi artigli. Se irritate un cane, si rivolta e vi morde” (righe 1-2) quale funzione ha la congiunzione subordinante se?

A. Causale. C. Condizionale. B. Temporale. D. Consecutiva.

2. Quale verbo corrisponde al significato di percepisce (riga 2) e può sostituirlo? A. Ritiene. C. Osserva. B. Avverte. D. Fraintende.

3. Quando gli uomini vengono insultati, umiliati o traditi come tendono a comportarsi? A. A differenza degli animali, subiscono i torti e le offese. B. Come i gatti e i cani, graffiano e mordono. C. Tendono ad aggredire a loro volta, come fanno gli animali. D. Tendono a rispondere agli insulti con il perdono.

4. Con che cosa può essere sostituito Però (riga 5)? A. Perciò. C. Comunque. B. Ebbene. D. Ma.

5. L’esempio del cagnolino piccolissimo che si lancia abbaiando contro un cane dieci volte più grosso di lui serve all’autore per dimostrare che cosa? A. Che gli uomini, a differenza degli animali, sanno valutare il pericolo e controllare i propri

impulsi. B. Che gli uomini, più paurosi degli animali, non aggredirebbero mai altri uomini più grossi

di loro. C. Che gli animali aggrediscono i loro simili solo quando hanno paura. D. Che gli animali, pur valutando il pericolo cui vanno incontro, aggrediscono gli uomini che li

trattano male.

6. Nei confronti di insulti, umiliazioni, tradimenti tutti gli uomini reagiscono allo stesso modo? A. Sì. C. No.

B. In linea di massima sì. D. Reagiscono in quattro modi diversi.

7. Secondo l’autore, che tipo di persone sono quelle che, provocate o offese, reagiscono d’im-pulso?A. Sono senza dubbio molto aggressive. B. Considerano le offese intollerabili e meritevoli di una risposta immediata e decisa. C. Sono da evitare in quanto le loro reazioni imprevedibili suscitano spesso paura. D. Sono dotate di un carattere forte, deciso, ma non sono mai impositive o rissose.

8. Nella frase “anche a costo di mettere in pericolo le mete più importanti” (righe 13-14) quale nome corrisponde al significato di mete e può sostituirlo?

A. Lavori. C. Interessi. B. Relazioni. D. Obiettivi.

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9. La frase “oltre una certa soglia, perdono le staffe” (riga 16) da quale altra frase di uguale signifi- cato può essere sostituita?A. Oltre una certa sopportazione, si innervosiscono. B. Oltre una certa insistenza, perdono la calma. C. Oltre un certo limite, si infuriano. D. Oltre un certo limite, escono di senno, sragionano.

10. Le persone dotate di autocontrollo come reagiscono alle offese, alle provocazioni?A. Rimangono del tutto impassibili e indifferenti, e non meditano alcun tipo di vendetta. B. Sorridono, fingendo indifferenza, ma tramano la vendetta. C. Sorridono, fingendo indifferenza, ma in realtà soffrono moltissimo. D. Rispondono alle offese con il sorriso, irritando così maggiormente chi le ha provocate.

11. Nella frase “le tendono imboscate” (riga 24) quale nome corrisponde al significato di imboscatee può sostituirlo?

A. Attacchi. C. Nascondigli. B. Complicazioni. D. Tranelli.

12. Perché le persone che reagiscono aggressivamente quando sono offese, ma sanno anche con-trollarsi, nello scontro con una persona fredda, sorridente, calcolatrice hanno la meglio, ma solo per un certo tempo?A. Perché, essendo generose e incapaci di odiare veramente, si fidano eccessivamente di chi

trama la vendetta. B. Perché, pur essendo generose e incapaci di portare rancore, non sono circondate da amici

sinceri. C. Perché dopo un certo tempo perdono il controllo di sé e finiscono col cadere vittime di chi

trama la vendetta. D. Perché, ritenendosi superiori agli altri, finiscono col non accorgersi dei propositi di vendetta

degli altri.

13. Nella frase “Hanno un vantaggio sugli impulsivi perché sono più duttili” (riga 30) quali ag-gettivi corrispondono al significato di duttili e possono sostituirlo?

A. Inflessibili, rigidi. B. Dubbiosi, indecisi. C. Malleabili, docili. D. Responsabili, coscienziosi.

14. Anche per quale qualità Cesare è considerato “il più grande dei romani”? (riga 38) A. L’impulsività. B. L’autocontrollo freddo, calcolatore.

C. La consapevolezza della propria superiorità. D. L’inclinazione al perdono dei nemici sconfitti.

15. Come definiresti il testo letto? A. Espositivo-informativo. C. Narrativo. B. Argomentativo. D. Regolativo.

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PARTE B: RIFLESSIONE SULLA LINGUA (CONOSCENZE GRAMMATICALI)

1. Quale segno di punteggiatura è sbagliato nel seguente periodo?Ho incontrato Giacomo che mi ha detto: «Dopo molte riflessioni ho preso, finalmente una decisione per il mio futuro». A. I due punti.

B. Le virgolette. C. Il punto. D. La virgola.

2. Individua i nomi composti e trascrivili nello spazio sottostante. soprammobile – battipanni – manopola – detersivo – pomodoro – mondovisione – disinteresse – dormiveglia

.........................................................................................................................................................................................

3. Quale delle seguenti frasi contiene un aggettivo indefinito e un pronome indefinito?A. Quei ragazzi hanno sempre avuto idee diverse dalle nostre. B. Parecchi di loro mi hanno aiutato in molte situazioni difficili.C. Qualcuno si è ricordato di informare il nonno del nostro arrivo?D. A nessuno sarebbe venuto in mente di fare una gita con questo tempo!

4. Completa i seguenti periodi con le voci verbali corrette. A. È impossibile che voi (sapere) ........................................ la verità. B. Massimo fuma molto benché il medico glielo (proibire) ........................................C. Pensavo che Michela (stare) ........................................ meglio, invece è ancora molto debole. D. Di sicuro Renato non (riuscire) ........................................ a finire questo lavoro in tempo, se non

ci fosse stata la collaborazione dei colleghi.

5. Quale dei seguenti gruppi di verbi contiene un elemento intruso, che non appartiene al gruppo?A. Verbi attivi: è uscito – è scivolato – è venuto – è rimasto. B. Verbi passivi: è invitato – è temuto – è apprezzato – è partito. C. Verbi riflessivi: si è lavato – si è sdraiato – si è bagnato – si è spostato. D. Verbi impersonali: è nevicato – è grandinato – è piovuto – è diluviato.

6. Quale delle seguenti frasi contiene un complemento oggetto e un complemento di specificazione?A. Abbiamo giocato una splendida partita di tennis. B. Alfonso possiede una villa sul lago di Garda. C. Molti di loro hanno chiesto scusa. D. Ho conosciuto una bella ragazza di sedici anni.

7. Quale delle seguenti frasi contiene un complemento di modo?A. È una donna di grande fascino. C. Per la paura si alzò di scatto. B. Fate una corsa di allenamento. D. In questo luogo si muore di noia.

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8. Quale dei seguenti periodi è formato da una proposizione principale e da due proposizioni su-bordinate?A. Marco ride, scherza e gioca con gli amici. B. Erodoto narra che gli Etruschi provenivano dalla Lidia. C. Penso che la zia sarebbe molto contenta se tu l’accompagnassi alla stazione. D. Poiché Maurizio era triste, lo invitai a cena.

9. Nel periodo “È talmente scorbutica che tutti la evitano”, che tutti la evitano è una proposizione subordinata esplicita: A. relativa. B. finale. C. causale. D. consecutiva.

10. Quale dei seguenti è un periodo ipotetico dell’irrealtà?A. Se vai a Firenze, parto con te. B. Se tu fossi andato a Firenze, sarei partito con te. C. Se tu andassi a Firenze, partirei con te. D. Se andrai a Firenze, partirò con te.

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