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IL “CANNOCCHIALE” DELLO STORICO MITI E IDEOLOGIE

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IL “CANNOCCHIALE” DELLO STORICO

MITI E IDEOLOGIE

Direttore

Achille OUniversità degli Studi di Padova

Comitato scientifico

Corinne L-FUniversité de la Sorbonne Nouvelle Paris

Jean-Claude MUniversité François-Rabelais de Tours

François RUniversité Paul-Valéry Montpellier

Comitato redazionale

Jacques RÉcole des Hautes Études en Sciences Sociales

Mario RScuola Normale Superiore di Pisa

Sandra S OUniversità degli Studi di Padova

Segretario di redazione

Daniele SLARHRA CNRS UMR , Lyon

IL “CANNOCCHIALE” DELLO STORICO

MITI E IDEOLOGIE

La collana trae la sua genesi da una lettura di Galileo: la scoperta di unaforma nuova di sapienza. I temi sviluppati riguardano: l’influenza di Erasmonella cultura europea dal Cinquecento al Settecento; il ruolo di Montaigne edel Sarpi; lo studio delle strutture e delle congiunture economiche e sociali;l’influenza di Galileo nella cultura del Novecento. Le metamorfosi dellamentalità pertanto accompagnano le ricerche dello “storico sperimentale”.

Il volume è stampato con il contributo della Banca San Giorgio Quinto ValleAgno (VI)

Giovanni Azzolin

Fogazzaro e i gesuiti

Un dialogo problematico intorno a Il Santo

Prefazione diPaolo Marangon

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: ottobre

All’amico Dionigi Rizzolo,ricordando le belle lunghe orepassate insieme conversando

Indice

Ringraziamenti

Prefazionedi Paolo Marangon

Premessa

. Origini e struttura della « Civiltà Cattolica »

. L’evoluzionismo e la poetica del Fogazzaro. Il Giornalismo cattolico

. La letteratura clericale e laica cattolica all’inizio del Novecento

. Il laicato nelle proposte di Rosmini, Manzoni, Curci e Fogazzaro

. Fogazzaro tenuto d’occhio dalla « Civiltà Cattolica » per il suo mode-ratismo « in politica, in religione, in amore »

. Si scredita e si condanna il pensiero del Fogazzaro

. Condanna di tutta l’opera del Fogazzaro fino a Piccolo mondomoderno

. Pio IX, Leone XIII e i tempi del Fogazzaro

. Loisy e la nuova esegesi biblica. Sua condanna. Eco in Italia

. Prestigio del Fogazzaro e intervento dei gesuiti

. Primo articolo della « Civiltà Cattolica » sul Santo

. Enrico Rosa S. J. e altri gesuiti contro gli “uomini nuovi” smaniosi diriformare

. Secondo articolo sul Santo della « Civiltà Cattolica »

Indice

. Una pagina di satira sul Santo e dintorni

. Il decreto di condanna del Santo. Risposta del Fogazzaro e reazioni

. Gli insulti dei massoni e dei radicali di sinistra

. Non è terminata l’atmosfera di denunce e delazioni. Lo scontro Pio Xe il cardinale Ferrari

. Il terzo articolo della « Civiltà Cattolica » sul Santo

.. Il gesuita continua lo scritto argomentando sul pregiudizio anticlericaleriformista, – .. La riforma proposta dal Santo è chimerica e utopistica, – .. Strana e pericolosa la dottrina del Fogazzaro sull’evoluzionismo, –.. Il Fogazzaro dipinge con colori foschi le colpe del clero, .

. Accuse gravi. Leila

. Continuano le critiche

. Ancora su Leila

. Da chi e perché vennero scritti gli articoli sul Santo

. Il giuramento contro il modernismo

. Un articolo della « Civiltà Cattolica » alla morte del Fogazzaro

. Ancora sull’opera letteraria del Fogazzaro

. Qualche nota su un severo giudizio complessivo

. Per i gesuiti ciò che non è pensiero cattolico è modernista

. Si vede modernismo in ogni religione e quello italiano è sostenitore ditutti e delle peggiori iniziative

. La vita di Fogazzaro di T. Gallarati Scotti occasione per riconfer-mare accuse e condanna

. Il Fogazzaro quasi assolto dai gesuiti e dalla Chiesa

. Solitudine e amarezza

Indice

. Rivisitazione del Fogazzaro e ufficioso recupero

. Nuove complicazioni

. « La Civiltà Cattolica » accoglie il Fogazzaro tra i buoni scrittori

Appendice

AppendiceGli articoli della « Civiltà Cattolica » su Il Santo di Fogazzaro

Bibliografia

Indice dei nomi

Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare ai Padri Cappuccini di Thiene, che mi hannomesso a disposizione la ricca biblioteca, dove c’è la raccolta completa de « LaCiviltà Cattolica », dal primo numero del primo sabato del mese di maggio ad oggi.

Un grazie al primario di cardiologia Dr. Bortolo Martini dell’ospedale diSantorso (VI), che con le sue cure premurose mi ha consentito di terminarequesto libro.

Grazie ai miei figli — Paola medico che mi segue con occhio attento,Antonella paziente lettrice, Alessandro esperto di computer — che mi hannoaiutato nel lavoro.

E, last but not least, un vivo ringraziamento a Paolo Carile, professoreemerito dell’Università di Ferrara, sempre disposto a indicarmi percorsiculturali originali e a facilitarmi, con i suoi consigli, il lavoro redazionale.

Prefazione

di P M

A prima vista la vicenda lontana e dimenticata, ricostruita in questo libro,può dare l’impressione di non dire più nulla al nostro presente: la figuradello scrittore veneto Antonio Fogazzaro è avvolta da un crescente oblioe le controversie gesuitiche intorno al suo romanzo Il Santo, pubblicatonel novembre e condannato dalla Santa Sede all’Indice dei libri proibitiil aprile , sembrano appartenere a un’altra epoca. Ma la lettura diquesto saggio di Giovanni Azzolin può contribuire non poco a dissipare laprima impressione di una disputa ormai sorpassata. Egli si è già occupatodel rapporto tra uno scrittore ancora più famoso, Alessandro Manzoni, e igesuiti della rivista « La Civiltà Cattolica » e ha dedicato ben due monografieai fratelli Scotton e al cardinale Gaetano De Lai, cioè ad alcuni tra gli avver-sari più accaniti del riformismo religioso di Antonio Fogazzaro durante ilpontificato di Pio X: la sua lunga frequentazione e indubbia competenza inquesto campo della storia tra Otto e Novecento gli consente dunque di com-prendere a fondo parecchi risvolti interessanti della controversia tra il piùillustre romanziere del tempo e i padri della prestigiosa « Civiltà Cattolica ».

D’altro canto Il Santo fogazzariano era ben più di un’opera puramenteletteraria. Nelle sue pagine apparivano ben visibili le tracce del pensiero edelle aspirazioni che andavano agitando in quegli anni gli animi dei cattolicipiù preoccupati del conflitto tra il cattolicesimo romano e la modernità. Unnutrito drappello di questi cattolici — in Francia, in Inghilterra, in Germa-nia, ma anche in Italia e in America — aveva dato vita a uno spontaneo evariegato movimento di idee e di iniziative, unificato dal desiderio di unariforma religiosa del cattolicesimo, che è passato alla storia con il nome dimodernismo. Quando Il Santo di Fogazzaro vide la luce, gran parte di queicattolici si riconobbero nelle idealità religiose espresse nel romanzo, contri-buendo in modo decisivo alla sua diffusione e al suo clamoroso successo,che conquistò le prime pagine dei più autorevoli giornali italiani ed europei.Nella pubblica opinione del tempo — Azzolin lo evidenzia bene — Il Santodivenne così il manifesto del modernismo e come tale venne percepito daigesuiti della « Civiltà Cattolica », che individuarono ben presto nel Fogazza-ro « senza esagerazione, il principe del riformismo cattolico italiano ». Suesplicito invito di Pio X, i padri della Compagnia di Gesù si servirono del

Prefazione

loro autorevole periodico per stroncare sul nascere il successo del romanzoe per rivolgere al suo autore, in vari articoli, accuse pesantissime di eresia,che Azzolin documenta ed esamina per la prima volta in modo completo edettagliato. Tali accuse non furono certamente estranee alla condanna delSanto, che sancì in modo drammatico l’eterodossia dello scrittore veneto eanticipò di fatto la scure che si abbattè l’anno dopo sull’intero movimentomodernista con l’enciclica Pascendi di Pio X.

Quella dolorosa crisi, apertasi in seno alla Chiesa cattolica, segnò inmodo pesante la sua evoluzione per tutta la prima metà del Novecento esolo il Concilio Vaticano II, con i pontificati di Giovanni XXIII (–)e di Paolo VI (–), consentì l’apertura di una nuova epoca nel suorapporto con il pensiero e la società contemporanea. Giustamente, pertanto,Azzolin addita nel Fogazzaro uno dei precursori del Vaticano II e sul finiredel secolo scorso anche « La Civiltà Cattolica » ha avvertito l’esigenza diriabilitare l’opera più controversa dello scrittore veneto, lasciando caderele violente accuse di eresia lanciate all’inizio del Novecento. Molta acquaè passata sotto i ponti e il “caso Fogazzaro”, dal punto di vista ecclesiale,sembra dunque chiuso. Ma anche questa, a mio parere, è un’impressionealquanto affrettata e superficiale. Oggi, con uno dei paradossi che la storianon raramente riserva, proprio l’avvento al soglio pontificio di un gesuitalatino–americano, papa Francesco, sta facendo riemergere, soprattutto all’in-terno della Chiesa, nodi problematici rimasti per molti decenni sepolti, manon sciolti. Alcuni di quei nodi sono ancora quelli individuati con chiarezzanelle pagine del Santo, in particolare nel celebre discorso di Benedetto alPapa sui quattro “spiriti maligni” entrati nel corpo della Chiesa trasfigura-ti in angeli di luce: lo spirito di menzogna, lo spirito di dominazione delclero, lo spirito di avarizia e lo spirito di immobilità. Con l’avvento di unpapa limpidamente evangelico, che il Fogazzaro non avrebbe neppure lon-tanamente osato sognare, ecco allora il riaffiorare, soprattutto all’internodi alcune strutture ecclesiastiche del papato e delle Chiese occidentali, disospetti e resistenze tanto silenziose quanto tenaci, di quel cattolicesimoconservatore, angusto e spesso mondano, mutato nelle forme ma non nellasostanza, che già a metà dell’Ottocento il filosofo torinese Vincenzo Gio-berti chiamava “gesuitismo”, avvertendo che il suo “spirito” travalicava dimolto la Compagnia di Gesù del suo tempo.

Prof. Paolo MUniversità di Trento

Premessa

Questo libro viene alla fine di oltre un ventennio di ricerche sulla intransi-genza cattolica. Conobbi l’argomento mentre stavo scrivendo un volumettosu Zanella.

Durante quel lavoro conobbi alcuni dei più severi cattolici intransigenticome Giuseppe Sacchetti, i fratelli Scotton; e giornali, quali « La Riscossa »e « Il Berico » della diocesi di Vicenza, altrettanto cattivi verso i cosiddetticattolici liberali. Questi ultimi rappresentavano i cattolici che accettavanol’idea dell’unità d’Italia, della fine del potere temporale della Chiesa, dellapartecipazione del laicato cattolico alla vita politica.

Conobbi anche le vittime della intransigenza, a cominciare dal filosofoAntonio Rosmini. Approfondii l’argomento con lunghe ricerche, soprattuttonell’Archivio segreto vaticano, consapevole della complessità delle questionistoriche e critiche che stavano alla base di ogni problema. Frutto di quellericerche sono i volumi Zanella e la stampa cattolica nazionale e vicentina ();Manzoni e i gesuiti della Civiltà Cattolica (); Gli Scotton. Prediche battaglieimboscate (); Il Cardinale De Lai “braccio forte di Pio X” ().

Conclude la serie di libri di quella ventennale esperienza il presente volu-me su Antonio Fogazzaro. Contro di lui, cattolico praticante, ma convintodella necessità che la Chiesa debba riformarsi, uscire dal Vaticano e dallecanoniche e visitare i fedeli poveri e ammalati, l’intransigenza si fa dura, avolte cattiva.

Sono i gesuiti a guidare la battaglia contro il Fogazzaro. Essi sono pre-occupati che le idee riformatrici del romanziere vicentino si diffondano inEuropa e in America. Siamo nel e l’ultimo romanzo del Fogazzaro, IlSanto, in pochi mesi negli Stati Uniti raggiunge . copie vendute.

Pio X, papa Sarto, era stato eletto l’anno prima, nel . Anche luivede con preoccupazione il successo letterario del Fogazzaro, e dà espressoincarico ai gesuiti de « La Civiltà Cattolica » di analizzare quel libro. Nasconocosì gli articoli sul Santo, severa condanna di quel libro e del suo autore.

Ho ritenuto opportuno premettere queste note per aiutare il lettorea muoversi con minor difficoltà nel complesso discorso, fatto spesso dilunghe citazioni e di citazioni nelle citazioni. Conoscerà un autore non notoabbastanza e un periodo, persone e fatti della storia della Chiesa che nonmolti conoscono e che ci spiegano l’importanza, ad esempio, del ConcilioVaticano II che il Fogazzaro anticipò.

. Origini e struttura della « Civiltà Cattolica »

Sarà utile al lettore conoscere subito, al fine di capire quello che dirò inseguito, la storia della pubblicazione periodica dei gesuiti, scritta, salvorarissimi casi, solo da loro. In occasione del primo centenario si può leggerenella rivista: « Il aprile , che in quell’anno coincideva col primo sabatodel mese, usciva in Napoli dalla tipografia di Via S. Sebastiano presso GesùNuovo, il primo quaderno della « Civiltà Cattolica ».

La più longeva delle riviste italiane, immutata nelle dimensioni, nellaimpaginazione, nel numero delle pagine non nacque in fretta e senza unaragionata preparazione. Gabriele De Rosa, che studiò con cura le originidel periodico di Via San Sebastiano, scrive:

Ancor prima che scoppiassero i moti del incominciò a studiarsi tra i gesuiti lapossibilità di un giornale diretto da gesuiti in difesa della religione e della Compa-gnia. Sul finire del il padre Pasquale Combi, provinciale d’Italia, invitò alcuniautorevoli padri, letterati e scrittori, a esprimere il loro parere sulla proposta perla uscita di un giornale. Furono interpellati Antonio Bresciani, Matteo Liberatore,Isaia Carminati, Taparelli d’Azeglio, che tutti mandarono le loro risposte con leloro osservazioni e progetti.

I gesuiti spesso intervengono e risolvono in breve tempo le questioni.Ma questa volta ci pensarono molto prima di partire con la rischiosa impresa.Le incertezze sulla opportunità di creare una rivista tutta loro erano molte:il timore che, indotta dagli avvenimenti, dovesse affrontare problemi politiciin contrasto con i governi dei vari Stati della penisola; il timore che il loroperiodico potesse venire considerato un concorrente da qualche giornalecattolico; che potesse trovarsi non sempre allineato col pensiero della Segre-teria di Stato. Tutti questi dubbi avrebbero potuto far fallire sul nascere ilprogetto.

Il gesuita che per primo caldeggiò con forza l’idea della rivista e delle suefinalità; colui che ebbe il coraggio di affrontare e vincere le molte difficoltà

. Civ. Catt., , vol. II, p. .. Dopo anni « La Civiltà Cattolica » si rinnova, cambia anche nella veste grafica. La testata è

sempre pulita ed elegante. Ma il cambiamento sta soprattutto nel fatto che la rivista viene diffusaanche attraverso i nuovi supporti digitali. Così, a cominciare dal numero del aprile , ilquindicinale dei gesuiti arriva anche sotto forma di “applicazione” su iPad, iPhone, iTablet.

. G. D R, Le origini della « Civiltà Cattolica », in Civiltà Cattolica –, Antologia, a c. dellostesso, S.G. Valdarno, , p. .

Fogazzaro e i gesuiti

e i non infondati timori, fu il napoletano padre Carlo Maria Curci. Egli,nel dicembre del , si trovava a Napoli e chiese e ottenne un’udienzaprivata da Pio IX che si trovava a Gaeta, in fuga da Roma dopo i dram-matici avvenimenti di quell’anno. Lo accompagnavano i domestici, i suoiSegretari particolari, quasi tutta la Segreteria di Stato e parte dei dicasteri oCongregazioni.

Padre Curci non parlò al papa della sua idea; ma riuscì a parlarne e ainteressare l’autorevole cardinale Antonelli, allora Segretario di Stato di PioIX. Il cardinale Antonelli patrocinò l’idea di padre Curci presso il papa chel’accettò con entusiasmo.

Il padre Curci fu qualche giorno dopo chiamato a Portici, e Pio IX entrò subito inargomento, come se esponesse un suo pensiero, chiedendogli se se la sentiva dilanciare questa opera.« La Civiltà Cattolica » nasceva da quell’udienza pontificia.

Ma padre Curci « poneva, in qualche modo, i superiori dinanzi al fattocompiuto. [. . . ]. Il successo immediato della rivista fu in gran parte dovutoall’intelligenza e alle grandi capacità giornalistiche ed organizzative del suofondatore e primo direttore ».

Però il direttore Carlo Maria Curci, nell’atto stesso di fondare un giornalerifiutava il giornalismo. Infatti fu proprio lui a scrivere l’editoriale del primofascicolo, che titolò: Il giornalismo moderno e il nostro programma. Con lagrinta del giornalista e la passione del napoletano, con l’entusiasmo che siha nell’affrontare imprese nuove, l’ex simpatizzante delle idee giobertiane

e ora temporalista e antiliberale, il gesuita Curci condannava duramente ilgiornalismo.

Contro questa forma vincente di libertà di espressione del mondo con-temporaneo, egli ha riflessioni severe, in contraddizione con l’opera chestava iniziando e con lo sviluppo che avrà il giornalismo come strumentodi apostolato nel mondo cattolico. Lo accettava soltanto come mezzo per

. Civ. Catt., , vol. II, p. .. G. M, Il primo direttore della « Civiltà Cattolica ». Carlo Maria Curci tra la cultura

dell’immobilismo e la cultura della storicità. Edizioni della « Civiltà Cattolica » — Roma , pp.–.. Finché era “giobertiano” curò e pubblicò a Benevento un’edizione del Primato morale e civile

degli italiani del Gioberti; quando però questi, con i Prolegomeni al Primato, criticò duramente i gesuiti,padre Curci pubblicò a Napoli nel Fatti ed argomenti in risposta alle molte parole di Vincenzo Gioberti;il quale, a sua volta, rispose col famoso Gesuita moderno. E la polemica continuò ancora per anni. Vedisull’argomento Giandomenico M, Il primo direttore della « Civiltà Cattolica », cit., p. . Più tardipadre Curci, maturate e mutate le idee, divenne antitemporalista e conciliatorista. Ufficialmente venneespulso dalla Compagnia, in realtà aveva insistentemente chiesto lui di venire dimesso. Nell’animasempre gesuita e cattolico, morì in miseria e perseguitato dai suoi. Il gesuita padre Mucci cercò etrovò il luogo dove era stato sepolto. La Compagnia recuperò la salma e la trasferì a Roma. VediGiandomenico Mi, Carlo Maria Curci il fondatore della « Civiltà Cattolica », Edizioni Studium —Roma .