Misure con biomarcatori V. Markers enzimatici Prof. Giorgio Sartor Corso di Laurea Specialistica in...

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Misure con biomarcatori V. Markers enzimatici Prof. Giorgio Sartor Corso di Laurea Specialistica in Scienze per l’Ambiente e il Territorio Copyright © 2001-2006 by Giorgio Sartor. All rights reserved. Versione 3.0 - gennaio 2006

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Misure con biomarcatoriV. Markers enzimatici

Prof. Giorgio SartorCorso di Laurea Specialistica in Scienze per l’Ambiente e il Territorio

Copyright © 2001-2006 by Giorgio Sartor.

All rights reserved.

Versione 3.0 - gennaio 2006

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Vie metaboliche e radicali dell’ossigeno

Rotturadel DNA

Inattivazioneenzimi Perossidazione

lipidica

Addottidel DNA

Addottidi proteine Prodotti

di coniugazione

METABOLITI REATTIVI

XENOBIOTICI

Ciclo redox

METABOLITIRADICALICI

COMPOSTIREDOX

O2

O-2

O2

GSH

GSSG GR

NADPH + H+

NADP+

GPX

H2O2

H2O

H2O + O2

HO· O2 Fe

NADPH + H+

NADP+

FADox

FADred Enzimi a flavina

FASE I

FASE I I

Addottidel DNA

Addottidi proteine Metabolismo

1

2

3

4

5

6

7

8

9

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Vie metaboliche e radicali dell’ossigeno

Rotturadel DNA

Inattivazioneenzimi Perossidazione

lipidica

Addottidel DNA

Addottidi proteine Prodotti

di coniugazione

METABOLITI REATTIVI

XENOBIOTICI

Ciclo redox

METABOLITIRADICALICI

COMPOSTIREDOX

O2

O-2

O2

GSH

GSSG GR

NADPH + H+

NADP+

GPX

H2O2

H2O

H2O + O2

HO· O2 Fe

NADPH + H+

NADP+

FADox

FADred Enzimi a flavina

FASE I

FASE I I

Addottidel DNA

Addottidi proteine Metabolismo

1

2

3

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5

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7

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9

1. Il metabolismo di fase I (incluso ossidazione da Citocromo P450) può formare metaboliti reattivi.

2. Il metabolismo di fase I può formare specie redox che possono subire un ciclo redox.

3. Ciclo redox che comprende flavoproteine.

4. Per completare il ciclo redox si forma anione superossido (O2

-·) e si rigenera il composto di partenza.

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Vie metaboliche e radicali dell’ossigeno

Rotturadel DNA

Inattivazioneenzimi Perossidazione

lipidica

Addottidel DNA

Addottidi proteine Prodotti

di coniugazione

METABOLITI REATTIVI

XENOBIOTICI

Ciclo redox

METABOLITIRADICALICI

COMPOSTIREDOX

O2

O-2

O2

GSH

GSSG GR

NADPH + H+

NADP+

GPX

H2O2

H2O

H2O + O2

HO· O2 Fe

NADPH + H+

NADP+

FADox

FADred Enzimi a flavina

FASE I

FASE I I

Addottidel DNA

Addottidi proteine Metabolismo

1

2

3

4

5

6

7

8

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5. In presenza di ferro l’anione superossido forma il radicale idrossido (Haber-Weiss).

6. L’anione superossido può dismutare a H2O2 ad opera della superossidodismutasi (SOD).

7. In presenza di ferro l’ H2O2 forma il radicale idrossido e ossigeno (Fenton).

8. L’ H2O2 può essere degradata ad acqua ad opera della catalasi (CAT) o della glutatione perossidasi (GPX).

9. La glutatione reduttasi rigenera il glutatione ridotto (GSH) da quello ossidato (GSSG).

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• Enzima microsomiale, il più versatile tra gli enzimi di fase I.

• Inducibile.• Anche conosciuto come ossidasi a funzioni miste

(MFO).• Proteina che contiene un gruppo eme

– Il complesso formato dal Fe2+ e CO ha uno spettro di assorbimento con massimo centrato a 450 nm (447-452) nm.

Citocromo P450 (CYP)

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CYP

• Ossida gli xenobiotici usando il NADPH come cofattore e O2

• La reazione procede come ciclo catalitico:RH+O2+H++NADPH ROH+H2O+NADP+

• Non è attivo contro tutti i contaminanti (specialmente gli alogeni)

• In alcuni casi genera prodotti tossici (epossidi)• L’induzione delle MFO è un sistema di

biomarcatura

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Struttura del CYP (1PO5)

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Struttura del CYP (1PO5)

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Struttura del CYP (1PO5)

AA basici

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Struttura del CYP (1PO5)

AA basiciCys436

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Struttura del CYP (1PO5)

AA basiciCys436

Cavità

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Struttura del CYP (1PO5)

Cavità

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Struttura del CYP (1PO5)

Cavità

AA polariAA neutri

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Struttura del CYP

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Struttura del CYP

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Struttura del CYP

Canfora

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Struttura del CYP

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Ciclo del CYP

Fe3+H2O

Fe3+RH

Fe2+RH

[Fe2+O2RH]-1

FeO3+RH

Fe3+ROH

[Fe2+O2RH]-2[Fe2+OOHRH]-1

ROHRH

H+ e-

e-

H+

H2O

H2O

H2O

(substrato)(prodotto)

O2NAD(P)H-citocromo

P450 reduttasi

citocromo b5

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Meccanismo ciclico del CYP

1. P450 acquo Fe(III)2. P450 canfora Fe (III)3. P450 canfora CO

Fe(III)4. P450 prodotto Fe(III)5. P450 canfora Fe(II)6. P450 canfora O2

- Fe(II)

7. P450 ossigeno attivato Fe(IV)

O

OH

O

HFe(I I I)

OHH

S

Fe(I I I)

S

Fe(I I)

OO

S

Fe(I I)

S

Fe(I I)

OO

S

Fe(I I I)

O

S

OH

Fe(IV)

O

S

Fe(I I I)

OHR

S

Fe(I I)O

O

S

Fe(I I)

O

S

ROHRH

RH

RH

RH

RH

RH

RH

H2O2

H2O

H+

H+ e-

e-

2-

--

RH

2-

(1)

(2)

(6)

(5)(7)

(4)

H+

RH -

(3)

O2

H2OH2O

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Meccanismo

• L’ossigeno è legato non ad angolo retto.• Il legame dell’ossigeno allontana il ligando

(RH) solo dopo che I due atomi di ossigeno si sono ridotti il ligando si riavvicina. Ciò previene la formazione di ROS.

• Gli elettroni per la riduzione dell’ossigeno snoo forniti da una proteina Fe-S (P450 batterica o mitcondriale) o da una NADPH-citocromo P450 ossidoreduttasi FAD/FMN dipendente (microsomi).

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Meccanismo generale del CYP

NADPH + H+

NADP+ CYTP450Reduttasi

FMNH2/FADH2

CYTP450Reduttasi FMN/FAD

CYP Fe2+

CYP Fe3+

RH

ROH

2H+ + O2

H2O

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Meccanismo

• Nel complesso con la NADPH-citocromo P450 ossidoreduttasi l’elettrone si muove attraverso lo scheletro della proteina

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Struttura del CYP

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Colesterolo monoossigenasi(CYTP450scc - EC 1.14.15.6 - CYP11A)

NADPH + H+

NADP+

CYTP450Reduttasi

FMNH2

CYTP450Reduttasi

FMN

Colesterolomonoossigenasi

Fe2+

Colesterolomonoossigenasi

Fe3+

colesterolo

22-idrossicolesterolo

2H+ + O2

H2O

OH

H

H

H

H

OH

OH

H

HH

H

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Reazioni catalizzate dal citocromo P450

• Idrossilazione di aromatici• Epossidazione di aromatici • Idrossilazione di alifatici• Epossidazione di alcheni• N-dealchilazione• O-dealchilazione• S-sealchilazione• N-ossidazione• N-idrossilazione• S-ossidazione• Ossidazione di aldeidi• Aromatizzazione di

androgeni

• Ossidazione dell’alotano• Riduzione dell’alotano • Ossidazione dell’arginina• Taglio della catena laterale

del colesterolo• Deidrogenazione• Dealogenazione• Azoriduzione• Deaminazione• Desolforazione• Idrolisi di ammidi• Idrolisi di esteri• Perossidazione• Denitrazione

Più almeno altre 20

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• Idrossilazione di atomi di carbonio alifatici o aromatici

– Da (S)-mefentoina a 4’-idrossi-(S)-mefentoina (CYP2C19)

– Da testosterone a 6-idrossitestosterone (CYP3A4)

Reazioni catalizzate dal citocromo P450

NH

NO CH3CH3

O

H

HOH

O

H

H H

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Reazioni catalizzate dal citocromo P450

• Epossidazione di doppi legami– Da 5-colestene a 5,6-epossi-5-colestano

• Ossigenazione di eteroatomi, N-idrossilazione– Da amine a idrossilamine– Da omeprazolo to solfone (CYP3A4)

H

HH

OH

H

H

HO2

+

NADPHNADP+

+ + H+ H2O

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• Dealchilazione di eteroatomi– O-dealchilazione (da destrometorfano a destrorfano) – N-demetilazione della caffeina

Reazioni catalizzate dal citocromo P450

N

NN

N

OCH3

CH3

CH3

O

NN

N

CH3

N

OCH3

O

H

N

NN

N

OCH3

H

CH3

O

N

NN

N

O

CH3

CH3

O

H

H

NH

CH3

OCH3

H

NH

CH3

OH

teobromina

paraxantina

teofillina

CYP1A2

CYP2E1 CYP2E1

CYP2D6

caffeina

destrometorfano

destrorfano

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Reazioni catalizzate dal citocromo P450

• Trasferimento di gruppo per via ossidativa– N, S, X

rimpiazzato con O• Da parathion a

paroxon (da S a O)• Attivazione

dell’alotano a trifluoroacetilcloruro

POO

OS

CH3

CH3

N+O O

F

F

FCl

Br

POO

OO

CH3

CH3

N+O O

F

F

FCl

O

CH3

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Reazioni catalizzate dal citocromo P450

• Scissione di esteri– Scissione del gruppo funzionale con O nel gruppo

uscente• Da loratadina a lorantadina desacetilata (CYP3A4, 2D6)

• Deidrogenazione– Astrazione di due H con formazione di C=C

• Attivazione di acetaminofene al metabolita epatotossico N-acetilbenzochinoneimina

OH

N

H

O

CH3

O

N

O

CH3

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La famiglia del Citocromo P450

• Ha molti membri:– 450 nel riso, 57

nell’uomo, 84 nel topo, 10 nella Chlamodymonas

• Filogenesi

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Induzione

• Meccanismo attraverso il quale uno stimolo esterno alla cellula provoca come risposta la produzione di una o più proteine o, comunque, una attivazione della sintesi proteica:– CYP– HSP– Stress

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Un gene

PROMOTORE

esone 1 esone 2

esone 3

introne 1 introne 2

GENE

5’

5’

3’

3’

+ (senso)

filamento

U (RNA)C T pirimidine||| ||G A purine

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Il DNA fa RNA che fa PROTEINA

PROMOTORE GENE

5’3’ RNApol

+ (senso)

filamento

esone 1 esone 2 esone 3

introne 1 introne 2

5’ 3’

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Trascrizione

5’3’

+ filamento

RNApol

5’

Pre-mRNA 3’

Il filamento complementare dà una COPIA del GENE.

esone 1 esone 2 esone 3

introne 1 introne 2

5’ 3’

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Splicing

5’3’ RNApol

5’

Pre-mRNA

3’

5’

splicing

3’

mRNA

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Traduzione

5’3’

mRNA

5’

3’

mRNA

TRADUZIONE

MS

G

proteina

NH2

RNA Ribosomiale

t RNA

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MAPK

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MAPK

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Il paradigma

Xenobiotico

Attivazione del gene per CYP

Espressione di CYP…Metabolismo

dello xenobiotico

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CYP1A1 e recettori per idrocarburi aromatici

• CYP1A1 non è espressa costitutivamente nel fegato di ratto.

• CYP1A1 è indotta da idrocarburi policiclici

– Benzo(α)pirene, TCDD (diossine).

– Farmaci (omeprazolo, inibitore delle pompe protoniche).

• Meccanismo – up-regulation trascrizionale.

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Induzione CYP1

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Induzione CYP2-4 (e 7)

A/B C D E F

Sito di legame del DNA

(Zn2+ fingers)

Regione cardine

Sito di legame del

ligando

Regolata da recettori nucleari

I recettori nucleari sono una superfamiglia di proteine

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Dominio zinc-fingers

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Dominio zinc-fingers

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Dominio zinc-fingers

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Recettori nucleari

NR1

Ligando

NR2

NR NR

Ligando

GENIElemento di rispostaDNA

espressione

+/-

I recettori nucleari sono fattori di trascrizioni attivati dai ligandi

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Recettori nucleari

• Recettori per gli steroidi

– GR: recettore per i glucocorticoidi

– MR: recettore per i mineralocorticoidi

– AR: recettore per glia androgeni

– ER: recettore per gli estrogeni

• Recettori per altri ligandi

– RXR: recettore per X retinoide

– RAR: recettore per acido retinoico

– TR: recettore per l’ormone tiroideo

– VDR: recettore per la vitamina D

• ?

• PXR: recettore per X pregnano

• CAR: recettore constitutivo attivato

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Recettori nucleari

• I recettori nucleari si legano ad uno specifico elemento di risposta

• Generalmente 2 mezzi siti di legame correlati con AGGTCA

• Sono i recettori per gli ormoni steroidei (GR, MR ecc...)

• Si lega come omodimero

• Sequenza palindromica imperfetta

• Separati da 3bp

AGGACANNNTGTACC

TCCTGTNNNACATGG

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Heat Shock Proteins

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Classificazione delle HSP

Famiglia Nome Altri nomiLocalizzazionesubcellulare

Livello di espressione

Normale Stress

hsp 100

hsp 110 Nucleo/nucleolo + ++

hsp 104 citosol + +++

grp 100 ER/Golgi + ++

hsp 90hsp 90 hsp 82, HtpG Citosol/nucleo ++ +++

grp 94 Erp90 ER + ++

hsp 70

hsp 70 hsp 72, DnaK Citosol/nucleo - +++

hsc 70 hsp 73 Citosol/nucleo ++ ?

grp 78 BIP, Kar2p ER ++ +++

mtp 70 Ssc1p, grp 75 Mitocondrio + ++

hsp 60hsp60 GroEL, cpn60 Citosol + +hsp 58 HuCHa 60 Mitocondrio + +

hsp 40 hsp 40 DnaJ, hdj-1 Citosol/nucleo + ++

hsp 30hsp 32 eme-ossigenasi Citosol + ++hsp 35 G3PDH Citosol + ++

Piccole hsp

hsp 27 -cristallino Citosol/nucleo + ?

hsp42p + ++

hsp 10 GroES, cpn-10 Mitocondrio + ++

Ubiquitina Ubiquitina Citosol + ++

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Ruolo costitutivo delle HSP

• Le HSP presenti costitutivamente nelle cellule hanno un ruolo fondamentale nei processi fisiologici di ripiegamento trasferimento e degradazione delle proteine.

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Ruolo citoprotettivo delle HSP

• Il ruolo delle HSP indotte in cellule sottoposte ad insulto è quello di minimizzare i danni arrecati ai processi di:

– sintesi,

– traslocazione

– ripiegamento

• di proteine cellulari.

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Risposta heat shock

• La risposta heat shock è un evento comune a tutti gli organismi, caratterizzato dall’aumentata sintesi di HSP in risposta ad un numero molto elevato di stimoli:

– aumento di temperatura,

– ipossia,

– shock osmotico,

– metalli pesanti, ischemia,

– invecchiamento

– …

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Turn-over delle proteine

• Le proteine cellulari vengono regolarmente degradate e risintetizzate.

• Il tempo di semi-vita di un enzima nel fegato di ratto varia da 10 minuti a una settimana.

• In media il tempo di semi-vita di una proteina è correlato con il residue N-terminale:

– Proteine con N-terminale come Met, Ser, Ala, Thr, Val, o Gly hanno un tempo di semi-vita maggiore di 20 ore.

– Proteine con N-terminale Phe, Leu, Asp, Lys, o0 Arg hanno un tempo di semi-vita di 3 minuti o meno.

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Turn-over delle proteine

• È stato dimostrato che le proteine ricche in Pro (P), Glu (E), Ser (S) and Thr (T), chiamate proteine PEST, sono degradate più rapidamente che le altre proteine.

• La degradazione di specifiche proteine può essere regolata:

– Negli eucarioti il ciclo cellulare è controllato, alcuni enzimi regolatori del ciclo sono degradati in fasi particolari del ciclo cellulare in risposta a segnali intra o extra-cellulari.

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Proteolisi: meccanismo generale

O

N

HR'

H

NHR

R''

CR''

H

R

Nu:

H

O

N

HR'

H

NHR

R''

CR''

H

R

Nu+

H

O

R'

H

NHR

R

Nu N

H

R''

CR''

HH

O

R'

H

NHR OH N

H

R''

CR''

HH

R

Nu:H

H2O

n n+1 n n+1

n n+1n n+1

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Enzimi proteolici

• Classi di enzimi proteolitici:

– Proteasi a serina: enzimi digestivi come tripsina, chimotripsina, elastasi...

– Differiscono nella specificità del substrato:

• Chimotripsina: privilegia il taglio del legame peptidico nel quale l’AA che impegna il C=O ha una catena laterale.

• Tripsina: preferisce un AA carico positivamente (Lys o Arg) nella stessa posizione. 

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Enzimi proteolici: proteasi a serina

• Il sito attivo (tripsina bovina 3BTK) è fatto da un residuo di serina (Ser195), uno di istidina (His57) e uno di aspartato (Asp102).

• Durante la catalisi vi è un attacco nucleofilo del OH della serina sul carbonio del carbonile del legame peptidico che deve essere tagliato.

• Durante la reazione un H+ è trasferito dalla serina all’anello imidazolico dell’istidina, l’aspartato forma un legame H con l’istidina.

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Enzimi proteolici: proteasi a aspartato

• Le proteasi ad aspartato comprendono:– La pepsina (enzima digestivo).– Alcune proteasi lisosomiali.– L’enzima renale renina.– Le proteasi dell’HIV.

• Due residui di aspartato sembra partecipino alla catalisi acido/base nel sito attivo.

• Un aspartato accetta H+ da una molecola di H2O nel sito attivo che attacca il carbonio carbonilico del legame peptidico.

• Simultaneamente l’atro aspartato cede l’H+ all’ossigeno del carbonile del legame peptidico.

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Enzimi proteolici: metallo proteasi

• Appartengono alla classe delle proteasi a Zinco (metalloproteasi): – La carbossipeptidasi (enzima digestivo).– Le metalloproteasi della matrice (collagenasi),

coinvolte nella degradazione della matrice extra cellulare durante la crescita dei tessuti.

– Una proteasi lisosomiale.

• Nel sito attivo è presente uno zinc binding motif, con due residui di istidina il cui imidazolo complessa lo ione Zn++.

• Nella catalisi lo Zn++ interagisce con l’ossigeno del C=O promuovendo l’attacco nucleofilo dell’ossigeno di una molecola di acqua nel sito attivo al carbonio del C=O.

• Nella carbossipeptidasi un residuo di glutamato facilita la reazione estraendo un H+ dall’acqua.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 62

Enzimi proteolici: proteasi a cisteina

• Appartengono alla classe delle proteasi a Cisteine:– La papaina (della Carica Papaya).– Alcune protesi lisosomiali (catepsine). – Le caspasi che si occupano della degradazione delle

proteine dell’apoptosi (morte cellulare programmata).

• Le proteasi lisosomiali a cisteina sono omologhe alla papaina. Sono una famiglia molto grande con svariata specificità di substrato.

• Le caspasi tagliano il lato carbossilico di un aspartato. • Il meccanismo delle proteasi a cisteina si pensa che

coinvolga la deprotonazione del SH di una cisteina da parte di un residuo vicino di istidina seguito da un attacco nucleofilo dello zolfo al carbonio carbonilico.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 63

Attivazione delle proteasi

• Attivazione delle proteasi:

• La maggior parte delle protesi sono sintetizzate come proenzimi di maggiori dimensioni.

• L’attivazione consiste nella rimozione di un segmento inibitorio nel proenzima.

• L’attivazione può avvenire dopo che la proteasi è stata secreta nell’apposito compartimento cellulare o nella matrice extracellulare.

• In alcuni casi (attivazione dell’apoptosi) l’attivazione può essere a cascata e portare all’attivazione di proteasi specifiche.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 64

Degradazione delle proteine

• Ci sono tre principali sistemi di degradazione delle proteine (nel muscolo):– Ubiquitina-proteosoma

• Le proteine sono marcate per la degradazione da unità di ubiquitina.

• I proteosoma 20S inattivo viene attivato da una proteina regolatrice diventando proteosoma 26S

• Il proteosoma 26S rompe la proteina in peptidi– I peptidi sono scissi in aminoacidi liberi da altri processi nella cellula

– Lisosomi• Le proteine entrano nei lisosomi via endocitosi

– La catepsina e le proteinasi degradano i legamo peptidici.

– Calpaina• Proteasi attivate da calcio nel citosol della cellula

– I differenti isomeri sono attivati da differenti concentrazioni di calcio.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 65

Sistema Ubiquitina-proteosoma

• Ubiquitina:– Le proteine sono marcate per la proteolisi

selettiva dall’ubiquitina, una proteina ubiquitaria altamente conservata.

– Si forma un legame isopeptidico tra il carbossiterminale dell’ubiquitina e un gruppo NH2 di una lisina della proteina da degradare.

• Il processo è ATP dipendente.

• Sono coinvolti tre enzimi (E1, E2 e E3).

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 66

Sistema Ubiquitina-proteosoma

• Inizialmente il carbossiteminale dell’ubiquitina è legato con un legame tioestere al Ubiquitin-Activating Enzyme (E1) attraverso una reazione ATP dipendente

• L’ubiquitina vien quindi trasferita ad un gruppo sulfidrilico del Ubiquitin-Conjugating Enzyme (E2).

• Una Ubiquitin-Protein Ligase (E3) trasferisce l’ubiquitina attivata al gruppo -amino dui una lisina formando un legame isopeptidico.

• Ci sono diverse ligasi dell’ubiquitina che differiscono per la specificità.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 67

Sistema Ubiquitina-proteosoma

H2N COOH

• Più ubiquitine sono legate per formare una catena.

• Il carbossiterminale forma un legame con il gruppo -amino della Lys48 di una catena adiacente di ubiquitina.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 68

Sistema Ubiquitina-proteosoma

• Alcune proteine (per esempio le cicline, coinvolte nella regolazione del ciclo cellulare) presentano una sequenza chiamata destruction box, riconosciuta da un dominio del corrispondente E3.

• L’interazione dell’ubiquitina ligasi con il suo bersaglio è regolata , in alcuni casi, dalla fosforilazione della proteina bersaglio e può coinvolgere altre proteine adattatrici.

H2N COOH

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 69

Sistema Ubiquitina-proteosoma

• La degradazione selettiva di una proteina avviene nel proteosoma. Un complesso proteico presente nella cellula.

• Il core complex del proteosoma, ha un coefficiente di sedimentazione di 20S ed è costituito di 14 subunità di due tipi (77).– Le sette subunità formano un anello a struttura cilindrica.– Le sette subunità formano l’anello centrale.

77

77

{

{1JD2

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 70

Sistema Ubiquitina-proteosoma

• Il core complex del proteosoma racchiude una cavità fatta di tre compartimenti collegati da uno stretto passaggio.

• L’attività proteasica è associata a tre delle subunità ognuna con differente specificità per il substrato.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 71

Sistema Ubiquitina-proteosoma

1. Una subunità ha una attività simile alla chimotripsina con preferenza per Tyr o Phe come AA al carbonile del legame peptidico.

2. Una subunità ha una attività simile alla tripsina con preferenza per Arg o Lys al carbonile del legame peptidico.

3. Una subunità ha una attività post-glutamil con preferenza per glutamato o altro residuo acido.

• Non sono coinvolti residui di cisteina o serina. • L’attività idrolasica del proteosoma costituisce una

famiglia di proteasi a treonina.

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 72

Sistema Ubiquitina-proteosoma

• Nella struttura del core complex del proteosoma non ci sono apparenti aperture verso l’esterno.

• Si è postulata l’interazione con un cap complex che apra il passaggio verso l’esterno.

• È stato cristallizzato il core complex 20S del proteosoma con il cap complex 11S.

• L’interazione del cap complex 11S altera la conformazione del dominio N-terminale delle subunità del core complex permettendo l’accesso dall’esterno.

1FNT

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Determinazione

• Western blotting:– anticorpo specifico – sviluppo di chemioluminescenza

Nitrocellulosa

Proteina

Ab1°

Lastra fotografica

LUCE

ECL

Ab2°

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Acetilcolinesterasi

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 75

Aceticolina

ON

+

CH3

CH3

CH3

CH3

O

• È stato il primo neurotrasmettitore ad esser identificato

– da Otto Loewi nel 1921, attraverso la stimolazione del nervo vago nelle rane che, era noto, causa il rallentamento del battito cardiaco.

– Raccolse il fluido circostante il cuore stimolato e lo applicò ad un cuore non stimolato osservandone il rallentamento.

– Attribuì l’effetto ad un prodotto chimico che in seguito identificò come acetilcolina.

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Recettori per l’acetilcolina

• Due tipi:• Recettori Nicotinici

– Canali ionici, – Rispondono rapidamente ed hanno effetto

eccitatorio– Bloccati dal curaro

• Recettori Muscarinici– Accoppiati alla proteina G – Rispondono lentamente– Possono essere sia eccitatori che inibitori– Bloccati da atropina e scopolamina.

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Il recettore nicotinico per l’acetilcolina

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Recettori muscarinici

• Acetilcolina

• Muscarina

N+

CH3

CH3

CH3O CH3

O

N+CH3

CH3

CH3 O

OH

CH3

4.44 A

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Recettori nicotinici

• Acetilcolina

• Nicotina

N+

CH3

CH3

CH3O CH3

O

N

CH3

N

5.59 A

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Aceticolinesterasi (AChE) EC 3.1.1.7

• È l’enzima che si occupa di degradare l’acetilcolina per evitare una sovrastimolazione.

ON

+

CH3

CH3

CH3

CH3

O

OHN

+

CH3

CH3

CH3

OCH3

O

+

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Sinapsi (anticolinesterasici)Corpo cellulare del neurone (organoclorurati, piretrine)

Cl- (GABA)ATPase Na+

K+

Ca++

Canali del Ca++, Calmodulina

Siti di azione degli insetticidi neurotossici

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Colinesterasi

——

——

——

————

——

————

——

————

——

——

++

++++

++++++++

++++

++

++++

++++

—— ——

——

——

——

++++++

++

++++

——

——

++++

——

Na+

K+

Trasmissione del segnale nervoso

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++——

——

——

——

——

——

————

——

————

——

——

——

++

++++

++++++++

++++

++

++++

++++

—— ——

——

——

——

++++++

++

++++

——

——++

——

Na+

Colinesterasi

K+

Trasmissione del segnale nervoso

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++

——

——

—— ——

——

——

——

——

——

——

——

————

——

++

++++

++++++++

++++

++

++++

++

——

——

——

——

++++++

++++

——

——

++++

——

Na+

No Colinesterasi

++

K+

Trasmissione del segnale nervoso

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Aceticolinesterasi

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Acetilcolina e acetilcolinestrasi

CH3

N+

CH3

CH3

O

O

CH3

OH

His440 Ser200Glu327+-

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Acetilcolina e acetilcolinesterasi

CH3

N+

CH3

CH3

O

O

CH3

OH

His440 Ser200Glu327+-

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Colina e acetilcolinesterasi acetilata

CH3

N+

CH3

CH3

OH

O

O CH3

His440 Ser200Glu327+-

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Colina e acetilcolinesterasi acetilata

CH3

N+

CH3

CH3

OHO

O CH3

OH

His440 Ser200Glu327+-

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Acetilcolinesterasi fosforilata

CH3

N+

CH3

CH3O

O

CH3

O

PORO

RO

His440 Ser200Glu327+-

Complesso stabile che può essere scisso da ossime

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Acetilcolinesterasi fosforilata

O

PORO

RO

RN

OHPO RO

RO

RN

OH

His440 Ser200Glu327+-

Complesso stabile che può essere scisso da ossime

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Acetilcolinesterasi fosforilata

O

PORO

HO

RN

OHOH R

His440 Ser200Glu327+-

La dealchilazione porta alla stabilizzazione del complesso

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Agenti anticolinesterasici

• Inizialmente sviluppati come arma chimica• Gas nervini

– Tabun, Sarin

• Insetticidi organofosfati– Malathion, parathion

P

O

OO CN

NCH3

CH3

CH3

P

O

CH3

O FCH3

CH3

H

S

P

O

O

O

O

S

O

O

CH3

CH3

CH3 CH3

POO

OS

CH3

CH3

N+O O

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Acetilcolinesterasi e Sarin

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Tossicità selettiva

S

P

O

O

O

O

S

O

O

CH3

CH3

CH3 CH3

S

P

O

O

O

O

O

O

O

CH3

CH3

CH3CH3

METABOLITIINATTIVI

VELOCE(insetti e mammiferi)

VELOCE (mammiferi)LENTO (insetti)

VELOCE (mammiferi)LENTO (insetti)

Malathion

Malaoxon

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Inibitori dell’aceticolinesterasi

• Organofosfati– Poco costosi e poco tossici verso le specie non bersaglio.

– Più solubili in acqua del DDT, più degradabili e meno persistenti.

– Veleno del SN.

Struttura generale • R = catena idrocarburica• Z = gruppo organico• Y = S o O

CH3 OP

OCH3 S

O

NO2R

PR

Y

Yz

Parathion

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Degradazione del parathion®

POO

OS

CH3

CH3

N+

O O

PO

O

OO

CH3

CH3

N+

O O

PO

O

OH

O

CH3

CH3

N+

O O

OH

OP

O

OS

CH3

CH3

NH2

PO

O

OH

S

CH3

CH3

NH2

OH

OH

OH

parathion

paraoxon

dietilfosfato

4-nitrofenolo

dietiltiofosfato

4-aminofenolo

aminoparathion

idrochinone

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Determinazione

• L’enzima idrolizza l’acetilcolina in colina e acido acetico rimuovendola così dalle fessure sinaptiche

• Viene valutata l’idrolisi dell’acetiltiocolina (metodo di ELLMAN)

N+ S

CH3

CH3

CH3 O

CH3 N+ SH

CH3

CH3

CH3 O

CH3O+

N+ O

CH3

CH3

CH3 O

CH3 N+ OH

CH3

CH3

CH3 O

CH3O+

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SS

NN

OO

OO

OO

S N

OO

ON

+ S

CH3

CH3

CH3

SHN

OO

O

N+ SH

CH3

CH3

CH3+ +

ditiobisnitrobenzoato, DTNB

Reazione di ELLMAN

Assorbimento a 412 nm

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• Il glutatione è un tripeptide formato da glicina, cisteina, acido glutamico.

GSH

NH

NH

O

SHO

O

O

NH2

O

O

GLU CYS GLY

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• Due tipi di reazione con il GSH– Spiazzamento di alogeni, solfati, solfonati, fosfati,

nitrogruppi– Il glutatione viene addizionato a doppi legami attivati

(epossidi) come nella sintesi delle prostaglandine.

• Substrati:– Idrofobici che contengono un elettrofilo– Possono reagire non enzimaticamente

Coniugazione con il GSH

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Coniugazione

NH

NH

O

SHO

O

O

NH2

O

O

NH

NH

O

SO

R

O

O

NH2

O

O

+

+

RX

HX

glutatione S-transferasiEC 2.5.1.18

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Glutatione S-transferasi – EC 2.5.1.18

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Glutatione S-transferasi EC 2.5.1.18 (1A0F)

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• Glutatione-S-transferasi microsomiale e citosolica

• Almeno quattro classi di glutatione-S-transferasi (), diversi isoenzimi inducibili.– Induttori (3-metilcolantrene, fenobarbital,

corticosteroidi, anti-ossidanti)– La sovraespressione porta a resistenza (insetti

DDT resistenti, piante resistenti all’atrazina, cellule tumorali resistenti alla chemioterapia)

Glutatione S-transferasi

CH3

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• Escrezione dei glutatione-coniugati:– Intatti nella bile– Convertiti in acido mercapturico nei reni ed escreti

nelle urine -glutamiltransferasi, aminopeptidasi M

Eliminazione dei composti coniugati con il GSH

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-glutamiltransferasi

NH

NH

O

SRO

O

O

NH2

O

O

NH

O

NH2

SR

O

O

NH2

O

O

O

O

+

+

H2O

-glutamiltransferasiEC 2.3.2.2

R-S-alanilglicina Glutamato

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Metallotioneine

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Metallotioneine

• Le metallotioneine (MT) sono peptidi e proteine ubiquitarie a basso peso molecolare ad alto contenuto in aminoacidi solforati e metalli.

• Si ipotizza che giochino un ruolo:– nella fissazione dei metalli in tracce (Zn++, Cu++),– nel controllare la concentrazione di questi ioni, – nella regolazione dei flussi degli ioni ai distretti

cellulari,– nella neutralizzazione dei metalli tossici (Cd++, Hg++)

e nella protezione dallo stress indotto dai metalli.

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Distribuzione

• Le metallotioneine sono presenti in tutti gli organismi: animali, vegetali e microrganismi.

• Negli animali queste proteine posseggono polimorfismo genetico e sono abbondanti nei tessuti parenchimali (fegato, rene, pancreas e intestino).

• La loro concentrazione dipende da specie, tessuto, età, sesso ed altri fattori non ancora completamente identificati

• Nonostante che le metallotioneine siano proteine citoplasmatiche si sono trovate accumulate nei lisosomi e nel nucleo.

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Trasporto di metallotioneine

• Schema ipotetico del trasporto di metalli pesanti attraverso l’epitelio branchiale di molluschi bivalvi.– M: metalli in traccia;– MT: metallotioneine.

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Turnover delle metallotioneine

• Schema del turnover di MT in cellule di molluschi bivalvi (Isani et al., 2000).

– M: Metalli; – MTF: Fattori di

Trascrizione; – MTI: Inibitori di

Trascrizione.

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Classificazione

• Il nome deriva dal fatto che hanno un alto contenuto di zolfo e metalli. Tale contenuto varia a secondo del metallo (fino ad oltre il 20% in peso)

• Nei mammiferi sono caratterizzate da un peso molecolare di 6000-7000 Da, contengono da 60 ad 68 amino acidi di cui 20 Cys che legano 7 equivalenti di ione metallico bivalente. Mancano di aminoacidi aromatici. Tutte le Cys sono in forma ridotta e sono coordinate con ioni metallici.

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Classificazione – Le metallotioneine

• La superfamiglia delle the metallotioneine è definita come quella che comprende i peptidi che assomigliano alla metallotioneina renale equina che ha le seguenti caratteristiche:– Basso peso molecolare– Composizione:

• Alto contenuto in Cys, basso contenuto in aromatici.• Sequenza caratteristica.

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Classificazione – Le famiglie

• Una famiglia di metallotioneine è caratterizzata da una particolare sequenza ed è legata ad una o più specie. – I membri di una determinata famiglia appartengono solo a

quella e si pensa siano correlati da un punto di vista evoluzionistico

– Ogni famiglia è identificata da un numero e dalla specie. – Per esempio: Famiglia 1: vertebrati.

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Classificazione

• Le sottofamiglie– Si definiscono sottofamiglie di metallotioneine quegli

insiemi di proteine che oltre i caratteri propri delle famiglie condividono un insieme di caratteri più stringenti.

– Per esempio: m1, m2…

• I sottogruppi– Un sottogruppo rappresenta un insieme di sequenza

correlate filogeneticamente. In un albero filogenetico rappresentano un ramo.

– Per esempio: m2U2 = MT-2 di ungulati, sottogruppo della sottofamiglia m2.

• Le isoforme– Sono i membri di sottogruppi, sottofamiglie e famiglie. – Per esempio MT-1E umana.

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Classificazione – I clan

• Un clan è un insieme di proteine che dividono delle caratteristiche non già definite:– Struttura,– Proprietà termodinamiche,– Affinità per i metalli– Proprietà funzionali– …

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Sequenza Famiglia Caratteristiche Sottofamiglie

K-x(1,2)-C-C-x-C-C-P-x(2)-C1

vertebrati

Da 60 a 68 AA; 20 Cys (21 in un caso), 19 totalmente conservate; due domini strutturali, contenenti 9 e 11 Cys che legano 3 e 4 ioni bivalenti rispettivamente. Il gene è composto di 3 esoni, 2 introni

m1, m2, m3, m4, m, a, a1, a2, b, ba, t

C-x-C-x(3)-C-T-G-x(3)-C-x-C-x(3)-C-x-C-K

2molluschi

Da 64 a 75 AA; da 18 a 23 Cys, minimo 13 totalmente conservate; due domini

mo1, mo2, mog, mo

P-[GD]-P-C-C-x(3,4)-C-x-C3

crostacei

da 58 a 60 AA; esistono varianti con e senza Met N-terminale; 18 Cys totalmente conservate; due domini, ognuno con 9 Cys che legano 3 ioni bivalenti

c1, c2, c

P-D-x-K-C-[V,F]-C-C-x(5)-C-x-C-x(4)-C-C-x(4)-C-C-x(4,6)-C-C

4echinodermi Da 64 a 67 AA; 20 Cys ; due domini strutturali, contenenti

9 e 11 Cys che legano 3 e 4 ioni bivalenti rispettivamentee1, e2

C-G-x(2)-C-x-C-x(2)-Q-x(5)-C-x-C-x(2)D-C-x-C

5ditteri

Da 40 a 43 AA; 10 Cys conservate d1, d2

K-C-C-x(3)-C-C6

nematodi62 e 74 AAs; 18 Cys, contiene una Tyr n1, n2

una sequenza7

ciliati105 AA, 31 Cys, multiplo pattern CCC, una Tyr ci

C-G-C-S-x(4)-C-x-C-x(3,4)-C-x-C-S-x-C

8funghi I

Da 25 a 33 AA; 7 Cys f1

C-X-K-C-x-C-x(2)-C-K-C 11funghi IV

Da 55 a 56 AA; 9 Cys; un pattern CCC; contiene His e Phe f4

K-C-A-C-x(2)-C-L-C14

procariotiDa 53 a 56 AAs; 9 Cys; una Tyr, una His; contine residui non comuni

p

[YFH]-x(5,25)-C-[SKD]-C-[GA]-[SDPAT]-x(0,1)-C-x-[CYF]

15piante

Da 45 a 84 AAs; due regioni ric he di Cys (dominio 1 e dominio 3) separate da una regione con poche Cys (dominio 2)

p1, p2, p2v, p3, pec, p21

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Struttura

• Nonostante che le sequenze aminoacidiche siano diverse hanno caratteristiche strutturali simili:– Forma a manubrio,– Due domini,– Diverse unità tetraedriche Me(II)-Cys,– Tutte le Cys coinvolte nel legame con lo ione

metallico– Pressoché assente la struttura secondaria.

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Cu-Metallotioneina da Saccharomyces Cerevisiae (1AQR)

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Cu-Metallotioneina da Saccharomyces Cerevisiae (1AQR)

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Cd-Metallotioneina da Riccio di mare Subunità (1QJH)

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Cd-Metallotioneina da Riccio di mare Subunità (1QJH)

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Cd-Metallotioneina da Riccio di mare Subunità (1QJL)

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Cd-Metallotioneina da Riccio di mare Subunità (1QJL)

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 126

Cd-Metallotioneina umana (1MHU)

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 127

Cd-Metallotioneina umana (1MHU)

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Cd-Metallotioneina di Callinectes sapidus (1DMF)

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 129

Cd-Metallotioneina di Callinectes sapidus (1DMF)

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 130

Cd-Metallotioneina di Callinectes sapidus (1DMF)

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gs © 2001-2006 ver 3.1 Misure con biomarcatori V 131

Struttura genica

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Aspetti funzionali

• La più importante delle funzionalità delle metallotioneine è la loro inducibilità da una serie di agenti e condizioni:– Ioni metallici d10 (Cu++, Zn++, Cd++, Tl+, Pb++…)– Ormoni– Citochine– Fattori di crescita– Promotori tumorali– Stress

• È dimostrato il loro aumento fisiologico durante la proliferazione cellulare:

MT-Zn++ + Apo-Zinc-fingers MT + Zn++- Zinc-fingers

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Determinazione

• Le MT sono proteine ricche in cisteina con affinità elevata per i metalli pesanti

• La concentrazione di MT è quantificata valutando il contenuto in Cys

• Reazione di ELLMAN (standard GSH)

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• Il glutatione è un tripeptide formato da glicina, cisteina, acido glutamico.

GSH

NH

NH

O

SHO

O

O

NH2

O

O

GLU CYS GLY

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SS

NN

OO

OO

O

O

S N

OO

OSR

SHN

OO

O

+RS +

ditiobisnitrobenzoato, DTNB

Reazione di ELLMAN

Assorbimento a 412 nm

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Grazie a…

• … Bruna Gravina, Irene Tamburin, Christian Asirelli, Federico Caselli, Francesco Ferretti, Giuseppe Giammanco che, nell’ambito delle loro tesi di laurea in Scienze Ambientali, hanno prodotto testi, immagini, figure e diapositive, utilizzate in questa presentazione.

Giorgio Sartor

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Referenze sul WEB …

• Vie metaboliche – KEGG: http://www.genome.ad.jp/kegg/

• Degradazione degli xenobiotici: http://www.genome.ad.jp/kegg/pathway/map/map01196.html

• Struttura delle proteine: – Protein data bank (Brookhaven): http://www.rcsb.org/pdb/– Hexpasy

• Expert Protein Analysis System: http://us.expasy.org/sprot/• Prosite (protein families and domains): http://www.expasy.org/prosite/• Enzyme (Enzyme nomenclature database):

http://www.expasy.org/enzyme/– Scop (famiglie strutturali): http://scop.berkeley.edu/

• Enzimi: – Nomenclatura - IUBMB: http://www.chem.qmw.ac.uk/iubmb/– Proprietà - Brenda: http://www.brenda.uni-koeln.de/– Expasy (Enzyme nomenclature database): http://www.expasy.org/enzyme/

• Database di biocatalisi e biodegradazione: http://umbbd.ahc.umn.edu/• Citocromo P450: http://www.icgeb.org/~p450srv/• Metallotioneine: http://www.unizh.ch/~mtpage/MT.html• Tossicità degli xenobiotici: Agency for Toxic Substances and Disease Registry

http://www.atsdr.cdc.gov

Page 138: Misure con biomarcatori V. Markers enzimatici Prof. Giorgio Sartor Corso di Laurea Specialistica in Scienze per lAmbiente e il Territorio Copyright © 2001-2006.

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…e naturalmente

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• Materiale ottenuto dal Prof. Giorgio SartorUniversità di Bologna a Ravenna Corso di Laurea in Scienze Ambientali