Misteriosa Gemma

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Romanzo genere narrativa

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Edizioni Digitali Babylon CaféTitolo originale dell’opera“Misteriosa Gemma”Autore: Patrizia TorelliISBN: 9788890536328Prima edizione Luglio 2012© 2012 Edizioni Digitali Babylon caféTutti i diritti sono riservati

Edizioni Digitali Babylon CaféAssociazione Culturale Babylon CaféPiazza Roberto Malatesta,4, 00176, Roma (Italy)http://www.babyloncafe.eu - [email protected] editoriale: Maria Elena CristianoDirettore artistico: Davide ZingoneProgetto grafico e impaginazione: Ebooks Edizione Digitali Babylon Café.Copertina: Edizione Digitali Babylon Café.

Quest’opera è protetta dalla legge sul Diritto d’autore.Legge n. 633/1941Tutti i diritti, relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qualsiasi forma, all’uso delleillustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmissione radio-fonicatelevisiva, allaregistrazione analogica o digitale, alla pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet sono riservati,anche nel caso di utilizzo parziale. La riproduzione di quest’opera, anche se parziale o in copia digitale, èammessa solo ed esclusivamente nei limiti stabiliti dalla legge.

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Prefazione dell’editore

Se hai avuto la fortuna di nascere nel Ventesimo secolo, cioè nel SecondoMillennio, probabilmente la prima idea che ti si forma in mente appena sentiparlare di “libro” è un oggetto a forma di parallelepipedo, di peso e spessorevariabili, fatto di fogli di carta bianca su cui sono impresse migliaia di parole,più o meno interessanti, e magari qualche bella illustrazione. E probabilmenteti tornerà in mente quando da piccolo guardavi i libri sugli scaffali di casa e tidomandavi quali meravigliosi segreti celassero quelle pagine per te ancoraindecifrabili; e quando i libri pesavano nello zaino della scuola e tu sognavi laliberazione delle vacanze estive; oppure penserai all’altro ieri, quando haivisto una bella ragazza seduta in metropolitana intenta a leggere un libro.Qualunque sia l’immagine che ti è balenata davanti agli occhi in questomomento, è fuor di dubbio che il libro è stato ed è ancora oggi un elementoimportante nella tua vita. A te che pensi che internet sarà pure una gran bellacosa, ma un semplice foglio di carta evoca sensazioni impagabili, è dedicatala collana di “Edizioni Digitali” del Babylon Café. Il libro elettronico, in formatodigitale, perde le caratteristiche materiali e tattili, ma conserva intatti glielementi strutturali e rappresentativi dell’oggetto “libro”: l’assetto grafico, sianella forma che nel contenuto, è il medesimo di un libro stampato su carta. Ivantaggi della tecnologia, d’altronde, sono evidenti: un e-book può essereletto sul proprio pc regolando il carattere a piacere; può contenere filemultimediali, come musica, immagini e addirittura video; non occupa alcunospazio fisico e con una micro-pen di memoria Ram puoi addirittura portarti intasca centinaia di volumi. E se pensi che leggere sul monitor del pc alla lungastanca (ed hai ragione!) probabilmente ancora non hai provato i nuovi e-readers, piccole “lavagnette” elettroniche che realizzano il connubio perfettotra le funzioni di un computer e la leggibilità di un libro cartaceo. E se tuttoquesto ti sembra ancora poco, pensa alle tonnellate di carta che si possonorisparmiare ogni anno pubblicando in formato elettronico!Per queste ragioni il Babylon Café ha pensato di offrirti le sue “EdizioniDigitali”, una collana di libri elettronici che propone opere di nuovi talentiitaliani tutti da scoprire, che con determinazione e coraggio hanno affidato aBabylon Café il loro sogno di arrivare al grande pubblico senza passare sottole forche caudine delle case editrici a pagamento. Da oggi, con gli e-book diBabylon Café, autori e lettori italiani entrano nella nuova dimensione del libroelettronico: un’avventura tutta nuova, da vivere con un semplice clic!

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Adesso, distesa su un fianco, il braccio immobilizzato, sentì le lacrime scenderle sulletempie, ricordando quel lontano momento. Sola, al buio nella sua cameretta, sisentiva molto triste. Desiderava aprirsi alla vita, all’amore, senza porsi troppedomande, ma aveva paura di ricevere solo altre delusioni.Il suo sguardo si posò per un istante sul rosario fosforescente, che aveva lasciato sulcomodino. Pensò a Gesù, il suo più caro amico misterioso, dove spesso cercavarifugio quando era giù. Recitò una preghiera concitata e quella profonda inquietudine,e fame che aveva nel cuore, sembrò placarsi. Perché?Chi era Gesù per lei? Un profeta, un condottiero, un esorcista vissuto duemila annifa? Chi era l’uomo della croce che aveva il dono di rendere più sopportabili le suepene?Gesù fu uno dei più grandi uomini che siano mai esistiti: grande maestro e saggio.Aveva una personalità così possente e affascinante, un’etica così nobile e ispirata aumana fratellanza. Il suo operato fu qualcosa di nuovo e straordinario. Le sue paroleerano rivolte a tutti. Lui non proferiva solo con i dotti dell’epoca, ma con i pescatori, ipastori, la povera gente, e li confortava per la fatica della vita. Eppure erano ancora inmolti a non conoscerlo nel profondo.Gemma pensò con devozione alle pene dolorosissime che Gesù provò nell’Orto delGethsemani, prima di essere arrestato e crocifisso. Alla sua spaventosa agonia. Gesùsi era sentito fragile, indifeso, impaurito, impotente, e depresso. Lei, convalescentenel letto con il braccio che le faceva male, e il cuore straziato, provò un pizzico dellasua sofferenza.Gesù era molto importante per Gemma. Un Santo che per amore si era caricato sullespalle tutti i peccati del mondo, spingendosi a donare la propria vita. Gesù agli occhidella legge diventò ladro, assassino, adultero, bugiardo, sacrilego, bestemmiatore,calunniatore e ribelle al Dio Padre, che invece aveva sempre amato. Si era ricopertodi ogni macchia per amore di tutti. Notte di tragedia, notte oscura per la sua animache si era inoltrata titubante fra gli ulivi del Gethsemani. Fu lì, il culmine del dolore e“uomo”, quale lui volle essere, si sentì atterrato, sopraffatto, fisicamente distrutto.“Era la Luce e non vedeva che tenebre; era il Fuoco e non sentiva che gelo; eral’Amore e non sentiva che il disamore; era il Bene e non sentiva che il male; era laGioia e non sentiva che tristezza; era Dio e si vedeva come un verme; era il Cristo,l’Unto del Padre e si vedeva lordo e ributtante; era la Dolcezza e non sentiva cheamarezza; era il Giudice e subiva la condanna, la nostra condanna; era il Santo, maveniva trattato come il massimo peccatore; era Gesù, ma sentiva chiamarsi con nomidi vitupero da satana; era la vittima volontaria, però la sua stessa natura umana glifaceva sentire tremore e debolezza, e chiedeva l’allontanamento di tutta la sofferenzain cui si trovava…”

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Gemma ripensando al Gethsemani, tornava con lui nel buio, nel dolore, nellacompassione, nell’amore doloroso. Poi accogliendolo dentro di sé, ogni suo rancore,rabbia, delusione, angoscia, cessavano inspiegabilmente. Cosa le capitava quandocercava di accogliere Gesù nel suo cuore? Era un mistero! Un grande mistero!Gesù era il migliore amico delle donne perché riusciva a comprenderle. Era vicino ailoro problemi, più di qualsiasi altro uomo. Lei riusciva a confidargli qualsiasi cosasenza provare alcun imbarazzo. Spesso contemplava il suo volto, studiava le sueespressioni riprodotte su una piccola immagine, che aveva acquistato durante unpellegrinaggio. Gemma aveva fede in Gesù, anche se a volte si sentiva avvilita. Nellasua vita avrebbe desiderato un amore semplice e sereno. Invece, aveva ricevutotutt’altro… Un improvviso bussare deciso alla porta, strappò Gemma ai tormentosipensieri.“Gemma?” Era Anna.Se non rispondo, mi lascerà in pace, pensò lei.Sua madre invece, bussò più forte. “Dai, Svegliati! E’ arrivato Rocco!”Rocco? Ma che ci fa qui? E’ un incubo, pensò lei, sorpresa.Anna entrò, mentre lui aspettava, per aiutarla a riprendere un aspetto decente.“Rocco ha telefonato ieri notte, quando eri già a letto” le spiegò. “Ha promesso dipassare molto presto, per evitarti di andare all’Ospedale.”“Fuori è ancora buio…”“Sono le sei del mattino!”“Beh, comunque avresti dovuto avvisarmi prima!” obiettò, Gemma.Rigida e indolenzita, ormai svanito l’effetto degli antidolorifici, sedette sul letto conl’aiuto della madre.I suoi capelli avevano di certo un aspetto selvaggio, pensò. Gli occhi marronicerchiati di nero, forse erano ancor più raccapriccianti. Non che a lui importassemolto, era abituato a vedere la gente in momenti peggiori.In jeans blu e giaccone sportivo, Rocco invece era attraente come sempre. Si chinò sudi lei, e la piccola stanza dalle pareti tinteggiate di bianco, arredata con semplicemobilio, sembrò ridursi ancor di più.“Grazie, Rocco” disse Anna. “Questa visita a domicilio è davvero di grande aiuto.Perché non resti per la colazione?”“Volentieri” accettò lui, senza esitare.“Vado in cucina a preparare il caffè.”Gemma lanciò uno sguardo stralunato a sua madre, che stava già uscendo. Strano,restare sola nella stanza con lui. Ancora più strano che sua madre fosse cosìtranquilla.“Non è possibile!” obiettò. “Mia madre mi ha lasciato sola con un uomo, nella miastanza da letto!”Rocco rimase serio. “Stamattina non sono un uomo” dichiarò risoluto. “Sono unmedico.”

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Era imbarazzante per Gemma accoglierlo nella sua cameretta. Avrebbe dovuto celarei suoi sentimenti per lui.“Comunque la tua camicia da notte è orribile!”“Sei gentile…”Stavolta lo vide sorridere. “Orribile, ma ampia.” Rocco ne spostò lo scollo perscoprire la spalla. Controllò l’articolazione e la sensibilità nelle dita della mano.“Tutto a posto. Però ti sei procurata un grosso livido.”“Sì, lo so.”“Ti farà male per almeno tre o quattro giorni. Sarà opportuno prendere unantidolorifico.”“Va bene!”“Va bene? No, non credo proprio.”“Perché?”“Non mi hai ancora spiegato perché ti sei lasciata trascinare in quel locale… cosa tisei messa in testa, ragazzina?”Gemma sbuffò. “Non vorrai farmi la paternale, adesso? Sono cresciuta.”“Hai ragione! Sono affari tuoi!”“Già.”“Però non è bello che una giovane donna frequenti certi locali…”“Io non frequento i locali di spogliarello!”“Ah, no? Credevo di sì.”“Uffa! C’è altro?”“Tra qualche giorno rivolgiti al medico di famiglia” disse poi, ritrovando il tonodistaccato e professionale.“Ti ho assegnato un mese per malattia. Tieni il braccio immobilizzato con il tutoreancora per un paio di giorni, poi toglilo per fare la doccia, ma dopo indossalo dinuovo. Ecco il certificato” aggiunse, posando una busta sul comodino. “Consideratidimessa dall’Ospedale.”“Grazie, dottore!” mormorò Gemma.“Non volevo che disturbassi Gian.”“Grazie comunque.”“Adesso, torna a dormire!”Dormire? Impossibile, pensò Gemma, appena Rocco uscì dalla piccola stanza. Ormaile era passato il sonno…

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