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    INDICE PREMESSA.................................................................................................................................... 2

    MECCANISMI DI GENERAZIONE DEL RUMORE DELLE TURBINE EOLICHE ........................................ 2

    RUMORE AMBIENTALE E VELOCITÀ DEL VENTO................................................................................... 5

    NORMATIVA DI RIFERIMENTO..................................................................................................... 7

    DPCM 1 MARZO 1991.................................................................................................................................. 7

    DECRETO MINISTERO DELL’ AMBIENTE 16 MARZO 1998 ..................................................................... 9

    LEGGE QUADRO 447/1995 SULL’ INQUINAMENTO ACUSTICO ............................................................. 9

    DMA 11/12/1996 ......................................................................................................................................... 10

    DPCM 14/11/1997....................................................................................................................................... 10

    NORMA ISO 9613-2.................................................................................................................................... 12

    IL CASO STUDIO ......................................................................................................................... 15

    INQUADRAMENTO .................................................................................................................................... 16

    SCELTA DEI RECETTORI.......................................................................................................................... 17

    CARATTERISTICHE DELLA SORGENTE IN ESAME............................................................................... 19

    MISURE FONOMETRICHE .......................................................................................................... 20

    ELABORAZIONE DATI E PRESENTAZIONE DEI RISULTATI ..................................................... 21

    SIMULAZIONE IN CONDIZIONI DI VENTOSITÀ MISURATE: 6 M/S........................................................ 21

    SIMULAZIONE IN CONDIZIONI DI VENTOSITÀ 7 M/S ........................................................................... 22

    SIMULAZIONE IN CONDIZIONI DI VENTOSITÀ 8 M/S ........................................................................... 23

    CONCLUSIONI............................................................................................................................. 24

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    PREMESSA Il progetto della società proponente MTRE s.r.l. prevede la realizzazione di un impianto eolico in

    località Monte Il Cerrone, Comune di Mercatello sul Metauro (PU), costituito da nove

    aerogeneratori della potenza unitaria massima di circa 3,0 MW per una potenza complessiva

    massima di circa 27,0 MW, la costruzione di una sottostazione elettrica nei pressi della linea

    elettrica alta tensione 132 kV Città di Castello – Sant’Angelo in Vado in località “I Laghi” (sempre

    nel comune di Mercatello sul Metauro) e il relativo elettrodotto interrato di collegamento elettrico.

    L’impianto eolico è situato nella parte meridionale del territorio amministrativo del Comune di

    Mercatello sul Metauro (PU), in corrispondenza dei confini comunali di San Giustino (PG) e Città di

    Castello (PG); l’impianto interessa il crinale costituito (procedendo da nord-est verso sud-ovest)

    dalle cime di Monte della Guardia (quota 861 m s.l.m.), Monte Il Cerrone (865 m s.l.m.) e Cime Le

    Fienaie (962 m s.l.m.); tali monti definiscono la linea spartiacque meridionale del bacino idrografico

    del Torrente Sant'Antonio.

    L’area si trova al centro di un esteso reticolo di vecchie strade vicinali, carrarecce e sentieri

    montani che in passato mettevano in comunicazione gli insediamenti rurali sparsi sui versanti ed i

    terreni coltivati (in prevalenza campi e boschi) posti sulle cime dei monti. La particolare

    conformazione dei luoghi rende questa dorsale secondaria poco visibile sia dai fondovalle

    principali sia dagli altri crinali circostanti.

    Il paesaggio di questa zona montana può essere definito di transizione tra il paesaggio agrario

    dell’alta collina e quello montano, caratterizzato da un mosaico fitto di piccoli campi, pascoli,

    colonizzazioni di arbusteti nei terreni agricoli abbandonati, formazioni boschive e affioramenti

    rocciosi.

    Attualmente, nell'area presa in considerazione, le cime sono occupate da un’alternanza di prati,

    prati-arbusteti, boschi e macchie boschive di recente formazione derivanti dall’abbandono dei

    campi; la stragrande maggioranza delle pendici dei monti, nonché le sponde dei numerosi fossi,

    sono ricoperti da boschi di associazioni vegetali tipiche dell'alta collina appenninica; le aree meno

    acclivi e i pianori sono coltivati a prato e sono tra loro collegati da un fitto reticolo di strade vicinali e

    di sentieri che a loro volta collegano i vari insediamenti umani presenti nei fondovalle e nei versanti

    meglio esposti al sole.

    Nello studio delle possibili alternative tecnologiche del progetto dell’impianto eolico sono state

    analizzate e confrontate diverse macchine ad asse orizzontale, con potenza nominale simile e con

    caratteristiche prestazionali confrontabili (turbine di taglia grande: potenza 2,0 ÷ 3,0 MW, diametro

    rotore 71 ÷ 82 m circa, altezza della torre al mozzo 64 ÷ 113 m circa).

    La macchina ipotetica di riferimento dovrebbe quindi avere un diametro del rotore variabile tra i 71

    e i 82 metri, altezza della torre al mozzo variabile tra i 64 ed i 113 metri; tra queste macchine è

    stata scelta in fase progettuale come macchina ipotetica di riferimento il modello Enercon E-82 E3

    (potenza unitaria 3,0 MW) con altezza della torre al mozzo di 85,0 metri.

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    Tale modello costituisce, ai fini del progetto dell’impianto eolico e dello studio di impatto

    ambientale, la macchina ipotetica di riferimento, sintesi di vari modelli presenti sul mercato con

    caratteristiche tecniche e prestazioni produttive confrontabili; questa precisazione progettuale si

    rende necessaria in quanto il mercato eolico è in rapida evoluzione e non si può avere la certezza

    della costante disponibilità di un determinato tipo di macchina nella fase di contrattazione con i

    produttori di turbine così come dell’effettiva produzione e commercializzazione del modello

    prescelto per un periodo di due-tre anni.

    Il layout degli aerogeneratori è stato studiato in modo che la distanza minima tra le macchine risulti

    essere sempre uguale o maggiore a quello minimo previsto dagli indirizzi della D.G.R. 829/2007; in

    particolare tale verifica è stata condotta avendo come riferimento un rotore di diametro massimo di

    82 metri.

    MECCANISMI DI GENERAZIONE DEL RUMORE DELLE TURBINE EOLICHE Per quanto riguarda il rumore prodotto dalle turbine eoliche, studi della BWEA (British Wind Energy

    Association) hanno mostrato che a distanza di poche centinaia di metri questo è sostanzialmente

    poco distinguibile dal rumore di fondo; comunque, il vento che si insinua tra le pale del rotore

    produce un sottofondo che non è più quello naturale, tanto più avvertibile quanto il luogo prescelto

    è meno antropizzato e quindi molto silenzioso, soprattutto nel corso del periodo notturno.

    Il rumore generato da una turbina eolica è dovuto a fenomeni aerodinamici, legati ai fenomeni di

    interazione tra il vento e le pale, e meccanici, legati ai fenomeni di attrito generati nel rotore e nel

    sistema di trasmissione del generatore.

    Rumori di origine meccanica

    I rumori di origine meccanica provengono dal movimento relativo dei componenti meccanici con

    conseguente reazione dinamica fra loro.

    Essi sono causati quindi da:

    1. Moltiplicatore di giri

    2. Generatore

    3. Azionamenti del meccanismo di imbardata (yaw control)

    4. Ventilatori

    5. Apparecchiature ausiliarie (per esempio, la parte idraulica).

    Poiché il suono emesso è associato con la rotazione di materiale meccanico ed elettrico, esso

    tende ad essere di tipo tonale, anche se può avere una componente a banda larga.

    Il mozzo, il rotore e la torre possono fungere da altoparlanti, trasmettendo ed irradiando la

    vibrazione. Il percorso di trasmissione del rumore può essere di tipo air-borne, nel caso sia

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    direttamente propagato nell'aria dalla superficie o dalla parte interna del componente; oppure di

    tipo strutturale se è trasmesso lungo altri componenti strutturali prima che sia irradiato nell'aria. In

    figura vengono mostrati il tipo di percorso di trasmissione e i livelli sonori per i diversi componenti

    relativi a una turbina da 2 Mw [ Wagner, 1996 ].

    Si può notare come la fonte principale dei rumori meccanici in questo esempio sia il moltiplicatore

    di giri, che irradia dalle superfici della navicella e dal carter del dispositivo.

    Figura 1: Livelli sonori emessi dai componenti meccanici e da tutta la turbina eolica; a/b indica rumore che si propaga direttamente nell’aria (air-borne), s/b rumore di tipo strutturale (structure –borne).

    Rumore aerodinamico

    Il rumore a banda larga aerodinamico è la componente più importante delle emissioni acustiche di

    un aerogeneratore ed è generato dall’impatto del flusso di aria con le pale.

    Si presentano complessi fenomeni di flusso, ciascuno dei quali in grado di generare uno specifico

    rumore. Il rumore aerodinamico aumenta generalmente con la velocità del rotore. I vari

    meccanismi aerodinamici di generazione dei rumori sono divisi in tre gruppi: [ Wagner, ed altri,

    1996 ].

    1. Rumore a bassa frequenza : Il rumore aerodinamico nella parte a bassa frequenza dello spettro

    è generato quando la pala rotante ha dei cedimenti di portanza dovuti alle separazioni di flusso

    intorno alle torri sottovento oppure a repentini cambiamenti della velocità del vento o ancora a

    turbolenze di scia delle altre pale.

    2. Rumore generato dalle turbolenze : dipende dalla turbolenza atmosferica che provoca

    fluttuazioni localizzate di pressione intorno alla pala.

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    3. Rumore generato dal profilo alare : è il rumore generato dalla corrente d'aria lungo la

    superficie del profilo alare, tipicamente di natura a banda larga, ma possono generarsi anche

    componenti tonali dovute a spigoli smussati, correnti d’aria su fessure o fori.

    Figura 2: Flussi di aria intorno al profile alare di una turbine eolica

    Gli infrasuoni

    Tale fenomeno riguarda le turbine con i rotori sottovento, ormai sempre più rare, in quanto la

    soluzione del rotore sopravento si è rivelata molto più vantaggiosa sotto diversi aspetti.

    I moderni rotori sopravento emettono essenzialmente in banda larga, con un buon contenuto a

    bassa frequenza e un ridotto contenuto di infrasuoni. Il caratteristico rumore di "swishing" è

    causato da una modulazione di ampiezza delle alte frequenze generate dalle turbolenze sulla

    punta della pala, e non contiene frequenze basse come potrebbe sembrare.

    In ogni caso, le turbine possono essere progettate e realizzate con una serie di accorgimenti tali da

    minimizzare il rumore meccanico, ad esempio:

    − prevedere una rifinitura speciale dei denti degli ingranaggi,

    − progettare la struttura della torre in maniera tale da impedire al massimo la trasmissione,

    − utilizzare ventilatori a bassa velocità,

    − installare componenti meccanici nella navicella anziché al livello del suolo,

    − isolare acusticamente la navicella per mezzo di smorzatori.

    RUMORE AMBIENTALE E VELOCITÀ DEL VENTO La capacità di percepire un aerogeneratore in una data installazione dipende dal livello sonoro

    ambientale. Quando il rumore di fondo e quello della turbina sono dello stesso ordine di

    grandezza, il rumore della turbina tende a perdersi in quello di fondo.

    I livelli sonori del rumore ambientale di fondo dipendono generalmente da attività di tipo antropico

    quali traffico locale, suoni industriali, macchinari agricoli, abbaiare dei cani, e dall' interazione del

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    vento con l’orografia e i vari ostacoli presenti. Il rumore di fondo è legato quindi all'ora del giorno, a

    causa della presenza delle suddette attività.

    Ad esempio, è stato misurato il rumore di fondo nelle vicinanze della High School in

    Massachusetts il 10 marzo, 1992, i livelli sonori variavano da 42 a 48 dB(A) in relazione ad una

    variazione della velocità del vento da 5 - 9 mph (2-4 m/s). Quindi se una turbina eccede il livello

    sonoro di fondo dipende da come ciascuno di questi varia con la velocità del vento. Nel nostro

    caso, le fonti più probabili dei rumori generati dal vento sono le interazioni fra vento e vegetazione

    e l’entità dell’emissione dipende di più dalla forma superficiale della vegetazione esposta al vento

    che dalla densità del fogliame o dal suo volume [1999 Fégeant,]. La pressione sonora a banda

    larga pesata A generata dall’impatto del vento sul fogliame è stata indicata essere

    approssimativamente proporzionale al logaritmo in base 10 della velocità del vento [Fégeant,

    1999]:

    Il contributo del vento al rumore di fondo tende ad aumentare rapidamente con la velocità del

    vento. A riprova di ciò, durante una valutazione acustica per il progetto Madison (NY) Windpower,

    in una tranquilla area rurale, si è rilevato un rumore di fondo pari a 25 dB(A)

    durante gli stati di calma del vento e 42 dB(A) con vento pari a 12 mph (5,4 m/s) (Fig. 3).

    Figura 3: Rumore di fondo in funzione della velocità del vento [ Huskey e Meadors, 2001].

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    Figura 4: Livello di potenza sonora e pressione sonora di una turbina eolica

    Dal grafico riportato sopra si può osservare come l’emissione sonora aumenta con la velocità del

    vento. Le macchine più recenti sono attualmente caratterizzate da livelli di potenza sonora

    dell’ordine di 100-105 dB(A).

    NORMATIVA DI RIFERIMENTO I principali provvedimenti che regolano la materia sono:

    − D.P.C.M. 1° Marzo 1991 “limiti massimi di esposizi one al rumore degli ambienti abitativi e

    nell’ambiente esterno”;

    − Decreto Ministro Ambiente 16 marzo 1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione

    dell’inquinamento acustico”.

    Da questi sono originati altri provvedimenti in seguito riportati.

    DPCM 1 MARZO 1991 La definizione che il decreto da alla parola “rumore” (allegato A comma 2) e successivamente

    ampliata ed approfondita dalla legge quadro 447/95 è la seguente:

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    “Qualunque emissione sonora che provochi sull'uomo effetti indesiderati, disturbanti o dannosi o

    che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell'ambiente”.

    Tale Decreto regola i livelli massimi ammissibili di rumore in base alla classificazione (locale) del

    territorio.

    Si definiscono 6 zone da individuarsi in un territorio comunale, tenendo conto della destinazione

    urbanistica e della rumorosità intrinseca (tab. 2), rispetto cui fissa i limiti massimi dei livelli sonori

    equivalenti (tab. 1).

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    DECRETO MINISTERO DELL’ AMBIENTE 16 MARZO 1998 Tale decreto detta le norme per l’esecuzione dei rilievi acustici, definendo le modalità (Allegato B)

    e i requisiti della strumentazione necessaria (art.2).

    In particolare si riporta l’articolo 7 dell’Allegato B, riguardante le misurazioni in ambiente esterno:

    art. 7. Le misurazioni devono essere eseguite in assenza di precipitazioni atmosferiche, di nebbia

    e/o neve; la velocità del vento deve essere non superiore a 5 m/s. Il microfono deve essere

    comunque munito di cuffia antivento. La catena di misura deve essere compatibile con le

    condizioni meteorologiche del periodo in cui si effettuano le misurazioni e comunque in accordo

    con le norme CEI 29-10 ed EN 60804/1994.

    LEGGE QUADRO 447/1995 SULL’ INQUINAMENTO ACUSTICO Tale provvedimento definisce e delinea le competenze sia degli enti pubblici che esplicano le

    azioni di regolamentazione, pianificazione e controllo, sia dei soggetti pubblici e/o privati, che

    possono essere causa diretta o indiretta di inquinamento acustico. Si definisce come inquinamento

    acustico “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare

    fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento

    dell’ecosistema, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno

    tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi”.

    La legge si compone di 17 articoli e ha come finalità di stabilire i principi fondamentali in materia di

    tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico.

    Nella legge viene definito anche l’ambiente abitativo limitandolo agli ambienti interni ad un edificio

    destinati alla permanenza di persone.

    Inoltre viene individuata anche una nuova figura professionale: il tecnico competente in acustica,

    che ha il compito di svolgere le attività tecniche connesse alla misurazione dei livelli di rumore, alla

    verifica del rispetto o del superamento dei limiti e alla predisposizione degli interventi di riduzione

    dell’inquinamento acustico. Vengono inoltre introdotti anche i valori di attenzione e di qualità.

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    DMA 11/12/1996 Il decreto si compone di 6 articoli, ed è stato emanato a seguito dell’esigenza di regolare

    l’applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo continuo, ubicati in zone diverse da

    quelle esclusivamente industriali, così come definite nel DPR 1° marzo 1991. L’art. 2 detta una

    duplice definizione di impianto a ciclo continuo:

    a) quello di cui non è possibile interrompere l'attività senza provocare danni all'impianto

    stesso, pericolo di incidenti o alterazioni del prodotto o per necessità di continuità

    finalizzata a garantire l'erogazione di un servizio pubblico essenziale;

    b) quello il cui esercizio è regolato da contratti collettivi nazionali di lavoro o da norme di

    legge, sulle ventiquattro ore per cicli settimanali, fatte salve le esigenze di manutenzione:

    impianto a ciclo produttivo esistente, quello in esercizio autorizzato all'esercizio o per i

    quale sia stata presentata domanda di autorizzazione all'esercizio precedente all'entrata in

    vigore del presente decreto;

    mentre l’applicazione del criterio differenziale è stabilita all’art. 3. In sintesi, questo decreto esonera

    gli impianti a ciclo produttivo continuo esistenti dal rispetto dei limiti di immissione differenziali se

    rientrano nei limiti di immissione assoluti.

    DPCM 14/11/1997 Tale decreto, entrato in vigore il 1° gennaio 1998, fissa i limiti e i valori riportati in tabella 3.

    Precisamente gli articoli a cui fare riferimento sono:

    - art. 2 per i limiti di emissione;

    - art. 3 per i limiti assoluti di immissione;

    - art. 4 per i limiti differenziali di immissione;

    - art. 6 per i valori di attenzione;

    - art. 7 per i valori di qualità.

    Il valore numerico del limite assoluto di immissione è suddiviso per sei zone di destinazione d’uso

    e corrisponde esattamente ai limiti fissati dal DPCM 1/3/91.

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    Anche i limiti differenziali di immissione coincidono con quelli già fissati dal DPCM 1/3/91 e

    precisamente all’interno degli ambienti abitativi l’incremento al rumore residuo apportato da una

    sorgente specifica non può superare il limite di 5dB in periodo diurno e di 3 dB in periodo notturno.

    Le disposizioni non si applicano se il rumore misurato a finestre aperte è inferiore a 50 dB(A)

    diurno e 40 dB(A) notturno; oppure nel caso di finestre chiuse rispettivamente 35 dB(A) e 25

    dB(A).

    Sono una novità invece i limiti di emissione, definiti e suddivisi nelle sei classi di destinazione d’uso

    del territorio e numericamente posti ad un valore di 5 dB inferiore al limite assoluto di immissione

    per la stessa classe.

    Questi quindi sono valori che, con l’esclusione delle infrastrutture dei trasporti, devono essere

    rispettati dalle singole sorgenti sonore.

    Altra novità del decreto sono i valori di qualità fissati anch’essi diversificati per le classi di

    destinazione d’uso e numericamente di 3 dB più bassi del limite assoluto di immissione per la

    stessa classe.

    Tutti i limiti (emissione, immissione) e valori (attenzione, qualità) si basano sul“livello energetico

    medio secondo la curva di ponderazione A” (curva che simulala sensibilità dell’orecchio umano).

    Il limite assoluto di immissione, il valore di attenzione e il valore di qualità vengono determinati

    come somma del rumore prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un

    dato luogo (il decreto lo chiama rumore ambientale). L’emissione invece va riferita a una sorgente

    specifica ed è quindi un livello di sorgente che si valuta in corrispondenza di punti ricettori utilizzati

    da persone e comunità.

    Il limite differenziale di immissione invece utilizza ancora un LAeq valutato su un tempo di misura

    rappresentativo del fenomeno sonoro della specifica sorgente che si vuol valutare.

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    NORMA ISO 9613-2 È la norma che impone i metodi di calcolo per la propagazione del rumore in ambiente esterno per

    attività produttive. I moderni software previsionali, compreso quello utilizzato per questo lavoro

    (Wind Pro) implementano il modello di calcolo descritto dalle equazioni della ISO 9613-2 secondo

    cui:

    Lp (f) = Lw (f) + Dw (f) – A( f)

    dove:

    Lp : livello di pressione sonoro equivalente in banda d’ottava (dB) generato nel punto p dalla

    sorgente w alla frequenza f. Lw : livello di potenza sonora in banda d’ottava alla frequenza f (dB)

    prodotto dalla singola sorgente w relativa ad una potenza sonora di riferimento di un picowatt.

    D : indice di direttività della sorgente w (dB)

    A :attenuazione sonora in banda d’ottava (dB) alla frequenza f durante la propagazione del

    suono dalla sorgente w al recettore p.

    Il termine di attenuazione A è espresso dalla seguente equazione:

    dove:

    • Adiv : attenuazione dovuta alla divergenza geometrica.

    • Aatm : attenuazione dovuta all’assorbimento atmosferico.

    • Agr : attenuazione dovuta all’effetto del suolo.

    • Abar : attenuazione dovuta alle barriere.

    • Amisc : attenuazione dovuta ad altri effetti.

    Il valore totale del livello sonoro equivalente ponderato in curva A si ottiene sommando i contributi

    di tutte le bande d’ottava e di tutte le sorgenti presenti secondo l’equazione seguente:

    dove:

    • n : numero di sorgenti.

    • j : indice che indica le otto frequenze standard in banda d’ottava da 63 Hz a 8kHz.

    • Af: indica il coefficiente della curva ponderata A.

    • L’attenuazione per divergenza è calcolata secondo la formula (par. 7.1 ISO9613-2):

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    dove d è la distanza tra la sorgente e il ricevitore in metri e d0 è la distanza di riferimento.

    L’attenuazione per assorbimento atmosferico è calcolata secondo la formula (par. 7.2 ISO

    9613-2):

    dove d rappresenta la distanza di propagazione in metri e α rappresenta il coefficiente di

    assorbimento atmosferico in decibel per chilometro per ogni banda d’ottava. Per il calcolo

    dell’assorbimento atmosferico sono stati utilizzati valori standard di temperatura (20 °C) e umidità

    relativa (70%).

    Per il caso specifico ci limitiamo a sottolineare che il vento può influire notevolmente

    sull’andamento dei raggi sonori., infatti in presenza di un gradiente di velocità al variare della quota

    fa si che i raggi sonori curvino sottovento.

    Figura 5: Effetto di curvatura del vento sui raggi sonori

    Oltre all’effetto di curvatura ci può anche essere un leggero effetto sul trasporto delle onde; infatti

    quando la velocità del vento e quella del suono diventano confrontabili (e questo è abbastanza

    raro),esse si sommano come composizione vettoriale come mostrato in figura 6:

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    Figura 6: Composizione vettoriale del vento con i raggi sonori

    Gli aerogeneratori sono considerati come sorgenti sonore puntiformi omnidirezionali di cui sono

    specificati i livelli sonori per bande di ottava (62,5 Hz, 125 Hz, 250 Hz, 500 Hz, 1 kHz, 2 kHz, 4

    kHz, 8 kHz).

    Un esempio del rumore che potrebbe essere propagato da una grande turbina moderna è indicato

    nella figura 7. Questo esempio presuppone la propagazione emisferica. In questo caso il

    generatore è posto su una torre di 50 m., il livello di emissione del suono 102 dB(A) ed i livelli di

    pressione sonora sono valutati al livello del suolo.

    Figura 7: Propagazione del rumore di una turbina eolica di 50 m di altezza

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    IL CASO DI STUDIO Lo studio riguarda le problematiche legate alla propagazione del rumore in ambiente esterno che

    verrà generato a seguito dell’installazione dell’impianto; nello specifico analizza il fenomeno

    acustico che dovrebbe essere generato da una centrale di produzione di energia elettrica da fonte

    eolica della potenza complessiva di 27,0 MW costituito da n° 9 aerogeneratori ad asse orizzontale

    del modello Enercon E-82 E3 (potenza unitaria 3,0 MW) con altezza della torre al mozzo di 85 m.

    Nella seguente relazione si utilizzeranno quindi ai fini dei calcoli i dati forniti per la turbina Enercon

    E-82 E3.

    L'obiettivo finale è la verifica del rispetto della normativa vigente con riferimento ai:

    − limiti di immissione: Il valore che assicura, ad oggi, il rispetto della normativa in ogni caso

    è di 45 dB, il limite di immissione notturno, poiché l’impianto sarà in funzione anche nelle

    ore notturne; tale limite risulta quindi alquanto cautelativo. La verifica del rispetto di tali limiti

    risulta abbastanza agevole, in quanto il software previsionale in dotazione consente di

    calcolare il contributo sonoro di tutte le turbine in un qualunque punto dell'area modellata; è

    sufficiente misurare o stimare il rumore ambientale esistente al ricettore prima

    dell'intervento per valutare il rispetto di tali limiti.

    La complessità della valutazione rimane legata alla difficoltà delle misure fonometriche che

    dipendono da innumerevoli fattori quali primo fra tutti la velocità del vento, in quanto la zona

    in esame è naturalmente soggetta a venti di velocità mediamente superiori ai 5 m/s imposti

    come limite per un corretto rilevamento fonometrico dalla normativa.

    − limiti al differenziale: Il rispetto di tali limiti è da verificarsi in ambienti interni con prove

    eseguite a finestre aperte e chiuse secondo quanto prescritto dalla normativa; il valore

    differenziale che assicura il rispetto dei limiti in ogni caso è di 3 dB. Per non commettere

    errori grossolani si procede ad una valutazione del differenziale immediatamente in

    prossimità della facciata che si ritiene più sensibile.

    Con la Circolare del 06 Settembre 2004, che rimanda al Decreto del Presidente del

    Consiglio dei Ministri del 14 Novembre 1997 si specifica che :

    - se il rumore ambientale misurato a finestre aperte è inferiore a 50 dB(A) nel periodo

    diurno e 40 dB(A) nel periodo notturno;

    - se il rumore ambientale misurato a finestre chiuse è inferiore a 35 dB(A) nel periodo

    diurno e 25 dB(A) nel periodo notturno;

    il criterio differenziale in tali casi non va applicato.

    In entrambi i casi si deve misurare o stimare un rumore ambientale esistente precedentemente alla

    messa in funzione dell’impianto.

    Per il caso in esame, sono state eseguite delle misure in condizioni prestabilite che potessero

    essere effettivamente rappresentative.

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    INQUADRAMENTO L’intervento oggetto di studio si colloca nel Comune di Mercatello sul Metauro in località Monte Il

    Cerrone, in provincia di Pesaro-Urbino.

    Figura 2: Impianto eolico Monte Il Cerrone. Planimetria dell’area [base cartografica: IGM, Carta Topografica d’Italia, scala 1:25.000, Serie 25, Edizione 1]

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    SCELTA DEI RECETTORI I ricettori sensibili su cui si concentra lo studio degli effetti acustici, sono naturalmente i fabbricati

    sede di regolare permanenza umana, regolarmente censiti come abitazioni.

    In realtà l’area interessata dall’insediamento dell’impianto è sede prevalentemente di attività rurale,

    e gli insediamenti abitativi sono localizzati in zone abbastanza distanti dall’ impianto e comunque a

    livelli altimetrici inferiori.

    A scopo cautelativo e per ottenere risultati più accurati e rappresentativi sono stati scelti come

    ricettori i punti prossimi ad agglomerati abitativi limitrofi. I ricettori oggetto dell'analisi coincidono

    con i punti in cui sono stati effettuati i rilievi fonometrici:

    Recettore Identificativo

    Loc. I Laghi

    A

    C. Val della Tana

    B

    C. La Valle

    C

    Tabella 1: Recettori scelti per lo studio

    Considerato che l’impianto dovrà funzionare in continua e quindi anche nel periodo notturno, sono

    state effettuate misurazioni, nelle medesime postazioni, anche nei periodi di rifermento notturni

    (N), che hanno limiti di immissione più penalizzanti.

  • 18

    Figura 10: Inquadramento dei recettori sensibili su cartografia IGM.

  • 19

    CARATTERISTICHE DELLA SORGENTE IN ESAME La turbina eolica presa in esame ha proprietà di emissione acustica abbastanza complesse in virtù

    delle caratteristiche geometriche e dimensionali dei componenti. Tuttavia tali sorgenti vengono in

    genere schematizzate come sorgenti puntiformi poste ad altezza del mozzo, con modelli di

    propagazione del suono emisferica.

    Si riportano di seguito i valori emissivi certificati e garantiti dalla casa produttrice per la turbina

    Enercom E-82 E3 (nel nostro caso altezza 85 m).

    Figura 11: Livelli di potenza sonora certificati e garantiti della Enercom E-82 E3.

  • 20

    MISURE FONOMETRICHE Al fine di caratterizzare il rumore di fondo nell’area interessata dall’impianto in condizioni di

    ventosità sono stati effettuati diversi rilievi fonometrici a valle delle simulazioni eseguite e riportate

    in Allegato all’ Indagine fonometrica.

    Ricordiamo a tal proposito che a norma di legge una misura fonometrica andrebbe eseguita in

    condizioni di ventosità tali che la velocità del vento sia inferiore ai 5 m/s; per cui tale rilevamento

    fonometrico è l’unico possibile seguendo le procedure dettate dalla normativa.

    Naturalmente il tecnico competente in acustica si è assicurato che le misure fossero effettuate a

    norma di legge in maniera tale che sul microfono non incidesse direttamente il vento, come si può

    evincere dal dettaglio grafico delle misure.

    La descrizione della strumentazione, dei tempi e delle modalità di misura ed i risultati sono

    contenuti nell’ Indagine Fonometrica.

    Si riporta una tabella riassuntiva dei valori misurati:

    Misura Ubicazione data ora inizio [hh:mm:ss]

    LAeq

    [dB(A)]

    L95

    [dB(A)]

    L90

    [dB(A)]

    L10

    [dB(A)]

    Velocità media vento

    M1 Loc. I Laghi

    06/05/10 16:26 31,5 23,9 24,5 33,8

    M2 C. Val della Tana

    06/05/10 17:10 30,4 24,9 25,4 33,1

    M3 C. la Valle

    06/05/10 18:18 36,0 27,5 36,2 38,8

    M4 Pressi

    Anemometro

    06/05/10 18:50 37,4 27,5 36,7 39,1

    M1(N) Loc. I Laghi

    06/05/10 23:05 29,3 23,9 29,9 31,7

    M2(N) C. Val della Tana

    06/05/10 23:43 30,1 23,0 29,8 31,8

    M3(N) C. la Valle

    06/05/10 00:14 32,0 24,5 33,1 35,2

    M4(N) Pressi

    Anemometro

    06/05/10 00:48 36,2 24,5 35,1 37,8

    5 m/s

    Tabella 2: Valori misurati dal Tecnico competente in Acustica

  • 21

    ELABORAZIONE DATI E PRESENTAZIONE DEI RISULTATI Nelle tabelle che seguono sono riportati sinteticamente i valori della pressione acustica calcolati in

    prossimità dei recettori sensibili. Per i risultati completi si rimanda all’ Allegato dell’Indagine

    fonometrica.

    Nelle tabelle sono chiaramente indicati: la distanza del ricettore dalla turbina più vicina, il valore del

    rumore residuo, il rumore immesso dalle turbine al ricettore, la pressione acustica totale prevista al

    ricettore, il valore differenziale, dove deve essere applicato.

    SIMULAZIONE IN CONDIZIONI DI VENTOSITÀ 6 M/S

    Misura Recettore Distanza

    dalla torre più vicina

    (metri)

    Rumore residuo dB(A) ]

    Rumore immesso dalle turbine al ricettore dB(A)

    Pressione acustica

    totale dB(A)

    Differenziale dB(A)

    M1 Loc. I Laghi

    340,97 31,5 33 35,3

    Non

    necessario

    M2 C. Val della

    Tana 441,44 30,4 31,3 33,9

    Non necessario

    M3 C. la Valle 274,81 36,0 33,3 37,9 Non

    necessario

    M1(N) Loc. I Laghi 340,97 29,3

    33

    29,3 Non

    necessario

    M2(N) C. Val della

    Tana 441,44 30,1 31,3 30,1

    Non necessario

    M3(N) C. la Valle 274,81 32,0 33,3 32 Non

    necessario

    Tabella 4: Valori di pressione acustica in prossimità di obiettivi sensibili V= 6 m/s

  • 22

    SIMULAZIONE IN CONDIZIONI DI VENTOSITÀ 7 M/S Poiché la normativa prevede che una misura fonometrica venga eseguita in condizioni di ventosità

    tali che la velocità del vento sia inferiore ai 5m/s, faremo riferimento a tali valori misurati, anche nel

    caso di una simulazione a velocità di vento più elevate, considerando comunque il variare

    dell’emissività delle sorgenti.

    Misura Recettore Distanza

    dalla torre più vicina

    (metri)

    Rumore residuo dB(A) ]

    Rumore immesso dalle turbine al ricettore dB(A)

    Pressione acustica

    totale dB(A)

    Differenziale dB(A)

    M1 Loc. I Laghi

    340,97 31,5 36,5 37,7

    Non necessario

    M2 C. Val della

    Tana 441,44 30,4 34,8 36,1

    Non necessario

    M3 C. la Valle

    274,81 36,0 36,8 39,4

    Non necessario

    M1(N) Loc. I Laghi

    340,97 29,3 36,5 37,0

    Non necessario

    M2(N) C. Val della

    Tana 441,44 30,1 34,8 38,9

    Non necessario

    M3(N) C. la Valle 274,81 32,0 36,7 40 Non

    necessario

    Tabella 5: Valori di pressione acustica in prossimità di obiettivi sensibili V= 7 m/s

  • 23

    SIMULAZIONE IN CONDIZIONI DI VENTOSITÀ 8 M/S Anche in questo caso, poiché la normativa prevede che una misura fonometrica venga eseguita in

    condizioni di ventosità tali che la velocità del vento sia inferiore ai 5m/s, faremo riferimento a tali

    valori misurati anche nel caso di una simulazione a velocità di vento più elevate, considerando

    comunque il variare dell’emissività delle sorgenti.

    Misura Recettore Distanza

    dalla torre più vicina

    (metri)

    Rumore residuo dB(A) ]

    Rumore immesso dalle turbine al ricettore dB(A)

    Pressione acustica

    totale dB(A)

    Differenziale dB(A)

    M1 Loc. I Laghi

    340,97 31,5 37,9 38,8

    Non necessario

    M2 C. Val della

    Tana 441,44 30,4 36,1 37,1

    Non necessario

    M3 C. la Valle 274,81 36,0 34,3 40,2 Non

    necessario

    M1(N) Loc. I Laghi 340,97 27,6 37,9 38,3 Non

    necessario

    M2(N) C. Val della

    Tana 441,44 36,8 36,1 39,5

    Non necessario

    M3(N) C. la Valle 274,81 37,4 34,2 40 Non

    necessario

    Tabella 5 : Valori di pressione acustica in prossimità di obiettivi sensibili V=8 m/s

  • 24

    CONCLUSIONI VERIFICA DEL RISPETTO DELLA NORMATIVA VIGENTE

    Limiti di immissione: Nello studio effettuato, con i dati acquisiti e la conseguente elaborazione,

    risulta che i limiti di immissione, rilevati in prossimità dei ricettori sensibili, sono rispettati in tutte le

    condizioni in quanto il Laeq di pressione sonora previsto nella situazione più penalizzante è pari a

    40,2 dB(A) nel periodo diurno e 40 dB(A) in periodo notturno.

    Limiti al differenziale: Il limite differenziale non risulta necessario poiché in nessun caso viene

    superato il limite di 40 dB(A) notturni e 50 dB(A) in periodo diurno.

    Urbania, lì 13 Maggio 2010

    I tecnici competenti in acustica

    Per. Ind. Paolo Girelli

    Dott. Ing. Alessandro Alessandrini Con la collaborazione di

    Dott. Ing. Roberta Ciocchetti