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18 ° Brain and Music Melancholia e musica Milano Università degli Studi Aula Magna Lunedì 14.IX.15 ore 15 e 19

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18°

Brain and MusicMelancholia e musica

MilanoUniversità degli StudiAula Magna

Lunedì 14.IX.15ore 15 e 19

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L’Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano è certificata UNI ISO 20121 e progetterà MITO 2015 nel rispetto dello standard di sostenibilità in linea con quanto avvenuto per l’edizione 2014, in collaborazione con EventiSostenibili.it

Si ringrazia per l’accoglienza degli artistiCioccolateria Artigiana Guido GobinoRiso Scotti SnackAcqua Eva

Si ringraziaPaul & Shark per le divise StaffUS#BAG per gli zaini Staff

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Brain and Music5a edizioneUniversità degli Studi, Aula MagnaLunedì 14 settembre

ore 15Melancholia e musicaquando l’ispirazione scompareConvegno di studi

ore 19Concerto con musiche diGioachino Rossini

Orchestra da Camera di MantovaMattia Rondelli, direttoreAljaž Beguš, clarinettoStefano Guarino, violoncello

In collaborazione conAzienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ GrandaIstituto Neurologico Carlo BestaI.R.C.C.S. Galeazzi MilanoOspedale Universitario di AarhusUniversità degli Studi di MilanoOrchestra da Camera di Mantova

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ore 15

Brain and Music Melancholia e musicaquando l’ispirazione scompare

con un saluto di Francesco Micheli

coordina Giovanni Broggi(Fondazione Istituto Neurologico C. Besta – Istituto Clinico Città Studi)

Partecipano

Ivano Dones(Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta)

Rossini: bellezza, piacere e depressione

Mauro Porta(Centro Malattie Extrapiramidali e Sindrome di Tourette. Istituto O. Galeazzi)

Rossini: la personalità e la sua musica

Elvira Brattico(Dipartimento di Medicina Clinica – Centro per la Musica nel Cervello, Ospedale Universitario di Aarhus, Danimarca)

I meccanismi neuronali del piacere in musica

Intermezzo musicaleGioachino Rossini (1792-1868)Un petit train de plaisir

Alessandro Marangoni, pianoforte

Leo Nahon(Divisione di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda)

Clinica dell’umore e oscillazioni della creatività

Enzo Restagno(Direttore artistico MITO SettembreMusica)

Melancholia e ispirazione

In collaborazione conAzienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ GrandaIstituto Neurologico Carlo BestaI.R.C.C.S. Galeazzi MilanoOspedale Universitario di AarhusUniversità degli Studi di Milano

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Rossini: Beauty, Pleasure and DepressionRossini loved nothing better than to seek out pleasure and beauty. And not only did he seek it out, but he created it. This impulse for pleasure, and the search for and creation of beauty were not in Rossini exclusively dedicated to music, for as we well know, food was another of his great passions. In short, he loved eating – and drinking – abundantly. At a certain point in his life he began focusing much of his energy on cooking and setting a fine table. Definitely nothing minimalist or molecular about it, either. The characters on this new stage included truffles, sausages, stuffed pheasants and high quality wines. In France, where he spent a great deal of time, this poetic culinary vein gave way to gradually worsening depression, which supplanted even his enogastronomic endeavors. The hardy, rational Rossini couldn’t keep up with the vulnerable, passionate Rossini. This happens in the world. Was he a master chef or a master of life?

Rossini: His Personality and His MusicRossini quit writing and working in opera after Guillaume Tell (1829), but why he did so is unclear and to this day remains a mystery. Rossini fan Riccardo Bacchelli saw it as a time when the Maestro was «tasting the mortal bitterness of the dried up spirit, and that nuisance in art that’s more sour and stronger in the best, most prolific artists. Even Michelangelo admitted to it, and it was also alluded to by Shakespeare». In any case, Rossini’s sudden departure from an intensely productive creative lifestyle may be scrutinized in psychoanalytical terms. According to Schwartz (1965), it was Rossini’s failure to elaborate and sufficiently mourn the death of his mother, to whom he had been especially close. Other evidence points toward bipolar disorder and depression. In a letter to a friend in that fateful year of 1829, Rossini wrote: «My adorable friend, you wish for me to write you, and I obey; martyred as I am after thirteen months of nervous crisis that has kept me from sleeping and eating, it’s altered my hearing, my eyesight, and I’m so weak I can neitherdress myself nor undress without someone’s help...»

Neuronal Mechanisms of Pleasure in MusicOver the past decade, thanks to the latest techniques in neuroimaging, researchers have identified the brain structures that allow us to experience pleasure when we listen to music. They include dopamine neurotransmitters in the subcortical region, which are part of the so-called reward circuit, which involves seeking pleasure. These structures include the cingulate gyrus, the nucleus accumbens (in the central striatum), the dorsal thalamus, the ventromedial frontal cortex and the amygdala. Indeed, music is the only abstract stimulus that manages to activate the reward circuit, which normally controls sensations of pleasure during those activities necessary for survival, like eating and reproduction. But unlike other situations, what determines pleasure in music is the communication between the frontotemporal cortex and the nucleus accumbens, as well as the process of anticipation of musical events in succession. Cognitive errors in this process play a key role in inducing pleasure, which means the capacity for predicting what comes next in listeners determines the level of their esthetic pleasure and involvement

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Ivano Dones(Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta)Rossini: bellezza, piacere e depressioneRossini era un gran ricercatore del piacere e della bellezza. Non solo ricer-catore ma anche creatore. Questo impulso al piacere, alla ricerca e alla cre-azione di bellezza non si è rivolto esclusivamente alla musica, ma anche al cibo. Sempre aduso a smodatezze alimentari e abbondanti libagioni, a un certo punto della sua vita iniziò a rivolgere alla cucina e alla tavola particolari cure. Non si trattava certo di cucina minimalista o molecolare: il suo nuovo palcoscenico si popolava piuttosto di tartufi, salsicce, fagiani ripieni e vini di qualità. In Francia, dove capitava spesso e volentieri, questa vena poetico-culinaria lasciava il terreno a una ingravescente depressione che, in poco tempo, gradualmente e subdolamente, lo avrebbe portato ‘dalla padella nella brace’. L’inossidabile Rossini razionale cedeva il passo al vulnerabile Rossini passionale. Questo accade nel mondo. Masterchef o master di vita?

Mauro Porta(Centro Malattie Extrapiramidali e Sindrome di Tourette. Istituto O. Galeazzi)Rossini: la personalità e la sua musicaLa ‘Grande Rinuncia’ di Rossini alla composizione di opere e l’abbando-no delle scene teatrali dopo il Guillaume Tell (1829) rimane immotivata e misteriosa. Riccardo Bacchelli, estimatore di Rossini, l’aveva interpretata come un momento nel quale il Maestro «pregusta l’amarezza mortale dello spirito inaridito, e quel fastidio dell’arte che è più aspra e più forte nei più validi e fecondi, fastidio anche confessato da Michelangelo e adombrato da Shakespeare». Ma, in tutta evidenza, il modo in cui Rossini attuò questo dra-stico commiato da un’intensa vita creativa, appare naturalmente predisposto all’indagine psicanalitica. Secondo Schwartz (1965) sarebbe stato il lutto non adeguatamente elaborato per la perdita della madre, alla quale Gioachino era particolarmente attaccato. Altri indizi indurrebbero a configurare un qua-dro depressivo bipolare. A una persona a lui vicina Rossini scriveva in quel fatidico 1829: «Adorabile amico mio, voi desiderate che io di mio pugno vi scriva, eccomi ad obbedirvi; martirizzato come lo sono da tredici mesi di crisi nervosa che mi ha tolto il sonno, palato, alterato l’udito e la vista, e gettato in tal prostrazione di forze che non posso vestirmi né spogliarmi senza aiuto...»

Elvira Brattico(Dipartimento di Medicina Clinica – Centro per la Musica nel Cervello, Ospedale Universitario di Aarhus, Danimarca)I meccanismi neuronali del piacere in musicaDurante l’ultimo decennio, grazie alle moderne tecniche di neuroimaging, sono state evidenziate le strutture cerebrali che permettono di provare piace-re durante l’ascolto della musica. Tra di esse vi sono strutture sottocorticali a neurotrasmissione dopaminergica, che fanno parte del cosiddetto circuito del piacere e della motivazione (reward circuit), ovvero il caudato, il nucleo accumbens (nello striato centrale), il talamo mediodorsale, la corteccia fron-tale ventromediale e l’amigdala. La musica è l’unico stimolo astratto ad atti-vare il reward circuit, il quale altrimenti controlla le sensazioni di piacere durante attività necessarie alla sopravvivenza, come la riproduzione o la nutrizione. A differenza di altre situazioni però, ciò che determina il piacere in musica è la comunicazione tra la corteccia frontotemporale e il nucleo accumbens, nonché il processo di anticipazione degli eventi musicali in suc-cessione. Gli errori cognitivi durante questo processo hanno un ruolo cruciale nell’induzione del piacere, e dunque la capacità predittiva negli ascoltatori esperti di convenzioni musicali o di un particolare brano determina il livello

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– including motorial participation – when listening to music. A fascinating paradox in art, which of course includes music, is the promiscuous presence of esthetic pleasure combined with negative emotions – which translates into the desire to listen to sad music in order to obtain pleasure. A 2015 study by Garrido and Schubert showed that people affected with depression were more likely to prefer sad music than people without depression. The complex interaction between induced pleasure and negative emotions expressed by music will be discussed in relation to the period of artistic crisis suffered by Gioachino Rossini after 1830. A perceptive musicological analysis of the frequency of negative emotions in Rossini’s music may serve as additional proof of his depression at the onset of middle age.

Restless MindsMood shifts are a determined and basically necessary biological event that contribute to maintaining people’s psychic equilibrium. A part of this equilibrium is based on the more or less periodic changes in mood, which alternate between contrasting poles. This occurs in everyone. When mood shifts are too broad, the poles can turn pitch black and fiery red, and the condition may denote a manic-depressive or bipolar disorder. The link between excessive mood shifts, creativity and artistic temperament has always been a subject of interest, and one which over the ages has sparked much debate. Aretaeus of Cappadocia (2nd century A.D.) wrote on the causes and symptoms of a condition we now know as bipolar: «When a man becomes over excited by this illness, he waxes melancholy». Thirteen centuries later, in The Anatomy of Melancholy, Robert Burton wrote that all poets are crazy. Our knowledge today would seem to suggest that melancholy (from the melanòs, black, black state of mind) and mania share in common the same etiology, which is to say that they are functional disorders of the brain that involve the prefrontal cortex and various subcortical structures below the limbic system. In short, this is an organic problem, but one which retains something fascinating and ‘poetic’ about it. Many artists in all fields have been affected by bipolar disorder – in some cases they are presumed as such, while other cases have been effectively diagnosed. Artists that come to mind include Francesco Borromini, Carlo Gesualdo da Venosa, George Byron, Gioachino Rossini, Vincent van Gogh, Virginia Woolf, Edgar Allan Poe, Mark Rothko. In the case of Rossini, his retirement from the public eye may have been a depressive strategy in the wake of the great burst of volcanic creativity that marked his youth. The decades he spent in retirement might be interpreted as the effect of recurring depression, although retirement itself may also have contributed to the depression. The isolation so defensively sought out, and with hubris, along with the recognition, to which he had been so accustomed, having been significantly diminished, may have stoked the collapse of his mood and his creative drive, and sent him spiraling downward – which is quite common in such situations. «I’ll complain by shutting up», Rossini said. The ancients had already made the connection between genius and madness. And, generally speaking, the question remains whether the presence of bipolarity makes artistic creation easier and more fluid, or hampers it.

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di piacere estetico e di coinvolgimento anche motorio durante l’ascolto. Un affascinante paradosso nelle arti, inclusa la musica, è appunto la presenza promiscua di piacere estetico ed emozioni negative, ovvero il desiderio di ascoltare musica triste per indurre piacere. Un recentissimo studio di Garrido e Schubert (2015) ha dimostrato che la preferenza per la musica triste è più diffusa in individui affetti da depressione. La complessa interazione tra piacere indotto ed emozioni negative espresse dalla musica verrà discussa in relazione al periodo di crisi artistica di Gioachino Rossini successivo al 1830. Un’analisi percettiva e musicologica atta ad analizzare la frequenza di emo-zioni negative nella musica di Rossini potrebbe validare l’ipotesi di una pato-logia di depressione maggiore nella seconda fase della vita del compositore.

Leo Nahon(Divisione di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda)Le menti inquieteL’oscillazione dell’umore è un dato biologicamente determinato e sostanzial-mente necessario per contribuire all’equilibrio psichico dell’essere umano: e una parte di questo equilibrio si fonda proprio sull’alternanza, più o meno periodica, di stati d’animo di polarità anche opposta. Questo accade in tutti noi. Quando l’oscillazione si fa eccessivamente ampia e le polarità si tingono di nero o di fuoco, di depressione o di mania, si parla di disturbo maniaco-depressivo, o disturbo bipolare. La connessione tra umore fortemente oscil-lante e creatività e temperamento artistico è sempre stata intuita e dibattuta. Già Areteo di Cappadocia (II secolo d.C.) pronunciandosi sulle cause e sui sintomi di questo tipo di malattia diceva: «Quando un uomo viene iperecci-tato da questo male, nasce la malinconia». Tredici secoli dopo, in Anatomy of Melancholy, Robert Burton ha scritto: «Tutti i poeti sono pazzi». Quel che sappiamo oggi sembra suggerirci che melanconia (da melanòs, nero, umore nero) e mania siano accomunate dalla stessa eziologia, ovvero da disturbi funzionali a livello cerebrale che coinvolgono la corteccia prefrontale e varie strutture sottocorticali del sistema limbico. Si tratta insomma di un disturbo organico che tuttavia resta ed è assai affascinante e ‘poetico’. Molti artisti in tutti i campi sono stati affetti da questo disturbo a volte con diagnosi presun-tive, a volte certe: da Francesco Borromini a Carlo Gesualdo da Venosa; da George Byron a Gioachino Rossini, da Vincent van Gogh a Virginia Woolf, da Edgar Allan Poe a Mark Rothko. Nel caso di Rossini, probabilmente il suo lungo silenzio creativo pubblico ha coinciso con una specie di ritiro strategico di tipo depressivo dopo un lungo ciclo giovanile di vulcanica capacità creati-va. I suoi ultimi decenni di ritiro sociale e musicale possono essere letti come l’effetto di una malattia depressiva ricorrente, ma anche come una delle cau-se di questa. L’isolamento scelto in maniera difensiva e orgogliosa e il calo dei riconoscimenti cui era abituato, possono aver alimentato un crollo d’umore e di spinta creativa in una spirale che spesso s’instaura in queste situazioni («Mi lagnerò tacendo»). Il quesito è se in generale la presenza di questo disturbo renda più facile e fluida la creazione artistica ( l’antica questione dei rapporti tra genio e follia ) o se invece la possa anche mortificare.

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ore 19

Gioachino Rossini (1792-1868)Sonata per archi n. 1 in sol maggiore (1804) 15 min. ca Moderato Andantino Allegro

Une larme, tema e variazioni 12 min. caper violoncello e orchestra (1858)

Sonata per archi n. 2 in la maggiore (1804) 18 min. ca Allegro Andantino Allegro

Variazioni per clarinetto e orchestra (1809) 10 min. ca

Orchestra da Camera di MantovaMattia Rondelli, direttoreAljaž Beguš, clarinettoStefano Guarino, violoncello

In collaborazione conOrchestra da Camera di MantovaUniversità degli Studi di Milano

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Rossini, Time and...?

As was often the case with opera composers, Gioacchino Rossini delved into instrumental and chamber music at the start and finish of his creative parabola. The end of that parabola coincided with an early and not entirely comprehensible abandon of opera, following Guillaume Tell.The music Rossini composed toward the end of his career is contained in notebooks which he entitled Péchés de vieillesse (sins of old age). It is deliciously free, ironic, both carefree and melancholic; the collection includes, for example, Petit train de plaisir. Rossini’s early instrumental work includes two Sonatas for two violins, cello and double-bass, and variations for clarinet and orchestra. These were the first attempts by a composer seeking to acquire the instrumental ductility that writing for musical theater demanded, and master the formal structures of classical instrumental language, which the young Rossini had already acquired the foundations of from his teachers the Malerbi brothers and Padre Mattei in Bologna. Rossini began composing at a very young age: the pair of Sonatas for strings were composed in 1804, when Rossini was just twelve. Created to provide wealthy double-bass player Agostino Triossi with an amusing way to spend his long afternoons, the Sonatas turned out to be successful exercises in composition. They appear in the classical tripartite format used in operatic symphonies – two quick movements with a slow movement in the middle – and take inspiration from classical compositionalmodels of the Italian variety, which the young composer was familiar with. Later he would draw influences from the Viennese school, for which would even be nicknamed Tedeschino, or ‘Little German’. Twenty years later, Stendhal described Rossini in the following terms: «I envy him more than the first-prize winner in nature’s lottery... The difference is that Rossini has won an everlasting name for himself – it is genius, and above all, happiness». Just a few years down the road, at age 37, Rossini retired from public life. Perhaps he was plagued by a sense of inadequacy, accentuated by the instability of his temperament, when confronted with the new Romantic esthetic. But in retirement he continued to compose. He moved to France, and in the tranquility of his splendid home in Passy, breathed life into a slew of wonderful pages of music, including pieces like Une Larme, Thème et Variations. Considered by Rossini himself as a ‘sin of old age’, it belongs to the corpus of compositions written for various chamber ensembles. The string section starts off with a brief lacrimoso motif, which is picked up and developed by the rest of the orchestra, with the Rossini crescendo effect, until the piece opens up and in total serenity flows into the final theme.

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Rossini, il tempo e...?

Come accadeva spesso tra gli operisti, Gioacchino Rossini si dedicò alla musi-ca strumentale e da camera all’inizio e alla fine della sua parabola creativa. La parte conclusiva di quella parabola coincise con il precoce e non del tutto chiarito abbandono della scena operistica, dopo il Guillaume Tell. A quella fase appartiene la musica raccolta nei quaderni dei Péchés de vieillesse (pec-cati di vecchiaia), musica deliziosamente libera, ironica, lieve e malinconica; dei Péchés fa parte il Petit train de plaisir. Alla prima fase appartengono le due Sonate per due violini, violoncello e contrabbasso, e le variazioni per clarinetto e orchestra. Sono le prime prove di un compositore che puntava ad acquisire la duttilità strumentale necessaria anche alla scrittura teatrale, e ad appropriarsi delle strutture formali del linguaggio strumentale classico, già favorito dalla guida dei fratelli Malerbi e da Padre Mattei a Bologna. Rossini iniziò la sua attività di compositore in precocissima età: le due Sonate per archi risalgono al 1804, Rossini aveva 12 anni. Nate per dilettare i lun-ghi pomeriggi del facoltoso Agostino Triossi, contrabbassista, le sonate sono esercizi compositivi ben riusciti. Articolate nella classica forma tripartita delle sinfonie d’opera – due movimenti veloci e uno lento posizionato nel mezzo – le Sonate si ispirano a modelli compositivi classici, quelli italiani più vicini al giovane compositore, la cui creatività non era ancora influenzata dalla scuola Viennese, che in futuro gli avrebbero procurato l’appellativo di ‘tedeschino’. Vent’anni dopo, Stendhal ancora descriveva Rossini con queste parole: «Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in denaro alla lotteria della natura... A differenza di quello, egli ha vinto un nome impe-rituro, il genio e, soprattutto, la felicità». Pochi anni più tardi, all’età di 37 anni, Gioachino si ritirò a vita privata, forse per un senso di inadeguatezza, accentuata dall’instabilità del carattere, nei confronti della nuova estetica romantica. Ciononostante non smise di comporre: trasferitosi in Francia, nella tranquillità della sua villa a Passy diede vita a numerose e splendide pagine musicali, tra le quali Une Larme, Thème et Variations. Considerata dallo stesso Rossini come un ‘peccato di vecchiaia’, Une Larme fa parte del corpus delle composizioni da camera scritte per diverse formazioni strumen-tali. Un breve motivo lacrimoso, appunto, presentato da una breve sezione d’archi, viene ripreso e variato dal resto dell’orchestra, con effetto del tipico crescendo rossiniano, fino ad arrivare all’apertura e al ricongiungimento con la serenità nel tema finale.

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Alessandro Marangoni, pianoforte/piano

Diplomatosi con lode e menzione ad Alessandria e perfezionatosi poi con Maria Tipo alla Scuola di Musica di Fiesole, nel 2007 ha debuttato al Teatro alla Scala, in un omaggio a Victor de Sabata nel 40° anniversario della mor-te, insieme a Daniel Barenboim. Collabora regolarmente con artisti qua-li Mario Ancillotti, Aldo Ceccato, Enrico Dindo, Quirino Principe, Milena Vukotic, il Nuovo Quartetto Italiano, Paola Pitagora e Valentina Cortese. Ha suonato per le più importanti istituzioni concertistiche italiane (Accademia di Santa Cecilia, Teatro La Fenice, Rossini Opera Festival, Festival MITO, Sagra Musicale Umbra) e tenuto concerti in Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Usa, Cina. Come direttore e solista ha collaborato con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano. È il primo musicista italiano a esibirsi anche nel mondo virtuale di Second Life. Ha registrato, per Naxos, l’integrale dei Péchés de vieillesse di Rossini, del Gradus ad parnassum di Clementi, dei Concerti di Castelnuovo-Tedesco e della Via Crucis di Liszt. Con Pierpaolo Venier ha ideato il Chromoconcerto® ed è direttore artistico di Forte? Fortissimo! TV, il nuovo Music Web Channel ideato insieme a Stefano Sgarella.

After graduating from the Conservatory of Alessandria with honors, he went on to study under Maria Tipo at the Fiesole School of Music. In 2007 he made his debut at La Scala, performing a tribute to Victor de Sabata on the 40th anniversary of the composer’s death, along with Daniel Barenboim. He regularly works with artists such as Mario Ancillotti, Aldo Ceccato, Enrico Dindo, Quirino Principe, Milena Vukotic, Nuovo Quartetto Italiano, Paola Pitagora and Valentina Cortese. He has performed at some of Italy’s most prestigious concert venues – the Santa Cecilia Academy, Teatro La Fenice, the Rossini Opera Festival, MITO SettembreMusica, Sagra Musicale Umbra, and others – and has also performed in the UK, France, Germany, Spain, United States, and China. As a conductor and soloist, he has worked with Orchestra I Pomeriggi Musicali in Milano. He was the first Italian musician to perform in the virtual world of Second Life. The Naxos label has released his recordings of Rossini’s Péchés de vieillesse (complete version), Clementi’s Gradus ad Parnassum, Mario Castelnuovo-Tedesco’s Concerti, and Liszt’s Via Crucis. Together with Pierpaolo Venier he conceived Chromoconcerto®. He is artistic director of Forte? Fortissimo! TV, the New Music Web Channel he created with partner Stefano Sgarella.

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Orchestra da Camera di Mantova

L’orchestra da Camera di Mantova nasce nel 1981 e s’impone da subito all’at-tenzione generale per la brillantezza tecnica, l’assidua ricerca della qualità sonora, la sensibilità ai problemi stilistici. Tanto che nel 1997 i critici musi-cali italiani le assegnano il Premio Franco Abbiati, quale miglior complesso da camera, «per la sensibilità stilistica e la metodica ricerca sulla sonorità che ripropone un momento di incontro esecutivo alto tra tradizione stru-mentale italiana e repertorio classico». Nel corso della sua trentennale vita artistica l’Orchestra collabora con alcuni tra i più apprezzati direttori e solisti del panorama internazionale. Tra questi: Maria João Pires, Gidon Kremer, Aldo Ciccolini, Shlomo Mintz, Joshua Bell, Viktoria Mullova, Salvatore Accardo, Umberto Benedetti Michelangeli, Giuliano Carmignola, Uto Ughi, Miša Maiskij, Enrico Dindo, Mario Brunello, Miklos Perenyi, Sol Gabetta, Alexander Lonquich, Bruno Canino, Katia e Marielle Labeque, Maria Tipo, Kent Nagano e gli indimenticabili Astor Piazzola, Severino Gazzelloni e Aldo Ciccolini.

The Orchestra da Camera di Mantova was founded in 1981 and has proven to have technical brilliance, great attention to style and a constant search for sound quality. In 1997, Italian musical critics awarded the Orchestra da Camera di Mantova the Franco Abbiati prize for its «unique stylistic refinement and constant search for sound quality, which merges Italian instrumental tradition and classical repertoire». The orchestra performs in Teatro Bibiena in Mantova, which is an authentic jewel of architecture and acoustics. The Orchestra da Camera di Mantova has been performing for over 30 years with world-renowned conductors and soloists. Some of these include: Maria João Pires, Gidon Kremer, Aldo Ciccolini, Shlomo Mintz, Joshua Bell, Viktoria Mullova, Salvatore Accardo, Umberto Benedetti Michelangeli, Giuliano Carmignola, Uto Ughi, Miša Maiskij, Enrico Dindo, Mario Brunello, Miklos Perenyi, Sol Gabetta, Alexander Lonquich, Bruno Canino, Katia e Marielle Labeque, Maria Tipo, Kent Nagano and the unforgettable Astor Piazzola, Severino Gazzelloni and Aldo Ciccolini.

Violini

Carlo Fabiano*Filippo Lama*Pierantonio Cazzulani*Nicola BignamiStefano BiguzziLuca BragaAldo CampagnariIgor CantarelliAlessandro ConradoCarlotta ConradoAgnese Tasso

Viole

Massimo Piva*Klaus ManfriniMaria Antonietta Micheli

Violoncelli

Stefano Guarino*Paolo Perucchetti*Gregorio Buti

Contrabbasso

Massimiliano Rizzoli*

* Prima parte

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Mattia Rondelli, direttore/conductor

Mattia Rondelli ha conseguito il diploma in direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano, per poi perfezionarsi con Piero Bellugi, Jorma Panula e Donato Renzetti. Da alcuni anni è stato invitato dal Valerij Gergiev a collaborare con il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Ha avuto inoltre il privilegio di essere ospite di importanti istituzioni: Teatro Regio di Torino, ancora a S. Pietroburgo con l’Orchestra Sinfonica della Philharmonia dove ha diretto la prima esecuzione pietroburghese di Turandot Suite e Tanzwalzer di Busoni. Infine è stato ospite oltre che del Teatro Malibran di Venezia, anche dell’Orchestra Sinfonica Nazionale del Perù dove ha diretto la Sesta sinfonia di Mahler, l’Orchestra e il coro del Teatro Regio di Parma, l’Orchestra Accademia di San Giorgio di Venezia, l’Orchestra Cantelli, I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Filarmonica delle Marche, l’Orchestra della Fenice, l’Orchestra Sinfonica Toscanini, l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Acca-demia Filarmonica di Verona, l’Orchestra delle Settimane Musicali di Stresa, e la Beijing Opera and Dance Theater Symphony Orchestra, alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita di Stato in Cina.

Mattia Rondelli graduated from the Giuseppe Verdi Conservatory in Milano with a major in conducting, and went on to study with Piero Bellugi, Jorma Panula and Donato Renzetti. For the past few years he has worked with Valerij Gergiev and the Mariinskij Theater Orchestra in St. Petersburg. He has also had the privilege of working with the following musical institutions: Teatro Regio of Torino; St. Petersburg Philharmonic Orchestra, for whom he conducted the St. Petersburg premiere of Ferruccio Busoni’s Turandot Suite and Tanzwalzer; Teatro Malibran, Venice; National Symphony Orchestra of Peru, for whom he conducted Gustav Mahler’s Symphony n. 6; the Teatro Regio Orchestra and Choir of Parma; the San Giorgio Academy Orchestra, Venice; Orchestra Cantelli; I Pomeriggi Musicali, Milano; the Orchestra of Padova and Veneto; Le Marche Philharmonic Orchestra; the Teatro La Fenice Orchestra, Venice; the Toscanini Symphony Orchestra; the Torino Philharmonic Orchestra; the Philharmonic Academy of Verona; the Settimane Musicali Orchestra, Stresa; and the Beijing Opera and Dance Theater Symphony Orchestra, with President of the Republic of Italy, Carlo Azeglio Ciampi, in attendance during his State visit to China.

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Aljaž Beguš, clarinetto/clarinet

Aljaž Beguš ha iniziato i suoi studi musicali all’età di sette anni presso la Scuola di Musica di Lubiana Moste-Polje con Joze Kregar and Franc Trzan. A tredici anni è entrato nella High School for Music and Ballet di Ljubljana dove ha studiato con Joze Kotar. Ha continuato i suoi studi nell’Accade-mia di Musica di Lubiana, dove si è diplomato a pieni voti nel 2009. Nel 2008 è stato accettato presso la prestigiosa Escuela Superior de Musica Reina Sofia di Madrid nella classe di Michel Arrignon. È stato insignito di numerosi premi, tra i quali i quattro primi premi della Young Musician Competition della Repubblica Slovacca TEMSIG (1995, 1998, 2001, 2004). È stato anche il vincitore di competizioni internazionali come ‘Città di Carlino’ e ‘Marco Fiorindo’ nella categoria giovani (Italy, 2002). Con il quintetto di fiati Pentada ha vinto il primo premio nell’edizione 2006 della Competizione TEMSIG. Nel 2014 è stato semifinalista del concorso ARD di Monaco nella categoria quintetti di fiati. Collabora regolarmente con l’Ensemble di Musica Contemporanea dell’Accademia Musicale di Lubiana, così come con la SNG Maribor, RTV Slovenia, Academia Sancti Petri, Chamber Orchestra Festine, e con la Slovenian Philharmonic Orchestra. Ha suonato come solista con le maggiori orchestre slovene e con la Gustav Mahler Jugendorchester, Jeaner Philharmonie, Orquesta da camera della Escuela Superior de Musica Reina Sofia, con il gruppo di ottoni dell’Accademia Musicale di Lubiana e con la RTV Big Band Orchestra.

Aljaž Beguš began his musical studies at the age of seven in the Music School Ljubljana Moste-Polje with Joze Kregar and Franc Trzan. At thirteen he entered the High School for Music and Ballet of Ljubljana where he studied with Joze Kotar. He continued his studies in the Music Academy of Ljubljana and was awarded his Diploma in May 2009 with the highest marks. In the year 2008 he was accepted in the class of Michel Arrignon at the prestigious Escuela Superior de Musica Reina Sofia in Madrid, Spain. Aljaz Beguš was awarded with several prizes and honors. Among them are four first prizes on the Young Musician Competition of the Republic of Slovenia TEMSIG (1995, 1998, 2001, 2004). He was also the winner of International Competitions such as ‘Città di Carlino’ and ‘Marco Fiorindo’ in the Junior Category (Italy, 2002). With the woodwind quintet Pentada he was awarded a first prize in the TEMSIG Competition 2006. In 2014 he was a semifinalist of ARD Munchen competition in category Woodwind quintet. He has been a regular collaborator with the Ensemble for Contemporary Music of the Ljubljana Music Academy, as well as with SNG Maribor, RTV Slovenia, Academia Sancti Petri, Chamber Orchestra Festine, and with the Slovenian Philharmonic Orchestra. He appeared as a soloist with all of the above Slovenian orchestras and also with the Gustav Mahler Jugendorchester, Jeaner Philharmonie, Orquesta da camara de Escuela Superior de Musica Reina Sofia, Brass Orchestra of the Ljubljana Music Academy and with the RTV Big Band Orchestra.

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Stefano Guarino, violoncello/cello

Stefano Guarino ha studiato con Sergio Torri, Piero Guarino, Piernarciso Masi, Donna Magendanz, Mario Brunello, Enrico Dindo. È stato membro del-la European Union Youth Orchestra, e della Gustav Mahler Jugendorchester. Ha collaborato in qualità di primo violoncello con l’Orchestra da Camera di Mantova, I Solisti di Pavia, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, la Mahler Chamber Orchestra di cui è stato membro effettivo dalla fondazione, l’Orche-stra Sinfonica Toscanini. È vincitore in ambito solistico e cameristico, sia col pianoforte che con il violoncello, di numerosi premi nazionali e internazio-nali. Dal 2006 è primo violoncello dell’orchestra ‘Archi’ di Torino, collabora come primo violoncello con la Camerata Salzburg, di cui è recentemente diventato primo violoncello solista stabile. Come solista ha suonato con l’Or-chestra Haydn di Bolzano, con l’orchestra dell’Accademia di Stato di Sofia e con l’Orchestra da Camera di Trento, per quanto riguarda il pianoforte; con la Camerata Italiana, con I Virtuosi Italiani, con l’Orchestra da Camera di Mantova, con l’Orchestra da Camera di Trento, con l’Orchestra da Camera di Brescia, con l’Orchestra ‘Archi’ di Torino, con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, con l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto e con la Camerata Academica Salzburg, per quanto riguarda il violoncello. Nell’aprile del 2010 è stato invitato dalla Aldeburgh Music come tutor dei violoncelli della Britten Pears Youth Orchestra.

Stefano Guarino studied under Sergio Torri, Piero Guarino, Piernarciso Masi, Donna Magendanz, Mario Brunello, Enrico Dindo. He was a member of the European Union Youth Orchestra, and the Gustav Mahler Jugendorchester. He was first cello for the Mantova Chamber Orchestra, I Solisti in Pavia, the Teatro Regio Orchestra in Torino, the Mahler Chamber Orchestra (of which he was a member since the orchestra’s foundation), and the Toscanini Symphony Orchestra. As a soloist and in chamber ensembles, and on both piano and cello, he has won numerous prizes in Italy and abroad. Since 2006 he has been first cello in the Archi Orchestra, based in Torino; he is also first cello and soloist in Camerata Salzburg. As a pianist, he has been a featured guest soloist for Orchestra Haydn in Bolzano, the National Academy Orchestra of Sofia, and the Trento Chamber Orchestra; on the cello, he has been a featured guest soloist for Camerata Italiana, Virtuosi Italiani, the Mantova Chamber Orchestra, the Trento Chamber Orchestra, the Brescia Chamber Orchestra, Archi Orchestra in Torino, Orchestra Haydn in Bolzano and Trento, the Padova and Veneto Chamber Orchestra, and Camerata Academica Salzburg. In April 2010 he was invited to Aldeburgh Music as a cello tutor for the Britten Pears Youth Orchestra.

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Università degli Studi di Milano

L’Università degli Studi di Milano ha sede nell’antico Spedale di Poveri, fon-dato dai Duchi Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti nel 1456. Nel com-plesso l’ospedale doveva presentarsi come un rettangolo formato da dieci quadrati uguali, con la Chiesa posta al centro. Le parti laterali, costituite da edifici con pianta a croce (crociera), erano destinate ai malati. Filarete lasciò i lavori incompiuti nel 1465, non prima di aver impostato il piano terre-no della facciata (1460-1465), completata in quello superiore dal successore Guiniforte Solari (1465-1481). In seguito all’intervento di Giovanni Antonio Amadeo (1447-1522), i lavori subirono una battuta d’arresto fino al lascito di Giovan Pietro Carcano (1624), che consentì a Francesco Maria Richini e ad altri artisti di realizzare il grandioso cortile centrale e l’ingresso prospiciente via Festa del Perdono. L’ala sinistra fu completata a fine Settecento grazie al lascito del notaio Macchio. Il complesso architettonico ha rappresentato per secoli in Italia e in Europa un esempio di avanzata struttura ospedaliera. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, fu quasi completamente distrutto dai bombardamenti alleati. Alla fine della guerra l’edificio venne assegnato all’Università degli Studi di Milano, che nel 1958 vi pose ufficial-mente la sua sede con il Rettorato, alcuni uffici amministrativi e due facoltà umanistiche (Lettere e Filosofia e Giurisprudenza).

The University of Milano is located on what was once the site of the Spedale di Poveri (the ‘Hospital of the Poor’), which was founded by Duke Francesco I Sforza and his wife Bianca Maria Visconti in 1456. The overall hospital complex was rectangular in shape, and comprised ten square sections of equal size, with a church in the middle. The lateral sections, made up of buildings based on a cross-type design, housed the patients. The architect Filarete left work on the hospital unfinished in 1465, though he did manage to provide the guidelines for the ground floor of the façade (1460-1465); the upper section was completed by his successor Guiniforte Solari (1465-1481). Following intervention by Giovanni Antonio Amadeo. Work came to a halt and was not resumed until 1624 at the bequest of Giovan Pietro Carcano. At this point Francesco Maria Richini and others worked to create the grand central courtyard and the entrance at via Festa del Perdono. The left wing was completed in the late 1700s thanks to the bequest of Notary Public Macchio. For centuries, the overall architectonics represented the avant-garde in hospital construction and layout in Italy and Europe. The complex was almost completely destroyed by Allied bombing in 1943. Once World War II had come to an end, the area was assigned to the University of Milano, which in 1958 opened the Dean’s and administrative offices on the site, as well as the Schools of Literature/Philosophy and Law.

Il FAI presenta i luoghidi MITO SettembreMusica

Si ringrazia

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BANDE IN FESTIVAL CHIOSTRO E SALA VERDI DAL 12 AL 30 SETTEMBRE

OMAGGIO A GERRY MULLIGAN PROGETTO CREATO PER MITO SETTEMBREMUSICA IN COLLABORAZIONE CON I POMERIGGI MUSICALI SALA VERDI 15 SETTEMBRE

SCUOLE DAL MONDO. INCONTRI E CONCERTI TOHO GAKUEN SCHOOL OF MUSIC 24 E 25 SETTEMBREUNIVERSITÄT FÜR MUSIK UND DARSTELLENDE KUNST WIEN 28 E 29 SETTEMBRE CONSERVATOIRE NATIONAL SUPÉRIEUR DE MUSIQUE ET DE DANSE DE PARIS DAL 29 SETTEMBRE AL 3 OTTOBRE MOZARTEUM DI SALISBURGO 14 E 15 OTTOBRE KANSAS UNIVERSITY 16 E 17 OTTOBRECONSERVATORIO REALE DI COPENHAGEN DAL 29 AL 31 OTTOBRE

MATTHIAS ZIEGLER SALA VERDI 23 SETTEMBRE

MUSICA TRADIZIONALE GIAPPONESE SALA VERDI 24 SETTEMBRE

FRANCESCA DEGO E FRANCESCA LEONARDI SALA VERDI 1 OTTOBRE JOSEPH AND THE AMAZING TECHNICOLOR DREAMCOAT MUSICAL DI ANDREW LLOYD WEBBER E TIM RICE

DALL’1 ALL’11 OTTOBRE TEATRO TIEFFE MENOTTI

AZIONI TEATRALI PER BAMBINIIN TUTTI GLI SPAZI DEL CONSERVATORIO 4 OTTOBRE

FINALE PREMIO DEL CONSERVATORIO SALA PUCCINI 8 OTTOBRE

DANIELE RUSTIONI E L’ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO

SALA VERDI 9 OTTOBRE

CONCERTO DEL LABORATORIO DI MUSICA CONTEMPORANEA IN COLLABORAZIONE CON MILANO MUSICA SALA PUCCINI 12 OTTOBRE

AMILCARE PONCHIELLI I PROMESSI SPOSI IN COLLABORAZIONE CON ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA

SALA VERDI 24 E 25 OTTOBRE

in EXPO

Info e prenotazioniConservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano

Via Conservatorio, 12 – 20122 Milano0039.(0)2.762110 – www.consmilano.it – [email protected]

settembre-ottobre 2015

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Comitato di coordinamento

Città di Milano

Giuliano PisapiaSindacoPresidente del Festival

Filippo Del CornoAssessore alla Cultura

Giulia AmatoDirettore Centrale Cultura

Presidente Francesco Micheli

Vicepresidente Maurizio Braccialarghe

Milano

Giulia AmatoDirettore Centrale Cultura

Marina MessinaDirettore Settore Spet-tacolo

Francesca ColomboSegretario generaleCoordinatore artistico

Torino

Aldo GarbariniDirettore Cultura, Educazione e Gioventù

Angela La RotellaSegretario generale

Claudio MerloResponsabile generaleCoordinatore artistico

Città di Torino

Piero FassinoSindacoPresidente del Festival

Maurizio BraccialargheAssessore alla Cultura, Turismo e Promozione

Aldo GarbariniDirettore Cultura, Educazione e Gioventù

è un progetto di

Enzo RestagnoDirettore artistico

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Associazione per il Festival Internazionaledella Musica di Milano

FondatoriFrancesco Micheli, Roberto CalassoFrancesca Colombo, Piergaetano MarchettiMassimo Vitta-Zelman

Comitato di PatronageLouis Andriessen, Alberto Arbasino, Giovanni BazoliGeorge Benjamin, Ilaria Borletti Buitoni, Pierre BoulezGillo Dorfles, Umberto Eco, Bruno Ermolli, Inge FeltrinelliFranz Xaver Ohnesorg, Ermanno Olmi, Sandro ParenzoAlexander Pereira, Renzo Piano, Arnaldo PomodoroLivia Pomodoro, Davide Rampello, Gianfranco RavasiDaria Rocca, Franca Sozzani, Umberto VeronesiAd memoriam Gae Aulenti, Louis Pereira Leal

Consiglio DirettivoFrancesco Micheli, PresidenteMarco Bassetti, Pierluigi Cerri, Lella FantoniLeo Nahon, Roberto Spada

Collegio dei RevisoriMarco Guerrieri, Eugenio RomitaMarco Giulio Luigi Sabatini

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Milano

Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano

Francesca ColomboSegretario generale e Coordinatore artistico

Federica MicheliniAssistente Segretario generale e Responsabile partner e sponsorLuisella MolinaResponsabile organizzazioneCarlotta ColomboResponsabile produzioneStefano CoppelliAssistente di produzioneStefania BruciniResponsabile biglietteria e promozioneEmma De LucaResponsabile comunicazioneMaria Chiara PiccioliResponsabile marketing

Si ringraziano i tanti, facenti parte delle Istituzioni, dei partner, degli sponsor e delle organizzazioni musicali e culturali che assieme agli operatori e addetti a teatri,palazzi e chiese hanno contribuito con passione alla realizzazione del Festival.

Coordinamento Ufficio StampaAdfarmandchicasstampa@mitosettembremusica.itwww.mitosettembremusica.it

Rivedi gli scatti e le immagini del festivalyoutube.com/mitosettembremusicaflickr.com/photos/mitosettembremusica

L’organizzazione di MITO SettembreMusica

Lo Staff del Festival

Segreteria generaleSilvia Montanaro, Eleonora Porro con Laura Tili

OrganizzazioneElisabetta Tonin con Elena Barilli, Niccolò Paletti e Chiara Lijoi

ProduzioneElena Bertolino, Francesco Bollani, Elena Marta Grava con Diego Dioguardi, Eleonora Malliani, Alberto Raimondo, Lavinia Siardi e Guido Bovo, Daniele Moiraghi, Valentina Silvestri

Promozione e BiglietteriaAlice Boerci, Alice Lecchi, Victoria Malighetti con Bruna Bennardo, Silvia Fusi, Arianna Lodi, Jacopo Molè, Luisa Morra, Anisa Spaho, Carmen Sulmona, Sara Terzulli e Francesca Garbetta

ComunicazioneLivio Aragona con Matteo Albertini, Marta Cattoglio e Filippo Tito Gray de Cristoforis, Eleonora Lischetti

MarketingValeria Gasparotti e Giulia Conversano, Andrea Pistorio

via Dogana, 220123 Milanotelefono +39 02 88464725fax +39 02 [email protected]

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Dormi in strutture ecologiche Regalati una cena a km-zero

Milano è una città tutta da scoprire!

Fai tesoro delle iniziative Educational, Incontri, Social e Fringe

Solo digitale!

Lascia l’auto a casa Siamo un evento progettato e organizzato in maniera sostenibile

MITO è il primo festival musicale italiano certificato ISO20121. Contribuisci anche tu, sulle note della sostenibilità!

Ut

Fa Sol

JoSancLa

Re Mi

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Focus Chopin/SkrjabinUn ciclo che indaga le affinità di due grandi compositori-pianisti

Dall’8.IX al 17.IX ore 18 Conservatorio di MilanoSala Puccini

Focus Voci dello spiritoIl suono e il canto nelle pratiche di culto delle comunità religiose di Milano9.IX Ore 15 Arena Civica Gianni BreraSala Appiani Tavola rotonda introduttivacoordinata da Giovanni De Zorzi Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

Dal 9.IX al 20.IX Ore 21.30 Teatro Out Off Tradizioni ebraica, buddista, cristiano-armena, ortodossa,islamica, induista Posto unico numerato € 15 Pass Voci dello spirito 6 concerti € 75

Focus Adès/FrancesconiDue concerti e un incontro per conoscere due protagonisti della scena contemporanea, l’inglese Thomas Adès, e l’italiano Luca Francesconi

11.IX Ore 17.30 Museo del Novecento Sala Arte Povera Incontro con Adès e Francesconi

Ore 21 Conservatorio di Milano Sala Verdi Orchestra della Svizzera italiana

12.IX Ore 17 Teatro Menotti mdi ensemble

Cartoline da Firenze, Roma, Napoli e VeneziaEchi sonori dalle città che furono i grandi centri di produzione nel secondo Seicento e nel primo Settecento. Cartoline firmate da interpreti di primo piano: Raffaele Pe, Enrico Casazza, Enrico Baiano, Rinaldo Alessandrini.

Dal 16.IX al 20.IX Basilica di San Marco, Sagrestia Monumentale Basilica di Santa Maria delle Grazie Chiesa di San Francesco di Paola

I Sentieri sonoridi MITO