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Milano 27 gennaio 2011

Ing. Ezio MIOZZO

www.ingmiozzo.it

1Ing.Ezio MIOZZO

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2Ing.Ezio MIOZZO

Indice

Il contesto

Metodologie Agili

L’eXtreme Project Management

Lean Thinking o pensiero “Snello”

Convergenza dei vari approcci

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3Ing.Ezio MIOZZO

ContestoDa dove nasce la provocazione?

Mi è capitato di ascoltare il prof. Riccardo

VARVELLI che era intervenuto ad un convegno di

ingegneri.

(se noi sostituiamo il termine ingegnere a quello di

“professionista” il succo non cambia)

Si parlava di “Complessità della società

moderna”, nella quale si trova ad operare

l’ingegnere, che deve tener conto di vari fattori,

tra i quali prendono sempre più posto quelli

legati all’ambiente sociale, politico ed economico

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4Ing.Ezio MIOZZO

ContestoNon esiste una ingegneria o una metodologia

standard, buona per tutte le stagioni.

Bisogna saper prevedere i cambiamenti!

Varvelli propone di applicare metodi mutuati

dalla fisica per prevedere il contesto socio-

economico del III° millennio ed operarvi : Statico,

Dinamico, Turbolento, Caotico

Modello STATICO:

Si conosce tutto di un oggetto

(Cogito ergo sum)

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5Ing.Ezio MIOZZO

ContestoModello DINAMICO:

Il movimento è prevedibile e misurabile

(Critica della ragion pura - Kant)

Modello TURBOLENTO:

Si conoscono solo alcuni aspetti con precisione,

quali la portata ed il flusso

(idraulica)

Modello CAOTICO:

Assimilabile al comportamento di un gas in

termodinamica.

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6Ing.Ezio MIOZZO

ContestoDa una recente ricerca su un campione significativo di

impresari italiani:

Il 64% è convinto di muoversi in un contesto Turbolento

Il 16% invece in un contesto Caotico

I sistemi socio-economici sono privi di confini

fisici quindi possono essere investigati se “ci

accontentiamo del Prevalente e non del Preciso”

L’ingegneria storica operava in ambienti statici o

dinamici. Oggi Marchionne sostiene che: “.. Si

opera in un contesto ad alta discontinuità, dove

l’imprevedibilità è … inimmaginabile!”

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7Ing.Ezio MIOZZO

ContestoL’approccio moderno deve mettere in conto

l’incertezza, l’imprecisione, la probabilità al posto

della certezza.

“Le decisioni oggi sono più aleatorie, da

modificare in corso d’opera”. Bisogna

rapportarsi con psicologi, sociologi, giuristi ed

economisti, o assumere in se queste figure

L’ingegneria si trasforma da disciplina a

coacervo di saperi volto alla concretizzazione

delle idee.

“Chi saprà capire e adattarsi alla turbolenza e al

caos sarà vincente!”

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8Ing.Ezio MIOZZO

Contesto

Il Tempo

Il Costo

Tim

eEffort

Cost

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9Ing.Ezio MIOZZO

ContestoQueste spinte toccano in particolare le attività che

“apparentemente” non producono “valore”

all’organizzazione, e quindi in particolare:

Auditing

Sicurezza

Governance IT

Ecc. ..

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10Ing.Ezio MIOZZO

Metodologie Agili

“Nell'ingegneria del software, per metodologia agile (o leggera) o metodo agile si intende un particolare metodo per lo sviluppo del software che coinvolge quanto più possibile il committente, ottenendo in tal modo una elevata reattività alle sue richieste.”:

La gran parte dei metodi agili tentano di ridurre il rischio di fallimento sviluppando il software in finestre di tempo limitate chiamate iterazioni che, in genere, durano qualche settimana. Ogni iterazione è un piccolo progetto a sé stante e deve contenere tutto ciò che è necessario per rilasciare un piccolo incremento nelle funzionalità del software: pianificazione (planning), analisi dei requisiti, progetto, implementazione, test e documentazione.

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11Ing.Ezio MIOZZO

Metodologie Agili

Anche se il risultato di ogni singola iterazione non ha

sufficienti funzionalità da essere considerato completo

deve essere rilasciato e, nel susseguirsi delle iterazioni,

deve avvicinarsi sempre di più alle richieste del cliente.

Alla fine di ogni iterazione il team deve rivalutare le priorità

di progetto.

I metodi agili preferiscono la comunicazione in tempo

reale, preferibilmente faccia a faccia, a quella scritta

(documentazione). Il team agile è composto da tutte le

persone necessarie per terminare il progetto software.

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12Ing.Ezio MIOZZO

Metodologie AgiliI principi su cui si basa una metodologia leggera che segua

i punti indicati dall'Agile Manifesto, sono solo quattro:

le persone e le interazioni sono più importanti dei processi e degli

strumenti (ossia le relazioni e la comunicazione tra gli attori di un

progetto software sono la miglior risorsa del progetto);

è più importante avere software funzionante che documentazione

(bisogna rilasciare nuove versioni del software ad intervalli frequenti,

e bisogna mantenere il codice semplice e avanzato tecnicamente,

riducendo la documentazione al minimo indispensabile);

bisogna collaborare con i clienti al di là del contratto (la

collaborazione diretta offre risultati migliori dei rapporti contrattuali);

bisogna essere pronti a rispondere ai cambiamenti più che aderire

al progetto (quindi il team di sviluppo dovrebbe essere autorizzato a

suggerire modifiche al progetto in ogni momento).

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L’eXtreme Project Management

L'Extreme Project Management (indicato a volte come XPM) è

anch'esso ispirato alla Metodologia agile e, rispetto al project

management tradizionale, si focalizza maggiormente sull'obiettivo, ne

riduce l'ambito agli aspetti essenziali e si dimostra particolarmente

versatile di fronte al cambiamento delle condizioni del contesto in cui

il progetto si trova.

In alcune rivisitazioni critiche del project management è stato notato

che i diversi approcci basati fondamentalmente su logiche PERT non

sono particolarmente adatti agli ambienti multi-progetto delle grandi

organizzazioni moderne. Oggi molte di queste sono orientate a

progetti a scala molto larga, veloci, non ripetitivi, e va considerato

anche che molte iniziative manageriali vengono portate avanti sotto

forma di progetti.

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L’eXtreme Project Management

L'XPM sostiene che, usando per i progetti (o addirittura per i

task) modelli troppo complessi, specialmente quando si dilatano

su alcune settimane, in molti casi si originano dei costi

supplementari dannosi e si abbassano la flessibilità e la reattività

del progetto. I fautori dell'XPM si sono ispirati ad approcci leggeri

presenti nella Ingegneria del software come l'Extreme

Programming e le tecniche Scrum.

l'XPM per molti versi può essere considerato come la

generalizzazione dell'Extreme Programming all'ambito della

gestione di progetto

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L’eXtreme Project Management

Mentre in questi anni il PM si è specializzato e raffinato in

relazione ad una specifica tipologia di progetti (chiamamoli

Tradizionali), i progetti hanno nel contempo cambiato, e di molto,

la loro natura divenendo sempre di più “progetti estremi”.

Per usare una espressione poco rigorosa si può affermare che il

Project Management Tradizionale (TPM) si basa

fondamentalmente sulla possibilità iniziale di descrivere con un

certo dettaglio e cura l’ oggetto del progetto, il “cosa fare”.

Nel processo noto come Scope Planning, il PM e il suo team

descrivono la struttura di riferimento del progetto (la MITICA

WBS!) e ne definiscono gli elementi principali di controllo.

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L’eXtreme Project Management

Nei Progetti Estremi il cosa fare spesso non è noto a priori ma

lo si definisce strada facendo (es.: portale Web).

Quindi non si parte? NO, si parte lo stesso (dicono i capi),

quindi obbediamo!

Nei progetti estremi la realtà è in continuo movimento ed i

cambiamenti non sono una variante una tantum: sono la

norma! Come si può fare un piano accurato se esso cambia

giornalmente? Occorre riportare la realtà nel piano o adattare il

piano alla realtà?

Nei progetti estremi ciò che conta è la soddisfazione finale del

Cliente (esterno o interno). Per il successo serve quindi dedicare

molto più tempo a recepire e gestire tali esigenze (Soft Skill).

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Il Lean Thinking rappresenta il risultato di un notevole sforzo di

analisi delle modalità di riorganizzazione di un folto gruppo di

imprese americane, europee e giapponesi, impegnate in un

progressivo abbattimento degli sprechi insiti nel modo

tradizionale di impostare il processo produttivo.

Il Lean Thinking non esprime concetti assolutamente nuovi,

piuttosto si può considerare come una evoluzione dei

modelli organizzativi che l'hanno preceduto (qualità totale,

reingegnerizzazione dei processi, ecc.) a cui riesce a dare

una convincente sistematizzazione e integrazione. In

particolare il termine lean vuole esprime il fatto che i metodi

produttivi giapponesi riducono al minimo l'utilizzo delle

risorse impiegate: risorse umane, capitale investito, spazio

occupato, tempo, ecc...

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

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Il cardine del pensiero snello è rappresentato dalla continua

ricerca ed eliminazione degli sprechi (Muda) allo scopo di

produrre di più con un minor consumo di risorse.

L'eliminazione sistematica degli sprechi è possibile attraverso il

perseguimento e l'implementazione di 5 principi, che

costituiscono l'ossatura cui fare riferimento nell'azione di

ripensamento dei processi aziendali.

Value

Value stream

Flow

Pull

Perfection

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

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I principi su cui si basa il Lean Thinking sono semplici:

il punto di partenza è l'identificazione degli sprechi per poi

eliminarli e produrre di più con un minor consumo di risorse.

1 Identificare ciò che vale (value)

Ovvero ciò per cui i Clienti finali sono disposti a pagare un

prezzo. Il punto di partenza della caccia allo spreco è

l'identificazione di ciò che vale. Il consumo di risorse è

giustificato solo per produrre valore altrimenti è spreco.

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

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2 Identificare il flusso del valore (value stream)

Il flusso di valore per un dato prodotto/servizio consiste nell'intera

gamma di attività necessarie per l'insieme di attività specifiche richieste

per progettare, ordinare e fornire un dato prodotto, dall'ideazione al

lancio, dall'ordine alla consegna, dalla materia prima alle mani del

Cliente.

L'analisi del flusso di valore mette sempre in evidenza grandi quantità

di spreco attraverso la classificazione delle attività in tre categorie:

Attività che creano valore (tutte quelle il cui costo può essere

trasferito al cliente

Attività che non creano valore ma necessarie (non sono

eliminabili con gli attuali sistemi di sviluppo prodotto, gestione ordini

e produzione)

Attività che non creano valore e non necessarie (possono quindi

essere eliminate da subito)

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

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3 Far scorrere il flusso del valore (flow)

Occorre fare in modo che tutte le attività creatrici di valore

"fluiscano" senza interruzione dall’inizio alla fine in modo

che non vi siano tempi di attesa, di inattività o scarti

durante una fase oppure tra una fase e l'altra. Il pensiero

snello rovescia il tradizionale modo di ragionare attraverso

"lotti", "funzioni" e "uffici"; infatti i compiti possono quasi

sempre essere eseguiti in modo più efficace se il prodotto

viene lavorato ininterrottamente dalla materia prima al

prodotto finito.

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

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4 Fare in modo che il flusso sia tirato (pull), fare scorrere il

flusso in base alle richieste del cliente

Ovvero la capacità di progettare, programmare e realizzare solo quello

che il Cliente vuole nel momento in cui lo vuole. Tutte le attività che

compongono il flusso del valore vengono eseguite solamente a fronte

di una reale necessità della fase immediatamente a valle, ed in ultimo

quindi il Cliente finale. Si contrappone alla "tradizionale" tecnica push in

cui tutte le attività sono "spinte" verso il cliente sulla base di una

previsione.

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

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5 Puntare alla perfezione (perfection), assumere la

perfezione come riferimento per programmi di

miglioramento continuo

L'applicazione dei principi Lean deve essere sistematica e continua per

giungere a continui miglioramenti. In questo senso il quinto principio

deve essere da sprone per l'incessante applicazione dei principi Lean e

risultare ogni volta quale un nuovo punto di partenza. Una volta finito si

deve ricominciare per fare emergere nuovi sprechi ed eliminarli.

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Lean Thinking o pensiero “Snello”

E’ un modo di pensare pervasivo!

(ma attenzione a cosa è successo proprio a Toyota)

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24Ing.Ezio MIOZZO

Convergenza dei vari approcci

Vediamo ora di provare a riassumere:

Abbiamo visto come esistono

metodologie volte a gestire con efficacia

il cambiamento richiesto dal mercato.

Questo a scapito del “rigore”

metodologico (!?) in certi casi

(PM, Agile)

Questo comporta il focus sui cosiddetti

SOFT SKIL

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25Ing.Ezio MIOZZO

Convergenza dei vari approcci“Soft” Skill :

Orientati alla gestione dei rapporti umani

• Relazione e Comunicazione

• Leadership

• Negoziazione

• Team Building

◦ Ecc …

Orientati al conseguimento degli obiettivi• Risoluzione problemi

• Pianificazione

• Coordinamento

• Gestione del Tempo

• Ecc …

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26Ing.Ezio MIOZZO

Convergenza dei vari approcci“L’American Society for the Advancement of Project Management (ASAPM) ha realizzato una “Tavola periodica degli elementi di competenza necessari al Project Management”:

Tecniche (22)

Contestuali (12)

Comportamentali (15)

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27Ing.Ezio MIOZZO

Convergenza dei vari approcci

Ma come procedere senza far perdere

all’attività la qualità principale:

ASSURANCE (Compliance, Business

alignement, …)?

Attraverso il Risk Management

Il Lean Thinking ci spinge inoltre a considerare un

approccio volto al miglioramento continuo e anche

al disegnare il metodo in funzione del cliente

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28Ing.Ezio MIOZZO

Convergenza dei vari approcci

Tim

eEffort

Cost

Se questo è il triangolo

del Project

Management come

viene influenzato dal

Rischio?

Tim

e

Effort

Cost

Risk

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29Ing.Ezio MIOZZO

Convergenza dei vari approcci

Guarda caso ISACA ha preparato:

La gestione del rischio (risk management) è il

processo mediante il quale si misura o si

stima il rischio (o l’opportunità) e

successivamente si sviluppano delle

strategie per governarlo.

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