Microclima...Microclima • La valutazione delle condizioni microclimatiche negli ambienti di lavoro...

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Microclima Linsieme dei fattori fisici ambientali che caratterizzano lambiente di lavoro (non necessariamente confinato) e che, assieme ai parametri individuali quali lattività metabolica e labbigliamento, determinano gli scambi termici tra lambiente stesso e gli individui che vi operano. Corso di Formazione Specifica Lezione3 Liceo Scien4fico “G. Ferraris” Varese Docente: Prof. Luca Sessa

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Microclima

L’insieme dei fattori fisici ambientali che caratterizzano l’ambiente di lavoro (non necessariamente confinato) e che, assieme ai parametri individuali quali l’attività metabolica e l’abbigliamento, determinano gli scambi termici tra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.

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Microclima •  La valutazione delle condizioni microclimatiche negli ambienti di lavoro si basa sul

concetto di confort climatico o benessere termico.

•  Il benessere temico è definito dall’insieme di due fattori: fattori oggettivi o fattori fisici ambientali = temperatura, umidità e velocità dell’aria fattori soggettivi o parametri individuali = metabolismo individuale abbigliamento carico di lavoro

•  benessere termico: quello stato della mente che esprime la soddisfazione verso l’ambiente

termico (ISO 7730); è rappresentato da quelle condizioni in cui l’organismo riesce a mantenere l’equilibrio termico (omeotermia) senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria

Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013

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Microclima Gli ambienti di lavoro : Ambienti moderati: lievi variazioni dei parametri microclimatici;

il sistema di termoregolazione del corpo umano è in grado di reagire efficacemente

Ambienti severi: si passa da una situazione di comfor ad una di discomfort Valori ottimali in assenza di irraggiamento e per individui che compiono lavori sedentari e sono vestiti adeguatamente (da Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro”, inail 2012)

Stagione   T°  (°C)    

U.R.  (%)    

v  aria  (m/s)    

Inverno   19-­‐22    

40-­‐50    

0,05-­‐0,1    

Estate    

24-­‐26    

50-­‐60    

0,1-­‐0,2    

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Illuminazione Alcune considerazioni

•  L’illuminazione rappresenta uno dei principali fattori ambientali atti ad assicurare il benessere nei luoghi di lavoro.

•  Una corretta illuminazione oltre a contribuire all'incremento della produttività, riveste grande importanza nella prevenzione degli infortuni sul lavoro.

•  L’illuminazione dei luoghi di lavoro deve essere ottenuta per quanto è possibile con luce naturale poiché essa è più gradita all’occhio umano e quindi meno affaticante.

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Illuminazione Alcune considerazioni

•  La luce solare diretta è sconsigliabile negli ambienti di lavoro in quanto determina abbagliamento o fastidiosi riflessi.

•  Per quanto riguarda postazioni di lavoro con videoterminali una cura particolare dovrà essere dedicata all’illuminazione (… ricordi quali considerazioni abbiamo fatto circa la posizione del VDT rispetto alle finestre e alle fonti di luce artificiale...)

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Illuminazione D.Lgs. 81/08, Allegato IV, punto 1.10

•  I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di

guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità.

•  Le superfici vetrate illuminanti e i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.

•  Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.

•  Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione (incluse le vie di evacuazione e le uscite di sicurezza) devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori.

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Rumore Nell’uso comune il termine rumore viene utilizzato per indicare un suono di natura casuale normalmente associato ad una sensazione di fastidio, ma ai sensi della normativa va inteso per rumore qualunque suono che possa recare danno, in qualsiasi forma, all’organismo umano.

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Rumore Effetti del rumore sull’uomo:

Effetti uditivi: •  Un rumore molto forte come un’esplosione provoca dolore e spesso una lacerazione del

timpano; •  Un rumore meno forte, ma superiore a 80 – 85 dB può determinare una riduzione

dell’udito. Quando l’esposizione al rumore ha una durata tale da non consentire il recupero uditivo e si parla pertanto di ipoacusia da rumore

Effetti extrauditivi: •  Alterazione della frequenza cardiaca e circolatoria •  Modificazione della pressione arteriosa •  Modificazioni funzionali del sistema nervoso •  Alterazioni a carico dell’apparato digerente ….e inoltre contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro facendo diminuire l’attenzione e la concentrazione degli operatori e la percettibilità dei segnali acustici Corso  di  Formazione  Specifica  Lezione3  Liceo  Scien4fico  “G.  Ferraris”  Varese    Docente:  Prof.  Luca  Sessa  

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Rumore Valori limite di esposizione

Sono definiti (art. 189) i valori limite di esposizione e di azione connessi a due grandezze caratteristiche, al livello medio equivalente di esposizione giornaliera (Lex, 8h) riferito alle otto ore lavorative, e al livello istantaneo di picco (ppeak, valore massimo di pressione acustica durante l’attività lavorativa). I valori limite di esposizione non possono essere superati; oltrepassare invece i valori superiori di azione determina l’attivazione di specifiche misure di contenimento del rischio. Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013

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5 - Gestione del rischio fisico

Il problema del rumore riferito alla scuola è correlabile a tre aspetti:

rumore generato all'interno delle scuole, nelle aule, nelle palestre, nelle mense e negli spazi comuni, che è causa di fatica e/o eccitazio-ne degli allievi e di condizioni sfavorevoli per l’apprendimentotempo di riverberazione dei locali, che condiziona forza e ritmo della voce dell’insegnante, con conseguente affaticamentolivello di isolamento acustico rispetto al rumore esterno, che, se scarso, compromette l’intelligibilità delle relazioni didattiche a causa del mascheramento della parola dell’insegnante e della conseguente riduzione del livello di attenzione degli allievi.

Relativamente all’esposizione professionale a rumore, il riferimento nor-mativo è rappresentato dal D.Lgs. 81/08, dove l’art. 180 ribadisce l’ob-bligatorietà della valutazione del rischio rumore, la sua periodicità e la necessità di provvedere ad adeguate misure di contenimento del rischio a determinati livelli di esposizione.In generale la valutazione implica l’effettuazione di misure strumentali o una stima della emissione sonora di attrezzature, macchine e impianti sulla base di livelli di rumore standard individuati da studi e misurazioni accreditate (art. 190). Laddove non esista rischio rumore legato all’atti-vità svolta, ovvero esso sia palesemente trascurabile, il datore di lavoro può “giustificare” la non necessità di una valutazione più dettagliata (art. 181).Sono definiti (art. 189) i valori limite di esposizione e di azione con-nessi a due grandezze caratteristiche, al livello medio equivalente di esposizione giornaliera (Lex,8h) riferito alle otto ore lavorative, e al livello istantaneo di picco (ppeak valore massimo di pressione acustica durante l’attività lavorativa).

Valori inferiori di azione

Valori superiori di azione

Valore limite di esposizione

Lex,8h [dB(A)] 80 85 87

Ppeak [dB(C)] 135 137 140

I valori limite di esposizione non possono essere superati; oltrepassare invece i valori superiori di azione determina l’attivazione di specifiche misure di contenimento del rischio.

Riferimenti normativi

Valori limite

La“giustificazione”

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Rumore Misure di contenimento (applicabili a scuola)

Si riportano alcuni esempi di interventi gestionali ed organizzativi che possono essere messi in atto per ridurre il rischio: •  predisporre norme di comportamento finalizzate a contenere il rumore di fondo e

informarne il personale e gli allievi •  ridurre le occasioni di affollamento quali, ad esempio, la contemporanea presenza di

più classi nella palestra •  Modulare su più turni gli acceesi al locale mensa, in modo da ridurre il n° di alunni

presenti contemporaneamente •  Sensibilizzare gli aluni più grandi a limitare il più possibile schiamazzi e grida

durante le attidvità di ricreazione/mensa/palestra

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Rumore  

Le  indagini  fonometriche  hanno  evidenziato  che  una  percentuale  alta  (intorno  all’80%)  di  docen4  di  Educazione  Fisica  presenta  un  livello  di  esposizione  seYmanale  al  rumore  superiore  a  75  dB(A)  mentre  per  il  25%  del  campione  esaminato  il  livello  di  esposizione  seYmanale  al  rumore  può  essere  addiri^ura  superiore  a  80  dB(A)  (condizione  di  rischio)    (fonte:  linee  guida  per  una  corre^a  proge^azione  acus4ca  di  ambien4  scolas4ci;  Ass.  Italiana  di  Acus4ca)    

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Rumore in palestra: norme di prevenzione  

E’  necessario  u4lizzare  un  abbigliamento  idoneo  per  ogni  4po  di    disciplina  o  di  aYvità  motoria  (maglie^a,  felpa,  scarpe  ginniche  ben  allacciate)      A^endere  l’arrivo  del  docente  prima  di  iniziare  l’aYvità  e  lavorare  solo  in  sua  presenza,  seguendo  con  a^enzione  le  istruzioni      Non  u4lizzare  le  a^rezzature  senza  l’autorizzazione  del  docente      Non  prendere  inizia4ve  personali      Il  materiale  spor4vo  deve  essere  consegnato  e  ri4rato  dall’insegnante      Il  materiale  didaYco,  nonché  le  a^rezzature,  non  devono  ostruire  le  uscite  di  sicurezza      In  caso  di  fur4  o  danni  non  accidentali  agli  a^rezzi  o  di  imbra^amento  degli  spogliatoi,  se  non  sarà  individuato  l’autore,  verrà  ritenuta  responsabile  la  classe  che  per  ul4ma  ha  occupato  lo  spazio    considerato      Gli  alunni  non  in  orario  di  lezione  non  possono  prendere  parte  alle  aYvità        Gli  insegnan4  non  si  assumono  responsabilità  per  gli  oggeY  di  valore  deposita4  nei  casseY  delle  ca^edre      

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Rumore in palestra: norme di prevenzione  

   TuY  i  monili  (orologi,  bracciali,  collane)  vanno  tol4  all’inizio  della  lezione            E’  assolutamente  vietato  usare  i  telefoni  cellulari      Durante  la  lezione  di  scienze  motorie  non  è  consen4to  mas4care  gomme      Informare  subito  il  docente  in  caso  di  infortunio  o  sul  proprio  stato  di  salute  segnalando  condizioni  di  malessere  anche  momentaneo      E’  vietato  il  transito  in  palestra  per  ragioni  non  didaYche      E’  richiesto  un  comportamento  responsabile  e  l’u4lizzo  degli  a^rezzi  secondo  quando  stabilito  dai  docen4      Gli  allievi  sono  tenu4  a  rispe^are  scrupolosamente  le  disposizioni  degli  insegnan4  rela4ve  alla  sicurezza  

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Agenti Biologici & Rischio Biologico

D.Lgs. 81/08 Titolo X, Artt. 266-286 Allegati XLVI-XLVIII

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Rischio Biologico

Definizioni (D.Lgs. 81/08, art.267)

1.  Ai sensi del presente titolo s’intende per: a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni; b) microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno (ad es.:virus), in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico; c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari.

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Rischio Biologico Classificazione degli agenti biologici

(D.Lgs. 81/08, art.268, c. 1) Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione: a)  agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in

soggetti umani; b)  agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e

costituire un rischio per i lavoratori; é poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

c)  agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;

d)  agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

L’allegato XLVI riporta l’elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4.

PERICO

LOSITA

’  

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Rischio Biologico Nella Scuola: •  il rischio di allergie e intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale;

•  il rischio infettivo non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri, ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati;

•  la sorveglianza sanitaria non risulta una misura obbligatoria per questo tipo d’esposizione poichè non si ricorre ad un uso deliberato di agenti biologici.

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Rischio Biologico Misure di prevenzione.

Anche se nell’attività scolastica il rischio biologico è poco rilevante, è comunque presente ed è quindi necessario intervenire, con misure generali di prevenzione (idonea ventilazione, idonea pulizia e sanificazione dei locali,…) misure specifiche l’uso di DPI (guanti, mascherine,...) Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013

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Rischio Biologico Modalità di contaminazione.

L’operatore è esposto al rischio di contagio con specie patogene che possono penetrare nell’organismo per

inalazione ingestione attraverso la pelle (contatto, inoculazione)

attraverso gli occhi Nei laboratori didattici è consigliabile utilizzare esclusivamente microrganismi di classe 1, cioè microrganismi che difficilmente sono causa di malattia nell’uomo o negli animali Da Gestione del Sistema Sicurezza e Cultura della Prevenzione nella Scuola Inail-Miur Ed. 2013

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Rischio  Chimico  

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Il rischio chimico

Definizione (D.Lgs 81/08, Art. 222)

Agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.

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Il rischio chimico Classificazione:

Pericolosi

possono causare danni o  alla sicurezza dell’individuo (incendio, esplosione, corrosione), o  alla salute umana (effetti immediati o a lungo termine), o  all'ambiente naturale (inquinamento) in relazione a: •  pericolosità intrinseca (caratteristiche chimico-fisiche) •  modalità di utilizzo  

Non Pericolosi

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Il rischio chimico

I rischi per la salute

Acuti: Tossicità a breve termine

Dose dipendente

Cronici: Tossicità a lungo termine

Esposizioni ripetute

Locali: agisce unicamente intorno

al punto di contatto

Sistemici: l’azione si manifesta in punti

lontani dal contatto

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Il rischio chimico Le vie attraverso le quali gli agenti chimici possono penetrare nell'organismo sono tre: •  L’inalazione •  Il contatto (pelle, mucose, ferite) •  L’ingestione

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Il rischio chimico Come riconoscere gli agenti chimici pericolosi?

La scheda di sicurezza

L’etichetta

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Il rischio chimico La scheda di sicurezza:

•  racchiude tutte le informazioni correlate agli aspetti di salute e

sicurezza di un prodotto; •  deve essere fornita dal produttore/venditore del prodotto nella

lingua dell’acquirente; •  i dati inseriti sono tratti da studi e prove di laboratorio; •  la simbologia di rischio è la stessa dell’etichettatura; •  si trovano le indicazioni di pericolo H e consigli di prudenza P •  è articolata in 16 punti.

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Il rischio chimico La scheda di sicurezza:

1.  Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della società/impresa 2.  Composizione/informazione sugli ingredienti 3.  Indicazione dei pericoli 4.  Misure di pronto soccorso 5.  Misure antincendio 6.  Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7.  Manipolazione e stoccaggio 8.  Controllo dell'esposizione/protezione individuale 9.  Proprietà fisiche e chimiche 10.  Stabilità e reattività 11.  Informazioni tossicologiche 12.  Informazioni ecologiche 13.  Considerazioni sullo smaltimento 14.  Informazioni sul trasporto 15.  Informazioni sulla regolamentazione 16.  Altre informazioni

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Il rischio chimico L’etichetta:

Permette di identificare immediatamente e sinteticamente i principali pericoli della sostanza

Contiene il nome del prodotto o della sostanza Per i preparati presenta il nome chimico delle sostanze contenute

responsabili dei rischi più rilevanti per la salute Presenta i simboli di pericolo Presenta le indicazioni di pericolo (Hazard statements) Presenta i consigli di prudenza (Precautionary statements) Presenta numero CE Indicazioni sul contenuto e sul produttore

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Rischio  chimico  Indicazioni  di  pericolo  Hazard  statements  

Ad  ogni  indicazione  corrisponde  uno  codice  alfanumerico  composto  dalla  le^era  H  e  da  tre  numeri:  Il  primo  numero  indica  il  4po  di  pericolo    H2:  pericoli  chimico-­‐fisici  

                 H3:  pericoli  per  la  salute                    H4:  pericoli  per  l’ambiente  

I  due  numeri  successivi  corrispondono  all’ordine  sequenziale  di  definizione  L’unione  europea  si  è  riservata  la  possibilità  di  inserire  frasi  supplementari.      

Consigli  di  prudenza  Precau/onary  statements  Ad  ogni  consiglio  di  prudenza  corrisponde  un  codice  alfanumerico  composto  dalla  le^era  P  seguita  da  tre  numeri:  Il  primo  numero  indica  il  4po  di  consiglio  P1:  cara^ere  generale  

                 P2:  prevenzione                    P3:  reazione                    P4:  conservazione                    P5:  smal4mento    

I  due  numeri  successivi  corrispondono  all’ordine  sequenziale  di  definizione    

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Servizio Prevenzione e Protezione - Università di Bologna

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Rischio  chimico:  pi^ogrammi  

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Il rischio chimico A prescindere dalla linea guida utilizzata per la valutazione del Rischio chimico, l’esito della valutazione dovrà risultare “basso per la sicurezza e irrilevante per la salute”, “non basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute”, ed in questo secondo caso il datore di lavoro dovrà necessariamente adottare tutte le misure preventive e le disposizioni come definito negli artt 225 e 226 del Testo Unico.

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Rischio  chimico:  norme  di  prevenzione  Comportamento  in  laboratorio  

 

1.  È  proibito  agli  studen4  accedere  al  laboratorio  in  assenza  dell'insegnante  o  del  personale  preposto.  

2.  In  laboratorio  sono  assolutamente  proibi4  scherzi  di  qualsiasi  genere.  

3.  In  laboratorio  è  assolutamente  vietato  bere,  mangiare,  fumare.  

4.  Nei  laboratori  e  nei  corridoi  adiacen4  non  si  deve  correre,  né  aprire  o  chiudere  violentemente  le  porte.  

5.  Sono  proibi4  tuY  gli  esperimen4  o  le  lavorazioni  non  autorizza4  o  che  non  siano  sta4  espressamente  

 descriY  e  illustra4  dall'insegnante.  

6.  Non  sedersi  o  sdraiarsi  mai  sui  banchi  o  tavoli  di  lavoro.  

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Rischio  chimico:  norme  di  prevenzione  

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Rischio  chimico:  norme  di  prevenzione  

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Rischio  chimico:  norme  di  prevenzione  

1  Tu^e  le  sostanze  e  prepara4  u4lizza4  nei  laboratori  devono  essere  accuratamente  e4che^ate  con  e4che^e  riportan4  tu^e  le  indicazioni  obbligatorie  per  legge  (simboli  di  rischio,  frasi  di  rischio  e  consigli  di  prudenza)  2  Tu^e  le  sostanze  e  prepara4  u4lizza4  nei  laboratori  devono  essere  corredate  di  una  apposita  scheda  di  sicurezza  conservata  in  un  luogo  apposito,  noto  ed  accessibile  a  tuY  gli  operatori  del  reparto  (nessuno  deve  asportare  le  schede  di  sicurezza  se  non  per  una  breve  consultazione).    3  Prima  di  iniziare  una  nuova  esercitazione  leggere  sempre  a^entamente  l'e4che^a  e  la  scheda  di  sicurezza  dei  prodoY  che  si  devono  usare  durante  l'esercitazione  e  seguire  le  indicazioni  d'uso  ed  i  consigli  di  prudenza  (non  usare  mai  il  contenuto  di  confezioni  prive  di  e4che^a  o  che  non  siano  e4che^ate  opportunamente)  4  Chiudere  sempre  bene  i  contenitori  dei  prodoY  dopo  l'uso.    5  Le  sostanze  conservate  in  frigorifero  devono  essere  contenute  in  recipien4  accuratamente  sigilla4  (specie  se  tra^asi  di  solven4  vola4li),  ed  e4che^a4  con  il  nome  della  sostanza  ed  il  nome  dell'operatore.  6  È  proibito  conservare  nei  frigoriferi  prodoY  infiammabili  o  occorre  conservarli  in  speciali  frigoriferi  an4deflagran4.    7  Anche  i  campioni  u4lizza4  per  la  analisi  didaYche  e  per  conto  terzi  devono  essere  tenute  ben  chiuse,  accuratamente  e4che^ate  con  il  nome  della  sostanza,  e  dell'operatore.    8  Non  assaggiare  mai  una  qualsiasi  sostanza  in  laboratorio,  anche  quelle  apparentemente  innocue.    9  Non  aspirare  mai  liquidi  con  la  bocca,  usare  pipe^e  a  stantuffo,  propipe^e,  dosatori  ecc.  (specie  per  le  sostanze  pericolose).    10  Evitare  sempre  il  conta^o  di  qualunque  sostanza  chimica  con  la  pelle:  in  caso  di  conta^o  accidentale  lavare  subito  con  abbondante  acqua  e  poi  chiedere  istruzioni  all'insegnante.    

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11  Prestare  par4colare  cura  nel  preparare  ed  usare  sempre  i  quan4ta4vi  minimi  necessari  di  sostanze  e  prepara4,  per  evitare  sprechi,  rischi  maggiori  per  chi  lavora,  inquinamento  all'ambiente  con  lo  smal4mento  di  quanto  non  si  è  u4lizzato.    12  Evitare  di  mescolare  fra  di  loro  casualmente  sostanze  diverse,  evitare  comunque  di  mescolare  fra  di  loro  sostanze  diverse  se  non  si  è  cer4  della  loro  compa4bilità,  (in  caso  di  dubbio  provvedere  a  consultare  prima  le  schede  di  sicurezza  che  devono  essere  a  disposizione  in  laboratorio).    13  Usare  sempre  le  sostanze  pericolose  so^o  cappa  chimica  con  sufficiente  aspirazione,  accertandosi  dell'idoneità  della  stessa  all'uso  (cappe  idonee  per  la  manipolazione  di  sostanze  tossiche  e  infiammabili  in  par4colare),  e  accertandosi  che  la  cappa  sia  in  funzione  e  opportunamente  chiusa.  U4lizzare  i  Disposi4vi  di  Protezione  Individuale  adegua4.  14  Non  dirigere  l'apertura  delle  prove^e,  durante  il  riscaldamento  verso  la  persona  vicina.    15  Non  usare  mai  fiamme  libere  in  presenza  di  sostanze  infiammabili.    16  Se  si  u4lizzano  sostanze  esploden4,  devono  essere  impiegate  solo  in  luoghi  provvis4  di  protezione  adeguata  (schermi  ecc.).    17  Le  superfici  dei  banchi  o  dei  pavimen4  su  cui  siano  cadute  eventuali  sostanze  chimiche  devono  essere  bonificate  ed  asciugate  subito  (avvisare  sempre  gli  Assisten4  Tecnici  e  gli  Insegnan4,  segnalando  esa^amente  cosa  si  è  sversato).  18  Gli  acidi  versa4  si  possono  neutralizzare  con  bicarbonato  di  sodio  (NaHCO3),  gli  alcali  con  acido  cloridrico  diluito  (HCl  5%).  19  Per  il  confinamento,  l'iner4zzazione  e  la  eliminazione  di  sversamen4  di  mol4  prodoY  chimici  possono  essere  u4lizzate  le  polveri  assorben4  per  liquidi  versa4.  Quando  possibile,  u4lizzare  sempre  gli  adaY  assorben4  specifici.  20  Nel  caso  che  le  sostanze  versate  siano  infiammabili  (solven4  organici),  spegnere  immediatamente  le  fiamme  libere  e  staccare  la  corrente.  21  Non  versare  materiali  infiammabili  nei  ces4ni  porta  rifiu4.    22  Prima  di  eliminare  i  prodoY  al  termine  delle  esercitazioni  informarsi  sempre  dall'insegnante  sulle  modalità  di  recupero  o  smal4mento  più  opportune  al  fine  di  evitare  rischi  e  danni  a  se,  ai  compagni  e  all'ambiente.    23  I  contenitori  vuo4  dei  reagen4  devono  essere  bonifica4  prima  di  essere  smal44.    

Rischio  chimico:  norme  di  prevenzione  

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Rischio  chimico:  norme  per  l’uso  di  apparecchiature  1  Usare  con  cura  le  a^rezzature  e  le  apparecchiature  seguendo  le  indicazioni  degli  insegnan4    2  Non  cercare  di  fare  funzionare  apparecchiature  che  non  si  conoscono.    3  Non  toccare  con  le  mani  bagnate  apparecchi  ele^rici  so^o  tensione    4  Nel  caso  si  verifichino  versamen4  di  acqua  sul  banco  di  lavoro  o  sul  pavimento,  isolare  la  alimentazione  ele^rica  del  bancone  o  della  zona  allagata.    5  Leggere  e  rispe^are  sempre  le  indicazioni  dei  cartelli  di  segnalazione  e  informazione  pos4  sulle  a^rezzature  e  strumentazioni  dei  laboratori.    6  In  caso  di  caYvo  funzionamento  o  di  guasto  chiamare  subito  l'insegnante  evitando  qualsiasi  intervento  o  tenta4vo  di  riparazione.    7  Alle  fine  di  ogni  esercitazione  provvedere  a  spegnere  (o  a  fare  spegnere  dal  personale  del  laboratorio,  nel  caso  che  non  se  ne  conosca  perfe^amente  il  funzionamento)  pulire  e  riporre  tu^e  le  apparecchiature  che  sono  state  u4lizzate.    8  Di  norma  non  è  consen4to  lasciare  il  posto  di  lavoro  lasciando  in  funzione  apparecchiature  o  strumentazioni  ele^riche,  apparecchiature  riscaldate  con  fiamme  a  gas,  apparecchiature  che  u4lizzano  flussi  di  acqua  per  il  raffreddamento,  accertarsi  che  qualcuno  le  sorvegli  in  con4nuazione,  o  solo  in  caso  eccezionale,  opportunamente  autorizzato  dal  responsabile  del  laboratorio,  che  siano  rispe^ate  tu^e  le  disposizioni  per  garan4re  al  massimo  l'impossibilità  che  si  verifichino  inciden4.    9  Non  manome^ere  le  a^rezzature  e  le  apparecchiature  di  soccorso.    10  Non  scaldare  su  fiamma  dire^a  recipien4  gradua4  e  vetreria  a  parete  spessa.    11  Usare  con  a^enzione  la  vetreria  calda  (u4lizzare  apposi4  guan4  an4calore  e/o  pinze).    12  Non  appoggiare  recipien4,  boYglie  o  apparecchi  vicini  al  bordo  del  banco  di  lavoro.    13  Non  usare  vetreria  da  laboratorio  (becher)  per  bere.    14  Non  tenere  in  tasca  forbici,  tubi  di  vetro  o  altri  oggeY  taglien4  o  appun44.    15  Quando  si  deve  infilare  un  tubo  di  vetro  in  un  tubo  di  gomma  o  in  un  tappo,  proteggersi  le  mani  con  guan4  adaY  resisten4  alla  perforazione  ed  taglio.    16  Apparecchiature  in  vetro  complesse  devono  essere  smontate  prima  di  essere  trasportate  e  devono  essere  rimontate  nella  posizione  di  des4nazione.    17  Non  cercare  di  forzare  con  le  mani  l'apertura  di  giun4  smeriglia4  blocca4:  lasciare  a  bagno  in  acqua  calda  o  usare  un  bagno  ad  ultrasuoni  per  liberare  il  giunto  bloccato.  

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Rischio  chimico:  norme  di  igiene  personale