Michele Francesconi - L'Arte Di Studiare

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L'arte di studiare (principi di PNL applicati allo studio del pianoforte) di Michele Francesconi Le 4 zone della crescita 1) zona di ruggine 2) zona di comfort 3) zona di stretch (zona di non-comfort) 4) zona di panico I 4 passaggi per l’apprendimento 1) Incompetenza inconsapevole 2) Incompetenza consapevole 3) Competenza consapevole 4) Competenza inconsapevole Esempio della guida in macchina… Importanza di darsi un obiettivo Il decalogo del buon obiettivo 1. Specifico, definito, misurabile 2. Con una scadenza 3. Espresso in positivo 4. Fattibile 5. Motivante 6. Espresso in forma scritta 7. Non in contrasto con i propri valori 8. Condivisibile con gli altri 9. Immaginabile 10. Suddivisibile in sotto-obiettivi Partiamo da uno dei concetti base: la forza di volontà (ma soprattutto i sensi di colpa ad essi legati).

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L'arte di studiare (principi di PNL applicati allo studio del pianoforte)

di Michele Francesconi

Le 4 zone della crescita

1) zona di ruggine2) zona di comfort3) zona di stretch (zona di non-comfort)4) zona di panico

I 4 passaggi per l’apprendimento

1) Incompetenza inconsapevole2) Incompetenza consapevole3) Competenza consapevole4) Competenza inconsapevole

Esempio della guida in macchina…

Importanza di darsi un obiettivo

Il decalogo del buon obiettivo

1. Specifico, definito, misurabile2. Con una scadenza3. Espresso in positivo4. Fattibile5. Motivante6. Espresso in forma scritta7. Non in contrasto con i propri valori8. Condivisibile con gli altri9. Immaginabile10. Suddivisibile in sotto-obiettivi

Partiamo da uno dei concetti base: la forza di volontà (ma soprattutto i sensi di colpa ad essi legati).

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La forza di volontà è solo uno dei motori della crescita. Certo, anch’essa è molto importante. E certe volte bisogna sforzarsi di trovarla, anche solo per poco, poi però quello che ci manda avanti è sempre la passione, l’intuizione e l’intelligenza. Diciamo che la forza di volontà può essere l’accensione del motore per proiettarsi nella zona di stretch.

Altro concetto base: i due parametri sui quali agiamo: lo spazio e il tempo. Così come dividiamo lo spazio in segmenti che più ci fanno comodo così possiamo dividere il nostro tempo.La soglia dell’attenzione per un essere umano è di 45 minuti. Gestiamola.Magari dividere lo studio in 3 gruppi da 15 minuti, o in 2 da circa 20. Mi vengono in mente alcuni libretti di piccole favole che ho comprato per mia figlia: alcuni hanno addirittura solo 4 o 5 facciate: eppure sono molto belli e curati. Voglio dire: impariamo a capire la qualità del nostro tempo e del nostro spazio.

I compiti a casa:

E’ molto importante che l’allievo abbia un rapporto equilibrato tra la zona di comfort e quella di stretch. Se gli esercizi sono troppo difficili o incomprensibili per l’allievo succederà che a casa si bloccherà e non studierà niente. Assicurarsi quindi che abbia capito bene cosa fare e che riesca a farlo. Equilibrio: l’arte più difficile…

Dissociazione dalla musica

Ho addirittura detto a un allievo: fa finta di essere sordo, concentrati su coordinazione mani e piedi.

Concetto importantissimo della dissociazione in fase di studio: paragoniamolo agli allenamenti sportivi (esercizi) e alla partita (concerto). Una squadra di calcio per vincere un campionato dovrà fare allenamenti duri, e specifici. Solo in fase di gioco tirerà fuori quella competenza inconsapevole di cui abbiamo parlato sopra per vincere la partita. Ecco: questo è quello che succede nella musica. Per cui: non confondere il tempo dello studio con quello dell’esecuzione: facoltà di dissociarsi. Se noi in fase di studio pensiamo già di eseguire il brano come in concerto creeremo un’ansia (che trasmettiamo anche all’insegnante che ci sta accanto) dovuta a un’aspettativa costantemente delusa da incompetenze tecniche.Per cui consiglio di dividere razionalmente il lavoro: dividere il brano in parti e ripetere una parte tante volte, poi la seconda tante volte…conta di più che ripetere da capo tutto1. E finita una parte riposarsi. Riposarsi non vuol dire distrarsi, ma stare concentrati. Importanza del riposo, al quale spesso associamo degli inutili sensi di colpa2.E se un passaggio è comunque venuto bene? Rifacciamolo. Una volta in più, e più lento, ci darà ancora più naturalezza. Va bene avere fiducia in se stessi ma non sopravvalutarsi, anche perché spesso è il corpo che deve capire, oltre alla

1 Capii questa cosa in quinta elementare dovendo studiare circa 40 pagine di sussidiario…capii che apprendevo di più se ripetevo diverse volte una parte minore piuttosto che leggere tutto da capo e ripetere più volte tutto.

2 Ricordiamoci che per lavorare meglio bisogna andare in vacanza.

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testa. Umiltà e senso critico quindi possono essere costruttivi e propositivi.Lo studio dissociato può essere anche molto creativo o addirittura caotico…pensiamo a una scrivania con gli strumenti di lavoro di un pittore (caos creativo) e alla scrivania di un manager (molto ordinata). Vanno bene entrambe, ma in ogni caso trovare un senso. Il disordine se è creativo e ci fa cambiare punto di vista (ad esempio iniziare il brano in punti a caso, per spostare il focus su alcuni dettagli tecnici) può essere positivo, così come l’ordine è indispensabile per organizzare il lavoro.Consiglio quindi nel dettaglio di dividere il brano in sezioni (ad esempio di 4 battute) e numerarle, poi studiarle, se si vuole, anche in maniera “random”.

Caratteristica basilare per lo studio: accorgersi dell'errore. La prima fase è riconoscere un difetto. Anche se si sente che in quel momento lo stiamo perpetuando comunque riconoscerlo è il primo passo, cioè passare all’incompetenza consapevole.Identifica il passaggio: il “nodo”. Scioglilo. Togli un po’ dagli altri parametri per isolare e concentrarti su un punto difficile. Esempio del rombo di Kenny Werner (velocità, naturalezza, intero esempio, esattezza); secondo lui solo 3 possono convivere nella performance. Individuare il focus.Non serve andare avanti: se non ti viene un passaggio isolato come farà a venirti a tempo?Le cose non vengono da sole. Ci vuole consapevolezza per creare tecnica.Se non capisci un nodo e ripeti il passaggio in continuazione è come sparare 300 volte a un bersaglio in maniera nervosa…tieni l’obiettivo, calmati e centra il bersaglio con 1 tiro. La ripetizione in sé non è un valore. Entra nello “space” (sempre Werner). Non riperete come un mulo, come se sbattessi la testa contro il muro, anzi ogni tanto riposati. Perché altrimenti non assimili (paragone con il digerire, l’assimilare il cibo).Altra caratteristica dell’intelligenza in fase di studio è la capacità di prevedere la difficoltà, cioè di non sottovalutare la difficoltà del passaggio e continuare a sbatterci il naso. La volontà, quindi, come detto sopra, se non è guidata dall’ intuizione e dall’ intelligenza non è utile.

Consiglio pratico:Imparare a segnare tutto ciò che non va sulla parte, preferibilmente con penne o pastelli colorati. Questo perché troppo spesso si dà per scontato una fiducia nel futuro, e poi, immancabilmente, la disattendiamo, cioè i nostri percorsi ci portano sempre a fare gli stessi errori. Così come, in generale, consiglio di tenere il materiale in ordine e funzionante (pensiamo ad un architetto che deve disegnare con gli strumenti giusti e in ordine): anche se vale il discorso detto sopra che ci possono essere momenti di caos creativo.

Tre principi generali per l’ordine:prevedereassociareritornare

Stati emotivi

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Non incazzarsi se non ci viene un passaggio, non prendersela con se stessi. Tutta energia sprecata. Ragionare.

Diversificazione degli studi.Studio che richiede sforzo intellettivo (es. un’armonizzazione avanzata) e che richiede sforzo pratico (es. esercizi dall’Hanon o scale o arpeggi): equilibrarli. Come i lavori…lavoro più intellettuale e più fisico.Studio più avanzato (associato, musicale) e più giovane (dissociato).Sforzo più intellettuale e più fisico.Saper calare o aumentare i parametri. Sapersi creare gli esercizi, in modo giocoso.Saper stare sul piano concreto senza pippe psicologiche.

Quando non sai cosa studiare?Studia qualcosa che sai che devi studiare, comunque…

Capacità di adattamento del performer-jazzista:qualche tempo fa ho visto una pubblicità in tv in cui, sotto immagini naturalistiche c’era questo slogan: non è la razza più forte o la più intelligente che sopravvive, ma quella con maggiore capacità di adattamento.

ORECCHIO E RAZIONALITA’ (nel trasporto)Alla soluzione potete arrivare attraverso due strade: l’orecchio o la razionalità.

Avere pazienza nel vedere i risultati. Non li vedi in un giorno, ma in una settimana, in un mese…è come la dieta.

L’allievo che impara bene è quello che ha un senso critico alto in fase di studio. Che non si accontenta.

Poi:per non creare scompensi (divari, gap) psicologici negativi possiamo pensare così: o alziamo il nostro senso tecnico o abbassiamo il nostro senso critico (visualizzate le mie 2 mani a due altezze diverse…e poi tentiamo di avvicinarle).La quantità fa la qualità (esempio di un vasaio…100 vasi)…Questo vuol dire che spesso ci si deve anche accontentare di un livello provvisorio, e quindi abbassare il senso critico, ma per poi poterlo alzare dopo aver fatto 100 vasi, 100 trascrizioni di assoli, 100 composizioni, 100 dischi…

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Ansia da palco

Tre punti chiave per la gestione della paura e dell’emozione durante l’esibizione:

- Il mostro: accettarlo. Sapere che c’è. Incanalarlo. Gestirlo. Conoscerlo.- Non essere troppo sicuri quando si sta andando bene. Non sottovalutare

il mostro- Distrazioni: un pensiero, una visione, un piccolo rumore…stare

concentrati il più possibile su quello che si sta facendo ma accettare che non siamo in una stanza asettica…siamo in un ambiente.

Strategie:

Simulare lo sbaglio durante le proveFare prove emozione e gestione risorse (per esempio di un concerto in piano solo)