Michelangelo Buonarroti

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Caprese, 6 marzo 1475 Roma, 18 febbraio 1564

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Caprese, 6 marzo 1475 Roma, 18 febbraio 1564

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Nel 1488 Michelangelo entrò nella bottega dei fratelli Ghirlandaio ,una delle più importanti di Firenze

I centauri -1492

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Nel 1490  inizia a frequentare il giardino delle sculture di San Marco studia le sculture antiche, per desiderio di Lorenzo de' Medici. Frequenta Palazzo Medici che gli consente di conoscere personalità del suo tempo quali: Poliziano Marsilio Ficino  Pico della Mirandola.

Ebbe modo così di crescere conoscendo la dottrina platonica .

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Nel 1492 muore Lorenzo il Magnifico -Michelangelo, che era stato ospitato nel Palazzo Medici di via Larga, si ritrovò improvvisamente senza dimora. Riparò al convento di Santo Spirito, dove il priore gli consentì anche di condurre studi di anatomia sui cadaveri dell'annesso Ospedale.L'artista fu riammesso alla corte medicea e il sodalizio di Michelangelo con Piero de' Medici durò almeno fino all'ottobre del 1494.Michelangelo andò prima a Venezia e poi a Bologna, dove scolpì un San Procolo, un San Petronio e un Angelo reggi candelabro.

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Rientrato a Firenze nel dicembre 1495, per ripartire nuovamente nel 1496, spaventato dalla minaccia dell'invasione francese e dai disordini cittadini. In questi mesi Michelangelo rimase profondamente scosso dalla predicazione e dal rigorismo morale di frate Savonarola, che accese in lui sia la convinzione che la Chiesa dovesse essere riformata, sia i primi dubbi sul valore etico da dare all'arte.Scolpì, sul modello dell'antico, un Cupido dormiente. La scultura riuscì così bene da essere impossibile distinguerla da una statua antica autentica.

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Arrivò a Roma il 25 giugno 1496. Il giorno stesso il cardinale mostrò a Michelangelo la sua collezione di sculture antiche, chiedendogli di fare qualcosa di simile. Neppure dieci giorni dopo, iniziò a scolpire una figura di  BaccoPunti forti della scultura sono: la straordinaria espressività e l'elasticità nelle forme, unite al tempo stesso con un'essenziale semplicità dei particolari. Ai piedi di Bacco scolpì un satiro che sta mangiando qualche acino d'uva dalla mano del dio: questo gesto destò molta ammirazione in tutti gli scultori del tempo per il grande realismo.

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Nel novembre 1497 il cardinale francese Jean de Bilhères, ambasciatore di Carlo VIII presso papa Alessandro VI, lo incaricò di scolpire la Pietà.

Cosa ancora insolita per un artista di quei tempi, Michelangelo si convinse che per scolpire le proprie statue non aveva bisogno di committentiavrebbe potuto scolpire di propria iniziativa opere da vendere una volta terminate. In pratica Michelangelo diventava un imprenditore di sé stesso e investiva sul proprio talento senza aspettare che altri lo facessero per lui.

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Tornato a Firenze, intorno al 1499 eseguì la statua della Madonna con Bambinoscolpita per la famiglia Mouscron e destinata alla Cattedrale di Bruges. L’artista vi lavorò in segreto e fu inviata gelosamente nelle Fiandre non appena terminata intorno al 1504. Esegue in questi anni anche un tondo di marmo per la famiglia Pitti, oggi conservato al piano terra del Bargello insieme al celebre Bruto.

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Nel 1501, dopo molte insistenze, l'Opera del Duomo di Firenze commissionò a Michelangelo la statua del David da collocare in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Si trattava di un'impresa resa complicata dal fatto che il blocco di marmo era stato precedentemente sbozzato sia da Agostino di Duccio nel 1464 che da Antonio Rossellino nel 1476.

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Tra il 1503 e il 1504 realizzò il tondo dipinto per Agnolo Doni (come dono per le sue nozze con Maddalena Strozzi), con una Sacra Famiglia, in primo piano: la Vergine col Bambino e subito dietro san Giuseppe, di grandiose proporzioni e dinamicamente articolati, dietro una balaustra san Giovannino e dietro ancora, un gruppo di ignudi.

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Nel 1504, gli venne commissionato l'affresco con la Battaglia di Cascina, battaglia vinta dai fiorentini contro i pisani nel 1364 .

opera, destinata alla Sala Grande del Consiglio in Palazzo Vecchio, e mai portata a termine.

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Nel 1505 tornò a Roma chiamato da papa Giulio II alla realizzazione del proprio monumento funebre da collocarsi nella tribuna dell’erigenda basilica di San Pietro.Il primo progetto, prevedeva una colossale struttura architettonica isolata nello spazio, con una quarantina di statue, dimensionate in scala superiore al naturale.Il lavoro di scelta e estrazione dei blocchi (nelle cave Carraresi) richiese otto mesi, dal maggio al dicembre del 1505.Tornato a Roma, fece l'amara scoperta che il suo progetto mastodontico non era più al centro degli interessi del papa, accantonato in favore dell'impresa della basilica e di nuovi piani bellici contro Perugia e Bologna.

Mosè-San Pietro in Vincoli

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Targa di piazza Galvani– Bologna

Michelangelo chiese invano un'udienza chiarificatrice al papa,

per avere la conferma dellacommissione ma, non riuscendo a farsi ricevere e sentendosi minacciato, fuggì da Roma sdegnato e in tutta fretta. A niente servirono i cinque corrieri papali mandati per dissuaderlo dalla fuga e tornare indietro. Rientrato nell'amata e protettiva Firenze, ci vollero ben tre brevi del papa inviate alla Signoria di Firenze e le continue insistenze del gonfaloniere Pier Soderini, perché Michelangelo prendesse infine in considerazione l'ipotesi della riconciliazione con il papa. L'occasione venne data dalla presenza di Giulio II a Bologna, dove aveva sconfitto i Bentivoglio: qui l'artista raggiunse il pontefice il 21 novembre 1506 e ottenne l'incarico di fondere un suo ritratto in bronzo, per la facciata di San Petronio.

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Tomba di Giulio II – San Pietro in Vincoli

Nel febbraio 1513, con la morte di Giulio II, gli eredi decisero di riprendere il progetto della tomba, con un nuovo disegno e un nuovo contratto. La modifica più sostanziale del nuovo monumento era l'addossamento a una parete e l'eliminazione della camera mortuaria, caratteristiche che vennero mantenute fino al progetto finale. Nella circostanza realizzò i due Prigioni oggi al Louvre (Schiavo morente e Schiavo ribelle) e il Mosè, che poi venne riutilizzato nella versione definitiva della tomba.

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Lo Schiavo morente

Attraverso il lento snodarsi delle membra dà l'idea del risveglio, del ritorno ad un coscienza consapevole dopo il sonno.

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Nel 1508  riceve da Giulio II l'incarico di decorare la volta della  Sistina, L'impresa di proporzioni colossali ed estremamente complessa, era per

Michelangelo l'occasione di dimostrare la sua capacità di superare i limiti in un'arte quale la pittura, che tutto sommato non sentiva come

sua e non gli era congeniale.

particolare

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L'insieme è organizzato con una partitura decorativa complessa, che rivela le indubbie capacità di Michelangelo anche in campo architettonico, destinate a rivelarsi pienamente negli ultimi decenni della sua attività.Il tema generale degli affreschi della volta è il mistero della Creazione di Dio, che raggiunge il culmine nella realizzazione dell'uomo a sua immagine e somiglianza.

Lato destro

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Si racconta la storia dell'umanità "ante legem", cioè prima che Dio inviasse le Tavole della Legge. Sono rappresentati: sette Profeti e cinque Sibille, assisi su troni fiancheggiati da pilastrini che sorreggono la cornice; quest'ultima delimita lo spazio centrale, diviso in nove scomparti attraverso la continuazione delle membrature architettoniche ai lati di troni; in questi scomparti sono raffigurati episodi tratti dalla Genesi, disposti in ordine cronologico partendo dalla parete dell'altare: Separazione della luce dalle tenebre, Creazione degli astri e delle piante, Separazione della terra dalle acque, Creazione di Adamo, Creazione di Eva, Peccato originale e cacciata dal Paradiso Terrestre, Sacrificio di Noè, Diluvio Universale, Ebbrezza di Noè. Nei cinque scomparti che sormontano i troni lo spazio si restringe lasciando posto a Ignudi che reggono ghirlande con foglie di quercia e medaglioni bronzei con scene tratte dall'Antico Testamento.Nelle lunette e nelle vele vi sono le quaranta generazioni degli Antenati di Cristo. Nei pennacchi angolari, troviamo quattro scene bibliche, che si riferiscono ad altrettanti eventi miracolosi a favore del popolo eletto: Giuditta e Oloferne, David e Golia, Punizione di Aman e il Serpente di bronzo.

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Nel 1519 i Medici lo incaricano di realizzare una seconda cappella funeraria nella chiesa di San Lorenzo, la Sagrestia Nuova, per le tombe di Giuliano duca di Nemours e Lorenzo duca di Urbino, morti di recente, e quella dei Magnifici Lorenzo e Giuliano de' Medici.

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Le tombe riprendono nella parte alta le edicole, che sono inserite sopra le otto porte dell'ambiente, quattro vere e quattro finte. Le tombe dei due capitani si compongono di un sarcofago curvilineo sormontato da due statue distese con le Allegorie del Tempo; in quella di Lorenzo il Crepuscolo e l'Aurora, mentre in quella di Giuliano la Notte e il Giorno. Si tratta di figure massicce e dalle membra poderose che sembrano gravare sui sarcofagi quasi a spezzarli e a liberare le anime dei defunti ritratti nelle statue inserite sopra di essi. Inserite in una nicchia della parete, le statue non sono riprese dal vero ma idealizzate mentre contemplano, Lorenzo in una posa pensierosa e Giuliano con uno scatto repentino della testa, la statua posta sull'altare con la Vergine allattante il Bambino.

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Nel 1527, arrivata a Firenze la notizia del Sacco di Roma e del durissimo smacco inferto a papa Clemente, la città di Firenze insorse contro il suo delegato, l'odiato Alessandro de' Medici, cacciandolo e instaurando un nuovo governo repubblicano. Michelangelo aderì pienamente al nuovo regime, con un appoggio ben oltre il piano simbolico. Dal 1528 si mise al servizio del governo repubblicano occupandosi di nuovi piani difensivi, specie per il colle di San Miniato al Monte. Di questo periodo rimangono disegni di fortificazione, realizzate attraverso una complicata dialettica di forme concave e convesse che sembrano macchine dinamiche atte all'offesa e alla difesa.Si occupa dei piani difensivi sul Colle di San Miniato fino al 1530, anno in cui fa proteggere il campanile dai pallettoni dei nemici con un’armatura fatta di materassi imbottiti. Lo stesso anno esegue l’Apollo per Baccio Valori.

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Caduta la città il 12 agosto 1530, si nascose presso il priore di San Lorenzo per sfuggire alla vendetta dei Medici, tuttavia il perdono di Clemente VII non si fece attendere, a patto che l'artista riprendesse immediatamente i lavori a San Lorenzo dove, oltre alla Sagrestia, si era aggiunto cinque anni prima il progetto di una monumentale libreria. È chiaro come il papa fosse mosso, più che dalla pietà verso l'uomo, dalla consapevolezza di non poter rinunciare all'unico artista capace di dare forma ai sogni di gloria della sua dinastia, nonostante la sua indole contrastata e ribelle.

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La biblioteca pubblica, annessa alla chiesa di San Lorenzo, venne interamente progettata dal Buonarroti: nella sala di lettura si rifece al modello della biblioteca di Michelozzo in San Marco, eliminando la divisione in navate e realizzando un ambiente con le mura scandite da finestre sormontate da mezzanini tra pilastrini, tutti con modanature in pietra serena. Disegnò anche i banchi in legno e forse lo schema di soffitto intagliato e pavimento con decorazioni in cotto, organizzati in medesime partiture. Il capolavoro del progetto è il vestibolo, con un forte slancio verticale dato dalle colonne binate che cingono il portale timpanato e dalle edicole sulle pareti.

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Nel 1534  Michelangelosi trasferì definitivamente a Romalasciando Firenze sottomessa ai Medici. Clemente VII gli commissionò la decorazione della parete di fondo della Cappella Sistina con il Giudizio Universale e l'incarico venne confermato anche dal successivo pontefice, Paolo III; l'opera venne iniziata alla fine del 1536 e proseguì fino all'autunno del 1541.

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Al centro dell'affresco vi è il Cristo giudice con vicino la Madonna che rivolge lo sguardo verso gli eletti; questi ultimi formano un'ellissi che segue i movimenti del Cristo in un turbine di santi, patriarchi e profeti. A differenza delle rappresentazioni tradizionale, tutto è caos e movimento, e nemmeno i santi sono esentati dal clima di inquietudine, attesa, se non paura e sgomento che coinvolge espressivamente i partecipanti.

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Con il trasferimento sul Campidoglio della statua equestre di Marco Aurelio, simbolo e continuità tra la Roma imperiale e quella papale. Michelangelo, nel 1538, fu incaricato dal papa di studiare la ristrutturazione della piazza, centro dell'amministrazione civile romana fin dal Medioevo e in stato di degrado.Vennero mantenuti e trasformati i due edifici esistenti, già ristrutturati nel XV secolo da Rossellino, realizzando di conseguenza la piazza a pianta trapezoidale con sullo sfondo il palazzo dei Senatori, dotato di scala a doppia rampa, e delimitata ai lati da due palazzi: il Palazzo dei Conservatori e il cosiddetto Palazzo Nuovo, entrambi convergenti verso la scalinata di accesso al Campidoglio. Gli edifici vennero caratterizzati da un ordine gigante a pilastri corinzi in facciata, con massicce cornici e architravi.

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Nel 1542 il papa gli commissionò la decorazione della sua cappella privata in Vaticano che prese il suo nome (Cappella Paolina) la sua ultima opera pittorica, dove ormai anziano lavorò per quasi dieci anni. Michelangelo realizzò due affreschi, dedicati ai santi Pietro e Paolo, a cui lavorò da solo con faticosa pazienza, e procedendo con piccole "giornate", fitte di interruzioni e ripensamenti.

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Gli ultimi decenni di vita di Michelangelo sono caratterizzati da un progressivo abbandono della pittura e della scultura, esercitati quasi esclusivamente per eseguire opere di carattere privato. Prendono consistenza invece numerosi progetti architettonici e urbanistici, che proseguono sulla strada della rottura del canone classico, anche se molti di essi vennero portati a termine in periodi seguenti da altri architetti, che non sempre rispettarono il suo disegno originale.

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Negli ultimi anni della vita, Michelangelo affronta più volte il tema della “Pietà”, in una sorta di meditazione sulla morte. La “Pietà Rondanini” fu iniziata intorno al 1547 e vi lavorò a più riprese in un lungo arco di tempo fino all’anno della sua morte. L’opera, ospitata per lungo tempo nel Palazzo Rondanini, è esposta al Castello Sforzesco di Milano dal 1952.Rappresenta l'espressione drammatica della lotta per fuoriuscire dalla materia, liberandosi dai vincoli terreni che insieme generano e limitano sia l'opera d'arte che l'artista stesso.

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Michelangelo muore nella sua casa romana il 18 Febbraio

1564 , lasciando incompiuti numerosi

lavori che rappresentano il suo più autentico atto

testamentario verso l’umanità.

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Se dalla morte è vinta la naturaqui nel bel volto, ancor vendetta in cielone fie pel mondo, a trar divo il suo velo

più che mai bel di questa sepoltura. Michelangelo Buonarroti - Rime

PRESENTAZIONEa cura di

ANTONIO CURRELI