Mi fa musica n.5

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MANIFESTAZIONI & EVENTI con il patrocinio di SEZIONE DIDATTICA RUBRICHE GIOCHI & TEMPO LIBERO L’angolo del fonico: loudness war, pagg. 6-7 Geometria musicale: la scala infernale, pag. 8 Considerazioni sullo strumento voce, pag. 9 Classico e moderno, pag. 10 Lettura Ritmica, pag. 11 Note Legali, pagg. 12-13 Appunti sul suono: al centro del suono, pag. 14 Liuteria: trucioli di laboratorio, pag. 15 Il rumore viola: El Ei, pag. 16 La voce dei lettori: the show must go on, pag. 17 Quiz musicali, pag. 18 Let’s play!, pag. 19 Giornale dell’Associazione Culturale Music Secrets - Aprile 2011 As...saggi Musicali, pag. 3 Campus Estivo, pag. 3 Note Nuove e Musica Inedita, pag. 4 Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, pag. 5 Mi Fa Musica compie un anno! Era il mese di aprile 2010 quando uscì il primo nu- mero e, anche se giovanissimo, il nostro giorna- le da allora è cresciuto e continua a crescere, offrendo sempre più spazi all’informazione, alla di- dattica e alle curiosità del mondo della musica. Un ringraziamento va a tutti i lettori e agli associati che hanno dato e continuano a dare il loro contributo, invian- do i loro pensieri e le loro esperienze. Vi invitiamo, dun- que, a spedirci il vostro materiale, oltre alle date dei con- certi della vostra band: non pensate di non avere nulla da dire, la comunità di Mi Fa Musica ha bisogno di VOI ! Ed ora le novità dei prossimi mesi. Parte, infatti, la sta- gione musicale di Music Secrets, con tante iniziative a favore della musica e dei concerti. Una novità ri- guarda sicuramente l’appuntamento annuale con As...saggi Musicali, consueto saggio dell’associazione, durante la quale gli amici e gli associati di Music Secrets si esibiscono su un vero palco, in una giornata di musi- ca a tutto tondo: quest’anno si è deciso di anticipare l’evento a domenica 22 maggio, per consentire a tutti di partecipare senza dover fare i conti con le partenze estive. Questa scelta, oltre a collocare la manifestazione in una data più accessibile ai musicisti e al pubblico, è anche un modo per aprire la stagione di manifestazioni e iniziative musicali. Si ricorda, infatti, che sono aperte le iscrizioni per il concorso nazionale per giovani emergenti Note Nuove, la cui finale si terrà il 18 giugno sul lungola- go di Gavirate. Anche quest’anno dieci band da tutta Italia si sfideranno a colpi di pop/rock, con brani inediti in lingua italiana, concorrendo per l’accesso diretto alla finale del ‘Pop Rock Contest’ per il primo classificato. Il giorno dopo, domenica 19, è la volta di Musica Inedita, manifestazione dedicata nuovamente alla creatività musicale, che si propone come una vetrina di giova- ni talenti che scrivono musica e vogliono farsi sentire. Quest’anno ci sarà nello stesso giorno “Abbracciamo il Lago”, evento che negli anni passati ha raccolto miglia- ia di persone intorno al Lago di Varese, con l’intento di creare la catena umana più lunga del mondo. Nell’an- ticiparvi tutti questi eventi, impossibile tralasciare il Cam- pus Estivo, che si terrà dal 25 al 30 luglio, a Marzio (VA). Si tratta di una settimana didattica, in cui si terranno incon- tri e seminari didattici di vari strumenti, liuteria, teoria del suono, musica d’insieme, teoria ed armonia...insomma un’intensa settimana dedicata allo studio della musica! Comune di Gavirate

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Rivista trimestrale dell'Associazione Culturale Music Secrets

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MANIFESTAZIONI & EVENTI

con il patrocinio di

SEZIONE DIDATTICA

RUBRICHE

GIOCHI & TEMPO LIBERO

L’angolo del fonico: loudness war, pagg. 6-7Geometria musicale: la scala infernale, pag. 8Considerazioni sullo strumento voce, pag. 9Classico e moderno, pag. 10Lettura Ritmica, pag. 11

Note Legali, pagg. 12-13Appunti sul suono: al centro del suono, pag. 14Liuteria: trucioli di laboratorio, pag. 15Il rumore viola: El Ei, pag. 16La voce dei lettori: the show must go on, pag. 17

Quiz musicali, pag. 18Let’s play!, pag. 19

Giornale dell’Associazione Culturale Music Secrets - Aprile 2011

As...saggi Musicali, pag. 3Campus Estivo, pag. 3Note Nuove e Musica Inedita, pag. 4Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, pag. 5

Mi Fa Musica compie un anno!Era il mese di aprile 2010 quando uscì il primo nu-mero e, anche se giovanissimo, il nostro giorna-le da allora è cresciuto e continua a crescere, offrendo sempre più spazi all’informazione, alla di-dattica e alle curiosità del mondo della musica.Un ringraziamento va a tutti i lettori e agli associati che hanno dato e continuano a dare il loro contributo, invian-do i loro pensieri e le loro esperienze. Vi invitiamo, dun-que, a spedirci il vostro materiale, oltre alle date dei con-certi della vostra band: non pensate di non avere nulla da dire, la comunità di Mi Fa Musica ha bisogno di VOI !Ed ora le novità dei prossimi mesi. Parte, infatti, la sta-gione musicale di Music Secrets, con tante iniziative a favore della musica e dei concerti. Una novità ri-guarda sicuramente l’appuntamento annuale con As...saggi Musicali, consueto saggio dell’associazione, durante la quale gli amici e gli associati di Music Secrets si esibiscono su un vero palco, in una giornata di musi-ca a tutto tondo: quest’anno si è deciso di anticipare l’evento a domenica 22 maggio, per consentire a tutti di partecipare senza dover fare i conti con le partenze estive. Questa scelta, oltre a collocare la manifestazione in una data più accessibile ai musicisti e al pubblico, è anche un modo per aprire la stagione di manifestazioni e iniziative musicali. Si ricorda, infatti, che sono aperte le iscrizioni per il concorso nazionale per giovani emergenti Note Nuove, la cui finale si terrà il 18 giugno sul lungola-go di Gavirate. Anche quest’anno dieci band da tutta Italia si sfideranno a colpi di pop/rock, con brani inediti in lingua italiana, concorrendo per l’accesso diretto alla finale del ‘Pop Rock Contest’ per il primo classificato. Il giorno dopo, domenica 19, è la volta di Musica Inedita, manifestazione dedicata nuovamente alla creatività musicale, che si propone come una vetrina di giova-ni talenti che scrivono musica e vogliono farsi sentire. Quest’anno ci sarà nello stesso giorno “Abbracciamo il Lago”, evento che negli anni passati ha raccolto miglia-ia di persone intorno al Lago di Varese, con l’intento di creare la catena umana più lunga del mondo. Nell’an-ticiparvi tutti questi eventi, impossibile tralasciare il Cam-pus Estivo, che si terrà dal 25 al 30 luglio, a Marzio (VA). Si tratta di una settimana didattica, in cui si terranno incon-tri e seminari didattici di vari strumenti, liuteria, teoria del suono, musica d’insieme, teoria ed armonia...insomma un’intensa settimana dedicata allo studio della musica!

Comune di Gavirate

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L’editorialedel Direttoredi Paolo Anessi

Ciao a tutti! In questo numero vorrei come sempre sol-levare delle riflessioni, se non della sana polemica, sul mondo musicale nel senso più aperto del termine. Nei precedenti editoriali sottolineavo quanto il panorama attuale sia condizionato da immagini, trend e mode che finiscono col distrarci dall’obiettivo primario della musica, ovvero il piacere d’ascolto; esprimevo l’opinio-ne secondo la quale la buona musica non ha paletti legati ai diversi generi musicali, in quanto l’arrangia-mento di un brano è un vestito di suoni, note e ritmi, confezionato per una certa melodia: ne è l’esempio l’abuso di cover, caratteristica di buona parte della di-scografia, che secondo alcuni è sintomo di una man-canza di creatività mentre secondo altri sarebbe un modo per far conoscere, in chiave moderna, canzoni che le nuove generazioni altrimenti ignorerebbero.Sulle ali di queste riflessioni penso a come la società sia spesso condizionata nell’ascolto non necessariamen-te da quello che la discografia propone, ma proprio dalla ricerca di un genere in cui ciascuno di noi possa identificarsi. Mi spiego meglio. Nell’età adolescenziale è assolutamente normale vedere gruppi di ragazzi che si identificano in un solo genere musicale, tralasciando tutto il resto, con lo stessa convinzione ed enfasi dei tifosi di una squadra di calcio, quasi come se la musica fosse una competizione; tale senso di appartenenza viene poi manifestato attraverso un look che simbo-leggi il proprio status symbol: pensiamo, ad esempio, al nuovissimo trend degli Emo. In questo caso si tratta di una ricerca personale, in un percorso fatto di conti-nue scoperte, di cambi di direzione e di una matura-zione legata alla crescita…tutto normale quindi!Purtroppo però queste dispute musicali non esistono solo in giovanissima età, ma anzi, spesso è proprio la società adulta, che condiziona il nostro ascolto, per motivi sociali, economici e politici, rendendo la musi-ca un mezzo di propaganda a senso unico. Trovo, in-fatti, che uno dei mali che ancora affligge l’umanità sia quello dell’uomo di primeggiare sugli altri uomini, senza un necessario motivo. E in tutto questo vi starete chiedendo “E la musica che c’entra?”. Purtroppo tut-to questo esiste anche nella musica. E’ infatti sinonimo di grande immaturità vivere la musica come fosse un confronto-scontro alla continua ricerca del chitarrista

più veloce, del genere più duro e più valido, dell’in-gaggio più prestigioso per un musicista e così via. D’al-tro canto, non è forse la società ad imporci degli schie-ramenti politici, economici, religiosi e sociali?Di conseguenza l’essere di destra o di sinistra, del nord o del sud, ricchi o poveri, bianchi o neri si riflette anche in quello che è un linguaggio universale: la musica! Sarebbe bello poterci considerare liberi dai pregiudizi e dall’ipocrisia, senza dover appartenere necessaria-mente a un gruppo, ma essendo disponibili ad aprirci a tutto ciò che è nuovo o ascoltando quello che gli altri vogliono comunicarci. Questo significherebbe es-sere semplici creature del mondo, dotati di capacità incredibili e di una costruttiva apertura mentale. Que-sta dovrebbe essere la vera essenza della globalizza-zione: esseri umani che condividono le loro storie, ap-profittando delle differenze culturali trasformandole in arricchimento spirituale. Guarda caso la moderna “World Music” sfrutta i diversi strumenti musicali, ritmi, suoni e note di ogni parte del mondo, creando interes-santi contaminazioni: pensate a un canto africano, su un ritmo latino, in cui in certi punti compare il suono di un sitar indiano! Forse ogni tanto dovremmo scrollarci di dosso il mondo di immagini e iper-informazioni in cui viviamo e semplicemente ascoltare la musica, pren-dendola per quello che è, ovvero un mix di melodia, armonia e ritmo, semplicemente interpretata con suo-ni, strumenti, epoche e stili diversi.Come sempre… buona musica a tutti!

Editore: Associazione Culturale Music Secrets

DIREZIONE EDITORIALE:Direttore: .................................. Paolo AnessiCapo redattrici: ........................ Elisa Luzardi ...................Simona GrassoGrafico: ............................... Marco LegnaniCorrettore: ....................... Davide Seravalle

Si ringraziano tutti gli Associati Music Secrets che hanno reso possibile la realizzazione di questo giornale.

Giornale dell’Associazione Culturale Music SecretsVia Armino 5, 21026 Gavirate (Va) – tel/fax 0332 730738

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AS...SAGGI MUSICALI 2011di Simona Grasso

Domenica 22 maggio

Manifestazioni & eventi

Quest’anno Music Secrets, in collaborazione con Pro-Gavirate, annuncia a tutti gli associati che la decima edizione di As…saggi Musicali si terrà DOMENICA 22 MAGGIO, sempre nella splendida cornice del lungo-lago di Gavirate. Come molti di voi sapranno, questa manifestazione rappresenta una festa musicale per tutti gli associati, grandi e piccini ed è spesso l’occa-sione per far esibire davanti ad un vero pubblico quei musicisti che non ne avrebbero la possibilità, in quanto senza band o troppo giovani ed inesperti. E’ dunque un momento importantissimo per ogni mu-sicista ed in particolare per i principianti, che scopro-no l’ebbrezza del palcoscenico e l’emozione che ne deriva. Gli altri anni, come ben sa chi ha partecipato alle scorse edizioni, questa giornata di musica si è te-nuta nel primo weekend di luglio, approfittando della struttura e del palco utilizzati da ProGavirate in occa-sione del “Liffrock” (N.d.A - fine settimana all’insegna del rock, con la partecipazione di rinomate band che richiamano ogni anno gli appassionati del mondo he-avy metal, quest’anno alla sua ottava edizione). Ma questa volta si è deciso di dedicare una domenica di maggio per consentire a tutti gli associati di poter par-tecipare, senza il rischio legato alle partenze estive, che sicuramente ha influito sul numero di presenze sia dei musicisti sul palco sia del pubblico, specialmente tra le fasce d’età più giovani.

Come gli altri anni ci sarà un palco diviso in due, per favorire il cambio fra i gruppi senza lunghe attese per il pubblico e nel pomeriggio si esibiranno singoli musi-cisti, band formate appositamente per l’occasione e gruppi già autonomi che presentano parte del loro re-pertorio. Il lavoro di coordinazione della giornata verrà come sempre affidato ad un gruppo di associati vo-lontari, che si occuperanno di gestire i musicisti, le at-trezzature e la scaletta delle esibizioni. Come sempre verranno proposti generi musicali differenti per tutti i gusti e tutti i livelli, proponendo anche musica etnica a cura di amici dell’associazione e curiosità musica-li tutte da scoprire. Dato il grande successo riscosso nell’edizione precedente, la serata sarà ancora dedi-cata a Ladies in Rock, strepitoso concerto in cui si esi-biranno 2 band e 10 voci femminili, che trasformerà la manifestazione in una festa vera e propria, con musica e stand gastronomico a cura della ProGavirate: moti-vo in più per fermarsi a cena e gustare lo spettacolo, a chiusura di una giornata dedicata alla musica a 360 gradi. Ovviamente questa iniziativa è una delle tan-te organizzate da Music Secrets e altre manifestazioni seguiranno nei prossimi mesi: sottolineamo, infatti, che As…saggi Musicali quest’anno farà da ‘apripista’ ad iniziative quali il concorso “Note Nuove” e la kermesse di giovani artisti “Musica Inedita”, che si terranno a giu-gno, oltre al ‘Campus Estivo’ di luglio ed altre iniziative .

[email protected]

di Paolo Nicora

25 - 30 luglio 2011

Manifestazioni & eventi

CAMPUS MUSIC SECRETSL’Associazione Culturale Music Secrets organiz-za la prima edizione del Campus Didattico Esti-vo, che si terrà dal 25 al 30 luglio presso gli spazi messi a disposizione dal Comune di Marzio (VA).Il campus, grazie all’ampia offerta didattica, sarà un’occasione unica per vivere una settimana di forma-zione musicale e di scambio culturale con tutti i parteci-panti. Sono previsti incontri di sei ore giornalieri tra clas-si di musica d’insieme, di teoria ed armonia, nonché di strumento, ma sarà anche possibile rilassarsi e godere della tranquillità della zona passeggiando lungo i sen-tieri della Comunità della Valganna e Valmarchirolo.I docenti saranno Paolo Anessi per teoria, armonia e chi-tarra jazz; Gio Rossi per musica d’insieme e batteria; Da-vide Seravalle presenterà la chitarra blues; Elisa Luzardi proporrà canto complementare e ear training; Simona Grasso seguirà la classe di chitarra complementare. Oltre agli incontri giornalieri sono previsti due se-minari di basso curati da Francesco Marchese.

Venerdì sera e durante la giornata di sa-bato si terranno gli incontri seminariali:Erich Perrotta, della liuteria “Ran de Gal - Verona”, presen-terà con Paolo Anessi un seminario dedicato alla chitarra Archtop e un seminario specifico sul setup della chitarra;Fabio Marazzi, tecnico del suono collaboratore di Mu-sic Secrets, terrà un seminario sull’HardDisk Recording;Paolo Nicora e Matteo Panarese dimostreran-no alcune particolarità della chitarra funky.Per l’evento è stata stipulata una convenzione con la “Casa Albergo Milano” di Marzio, che offrirà un ser-vizio di pensione completa ad un prezzo contenuto.Per info e dettagli visitate il profilo Facebook (campus musicale 2011) o contattate la segreteria Music Secrets.

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Aperte le iscrizioni per NOTE NUOVE 2011 (Concorso Nazionale di Musica Italiana per gruppi e cantautori), quest’anno alla sua quarta edizione: la finale si svolge-rà sabato 18 giugno 2011, nella tensostruttura sul lungo-lago di Gavirate, messa a disposizione dalla Proloco. Tante le novità di quest’anno, a partire dai premi of-ferti come di consueto dallo sponsor ufficiale “440Hz” (Luciano Strumenti Musicali di Varese), che supporta Note Nuove fin dalla prima edizione del 2008. Il primo classificato si aggiudicherà un buono per la produ-zione esecutiva dei due brani presentati al concorso, presso lo studio di registrazione della Music Secrets, per il valore economico di 3.000 Euro, mentre per il se-condo classificato un buono acquisto in attrezzature musicali da 1.000 Euro (dal catalogo di 440Hz) e per il terzo un buono acquisto di 500 Euro. Ma come sem-pre, per il primo classificato, oltre alla vincita materiale e la soddisfazione per il risultato ottenuto, c’è l’accesso per direttissima alle finali del Pop Rock Contest, senza passare dalle preselezioni. Ricordiamo che il Pop Rock Contest ha assegnato il premio della critica ai Cotton Candy di Torino (primi classificati nella scorsa edizione di Note Nuove, con il brano ‘Il Tempo Non Esiste’) che si sono aggiudicati una produzione artistica con Mas-simo Varini. Per saperne di più, andate sul sito www.gaviratemusicfestival.it, in cui potrete scaricare il rego-lamento e il bando per il concorso: per i gruppi interes-sati a partecipare le domande di iscrizione dovranno pervenire entro e non oltre il 29 aprile 2011. Si ricorda, inoltre, che l’iscrizione è completamente GRATUITA.Come sempre ci sarà una giuria nella serata finale, che sarà presieduta da Gabriele Medeot (patrono del Pop Rock Contest), dal nostro direttore Paolo Anessi e sarà formata da esperti del settore discografico e ra-diofonico. Ricordiamo, inoltre, che durante la serata, oltre al ‘Premio Creatività’ offerto da Music Secrets, ci sarà uno spazio dedicato al ‘Premio Giuria Popolare’, in cui il pubblico sarà chiamato a esprimere il proprio

gradimento attraverso l’ausilio di un applausometro: dunque, vi aspettiamo numerosi! Ma il weekend musi-cale prosegue con MUSICA INEDITA (domenica 19 giu-gno), ovvero una kermesse musicale di giovani talenti, in cui vedremo esibirsi tanti musicisti che scrivono musi-ca propria, italiana o straniera e approfittano dell’oc-casione per farsi sentire. L’anno scorso, nonostante il tempo sia stato più che sfavorevole (N.d.A. chi ricorda l’anomala ondata di freddo di quei giorni?! ...Io sì!!) abbiamo avuto modo di apprezzare tanti giovani musicisti, ognuno con un progetto sicuramente diverso dagli altri, ma tutti coin-volgenti e carichi di energia. Sappiamo, inoltre, quan-to siano scarse sul territorio le opportunità per promuo-vere la propria musica e per questo motivo si è voluto ricreare anche quest’anno una giornata interamente dedicata alle nuove realtà musicali della zona. Da contorno a Note Nuove e Musica Inedita ci saranno, inoltre, diversi espositori di strumenti e accessori musi-cali, liutai ed esponenti di varie associazioni del settore: un motivo in più per farsi una passeggiata sul lungola-go, curiosando qua e là fra gli stand. Ne approfittiamo per segnalare che quest’anno avremo il piacere di ospitare anche lo stand dell’associazione NOTE LEGA-LI (Associazione Italiana per lo studio e l’insegnamento del diritto per la musica), che proporrà degli incontri durante il weekend per trattare quegli aspetti di diritto legale nella musica, che spesso attanagliano le band tra leggi, regolamenti e burocrazia.Domenica 19, in concomitanza di Musica Inedita, ci sarà anche l’appuntamento con ‘Abbracciamo il Lago’, evento nato dalla collaborazione di enti e Co-muni dei paesi che si affacciano sul Lago di Varese. Si tratta di creare una catena umana intorno al Lago di Varese, con i partecipanti che si tengono per mano per creare, appunto, un abbraccio intorno al lago ed entrare nel Guinness dei Primati.

NOTE NUOVE & MUSICA INEDITAdi Paolo Anessi, Direttore

sabato 18 e domenica 19 giugno 2011

Manifestazioni & eventi

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Manifestazioni & eventi

SARZANA ACOUSTIC GUITAR MEETING 2011di Alessio Ambrosi, Associazione Armadillo Club

Torna, ricco di pro-poste e novità, l’ACOUSTIC GUITAR MEETING, l’appun-tamento internazio-nale con il mondo della chitarra acu-stica: dal 18 al 22 maggio la storica Fortezza Firmafede di Sarzana (SP) ospi-terà la 14a edizione di un evento che,

ormai da oltre un decennio, richiama da tutto il mondo maestri liutai, aziende costruttrici ed impor-tatrici, chitarristi esordienti e di grande di fama e no-torietà, curiosi e appassionati della chitarra acustica.Cinquanta ore di corsi di formazione di Liuteria e Di-dattica per chitarra acustica; un concorso per chitar-risti emergenti Premio Carisch 2011; oltre 30 concerti di chitarristi di fama internazionale; un premio alla can-zone di impegno sociale CORDE E VOCI PER DIALOGO E DIRITTI, 3a edizione; decine di incontri e seminari; l’Ukulele village, area dedicata allo strumento hawa-iano; KIDS’ GUITAR CORNER, angolo didattico-ricreati-vo per i bambini; oltre 100 espositori di liuteria, import, vintage, accessori per chitarra acustica con tutte le migliori aziende del mercato. E poi seminari, wor-kshop, dimostrazioni e presentazioni di tutte le novità del settore. E ancora: l’iniziativa UNO STRUMENTO PER L’AQUILA, raccolta di strumenti e accessori da inviare ai musicisti aquilani ed esibizione di 2 scuole di musica della Città dell’Aquila che hanno ricevuto le chitarre di liuteria, appositamente costruite al corso di Sarzana.Con l’adesione anche dell’azienda americana di banjo Deering Banjo Company, la panoramica dei marchi di strumenti acustici a corda presenti all’espo-sizione di Sarzana è ormai al completo: Martin, Eko, Lowden, Taylor, Larrivèe, Godin, Breedlove, National, Santa Cruz, Seagull, Tanglewood, Ramirez, Simon & Pa-trick, La Patrie, Maton, Cole Clark, Gilchrist Mandolins, e appunto la Deering Banjo Company, senza dimen-

ticare i maestri liutai italiani e internazionali, tutti pre-senteranno i propri strumenti a Sarzana, consolidan-do il ruolo dell’Acoustic Guitar Meeting come uno dei più importanti appuntamenti europei della chitarra.Completa il quadro di questa straordinaria vetrina sul mondo della chitarra acustica la grande mostra-mercato (venerdì 20-sabato 21-domenica 22), con novità e rarità da collezione: liuteria, import, vintage, accessori, editoria per chitarra acustica, CD, vinili, chi-tarre usate per privati. L’esposizione sarà animata da concerti e dimostrazioni (Fingerpicking.net, ADGPA italiana, CentroStudiFingerstyle di Arezzo, Lizard di Firenze, avranno i loro spazi per seminari ed eventi). In occasione del Meeting sarà stampata dalla re-dazione di Dismamusica Magazine una pubbli-cazione dedicata al mondo della chitarra e del basso acustici. Sarà il catalogo ufficiale della ma-nifestazione, con annessi piantina ed elenco degli espositori, e verrà distribuito agli ingressi della For-tezza Firmafede con il prezioso follow-up della dif-fusione postale alla mailing list di Dismamusica Ma-gazine. Si supereranno le 12.000 copie di tiratura. Chi fosse interessato all’acquisizione di spa-zi pubblicitari e redazionali contatti il Sig. Gian-ni Cameroni alla S & G Partners. Tel. 0362 583672

Associazione Culturale ARMADILLOCLUB Via Dei Molini, 68 – 19038 SARZANA (SP) ITALY Tel./fax +39 0187 626993 [email protected] www.armadilloclub.org

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In questa edizione della rubrica andremo ad approfondire un fenomeno del quale avrete forse già sentito parlare o nel quale, da ascoltatori o da addetti ai lavori, vi sarete probabilmente già imbattuti in prima persona.Il fenomeno in questione, ormai tanto di costume quanto tecnico, è la cosiddetta Loudness War, che in italiano si potrebbe rendere con “la guerra del volume”, ovvero un folle gioco al rialzo fra chi cerca di pubblicare il disco con il più elevato livello di intensità sonora.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, è bene familiarizzare un poco con i termini dinamica ed RMS. Dal punto di vista musicale, la dinamica è qualcosa che riguarda l’esecuzione, da sempre utilizzata come fondamentale mezzo espressivo; dal punto di vista tecnico si parla nello specifico di “Dynamic Range”, l’estensione dinamica, ovvero, semplificando, la differenza di volume fra le parti più quiete e quelle più forti di un brano musicale.Il valore RMS (“Root Mean Square”, in italiano “Valore Efficace” o “Valore Quadratico Medio”), è invece un valore numerico che rappresenta la media dei valori di ampiezza di un’onda sonora, ed è quindi quello che più ci è utile per definire il concetto di “Loudness”.

Il volume in senso generico è senza dubbio il parametro più tangibile nell’audio: chiunque è infatti in grado di percepire se un suono è alto oppure è basso e di confrontarli. Inoltre le curve isofoniche dell’udito umano (fig.1) tendono ad appiattirsi all’aumentare del volume, con il risultato che, a parità di tutto il resto, “più alto” tende a risultare “più bello”.

Negli ultimi anni nel music business si è perciò diffusa l’opinione (di fatto infondata, come vedremo) che la musica iper-compressa, in quanto più loud in virtù di un maggior valore RMS, piaccia e di conseguenza venda di più, e che gli ascoltatori possano pertanto trascurare chi non riesce a produrre un disco che suona forte quanto gli altri.Questa paura di uscire da un mercato già in crisi naturalmente va a braccetto con quella che il celebre ingegnere di mastering Bob Katz ha definito “Loudness Envy”, che porta artisti e produttori a richiedere ai tecnici di schiacciare il proprio mix all’estremo pur di pareggiare il valore di loudness delle band “rivali”.

Un altro elemento da considerare è che sempre più spesso capita di ascoltare musica in ambienti molto rumorosi (ad esempio in metropolitana, spesso con auricolari di bassa qualità, oppure in automobile), dove i passaggi più soft risultano poco udibili se non addirittura nascosti dal rumore di fondo, costringendo ad alzare il volume del lettore salvo poi doverlo riabbassare in tutta fretta in occasione dei passaggi più forti.

In risposta a tutto questo, ecco la genesi della “Loudness War”: la tendenza, nata sostanzialmente con l’avvento del CD ma divenuta estrema e insostenibile nell’ultimo decennio (fig.2), a sacrificare il range dinamico in favore di un valore RMS più elevato e costante, tramite l’utilizzo di processori di dinamica come compressori, limiter e persino clipper.

Il problema, però, è che in musica se tutto suona forte, nulla suona forte.

Ciò che dà impatto alla musica, che genera eccitazione, è il contrasto fra piano e forte, la variazione di energia: comprimendo fino all’estremo il materiale, si elimina completamente il valore musicale ed espressivo dello stesso.Così facendo, la “Sinfonia della Sorpresa” di Haydn perderebbe la sorpresa, e “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin risulterebbe così (fig.3). Con tanti saluti al crescendo.

La verità è che se si prendesse la stessa canzone in due versioni, una iper-compressa e l’altra no, e si regolasse la manopola del volume del proprio stereo in modo che l’RMS medio in uscita dalle casse fosse lo stesso, ci si accorgerebbe che nella corsa alla compressione estrema per guadagnare loudness a farne le spese sono nient’altro che la profondità, la definizione, l’impatto dato dalla dinamica, la qualità stessa della musica.

Loudness Wardi Fabio Marazzi, tecnico del suono L’angolo del fonico

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Se si vuole che un disco venga ascoltato ad alto volume, bisogna incoraggiare l’ascoltatore a farlo.Per fare ciò, bisogna anche preservarne la dinamica, in modo che le parti “forti” possano spiccare su quelle “soft” e avere il tanto desiderato impatto.In caso contrario, per assurdo, l’ascoltatore medio potrà continuare a sentire tutto anche abbassando quasi a zero il volume, e il più delle volte è esattamente quello che farà.

La mancanza di dinamica affatica fisicamente l’udito, e dopo non molto tempo gli ascoltatori finiranno per non gradire più quella musica, perché troveranno stancante ascoltarla.

Diversi studi, come quello di Chris Johnson nell’“Evergreen Project”, o la ricerca di Dave Viney su recenti classifiche dei singoli in Gran Bretagna mostrano inoltre non solo che non vi è alcuna correlazione significativa fra loudness e vendite, ma che anzi gli album più venduti di sempre sono generalmente stati anche quelli con un maggiore range dinamico.

Non ha fondamento neppure la convinzione che il materiale iper-compresso suoni meglio in radio. Tutt’altro: i network radiofonici FM applicano già tipicamente una forte compressione aggiuntiva, con il risultato che il materiale già schiacciato all’estremo in precedenza finisce per suonare piccolo, piatto e persino distorto.

Fortunatamente negli ultimi anni si è intravisto qualche segnale di inversione di tendenza: sempre più numerosi addetti ai lavori, fra i quali anche svariati nomi di spicco, stanno prendendo posizione contro questa strategia suicida dell’industria discografica la quale, oltre a essere lesiva nei confronti della musica stessa, è paradossalmente anche uno dei molteplici fattori che ne contribuiscono al declino.

Addirittura sono nate delle organizzazioni no-profit con l’obiettivo di sensibilizzare e contrastare questo fenomeno ormai endemico: citiamo ad esempio la “Turn Me Up!” (www.turnmeup.org) fondata dal celebre tecnico del suono / produttore Charles Dye, che offre anche la possibilità di certificare (con uno speciale marchio) lo standard qualitativo del proprio prodotto, oppure la “Pleasurize Music Foundation” (www.pleasurizemusic.com) che offre ai sostenitori attivi la possibilità di scaricare un utile software (il “TT Dynamic Range Meter”) che consente di misurare, sia offline che come plugin in tempo reale, il range dinamico del brano.

Concludendo: se l’arte è importante, allora lo è anche come la si produce e la si tutela, e in questo caso specifico la responsabilità è di tutti noi, tecnici e musicisti, ma anche, prima di tutto, ascoltatori e amanti della musica.

In questa edizione della rubrica andremo ad approfondire un fenomeno del quale avrete forse già sentito parlare o nel quale, da ascoltatori o da addetti ai lavori, vi sarete probabilmente già imbattuti in prima persona.Il fenomeno in questione, ormai tanto di costume quanto tecnico, è la cosiddetta Loudness War, che in italiano si potrebbe rendere con “la guerra del volume”, ovvero un folle gioco al rialzo fra chi cerca di pubblicare il disco con il più elevato livello di intensità sonora.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, è bene familiarizzare un poco con i termini dinamica ed RMS. Dal punto di vista musicale, la dinamica è qualcosa che riguarda l’esecuzione, da sempre utilizzata come fondamentale mezzo espressivo; dal punto di vista tecnico si parla nello specifico di “Dynamic Range”, l’estensione dinamica, ovvero, semplificando, la differenza di volume fra le parti più quiete e quelle più forti di un brano musicale.Il valore RMS (“Root Mean Square”, in italiano “Valore Efficace” o “Valore Quadratico Medio”), è invece un valore numerico che rappresenta la media dei valori di ampiezza di un’onda sonora, ed è quindi quello che più ci è utile per definire il concetto di “Loudness”.

Il volume in senso generico è senza dubbio il parametro più tangibile nell’audio: chiunque è infatti in grado di percepire se un suono è alto oppure è basso e di confrontarli. Inoltre le curve isofoniche dell’udito umano (fig.1) tendono ad appiattirsi all’aumentare del volume, con il risultato che, a parità di tutto il resto, “più alto” tende a risultare “più bello”.

Negli ultimi anni nel music business si è perciò diffusa l’opinione (di fatto infondata, come vedremo) che la musica iper-compressa, in quanto più loud in virtù di un maggior valore RMS, piaccia e di conseguenza venda di più, e che gli ascoltatori possano pertanto trascurare chi non riesce a produrre un disco che suona forte quanto gli altri.Questa paura di uscire da un mercato già in crisi naturalmente va a braccetto con quella che il celebre ingegnere di mastering Bob Katz ha definito “Loudness Envy”, che porta artisti e produttori a richiedere ai tecnici di schiacciare il proprio mix all’estremo pur di pareggiare il valore di loudness delle band “rivali”.

Un altro elemento da considerare è che sempre più spesso capita di ascoltare musica in ambienti molto rumorosi (ad esempio in metropolitana, spesso con auricolari di bassa qualità, oppure in automobile), dove i passaggi più soft risultano poco udibili se non addirittura nascosti dal rumore di fondo, costringendo ad alzare il volume del lettore salvo poi doverlo riabbassare in tutta fretta in occasione dei passaggi più forti.

In risposta a tutto questo, ecco la genesi della “Loudness War”: la tendenza, nata sostanzialmente con l’avvento del CD ma divenuta estrema e insostenibile nell’ultimo decennio (fig.2), a sacrificare il range dinamico in favore di un valore RMS più elevato e costante, tramite l’utilizzo di processori di dinamica come compressori, limiter e persino clipper.

Il problema, però, è che in musica se tutto suona forte, nulla suona forte.

Ciò che dà impatto alla musica, che genera eccitazione, è il contrasto fra piano e forte, la variazione di energia: comprimendo fino all’estremo il materiale, si elimina completamente il valore musicale ed espressivo dello stesso.Così facendo, la “Sinfonia della Sorpresa” di Haydn perderebbe la sorpresa, e “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin risulterebbe così (fig.3). Con tanti saluti al crescendo.

La verità è che se si prendesse la stessa canzone in due versioni, una iper-compressa e l’altra no, e si regolasse la manopola del volume del proprio stereo in modo che l’RMS medio in uscita dalle casse fosse lo stesso, ci si accorgerebbe che nella corsa alla compressione estrema per guadagnare loudness a farne le spese sono nient’altro che la profondità, la definizione, l’impatto dato dalla dinamica, la qualità stessa della musica.

L’ANGOLO DEL FONICO (continua...)

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GEOMETRIA MUSICALE: LA SCALA INFERNALEdi Massimo Saresini, Chitarra Sezione Didattica

www.aethernia.altervista.org

Vi sono leggende musicali che attribuiscono il nomi-gnolo “scala infernale” alla pentatonica sia per i sui molteplici utilizzi sia perché molti artisti hanno compo-sto su di essa soli e melodie “diaboliche”.Come sempre dal punto di vista geometrico esporrò idee che nascono dalla tastiera della chitarra per poi essere codificate in regole musicali: oggi tratteremo lo spostamento della pentatonica minore.La pentatonica minore come abbiamo analizzato nei passati numeri non è altro che un accordo min7add11:

Es. Pentatonica minore di LA → A C D E G→ T 3min 11 5 7min → Am7add11

Inoltre abbiamo notato che suonare le corde a vuo-to sulla chitarra equivale a suonare la pentatonica di Emin:

E B G D A E → Pentatonica Em → E G A B D si potrebbe dire che la chitarra così come la conoscia-mo è in accordatura “infernale”?!Lo schema della pentatonica minore è il seguente:

Il suo spo- stamento

tuttavia era già conosciuto e in passato artisti del cali-bro di Hendrix, BB King e Robben Ford erano soliti suo-nare la pentatonica un tono sopra la tonica dell’ac-cordo:

Es. in tonalità di Am utilizzavano la pentatonica di BmNel compilare la seguente tabella ho ipotizzato di aver come riferimento un pedale di basso in LA e di suonare via via la nostra scala infernale salendo di semitono in semitono. Nella colonna di destra ho messo l’ accordo completo risultante oppure quello sopra il quale suo-nare. Dalla tabella si evince che 10 pentatoniche su 12 si possono suonare tranquillamente su power chord. In alcune manca la tonica che si può tranquillamente aggiungere. Interessante è applicare il fraseggio ricco di bending e lick che di solito si ha nell’utilizzo della pentatonica applicato a sonorità differenti con atten-zione alle note di risoluzione. Da notare che la pen-tatonica sulla quinta è palindroma nella disposizione delle distanze dei toni:

→ A - 1T -B- 1½T -D- 1T -E- 1½ T -G- 1T - A ←

Pentatonica eolica trasporto al 5°.

Buona geometria!

TASTO GRADI RISULTANTI PENTATONICA ACCORDO5 T-3m-4-5-7m Minore di LA Am7 o A7 (blues)6 9m-3-5dim-6m-7 Persiana di LA Amaj7/5b7 9-4-5-6-T Dorica di LA Am7 o A7 (blues)8 3m-5dim-6m-7m-9m Locria di LA Am7/5b9 3-5-6-7-9 Ionica di LA Amaj7

10 4-6m-7m-T-3m Eolica di LA Am711 4ecc-6-7-9m-3 Lidia 2b di LA Amaj7/9b12 5-7m-T-9-4 Eolica di LA Am7 o Am913 6m-7-9m-3m-4ecc East Indiana di LA Am (maj7)14 6-T-9-3-5 Misolidia/Ionica di LA A7 o Amaj715 7m-9m-3m-4-6m Frigia di LA Am716 7-9-3-4ecc-6 Lidia di LA Amaj7/11#

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CONSIDERAZIONI SULLO STRUMENTO VOCEdi Elisa Luzardi, Canto moderno Sezione Didattica

smi con cui siamo stati ‘programmati’ fin dalla nascita e che la frenesia quotidiana ci ha fatto dimenticare. Mi riferisco per esempio alla respirazione, primo sco-glio affrontato da uno studente di canto, l’incompreso meccanismo di cui non dobbiamo mai preoccuparci “perché funziona da solo”: non si impara nulla di nuo-vo, non si attivano muscoli mai usati, bensì si ottiene la piena consapevolezza di come usare i serbatoi che il nostro corpo ci ha messo a disposizione. Purtroppo nessuno ci ha insegnato a respirare, quindi ognuno in-consapevolmente ‘organizza’ gli organi coinvolti per avere il risultato con il minimo sforzo. Studiare canto richiede la consapevolezza dell’atto respiratorio, per-ché il parlato non è altro che aria colorata, il cantato è dipingere, è scegliere tonalità che si completino, è osare con pennellate azzardate: come in tutte le arti, la finalità della musica e nel nostro caso del cantante è emozionare il pubblico, provocare un brivido nell’a-scoltatore. Solo una conoscenza profonda di tutte le nostre potenzialità ci permette di capire come inter-pretare a fondo quello che stiamo provando e che vogliamo trasmettere. Come un ballerino si guarda allo specchio per memorizzare la giusta posizione at-traverso le sensazioni di contrazione e distensione dei muscoli e quindi riuscire a riprodurre sul palcosceni-co la stessa performance senza il controllo visivo, un cantante (anche attraverso lo specchio!) memorizza le sensazioni fisiche di una nota grave, di una acuta, di una parola detta con sofferenza o con gioia, per ri-chiamarle durante il proprio concerto, per essere sicu-ro che il suono che sta per emettere sia esattamente quello che ha pensato, che HA BISOGNO di produrre. E’ interessante trovare analogie con altri artisti, è bello prendere spunto, ‘rubare’ da ciascuno per cercare di migliorarsi costantemente e per scoprire che spesso i ruoli arrivano anche a fondersi: quando pensiamo a una figura che sia in grado di dare la giusta interpre-tazione ad un testo scritto pensiamo immediatamente a un attore, ma mentre quest’ultimo non è sempre un cantante, un cantante è sempre un attore, interprete attraverso il corpo e attraverso virtuosismi vocali del messaggio che vuole diffondere.E SPEZZIAMO UNA LANCIA… a favore di quegli enormi sciarponi che i cantanti amano arrotolare al collo fino a sparirci: benché ultimamente la moda ci abbia mes-so lo zampino, esiste una reale necessità di proteggere lo strumento dagli sbalzi di temperatura che ci riserva il nostro meraviglioso clima… di solito, per avere un po’ di comprensione, basta chiedere a un chitarrista o a un bassista se lascerebbe il suo strumento in macchina in una gelida notte invernale… Stessa cosa per il classi-co “oggi non ho voce”: a volte non è solo un capriccio, cantare con mal di gola o con sensazioni comunque negative riguardanti la produzione del suono, oltre che provocare dolore immediato e una performance sicuramente imperfetta, ha senz’altro ripercussioni suc-cessive sulla salute del cantante. Suonereste la chitar-ra con tutti i polpastrelli delle dita bruciacchiati??? E’ importante avere cura dello strumento, per i cantanti questo vuol dire evitare che subisca forti sbalzi di tem-peratura o debba affrontare sforzi in una situazione compromessa dai maledetti malanni di stagione.

La voce è uno strumento molto particolare e diverso da tutti gli altri: mentre questi sono sempre delle ap-pendici che aggiungiamo al nostro corpo per produr-re il suono, la voce è uno strumento interno, personale, unico, molto più ‘potente’ e virtuoso di quanto siamo abituati a pensare utilizzandola nel parlato. Se paragoniamo per un attimo lo studio del canto a quello di qualsiasi altro strumento, questa conside-razione genera una serie di pro e di contro: l’aspetto più positivo e invidiato dagli altri strumentisti è il fatto che un cantante ha quotidianamente la possibilità di allenare il suo strumento in qualsiasi momento della giornata; mi piace pensare che un chitarrista elettri-co sia talmente ansioso di imparare a “frullare” sulla chitarra da desiderare ardentemente di poter portare la chitarra sempre con sé, anche senza amplificatore e quindi praticamente muta, solo per potersi allena-re sulla velocità dei movimenti. I cantanti dovrebbero sfruttare l’uso continuo e indispensabile della voce du-rante tutta la loro giornata per provare a comunicare utilizzando tutte le potenzialità del loro strumento. Il parlato sta al cantato come per esempio la cammi-nata sta alla corsa: se un atleta vuole arrivare alla sua maggiore espressione attraverso la corsa, dovrà senz’altro ripulire il suo modo di camminare da qualsi-asi tipo di imperfezione, come la distribuzione del peso sul piede, la coordinazione delle braccia e delle gam-be… insomma, rallenterà e analizzerà il suo movimen-to fino a capire quale cattiva abitudine gli impedisce di raggiungere il suo tempo migliore. Il cantante studia i meccanismi che portano alla creazione del suono e ha continuamente la possibilità di migliorarsi senza do-ver per forza applicare tutto quello che ha imparato direttamente sulla performance canora, che spesso porta lo strumento a sfiorare i propri limiti (chiaramente fisici, non espressivi!). E’ chiaro che sarebbe utile e in-teressante per qualsiasi professionista che usa la voce nel suo lavoro comprendere il funzionamento dello strumento-voce, cosa fare per avere un timbro bril-lante, comprensibile, accattivante… Consiglio sempre di applicare ciò che si scopre via via in una quantità maggiore di azioni quotidiane, come una telefonata di piacere o di lavoro, un saluto, una ‘sgridata’! Ho però parlato anche di contro, quindi non posso sbilan-ciarmi elencando solo le magiche conquiste a cui può portare l’interesse per la voce: essendo uno strumento interno, tutto ciò che succede non può essere visto, può solo essere percepito, immaginato, confrontato col suono prodotto e modificato attraverso sensazioni. Studiando ormai da diversi anni, mi sento una “vittima” di questa insaziabile curiosità riguardo tutto quello che può fare il nostro corpo per aiutarci a produrre il SUO-NO PERFETTO… E’ utile anche in questo caso agire quotidianamente, chiedersi che muscoli stanno lavo-rando mentre sorridiamo, mentre esprimiamo qualsiasi emozione sul viso, addirittura mentre sbadigliamo! A volte l’impossibilità di produrre un suono libero e pieno è addirittura dovuta alla postura scorretta, che modifi-ca la posizione delle spalle, del collo e addirittura an-che della mandibola, provocando effetti devastanti sul suono e sull’articolazione delle parole. Non bisogna spaventarsi, studiare canto non vuol dire studiare ana-tomia, significa (ri)prendere coscienza dei meccani-

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grado di intonare ogni tipo di intervallo.PROVA CONSIGLIATISSIMA!Il TRASPORTO CANTATO è come il solfeggio cantato solo che bisogna essere in grado di trasportare in tem-po reale un brano che ci troviamo di fronte a prima vista di un tono o di un semitono ascendente o discen-dente.PROVA POCO UTILE DAL PUNTO DI VISTA PRATICO.

SETTICLAVIOForse non tutti sanno che oltre alla chiave di basso e a quella di violino esistono altre 5 chiavi: soprano, mezzosoprano, contralto, tenore e baritono. Bene… a me sarebbe bastato anche saperlo così, invece no! Ti costringono a solfeggiare a prima vista in tutte le 7 chiavi che si alternano ogni tanto a caso in base alla perversione mentale di chi scrive le prove d’esame… Diciamo che almeno che non vogliate diventare di-rettori d’orchestra o che cantiate o suoniate qualcosa che vi costringa a usare una delle chiavi diverse da violino e basso questa prova a livello pratico non serve a una beata mazza, se non a allenare un po’ la nostra testolina… ma penso che un sudoku sia di gran lunga più utile!PROVA SCONSIGLIATA!

SOLFEGGIO PARLATO IN CHIAVE DI VIOLINOQuesta prova è forse la più difficile di tutte, anche se la chiave di violino la conosciamo tutti, nelle prove d’e-same sono contenuti cambi di tempo continui, combi-nazioni ritmiche complesse, abbellimenti, abbreviazio-ni, tagli addizionali a volte illeggibili e una serie di altre difficoltà che rendono questa prova davvero difficile. Una volta preparata una prova d’esame di questo genere però nessuno spartito ci farà più paura (e con nessuno intendo proprio nessuno!). Ah, dimenticavo… il solfeggio è a prima vista ed è lungo circa una fac-ciata…PROVA CONSIGLIATISSIMISSIMA!

Ho finito, spero di aver convinto anche il più anticlassi-cista a aprire le porte ad alcuni argomenti della musi-ca classica che gli torneranno davvero molto utili per la sua esperienza musicale. Chiedo scusa se non sono stato granché come artico-lista ma l’ultimo mio scritto di senso compiuto risale al mio tema della maturità…Buona musica e buono studio a tutti!

Ciao a tutti! Ho deciso di scrivere questo articolo per raccontare a tutti voi un’esperienza che consiglierei a qualunque musicista, dove per “qualunque musicista” intendo dire qualunque strumento esso suoni, qualun-que genere prediliga, qualunque sia lo scopo per cui “fa musica” …A ottobre 2010 ho conseguito, presso il conservatorio di Novara, la licenza di “TEORIA, SOLFEGGIO E DETTATO MUSICALE”.

Ora elencherò in maniera più sintetica possibile (e pur-troppo anche in maniera un po’ riduttiva rispetto al tipo di studio che bisogna affrontare per intraprendere un esame di questo tipo…) gli argomenti delle prove d’esame, specificando per ognuna la sua valenza a livello pratico per il musicista moderno.

TEORIA MUSICALETratta i più disparati argomenti: intervalli (non quel-li dove a scuola facevate merenda…), scale di ogni tipo, principi di acustica, indicazioni sui ritmi e chi più ne ha più ne metta.Dal mio punto di vista è una prova utilissima da prepa-rare per ampliare davvero molto le conoscenze teori-che del musicista moderno, conoscenze che tornano sin da subito molto utili per l’applicazione pratica. PROVA CONSIGLIATA!

DETTATO MELODICO, SOLFEGGIO CANTATO e TRASPOR-TO CANTATOSono tre prove completamente diverse ma che alla fine hanno uno scopo in comune: migliorare il nostro orecchio musicale. I musicisti moderni ( compreso il sottoscritto) per fare i “ganassa esterofili” dicono EAR TRAINING, ma queste prove hanno lo stesso scopo!Nello specifico il DETTATO MUSICALE ha come scopo quello di farci riconoscere tonalità, tempo, combina-zioni ritmiche e ovviamente la melodia di un brano di qualche battuta monofonico modulante (esiste an-che il dettato polifonico) solamente partendo da un LA di riferimento.PROVA CONSIGLIATISSIMA!Il SOLFEGGIO CANTATO invece serve per riprodurre mediante la nostra voce le note che troviamo scritte su un piccolo brano a prima vista (ovviamente mono-fonico). Anche per questa prova c’è solo un LA di rife-rimento sul quale intonarsi. Per affrontare questa prova non serve essere dei cantanti, bisogna “solo” essere in

CLASSICO E MODERNOdi Riccardo Cogliati, Pianoforte & Tastiere

Per forza nemici?

Sezione Didattica

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LETTURA RITMICAdi Valentino Uberti, batteria

metti alla prova il tuo senso del ritmo!

Sezione Didattica

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COME TUTELARE L’OPERAdi Silvia Baraldi NOTE LEGALI

Chiariamo gli aspetti fon-damentali relativi alla tutela di un’opera, e ri-volgiamo una breve in-tervista a Massimiliano Bertoli, responsabile del Servizio Trascrizioni Opere Musicali Online e Depo-siti SIAE dell’Associazione Note Legali.Uno degli aspetti princi-pali dell’attività artistica è senza dubbio quello crea-tivo: si diventa autori, con tutti i diritti che ciò com-porta, nel preciso istante in cui si inventa un’opera originale e la si diffonde per la prima volta.

Non è quindi obbligatorio, per ottenere la tutela del diritto d’autore rispetto ad un brano, effettuare alcun deposito o adempiere ad altre formalità. Tuttavia è necessario rendere pubblica la propria pa-ternità rispetto all’opera, ed essere in grado di dimo-strarla: diffonderla con un titolo e con l’indicazione dell’autore, per cominciare, e disporre di prove tem-porali a testimonianza del fatto che si è in possesso del brano prima di altri, con indicazione di una data cer-ta. Esistono molti luoghi comuni sulle modalità per pro-vare il proprio status di autore di un’opera, ma la più sicura ed utilizzata è senza dubbio il deposito in SIAE. La Società Italiana Autori ed Editori si occupa infatti di gestire e tutelare il repertorio di tutti gli autori che le affidano il mandato, nonché di negoziare e riscuotere i compensi relativi all’utilizzo di tali opere. Esistono due possibilità per depositare i propri brani in SIAE: il deposito opere inedite presso la sezione OLAF (Opere Letterarie ed Arti Figurative), e il normale de-posito alla Sezione Musica, riservato agli iscritti. Tale opzione è l’unica, tra l’altro, che permette di matura-re ed ottenere i proventi da diritto d’autore derivanti dallo sfruttamento delle opere. Perché la SIAE possa negoziare e riscuotere i compensi spettanti ad un pro-prio iscritto è necessario che i titolari dei diritti d’autore provvedano alla consegna di uno spartito della com-posizione, unitamente al modello di deposito. Al momento tale operazione non è ancora possibile attraverso il sito della SIAE o in forma digitale, ed è consentito depositare un supporto fonografico in luo-go dello spartito solo per le opere di musica concreta elettronica, sinfonica o da camera. Non è un procedimento complesso, ma richiede tem-po, capacità ed attenzione. Se non si è in grado o non si ha voglia di seguire questa procedura, è possibile affidarsi al Servizio Trascrizione Opere Musicali Online e Depositi SIAE di Note Legali, associazione no profit nata con lo scopo di migliorare le condizioni professio-nali di musicisti e operatori del settore. Per capire meglio come funziona il servizio, e come può essere d’aiuto ad autori e compositori, rivolgiamo qualche domanda a Massimiliano Bertoli, responsabi-le del servizio.

1. In cosa consiste il servizio trascrizioni opere musicali online e depositi SIAE?

Si tratta di un Servizio che vuole rendere agevoli e ve-loci quelle operazioni necessarie a tutelare i propri brani tramite la SIAE. È il modo per rendere indolori quei passaggi che altrimenti rischiano di rallentare il lavoro del musicista: scrivere la propria musica su spar-tito, recarsi presso lo sportello SIAE più vicino (spesso dovendo affrontare lunghe code), o in alternativa spe-dire le trascrizioni per posta agli uffici centrali di Roma dovendo poi aspettare svariati mesi prima di ottenere una conferma formale di accettazione dell’opera.

2. A chi si rivolge il servizio?

Bisogna partire dal fatto che per depositare un bra-no alla SIAE è necessario fare la trascrizione su spartito musicale dell’opera. Il Servizio, quindi, si rivolge ai tanti musicisti che non vogliono perdere tempo a riportare le proprie composizioni sul pentagramma, ai musicisti che non sanno farlo e a coloro che, pur sapendolo fare, preferiscono delegarlo a dei professionisti. Insom-ma, si rivolgono a noi sia musicisti alle prime armi che affermati professionisti.

3. Nella pratica, come funziona?

È molto semplice: noi riceviamo online attraverso il nostro sito www.notelegali.it i file mp3 dei brani da trascrivere, e tramite email consegniamo gli spartiti in formato pdf pronto per la stampa, in formato midi - per potere ascoltare quanto è stato trascritto - ed in for-mato “.mus”, cioè quello di Finale, il programma che utilizziamo per eseguire le trascrizioni. Sul nostro sito si trovano tutte le istruzioni passo a passo.

4. Perchè affidare a Note Legali il deposito dei miei brani?

Normalmente il deposito dei brani avviene presso gli uffici regionali SIAE abilitati. Questi sono pochi (non sono presenti in tutte le regioni) ed hanno orari d’aper-tura molto ridotti. Affidando a Note Legali il deposito dei propri brani si evitano viaggi e lunghe code agli sportelli. Inoltre aiutiamo i nostri associati a risolvere qualsiasi dubbio sulla compilazione della documen-tazione necessaria, che potrà comodamente inviarci tramite posta tradizionale.

5. Chi effettua le trascrizioni?

Il gruppo dei trascrittori è stato selezionato su territorio nazionale, prediligendo individui con attitudini musi-cali differenziate, al fine di poter rispondere ad ogni esigenza di genere e di gusto musicale. Il team in que-stione è altrettanto qualificato quanto numeroso, così da garantire al servizio la massima celerità possibile: sulla base della disponibilità del trascrittore e del ge-nere musicale prediletto infatti, vengono ad esso com-missionate le trascrizioni richieste dai soci.

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6. Passiamo ai fatti: tempi e costi del servizio?

Il Servizio “Normale” prevede la consegna dei brani entro 10 giorni lavorativi. Il costo varia a se-conda della quantità dei brani da trascrive-re, o in base alla particolarità dei brani stessi. Tuttavia possiamo dire che nella stragrande maggio-ranza dei casi il costo varia dai 19 ai 23 euro a brano. Il Servizio “Espresso”, che invece prevede la consegna dei brani entro tre gior-ni lavorativi ha un costo di 29 euro a brano. Infine il Servizio di Deposito (richiedibile anche da solo, se non si desidera affidare a noi le tra-scrizioni) costa 25 euro a ordine, indipendente-mente dal numero di opere richieste in una volta.

Ad esempio: se deposito 1 opera spendo 25 euro, se ne deposito 10 spendo comunque 25 euro totali.Naturalmente per potere accedere al Servizio è necessario essere nostri soci, il che dà diritto ad usufruire anche degli altri servizi offerti da Note Legali (consulenza gratuita, formazione, recupero compensi IMAIE, convenzioni, ecc.) dal-la data di iscrizione ed è fissata a soli 35,00 Euro per le persone fisiche e a 150,00 Euro per le persone giuridiche (società e professionisti).

7. Nel mare magnum degli annunci online si tro-vano offerte di trascrizioni a prezzi ancora più bassi. Perchè conviene affidarsi a Note Legali?

Note Legali assicura un servizio affidabile e con tempi certi, infatti non si basa sulla disponibilità o meno di un solo trascrittore, bensì su una squadra che è sempre in grado di rispondere alle richieste degli associati. Il tutto avviene in piena regola con un contratto che ga-rantisce, tra l’altro, anche la massima riservatezza, ele-mento indispensabile dato l’oggetto del Servizio. Gli oltre 1400 brani trascritti dall’apertura del servizio ne confermano l’apprezzamento da parte degli associati.Non da ultimo, la nostra associazione è no pro-fit, pertanto le quote suppletive coprono prin-cipalmente i costi del Servizio e per la parte ri-manente vanno a sostenere l’attività sociale.

8. Come è possibile contattare il responsabile del ser-vizio, in caso di necessità di informazioni o richieste?

È possibile utilizzare sia l’indirizzo [email protected] che il numero telefonico dedicato 3467008031. Sul sito www.notelegali.it è possibi-le trovare un’area dedicata al servizio, correda-ta da una sezione FAQ per chiarire ogni dubbio!

NOTE LEGALI (continua...)

CHITARRA ELETTRICA ed ACUSTICA - BATTERIA - BASSO - CANTO MODERNO

TASTIERE e PIANOFORTE - SAX - FLAUTO

PROPEDEUTICA PER BAMBINI - STRUMENTO COMPLEMENTARE - TEORIA

ARMONIA - EAR TRAINING - COMPOSIZIONE ed ARRANGIAMENTO

STAGE IN STUDIO DI REGISTRAZIONE

Associazione Culturale Music Secrets

GAVIRATE: Via Armino 5 - 0332.730.738

GAZZADA SCHIANNO: Via Italia Libera 79 - 346.4755625

www.musicsecrets.it - [email protected]

PERCORSI DIDATTICIPROFESSIONALI

CON RILASCIO DI DIPLOMA

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TASTIERE e PIANOFORTE - SAX - FLAUTO

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GAVIRATE: Via Armino 5 - 0332.730.738

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PERCORSI DIDATTICIPROFESSIONALI

CON RILASCIO DI DIPLOMA

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AL CENTRO DEL SUONOdi Giovanni Paquola Appunti sul suono

sicisti, porta avanti ricerche sulla relazione tra “voce” intesa come fonte di onde bioacustiche e la cosiddet-ta sezione aurea. Per La Rouche la stessa voce uma-na, oltre ad essere lo strumento base per la musica, è un vero e proprio processo vivente aureo (vedi link di approfondimento). Ma le ricerche in questo campo si spingono ancora oltre . E’ stata per esempio rilevata la singolare coincidenza tra la quinta ottava utilizzata spesso da Mozart e le frequenze impiegate dal ricer-catore americano Royal Rife nelle sue apparecchiatu-re a onde quadre utilizzate per uccidere virus e batteri e curare pazienti affetti da sarcomi e carcinomi. Ma è forse Ananda Bosman il personaggio più visionario, strabiliante e interessante al momento in questo cam-po. Musicista, ricercatore se non vero e proprio scien-ziato, è oggi impegnato nella scoperta di un nuovo concetto di realtà in cui la musica e il suono gioca-no un ruolo fondamentale. Nel progetto “Rivoluzione Omega” dimostra quanto il tipo di musica che ascol-tiamo possa influenzare le nostre funzioni cerebrali e quanto le onde sonore siano in grado di intervenire sui processi sociali e le relazioni armoniche tra gli individui. Ma è direttamente dalle sue parole che possiamo in-tuire il personaggio fuori da tutti gli schemi e la portata del suo pensiero: “… è un evento musicale che unifica tutti i campi, le culture, la tecnologia, la tecnologia interiore e naturale, lo sciamanesimo, il buddismo, la tecnologia di trasmissione, Internet e la Rete interiore, le culture musicali, i campi artistici e l’intera umanità nella Rivoluzione Omega post-gnostica e Pan-Gaia-na, usando le armoniche, il linguaggio della creazione e il DNA. La nuova rivoluzione musicale è qui …”.Il discorso è per ora solo all’inizio. Il futuro più o meno vicino ci riserverà nuove scoperte e nuove dimensioni di pensiero, così come una riscoperta dell’antica sag-gezza, come già sta avvenendo, nella speranza di una realtà migliore. Come musicisti possiamo almeno cer-care di non essere solo uno strumento di intrattenimen-to, anche se il divertimento è certo una delle nostre molle più immediate: le potenzialità del suono e della musica sono la nostra ricchezza. A noi appartengono nuove possibilità di crescita e maggiore consapevo-lezza, sia verso processi interiori sia come dimensione sociale ed è importante essere in grado di trasmetterlo a chi ci ascolta. Buona musica a tutti!

“…le note non sono che rivestimenti, degli abiti. Ma ciò che c’è dentro è generalmente più interessante. Il suono è sferico, è rotondo. Invece lo si ascolta sempre come durata e altezza. Non va bene. Ogni cosa sferi-ca ha un centro: lo si può dimostrare scientificamen-te. Bisogna arrivare al cuore del suono: solo allora si è musicisti altrimenti si è solo artigiani. Un artigiano della musica è degno di rispetto, ma non è né un vero musi-cista né un vero artista.” (Giacinto Scelsi)

Il breve pensiero di Scelsi rende l’idea dell’argomen-to scelto per questa rubrica “Appunti sul suono”. Così come la musica non è solo un insieme organizzato di suoni, o l’arte di combinarli, ma è allo stesso tempo linguaggio, intrattenimento, fenomeno sociale e un mucchio di altre cose, così il suono non è solo durata e altezza, cioè semplicemente fenomeno fisico. Intanto, come musicisti, sappiamo bene quanto l’aspetto psi-chico, emotivo e ambientale siano inscindibilmente connessi al suono e le ricerche più avanzate in que-sto campo dimostrano sempre di più quanto la realtà stessa abbia a che vedere con il suono e l’oscillazione delle frequenze. Per esempio studi interdisciplinari tra la fisica, la medicina e la musica mettono in evidenza la relazione tra il suono, l’essere umano e il nostro DNA. Grazie ad alcuni lavori sperimentali il suono viene già applicato come metodo di cura e in un futuro molto vicino sarà possibile integrare e in alcuni casi aiutare la medicina allopatica. Aggiungo, con la speranza di poter addirittura sostituire molti “inutili” farmaci, ma non voglio aprire qui un’inutile polemica, basta solo ricordare l’aumento delle cosiddette malattie iatro-gene (provocate dall’assunzione di farmaci). Molti studiosi sono concordi nel ritenere che anche il nostro DNA, non meno della realtà che ci circonda, sia una sequenza di informazioni in vibrazione su specifiche frequenze e come tale (come sostiene per esempio il fisico Massimo Corbucci) si possa agire acusticamen-te - attraverso le parole - per riprogrammarlo. L’epige-netica ha già dimostrato come l’ambiente possa in-fluenzare i nostri geni e alcuni studiosi hanno messo in evidenza la possibilità di riparare difetti genetici grazie a dispositivi con frequenze modulate di radio e luce. Molto interessante è anche il lavoro del gruppo di ri-cerca Associazione Vocal Sound che studia un nuovo approccio cognitivo per corsi di formazione su “voce e interrelazione di biorisonanza”, partendo dalle osser-vazioni della capacità di risposta dell’essere umano al suono e alla vibrazione. L’idea è quella della possibilità di riequilibrare il quadro bioenergetico di un organi-smo attraverso le frequenze pure emesse dal suono di una voce. Anna Bacchia spiega come “… ciascun luogo presenta la sua particolare fisionomia connessa a vari fenomeni di risonanza. Proiezioni di fasci di suoni e di risonanze nel vuoto architettonico o in spazi na-turali, permettono allo spazio di rivelare le sue memo-rie e tutta la sua silenziosa assenza” e quindi come sia possibile esplorare lo spazio sonoro attraverso la voce. Ricerche interessanti sono inoltre quelle dello Schiller Institute che, con la collaborazione tra scienziati e mu-

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TRUCIOLI DI LABORATORIOdi Erich Perrotta, Ran De Gal Verona

….ovvero quel che avanza.

Liuteria

farraginoso (che non si sa bene cosa voglia dire, ma rende bene l’idea).Di lì a qualche giorno è di ritorno e mi racconta di aver visto in un negozio una chitarra Fender Stratoca-ster nuova in un negozio allo stesso prezzo della mia. Niente da dire, è un vero affare, e gli consiglio di non lasciarsela sfuggire, e tornare subito al negozio ad ac-quistarla.“I cannot” mi dice, non posso, fammi uno sconto tu. “No no, it’s a real buy at that price!” è un vero affare, dico io.Avete presente, sarà capitato a molti, quando parlate con un indiano, o un cingalese, che lui vi guardi fisso e silenzioso, con gli occhioni neri neri e un enorme sorri-so con questi denti bianchissimi da riflesso quasi. E voi capite dal suo silenzio (io almeno lo pensavo): ecco, non capisce assolutamente nulla di quello che sto di-cendo.Comunque insisto ancora un po’ sul fatto che la com-pri nel negozio, al che, con aria candida mi dice:“It’s rose”.E’ una rosa? Mmmmm…. NO! E’ ROSA! E certo che co-sta poco, la chitarra di Hello Kitty! Non so che farci, mi dispiace.Passiamo allora al violino. Ovviamente dev’essere ce-coslovacco e costare poco. Mi viene in mente che ab-biamo un violino boemo dei primi del ‘900 da monta-re, gli preparo un bel pacchettino: custodia (d’annata, non vecchia!), violino cecoslovacco, arco, corde e ammennicoli vari tutto in kit da montare. Come all’I-kea. Giusto per non farci mancare gli svedesi!“Son cento euro”, gli dico, intimamente soddisfatto per la generosa e irrinunciabile offerta.“Facciamo ottanta” risponde lui. Eh no eh! L’indiano che parla inglese come un tedesco con l’animo com-merciale di un genovese!Resto fermo sul prezzo, mi dispiace.Lui esce in cortile, fa una telefonata, in India suppon-go, a consultarsi con l’amico violinista. Resta al tele-fono trenta, trentacinque minuti. Ora, non so che ab-bonamento avesse e con quale operatore, ma i suoi settanta-ottanta euro li avrà ben spesi, quindi non resta già più nulla per il violino. Riaggancia, mi guar-da fisso-e-silenzioso-con-gli-occhioni-neri-neri-e-un-enorme-sorr iso-con-questi-denti-bianchissimi-da-riflesso-quasi, e mi dice che senza lo sconto il violino non lo prende. Mi dispiace e lo saluto.Però è una soddisfazione che riempie d’orgoglio avere un laboratorio di liuteria con un giro di clienti a livello internazionale!

I trucioli nel laboratorio sono la parte meno nobile del lavoro del liutaio. Sono quelli che normalmente non vedi, che ti può capitare di incontrare, fequentando il laboratorio. Sono quelli che magari stemperano l’au-ra mistica che a volte aleggia attorno alla figura del liutaio. Non che si tengan nascosti, no, ma che, margi-nali, non si raccontan mai. A parte ora, senza pretese.

E’ sabato mattina e come al solito siamo in laboratorio, Stefan ed io. Suona il telefono e risponde il mio collega, che mi porta l’apparecchio dicendomi “è un tizio che parla inglese, vuole te”.Premetto che non ho mai avuto una grande conside-razione delle mie capacità linguistiche, perciò quan-do mi capita di parlare inglese e di non capire, o che il mio interlocutore non capisca, me ne assumo sempre ogni responsabilità a priori, e faccio ammenda con molta modestia.Rispondo quindi al telefono….”Hallo?”. La persona dall’altra parte mi fa capire, in un inglese, a sua volta mi rendo conto, piuttosto stentato (anche un po’ sden-tato, in effetti) che è alla ricerca di una chitarra elettri-ca, americana o inglese.Prendo appuntamento di lì ad un’ora, e rendo il telefo-no (portatile) a Stefan, dicendo “era tedesco probabil-mente, parlava molto male inglese”.I tedeschi (per chi ne ha esperienza sa che dico il vero) hanno una sindrome esattamente opposta alla mia: parlano un inglese terribile, ma se non li capisci te ne accollano ogni colpa.Riassumendo…. Sto aspettando un cliente, probabil-mente tedesco, che cerca una chitarra americana o inglese… Sembra una barzelletta, penso, del tipo, sai: ci sono un italiano un inglese e un tedesco….L’ora di attesa diventan due, com’è ovvio, il che esclu-de l’origine tedesca del cliente. Suona il campanello, apro ed è…….INDIANO! E’ indiano, non tedesco!Scambiamo due parole e mi spiega che è a Verona per lavoro, sta per tornare al paesello, e gli amici gli hanno chiesto: una chitarra americana, o inglese (?!? Inglese? mi sfugge qualcosa…) e un violino CECOSLO-VACCO! No, no, penso, qui stiamo surclassando am-piamente la barzelletta…. Riassumiamo: c’è un india-no, che parla inglese come un tedesco, che va dal liutaio italiano per acquistare (spero io!) una chitarra americana e un violino cecoslovacco! Giuro che è tutto vero! Siamo ben oltre la barzelletta…. Direi che potrebbe essere la trama psicotica di un film di Woody Allen. Avete presente “Harry a pezzi”? Ecco, la versio-ne perrottiana è “Erich a pezzi”, nella parte in cui lui scende all’inferno per parlare con il diavolo che gli ha fregato la morosa.Comunque, gli faccio vedere una Fender Stratoca-ster, e una Gibson SG. Lui, che non suona, mi chiede di fargliele sentire, di provarle per lui (la qual cosa mi risulta sempre molto imbarazzante, non sono un chi-tarrista io). Gli dico i prezzi, e mi risponde che sono troppo care. Non lo sono per nulla, ma alle 14.30 del sabato pomeriggio senza pausa pranzo, son disposto a dar ragione a chiunque. Mi lascia il suo numero di te-lefono, nel caso i prezzi si abbassino di colpo (forse per l’andamento della borsa!) e decida di chiamarlo, e mi saluta. Tutto questo in un inglese molto molto arcaico,

www.randegal.com

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IL RUMORE VIOLAdi Emiliano Riva

“El ei”

Sonorità verbali che non ascoltereste mai...

forma era il cantante, ma in quelle condizioni come po-tevamo proseguire? Finimmo per riproporre un’orrendo bis della prima parte della scaletta, mai suonato peggio in vita mia (Paganini faceva bene: risuonare alla fine ciò che si è suonato all’inizio mi ha sempre fatto un po’ schifo, come se uno, dopo il caffè, volesse un’altra forchettata di pasta con le cozze per spegnere il languorino rimasto).Ovviamente Jimmy, da bravo smanettone del settore, si era parato le chiappe mettendosi in regola con la buro-crazia il minimo indispensabile per non avere grossi pro-blemi. La nostra ignoranza al riguardo era abissale, e la scafataggine in materia di auto-promozione nulla: perciò a Jimmy non ci voleva molto per trovare qualche scusa tipo “stasera ho incassato poco” (vabbè) o “cinquanta in più la prossima volta” (seeee, come no.) per giustificare cifre d’ingaggio al limite dell’offensivo.Ma a noi ce ne fregava poco, tanto eravamo persi nel no-stro romanticismo teenage-rocchettàro. Io ero convinto fosse una indispensabile fase di passaggio; in fondo an-che gruppi definitivi come i Ramarri avevano comincia-to dall’ABCD, non certo dal Budokan. Sandro R., il leader delle Pistole Rosa, amava ribadire che al suo primo con-certo erano venute TRE persone. Allora poi te lo immagi-navi davanti a una marea di gente nel video di Bussando Sulla Porta del Cielo e ti chiedevi: “caaaaavolo, se ce l’ha fatta lui, perché non ce la devo fare io?”Il perché ho iniziato a capirlo tempo dopo, quando una sera siamo tornati là da semplici uditori. Sul palco c’erano i “Revolver Purpurei”, una cover band il cui repertorio era facilmente intuibile. Erano tutti over 30 dall’aspetto farci-to di perizia: se non altro, era gente che quella roba se l’era ascoltata e vissuta per davvero, mica nei riflessi del Tubo, come si usa fare adesso. Tecnicamente erano bra-vi, avevano un sound infinitamente migliore del nostro, e soprattutto un’ottimo impianto PA. Però...insomma, se volevo sentirmi Pioggia di Novembre, Non Piangere e In-terCityNotte per la 679ma volta, me ne stavo a casa, met-tevo su il disco e magari mi sgargarozzavo anche una bir-ra migliore. Appena lo facevo notare, apriti cielo: “ecco l’invidioso”, “non capisci come funzionano le cose, non sai apprezzare”, “tel chi, un altro criticone”. Bah.Poi, qualche anno fa, l’L.A. ha chiuso. Non si è mai capi-to cosa sia successo davvero: tutto è iniziato dopo che abbiamo smesso di suonarci, ufficialmente perché Jimmy voleva “alzare il target”, e allora “solo band serie, basta studenti e amatoriali vari”. Dopo un periodo di grandi pie-noni, tutto è andato per aria. Per la vox populi, era finito sotto, ma sotto di brutto, e gli avevano pignorato anche pentole e calzini. Altri dicevano che s’era impastato in un giro un po’ losco e aveva tagliato la corda prima di finire male (in effetti, non s’è visto più in giro). Altri ancora af-fermavano che siccome il locale non gli rendeva più, lo aveva venduto senza troppe remore, e s’era dedicato a tutt’altro. Incredibile a dirsi, dentro quel posto poi ci hanno aperto un negozio di idrotermoidraulica&sanitari. Un po’ di tempo fa a casa abbiamo dovuto rinnovare il bagno, e ho preteso che almeno la tazza la comprassimo proprio lì: se era un problema, l’avrei pagata io senza battere ciglio. Quando mio papà ci ripensa, ridacchia dicendo di non avere ancora capito perché ci tenessi così tanto. Glielo ri-peto sempre, ma non penso che potrà mai comprendere il grande piacere che provo utilizzando una cosa che mi ricorda quanto, per una volta, avevo ragione.

Consiglio una media di Gran Becera e: Pistole Rosa - Pic-colo bambino mio

Mi accusano sempre di essere il solito criticone quando ne parlo, ma non cambio di una virgola la mia opinio-ne: l’L.A.,”El ei” per tutti, era davvero un cesso di posto. All’epoca eravamo dei diciannoventenni acerbi come mele verdi che avrebbero suonato anche per una me-dia di Gran Becera e un calcio nel sedere. Caricavamo le nostre Panda fino all’inverosimile, arrivavamo sempre troppo tardi e ovviamente non c’era mai il tempo di fare bene i suoni. Il gestore del locale, ubicato fra una conces-sionaria d’auto e un centro per il giardinaggio al km.18 di uno stradone statale di provincia, era un certo Giancarlo, detto “Jimmy”, un... puah, affarista? Scafatone? Smanet-tone? Farabutto? Ci dava sempre la data di giovedì o ve-nerdì, giusto perché erano serate piuttosto fiacche e gli faceva comodo che ci fosse qualcuno a tirar lì gente, non importa quale: basta che avesse l’età legale per poter-gli scodellare ogni sorta di alcolico. L.A. voleva essere un ovvio richiamo a quell’àrdrokk anni ‘80 il cui revival tanto andava in quel periodo e del quale Jimmy millantava di essere un intenditore: “nell’86 ho visto gli Sgommatori e ho pure stretto la mano a Bakko dopo il concerto!” (wow). I muri erano tappezzati di finta memorabilia rocchéttara: una “Tender” rossa senza una corda, posterazzi da rivista e un po’ di vinili raccattati chissà dove, appesi ben in alto per rendere meno visibili i titoli (“Voci dallo spazio profon-do”, “Coro alpino del Tapùm”, “Supermegamix ‘85”). Era un posto nel quale si sarebbe potuto pensare di fare di tutto, meno che suonarci della musica. Ci si esibiva su un rialzo di tre gradini incastrato all’estremità del locale. Più che palco sembrava un vecchio altare; lo spazio era po-chissimo, e tanto per peggiorare le cose, Jimmy aveva avuto la brillante idea di ricoprire la parete con uno spes-so doppiofondo, onde conservare a imperitura memoria le firme di chiunque avesse avuto l’onore di esibirsi lì. Al-meno, di quasi tutti: venne fuori che era un privilegio con-cesso “solo a quelli che suonavano il sabato sera”, cioè ai veri musicisti, mica agli sfigati cui veniva gentilmente concesso uno slot nelle altre serate. I fortunati autografa-vano, quando andava bene, con pennarelli a scalpello formato icsèlle e nel giro di poco era tutto diventato un pasticcio di umlaut metallare, graffiti e scarabocchi. L’im-pianto audio era grottesco: c’erano due enormi casse dal wattaggio spropositato, collegate a un vetusto mixer otto piste ormai più ossido che circuiti e per giunta privo di alcune manopole. Ovviamente i gruppi seri si porta-vano il loro, ma noi... lo eravamo? Che domande. Saliti i tre gradini e imbracciata la chitarra, era come essere in un posto a metà strada fra la metro nell’ora di punta e una stazione spaziale: caldo, affollato e con un groviglio pazzesco di cavi. L’acustica era terribile; quando il locale era vuoto tutto rimbombava, e quando era pieno non si capiva più niente. Le mega casse, per qualche mistero fisico-acustico, uscivano anche sul palco con un volume da trauma. Dopo un paio di volte, fui costretto a portarmi dietro dei tappi.Facevamo un paio d’ore di cover dei Gemelli Tossici, dei Corrente Alternata e altri classici di fritto misto che tutto sommato soddisfacevano la plebaglia di bevitori. Però, ricordo bene la nostra seconda o terza data: finita la sca-letta, neanche il tempo di posare gli strumenti che arriva lì Jimmy: “Bé, già finito?” Ci guardiamo. “....Sì?” “No, no, ancora, ancora, dovete andare avanti ancora. Il locale è ancora pieno, non si può far finire tutto così. Su, su, sul palco, via!” Eravamo cotti. Io avevo delle fiacche incre-dibili sui polpastrelli, il nostro bassista era diventato prati-camente sordo per via delle casse e il batterista aveva bisogno di una flebo di integratore. L’unico più o meno in

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THE SHOW MUST GO ONdi Veruska Baroni La voce dei lettori

Da apprezzare il fatto che gli IRON MAIDEN, prima di lasciarci, stanno portando l’HEAVY METAL in posti dov’era finora sconosciuto.In Italia siamo ad un giro di boa sul palcoscenico mu-sicale dell’hard rock e dell’ heavy metal, in tutte le sue forme, come abbiamo visto i grandi del passato ci stanno abbandonando, mentre gli altri vengono pian piano sempre meno seguiti tant’è che sono restii a cal-pestare il nostro territorio.Infatti all’estero nascono sempre più festival metal, mentre in Italia gruppi come i RAGE che, dopo il live dell’anno scorso ai Magazzini Generali di Milano, quest’anno, strano ma vero, si trovano a suonare in lo-calità minori come ROMAGNANO SESIA.Senza nulla togliere al paese (a noi così vicino), con tutto il rispetto ai grandi PEAVY E VICTOR SMOLSKY, già orfani di MIKE TERRANA, mi chiedo se queste siano le prime avvisaglie di un inesorabile declino del Metal in Italia.Tuttavia si sta cercando di mantenere vivo il verbo dell’heavy metal, grazie alle sporadiche Reunion (es. quella dei MR. BIG) e alle nuove band, come i neona-ti AIRBORNE, che io considero degni figli degli AC/DC (perchè li ricordano nel sound e nel muro di Marshall usato nei live, tipica usanza anni ‘70 ‘80) insieme ad altri nomi come i CHILDREN OF BODOM, gli AVENGED SEVENFOLD, ecc. Questi ultimi però sono molto apprezzati dai giovani, ma meno seguiti da quelli della vecchia guardia che, come me, é troppo affezionata ai padri fondatori del Metal. Di conseguenza è venuta a crearsi un’indiscuti-bile e netta divisione tra i fans. Come si dice in questi casi: THE SHOW MUST GO ON...e nonostante il nodo in gola, mi aggrappo ad un’unica certezza: HEAVY METAL WILL NEVER DIE...

Come il metal anche coloro che ci hanno lasciato, so-pravviveranno nei nostri cuori e nella gloria immortale, della loro arte e della loro musica... (dedicato a Steve Lee e Ronnie James Dio).

Nel 2010 la scena musicale si è tinta di nero. Infatti sono venuti a mancare alcuni grandissimi artisti e, chiama-temi pure sentimentale, mi sono ritrovata a versare qualche lacrima, soprattutto al pensiero che non avrò più la possibilità di riascoltarli e rivederli dal vivo.Il primo a lasciarci fu il folletto dell’ Heavy Metal, Ron-nie James Dio, morto il 16 maggio, e da allora la mia mente non fa altro che canticchiare: it’s TOO LATE... come in Deumanizer (Black Sabbath).Durante l’estate un’altra meravigliosa voce ci ha la-sciato, STEVE LEE dei Gotthard, una morte assurda come l’incidente stradale che l’ha coinvolto: è rimasto schiacciato dalla sua moto, colpita da un tir uscito di strada.Voci autorevoli dicono che la band sia alla ricerca di un altro cantante. Probabilmente sarà la mia emotività a parlare, ma credo che sarà difficile trovare un de-gno sostituto e comunque non saranno più i Gotthard che ho tanto amato. Infine all’alba del 2011, esattamente lunedì 7 febbra-io, la chitarra e la straordinaria voce di Gary Moore si sono spente nel sonno.Un altro pensiero turbina nel mio cervellino, oltre alle tragiche scomparse, c’è molto altro per essere in lutto, ci stanno infatti lasciando molti altri pilastri della musi-ca.Partiamo dagli AC/DC tornati in Italia nel 2009, dopo otto anni di silenzio, con il tour dell’album BLACK ICE.All’uscita delle date del tour, si vociferava fosse l’ ulti-mo atto. Iniziato a Marzo 2009 con le due date italiane a Milano e ripassato l’anno scorso a Udine, ad oggi non si sa ancora se sia stato un effettivo addio; ai po-steri l’ardua sentenza.Una certezza è senz’altro l’addio alle scene, annuncia-to dagli SCORPIONS e dai JUDAS PRIEST alla fine del 2010.Quest’anno i JUDAS saranno al GODS OF METAL insie-me ai MR. BIG della Reunion , UNICA DATA ITALIANA, mentre gli SCORPIONS non passeranno per l’Italia.Finiamo la carrellata parlando degli IRON MAIDEN e dei BIG FOUR (METALLICA, MEGADETH, SLAYER, AN-TRAX) che, anche se non ci hanno detto ancora ad-dio e nonostante i sold out a tutti i loro concerti, han-no oramai una certa età e non passerà molto tempo all’estremo saluto.

www.metallus.itwww.wikipedia.com

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STASERA CHE SI FA?Concerti

Collettivo Mazzulatawww.myspace.com/bandfunkyou28 aprile – Cinema Teatro Nuovo – Varese14 maggio – Salumeria della musica – Milano15 maggio – Twiggy – Varese21 maggio – Taca la spina – Travedona Monate (Va)

Free Unpluggedwww.freeunplugged.it22 aprile – D&D – Bizzozzero (Va)13 maggio – Hemingway Club – Germignaga (Va)15 maggio – Palace - Varese

Funk youwww.myspace.com/bandfunkyou29 aprile - D&D - Bizzozzero (VA)30 aprile - Hemingway Club - Germignaga (VA)19 maggio - Sottosopra - Luino (VA)

Numa Sosa & the Guachoswww.myspace.com/numasosaandtheguachos14 maggio – Parco Feste – Gemonio (Va)

QUIZ MUSICALI (per esperti)Misura la tua preparazione sulla teoria,sull’armonia e sugli strumenti musicali

1) Perché la sottodominante del secondo diatonico, anche se corrisponde al terzo dia-tonico, non ne ha lo stesso effetto?2) Perché suonando la scala di C maggiore sull’accordo Cmaj7, la nota C si percepi-sce di risoluzione e la nota B risulta instabile, mentre alterando la scala con il F#, il senso sonoro delle due note si inverte?3) Quanti accordi di settima di dominante ci sono nell’armonizzazione della scala minore melodica?4) Cosa significa che un brano ‘modula’ e come?5) Come si ottiene una terzina di quarti?6) In quanti modi si può ottenere una polirit-mia?7) Qual è il modo maggiore relativo del dorico?8) Cos’è l’anacruso?9) Perché la chitarra viene definito uno ‘strumento traspositore’?10) Da quali accordi è composta l’armo-nizzazione della scala esatonale?

Le soluzioni saranno disponibili sul sitowww.musicsecrets.it da venerdì 6 maggio

CHI CERCA... TROVA!

CERCASI CHITARRISTA, BASSISTA E CANTANTE

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MEMBRI ATTUALI: CANTANTE, CHITARRISTA, BASSISTA

ETA’ 15/16 [email protected] (Monica)

Vuoi pubblicare i concerti della tua band?

Scrivi a: [email protected]

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LET’S PLAY!di Elisa e Davide Giochi&Tempo libero

Metti alla prova la tua cultura musicale:

TEST MUSICALE1) Quale strumento suonava Sting nei Police? □ Batteria □ Basso □ Chitarra □ Tastiere

2) Di che nazionalità è la cantante Bjork? □ Svizzera □ Svedese □ Islandese □ Eschimese

3) Come si chiama il gruppo in cui Jimmi Page suonava prima che nascessero i Led Zeppelin? □ King Crimson □ Yardbirds □ Greateful Dead □ Animals

4) Chi è l’autore del celebre brano “Nothing compares to you”? □ Stevie Wonder □ Prince □ Sinead O’Connor □ Michael Jackson

5) Chi era l’unico Beatles a utilizzare un nome d’arte e non il nome anagrafico? □ John Lennon □ Paul McCartney □ George Harrison □ Ringo Starr

6) In quale album dei Red Hot Chili Peppers è contenuta “Under the bridge”? □ One hot minute □BloodSugarSexMagik □ Californication □ Mother’s Milk

7) Come si chiama lo storico batterista dei Deep Purple? □ Ritchie Blackmore □ Ian Paice □ Ian Gillian □ Roger Glover

Le soluzioni saranno disponibili sul sitowww.musicsecrets.it da venerdì 6 maggio

Tel. 347 7911795

SUDOKU MUSICALEIl SUDOKU MUSICALE consiste nel riempire le caselle vuote con una nota (C=Do D=Re E=Mi F=Fa G=Sol A=La B=Si) o con un segno di alterazione (b=bemolle #=diesis) rispettando 3 REGOLE:1 – una nota/ alterazione non si ripete nelle caselle sulla stessa colonna verticale2 – una nota/alterazione non si ripete sulla stessa riga orizzontale3 – all’interno dello stesso riquadro 3x3 le note/altera-zioni non possono ripetersi

B D Eb #

G # FG b F

E C # B A D# A b

# B bC A

F G B

LO SAPEVATE CHE...Scegliere il nome per la propria band è sempre un momento signifi-cativo.. scopriamo a cosa si sono ispirati i grandi miti della musica!

JAMIROQUAI: il nome della band deriva da un mix tra Jam session e Iroquois, nome di una tribù di indiani americani ai quali Jay Kay (cantante e leader) si sen-te particolarmente vicino dal punto di vista filosofico. Jay Kay è diventato talmente famoso rispetto agli altri componenti, da essere spesso creduto erroneamen-te un cantante solista, chiamato appunto Jamiroquai. AC/DC: il nome era stato scelto dalla sorella dei fra-telli Young (Angus e Malcolm, i chitarristi - nonchè fon-datori - del gruppo) che lesse la scritta su un elettro-domestico e la trovò adatta ad esprimere l’elettricità e dinamismo del gruppo. La sigla tecnicamente signi-fica “corrente alternata / corrente diretta”. Qualcu-no la interpretò come un modo slang di indicare un “bisessuale” (la band ha negato questa interpretazio-ne!) oppure come l’acronimo di “Against Christ/De-vil’s Children” (“contro Cristo / il bambino di Satana”).

L’ANGOLO DELLA SINCOPE

Che ne pensi dei Jethro Tull?Mi piacciono molto, il mio album preferito è Aquaplanning (AQUALUNG)

Come si chiama questa figura musicale? xNon è quella dei Ghostbusters? (GHOST NOTE)

*Attenzione: fatti realmente accaduti

“DUE NOTE LEGATE” - Vignetta realizzata da Laura Brusa

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COMPIE UN ANNO!!!

Un ringraziamento speciale a tutti i lettorida parte della redazione!