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Rassegna Stampa Mercoledì 26 maggio 2010 TREVISO

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Rassegna Stampa

Mercoledì 26 maggio 2010

TREVISO

Mercoledì 26 maggio, pag. 22

VALDOBBIADENE È l’obiettivo che l’Aipd ha annunciato nell’ambito di una serata per la solidarietà

Agriturismo e azienda agricola per ragazzi down

«Peccati di golosa», la rassegna itinerante che ha visto alla ribalta 13 ristoratori dell'area compresa

tra i colli di Valdobbiadene e Conegliano, alla scoperta del buon spiedo, ha dato il suo frutto più

prezioso: l'aiuto ai ragazzi trevigiani affetti da sindrome di down. Ogni partecipante alle serate

culinarie ha contribuito con la sua presenza alla riuscita dell'operazione "solidarietà": una quota del

costo delle cene è andato all'Associazione Italiana Persone Down sezione Marca Trevigiana (Aipd).

Molte sono state anche le offerte raccolte con i maialini salvadanaio, esposti per due mesi nei 13

locali pubblici. L'evento è stato curato dall'associazione «Le Ciacole» di Valdobbiadene in

collaborazione con l'Accademia dello Spiedo d'Alta Marca di Pieve di Soligo. «Grazie ai trevigiani

e a tutti coloro che hanno partecipato alle serate - ha affermato Marco Prosdocimo - abbiamo

raccolto 3.600 euro. Sono risorse che, assieme a molte altre, contribuiranno a mettere in atto il

sogno dell'associazione: costruire un'azienda agricola con agriturismo dove i ragazzi affetti da

sindrome di down possano realizzarsi con l'aiuto delle loro famiglie, ma anche con una certa

autonomia».

I partecipanti, durante le serate, sono stati informati sull'attività svolta dall'Aipd e hanno ricevuto il

tagliandino per il versamento del "5 per mille". Le offerte raccolte negli esercizi pubblici sono state

simbolicamente consegnate all'associazione, tramite la consegna di uno dei 13 maialini salvadanaio,

nelle mani del presidente Maria Grazia Santolin durante l'imbottigliamento ed etichettatura del vino

raboso, raccolto dagli stessi ragazzi down nella vendemmia 2009, presso la cantina Cecchetto. Tra i

presenti Alessandro Scorsone, sommelier della "Prova del Cuoco", da tempo amico

dell'associazione. Il percorso durante la rassegna non ha solo dato soddisfazioni per quanto riguarda

la solidarietà, ma ha aperto anche un importante canale di dialogo attraverso la vetrina dei ristoratori

dell'Alta Marca.

Mercoledì 26 maggio, pag. 23

INCHIESTA Ascoltate decine di persone: la pista del "mattone selvaggio"

Viti tagliate: interessi economici e vendette

VITTORIO VENETO. (Ro) Vigneti nel mirino dei vandali. Sono tanti e attraversano la Marca

dall’inizio del nuovo Millennio i raid dei teppisti nei confronti delle viti, tagliate o danneggiate

irrimediabilmente utilizzando sostanze chimiche nocive. Negli ultimi mesi ci sono stati svariati

episodi nel Vittoriese e nel Montebellunese, con tanti ingenti alle colture e alle aziende agricole, ma

in precedenza a farne le spese erano state attività dell’Opitergino - Mottense. I carabinieri,

coordinati dal colonnello Zarantonello, hanno ascoltato decine di persone, perché sospettate di

sapere o di avere collegamenti con i teppisti. «Per ora - ha spiegato l’ufficiale dell’Arma - i sospetti

non si sono trasformati in prove». Varie le piste investigative. La prima e la più battuta è quella

della ritorsione, della vendetta tra vicini. «Dalle soffiate ricevute - è filtrato dal capitano Carraro,

che coordina l’indagine per i vandalismi nel Vittoriese - il taglio delle vite potrebbe essere legato a

dispetti tra vicini. Da noi tra le vittime c’è però un imprenditore che è stato anche sindaco». Diverso

il discorso nelle altre aree agricole trevigiane. Dalle informazioni raccolte i carabinieri ritengono

che dietro ai vandalismi ci potrebbero essere motivazioni economiche, speculazioni legate ai

cosiddetti "affari di mattone selvaggio".

Mercoledì 26 maggio, pag. 17

NERVESA

Balle di fieno a pezzi ora scatta la denuncia

Dopo essersi trovato con molte balle di fieno tagliate, ieri mattina Adolfo De Ruos ha presentato

ufficialmente denuncia ai carabinieri in relazione all'episodio di vandalismo che lo ha visto vittima

di un vero e proprio raid nel suo appezzamento. L'altra notte ignoti gli hanno infatti tagliato circa 40

balle di fieno nella proprietà di via XXIV maggio. Un mese fa, circa, vittime di mani sconisciute

erano stati, invece, i vigneti di via Roggiole. «Chi ha agito -dicono in azienda- non ha lasciato

alcuna traccia, probabilmente anche con la complicità del terreno molto secco. È chiaro, però, che

ora abbiamo paura. Fra poco dovranno essere collocati i tubi per l'irrigazione in mezzo al mais e a

questo punto ci chiediamo cosa possa accadere». Intanto, però, i due episodi accrescono il clima di

disagio che si respira a Nervesa, dove negli ultimi mesi si stanno verificando atti vandalici a

ripetizione. Ma qualcuno ha delle idee sugli autori del gesto? Alla De Ruos le bocche sono cucite ed

è chiaro che c'è paura di parlare o di rendere pubblici eventuali sospetti. «Chiaramente sono fatti di

natura dolosa -dice il sindaco Fiorenzo Berton- Le balle di paglia non si rompono perché gli alieni

sono indispettiti per la rottura dei loro cerchi nel grano. Qualcuno lo ha fatto. Penso al disagio che

questi gesti provocano ad Adolfo, alla famiglia e al quieto vivere di tutta la Comunità. È tutta colpa

di qualche ignorante che si diverte a fare dispetti come i bambini, e in questo caso tutti noi siamo

certi che il bambino è grande e grosso. Ma prima o poi commetterà un passo falso. E allora saremo

pronti a chiedergli spiegazione di tutto questo».

Mercoledì 26 maggio, pag. 22

INCONTRO A ZERO BRANCO

Consorzio Radicchio RossoQuale strategia per l’agricoltura

Il Consorzio del radicchio rosso di Treviso e del variegato di Castelfranco presenta il rapporto

«Politica di qualità dei prodotti agricoli: quale strategia seguire?» approvato recentemente dal

parlamento europeo. Appuntamento venerdì alle 20,30 a vila Guidini di Zero Branco. Relatore sarà

Giancarlo Scottà, europarlamentare.

Mercoledì 26 maggio, pag. 34

CAPPELLA

L’olivo e il suo olio via alla mostra mercato

CAPPELLA MAGGIORE. Decolla giovedì alle 20.30 al centro sociale di Cappella la terza

edizione de «L’olivo e il suo olio» mostra mercato dell’olio extra vergine. La conferenza è dedicata

all’olivocoltura veneta e alla valorizzazione delle piccole produzioni alimentari con l’intervento del

professor Sorbini dell’Università di Bologna. Venerdì alle 20.30 degustazione guidata di una

selezione di oli provenienti da diverse regioni italiane. L’iniziativa, organizzata dall’associazione La

Ruota in collaborazione con il Comune, prosegue sabato alle 15.30 con la presentazione degli

elaborati degli alunni della scuola. Sabato e domenica mercato dei prodotti dell’olio di oliva, e delle

arti e dei mestieri con figuranti, giochi e musica. Domenica alle 10 visita all’oliveto didattico. (s.r.)

Mercoledì 26 maggio, pag. 12

ARCADE Il comitato contrario alla proliferazione delle cave ha incontrato il neo-sindaco

"Campagna Bianca" chiede aiuto a PrestiARCADE (SDV) - Il Comitato Campagna Bianca, attivo contro le cave e le discariche, ha diffuso

un comunicato a tutti i cittadini che vivono nelle zone interessate dall'Ate 2. In tale area, appunto

«Campagna bianca», tra Via Guizze e Via Venturali, il Piano regionale attività di cava prevede si

possano scavare ulteriori 70 ettari.

Il comitato ha incontrato il nuovo sindaco, Domenico Presti, qualche settimana fa: l'impegno

condiviso è di lottare contro ogni minaccia al territorio. Quattro i punti fondamentali evidenziati.

«Nell'incontro con il sindaco si è concordato che l'amministrazione farà stralciare dal piano

regionale la cava prevista in via Guizze d'accordo con la nuova Giunta Regionale (competente al

rilascio delle autorizzazioni), - spiega il comitato. - Sulla discarica voluta dalla ditta Trentin nella

cava di Via Roma, si ribadisce la totale contrarietà alla stessa».

Su una questione il comitato non è soddisfatto: «Per scoraggiare la volontà di aprire nuove cave, si

dovrebbe introdurre lo strumento della perequazione, cioè aumentare la quota parte a metro cubo

spettante ai Comuni, essendo quella attuale eccessivamente esigua. Tale richiesta è da porre alla

Regione, di comune accordo col coordinamento dei Sindaci contro nuove cave. Sul punto, il

sindaco non ha risposto».

Infine, «devono esserci garanzie certe perché la mega cava di Borgo Busco tra Nervesa, Spresiano

e Arcade non diventi una discarica».

Mercoledì 26 maggio, pag. 7

DOPING ALL’IPPODROMO

Purosangue drogato ma senza colpevoli

Cocaina nel cavallo vincenteassolti i quattro imputati

Maltrattamenti di animali e violazione della legge sul doping. Erano queste le accuse con le quali

quattro persone erano state prima iscritte nel registro degli indagati dal pm Barbara Sabbatini e poi

mandate a processo. Il fatto: il 19 aprile 2007 il cavallo "Barocco" aveva dominato il Premio Storga

all'ippodromo Sant'Artemio di Treviso, tagliando per primo il traguardo in solitaria. Era poi risultato

positivo al controllo antidoping al termine della gara.

Sul banco degli imputati sono finiti la proprietaria del purosangue, Anna Litta Modignani, 61 anni,

di Monza, il fantino Alfonso Litta Modignani, 32 anni, di Milano, l'allenatore Frank Joseph Turner,

60 anni, di Milano, e il veterinario di riferimento Teresa Maria Armida Barelli, 60enne lombarda.

Gli imputati, ai quali venne notificato un decreto penale di condanna il 12 dicembre del 2009, si

sono opposti e, dopo un lungo iter giudiziario, ieri sono stati tutti assolti dal giudice di Treviso

Michele Vitale: i primi tre perchè il fatto non costituisce reato, mentre il veterinario per non aver

commesso il fatto. Gli imputati facevano parte della stessa scuderia milanese di Vedano al Lambro.

Erano venuti all'ippodromo di Treviso per far partecipare "Barocco" al Premio Storga e per farlo

vincere. Una prestazione maiuscola quella di "Barocco" al Sant'Artemio, tanto che gli operatori

antidoping, insospettiti, al termine della corsa al galoppo, eseguirono due prelievi sul purosangue,

che risultò positivo alla "benzoilecgonina", un metabolite della cocaina che se trovato indica senza

equivoci l'assunzione di polvere bianca. "Barocco" vinse grazie all'effetto stimolante della droga,

ma proprietaria, fantino, allenatore e veterinaria erano contrari a tale condotta. Reato senza

colpevoli quindi.

Mercoledì 26 maggio, pag. 45

«Riti Bacchici» in cantina Cabernet e ritmi balcaniciSecondo appuntamento venerdi alle 21 con le degustazioni guidate dei vini 47 Anno Domini

abbinate alla rassegna «Riti Bacchici», prologo di Decantazioni 2010 organizzata dal Gruppo Panta

Rei e dalla Cantina 47 Anno Domini che, con il patrocinio della città di Roncade, ospita nella sua

location sulla Treviso Mare inediti appuntamenti di fusione tra arte e vino. Protagonista sarà questa

volta il Cabernet Franc, un vino dal colore violaceo, con riflessi rubino, che viene prodotto nel

rispetto della tradizione del territorio e quindi con una vendemmia anticipata, necessaria per

preservare il classico aroma erbaceo. Al termine della degustazione si esibirà il gruppo Dijana

Grgic&DiPles, formazione di musica balcanica, che, partendo da temi tradizionali dei Balcani

proposti dalla cantante Dijana Grgic (bosniaca), li rielabora secondo la sensibilità dei singoli

musicisti, provenienti da ambiti musicali e culturali differenti. Ingresso libero.

Mercoledì 26 maggio, pag. 11

ALLA MORGANELLA

Il Comune ha perso la guerracon l’allevamento di tacchini

PONZANO - Mf) La trattativa è finita. Il sospirato accordo tra la giunta Granello e l'azienda

«Agricola Veneta» è saltato. Così per ora l'allevamento di tacchini non si muoverà da via

Morganella Ovest e i 25 mila pennuti non saranno costretti a far le valige. Alla fine l'intervento

pubblico privato, sponsorizzato dal sindaco, è stato stralciato dalla nuova edizione del Piano

urbanistico approvato dal Comune qualche giorno fa. «Ma le porte non sono chiuse - precisa il

primo cittadino - Il Piano esiste e basta una variante per modificarlo».

La giunta di centrodestra, dopo le numerose proteste dei cittadini per i cattivi odori e dopo l'allarme

amianto, avrebbe voluto spostare l'allevamento in un altro luogo, lontano dai centri abitati. In

cambio era pronta a promettere la possibilità di realizzare lungo via Morganella Ovest una zona

residenziale da circa otto mila metri cubi.

Nonostante mesi di trattativa, però, il patto sarebbe saltato perché la titolare, Mariagloria Galanti,

non sarebbe riuscita a modificare gli accordi presi con il proprietario, Primo Michieletto, e con

l'azienda Amadori. «Il problema legato all'amianto è stato risolto e contro i cattivi odori si stanno

utilizzando dei nuovi enzimi e dai residenti, per ora, non sono più arrivate lamentele - conclude

Granello - L'obiettivo, comunque, resta quello di spostare l'allevamento perché nei mesi scorsi

abbiamo rischiato un'insurrezione popolare».

Mercoledì 26 maggio, pag. 13

I pini marittimi saranno abbattuti

inutili le proteste ambientaliste

MOGLIANO - (N.D.) Sia pure a malincuore, il comune ha confermato la decisione abbattere alcune

centinaia di pini marittimi che costeggiano alcune strade cittadine (le vie Zermanesa, Roma e viale

Nuova Europa), che sono state ridotte ai limiti della praticabilità dalle radici affioranti dei maestosi

alberi.

I marciapiedi ai lati della provinciale di via Zermanesa sono da tempo impraticabili per le buche e

gli avvallamenti causati dall'impianto radicale delle piante che tende a venire in superficie. Lo

scorso anno l'amministazione ha pagato circa 30 mila euro di risarcimento danni ai cittadini che si

sono fatti male cadendo lungo i marciapiedi e le strade gravemente dissestate.

Risale ad una quindicina di anni fa il primo abbattimento nelle via Italo Svevo e Granatieri di

Sardegna di circa 500 pini marittimi che sono stati sostituiti da assenze arboree più adatte per un

impegno di spesa di 1,5 miliardi di lire comprensivi del rifacimento dei marciapiedi. Gli amanti del

verde cittadino hanno chiesto all'amministrazione di valutare la possibilità di salvare i pini marittini

con degli interventi tampone delle radici affioranti, sull'esempio di quanto è stato fatto alcuni anni

fa nella centralissima via De Gasperi.

Mercoledì 26 maggio, pag. 14

ZERO BRANCO Il sindaco Feston ha un’idea per utilizzare al meglio la vecchia struttura

Energia pubblica dal mulino di Sant’AlbertoZERO BRANCO - (N.D.) Sfruttare il salto dell'acqua dell'ex mulino di Sant'Alberto per produrre

energia elettrica ad uso pubblico: questa l'idea che piace al sindaco Mirco Feston che ha dato il suo

benestare allo studio di fattibilità proposto da privati per realizzare nell'ex mulino di Sant'Alberto

una centralina per la produzione di energia.

«Da una prima valutazione tecnica - spiega Feston - potrebbe essere prodotta l'energia necessaria a

far funzionale l'illuminazione pubblica nell'area centrale di Sant'Alberto. Credo che debbano essere

valutate con la dovuta attenzione tutte le proposte intese a valorizzare al meglio il patrimonio

costituito dalle risorse idriche del nostro territorio. Il fiume Zero merita una maggiore attenzione da

parte di tutti gli enti preposti alla tutela e valorizzazione dei corsi d'acqua del territorio, sia per

quanto riguarda la prevenzione da ogni forma di inquinamento, sia sotto il profilo dell'utilizzo

dell'acqua a scopi irrigui della campagna».

Se la centralina di Sant'Alberto dovesse ottenere il successo sperato, potrebbero essere sfruttati

anche altri salti dell'acqua come quello dell'ex mulino in centro a Zero Branco per produrre energia

a costo zero.

Mercoledì 26 maggio, pag. 16

VEDELAGO

Unione Veneta Bonifiche: Giuseppe Romano nuovo

presidente

VEDELAGO - L’Unione Veneta Bonifiche ha il suo nuovo presidente: è Giuseppe Romano, 47 anni

di Barcon, già presidente del Consorzio di Bonifica Bretella, eletto con voto unanime dai presidenti

dei Consorzi di Bonifica del Veneto nel corso dell’ultima assemblea. Subentra nell’incarico ad

Antonio Tomezzoli. Dal 2010 Giuseppe Romano è anche alla guida del Consorzio di Bonifica

Piave, nato dalla fusione dei tre precedenti enti consortili trevigiani, Destra Piave, Sinistra Piave e

Bretella. «La nuova legge regionale sulla Bonifica -è il suo primo commento- è una sfida

importante per i consorzi veneti. Il mio mandato sarà all’insegna della trasparenza, cosa che per me

significa costante disponibilità al confronto».

Mercoledì 26 maggio, pag. 17

IL CASO L’esperto: «Incuria dei prati e presenza di greggi agevolano la proliferazione»

Primi caldi, allarme zeccheGenitori e bimbi di un asilo punti dal parassita a Biadene

Luciano Beltramini

Allarme zecche a Montebelluna. A lanciare l'allarme sono stati nei giorni scorsi alcuni genitori delle

ex scuole elementari di Santa Lucia a Biadene che, dopo essersi recati nella struttura con i loro

bambini dell'asilo di Caonada per festeggiare la chiusura dell’anno, sono tornati a casa con le

zecche. Sia i genitori che i bimbi avevano punture in diverse parti del corpo. A casa molti dei

bambini sono stati ripuliti dalla presenza del parassita, cosa che del resto hanno provveduto a fare

anche i genitori. Nei casi più conclamati, non sapendo che provvedimenti adottare, alcuni genitori

hanno pensato giustamente di rivolgersi al pronto soccorso dell'ospedale di Montebelluna. Non si

sono verificati problemi particolarmente gravi, ma che le zecche stiano creando un po’ di

apprensione in tutto il territorio montebellunese è già un dato di fatto.

Il proliferare del parassita, non deve stupire più di tanto. Lo afferma il responsabile della guardia

forestale di Volpago del Montello, Tiziano Padovan. «La situazione si ripete da anni -dice- e

quest’anno forse in maniera più invasiva in quanto dopo un periodo di gran freddo è tornato

prepotentemente il caldo che ha risvegliato le zecche. Le cause principali del loro proliferare sono

dovute essenzialmente all'incuria in cui vengono tenuti vasti appezzamenti del Montello. A fare il

resto ci pensano le greggi che vanno sul Montello dove le zecche trovano terreno fertile per

moltiplicarsi. Vorrei precisare che le zecche del nostro territorio non sono pericolose come quelle

che si trovano in altre zone montane, ma è comunque doveroso effettuare tutti i controlli necessari a

limitare al massimo la loro presenza».

Anche perchè la stagione delle zecche è soltanto all’inizio e se il caldo dovesse esplodere con

maggior decisione, i problemi potrebbero ripresentarsi in forma più acuta.

Mercoledì 26 maggio, pag. 20

CONEGLIANO

Ricompare la rabbia medici a convegno Alle 9 all’auditorium Dina Orsi, in via Einaudi 136 a Conegliano, convegno organizzato dal

Dipartimento di prevenzione dell’Uls 7 sul tema "ricomparsa della rabbia silvestre nel Veneto:

strategie per contrastare l’epizoozia e ridurre il rischio di mortalità nell’uomo".

Mercoledì 26 maggio, pag. 22

ORIGINE PROTETTA

La Casatella Dop compie 2 anni

Promozioni in 23 ristoranti

La casatella trevigiana Dop compie due anni. E per festeggiare l’appuntamento, fino al 6 giugno,

23 spacci, 7 pasticcerie e 23 ristoranti trevigiani pronuoveranno il prodotto sotto tutti i punti di

vista. «Il latte proviene esclusivamente da mucche e stalle trevigiane - sottolinea Lorenzo Brugnera,

Presidente del Consorzio di tutela - latte che fa pochissima strada per raggiungere i caseifici della

Provincia che sono i soli autorizzati a produrla».

Mercoledì 26 maggio, pag. 34

TRADIZIONI

Degustazioni per i 2 anni Dop della casatellaTREVISO - Due anni dal riconoscimento della Dop dalla Comunità Europea (il prossimo 2 giugno)

per la Casatella Trevigiana che vengono festeggiati con varie iniziative con protagonisti 23 spacci di

caseifici trevigiani, 7 pasticcerie e 23 ristoranti della Marca. E per ricordare che il vero valore della

Casatella Dop è proprio la "trevigianità", con il latte che proviene esclusivamente da mucche e

stalle trevigiane, come sottolinea Lorenzo Brugnera, presidente del Consorzio di tutela, ecco le

iniziative, fino al 6 giugno per degustare la casatella in svariati modi presso gli spacci delle latterie

certificate che sono Agricansiglio, Caseificio Bettiol, Caseificio Lovagricola, Latteria di

Conegliano, Latteria di Sant'Andrea, Latteria di Soligo, Latterie Trevigiane, Caseificio F.lli

Castellan; quindi nelle pasticcerie Antico forno di Cimadolmo, Pasticceria Treviso, Cuzzuol di San

Vendemmiano, Ardizzoni e 300 di Treviso, La Dolcevita di Semonzo e Mauro "La pasticceria" di

Vedelago. Per tutto il periodo ci sarà degustazione gratuita della torta alla Casatella Trevigiana

prodotta dai maestri pasticceri. Inoltre entrano in scena anche i ristoratori sia del "Gruppo

ristoratori" che di "Intavolando" per proporre fino al 6 giugno menù sul tema "Casatella Trevigiana

a lume di Candela". I ristoranti sono: Al Capitello di Corbanese, Da Andreetta di Rolle, Da Tullio di

Tarzo, La Cucina di Crema di Giavera, Ai Sette Nani di Negrisia, Al Bacareto di Mogliano, Alla

Torre di S. Zenone, Al Migò di Treviso, Al Ronchetto di Salgareda, Al Sile di Casier, Da Domenico

alle Grave a Lovadina, Le Macine di Vittorio Veneto, Locanda da Condo di Col San Martino,

Osteria Cà dei Loff di Cison, Da Ugo di Bigolino, Gigetto di Miane, La Panoramica di Nervesa, Le

Calandrine di Cimadolmo, Parco Gambrinus di San Polo, Righetto di Quinto, Sansovino di

Castelbrando, Teatro dei Sapori di Castelfranco e Villa Castagna di Crocetta.

Michele Miriade

Mercoledì 26 maggio, pag. 35

Centrale: il silenzio della RegioneI sindaci si sono mobilitati per l’impatto ambientale: «Siamo preoccupati»

(GIUSEPPINA PIOVESANA)

MOTTA DI LIVENZA. Sindaci uniti per chiedere alla Regione informazioni sulla centrale

turbogas di Cessalto. Motta, Chiarano, Gorgo, San Stino e la Provincia di Venezia, attendono

una convocazione per chiarimenti. «Tutti i sindaci confinanti con Cessalto hanno chiesto

spiegazioni e chiarimenti - spiega il sindaco di Motta, Paolo Speranzon - siamo in attesa che la

Regione ci risponda».

«L’amministrazione comunale di Motta è stata la prima ad inviare una lettera alla Regione e al

Comune di Cessalto per avere dati precisi sul futuro impianto - spiega il sindaco di Motta Paolo

Speranzon - sono passate molte settimane, ma non abbiamo avuto risposte. Siamo in attesa di una

convocazione o comunque di una risposta per valutare con dati oggettivi l’impatto ambientale della

centrale che si costruirà al confine con la nostra zona industriale sud e del territorio di Motta. Poi

potremo valutare quali azioni intraprendere». I sindaci dei quattro Comuni che confinano con

Cessalto hanno già espresso le loro preoccupazioni ed hanno inviato lettere alla Regione. Come i

comitati spontanei che sono sorti, unendo persone di tutti i comuni della zona. Una lettera al

presidente Luca Zaia è già stata spedita un mese fa. «So che le persone si sono mobilitate e sono

nati dei comitati contro - prosegue il primo cittadino di Motta - come sindaco della città di Motta sto

aspettando risposte. Non si possono oggi dare giudizi, favorevoli o contrari all’impianto, ma è certo

che vogliamo risposte ai nostri quesiti dalla Regione, che è competente». Il fronte dei sindaci

preoccupati per la costruzione della centrale a turbogas si è allargato anche alla provincia di

Venezia: il sindaco di San Stino e la presidente della Provincia di Venezia, si sono già espressi

contro la centrale. «Abbiamo rilevato - affermano i Cittadini per la salute - che negli ultimi anni, nel

nostro territorio, l’incidenza dei tumori è stata superiore del 14% rispetto alla media nazionale; nove

sono stati i bambini ammalati di leucemia. Il progetto della centrale si dimentica di considerare le

zone industriali di Motta e Cessalto, l’A4 con la costruendo terza corsia, le due nuove bretelle

stradali, il mega parcheggio per 300 tir fra Cessalto e San Stino».

Mercoledì 26 maggio, pag. 23

«Adozioni impossibili nel canile di Ponzano»Quattrocento animali nella struttura di via Fossa. Enpa e Lav accusano i gestori

(MASSIMO GUERRETTA) PONZANO. L’associazione trevigiana per la difesa del cane finisce nel mirino di Enpa e Lav.

Secondo i due gruppi ambientalisti nel canile di via Fossa ci sono troppe anomalie: adottare

un animale è quasi impossibile, tanto che una cittadina si è rivolta all’avvocato Piero Barolo

per ottenere un segugio. Ma la presidente non ci sta: «Accuse infondate, ma cediamo i cani

con cautela».

Sono tante, forse troppe le lettere e le segnalazioni ricevute negli ultimi tempi dalle varie

associazioni ambientaliste. Tutte circostanziate, e relative ai racconti di singoli cittadini, rivoltisi ad

altri canili pur di poter offrire il proprio amore a un animale. «All’interno di quella struttura ci sono

circa 400 cani - spiega Silvia Meriggi della Lav - ma da quel che sappiamo è quasi impossibile

riuscire ad adottarli. La gente viene respinta senza troppi problemi, spesso servono foto o altri

documenti per richiedere i cani nonostante il fine ultimo sia quello di darli in adozione. Da troppo

tempo riceviamo lamentele, ma non ci fanno entrare per controllare».

Impossibile adottare, come segnala una donna di Volpago, rivoltasi allo studio legale dell’avvocato

Piero Barolo per proseguire nella sua battaglia. Come lei altri amanti dei quattro zampe sono stati

costretti a fare marcia indietro. «Vorrei incontrare la responsabile per chiedere spiegazioni alle tante

segnalazioni che riceviamo - spiega il responsabile provinciale dell’Enpa, Adriano De Stefano - i

cani sono lì in attesa di adozione, non capisco perché non si possano portar via. Tutti i Comuni

pagano una quota giornaliera, di poco superiore ai 2 euro, per ogni cane catturato nel proprio

territorio comunale. Per ogni municipio la spesa è ridotta, ma la cifra totale è elevata: ci sono

centinaia di cani rinchiusi lì dentro».

Ma Bruna Tampieri, responsabile del canile, si difende a spada tratta: «Ci accusano perché la

struttura fa gola a molti - spiega - ma ho un registro che parla chiaro: li diamo con una certa cautela

perché si tratta perlopiù di animali di grossa taglia. Senza contare che spendiamo 30 mila euro

all’anno per curare i cani più vecchi e malati. Vengano pure a controllare: siamo aperti da lunedì al

sabato dalle 15 alle 17». Ma dopo le tante segnalazioni ricevute, la Lav ha deciso di promuovere

una raccolta firme da consegnare poi ai sindaci. «Facciamo un appello: chiunque vuole può

contattarci al 348.0408469, cerchiamo di raccogliere il maggior numero di segnalazioni per

convincere i sindaci a fare qualcosa».

Mercoledì 26 maggio, pag. 9

Un orso ha colpito nel CadoreRazzie di arnie a San Vito. Forse non è Dino, avvistato a Falcade

di Alessandra Segafreddo

BELLUNO. L’orso è arrivato a San Vito, nel Bellunese. Nella notte tra lunedì e ieri è stato

visto attraversare la strada nella zona della cava di inerti della Vallessella. Sono stati i

carabinieri ad avvistarlo, attorno alle due di notte, e a seguirlo per un po’, per accertarsi che

fosse un plantigrado.

L’animale si è poi dileguato nel bosco. Nel corso della stessa notte ha fatto un giro a Chiapuzza ed

ha causato danni alle arnie di Arcangelo Pordon: ha strappato pezzi di legno e ha divorato molto

miele. Si è poi avvicinato alla gabbia delle galline, ha rotto una parte della recinzione, ha provato a

spaccare la porta per entrare ma non ci è riuscito. Pordon si è accorto dell’accaduto ieri mattina e ha

subito dato l’allarme alla polizia provinciale. Pordon, ottantaseienne sanvitese, alleva api da una

vita ma l’orso non l’aveva mai visto. Ieri sera, davanti le arnie è stata istallata una macchina

fotografica che scatta quando percepisce un movimento. Le guardie provinciali hanno lavorato fino

a sera per raccogliere le tracce dell’orso, peli ed escrementi, per capire i suoi spostamenti e

l’identità. L’ipotesi è che si tratti di un orso altoatesino: uno era stato avvistato domenica a Landro è

probabile si tratti dello stesso che girava per San Vito. Oggi potrebbe essere comunque già lontano,

dato gli orsi riescono a percorrere anche decine di chilometri in una giornata. Quella di San Vito

potrebbe anche essere una delle ultime scorribande dell’orso Dino, qualora si tratti eventualmente di

lui, era stato segnalato nella zona di Falcade, sopra l’Agordino, dopo che ha improvvisamente

lasciato l’altopiano di Asiago: sul plantigrado “veneto” pende infatti un “ordine di cattura” deciso

nei giorni scorsi ad Asiago dall’assessore regionale Daniele Stival e dai rappresentanti delle

Province di Belluno, Vicenza e Verona. Ma la decisione di riprendere l’orso e rispedirlo in Slovenia,

dopo le razzie compiute ai danni di pecore e asini, sta facendo discutere.

«La decisione non rispetta il Piano per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-

orientali», ha contestato ieri il Wwf. «E’ inaccettabile - prosegue il Wwf - che mentre alla

Conferenza nazionale sulla biodiversità in corso a Roma si sottolinea il valore della biodiversità e la

necessità di salvaguardare ogni singolo esemplare delle specie più a rischio, si pensi anche solo

lontanamente di catturare e togliere la libertà a un animale selvatico così raro e prezioso come l’orso

bruno, specie simbolo dell’intero arco alpino che conta appena una trentina di esemplari,

reintrodotti da pochi anni. Il tutto considerando che l’orso Dino non ha dimostrato finora seri segni

di pericolosità ma un atteggiamento normale per la specie». Per il Wwf servono interventi come

l’installazione di recinti elettrificati «che possano dissuaderlo dal continuare a predare bestiame

domestico o avvicinarsi alle zone abitate, cosa peraltro raramente accaduta».

Mercoledì 26 maggio, pag. 3

Trevigiani «todos caballeros»: la Zaia's listAlessandro Zago

TREVISO. Cavaliere sì, però made in Treviso. Meglio se simpatizzante leghista: la Marca

spadroneggia nella quarantina di nomi segnalati dall’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia per le

onorificienze al Merito. Troppi, secondo il suo successore Galan, ma anche per De Poli. A fare le

pulci a Zaia, oggi governatore del Veneto, è stato chi Zaia ha defenestrato dalla Regione, ossia

Giancarlo Galan, planato per risarcimento sullo scranno ministeriale che fu di Zaia. Galan,

spulciando i nomi proposti nel 2009 al presidente della Repubblica dall’allora ministro trevigiano

Zaia per il titolo di cavaliere o commendatore segnala con disappunto una fortissima presenza di

trevigiani: osti e ostesse, artigiani, alpini, capi della protezione civile e delle sezioni ex combattenti.

Insomma, una galassia in salsa trevigiana che per Galan puzza di bruciato. E che fa dire

all’onorevole Udc Antonio De Poli: «Zaia mette al primo posto i veneti che fanno comodo a lui. Ha

dato dimostrazione, ancora una volta, di mettere al primo posto i suoi interessi. Un tempo si

proponevano onorificenze per alti meriti. Ora basta fare un qualche favore per vedere il proprio

incartamento partire dal tavolo di un ministro». Ma vediamo i nomi, usciti nel 2009 in due tranche.

Nel primo gruppo, insignito mesi fa, ci sono praticamente tutti trevigiani: Alfredo Pagotto dei

Trevisani nel mondo di Arcade, Anna Mancini Rizzotti dell’Advar, l’imprenditore Sergio Mosole,

fratello di Remo, secondo sequestrato nella Marca nel 1983, il costruttore Genesio Setten, Virginio

Dal Zilio, il capo degli alpini di Arcade Florindo Cecconato, sempre di Arcade l’ex sindaco

Piergiorgio Turri. Passiamo a Quinto con l’imprenditore Luigi De Marchi, c’è poi la novantenne

Irma Zanatta storica ristoratrice di Merlengo, altro ristoratore è Giovanni Perenzin, titolare

dell’Antica Osteria di Solighetto. C’è poi la Pro Loco di Cimadolmo con Graziano Dall’Acqua. La

lista termina con l’artigiano Dante Vettorello, Massimo Gomiero di Quinto e Claudio Foffano. C’è

poi il secondo gruppo di trevigiani segnalati sempre nel 2009 da Zaia, che verranno insigniti a

giorni del titolo di cavaliere: il presidente dell’Associazione Manuela Sicurezza Stradale Andrea

Dan (San Fior), l’agricoltore Lino Rossi di Treviso, gli imprenditori Bruno e Angelo Dal Tio titolari

di La Tiesse di San Michele, altro imprenditore è Armando Spinazzè (Cimadolmo), Giorgio Napetti

di Quinto (ex assessore provinciale quando Zaia era presidente), l’artigiano Franco Baldassin di

Arcade, Pietro Zanatta fabbro di Ormelle e un altro artigiano arcadese è Giuliano Zussa (quanti

arcadesi...), poi ecco Gino Pozzebon di Paese, Dino Bontempi di Vazzola e Pietro Da Re di

Conegliano. Ma nelle segnalazioni di Zaia c’è spazio anche per la vipperia fuori regione: per il

mondo dell’ippica (amato da Zaia) Isabella Asti Bezzera (Varese), Vittorio Alessandro Viani

(Ferrara) e Pier Luigi D’Angelo (ha regalato a Zaia il figlio di Varenne), poi i giornalisti Roberto

Arditti (direttore del Tempo), Marisa Fumagalli del Corriere e il direttore del Gazzettino Roberto

Papetti. Infine Aldo Baldini da Brescia, la vecchia mondina Francesca Paracchini di Novara,

Giuseppina Rallo (Donnafugata), Pasquale Ventura e il generale Gennaro Vecchione, ex

comandante delle Fiamme Gialle di Treviso.

Mercoledì 26 maggio, pag. 3

Il nuovo titolare dell’agricoltura: «Grave crisi, negli ultimi anni perso il 94% degli spettatori alle corse»

Sull’ippica l’altro affondo del successore e rivale

TREVISO. Dopo la «lista» di Zaia, la stoccata sull’ippica. Giancarlo Galan è scatenato contro

Zaia: «Ho esposto al consiglio dei ministri la difficile situazione in cui si trova l’ippica italiana -

dice Galan - Un settore che negli ultimi anni ha mostrato di trovarsi in un persistente stato di crisi

finanziaria e organizzativa». Il ministro azzurro delle Politiche agricole alimentari e forestali Galan

critica così, non tanto indirettamente, la precedente gestione del ministero da parte del leghista Zaia:

«Basti pensare - dice Galan - che la nostra ippica negli ultimi anni ha perso il 94% degli spettatori

negli ippodromi: nel 1995 erano 2.617.000, nel 2008 sono scesi a 157.000. E quasi la metà dei

volumi di gioco, nel 1996 pari a 3,36 miliardi di euro, nel 2008 scesi a 2,27 miliardi. E per il 2010

le previsioni sono quelle di scendere sotto la soglia dei 2 miliardi». Insomma, per Galan il settore ha

continuato a impiegare tutte le risorse senza porre però in essere «alcuna politica di investimento

allo scopo di invertire gli andamenti in atto. «Probabilmente - incalza Galan - a seguito anche di un

mancato supporto che avrebbe dovuto esserci da parte dell’ente pubblico di riferimento, l’Unire,

che si è adagiato su modelli di operatività poco trasparenti e per nulla in linea con i tempi». Una

situazione difficile, che nel 2009 ha spinto l’ex ministro Zaia a nominare il trevigiano Tiziano

Baggio commissario dell’Unire. Dopo aver esposto la situazione, Galan ha proposto al consiglio dei

ministri la creazione di un comitato interministeriale composto da membri scelti dai ministeri delle

Politiche agricole, delle Politiche comunitarie, dell’Economia e dell’Interno, «in modo che possano

individuare una linea direttrice per una rivisitazione del sistema dell’ippica e del suo ente di

riferimento». La proposta è stata accolta dal consiglio dei ministri. (a.z.)

Mercoledì 26 maggio, pag. 2

I NUMERI L’assegno dell’Inpsa un trevigiano su tre in età adulta IL TRATTAMENTO Solo 785 euro al mese Nel resto d’Italia la media è di 801

Un esercito a riposo: 217milaMattia Zanardo

Una Marca di pensionati: un trevigiano su quattro è «a riposo». Addirittura uno su tre, escludendo

bambini e minorenni. Un esercito in crescita, ma tutt'altro che ricco.

Sono 217.052 le pensioni erogate dall'Inps in provincia nel 2009, secondo l'osservatorio dello

stesso istituto. Senza contare che occorre poi aggiungere alcune altre migliaia di ex lavoratori di

competenza di altri enti previdenziali. Da rapportare ad una popolazione complessiva che, alla fine

dell'anno scorso, sfiorava le 880mila unità. Ed ad una massa di occupati «attivi» intorno ai 376 mila

individui (più altri 21mila in cerca di un impiego) Premessa indispensabile: nel computo rientrano

le pensioni propriamente dette, ma anche quelle sociali, di invalidità, la reversibilità a favore del

coniuge. E i numeri si riferiscono ai meri trattamenti: un singolo soggetto potrebbe intascare più di

un assegno.

I conti sono comunque presto fatti: quasi un quarto degli abitanti della Marca gode di una qualche

forma di vitalizio, per la precisione il 24,6 per cento dei residenti. E Treviso non ha neppure la

quota maggiore tra le province venete: solo Padova ha un rapporto (di poco) più basso, con il 24 per

cento di pensionati, mentre Belluno e Rovigo superano il 30 per cento. La compagine è in

espansione: negli ultimi due anni hanno ottenuto un assegno dall'Inps quasi 3.500 trevigiani in più;

nel 2005, a beneficiare di un qualche reddito pensionistico erano in 209.557, circa 7.500 in meno di

oggi.

Una pattuglia a rendita fissa che in tempi di disoccupazione e precariato potrebbe suscitare l'invidia

dei tanti giovani in cerca di lavoro. Ma attenzione, salvo un'élite, non si tratta di cifre faraoniche:

l'importo medio delle pensioni trevigiane, nel 2009, era di 785 euro e 28 centesimi al mese. In un

lustro, è vero, i vitalizi si sono arricchiti di oltre cento euro: cinque anni fa il compenso ammontava

a 677,32 euro mensili. I pensionati della Marca, però, restano ben al sotto della media italiana,

fissata a 871,77 euro, e risultano più poveri anche dei colleghi del Veneto, dove il valore

complessivo raggiunge gli 801 euro.

Il grosso del lotto è costituito da pensioni di vecchiaia: ne beneficiano in 148.375 (il 68 per cento

del totale), ricevendo poco più di 918 euro. Oltre 51mila sono i cosiddetti «superstiti», ovvero i

familiari di un lavoratore morto dopo aver versato una certa quantità di contributi o di un

pensionato deceduto. Si vanno invece riducendo di anno in anno i titolari di sostegni di invalidità e

di pensioni o assegni sociali: oggi rientrano nelle due categorie rispettivamente 11.203 e 6.311

trevigiani, circa 3.400 e 280 in meno del 2005. Portano a casa non più di 576 e di 362 euro mensili

a testa.

Mercoledì 26 maggio, pag. 2

LA CISL

«Fra ex tessili e agricoltorimolti sull’orlo della povertà»

TREVISO - Tanti e sempre più spesso poveri. Un terzo dei pensionati trevigiani tira avanti con al

massimo 800 euro al mese. È la stima di Gianni Bortolato: «Storicamente Treviso ha pensioni con

importi in media inferiori rispetto ad altre provincie del Triveneto e ancor più rispetto ad aree come

il Nordovest - conferma il segretario provinciale della Fnp, il sindacato di categoria della Cisl -. È

l'eredità di un gran numero di occupati nel tessile o nell'agricoltura e in settori collegati, dove

vigevano contratti di lavoro di basso valore economico: questo poi si riflette sui trattamenti

pensionistici».

Secondo Bortolato, la quota di «baby pensioni» soprattutto di ex dipendenti pubblici non è poi così

influente: «Oggi non supera il 4 per cento. Anni fa il peso era decisamente superiore, anche se non

oltre il 7-8 per cento totale, ma è ormai dal 1992 è più possibile andare a riposo con requisiti così

favorevoli».

Il leder della Fnp trevigiana suddivide la massa degli ex lavoratori della Marca in due gruppi: «C'è

chi ha una pensione dignitosa, dai 1.000, 1.200 euro in su: sono costoro oggi che aiutano i figli a

pagare il mutuo o le rette dell'asilo». Dall'altra c'è quasi un trenta per cento di pensionati che campa

con meno di 800 euro al mese: «E sto parlando di pensioni »vere", di gente che ha versato i

contributi, non di assegni sociali. Siamo alla soglia di povertà, soprattutto se c'è un affitto da pagare

o un coniuge da mantenere".

Il sindacato guarda con occhio critico all'annunciata chiusura delle finestre pensionistiche:

«Ognuno deve fare la propria parte nella difesa del paese, ma non possono pagare sempre soliti -

ribadisce Bortolato -. Sono altre le sacche dove recuperare risorse: l'evasione fiscale, la più alta

d'Europa, la corruzione, una tassa occulta pagata in prevalenza dalle persone a reddito fisso, i costi

della politica».

Mzan

Mercoledì 26 maggio, pag. 11

Mercoledì 26 maggio, pag. 11

Mercoledì 26 maggio, pag. 11

Mercoledì 26 maggio, pag. 11

Mercoledì 26 maggio, pag. 11

Domenica 23 maggio, pag. 36

Domenica 23 maggio, pag. 36

Domenica 23 maggio, pag. 36

Mercoledì 26 maggio, pag. 24

Mercoledì 26 maggio, pag. 9 edizione di PORDENONEFRIULADRIA

Agricoltura, il patto con Avepa garantisce buoni frutti

PORDENONE - Avviata nell’ottobre 2008, la partnership tra Avepa e FriulAdria ha già prodotto

risultati importanti: oltre un miliardo di euro di contributi pubblici sono stati erogati agli agricoltori

attraverso la completa informatizzazione delle pratiche e la pressoché totale eliminazione dell’uso

della carta. Nel corso del 2009 Avepa ha pagato attraverso FriulAdria 225 mila contributi, inviati

tramite bonifico per un totale di oltre 560 milioni di euro. Nei primi sette mesi dell’esercizio 2010,

iniziato il 16 ottobre 2009, sono già stati elaborati oltre 190 mila bonifici bancari per quasi 500

milioni di euro: grazie allo sforzo delle strutture di Avepa solamente lo 0,46% dei pagamenti 2010

non è risultato pagabile per problemi sui conti correnti dei beneficiari.

Mercoledì 26 maggio, pag. 13 edizione di PORDENONE

“Sul Friulano decidano i produttori”L’assessore Violino sulla promozione: «Se avanzeranno proposte unanimi, la Regione le accoglierà»

TRIESTE - (So.Si.) «Se i rappresentanti dei produttori troveranno un accordo unanime sull'utilizzo

dei fondi per la promozione del Friulano e per il disciplinare 'Doc Friuli', il mio impegno è di

applicare tali indicazioni»: a lanciare l'idea-provocazione è Claudio Violino, il leghista assessore

regionale all'Agricoltura. Che ieri, nella seconda commissione consiliare presieduta da Maurizio

Franz (Lega), ha illustrato la bozza del progetto di promozione del vino Friulano rilanciando "senza

imporre alcunché a nessuno" l'idea della Doc regionale. Con lui, ascoltati in audizioni, presidenti

dei Consorzi e rappresentanti delle categorie del settore vitivinicolo.

«Entro la fine dell'anno - ha spiegato Violino - attendiamo la seconda erogazione dei fondi da parte

del Ministero per le Politiche agricole, raggiungendo i 10 milioni di euro per la promozione del vino

ex Tocai».

Due sono gli obiettivi "politici" che si intende raggiungere: «Il primo - ha detto Violino - è tentare

l'utilizzo del termine 'friulano' per la promozione di tutto il vino prodotto in Regione, ma anche del

prodotto agroalimentare. Il secondo è l'utilizzo del budget in modo coordinato, con una regia

unica». E sulla Doc Friuli regionale Violino ha detto di ritenere che «sia un'opportunità da cogliere

al volo». Raccogliendo delle aperture anche dalla Doc Isonzo, non pregiudizialmente contraria ma

nemmeno disposta a rinunciare al lavoro fatto sinora «accettando un progetto a scatola chiusa». È

stato poi il direttore dell'Ersa, Mirko Bellini, a descrivere i contenuti della bozza di progetto per la

promozione del Friulano. Ora si attendono i cinque nomi per la cabina di regia tecnica che affianchi

l'Ersa.

Mercoledì 26 maggio, pag. 28 edizione di VENEZIACINTO CAOMAGGIORE

La Provincia: «Non esiste un allarme-corvi»

CINTO CAOMAGGIORE - «Nessun allarme corvi». L'assessore provinciale all'Agricoltura

Massimiliano Malaspina risponde agli agricoltori di Cinto Caomaggiore e del Veneto orientale,

ribadendo agli stessi «di non creare allarmismo».

«Conosciamo bene la situazione - ha continuato l'assessore Malaspina - e i corvi, come le gazze, i

colombi, le nutrie, sono certamente un problema per l'agricoltura veneziana, ma la situazione di

quest'anno non è diversa da quella passata, non esiste un'invasione di corvi e i danni sono quelli

normalmente presenti nelle nostre campagne, in questo momento delicato in cui le colture stanno

crescendo e per distruggere una piccola piantina basta una semplice "beccata"».

L'assessore ha inoltre dichiarato che «denunciare danni per centomila euro significa ipotizzare la

distruzione totale di oltre cento ettari di mais, un danno oggettivamente esagerato e improbabile»,

anche se diversi agricoltori hanno lamentato di aver seminato più volte. La normativa in materia

prevede una franchigia di 100 euro. «Invito le imprese agricole - conclude Malaspina - a richiedere

come sempre il nostro intervento, ma solo a fronte di un problema reale, per evitare ritardi e

difficoltà per quelle aziende che veramente hanno subito danni consistenti». (M.Cor.)