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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XLI - N° 439 GIUGNO 2011 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax 030 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

Chiesaviva ANNO XLI - N° 439GIUGNO 2011

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.Abbonamento annuo:ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257

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PREGHIERA UNIVERSALEDI PAPA CLEMENTE XI

Credo, o Signore: ma che io creda più fermamente. Spero:ma che io speri più sicuramente. Amo: ma che io ami più ar-dentemente. Mi pento: ma che io mi penta più fortemente.

Adoro Te, come primo principio; Ti desidero come ultimofine; Ti lodo, come benefattore perpetuo; Ti invoco come di-fensore propizio.

Dirigimi con la Tua sapienza; rattienimi con la Tua giusti-zia; con la Tua clemenza consolami; proteggimi con la Tuapotenza.

Offro a Te, o Dio, i pensieri perché siano rivolti a Te; le pa-role, perché siano di Te; le azioni, perché siano secondo Te, lefatiche, perché siano per Te.

Voglio ciò che Tu vuoi, lo voglio perché Tu lo vuoi, lo vogliocome Tu lo vuoi; lo voglio fino a quando Tu lo vuoi.

Ti prego, Signore: illumina il mio intelletto; infiamma la miavolontà; purifica il mio cuore; santifica la mia anima.

Fa che io deplori le mie iniquità passate; che io respinga letentazioni future; che io corregga le inclinazioni viziose, cheio coltivi le virtù convenienti.

Dammi, o Dio buono, l’amore per Te; il distacco da mestesso; lo zelo per il prossimo; il disprezzo per il mondo.

Che io studi di obbedire ai superiori; di sovvenire agli infe-riori; di essere utile agli amici; di perdonare ai nemici.

Che io vinca il piacere con l’austerità; con la liberalitàl’avarizia; con la dolcezza l’ira; con il fervore l’indolenza.

Rendimi prudente nelle deliberazioni; forte nelle prove;paziente nelle avversità; umile nei successi.

Rendimi, o Signore, attento nell’orazione; sobrio nei pasti;solerte nel dovere; costante nel proposito.

Che io procuri di avere interiore limpidezza; esteriore mo-destia; esemplare la conversazione; regolata la vita.

Che io vigili assiduamente a domare la mia natura, a se-condare la grazie; ad osservare la legge; a meritare salvezza.

Che io impari da Te quanto è poca cosa ciò che è terreno;quanto grande ciò che è divino; quanto breve ciò che è deltempo; quanto durevole ciò che è eterno.

Fa che io prevenga la morte; che io tema il giudizio, chesfugga all’inferno, che ottenga il paradiso.

Per Cristo Signore Nostro. Così sia.

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O ggi viviamo inun’epoca dram-matica, dove

ogni battezzato deveavere il coraggio di di-fendere a voce alta lapropria Fede, sull’esem-pio dei Santi, senza la-sciarci condizionare daaltre ragioni umane. E laconsapevolezza di essa,senza altre considera-zioni, ci imponga, oggi,di respingere la vo-lontà di rinnovare que-sto eretico nuovo in-contro di false religioniad Assisi con quella “preghiera comunitaria” con irappresentanti di tutte le religioni false, togliendo,così, il Primato della Chiesa Cattolica, Apostoli-ca, Romana, Madre e Maestra di tutte le anime, emettendo in crisi i Missionari nella loro opera di evan-gelizzazione, i quali non possono più, in pratica,diffondere e difendere la Religione cattolica perchémessa alla pari delle altre false religioni, ma, purtrop-

po, dal Vaticano II rico-nosciute con gli stessivalori della nostra Fede.La massima espres-sione di questi satani-ci incontri si ebbe laprima volta nell’incon-tro di preghiera ad As-sisi del 1986, che af-fermò e aumentò il rela-tivismo, come, infatti, sivide nell’intronizzazionesu alcuni altari della Ba-silica del Santo, i piùsvariati idoli induisti,buddisti, animisti, men-tre si impedì alla statua

della Madonna di Fatima di entrare nella Basilica pernon “offendere” le altre false religioni.Insomma, più che un incontro di preghiera, quel ra-duno d’Assisi fu una carrellata folclorista di rituali tri-bali, magici, che si potevano, però, rappresentare inuna qualsiasi sala civica e non in una basilica catto-lica.A questo incontro satanico, però, dopo pochi mesi

del sac. dott. Luigi Villa

ASSISI:APOSTASIA?

Assisi 1986. Giovanni Paolo II permise di far porre sullʼaltare della Basili-ca di S. Francesco, una statua del Budda, proprio sopra il Tabernacolo

che conteneva Nostro Signore Gesù Cristo!

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seguì un terremoto che ebbe l’epicentro propriosotto la Basilica del Santo. Questo fu un certo am-monimento di disapprovazione da parte del Cielo.In realtà, le false religioni naturali, pur nella loro di-versità, fanno riferimento ad un Dio sconosciuto, for-giato dalla ragione umana o dal sentimento religioso,mentre la Fede cristiana è l’incontro di amore col Diofatto uomo, cioè Gesù Cristo. Quindi, le religioni na-turali non salvano, non possono redimere poiché so-no religioni naturali crea-te dall’uomo il quale nonpuò, con le sue sole for-ze, salvare se stesso.Il Dio cristiano, invece, èvenuto in soccorsodell’uomo, donandogli la“salvezza” con l’amoredel Figlio Gesù.Purtroppo, questa “sal-vezza” molti non sannoneppure in cosa consista,confondendola spesso inuna salvezza terrena (damalatt ie, fame, cala-mità...), mentre, invece,essa consiste nell’aprircialla Vita eterna, col ri-scatto del Sangue di Cri-sto Gesù morto in Croce,senza il quale non c’èsalvezza né su questaterra né in cielo.

Il vecchio Simeone, nelVangelo, con Gesù tra lebraccia, esclamò: «Egli èqui per la rovina e la ri-surrezione di molti, se-gno di contraddizione,cioè rovina per chi Lorifiuta, e salvezza perchi Lo accoglie». Non c’è un’altra via di salvezza: o Lo si ama oppureno; o Lo si accetta o Lo si rifiuta, con tutte le conse-guenze che ne derivano. San Pietro arriverà a dire:«Non è dato sotto il Cielo un altro Nome per ilquale possiamo essere salvati». (Atti, 4, 12).

Quindi, le false religioni non offrono alcuna via di sal-vezza, e allora come può l’illusione di pervenire aduna “pace tra i popoli”, con questi blasfemi incontridi preghiera, annidarsi in seno alla Chiesa Cattolicache dovrebbe sapere che tale pace Dio non l’ha mai

promessa?Nella cittadella del Santo di Assisi si ebbe la massi-ma espressione di questi incontri inter-religiosi dovesi posero sull’altare svariati idoli e si insultò Dio e laMadre di Dio.Le espressioni di adorazione, di supplica delle reli-gioni false, soggette a errori, superstizioni e creden-ze fideistiche, venivano poste sullo stesso piano del-la Religione Cattolica fondata da Dio stesso la cui

Fede non ha nulla a chefare con le altre credenzereligiose. Inoltre, si pro-vocò la frana della diffu-sione del relativismo; in-fatti, dai frutti di Assisi del1986, la gente rimaseconfusa, fino a considera-re il cristianesimo una re-ligione tra le altre.Nasceva, forse, una“nuova Chiesa” da cuidovevano derivare “nuo-vi preti” che dovevanofar perno non più sul “so-prannaturale”, ma solosul “sociale”? non sulla“Fede” ma sulla “ragio-ne” e sull’idea dell’azionemorale della religione?Nasceva, forse, una“nuova economia disalvezza”, che dovevaavviarsi su un camminofraterno di tutte le religio-ni? Non più conversioni,quindi, ma “culto inter-religioso” e “dialogo”.Però, se questa dovrà es-sere la posizione teologi-ca della Chiesa cattolicadi oggi, come si potrà di-re che, questa, sia an-

cora la Chiesa di Cristo? Ma questa “nuova Chiesa” è una novità, oppurenon è altro che l’antico piano dei nemici di Dio di tra-sformare la Chiesa cattolica in una “conchiglia vuo-ta” che si potrà poi infrangere con estrema facilità, edi cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce cheha tolto il potere assoluto di Lucifero sull’umanità?Ma anche Lucifero ha la sua “chiesa” e il suo “cri-sto”, e la “nuova chiesa” che si vuole creare incampo cattolico non è altro che la brutta copia diquesta “chiesa” di Lucifero e del suo “cristo”.

Giovanni Paolo II allʼincontro inter-religioso di Assisi del 1986.

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Ecco, infatti, le idee fissedella “chiesa” di Lucifero, laMassoneria:

«Emancipare l’umanitàattraverso lo gnostici-smo»;

«La sola Massoneria pos-siede la vera religione, lognosticismo...»;

«L’uomo è Dio, figlio diDio e non vi è altro Dioche l’uomo»;

«Il più elevato scopo spi-rituale è l’unificazionedelle religioni»;

«Le potenze occulte sonoall’opera e sostengonol’azione degli uomini (...).Esse produrranno unatrasformazione delle reli-gioni»;

«Il “Cristo risorto” e nonil “Cristo crocifisso” saràla nota distintiva della“Nuova Religione” ... »;

«Il mio Cristo non è quel-lo del Vaticano (...), Cristoè il puro Adam-Kadmondei cabalisti; vale a direla religione dell’uomo»;

«Per aderire al Cristo, èsufficiente aderire alPrincipio della giustiziache s’è incarnato nel Cri-sto e che è il Cristo inpersona»;

«L’idea della Massoneriaè di riunire tutte le reli-gioni e creare una religio-ne universale: religionesulla quale tutti gli uomi-ni si accordano»;«Scristallizzare tutte lereligioni, respingendo de-

cisamente, come fomitidi discordia e di guerra, idogmi, e cioè gli enun-ciati con cui si formulanopretese verità...»;

«Il Cristiano, l’Ebreo, ilMusulmano, il Buddista,il seguace di Confucio edi Zoroastro possonounirsi come “fratelli” eaccomunarsi nella pre-ghiera al solo Dio che èsopra a tutti gli altri dei»;

«.. e a questo punto, nonvi sarà più dissociazionetra l’unica Chiesa Univer-sale, la Sacra Loggia in-teriore di tutti i veri mas-soni, e i circoli ristrettidelle società esoteriche».

La riunione di tutte le reli-gioni: ecco dunque la solu-zione della “chiesa” di Lu-cifero per raggiungere la“pace tra gli uomini”.

Ma Papa Leone XIII, nellasua “Humanum genus” ciaveva messo in guardia:

«.. (la Massoneria) accre-dita il grande errore dioggi: (...) mettere sullostesso piano tutte le for-me religiose»!«Il genere umano, dopoche per l’invidia di Luci-fero si ribellò sventurata-mente a Dio creatore (...)si divise come in due cam-pi diversi e nemici tra loro:l’uno dei quali combattesenza posa per il trionfodella verità e del bene; l’al-tro, per il trionfo del male edell’errore. Il primo è il re-gno di Dio sulla terra,cioè la vera Chiesa di Ge-sù Cristo (...) il secondo èil regno di Satana e suddi-

«ROMA PERDERÀ LA FEDE».

(Madonna della Salette, 19 sett. 1846)

«OMNES DII GENTIUM DAEMONIA».

(Salmo 95)

«... VI È UN SOLO SIGNORE, UNA SOLA FEDE,

UN SOLO BATTESIMO. VI È UN SOLO DIO

E PADRE DI TUTTI CHE È AL DISOPRA DI TUTTI,

IN MEZZO A TUTTE LE COSE E IN TUTTI NOI».

(San Paolo, Ef. 4, 1-7 . 13-21)

«NON VI È CHE UN SOLO DIO».

(1 Cor. VIII, 4)

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ti ne sono quanti, seguendo i funesti esempi del lorocapo e dei comuni progenitori, ricusano di obbedireall’eterna e divina legge (...) Ma ai tempi nostri i parti-giani (del regno di Satana), ispirati e aiutati daquella società che largamente diffusa e fortemen-te congegnata piglia il nome di Massoneria, pareche cospirino insieme e tentino le ultime prove (...) Isuoi dogmi ripugnano tanto e con tanta evidenza allaragione che nulla può esservi di più perverso. Essavuole distruggere la religione e la Chiesa fondatada Dio stesso, (...) attentare ai principi della ra-gione e sospingere il genere umano alla piùabietta e ignominiosa degradazione. (...). In que-sto pazzo e feroce proposito pare quasi potersi rico-noscere quell’odio implacabile, quella rabbia divendetta che, contro Gesù Cristo, arde nel cuoredi Satana».

Queste ultime parole di Leone XIII trovano riscontronei documenti segreti dei “circoli ristretti delle so-cietà esoteriche”, che dirigono la Chiesa Univer-sale massonica. Infatti, in una lettera del 1871,scritta dal generale Albert Pike, Patriarca dellaMassoneria Universale e Capo del satanico Or-dine degli Illuminati di Baviera, il cui compito su-premo era quello di riunire tutte le religioni per anni-

chilire la Chiesa cattolica, la tanto decantata “pacetra gli uomini” viene chiamata col suo vero nome:“cataclisma sociale formidabile”, che viene cosìdescritto:

«Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provo-cheremo un cataclisma sociale formidabile chemostrerà chiaramente alle nazioni, in tutto il suoorrore, l’effetto dell’ateismo assoluto, origine del-la barbarie e della sovversione sanguinaria. Allo-ra, ovunque, i cittadini, obbligati a difendersi con-tro una minoranza mondiale di rivoluzionari (...)riceveranno la vera luce attraverso la manifesta-zione universale della pura dottrina di Lucifero,rivelata finalmente alla vista del pubblico; manife-stazione alla quale seguirà la distruzione dellaCristianità e dell’ateismo, conquistati e schiaccia-ti allo stesso tempo!».

Quindi, la “pace”, che si invoca negli incontri inter-religiosi di Assisi, ha il suo vero nome segreto: “la di-struzione della Cristianità e la manifestazioneuniversale della pura dottrina di Lucifero”.Questo sacrilego incontro di Assisi, pertanto, vavisto nella sua vera luce: un oltraggio alla SS. Tri-nità e a Nostro Signore Gesù Cristo!

Vaticano II... DIETRO FRONT!DIETRO FRONT!sac. dott. Luigi Villa (pp. 203 - Euro 20)

Questo mio nuovo libro analizza i più gravi errori contenuti nel Vaticano II, ilquale ha perfino cambiato la definizione della Chiesa, non più società di-vina, visibile, gerarchica, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, ma “co-munione” con tutte le altre religioni cristiane non cattoliche e anchecon quelle non cristiane persino con i non credenti. Una “nuova Chie-sa” che ha collettivizzato anche i Sacramenti; una “nuova Chiesa” che ciha dato un orientamento nuovo, radicale, grave che non è più cattolico, per-ché va distruggendo la vera Religione fondata da Gesù Cristo con un carat-tere eterno. Ora, la Verità che noi professiamo è DIO, è Gesù Cristo cheè Dio, e che, quindi non cambia.Questo libro, però, non vuole fare polemiche, ma invitare a pregare di piùper santificarci, per la salvezza delle anime e per la gloria di Nostro SignoreGesù Cristo!

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

NOVITA

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Il

teologo

IL DIALOGO

Il dialogo tra atei e credenti, tra cristiani e comuni-sti, fu reso possibile dalla erosione morale, socialedella morale cattolica. La scompiglia della Moralecattolica è venuta dall’“etica della situazione”. Fuinventata da Ernst Michel, e poi volgarizzata dal teo-logo americano Joseph Fletcher, il quale compose illibro “Situazione Ethic”, appunto per volgarizzare ediffondere la teoria di Michel, che consiste in unaconcezione totalmente relativistica della Morale, percui ogni atto dell’uomo, sia buono che esecrando,non è mai tale in assoluto, ma solo se riferito alla “si-tuazione” che lo ha generato; quindi, tutto può esse-re permesso, anche il suicidio, anche l’adulterio, an-che il furto, la tortura, l’assassinio, l’impurità. Ogniatto, cioè, può trovare la sua morale giustificante nelcaso che, volta per volta, l’ha suscitato. Eppure, Pio XII, nella sua “Divini Redemptoris”,aveva proclamato il marxismo un pensiero «pieno dierrori e di sofismi, contrastante sia con la ragione,che con la Rivelazione divina».Ma come poté pensare possibile il “dialogo” col co-munismo quando il suo Maestro supremo, Pio XII,opponeva al dilagare del marxismo nella cattolicità labarriera della scomunica?Ne seguì un giocondo irenismo che diede il via a unacrisi deflagrante di fede, di autorità. L'etica della “si-tuazione” ha aperto scappatoie a ogni regola morale.Pragmatismo e real-politik, pronti ad ogni adatta-mento, perché tutto diventa valido pur di raggiunge-re il fine.

E così, i “gruppi di pressione” hanno sostituito il ca-rattere sacro del culto, con lo zelo sociale. È la tesi an-cora di non pochi teologi d’oggi, sulla scia del reve-rendo Harvey Cox: «il punto di partenza per qua-lunque teologia ecclesiastica, oggi dev’essere unateologia di cambiamenti sociali».Si è andati oltre. In un Convegno di studi teologici siè sentito dire che “l’errore è spesso una integrazionedella verità”. E il sott. J. J. Altizer, catechista dell’universitàd’Atlanta, ha addirittura promosso un movimento di“cristiani atei”, dando per vero la “morte di Dio”;comparso nel corpo morto di Cristo.È così che dovrebbe far cadere l’ultimo diaframmatra cattolicesimo e marxismo.Per i progressisti cattolici, gli atei e gli eretici nonsono “che fratelli separati”. Per loro, tutti, atei e cre-denti; cristiani ed eretici, dovrebbero intrupparsi perla conquista del paradiso in terra attraverso le con-quiste sociali. Dimentichi del monito di Cristo «Ilmio regno non è di questo mondo».

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L a fede cattolica è ormai consi-derata un sistema di normemorali superate e nocive alle

relazioni, come se gli insegnamentievangelici fossero trattazioni teoricheincomprensibili ed autoritarie, da nonimporre alle altrui sensibilità.Ciò è causa della cattiva formazione edella rinuncia alla missionarietà checaratterizzano l’attuale momento sto-rico, in cui molti battezzati, annegan-do nell’accidia e nell’ignavia, per ti-more di proclamare la Parola di Dio,che è lo stesso Gesù Cristo, rimango-no indifferenti alla vocazione ricevu-ta.Mancano, inoltre, la comune vo-lontà di praticare le virtù vitali el’interesse per la Verità, essendo svi-liti sia la sacralità sacerdotale sia ilcarisma della dottrina cattolica, sotto-posti a continue rivisitazioni per esse-re adeguati alla nuova prassi religiosameno impegnativa e più adatta all’in-tercultura.Il credente dovrebbe adempiere inmodo perfetto ai compiti connessi conil proprio stato civile e professionale,dal momento che Dio, esigendo lacooperazione umana, ha fornito, alloscopo, la necessaria conoscenza e ledoti intellettuali. Siamo, perciò, tutti chiamati a prende-re la chiara consapevolezza del nostroagire ed a mostrare coraggio decisonel sostenere i fondamenti cristiani inqualunque circostanza. È il solo modo

condo ragioni solide e profonde; ci siarricchirebbe, per di più, di forza, ri-ferendosi anche nella quotidianità alsoprannaturale, mentre l’essere assi-milati alla Volontà di Dio favorirebbel’espressione intensa dello spirito.

Nei nostri tempi, invece, ci sentiamosconfitti nel riconoscere un’Intelligen-za Superiore, alla Quale uniformarci,pertanto, cerchiamo arrogantementedi affermare la nostra personalità conincerte speculazioni sul sacro che ge-nerano dubbi e disordine interiore.La Redenzione, è noto, non è gra-tuita per il soggetto passivo, doven-do essere attiva, libera risposta in-dividuale, anche a prezzo di rinun-ce, sofferenze ed impopolarità; ma,purtroppo, gran parte dell’umanità delterzo millennio, protesa verso vaniobiettivi, non è disponibile a rinuncia-re al piacere, al consenso e all’applau-so. Per questo è totalmente ostacolatoil piano di Grazia e favorito il peccatosociale che falcidia ogni valore atto arispondere alle esigenze dell’anima. Un humus fecondo d’empietà sta oraalimentando specialmente l’Occidenteche, recise le sue radici cristiane infunzione delle ideologie libertarie erelativiste, attraversa una svolta epo-cale della storia.È, infatti, in atto un processo di demo-lizione del passato del quale siamotutti responsabili e partecipi, come cirivela la consuetudine al quietismo

POPOLI ALLA DERIVA

di orientare l’intera esistenza alla sal-vezza eterna, cui poterci appellarequando altri cerchino di distogliercenecon pressioni, ricatti e derisioni, comeaccade oggi di frequente. Sicché nes-suna azione del cattolico può essereavventata e tutto deve convergere ver-so l’alto fine stabilito dal Creatore: èquesto obbligo ineludibile, un doveressere, perché l’unica, autentica caritàverso Dio e il prossimo in grado direalizzare l’unione tra gli uomini. Lavita così scorrerebbe nella pace, se-

della dott.ssa Pia Mancini

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arrendevole di fronte ad ogni tipodi orrore, lo stesso che stiamo mo-strando di fronte alle invasioni di altripopoli, in maggioranza musulmani,programmata e veicolata principal-mente per stroncare la Fede cattoli-ca tradizionale, nemica per eccellen-za del nuovo Ordine Mondiale pros-simo venturo.Non è oscurantismo né razzismo nécomplottismo pensare che dietroquanto si sta verificando nei nostrigiorni ovvero dietro le caotiche immi-grazioni di massa vi siano i soliti,astuti burattinai che manovrano ifili delle marionette loro asserviteaffinché queste ci costringano allasolidarietà verso i nemici di GesùCristo nonché all’accettazione ri-spettosa del moltiplicarsi di mo-schee e templi massonici persinonella nazione sede del Papato.Stupidamente si ritiene che con si-mili aperture e concessioni si pos-sano acquistare considerazione evantaggi, sebbene la mancanza dicoerenza dell’Occidente sia statasempre motivo di scherno e di-sprezzo soprattutto da partedell’Islam, il cui fondamentalismoper altro è usato proficuamente perspodestare il Cattolicesimo, Islamche va distribuendo un po’ ovun-que in Europa, in posizioni stra-tegiche, i suoi seguaci in attesadel fischio d’inizio della partita,il cui risultato finale sarà il domi-nio di Maometto sull’intero con-tinente. Già l’Italia, dal canto suo,per la posizione geografica e per leleggi lassiste, è divenuta il norddell’Africa, dove a chiunque, de-linquenti inclusi, è permesso di en-trare a pretendere e reclamare. Lacolpa, grave, di ciò è dei pulpitiecclesiali, dei politici, dei mass-media e dei bombardamentiumanitari che offuscano la realtàed inducono la pubblica opinione afare propria una falsa idea di dirittoche fa vergognare finanche del pen-siero di tutelare la propria appartenen-za, per tema dell’accusa di chiusuraed egoismo.Siamo prigionieri di una trappola enon senza colpa, nulla avendo opera-to, per decenni, al fine di mantenereviva la nostra identità cattolica, che lostesso clero ha barattato con la diplo-

mazia e l’inutile dialogo. Tra qualcheanno, dopo aver già detto addio allaTradizione liturgica e dottrinaledella nostra Chiesa, dovremo ri-nunciare anche ai segni sacri, allesolennità religiose ed alla nostracultura, sin d’ora considerati elemen-ti discriminatori oltre che provocatorinei confronti delle altre etnie, verso lequali perentoriamente siamo chiamatidalle alte cariche dello Stato e dallaGerarchia Vaticana a mostrare genero-sità ed accoglienza incondizionate concivile responsabilità.È fin troppo palese che la convivenzacon migliaia di extracomunitari sban-dati è un onere sproporzionato allenostre possibilità e oltretutto rischioso

per la sicurezza delle categorie socialipiù indifese, di solito abbandonate ase stesse. L’interesse per gli stranieri,comunque, non scaturisce dall’amoreper il prossimo né dalla condivisionedelle altrui emergenze, perché, se cosìnon fosse, da parte dei governanti ita-liani e della Comunità Europea vi sa-rebbe la medesima, pronta munificen-za nei confronti dei pensionati, dei

giovani disoccupati e delle famiglieimpoverite che, pur costituendo laparte rilevante della popolazione ita-liana, sono ricordati solo in occasionedelle elezioni. Alla nostra gente, giàstremata dalla crisi economica ad artescatenata, si vogliono elargire nuoveprivazioni e prove che rientrano neiprogrammi delle lobby massonichele quali prevedono, una volta salite alpotere, di essere acclamate dal mondocome restauratrici del benessere e del-la giustizia, da loro stesse soppressiper fomentare il malcontento. La globalizzazione è il peggiore in-ganno che si potesse escogitare, ap-punto perché l’abbattimento dellefrontiere non è per il benessere

dell’Umanità, bensì per la sua to-tale sottomissione per mezzodell’insicurezza materiale e spiri-tuale. L’uomo moderno, infatti, èuno schiavo da sfruttare; per que-sto si vuole privarlo di Gesù Cri-sto, il Bene assoluto, la Sorgenteunica della libertà e della dignità.Sui popoli si sta ora rivoltando, co-me boomerang, il pattume ateo eprogressista che tanto ha entusia-smato, ubriacando le coscienze. InItalia, in modo particolare, la bat-taglia si prospetta dura e non lasi vincerà certo con la demagogiadell’unità nazionale, del Tricolo-re e dell’Inno di Mameli, perchénon c’è unità di fede e di valori afare da barriera all’iniquità.Le future generazioni ricorderannodi quest’epoca il vuoto, l’inerzia e ilbunga bunga, attanagliati da una ter-ribile fame dell’anima che il sistemasecolarizzato, avuto da noi in ere-dità, non potrà saziare; esse, quindi,rischieranno la deriva, se l’EternoTimoniere non sarà rimesso allaguida delle loro imbarcazioni.L’insulso camaleontismo dei lea-ders civili e religiosi si riveleràpresto in tutta la sua dannosità

ed apriremo gli occhi, ma sarà trop-po tardi per tornare indietro. Si com-prenderà, finalmente, che la sostitu-zione dell’uomo a Dio e la fede con-ciliare, politicamente corretta, nonapportano che catastrofi, anche na-turali, e che il mondo ha collettiviz-zato il male e l’apostasia, sull’inse-gnamento dei falsi profeti del due-mila.

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10 “Chiesa viva” *** Giugno 2011

L’unità monetaria– Il Risorgimento

delle Banche, della Finanza e della Massoneria –

Q uest’anno si festeggia unsecolo e mezzo esatto dirapine compiute dalle

Banche. Sì! Perché con le forzateannessioni, il nascente Stato Unita-rio - succube ed al servizio deiBanchieri - impose un sistemabancario, togliendo al cittadinola proprietà della moneta,com’era già in uso nel Piemonte.Infatti, nello Stato Savoiardo, lastampa della moneta ed il controllodella circolazione monetaria era af-fidata ad un ente privato: la BancaNazionale degli Stati Sardi che,nel 1893, si trasformerà in Bancad’Italia, anch’essa privata, peravere il Monopolio totaledell’Emissione Monetaria. E lofece creando uno scandalo ad hocconosciuto come “scandalo dellaBanca Romana” (ovvero, mettendoin circolazione la duplicazione dialcune banconote con lo stesso nu-mero di serie) per poter poi, con questo pretesto, fondareuna sola Banca Centrale: la Banca d’Italia, appunto!Portando ai cittadini ovviamente, conseguenze gravissime,poiché chi batte moneta, sta al di sopra di tutti, dei politicistessi, i quali finiscono per essere dei dipendenti, degli sti-pendiati, dei contabili al servizio dei Banchieri. D’altron-de, la Banca d’Italia, o Banda d’Italia, che dir si voglia,

quale entità privata che è, non per-segue il bene comune ma quelloproprio, e quindi quello di riempi-re vieppiù i portafogli e di aumen-tare il potere.È questa davvero una truffa enor-me, in quanto, sui loro libri conta-bili, annotano al passivo ciò chedeve andare all’attivo e viceversa.C’è quindi un macroscopico rove-sciamento contabile, che altro nonè che una megatruffa, perseguibi-le ai sensi dell’art. 640 del C.P.; ol-tre a commettere tanti altri reati,quali, il Falso in Bilancio e l’Isti-gazione al suicidio; perché: quantipadri di famiglia, per vergogna oper onore, trovandosi in grave sta-to di bisogno, non potendocela fa-re più a portare avanti la famiglia,decidono di togliersi la vita? È bene ricordare e tenere bene inmente che: chi crea il valore dellamoneta è, il cittadino, in quanto:

la Nazione è composta da tanti Cittadini, questi cittadiniLavorano, attraverso il lavoro creano Ricchezza, la ric-chezza la si fa rappresentare dalla Moneta, sicché tuttala moneta in circolazione è di proprietà dei Cittadini enon della Banca. La Banca deve limitarsi solo a custodireil nostro denaro, così come farebbe un parcheggiatore allanostra auto. Vieppiù, perché la moneta non è più coperta,

del Prof. Francesco Cianciarelli

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“Chiesa viva” *** Giugno 2011 11

garantita e convertibile in Oro; e quello che hanno nel lorocaveaux in barre da 25 libbre (=12,444 kg.) non sono percoprire la moneta in circolazione, bensì è legato soltanto a“regole prudenziali di interscambio” (così le chiamano lo-ro) fra Banche Centrali.

Ma tornando al Periodo Pre Unitario, il Banco deIle DueSicilie emetteva monete d’oro e d’argento; inoltre, peragevolare la circolazione monetaria, anche fedi di creditoe polizze notate, le quali però corrispondevano alla quan-tità d’oro depositato presso il Banco (pari a 443 milioni dilire-oro), al contrario di quella Piemontese (con appenauna riserva di soli 20 milioni di lire-oro) dove, per giunta,il rapporto era che ogni 3 lire di carta moneta valevanouna lira d’oro. E con le continue guerre che i Savoiardi in-traprendevano, quella moneta finì per diventare una vera epropria carta ... toilet.

Con l’invasione piemontese al Sud, laprima operazione che si fece, fu quelladi impedire al Banco Duosiciliano (di-viso poi in Banco di Napoli e Bancodi Sicilia) di rastrellate dal Mercato leproprie monete d’oro per convertirlein carta moneta - secondo le Leggi Pie-montesi - poiché i Banchi avrebberopotuto emettere carta moneta per unvalore pari a 1.200 milioni e sarebberopotuti diventare padroni di tutto il mer-cato finanziario italiano. Quell’oropaulatinamente passò in casse sa-voiarde. Tuttavia - pur così - quell’oronon fece parte della riserva dellaBanca d’Italia, perché servì per fi-nanziare le diverse attività economi-che del Nord.A seguito di queste criminali scorri-bande monetarie e senza un sano con-trollo dell’emissione, si arrivò - conDecreto già dal 1863 - al corso forzo-so, cioè, la lira non poté più essereconvertita in oro. Lo Stato quindi, da allora con il “ge-nio” di Cavour fino ai giorni nostri,ha ceduto vieppiù la sovranità mone-taria a dei Privati, che agiscono die-tro ai cancelli dorati, dentro alleLogge Massoniche, a nostra insapu-ta, sulle nostre teste, contro le nostretasche, attentando le nostre speran-ze, frantumando i nostri sogni, offuscando il nostro fu-turo, gettando nella disperazione tante Famiglie, crean-do disoccupazione, alimentando droga, importando im-migrati spesso della peggiore specie, aumentando l’insi-curezza annientando i nostri valori, abolendo le nostretradizioni il tutto con la complicità o il tacito consensode nostri governanti.Come se tutto ciò non bastasse, con la Conquista Piemonte-se giunsero tante Tasse ed Imposte. Il carico fiscale au-

mentò all’istante dell’87%, fino a decuplicarsi, nell’arcodi poco tempo. Ricordiamone soltanto alcune; e che fanta-sia nell’applicarle sui più svariati prodotti o settori.In ordine alfabetico, ci sono quasi tutte:

A, come Acquavite ed Adozioni; B, come Birra; C, come Caccia e Consumo delle Carni; D, come Donazioni e Doti; E, come Esportazioni d’Avena, Fieno e Paglia; F, come Fabbriche; I, come Industria; M, come Mutui; P, come Pelli e Pensioni; S, come Sanitaria; V, come Vetture.

Invece, sotto i Borboni c’erano: comeImposta Diretta solo una: quella Fon-diaria, mentre le Imposte Indiretteerano poche e basse, ovvero: i Dazisulla Dogana, sul Sale e sui Tabacchi.L’imposta del Registro, sul Bollo e sul-la Lotteria. La Tassa postale e basta!Oggigiorno, invece, non ne parliamonemmeno; sono “290” le Tasse elenca-te sul mio libro: “Predoni PadroniPlanetari”; anche se, in realtà, sonoarrivate a ben “331”!C’è rimasta solo la tassa sull’aria, manon ditelo in giro, sarebbero dolori pertutti!

Ma ora, cerchiamo un po’ più da vicinodi capire come sono andate in realtà lecose, un secolo e mezzo fa. Non pos-siamo tralasciare il ruolo primarioche svolse la Massoneria, in partico-lare quella Inglese.

Incominciamo dalla stessa Parola: “Ri-sorgimento”, che ha una derivazionemuratoria. È simbolo iniziatico di Ri-Nascenza, di Ri-Generazione non so-lo dell’adepto ma dell’intero Popolo.Quindi Ri-Nascita del Popolo, Ri-Sorgere Politico. Per cui nome natodal patrimonio semantico massonico-carbonaro.Inoltre, ci sono i colori, con significato

massonico, della Bandiera.L’Inno che s’intitola non a caso “Fratelli d’Italia”. Con-tinua così, il sacro giuramento ateo-liberal-massonico diservire - vita natural durante - il mendacio e massimo Tri-colore, sul quale imperversa agiograficamente e geografi-camente il c.d. RISORGIMENTO, invece occorre oggi: ilRisorgiC... ni!!!

Lord Palmerston, Primo Ministro inglese era ilPatriarca della Massoneria, o meglio il Capo Su-premo del satanico Ordine degli Illuminati di Ba-viera (dal 1836 al 1865) che pianificò l’Unitàd’Italia per eliminare il Potere temporale del Pa-pato e iniziare la scristianizzazione del popolo ita-liano. Palmerston era alle dipendenze di NathanRothschild, il cui padre Amschel Mayer Rot-schild aveva fondato l’Ordine degli Illuminati.

(continua a pag. 16)

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DOCUMENTA FACTA

12 “Chiesa viva” *** Giugno 2011

PERCHE IL MEDICO PRESCRIVE CERTI FARMACI? GUADAGNA?

In “Un medico in famiglia”, un rappresentante dicasa farmaceutica offre all’ASL una macchina peranalisi. In cambio, prescrivere i loro prodotti danno-si. “Corrompere” i medici succede solo nei film?.. Solonei film il medico rifiuta! Pochi rivelano i giochisporchi, Gli informatori scientifici firmano un con-tratto impegnandosi a mai danneggiare la fama delladitta anche dopo averla lasciata (“La mala ricetta”,Ediz. Fratelli Frilli, Genova).Arriva dal medico, propone i propri prodotti, tacen-do effetti negativi, ammantandoli di effetti speciali:viaggi, auto, orologi, PC, cellulari, TV... Più ricette ilmedico prescrive, più “incentivi” riceve. Come mai lemedicine costano tanto? Beh, contate i regali che unacasa farmaceutica fa a responsabili ASL, MinisteroSanità, giornalisti, Riviste mediche, rubriche, TV, in-segnanti di scienza e biologia, presidi di scuole, poli-tici, medici (11.000 Euro e al medico)...Onesto, no? Poi, cene in ristoranti “IN”, per far cono-scere al meglio il farmaco al medico! Le case farma-ceutiche controllano di continuo le vendite dei far-maci attraverso le farmacie... e nelle ricette c’è sem-pre il nome del medico!Riscontro negativo? Oh.. il prossimo anno, nientegadgets. Positivo? “Premio” in conformità a vendite:100 farmaci, un televisore; 150, un PC: 300, un viag-gio di lavoro.. a Nairobi. Farmaci di stessa categoria si basano spesso su stessiprincipi attivi, alcuni costano centesimi. Perché pre-scrivere quel che costa di più? Che volete, un PCnuovo fa comodo (www.topsecret.net - www.indi-cius.it - comedonchisciotte.org).

INEFFICACI IN PIÙ DELLA META DEI PAZIENTI

«La stragrande maggioranza dei farmaci - più del90% - funzionano solo nel 30-50% dei pazienti» (Dr.Roses, Università Duke, North Caronia).

«Meno della metà dei pazienti ne ottengono benefi-cio» (All Roses, vice presidente GlaxoSmithKline).

«Non è un segreto per nessuno fra noi che la mag-gioranza dei farmaci sono volutamente inefficaciper cronicizzare le malattie e provocare altri danni».«Business è business! Mica si vive della salute dellagente». (M. Cascino, ex responsabile Upjohn).

Farmaci per Alzheimer attivi in meno di 1/3 dei pa-zienti, antitumorali in meno di 1 su 4. Farmaci peremicrania, osteoporosi, artrosi: metà dei soggetti.

«Stesso discorso per i vaccini. Come fa la gente acredere che fanno bene ai loro bimbi quando si sacosa contengono e provocano? Il problema è chenon lo sanno!». (Virologo).

«Armi biologiche? Mettere virus nelle vene deibimbi e delle donne: si chiamano Vaccini». «Quantiantibiotici e medicine efficaci ma per pochi centesi-mi, ritirati ogni anno dal Governo per tale motivo!».(M.V. Professore di farmacologia, Univ. Napoli).

Sorpresi? L’industria farmaco vuole fare denaro. Nonimporta come. Il loro migliore agente di vendita èl’UNICEF - Monopolio assoluto di vendita e distribu-zione dei vaccini per tutti i Paesi poveri. Quando po-co tempo fa, il Governo italiano ritirò i vaccini Hexa-vac, Morupar, anti suina, per i troppi danni, mica libuttò! Li vendette al Terzo Mondo!

«Non sapete quante pressioni abbiamo da UNICEFper utilizzare loro i vaccini senza verificarli!» (Il di-rettore OMS Mali).

«La maggioranza dei farmaci venduti in Italia sonoinutili e dannosi. Tutti noi farmacisti lo sappiamo»(Dvd “The constant gardner”, “il fuggitivo”, “Insi-der” con Russel Crow).

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“Chiesa viva” *** Giugno 2011 13

La verità sull’evoluzione e l’origine dell’uomo

di Pier Carlo Landucci

Occh i su l la Po l i t i caCARO PADRE PIO

Caro Padre Pio, cosa t’han fatto?Per anni interi t’han perseguitatoe, sul finir, t’han pure avvelenato, tanto da forzar lor l’ultimo atto!

In quella tomba tu non scendesti mai,ché l’ossa tue quel veleno, un giorno,il tuo nemico, di bell’agir adorno,colto l’avrebbe con meritati guai!

E allor, che far per toglierti di torno,se non involar la salma tua e lasciarad altri il peso, in un lontano giorno?

Gli stracci e il silicone celan solo,oggi, il peso di chi forse crede chela sol via sia ancor quella del volo?

(Anonimo)

30

GENETICA

L’INTERVENTO DIVINO

Monógenismo

Guardando all’attuale umanità, viene spontanea infine la domanda:Da un solo uomo, da una sola coppia (mono-genismo, unica origi-ne)? O da vari individui (poli-genismo, multipla origine)? Per la prima soluzione già depone la stessa unità attuale della specieumana - pur con la varietà delle razze - provata dall’uguale patrimo-nio cromosomico e dalla fecondità degli incroci, unità la cui spiega-zione naturale è la comune origine. Anche alla grande Tavola Ro-tonda di Parigi, dellʼUNESCO, (1969) sullʼorigine evolutivadellʼHomo sapiens si ebbero forti affermazioni monogenistiche. Anche la comune opinione che nell’ipotesi evoluzionista sia ovvia latrasformazione non di una sola coppia ma di molte è alquanto super-ficiale. Per ottenere infatti individui della stessa specie, gli ipoteticinumerosi soggetti generatori avrebbero dovuto essere anche essidella stessa specie e così i precedenti, dovendosi infine risalire aduna unica origine, ricadendo, in radice, nel monogenismo, con l’ag-giunta però di una assurda sincronizzazione evolutiva, nelle succes-sive generazioni, per puro gioco del caso, in tutte quelle serie di in-dividui. Che da più individui di una specie l’evoluzione possa produr-re progressivamente varie specie, secondo la linea di ognuno di essi,sarebbe - dal punto di vista evolutivo - logico, ma che produca la me-desima specie, no. Esclusa comunque l’evoluzione, non cʼè più dubbio. Il sommo Arte-fice per creare lʼunica specie umana, doveva ovviamente darle ununico capostipite. Anzi, dato che la prima coppia appunto perchéprima - non poteva avere un progenitore della stessa specie, la nar-

razione biblica del corpo femminile trat-to, in qualche misterioso modo, da unaparte del corpo di Adamo (Gn. 2, 21-22), così da assumere la stessa specifi-cazione somatica, se può far sorridereun pensatore superficiale, appare, inrealtà, in piena armonia con lʼesigen-za di un fondamento somatico unico(popolarmente: lo stesso sangue) perla vera unità della specie umana.S. Paolo fu esplicito nelle sue lettere(Rm. 5,12.19; 1 Cr. 15,45) e lo proclamòall’Areo-pago di Atene: «Egli trasse dauno solo tutta la stirpe degli uomini»(Atti 17,26).

(fine)

QUESTO STATO FA SCHIFO

Questo Stato fa schifo, Presidente -E il fatto mi procura sofferenza -Per colpa della classe dirigente,Democratica solo all’apparenza!

In realtà, corrotta e prepotente,Essendo ormai diffusa la presenzaMassonico-mafiosa onnipotente,Con qualche altolocata connivenza!

Da nord a sud, la povera Nazione,Con varie, articolate collusioni,Affonda nella grande corruzione,

Finita nelle nostre Istituzioni -Democratica, ipocrita finzione -In cambio di lucrose spartizioni!

Prof. Arturo Sardini

Chiusa

Quanti sono i massoni al Quirinale?!Quanti a Palazzo Chigi e al Viminale?!Quanti nel Parlamento Nazionale?!Quanti nella Giustizia?! Salve, vale!

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IL “DECENNIO MALEDETTO”E IL SANT’UFFIZIO

La Visita Apostolica di mons. Bevilac-qua, però, infonde coraggio al clero.Il 29 aprile 1927, il Canonico Salvato-re Novelli scrive un esposto al card.Carlo Perosi della Concistoriale in cuielenca le cause dello sfacelo della dio-cesi di Manfredonia. È un elenco inter-minabile: vizi sessuali e brame di pos-sesso e pantagrueliche di Mons. Ga-gliardi, promozioni di preti notoria-mente pederasti, scioglimento di co-munità religiose, violazioni di conventidi clausura, ruberie nei conventi, diffu-sione di calunnie che eccitano le di-scordie tra il clero.

Nel settembre 1927, la Visita Aposto-lica di mons. Bevilacqua sembra darei suoi frutti. Il Canonico Palladino è il primo ad esserepunito gli viene comminata la sospensione “a divinis”.Mons. Gagliardi lo ospita in vescovado per dimostrarglila sua amicizia, ma preoccupato della piega degli avveni-menti, muove le sue influenti amicizie e la Visita Aposto-lica viene bloccata. In settembre, mons. Bevilacqua, ètrasferito a Napoli.

Il 26 settembre 1927, la maggioranza dei canonici delCapitolo di Manfredonia presenta un primo ricorso allaSacra Congregazione del Concilio per esporre la situazio-

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

ne in diocesi e invocare il controllo diuna Visita Apostolica.

Il 27 settembre 1927, il podestà di SanGiovanni Rotondo, Francesco Mor-caldi scrive una lettera al card. Dona-to Sbarretti del Sant’Uffizio con unaltro elenco di misfatti di mons. Ga-gliardi: relazione amorosa con la nipo-te di una Badessa; truffe per carpiredenaro e per non pagare il fisco; spari-zioni di denaro, nomine a pagamento;nomina senza concorso per un pretepederasta; ordinazione sacerdotale diun uomo che non ha fatto un giorno diseminario, ma vanta due anni di reclu-sione per violenza carnale e altri dodicianni per pederastia esercitata su diversifanciulli; promozione a canonico peni-tenziere di un prete notoriamente liber-tino, bestemmiatore ed empio; estor-

sione di denaro a un prete settantenne; in pochi anni, 800fedeli morti senza Cresima a S. Giovanni Rotondo ed altri500, a Vieste. La lettera termina con un nutrito elenco dipersone che possono testimoniare, iniziando con “tutto ilCapitolo di Manfredonia”!

Il 18 ottobre 1927, la maggioranza dei canonici del Ca-pitolo di Manfredonia invia alla Congregazione del Con-cilio e alla Concistoriale un secondo appello che denunciale vessazioni subite e invocando l’intervento della superio-re Autorità Ecclesiastica.

a cura del dott. F. A.

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Padre Pio.

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Il 16 novembre 1927, i canoni-ci del Capitolo di Manfredo-nia, firmatari dell’appello del 18ottobre ricevono la pena dellasospensione “a divinis” e l’or-dine di recarsi a fare un corso diesercizi a Napoli.

Il 29 novembre 1927, i canoni-ci del Capitolo di Manfredoniasi rivolgono a Papa Pio XI conuna supplica perché «rivolga lasua attenzione alla loro diocesiove il disordine, l’immoralità el’abbassamento del clero, conl’abbandono di ogni disciplina edi tutte le organizzazioni cattoli-che, hanno portato ovunque lavera “abominatio desolationis” acui segue un elenco di fatti graviriguardanti mons. Gagliardi. Lagrave situazione diventa insoste-nibile.

Il 15 dicembre 1927, il Segretario di Stato, card. Ga-sparri, con l’approvazione del Santo Padre, firma l’in-carico a mons. Bevilacqua di “compiere un’inchiesta neiriguardi di un ecclesiastico le cui generalità saranno ma-nifestate solo a voce… e lo munisce all’uopo di tutte le fa-coltà necessarie ed opportune”.

Il 19 dicembre 1927, “Mons. Bevilacqua, su carta inte-stata, associa all’inchiesta, come coadiutore laico, Ema-nuele Brunatto, dandogli l’incarico di compiere al riguar-do alcune investigazioni”. Brunatto ha il lasciapassare perfarsi aprire tutte le porte che ritiene necessarie, accederead ogni sorta di informazioni e portarsi via qualche docu-mento utile per la difesa di Padre Pio. Terminate le inchie-ste principali, altre ne seguono, ma, ad un certo punto, lasintonia tra Brunatto e mons. Bevilacqua, viene a ces-sare: per Brunatto è colpa di Bevilacqua che, proteso ver-so la berretta cardinalizia, fa il doppio gioco. Si arriva per-sino a tentare di corrompere Brunatto, a minacciarlo dimorte, a preparare un piano per la sua eliminazione fisica.Brunatto lascia tutto e se ne ritorna a Pietrelcina, dopoaver disseminato in luoghi nascosti dei documenti com-promettenti. A Pietrelcina, Brunatto inizia a preparare ladocumentazione del libro “Lettera alla Chiesa”, la cuistesura sarà affidata a Francesco Morcaldi che firmerà ilvolume e che verrà pubblicato a Lipsia nel maggio 1929.

Inizio 1928. Le conclusioni dell’inchiesta di mons. Bevi-lacqua sono rifiutate dal Sant’Uffizio perché troppo infa-manti per il Vescovo di Manfredonia. I provvedimenti re-strittivi contro Padre Pio continuano a restare in vigoremalgrado l’evidenza emersa dalle inchieste che lo scagio-navano.

Nella primavera 1928, il Vaticano nomina un nuovo Visi-tatore Apostolico, mons. Giuseppe Bruno per completarel’inchiesta di mons. Bevilacqua sui canonici Prencipe ePalladino e su mons. Gagliardi. A giugno, il Vescovo di

Foggia esamina le accuse di duedonne ispirate da Miscio e Pal-ladino. Padre Pio ne esce come“umile, pio e semplice”. Ciono-nostante, si parla ancora di tra-sferirlo.

Il 3 gennaio 1929, in casa del-l’americana Maria Pyle, muorela madre di Padre Pio, il qualeriesce ad accorrere al suo capez-zale. Due giorni dopo, “nel po-meriggio alle ore tre, profittandodi uno spiraglio di bel tempo, ilProvinciale riconduce PadrePio in convento: scalpore dellastampa malamente informata”.

Nel maggio 1929, Brunatto è aLipsia per la stampa del libro:“Lettera alla Chiesa” che luicosì, in seguito, descrive: «Sitratta di un volume che fecistampare dalla Spamerske Bu-

chdruckerei, di 431 pagine, con riproduzione fotograficadi 281 documenti, firmato dall’avvocato Francesco Mor-caldi. (…) I mille esemplari erano destinati alle Autoritàreligiose e laiche, le più importanti della Chiesa… Avevofatto trasportare da Lipsia a Monaco di Baviera i mille vo-lumi in casse chiuse al mio amico Giuseppe de Paoli,gioielliere in quella città». Era stato proprio Padre Pio aconsigliare a De Paoli di trasferirsi da Bolzano a Monacodi Baviera. «Gli originali dei documenti riprodotti nel vo-lume – racconta Brunatto – erano stati da me ripartiti inuna cassaforte a Monaco, in una villa di Maria Pyle e inaltra sede all’estero».Spaventato dal contenuto del libro “Lettera alla Chiesa”,il Vaticano cerca una soluzione. Il card. Rossi proponeall’avvocato Morcaldi, firmatario del libro, di consegnar-gli i mille volumi e i documenti, promettendogli che a Pa-dre Pio sarebbe stata fatta giustizia. Ma ciò si rivelerà uninganno.

Il 23 maggio 1929, in seguito alla relazione di mons. Bru-no ma soprattutto per la minaccia della distribuzione dellibro “Lettera alla Chiesa”, i Cardinali “sono concordinel dire che il miglior partito sia di invitare mons. Gagliar-di alle dimissioni”. Il Sant’Uffizio è costretto a emettere lecondanne.

Il 1° ottobre 1929, mons. Gagliardi si dichiara “figlioobbediente” e si dimette. E si conclude qui la sregolatacarriera di mons. Pasquale Gagliardi, Arcivescovo diManfredonia: egli viene destituito dalla carica vescovile eprivato delle insegne episcopali. Finisce la sua febbrilegiornata terrena a Tricarico, dimenticato dalla maggiorparte dei fedeli.

1 La quasi totalità del testo è una sintesi tratta da libro di F. Chiocci eL. Cirri, “Padre Pio, storia d’una vi ttima”, v. I.

Il palazzo del Sant’Uffizio.

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(continuazione da pag. 11)

Infine, i tanti importanti Scritti, da me preferiti come quel-li di De Crescenzo, Di Giovine e Zitara; ma ce ne sonotanti altri che leggo e seguo volentieri e con interesse.Illuminante è ciò che scrive il Massone Giulio De Vita -quindi, come il titolo di un film, al di sopra di ogni sospet-to - sul Libro dal titolo “Finanziamento della Spedizionedei Mille”, che come tutti sanno, avvenne l’11 maggio del1860. Egli, senza perturbarsi minimamente, scrive infatti: «Chipagò? Ci fu un modesto versamento di circa 25.000 lire,fatto da Nino Bixio a Garibaldi inpersona, all’atto dell’imbarco da Quar-to; ma aggiunge, lavorando negli Ar-chivi segreti degli Inglesi, ho scopertoche in quei giorni, a Garibaldi fu se-gretamente versata l’enorme cifra di3.000.000 di franchi francesi», cioèdi svariati miliardi attuali. Detto ver-samento avvenne in piastre d’oro tur-che, moneta accettata in tutto il Me-diterraneo.E a che servirono tutti quei soldi? Allaresa di Palermo, ottenuta non con legesta eroiche delle camicie rosse, macon le piastre d’oro versate al generalepalermitano Ferdinando Lanza. Contutti quei miliardi, possiamo ora megliocomprendere come “Peppinello” conl’Impresa di soli 1.000 avanzi di gale-ra abbia potuto metter in fuga un Eser-cito numeroso e con soli 78 morti!! Non si volle lasciare traccia di tuttociò. Non a caso il Piroscafo “Ercole”,su cui viaggiava Ippolito Nievo, daPalermo a Napoli, a conclusione del-la Spedizione, affondò per una esplo-sione alle caldaie. Annegarono tutti.Si poteva pensare ad un fatale inciden-te, se non fosse stato che il Nievo, co-me capo dell’Intendenza, amministra-va i fondi segreti e quindi recava consé tutta la documentazione dell’impiego e della destinazio-ne dei fondi per il Sud. Il De Sivo ci ricorda a tal propositoche l’Esercito Borbonico aveva: «soldati bravi, sottuffi-ciali buoni, ufficiali mediocri, colonnelli mediocrissimi,generali di nessuna bontà».La fonte del denaro era il Governo Inglese (non dimenti-chiamo che il Sovrano era ed è il Gran Maestro della Mas-soneria) e che lo Sbarco - non a caso - avvenne a Marsala,che era in quel momento come una specie di feudo bri-tannico e si trovava sotto la protezione di due navi inglesi,dove proprio su una di queste navi - nel porto di Palermo -fu firmata la resa dell’isola.Infine, i tanti Personaggi Risorgimentali, odoravano diMassoneria fino alle ossa. In primis, il Gran Maestro

Peppino (Garibaldi), poi Nino Bixio, Mazzini, Mameli,Silvio Pellico, Pisacane, Maroncelli. Il Parlamento erapieno; ricordiamo fra tanti: Francesco Crispi, AgostinoDepretis, Giuseppe Zanardelli, Camillo Benso di Ca-vour. Vittorio Emanuele II simpatizzò notevolmente perla Massoneria, acconsentendo l’affiliazione del figlio, chediventerà Re Umberto I°. Non a caso incisive sono le pa-role che ebbe a pronunciare Francesco II: «Non sono imiei sudditi che combattono contro di me, ma l’inqua-lificabile invasione di un nemico straniero».Mi corre, a tal proposito, l’obbligo di fare una breve consi-derazione su Cavour e Peppino (Garibaldi). CAVOUR,grazie al servizio reso per sé e per la Massoneria Bancaria(Sì! Perché c’è anche quella), aveva interessi propri nella

Banca Nazionale degli Stati Sardi,nata nel 1849, e di proprietà privata,sotto il Governo D’Azeglio, divenneMinistro delle Finanze prima, e Pri-mo Ministro, poi. Mentre nei 34 anni che vanno dalla ca-duta di Napoleone fino al Regno diSardegna, si accumularono 135 milio-ni di debiti; dal 1848 al 1860 - ovveroin soli 12 anni - quel “genio” di Ca-vour ne totalizzò l’astronomica cifra di1. 024.970.595 di lire.Il Bilancio Duosiciliano, al contrario,era in perfetto pareggio.Su Peppino (Garibaldi) invece, beh!Gli epiteti sono quasi infiniti. Possia-mo definirlo - perché tale è stato - indiversi modi: razziatore - ladro di ca-valli - pirata - criminale di guerra -negriero - mercenario - truffatore -stupratore di donne - massone - ne-mico della Chiesa - il rifiuto dei ri-fiuti. E mi fermo qui.Di lui si sa tutto. Solo desidero soffer-marmi rapidamente sulle sue scorri-bande sudamericane, Truffe fatte alleBanche ed Evasione fatta allo Stato.

Nel 1836, PEPPINO, essendo accusatoa Rio de Janeiro dei loschi traffici chefaceva, viene espulso.

Si dà alla Pirateria. Compie diverse scorrerie e saccheggicontro le navi cattolico-ispaniche. Dal Brasile si trasferiscein Argentina fino ad arrivare in Uruguay. Anche qui assa-lendo navi mercantili, facendo poi razzie e stupri di ognigenere in ogni villaggio. Rubando oro e violentando donne,fino a che una tenace giovane gli stacca l’orecchio destrocon un morso. Da quel momento il nostro bravo “eroe”si farà crescere i capelli. Nel frattempo, in altri latitudinidel mondo, l’Inghilterra insieme agli Stati Uniti e Franciapoi si daranno da fare nel losco traffico e commercio diDroga con la Cina, trasportando interi carichi di navi. In-tanto, cresce la banditesca popolarità di Peppino nostro, alpunto da ritenere opportuno di iscriversi, il 24 agosto 1844,presso una Loggia Irregolare, “L’asilo della Virtù” a Mon-

Iconografia massonica garibaldina.Giuseppe Garibaldi ebbe infiniti epiteti, tra cui:razziatore, ladro di cavalli, pirata, criminale diguerra, negriero, mercenario, truffatore, stupra-tore di donne, nemico della Chiesa, rifiuto dei ri-fiuti, massone e, nel 1864, Gran Maes t ro delGrande Ori ent e d’It al i a.

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afferma: « ... Questa Penisola era Unita nella Fedequand’era Divisa in più Stati. Ora che è Unita, è Divisanella Fede».

Questi sono soltanto un paio di tassellidella Via Crucis patita dalla Chiesa diRoma!Ogni tanto, nei ragionamenti odierni, sisente dire: arretratezza o lentezza buro-cratica borbonica; senza sapere che laburocrazia duosiciliana è stata ungioiello di efficienza, mai superata danessuno. Infatti, non solo a Napoli, nelRegno delle Due Sicilie, ma in Italia,in Europa e finanche nel Mondo, si an-noverarono tanti Primati.Vediamoli insieme.

Nella sola Napoli:C’era il maggior N° di: Fabbriche Tes-sili, Teatri, Conservatori Musicali, Ti-pografie (ben 113), Giornali, Riviste.C’è stato il 1° Piano Regolatore. È sta-ta la 1a Capitale con Maggior N° diAbitanti, con ben 500.000 persone.

PRIMATI Italiani

1735: 1a Cattedra di Astronomia.1763: 1° Cimitero Italiano per Poveri.1782: 1° Intervento di Profilassi Anti-tubercolare.1789: 1a Assegnazione delle Case Popolari.1789: 1a Istituzione di Assistenza Sanitaria Gratuita.1807: 1° Orto Botanico.1812: 1a Scuola di Ballo (presso il “Teatro San Carlo”).1813: 1° Ospedale Psichiatrico.1833: 1° Corpo dei Pompieri.1835: 1a Istituzione per Sordomuti.1839: 1a Ferrovia e 1a Galleria Ferroviaria.1839: 1a Illuminazione a Gas di una Città e 3a in Europa.1840: 1a Fabbrica Metalmeccanica (con 1050 operai).1841: 1° Centro Sismologico.1841: 1° Sistema a Fari Lenticolari a Luce Costante.1843: 1a Nave da Guerra a vapore. 1843: 1° Periodico Psichiatrico. 1845: 1a Locomotiva a Vapore. 1845: 1° Osservatorio Meteorologico e Sismologico.1848: 1° Esperimento di Illuminazione a Luce Elettrica.1852: 1° Telegrafo Elettrico. 1852: 1° Bacino di Carenaggio in Muratura. 1860: 1a Flotta Mercantile e Militare e 2a nel Mondo. 1860: 1a Nave ad Elica. 1860: 1a Industria Navale (con 2000 operai). 1860: 1° per N° di: Orfanotrofi, Ospizi, Collegi, Conser-

vatori e Strutture di Formazione ed Assistenza. Edinfine, la Maggior Borsa Merci.

(continua)

tevideo prima ed alla Loggia “Gli Amici della Patria” do-po (dipendente dal “Grande Oriente” di Francia) in mododa accrescere il suo potere. Ma Mazzini lo invita a rientra-re in patria, perché considera che i tem-pi sono maturi A Gloria Del GrandeArchitetto dell’Universo (=AGDGA-DU) di massonica memoria. Nel 1848,esce “Il Manifesto” elaborato daMarx ed Engels, con il finanziamentodei massoni Clinton Roosevelt ed Ho-race Greely, entrambi membri dellaLoggia “Columbia” fondata a NewYork dagli Illuminati di Baviera. Suc-cessivamente, lo stesso Marx, in colla-borazione con Mazzini, viene incarica-to dagli Illuminati di preparare la “Pri-ma Internazionale Comunista”.Un secondo episodio di PEPPINELLOBello, è che fu Insolvente con le Ban-che. Infatti, quando chiese al Banco diNapoli un prestito (pari ad 1,5 miliar-di di lire) per suo figlio Menotti, chefaceva l’agricoltore ed era DeputatoParlamentare, alla scadenza non pagò(talis pater, talis filius). Il Banco si ri-volse al padre, il quale replicò: «Macome, vi ho liberati dal giogo borbo-nico e volete anche la restituzionedel prestito!».Un terzo episodio dell’“eroe dei due mondi”, è che fuEvasore Fiscale. Quando gli arrivò la richiesta di paga-mento, prese carta e penna, e scrisse testualmente e breve-mente cosi: «Signor Esattore, mi trovo nell’impossibi-lità di pagare le tasse. Lo farò appena possibile. Distintisaluti». Punto e basta. Segue la sua firma.

Con l’unità d’Italia non è stato risparmiato nessuno. Vera-mente toccante e commovente è la Lettera che scrisse alSavojardo II, il Preposto generale della Compagnia di Ge-sù, Padre Pietro Beckx, in data 24 ottobre 1860. Cosi sirivolgeva: «... Coi primi commovimenti italiani al fine del1847, e sugl’inizi del 48, tutte le Case ed i Collegi dellaCompagnia di Gesù negli Stati Sardi, dall’una e dall’altraparte del mare, furono soppressi, i suoi beni confiscati, isuoi membri dispersi ed ignominiosamente sbanditi. Cen-tinaia e centinaia furono scacciati dalle case e dalle città;tradotti come malfattori a mano armata di paese in paese,detenuti nei pubblici carceri, maltrattati ed oltraggiati fe-rocemente; non si ebbe riguardo nemmeno alle caniziedegli anni, né alle gravi infermità. Per cui: Protesto con-tro la spoliazione dei nostri beni, contro le proscrizioni,gli esilii, le prigionie, le violenze, gli oltraggi fatti ai mieiconfratelli. Protesto altresì, per le atroci sofferenze deitanti vecchi, impotenti, scacciati dai ricoveri, abbandonatial loro destino, senza nessun mezzo di sussistenza». Se-gue la sua firma.

Per non parlare poi dell’illuminante sintesi che fece S.S.Pio IX nell’Allocuzione del 6 gennaio del 1875, laddove

Re Ferdinando II di Borbone, del Regno delledue Sicilie, successore di Fracesco I, regnò dal1830 al 1859, portando il regno ad una prosperitàe potenza industriale e commerciale addirittura in-concepibile a quei tempi.

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L’attento lettore di “Chiesa vi-va”, Fernando Galbiati, conriferimento al mio articolo

“Le tre vie che conducono al dominiomondiale”, contenuto nel n. 436 dellaRivista, dichiara di non aver ben com-preso quanto ho ritenuto di esporre aproposito del “Credo”, per dimostrarela fondatezza del pensiero di coloro cheaspirano ad un “cattolicesimo prote-stante”, tra cui Ernesto Bonaiuti, dicui ho riportato un brano chiaramentedimostrativo di quelle aspirazioni. Edho ritenuto di prendere come esempiodi questo programma eretico il “Cre-do”, una delle principali preghiere cat-toliche. Pertanto, fatta ammendadell’erronea menzione di Papa Pio IVal posto del suo successore Pio V, comerimproveratami dal gentile lettore, ten-to di essere maggiormente chiaro a pro-posito della strana versione dell’attuale “Credo”, che sirecita nella “nuova Messa”, nata dal Concilio Vaticano Il. Avevo fin da giovanissima età imparato il “Credo”, unadelle principali preghiere della cattolicità, in una certa esemplice versione. All’improvviso, durante una Messa ce-lebrata qualche anno dopo il Concilio Vaticano Il unastrana novità mi colpì, sotto forma di una certa apposi-zione che non avevo mai sentito prima e che immediata-mente mi sembrò che urtasse contro quello che era statofin ad allora il “Credo” da me conosciuto. Questo proble-ma mi rimuginò nella testa e creò dentro di me la perce-zione che qualcosa di estraneo e di incompatibile fosse pe-netrato in quella preghiera e probabilmente nella dottrinacattolica, quale mi era stata insegnata.

Il mio articolo apparso sul n. 436 di “Chiesa viva”, aven-do in verità una portata ben più ampia, quale l’aspirazione

di certi ben noti ambienti internazionalia conseguire il potere mondiale, pone-va in rilievo che una delle vie per rag-giungere la meta è quella di natura reli-giosa, diretta al compimento del cosid-detto ecumenismo; ma a questo proble-ma particolare avevo dedicato solo po-che righe con un semplice accenno alproblema del “Credo”, e giustamenteil cortese lettore ha lamentato una scar-sa chiarezza di quanto avevo scritto suquel problema particolare.Cerco ora di dare una più completa trat-tazione sul problema del “Credo”, spe-rando di rendermi più comprensibile.Sui Simboli più antichi (apostolico, ni-ceno e niceno-costantinopolitano), il“Credo”, una delle principali preghierecristiane sempre recitata nel corso dellaMessa, fu codificato nella Professio fi-dei Tridentina con una Bolla di Pio

IV, nel 1564, il cui testo in italiano fu fino al Concilio Va-ticano Il esclusivamente il seguente: «lo credo in Dio Padre, onnipotente, creatore del Cieloe della Terra, e in Gesù Cristo, suo unico Figliolo no-stro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nac-que da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu cro-cifisso, morì e fu sepolto, discese all’inferno, il terzogiorno risuscitò da morte, salì al Cielo, siede alla destradi Dio Padre onnipotente; di là ha da venire a giudicarei vivi e i morti, la santa Chiesa cattolica, la comunionedei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione del-la carne, la vita eterna. Così sia».

Questa e solamente questa fu la preghiera che mi era statainsegnata fin dal tempo della mia prima comunione duran-te le lezioni di catechismo, e che ho sempre ascoltato damia madre.

Due “Credo”nella nuova Liturgia Cattolica?

Due “Credo”nella nuova Liturgia Cattolica?

del Dott. Bruno Tarquini, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione

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Secondo questa preghiera chiari e ben definiti sono i Sim-boli della professione di fede secondo il rito cattolico-ro-mano: un unico Dio Padre Creatore del Cielo e della Terra,Gesù Cristo Figlio di Dio e della sua stessa sostanza per-ché concepito di Spirito Santo, la incarnazione del Figlio ela Sua nascita dalla Vergine Maria, la Sua crocifissione, laSua morte, la Sua discesa agli inferi, la Sua resurrezione,la Sua ascensione al Cielo, la Sua futura venuta, un’unicasanta cattolica apostolica (e Romana) Chiesa, la remissio-ne dai peccati, la resurrezione dei morti, la vita eterna.

Dopo 401 anni il Concilio Vaticano II, ad opera dellaCommissione per l’esecuzione conciliare sulla liturgia sa-cra (Consilium ad exsequendam Constitutionem de SacraLiturgia), presieduta dal cardinale Giacomo Lercaro ecomposto anche da monsignore Annibale Bugnini (piùtardi scoperto come sicuro appartenente alla massoneria epertanto “punito” con la nomina a nunzio apostolico aTeheran e che anni prima era stato ad-dirittura esonerato dall’insegnamentodella liturgia a causa delle sue idee nonortodosse) ritenne di inserire nella li-turgia cattolica un secondo “Credo”,dandogli la seguente nuova versione:

«Credo in un solo Dio, Padre onni-potente, creatore del cielo e della ter-ra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cri-sto, unigenito Figlio di Dio, nato dalPadre prima di tutti i secoli: Dio dàDio, Luce da Luce, Dio vero da Diovero, generato, non creato, dellastessa natura del Padre; per mezzodi lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra sal-vezza discese dal cielo, e per operadello Spirito Santo si è incarnato nelseno della Vergine Maria e si è fattouomo. Fu crocifisso per noi sottoPonzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, “secondo le Scritture”, èsalito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi, e imorti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, eprocede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha par-lato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita che verrà.Amen».

Non sono un teologo, né un professore di storia delle reli-gioni, e neanche un semplice insegnante di religione allescuole medie; mi presento solo come persona intellettual-mente curiosa di conoscere e di interpretare gli avveni-menti della storia e quindi della economia, della politica edella religione, partendo dalla presupposto che questi tresettori sono collegati tra loro da una lunga linea rossa,molto spesso sotto traccia, che li tiene strettamente e na-scostamente intrecciati l’uno all’altro, rimanendone vicen-devolmente influenzati e condizionati.

Quindi, per prima cosa, mi si vorrà perdonare se sottopon-go la seconda versione del “Credo” ad una brevissimaanalisi sull’uso delle parole e della punteggiatura e suimotivi che quell’uso hanno consigliato. La cosa non è na-turalmente fine a sé stessa, perché l’uso di talune parole edi una certa punteggiatura può sconvolgere il significa-to di una frase e, come nel caso di specie, assumere unnegativo riflesso sulla interpretazione del significatoreligioso della preghiera in esame, almeno per quanto ri-guarda la parte che si riferisce al simbolo più importantedella religione cristiana, quello che la contraddistingue inmodo decisivo dalle altre religioni, rendendo irrimediabil-mente impossibile di ritenere che tutte le religioni sianotra loro uguali, pur in una visione alquanto dolcificata cheè propria dell’attuale più volte enunciato (anche in alto lo-co) ecumenismo. Mi riferisco al Simbolo della Resurre-zione di Gesù. Se Gesù è risorto dalla morte non puòche essere il Figlio di Dio e quindi Dio stesso; se non è

risorto o si dubita di questo Simbolo,Gesù potrebbe essere incluso nel nu-mero dei tanti profeti, come sostengo-no giudei e mussulmani. Non c’è alcu-na via di mezzo: solo la resurrezionedi Gesù dalla morte prova che la Suasostanza è quella di Dio e che, quin-di, è Dio Egli stesso.

Prima di prendere in esame questo pre-minente punto del nuovo “Credo”, ènecessario rilevare preliminarmentecome la seconda versione di questapreghiera si contraddistingua per unaeccessiva prolissità (è lunga il doppiodella prima versione, peraltro come èusuale nel linguaggio e nella scritturadei nostri giorni, che sembrano pro-grammati proprio per nascondere ilpensiero), così poco confacente peruna preghiera, che (al pari di tutte lealtre) dovrebbe segnalarsi per concisio-ne, come, d’altronde, ha insegnato lo

stesso Gesù con il “Padre nostro”, l’unica preghiera cheEgli ci ha direttamente tramandato. Tanto per fare soltanto alcuni esempi, perché nella nuovaversione del “Credo”, all’affermazione di un Padre onni-potente creatore del cielo e della terra si è ritenuto di ag-giungere le parole, che mi appaiono sovrabbondanti equindi inutili, “di tutte le cose visibili e invisibili”? Que-ste parole che cosa aggiungono al simbolo della creazionedel cielo e della terra da parte di un Padre onnipotente, equale diverso significato può loro darsi una volta che si èdato atto della creazione, oltre che della terra, anche delcielo, concetto, questo, necessariamente comprensivo ditutto “l’universo” e quindi anche delle “cose invisibili”?E quale valore dare alle parole “Dio da Dio, Luce da Lu-ce, Dio vero da Dio vero”? Non era sufficiente il periodoche precede queste parole, come nella prima versione?Naturalmente questi sono solo alcuni esempi della denun-ciata prolissità del secondo “Credo”, e mi piace conclu-dere questo specifico punto preliminare, mettendo in rilie-vo come ogni preghiera, specialmente importante come il“Credo”, acquisiti una maggiore solennità e ispiri unamaggiore meditazione se vi siano in essa conciliate com-pletezza e concisione.

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La cosa straordinaria è che il “Credo” nella sua primaversione è ancora riconosciuto valido anche ai nostri gior-ni: esso infatti viene recitato durante la Messa nel tempodella Quaresima, durante il quale, come suggerisce il Mes-sale Romano (II ed., pag. 306) «si può rinnovare la profes-sione di fede come Simbolo detto “degli Apostoli”» ed «ilcelebrante è tenuto ad avvisare per tempo l’assemblea li-turgica di questa scelta». Perché questa preghiera, nellesue due versioni (tanto contrastanti ed incompatibili tra lo-ro, come vedremo, in un ben determinato punto con graviconseguenze sullo stesso fondamento del Cristianesimo)viene, ciò nonostante, recitata in entrambe le versioni, siapure in tempi diversi, dalla liturgia del-la Messa? A quale delle due versioni, tra loro co-sì diverse per l’inquietante contra-sto, si deve dare credito (o maggiorcredito)?

Ciò, dunque, non può non significareinnanzitutto che questa preghiera, nellasua prima versione, conserva tutto ilsuo valore originario, il suo significatoe la sua essenza, per cui non mi sembragiustificata la sua incomprensibile al-ternanza con una seconda versione,che, come si è detto, si contraddistin-gue, non solo per una prolissità dei tut-to inutile ai fini del ricordo di tutti iSimboli significativi del Cristianesimo,ma soprattutto perché su un determina-to punto è irrimediabilmente contra-stante con la prima versione. Vale por-re in rilievo, ancora una volta, come ilCristianesimo sia una religione com-pletamente diversa da tutte le altre eche gli abusati concetti di (“sincreti-smo” e di “ecumenismo” debbano es-sere intesi, a tutto concedere, soltantocome esigenza di tolleranza tra di loro di tutte le religioni,e non come affermazione della loro uguaglianza: infattiquesta blasfema affermazione, come si è già accennato ecome ritengo di ripetere, sottintenderebbe necessariamenteche Gesù non è Figlio di Dio, ma un semplice profeta co-me ritengono giudei e mussulmani, negando esplicitamen-te, la Sua Resurrezione, cioè il Simbolo-cardine del Cri-stianesimo. A meno che non siano proprio i giudei ed imusulmani a riconoscere la divinità di Gesù. Un punto dimezzo non può esistere ed è esplicitamente proibito dalPrimo Comandamento.

Ma torniamo al punto di partenza, quello che riguardal’uso di parole e di punteggiatura nella seconda versionedel “Credo”, che dà adito a forti perplessità in ordine aldovuto rispetto del più importante Simbolo della preghie-ra.

Per quanto concerne la prima versione è da mettere in ri-lievo come la preghiera sia composta di un solo perio-do: non esiste infatti alcun punto fermo (“segno graficoche posto al termine di un periodo ne individua il suo sen-so compiuto”) se non alla fine della preghiera stessa, percui l’orante crede in tutti i Simboli enunciati allo stessomodo e senza alcuna distinzione.

Invece, la seconda versione della preghiera è cosparsa diquei segni di punteggiatura: nella prima frase si presenta ilSimbolo della creazione del cielo e della terra per opera diun solo Dio, Padre onnipotente. Punto. Nella seconda fra-se si presenta il Simbolo di Gesù Cristo, Figlio di Dio, del-la stessa sostanza del Padre. Punto. Nella terza frase sipresenta il Simbolo della discesa di Gesù dal cielo per lasalvezza degli uomini e della Sua incarnazione nel senodella Vergine Maria. Punto. Nella quarta frase si presentail Simbolo della Sua crocifissione, della Sua morte e dellaSua sepoltura. Punto. Nella quinta frase si presenta il Sim-bolo della resurrezione di Gesù il terzo giorno, “secon-

do le Scritture”, e la sua ascensioneal cielo. Punto.

Ora è lecita la domanda: perché sol-tanto per il Simbolo della Resurre-zione si è aggiunto, tra virgole, l’inci-so su riportato in corsivo? Secondo lasuccessione delle suddette frasi, tuttechiuse da un punto fermo, che rendeciascuna di esse lessicalmente (e quin-di significativamente) indipendentel’una dall’altra, non può sorgere alcundubbio che il richiamo alle Scrittureriguarda soltanto il Simbolo dellaResurrezione di Gesù e non anche glialtri Simboli. Quindi soltanto per laResurrezione bisogna rifarsi alleScritture, non anche per gli altri Sim-boli. Il riferimento della suddetta appo-sizione solo al mistero della Resurre-zione (a ben riflettere e secondo uncorretto uso della lingua italiana) nonpuò avere altro significato ed altra in-terpretazione. Se noi dovessimo risali-re alle Scritture solo per la Resurrezio-ne e non anche per gli altri Simboli,dovremmo domandarci la ragione di

questa differenza così pericolosa: per tutti gli altri Sim-boli dovremmo credere senza rifarci alle Scritture, mentreper quello della Resurrezione la nostra fede dovrebbe di-pendere soltanto (o anche) dalle Scritture. Non può negarsiche all’inciso che richiama così chiaramente le Scritturesoltanto per quel Simbolo, e non anche per altri, deve purdarsi una interpretazione, deve pur darsi una convincentespiegazione. Infatti, non potendosi contestare che tutti iSimboli sono riportati dalle Scritture e non solo quello del-la Resurrezione, non può non sorgere la preoccupazioneche questa differenza possa avere un significato limita-tivo di quel Simbolo: mentre a tutti i Simboli noi credia-mo in base alla nostra fede, solo per quello relativo allaResurrezione noi abbiamo bisogno di un sostegno oggetti-vo, quello appunto delle Scritture.

Sorge il sospetto che il mantenimento di entrambe le ver-sioni del “Credo” appartenga a quel disegno subdolo,proprio del modernismo, diretto da una parte a non in-correre nell’anatema pronunciata da Pio V (sess. XXII,can. 9 del Concilio Tridentino, il quale fu di natura dog-matica - si ricordi bene - a differenza del Concilio Vatica-no II, che fu soltanto di natura pastorale), contro chi nonavesse rispettato le decisioni del Concilio Tridentino,dall’altro di introdurre di fatto e subdolamente nella litur-

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gia la seconda versione del “Credo”, pur conservan-do la prima. Un, po’ quello che si è fatto, altrettantosubdolamente, con l’uso della lingua volgare nella li-turgia cattolica: pur mantenendo, ma solo ufficial-mente, in vita la lingua latina, però nella pratica co-mune della liturgia non è più volutamente usata eviene man mano dimenticata.Come non si è avuto il coraggio di abolire ufficial-mente la lingua latina nella liturgia cattolica, ma la siè di fatto trascurata per facilitarne la sua dimentican-za, così non si è avuto il coraggio di abolire la primaversione del “Credo”, ma solo di accompagnarlacon una seconda che, come si è detto, contiene lagravissima anomalia che attenta al Simbolo dellaResurrezione di Cristo. D’altra parte, che questa siala strategia del nuovo Cattolicesimo modernista (alfine di conciliarlo con il protestantesimo in modo in-dolore ed occulto), lo si deduce, per esempio (tantoper fare un esempio), anche dalla circostanza che hamesso da parte (solo di fatto e non ufficialmente) unsacramento basilare come quello della confessione,non essendo più coltivato, tanto è vero che la quasitotalità di coloro che si accostano alla Comunione latrascura, e che dalle chiese sono scomparsi i confes-sionali (segno questo molto significativo), mentrenon va neanche trascurato che durante la distribuzio-ne dell’Ostia consacrata (simbolo della PresenzaReale di Cristo) i comunicandi restano in piedi (hosaputo che in qualche caso la Comunione sia statanegata al fedele che si fosse inginocchiato), e che glialtri fedeli restano bellamente seduti ai loro banchi,qualcuno anche con le gambe accavallate.Peraltro la scelta del mantenimento, pur solo appa-rente del dogma, evita altre conseguenze che sareb-bero davvero catastrofiche per il Cattolicesimo coltrascorrere del tempo. Infatti, occorre in verità porrein evidenza un altro grave pericolo: e cioè che la sop-pressione ufficiale, o la variazione di quanto dispostodal Concilio Tridentino, dovrebbe inevitabilmente si-

gnificare la irrimediabile ed implicita negazione deldogma della infallibilità del papa; il che consentireb-be di affermare, come logica conseguenza, che il rin-negamento del dogma dell’infallibilità papale colpi-rebbe necessariamente tutti i papi, compresi quelliimplicati nel Concilio Vaticano II. Infatti, se i papidel Concilio Tridentino possono non essere stati in-fallibili, potrebbero non esserlo stati neanche i papidel Concilio Vaticano Il (tanto più che essi non hannoparlato ex cathedra come Pio V). E naturalmentenemmeno Pio IX, il papa che nel 1870, nel ConcilioVaticano I, aveva sancito il dogma in questione.

Per dimostrare quanto è stato finora accennato riten-go di chiudere questo mio scritto, ripetendo ancorauna volta una significativa opinione di alta importan-za, a cui ho già fatto riferimento: infatti già nel 1943(più di vent’anni prima del Concilio Vaticano II), Er-nesto Bonaiuti (v. n. 436 di “Chiesa viva”) famosoprete modernista e scomunicato, aveva scritto: «Il Modernismo si propone (...) di trasformare ilcattolicesimo dall’interno, lasciando intatto, nei li-miti del possibile, l’involucro esteriore della Chie-sa (...). Il culto esteriore durerà sempre come laGerarchia, ma la Chiesa, in quanto maestra deisacramenti e dei suoi ordini, modificherà la gerar-chia e il culto, secondo i tempi: essa la renderà piùsemplice, più liberale, e quindi più spirituale; eper quella via essa diventerà un protestantesimoortodosso, graduale, non violento, aggressivo, ri-voluzionario, insubordinato».Conservare, quindi, il Cattolicesimo soltanto nel suoinvolucro esteriore, ma apportarvi all’interno quellemodificazioni, inconsapevolmente acquisite dagliignari fedeli, che lo equiparasse di fatto ad un “pro-testantesimo ortodosso”, costituisce il programmaocculto del Modernismo, che procede avanti nellapiù completa e voluta ignoranza dei popoli, e nellacolpevole acquiescenza degli ambienti cattolici.

Chi è don Luigi Villa?dott. Franco Adessa (pp. 64 - Euro 5)

Su richiesta di molte persone dall’Italia e dall’estero, e dopo più di vent’anni

di collaborazione con questo coraggioso Sacerdote,

ho deciso di scrivere questa breve biografia di don Luigi Villa,

perché ritengo non sia più possibile tacere sulla indescrivibile e interminabile persecuzione

subìta da questo anziano, fedele e incorruttibile Ministro di Dio!

Per richieste, rivolgersi a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà

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del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

1 Cfr. Anton Chaitkin, “Treason in America”, New Benjamn Frank-lin House, New York, 1984, pp. 285-289.

«Terminato il primo libro sulla Rivoluzione Francese, Tho-mas Carlyle lo consegnò a John Stuart Mill, il quale, dopoaverlo letto, lo gettò nel fuoco del caminetto, consegnando alCarlyle 100 sterline per rifare la sua opera. Così, furonocompletati i tre volumi sulla “Storia della Rivoluzione Fran-cese”.Questo è il racconto di John Stuart Mill su quanto dovettefare per assicurare che il Carlyle potesse divenire una cele-brità in campo letterario: «Era un libro così strano e incom-prensibile per la stragrande maggioranza del pubblico che, lapossibilità di successo o insuccesso era appesa a un filo. Maavendo avuto il libro per primo, ho suonato la tromba delsuccesso all’uscita dell’opera, dichiarando che essa me-ritava gli onori del più grande genio. Questo spaventò lafronda dei critici che si trattennero dal pronunciare unaavventata condanna. E così il successo fu assicurato!». John Stuart Mill pubblicò la sua spudorata montatura pub-blicitaria, nel luglio 1837, sulla London and WenstminsterReview, una rivista da lui diretta:«Questa non è tanto una storia, ma un poema epico, e pro-prio per questo, la più vera delle storie. È contemporanea-mente la storia della Rivoluzione Francese e la sua poesia;l’opera storico-poetica di grande genio che sia mai apparsanel nostro paese da molti anni. (...) È un libro di distinta origi-nalità di eccellenza insuperabile (...). Sicuramente, non fattadi aridi e meccanici fatti di cui si compone la storia, ma disentimenti (...) che la storia, o le questioni ad essa connes-se, risvegliano nelle nostre menti».Un libro di storia, cioè, “non fatto di aridi e meccanici fatti madi sentimenti che vengono risvegliati nelle nostre menti”; que-sto fu il “metodo storico” di Carlyle, con John Stuart Millche suonava il flauto magico della frode.Il libro “Storia della Rivoluzione francese” fu un successointernazionale e Thomas Carlyle divenne un uomo famoso,cimentandosi subito a scrivere un altro libro: “On Heroes,Hero-Worship and Heroic in History” (= Sugli eroi, idolatriadell’eroe e atti eroici nella Storia) che fu pubblicato nel 1841.In questo libro, Carlyle invoca il ritorno al paganesimo e lacapitolazione di tutta l’umanità al dominio totalitario. Egliesalta i miti delle divinità nordiche (Thor, Odino) facendo risa-lire, dalla loro superiorità razziale, la vera eredità dei Britanni-ci disprezzando quella dei profeti della Bibbia, di Gesù Cristoe della civiltà cristiana. Persino l’eredità culturale di Shake-

speare era irrilevante, perché - scrive il Carlyle - Shakespea-re fu grande solo perché quando scriveva era completamen-te inconscio.Per il Carlyle, l’uomo moderno doveva costruire la sua fedesul culto idolatrico dell’Eroe: “Non vi è sentimento più nobileche alberghi nel cuore di un uomo dell’ammirazione per unuomo più grande di lui. (...) Le religioni si basano su questaammirazione. Il culto idolatrico dell’Eroe, profonda, prostrata,sottomessa, cocente, sconfinata ammirazione per la più nobi-le forma di un Uomo simile a un Dio”.Nel 1843, Caryle sforna un altro libro: “Past and Present” (=Passato e presente) sull’oppressione degli operai esercitatanelle industrie dai loro padroni.Nel 1949, Carlyle scrisse un discorso sulla questionedell’emancipazione dei negri nelle Indie Occidentali britanni-che. Carlyle chiedeva leggi che obbligassero i negri a torna-re a lavorare per i loro antichi padroni, con o senza stipendio,per l’intera loro vita. Ecco come descriveva, invece, la veraschiavitù: “Vi è una sola e intollerabile specie di schiavitù (...).é la schiavitù del forte sul debole (...) con la follia di tuttiemancipati (...) armati di urne elettorali, suffragi universali (...)statistiche, filosofie costituzionali e altri Stolti Vangeli”»1.A questo punto, vien solo da chiedersi: cosa ci faceva un“profeta dell’umanità” come Giuseppe Mazzini con un“profeta feudale, anti-progresso e schiavista” comeCarlyle?

MAZZINI IN INGHILTERRAMAZZINI IN INGHILTERRA

Thomas Carlyle, il letterato scozzese che pre-parò lʼambiente a Giuseppe Mazzini per il lavoroche doveva svolgere.

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SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Paolo VI. Le prove che Ella porta sonoineccepibili.Esse sono poi corroborate dalle foto cheesibisce nel suo libro. (...)Dev.mo e Affez.mo

(Don T.L. - Torino)

***

Volevo complimentarmi con la Vs. Rivi-sta; in particolare avrei gran desiderio diconoscere don Luigi Villa. Sappia questoservo di Dio che lo stimo e lo appoggio.Spero stia bene e mi piacerebbe parlarecon lui di persona.Sono un cattolico praticante antimoderni-sta! Amo la Chiesa e il Papa, anche secondanno le posizioni eretiche del Pasto-re... posizioni che ritengo assolutamenteprive di infallibilità, mancando l’intenzionedi insegnare, secondo quanto disciplinatodal Concilio Vaticano I; rispetto ad essesono pertanto libero di aderire al Magiste-ro perenne della Chiesa.Grazie mille!Un abbraccio in Cristo Gesù, re dell’uni-verso!

(F. R.)

***

Gentile Responsabile del sito “Chiesa vi-va” sono un blogger pisano, che da tem-po ha scoperto il vostro ottimo sito per re-cuperare una quantità enorme di informa-zioni sul rapporto tra Chiesa e Massone-ria. Complimenti per il lavoro capillare eprofessionale che state portando avanti.(...)Vi ringrazio anticipatamente per l’atten-zione.

(N.N. - Pisa)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

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“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

IL VERO VOLTO DELL̓ IMMIGRAZIONEdi Giuli Valli

In Italia, l’evento più vistoso egrandioso del 1989, fatidico an-no del bicentenario della Rivolu-zione Francese, è stato senzadubbio l'impressionante aumentodell’afflusso immigratorio, prove-niente soprattutto dai paesi di re-ligione islamica.Di fronte a questo fenomeno, co-sì imponente che, nel giro di bre-vissimo tempo, è giunto a scon-volgere l’aspetto delle nostre piùantiche città, i cui centri sembra-no a volte trasformarsi in vere eproprie casbah, ci è parso ne-cessario proporre agli italiani,travolti dal mare di una propa-ganda tanto chiassosa quantomistificante, un saggio che nedescriva gli effetti e ne indichi glisviluppi e le cause.A tal fine, abbiamo diviso la no-stra trattazione in tre parti: nellaprima, esamineremo - al di làdella menzogna di Stato! - il verovolto della immigrazione e gli ef-fetti immediati della legge Mar-telli. Nelle successive due, mo-streremo al lettore il retroscena, ipiani e gli scopi ultimi che si ce-lano dietro a questo sconcertan-te movimento di popoli.

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Editrice CiviltàVia G. Galilei 121,25123 BresciaTel: 030 37.00.00.3E-mail: [email protected]

M.to rev.do Mons. Villa,condividiamo ed apprezziamo la sua

opera di strenuo difensore della tradizio-ne cattolica e della Chiesa quale unicaMadre di tutti i redenti.Come inflessibile oppugnatore degli erro-ri, Lei dimostra di quanto amore sia ripie-no il suo cuore per quel Figlio che il Pa-dre ha donato all’umanità senza rispar-miarGli qualunque genere di umiliazionefino alla morte in croce, pur di ridonare aiSuoi figli quella felicità per cui erano staticreati.Il suo esempio ci è di stimolo a combatte-re l’errore e difendere la Verità che è unasola, quella rivelata dal Padre per mezzodel Suo Figlio prediletto Gesù, nostro Sal-vatore.Continuiamo sostenuti dalla speranzache, un giorno, il Signore farà “cantare airedenti il canto della vittoria!.Confidando nel suo sostegno spirituale,le auguriamo un Santo Natale.

(Red. P. D. - Chieti)

***

Grazie, grazie, grazie per l’invio del Nu-mero Speciale di settembre su “KarolWojtyla Beato?.. mai!”, vulcano di chia-rezza e di verità nella Chiesa caduta inoscurità. Aspettiamo la risposta del Signore offesoinfinitamente!

(M.F. S. - Svizzera)

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Carissimo Don Villa,ho terminato di leggere il suo libro

“Paolo VI beato?”. Concordo pienamen-te con Lei sul giudizio da dare all’amletico

Lettere alla Direzione

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2 Preghiera universale di papa Clemente XI

3 Assisi: apostasia? del sac. dott. Luigi Villa

7 Il Teologo

8 Popoli alla deriva della dott.ssa Pia Mancini

10 Lʼunità monetaria (1)del Prof. F. Cianciarelli

12 Documenta Facta

13 Occhi sulla politica

14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (22)a cura del dott. F. A.

18 Due “Credo” nella nuova Liturgia cattolica?del dott. Bruno Tarquini

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il comunismo

GIUGNO 2011

SOMMARIO N. 439

Sacro Cuored i Gesù

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno A

di mons. Nicolino Sarale(Dalla XVI Domenica durante l’annoalla XIX Domenica durante l’anno)

MARTIRI nelle Provincie di Sichuan

Conoscere il Comunismo

Martiri in Cina

contro Dio...

di Giancarlo Politi

... contro l’uomo

Dong Shizhi JohnSacerdote, diocesano. Nato in Sichuan,lavorava a Shanghai, presso l’Ufficio cen-trale cattolico. Si recò spontaneamente aChongqing per verificare la verità dellapartecipazione dei cattolici al Movimentodi riforma. Pronunciò un illuminato discor-so, il 2 giugno 1951. Fu arrestato il giornoseguente e di lui non si seppe più nulla.

Wu TaddeoSacerdote diocesano. È stato fucilato nelluglio 1951, con l’accusa di essere unproprietario terriero. I campi apparteneva-no alla Missione ed i proventi manteneva-no gli orfani, il seminario e le religiose.

Shi Daoyi GabrieleSacerdote diocesano. Nato verso il 1900e ordinato sacerdote nel 1928 circa. Erastato imprigionato da circa un anno. Rila-sciato, morì poche ore dopo.

Wu MatteoSacerdote diocesano. Nato nel 1902 cir-ca, venne ordinato nel 1931. Venne accu-sato di aver maltrattato gli orfani di cui sicurava, fu pestato e fucilato nel 1951, vi-cino a Pehkoshu.

Wu Xiechong GiovanniSacerdote diocesano. Giustiziato in mar-zo o aprile 1951.

Yu Xuefflan AndreaSacerdote, diocesano. Era nato intorno al1911. Venne ordinato sacerdote verso il1936. Fu giustiziato alla fine del 1951, incittà a Chongqing.

Chen Guangbu Stefano, Yang Fangzhi Wu Wencheng, Wu Gongbai, quattrosacerdoti, diocesani. Si suppongono mor-ti in prigione. Arrestati, di loro non si sep-pe più nulla.

Diocesi di KandingIl 27 marzo 1846 venne eretta la Prefettu-ra Apostolica del Tibet, divenuto nel 1857Vicariato Apostolico del Tibet. Nel 1924divenne Vicariato Apostolico di TatsienIu.Era stato affidato dallʼinizio alle Missioniestere di Parigi.

Mussot Henri GeorgeSacerdote, Mep. Nato a Ouge (HauteSaone) il 26 giugno 1854, entra tra i Mepil 22 ottobre 1879. Ordinato sacerdote il17 dicembre 1880, parte per il Tibet il 19gennaio 1881. Viene massacrato nelle vi-cinanze di Batang il 5 aprile 1905.

Soubé Jean AndréSacerdote, Mep. Nato il 6 ottobre 1858 aSaint Juéry (Aveyron), entrò tra i Mep il13 settembre 1884. Ordinato sacerdote il5 luglio 1885 parti per il Tibet il 7 ottobreseguente. Venne ucciso il 14 aprile (omarzo) 1905, nei pressi di Yaregong.

Dubernard Mes EfienneSacerdote, Mep. Nato a Ussel (Corrèze)l’8 agosto 1840, è entrato tra i Mep l’11dicembre 1860. Ordinato sacerdote il 10gennaio 1864, parti per il Tibet il 15 mar-zo seguente. Fu ucciso a Xiekou (Tse-kou) da pagani istigati dai Lama, il 26 lu-glio 1905.

Monbeig Jean ThéodoreSacerdote, Mep. Nato il 22 ottobre 1875a Salies-de-Béarn (Pirenei), venne ordi-nato sacerdote il 25 febbraio 1899. Parti-to il 26 luglio seguente per Dajianlu, ven-ne ucciso vicino a Lithang il 12 giugno1914.

Nussbaum Michel VictorSacerdote, Mep. Era nato a Bas Rhin, inFrancia, il 27 settembre 1884. Ordinatosacerdote il 27 settembre 1908, è statoucciso da banditi il 17 settembre 1940, aPamé, Tibet.

Vidal PascalFratello laico, Ofm. Decapitato nel dicem-bre 1941.

(continua)

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