MENSILE DI COLLEGAMENTO PER I GRUPPI DI PREGHIERA …...discepolo del beato don Giacomo Alberione,...

N. 5 NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

MENSILE DI COLLEGAMENTOPER I GRUPPI DI PREGHIERADEL RINNOVAMENTOCARISMATICO CATTOLICO

MENSILE DI COLLEGAMENTOPER I GRUPPI DI PREGHIERADEL RINNOVAMENTOCARISMATICO CATTOLICO

N. 5 NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

Corri dietroal tuo cuoreCorri dietroal tuo cuore

CORRI DIETRO AL TUO CUORE2

Stampato pressola Tipografia Artigianelli

in Pontremoli

INDICE

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Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Grazie Padre Amorth . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Per saperne di più su Padre Amorth . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chi era Padre Gabriele Amorth . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Lettera di un padre al figlio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Marthe Robin: giorno dopo giorno (dal suo diario) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L’Impero romano cadde a causa del decadimento morale . . . . . . . . . . . . . . . .

L’evoluzione mistica, la via bella della santa umiltà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Goffredo Modena: da manager a filantropo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Celebrazioni con Don Beppino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 3

EDITORIALE

don Beppino

Questa è una lettera di auguri nata-lizi che scrissi dal Senegal nel 1989.L’ho ritoccata un pochino e ve la offroperché ritengo che sia sempre validaper gli auguri.

Non so di quanti anni o di quantichilometri dovrei allontanarmi perconvincermi che Natale non è quelloche non pochi in Italia pensano chesia: l’abete, la neve e la festa, contutta quell’atmosfera che circondaquesta festa.

Ecco come ho celebrato il Natalein un villaggio sperduto nella savanadel Senegal.

La messa di mezzanotte, con 32gradi di calore, è terminata con unaesplosione di canti e di tamburi. Ungrande fuoco acceso davanti alla chie-sa cerca di allontanare un po’ la notte.

La gente incomincia a danzare perchél’Africa danza sempre, danza il doloree la gioia, la vita e la morte. Quellavolta tutti danzavano la vita alla qualeanch’io avevo dato una ragione quan-do avevo proclamato durante lamessa: OGGI E’ NATO IL SALVA-TORE!

Sono andato a sedermi su di unbanco non troppo lontano dal fuoco.Credo di essere rimasto almeno un’o-ra a guardare le fiamme e le stelle. Poisono andato sotto la veranda dellacasa e ho incominciato a scrivere.

Qualcuno usciva dalla danza e sichiedeva certamente, senza avere ilcoraggio di dirmelo, che cosa potessiscrive a quell’ora della notte. Forse sirendevano conto che in quella notte diNatale ero sì con loro ma anche unpo’ lontano da loro.

Sullo schermo della notte rivedevocome un film: era quello dell’annoormai quasi passato. L’anno al villag-gio non era stato facile: alcune fami-glie erano partite altrove, due giovanierano morti, la raccolta di miglio edarachidi era stata quasi nulla, l’arrivodelle cavallette, alcuni buoi rubati,

IL RICORDO DIUN NATALE IN SENEGAL

CORRI DIETRO AL TUO CUORE4qualche delusione…

Qualcuno sta tossendo nell’oscu-rità della notte; è così che si “bussa”quando non c’è una porta. “Chi è?”.“Sono io e ti porto una tazza di kinki-libar(tisana)”. “Grazie!” “A chi staiscrivendo?”.

Alllungo un foglio. “Tu sai beneche non so leggere. Stai scrivendo allatua famiglia?” “Sì e no. Alla miafamiglia, ai miei amici, a quanti vor-rei sentire più vicino in questa notte.Scrivo a un amico che non c’è più,scrivo al vento, alla notte, alla sava-na”. “Tu vuoi sempre scherzare.Lascia perdere e vieni a danzare connoi. I tuoi amici sono troppo lontanoda qui. Noi invece siamo qui”. “Hairagione, voi siete qui. Vai a danzare.

L’alba non è lontana”.A est, all’altezza dei maestosi bao-

bab una pallida luce incomincia asalire dalla terra. In questo Natalementre penso a tante cose e a tantepersone, mi piace essere il testimonesveglio e meravigliato di questomomento quando la notte non è piùnotte e il giorno è soltanto una pro-messa.

Dal fondo della savana vedo que-sta pallida luce diventare l’alba deivostri paesi, delle vostre grandi città.State ancora dormendo?

Il bambino che Dio ci affida nuo-vamente a Natale, è la luce dellenazioni. Che questa luce brilli ancheda voi e che i vostri volti ne siano illu-minati. Buon Natale.


di don Beppino

con padre Gabriele Amorth abbia-mo avuto due celebrazioni “storiche”:una in un palazzetto dello sport aVerona e l’altra a Bergiola Foscalina.

Ho incontrato circa un anno fapadre Gabriele a Roma dove mi avevaconcesso anche una intervista.

Autore di tanti libri, a 91 anni, ilpiù autorevole degli esorcisti ha deci-so di racchiudere il suo testamentospirituale nel libro “Ho incontratoSatana” (Edizioni Piemme Mondado-ri)

E’ stato un sacerdote esemplare infavore di quanti soffrivano spiritual-mente a causa dell’influsso dello spi-rito del male. Quasi 62 anni di sacer-dozio e più di 30 spesi a favore diquanti bussavano ogni giorno alla suaporta e chiedevano il sollievo dalleloro sofferenze.

La cerimonia funebre è stata con-celebrata con più di cento sacerdoti.Nell’omelia tenuta dal segretariogenerale della Società San Paolo, donStefano Stimmamiglio ha ripercorsola vita di padre Gabriele:”Oggi nonvogliamo piangere la tua dipartita. Tu

non avresti voluto. Adesso, persdrammatizzare, ci diresti, secondo iltuo stile:”Compagnino bello, Compa-gnina bella, cos’è quell’aria funerea?Gesù non è mica contento. Fate festa,perché finalmente ho incontrato ilmio Signore, e qui è festa. E chefesta!”. E ancora:”Noi sacerdoti ere-ditiamo da te il senso di paternità. Inun mondo che perde l’identità, cherende tutti sempre più individui auto-nomi, senza tempo e senza spazio,senza memoria del passato né attesadel futuro, essere padri è segno di pro-fezia. Tu sei stato padre per tanti,insegnandoci che paternità significacompatire, aiutare, ammonire, daresperanza di futuro”. Riferendosi aisacerdoti esorcisti, don Stefano haricordato:”Loro hanno avuto in te unmaestro, un esempio di soldato nellalotta contro Satana, attrezzato solocon le armi dello Spirito, come ricor-da l’apostolo Paolo”.

Rivolgendosi ai malati nello spiri-to, don Stefano ha detto:”Ereditano date il senso della speranza cristiana.Dio fa nuove tutte le cose, fa nuova lanostra vita. Chi ha vissuto la libera-zione dagli effetti nefasti del demonioquesto l’ha sperimentato in prima per-

GRAZIE,PADRE AMORTH!

CORRI DIETRO AL TUO CUORE6sona. Chi è ancora in cammino sa cheil nemico dell’uomo, il diavolo nonavrà mai l’ultima parola e sa bene chelui non ci può provare oltre le nostreforze. L’ultima parola ce l’ha soloCristo Signore: è la croce che ci salva.Croce non vuol dire morte ma vita”.

Ringrazio padre Amorth per

quello che è stato per me: un padre,un consigliere, un amico. Ricordo conquale puntualità ogni mese risponde-va al mio biglietto che accompagnaval’invio del mensile “Corri dietro altuo cuore”.Grazie padre Gabriele per quel-

lo che sei stato per tutti noi.


PER SAPERNE DI PIÙSU PADRE AMORTH

E’ stato esorcista della diocesi diRoma per 31 anni, dal 1985 al 2016.Sacerdote della Società di San Paolo ediscepolo del padre Passionista Can-dido Amantini (di cui è in corso lacausa di beatificazione), ha saputounire mirabilmente dottrina cristianae prassi esorcistica, arrivando adamministrare negli anni migliaia diesorcismi e pubblicando numerosilibri in Italia e all’estero sul tema deldemonio e dei mali spirituali. Suobestseller: Un esorcista racconta.Innumerevoli le interviste da lui dateai media di tutto il mondo.

La vita di padre Amorth ci restitui-sce la figura di un fedele ed eminentediscepolo del beato don GiacomoAlberione, fondatore della FamigliaPaolina. Padre Gabriele è nato aModena il 1° maggio 1925, ultimo dicinque figli maschi. Entrò nellaSocietà San Paolo il 25 agosto 1947ad Alba, in provincia di Cuneo. Desi-deroso di consacrarsi al Signore già intenera età, nell’estate del 1942 ebbe aRoma un colloquio con don Alberionee ne rimase folgorato.

Don Alberione invitò Gabriele aterminare gli studi classici e poi a tor-nare. Tornò a Modena e dopo l’8 set-

tembre 1943, entrato nella Resistenzasino a diventare comandante del 3°Battaglione Italia col nome di “Alber-to”, riuscì per ben tre volte a fuggiredalle mani dei Fascisti e a scampare auna condanna a morte.

Dopo la guerra militò nell’AzioneCattolica e nella FUCI, laureandosi inGiurisprudenza. Entrato nelle filedella Democrazia Cristiana, conobbeGiulio Andreotti e il Servo di DioAlcide De Gasperi. A 22 anni funominato vice delegato nazionale deiMovimenti giovanili della DC. Volen-do però rimanere fedele alla promessafatta a don Alberione, lasciò la vitapolitica ed entrò nella Società SanPaolo, emettendo la prima Professio-ne religiosa l’8 settembre 1948 con ilnome di Pietro. Il 24 gennaio 1954 fuordinato sacerdote nel SantuarioMaria Regina degli Apostoli di Roma,dove il 19 settembre 2016 sono staticelebrati i suoi funerali.

Dal 1980 don Amorth assunse ladirezione del mensile “Madre di Dio”che diresse, da vero innamorato diMaria sino al 1988.

Don Amorth è stato storico colla-boratore di “Famiglia Cristiana” ecollaboratore con “Radio Maria”.


Nel 1985 il cardinale Ugo Polettilo nominò esorcista della diocesi diRoma. Ha mantenuto sino al terminedella sua vita questo difficile e delica-to ministero, dedicandovi molte ore algiorno. Innumerevoli negli anni gliincontri di preghiera da lui condotti ele risposte alle tantissime lettere chegiungevano da tutto il mondo. Realiz-zando un desiderio di padre CandidoAmantini, nel 1990 fondò l’Associa-zione Internazionale degli Esorcisti dicui fu presidente fino al 2000.

Don Gabriele è sempre stato unuomo dolce, affabile, accogliente,schietto. Aiutato da una naturale sim-patia e giocosità, non si turbava per

nulla ed era capace di sdrammatizzareogni situazione. Sempre fiducioso nelSignore, con la Corona del Rosario inmano fino all’ultimo istante, è statoesemplare nelle sua testimonianzadurante la malattia. Mai nelle ultimesettimane ha voluto che venisse menola recita di questa preghiera insiemeai suoi più stretti collaboratori.

Ora che si è riunito in cielo con ilbeato Alberione, gli affidiamo i mem-bri e la missione della Società SanPaolo e della famiglia Paolina, gliesorcisti di tutto il mondo e tutti colo-ro che lo hanno conosciuto, diretta-mente o attraverso i suoi scritti e lesue interviste.


Chi era Padre Gabriele AmorthIl 16 settembre è tornato al padre

don Gabriele Amorth sacerdote paoli-no di anni 91.

Nato a Modena il 1° maggio 1925entrò nella Società San Paolo ad Albail 25 agosto 1947. Consacrato sacer-dote il 24 gennaio 1951. Esorcistadella diocesi di Roma. Nella sua espe-rienza riceveva ogni giorno decine dipersone anche se lui stesso avevaaffermato che le vere possessionidemoniache rappresentavano il dueper cento dei casi. Attraverso i suoinumerosi libri tradotti in diverse lin-gue ha avuto il merito di far rifletteresull’azione del maligno nel mondo.Scriveva: “Qualcuno potrebbe pensa-re che sia necessario il male perché

venga esaltato il bene; come pure lamenzogna perché venga magnificatala verità. Ma il bene e Dio stesso nonhanno bisogno delle tenebre perdimostrare che sono luce”. PadreAmorth si interessava molto dei gio-vani che trovava i più esposti allaseduzione del maligno. Raccomanda-va molto l’amore verso la Madonna everso i santi.

Ha avuto il grosso merito di riuniretutti gli esorcisti lavorando in siner-gia, costituendo l’Associazione Inter-nazionale degli Esorcisti che ha avutoil riconoscimento come associazioneprivata di fedeli il 13 giugno 2014.

Una sua rubrica fissa mensile aRadio Maria era molto seguita.


LETTERA DI UN PADREAL FIGLIO

Caro figlio,se un giorno mi vedrai vecchio, se

mi vedrai sporco quando mangio enon riesco a vestirmi…abbi pazienza,ricorda il tempo che ho trascorso io a

insegnartelo. Se quando parlo con teripeto sempre le stesse cose, non miinterrompere…ascoltami. Quando eripiccolo dovevo raccontarti, ogni sera,la stessa storia, finché non ti addor-

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 11mentavi. Quando non voglio lavarminon biasimarmi e non farmi vergo-gnare…ricordati quando dovevo cor-rerti dietro, inventando delle scuse,perché non volevi fare il bagno.

Quando vedi la mia ignoranza perle nuove tecnologie, dammi il temponecessario e non guardarmi con quelsorrisetto ironico. Ho avuto tantapazienza ad insegnarti l’abc. Quando,a un certo punto, non riesco a ricorda-re o perdo il filo del discorso…dammiil tempo necessario per ricordare. E senon ci riesco, non ti innervosire: lacosa più importante non è quello chedico, ma il mio bisogno di essere conte e averti lì che mi ascolti.

Quando le mie gambe stanche nonmi consentono di tenere il tuo passo,non trattarmi come se fossi un peso,vieni verso di me con le tue maniforti, nello stesso modo con cui io

l’ho fatto con te, quando muovevi ituoi primi passi. Quando dico chevorrei essere morto…non arrabbiarti,un giorno comprenderai che cosa mispinge a dirlo.

Cerca di capire che alla mia età avolte non si vive, si sopravvive sol-tanto. Un giorno scoprirai che, nono-stante i miei errori, ho sempre volutoil meglio per te, che ho tentato di spia-narti la strada.

Dammi un po’ del tuo tempo,dammi un po’ della tua pazienza,dammi una spalla su cui poggiare latesta allo stesso modo in cui io l’hofatto per te. Aiutami a camminare,aiutami a finire i miei giorni conamore e pazienza. In cambio io ti daròun sorriso e l’immenso amore che hosempre avuto per te. Ti amo figliomio.

Il tuo papà.

MARTHE ROBIN:GIORNO DOPO GIORNO

(DAL SUO DIARIO)don Beppino

Conosco un po’ la spiritualità di

Marthe Robin, avendo frequentato idue “Foyers de Charité “ (Focolaridi Carità) che vi sono in Senegal,dove ho predicato vari ritiri e ho

��

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 13fatto alcuni ritiri personalmente.

Marthe Robin è una grande misti-ca francese, nata nel 1902 e mortanel 1981.

Si ammalò nel 1918 quando eraappena sedicenne e nel giro di dueanni rimase immobilizzata a letto,dove trascorse il resto della sua vitasenza mangiare, senza bere e nutren-dosi solo dell’Eucaristia. Conosciu-ta in Francia , durante la sua vita ha

aiutato migliaia di persone contri-buendo alla loro conversione , aiu-tandole nel discernimento e soste-nendo le famiglie.

E’ nata in una famiglia di conta-dini in un piccolo villaggio a sud diLione.

La sua famiglia non era né poverané ricca. Era cattolica, ma non trop-po.

La sua vita spirituale divenne

CORRI DIETRO AL TUO CUORE14intensa. Oltre alla apparizioni diGesù, aveva la grazia di poter vede-re la Vergine Maria e Santa Teresa diGesù bambino.

Quando il Signore illustrò aMarthe il suo progetto dei “Foyersde Charité” lei domandò comesarebbe stato possibile dato che eraparalizzata. Il Signore le spiegò chesarebbe giunto un sacerdote, un pre-dicatore eccellente che con leiavrebbe fondato i Foyers.

Nel 1936 padre Georges Finet, unprete di Lione, uomo innamorato diMaria incontrò per caso Marthe allaquale doveva consegnarle un quadrodella Vergine che Marthe avevarichiesto.

Lei intuì subito che padre Finetera il prete inviato dal Signore perfondare i Foyers e quando glieneparlò lui aderì subito.

Marthe riceveva nella sua stanzamoltissime persone: si calcola neabbia ricevuto più di centomila.Ascoltava tutti, offriva consigli,dava parole di consolazione e prega-va per loro.

Aveva una sensibilità straordina-ria e quando le situazioni erano trop-po difficili, pregava e piangeva, con-dividendo il dolore di chi le stavachiedendo aiuto.

Aveva compreso la feconditàdella comunione tra laici e preti,

aurora di una nuova Pentecoste nellaChiesa.

***PENSIERI TOLTIDAL SUO DIARIO

12 gennaio 1930 “I colpi di ful-mine, le prove dolorose, gli inciden-ti imprevisti sono spesso colpi digrazia. Nella storia delle anime nonci sono fatti casuali, ci sono soltantoi grandi disegni della provvidenza ;quello che per noi è imprevisto Diolo ha previsto da sempre.

Dio è buono, Dio è Padre. Dio ciama. Dio compatisce e addolciscetutte le nostre sofferenze. Se lolasciamo fare, saprà ricompensare alcentuplo, tutto quello che abbiamoperduto, tutto quello che ha volutotoglierci, con dei beni immensamen-te migliori.

Gesù condivide tutti i nostri dolo-ri, egli vuol far fiorire tutte le nostrecroci.

Il dolore e la sofferenza non ven-gono dal cielo, ma dal cielo vienl’aiuto e la felicità. Solo Gesù, l’a-mico vero, l’amico caro, l’amato,può sostenerci efficacemente in tuttele nostre pene e difficoltà”.

3 febbraio 1930 “Proviamo afarci piccoli, molto piccoli accanto aMaria nostra Madre. Quando sof-friamo, quando piangiamo, quandosiamo soli e tristi, non è difficile


farsi piccoli. Abbiamo tanto bisognodi aiuto, abbiamo tanto bisogno disentire una mamma vicino a noi! Echi non soffre? Chi non piange? Chidunque non trema talvolta sullaterra? Chi non ha bisogno di farsiconsolare, di farsi perdonare, difarsi amare, di farsi guarire?

Oh! Sì, impariamo a farci moltopiccoli e a non fare nulla senza ilconsiglio, senza l’aiuto, senza l’ispi-razione e il consenso della nostraRegina cara. Che lei sia tutta lanostra fiducia e tutta la nostra spe-ranza in Dio.

Lei è Madre e, in quanto Madre,si affretta così tanto a correre in soc-corso del suo figlio, che implora il

suo aiuto con più fiducia e piùamore”.

Natale 1930 “Amare la verità,obbedire alla luce, è tutto qui: è lavera dottrina. Non basta avere delleispirazioni, delle luci abbaglianti:bisogna rispondere alla chiamata diDio. Signore, mio Dio! Rendi piùvive le fonti misteriose che sgorganonella mia anima. Che io ti scopradovunque e ti contempli sempre più.All’infuori di te, tutto è secondario!Con te io possiedo tutto. Immergi lamia anima nella luce, il mio cuorenell’amore, la mia vita nell’abban-dono; cioè: credere, amare, soffrire,rendere soprannaturale, immortalarela mia vita; è tutto qui.


L’IMPERO ROMANO CADDE A CAUSADEL DECADIMENTO MORALE (ABORTI, DIVORZI, POCHI NATI,

OMOSESSUALITÁ, AUMENTO DELLETASSE, IMMIGRAZIONE SELVAGGIA…

VI RICORDA QUALCOSA?)Con una piccola differenza: allora i barbari chepresero l’Impero non avevano una cultura forte ericonoscevano la superiorità di quella romana.

autore: Rino Cammilleri

Già esaurito e in ristampa il librodello storico Michel De Jaeghere “Gliultimi giorni dell’Impero Romano”.Uscito due anni fa in Francia, là hasollevato un putiferio. Perché? Perchél’autore dimostra che quella civiltàcollassò per le seguenticause:

a)Crollo demograficoper far fronte al quale siinaugurò

b)una persecuzionefiscale che

c)distrusse l’econo-mia; allora si cercò vana-mente di ovviare tramite

d ) l ’ immigraz ionemassiccia. Che però si

trascurò di governare.

NON FU IL CRISTIANESIMO A ERODERE

L’IMPERO ROMANOSe tutto questo ci ricorda qualcosa

abbiamo azzeccato anche il motivoper cui gli intellettuali politicamentecorretti d’oltralpe sono insorti. La

vecchia tesi di EwardGibbon, che è settecente-sca forse poteva andarbene a Marx, ma non hamai retto. Non fu il cri-stianesimo a eroderel’Impero Romano, per lasemplice ragione che lanuova religione era mino-ritaria e tale rimase alungo anche dopo Costan-tino. L’Impero cessò uffi-


cialmente nel V secolo, quando i cri-stiani non erano neanche il dieci percento della popolazione. Solo nellaparte orientale erano maggioranza.Infatti Bisanzio resse altri mille anni:quelli che combattevano per difender-la erano tutti cristiani. E pure a occi-dente erano cristiani soldati ( inutil-mente) vittoriosi come Ezio e Stilico-ne.

TUTTO COMINCIO’ COLDECLINO DEMOGRAFICOMichel De Jaeghere, direttore del

Figaro Histoire, fa capire che tuttocominciò col declino demografico. Ilegionari, tornati a casa dopo anni dileva, mal si adattavano a una condi-zione di lavoratori che, quanto a pro-fitto, li metteva a livelli quasi servili.

Così andavano aingrossare la plebeurbana, alla qualepane e giochi gra-tuiti non mancava-no. Le virtù stoi-che della “pietas”e della fedeltà allacosa pubblica ven-nero meno e ilcontagio, al solito,partì dalle élites.Nelle classi alte sidiffuse l’edoni-smo, per cui i figlisono una palla al

piede. Con i costumi ellenistici dila-garono contraccezione, concubinag-gio e divorzio , tant’è che Augustodovette emanare leggi contro il celi-bato. Inutili. Anche perché secondo imedesimi costumi, l’omosessualitàera aumentata in modo esponenziale.

Roma al tempo di Cesare aveva unmilione di abitanti; sotto RomoloAugustolo, l’ultimo imperatore d’Oc-cidente, solo ventimila. Già nel IIsecolo dopo Cristo l’aborto avevaraggiunto livelli parossistici e, damisura estrema per nascondere rela-zioni illecite, era diventato l’estremocontraccettivo. Solo i cristiani vi siopponevano, ma erano pochi e pureperiodicamente decimati dalle perse-cuzioni. Le regioni di confine diven-nero lande semivuote, tentazione for-

CORRI DIETRO AL TUO CUORE18tissima per i barbari dell’altra parte.Si pensò allora di arruolarli: ammessiai benefici della civiltà romana, ciavrebbero pensato loro a difendere lefrontiere. E ci si trovò con interelegioni composte da barbari che nontardarono a chiedersi perché doveva-no obbedire a generali romani e nonai loro capi naturali. Metà di loroerano germanici e si sentivano piùaffini a quelli che dovevano combat-tere. La spinta all’espansione era ces-sata quando i romani si erano resiconto che, schiavi a parte, in Europac’era poco da depredare. I barbari,invece, vedevano i mercanti precede-re le legioni portando robe che li sba-lordivano (e li ingolosivano). Si sacome è andata a finire.

LA MAZZATA FINALEIntanto che fa il fisco per far fronte

al mancato introito dovuto alla dena-talità? La cosa più facile e stupida del

mondo: aumenta le tasse. Solo che glischiavi non le pagano e sono il 35%della popolazione. I piccoli proprieta-ri, rovinati, abbandonano le colture emolti diventano ladroni. Il romanomedio cessa di amare una “res publi-ca” che lo opprime e lo affama, e nonvede perché debba difenderla. Nel IVsecolo gli imperatori cristiani cercaro-no di tamponare la falla principalecon le leggi contro il lassismo morale,intervenendo sui divorzi, gli adulteri,perfino multando chi rompeva le pro-messe matrimoniali. Ma ormai eratroppo tardi.

Il sociologo delle religioni Massi-mo Introvigne, in un suo commento allibro di De Jaeghere dice: i barbariche presero l’Impero Romano nonavevano una “cultura forte” e ricono-scevano la superiorità di quella roma-na. Infatti ne conservarono la nostal-gia e, alla prima occasione ripristina-rono il Sacro Romano Impero.

***

Titolo originale:L’Impero romano?

Cadde per i pochi nati

e i troppi stranieri.

Fonte: Il Giornale30/9/2016

da “BastaBugie”


L’EVOLUZIONE MISTICA, LA VIA BELLA DELLA SANTA UMILTÁ

di don Ernesto Zucchini

Ottimo lavoro, per ora solo “proManuscripto” quello di don Ernesto,confratello e amico. Merita di diven-tare un libro. Sono pagine che donErnesto ha scritto per una rubricamolto seguita “Evoluzione Mistica”pubblicata sul settimanale della dio-cesi di Massa Carrara - Pontremoli“Toscana Oggi - VITA APUANA”.Tolgo un passaggio dalla prefazioneal libro di Renato Bruschi, direttore diVita Apuana:”Le pagine che seguonosono una traccia che aiuta il credenteo chi è ancora sulla soglia, a superareil buio della notte e ad affacciarsinell’universo della preghiera autenti-ca, quella che porta diritto al cuore diDio. Leggendole, una dopo l’altra,come un diariodell’anima, siavverte la sensa-zione di trovarci difronte al raccontodi un lungo viag-gio che porta allascoperta di cosaaccade nell’animoe nel cuore del-l’uomo, nel

momento in cui si guarda al mondodalla prospettiva dell’eternità”.

Nel lavoro di don Ernesto, il viag-gio in compagnia di alcuni santi èalquanto piacevole.

Don Ernesto riesce, come ha chie-sto S. Teresa d’Avila, a farci intra-prendere un viaggio spirituale profi-cuo, anche se non sempre facile, attra-verso la lettura e l’analisi del “Castel-lo Interiore”.

Penso che questo lavoro di donErnesto vada centellinato come si facon una buona tazza di caffè. E’ unoscritto che ci può accompagnare in unviaggio spirituale straordinario comeuna indispensabile bussola che ciaiuta a non per perderci . don Beppi-no.

PS: Il libro può essere richiestoall’autore.


GOFFREDO MODENA:DA MANAGERA FILANTROPO

Ha venduto il successo per restituire il sorrisoai bambini sofferenti.

di Giuseppe Zois

Che sorpresa ti riserva, a volte, lavita! E che svolte è in grado di dispen-sare a taluni entusiasti irriducibili, chenon si stancano di fare, di progettare,di moltiplicarsi. Lui, Goffredo Mode-na, è uno di questi talentuosi faticatoriche “ vuole aiutare davvero ogni gior-no” come recita il sottotitolo della sua

“Fondazione Mission Bambini”.Sta coltivando dal 2000 una rigo-

gliosa pianta che mette gemme disolidarietà e di speranza, le qualisbocciano nei punti più disparatidella Terra, nell’immenso campo diemergenze e di drammi. Finalità:restituire il sorriso al maggior numeropossibile di bambini sventurati.

Anche il bene sa essere contagio-so, riuscendo in un fenomeno di

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 21impollinazione continua che sa di pri-mavera, di fioritura, di frutti. Pare lametafora del Gabbiano Jonathan,determinato a volare sempre più su,convinto come è che stando fermo alpunto raggiunto, perderebbe tempo,quando invece potrebbe impegnarlodiversamente.

Goffredo Modena è di questapasta.

Ci sono sempre tante cose daimparare e da fare!Anche all’ingegne-re come a al “Gabbiano”, non impor-tava più la ferialità, sia pure ad altolivello, quanto piuttosto l’ebbrezzadel volo di soccorso. Così ad un certopunto, l’ingegnere elettrotecnico chesentiva agitarsi dentro di sé la passio-ne per il sociale, decide di librarsi nelcielo per accendere stelle di una

CORRI DIETRO AL TUO CUORE22lucentezza particolare che si chiamaamore per i boccioli dell’uomo, ibambini.

E lo fa portandovi tutto il suo invi-diato bagaglio di esperienza che l’a-veva fatto eccellere nel mondo degliaffari, segmento delle telecomunica-zioni, sull’avamposto di progettista dicircuiti elettronici. Di voli era espertoe ne aveva spiccati diversi da quandosi era laureato a Bologna per poicompiere il balzo da dirigente aimprenditore. In qualità di azionista dicontrollo, conduce la sua azienda altop. Negli anni il fatturato cresce da 1miliardo a 260 miliardi delle vecchielire e il personale passa da 30 a 350dipendenti.

Poi a 59 anni, l’ingegnere avvertel’urgenza di puntare più su. Propriocome il gabbiano che vuole rompere

la monotonia dal tran-tran quotidianoe si proietta in una nuova ragione divita, per imparare e scoprire cosenuove , “dove il cielo è limpido e sirespira un’infinita idea di libertà”

Di Giuseppe Zois (Da “Frate Indo-vino”, mensile di cultura religiosa epopolare. Ottobre 2016 . 10)

***

Missione Bambini, l’opera filan-tropica avviata dall’ing. GoffredoModena ha sostenuto progetti in piùdi 70 paesi a favore di oltre un milio-ne di bambini. Dal 2005 ad oggi, èstata salvata la vita a 1587 bambinigravemente cardiopatici.

Tutto nella mente e nel cuore diGoffredo si coniuga con due verbi:aiutare e sperare.


CELEBRAZIONICON DON BEPPINO

NOVEMBREDomenica 20 a Desio con la Comunità S.

Giovanni Battista, ore 15.25-26-27 ritiro a S. Obizio (Angolo Terme-

Brescia).Domenica 27 parrocchia di Lugagnano

(Verona), ore 15.

DICEMBREDomenica 4 a Rovereto (TN) chiesa di

S. Caterina, ore 15.Domenica 11Montegrotto Terme (PD),

ore 14.Domenica 18 a Desio, ore 15.

MENSILE DI COLLEGAMENTO PER I GRUPPI DI PREGHIERA …...discepolo del beato don Giacomo Alberione,...

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