MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRA · 2018-01-13 · io te canto ’a serenata, ma...
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Anno 18 - N. 4 • Gennaio 2018 Diffusione gratuita ad uso interno
25° Anniversario Dedicazione Chiesa Parrocchiale6 febbraio 1993 - 6 febbraio 2018
MISSIONE POPOLARE
Chiesa in Uscita
MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRA
Avvisi Gennaio 20182
Mensile della Comunità Cristiana di Pontecitra Parrocchia del Sacro Cuore
Anno 18 - N. 4 - Gennaio 2018
Direttore responsabile: Don Pasquale Giannino
Redazione: Francesco Aliperti Bigliardo, Carmine Egizio, Francesco Panetta, Maria Carmela Romano, Salvatore Sapio, Mariateresa Vitelli.
Progetto grafico e impaginazione: Carmine Egizio
Questo giornale è online al sito: www.chiesadipontecitra.it
Intenzione generale:• Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghie-re, le azioni, le gioie e le sofferen-ze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre.
Dei Vescovi:• Perché i responsabili politici pro-muovano con onestà e saggezza il bene comune, mantenendo al cen-tro la dignità della persona.
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
Compendio al Catechismo della Chiesa Cattolica154. Quali sono le caratteristiche del popolo di Dio?
Questo popolo, di cui si diviene membri mediante la fede in Cri-sto e il Battesimo, ha per ori-gine Dio Padre, per capo Gesù Cristo, per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, per legge il comandamento nuovo dell’amore, per missione quella di essere il sale della terra e la luce del mondo, per fine il Re-gno di Dio, già iniziato in terra.
GennaioOrari CelebraziOni euCaristiCheFeriale ore 8,00: Cappella Santa Maria di Pontecitra (Suore)ore 18,30: Chiesa ParrocchialeFestivoore 8,00: Cappella Santa Maria di Pontecitra (Suore)ore 10,30 e 18,30: Chiesa Parrocchiale Ogni giovedì ore 9,00: Celebrazione Eucaristicaore 18,30: Vespro e benedizione EucaristicaPreParaziOne ai saCramentiLunedì: ore 20,15 Corso pre-matrimoniale ore 19,30 Corso di CresimaMartedì: ore 16,30 Catechismo per i fanciulli del 1° annoMercoledì: ore 16,30 Catechismo per i fanciulli del 2° annoGruPPi e mOvimentiAzione Cattolica ACR: Sabato ore 16,00Giovani: Mercoledì ore 20,45 (ogni 15 giorni)rinnOvamentO nellO sPiritOPreghiera: Martedì ore 19,30Catechesi: Venerdì ore 19,30 (ogni 15 giorni) aPPuntamenti da riCOrdareGiovedì 1 febbraio ore 19,00 Adorazione Eucaristica Comunitaria Giubilare Venerdì 2 febbraio PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO ore 18,30 Celebrazione Eucaristica con benedizioni dei bambini
Poesia
Cu sta voce abbrucataio te canto ’a serenata,ma tu manco m’hê penzato, Carulì,
po’ te sì affacciatae nu sicchio m’hê jettatochino d’acqua gelata, Carulì;
i’ me so’ accatarrato,’a brunchite m’ha pigliatoe chianu chiano arrecettato, Carulì.
Mariola, t’hê arrubbatochistu core nnammurato,ca pe st’uocchie s’è ’ncantato, Carulì,
pe sti mmane delicate,pe sta faccia avvellutata,pe sta vocca appassiulata, Carulì;
tu m’hê acciso e m’hê atterrato,’int’a nu fuosso m’he jettato,ma nun t’aggio maje scurdato, Carulì.
Nun arrubbà, t’hanno cumannato,ma tu stu core mio te ll’hê pigliatoe dint’a nu traturo po’ astipato, Carulì.
Chist’ammore scarpesatosparpetianno llà è restato,chin’ ’e lacreme abbagnato, Carulì;
sta aspettanno disperatoca nu juorno affatato’a te vene accarezzato, Carulì.
Arape stu traturo, Carulì;tirelo fore, nun ’o fa’ murì;pure nu mariuolo se ne po’ pentì,abbraccia ’o core e po’ lle dice: “SI!”.
T’HÊ ARRUBBATA ’O COREdi Vincenzo Cerasuolo
gnarci da colpevole. Il Signore però non interviene direttamente, il racconto mo-stra come la salvezza di Susanna venga attraverso qualcuno che ha il coraggio di parlare, Daniele, che ha il coraggio di an-dare contro le autorità costituite, questi due anziani che godono la stima di tutto il popolo e che per definizione avrebbe-ro dovuto dire la verità e la giustizia.
anziani uscirono dal na-scondiglio, corsero da lei e le dissero: «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di pas-sione per te; acconsenti e concediti a noi. In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle».Qui la falsa testimo-nianza viene usata come minaccia; è solo passione erotica che ha preso i due anziani, non c’è nessun auten-tico amore e lo stesso messaggio minatorio anticipa quello che sono disposti a fare: “Ti roviniamo, se non accet-ti questa corruzione noi ti denunciamo e ti rovi-niamo”.
Susanna si presenta come la donna sapien-te che capisce ciò che è meglio: meglio morire innocente che guada-
come faceva fruttificare la campagna, la moglie lo ricompensava per altri tipi di servizi: avrebbe guadagnato a fare così. È stato uno stupido? No, è stato saggio! Il racconto serve proprio per dire: il sag-gio sa dire di no anche se ci rimette, ed è proprio nel momento in cui ci rimette che il saggio deve dire di no. L’altro testo che voglio presentarvi si trova alla fine
Non dirai falsa testimonianzaRiflessioni del nostro parroco
L’ultima terna di precetti, che chiude il Decalogo, si apre con l’invito: “Non pronuncerai falsa
testimonianza contro il tuo prossimo”. Si mette qui in evidenza le relazioni particolari all’interno del gruppo di rife-rimento umano dove non si arriva ma-gari all’omicidio, ma si può causare un danno con atteggiamenti negativi. “Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo” è dunque un invito alla verità, alla schiettezza, alla coerenza del-la parola. La falsa testimonianza non è semplicemente la bugia, ma è l’accusa infondata, falsa, conosciuta come falsa, quindi è la calunnia ed è una parola falsa detta intenzionalmente contro qualcu-no del tuo gruppo. È chiaro che se viene pronunciata una parola falsa di accusa contro qualcuno c’è una intenzione cat-tiva, se non quella di eliminarlo per lo meno di danneggiarlo gravemente.
Desidero soffermarmi su due racconti biblici, dove sono protagoniste le don-ne, ma in senso differente: una donna che calunnia e una donna che viene calunniata, mostrando come questo in-tervento della parola falsa produce un effetto tragico. Il primo esempio lo co-gliamo nel Libro della Genesi all’interno della lunga storia dedicata a Giuseppe; nel capitolo 39 viene narrato il momen-to in cui il giovane Giuseppe, portato in Egitto, viene acquistato come schiavo da un certo Potifar, eunuco del faraone, comandante delle sue guardie. Potifar lo prende come servitore personale e da vicino osserva ancora meglio le sue qua-lità, la sua abilità e gli dà un compito che in italiano è stato tradotto con “maggior-domo” e corrisponde a un titolo egizia-no per indicare colui che amministrava il patrimonio di un ricco proprietario. Un giorno però: “Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto. Dopo que-sti fatti, la moglie del padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Còricati con me!”.
E, di fronte al suo rifiuto, la donna in-venta un tranello peggiore denunciando al marito di aver ricevuto delle avance da
Giuseppe e quindi ne chiede l’immedia-ta punizione e carcerazione. Tragica fine. Questa è una falsa testimonianza, que-sta è una parola falsa che diventa accusa e rovina una persona. Si potrebbe dire: se Giuseppe avesse accettato la propo-sta, la cosa sarebbe rimasta nascosta, la moglie di Potifar avrebbe avuto infatti tutto l’interesse a nascondere le cose. Lei avrebbe avuto le sue soddisfazioni, lui avrebbe continuato a rimanere in quella posizione, anzi avrebbe avuto ulteriori onori e benefici da parte della moglie. Mentre il padrone lo ricompensava per
di Don Pasquale Giannino
3Gennaio 2018 Editoriale
del Libro di Daniele al capitolo 13, dove, con una vivace narrazione, viene presen-tata la storia di una falsa testimonianza in cui una donna è vittima di due anziani giudici di Israele, uomini apparentemen-te religiosi e osservanti. È una storia am-bientata durante l’esilio in Babilonia, ma è già passato del tempo, questa famiglia di ebrei deportati ha fatto carriera, ha guadagnato soldi, si è costruita una casa importante con un grande giardino. Su-sanna è vittima di una calunnia che le cagionerà la morte. Infatti si legge a ri-guardo: “Appena partite le ancelle, i due
Speciale Missione Gennaio 20184
25° Anniversario Dedicazione Chiesa Parrocchiale6 febbraio 1993 - 6 febbraio 2018
Chiesa in UscitaSECONDA FASE DELLA MISSIONE: TEMPO DELL’EVANGELIZZAZIONE
Domenica 4 febbraio 2018 ore 10,30: Celebrazione comunitaria presieduta dal Parroco Fondatore Mons. Giovanni Varriale, in occasione
del 25° della dedicazione della Chiesa Parrocchiale - Apertura mostreore 18,30: Celebrazione Eucaristica
Martedì 6 febbraio 2018 ore 9,00: Celebrazione Eucaristicaore 17,30: “Alla scoperta del territorio” a cura dell’Istituto Comprensivo “Pacinotti” di Marigliano
Mercoledì 7 febbraio 2018 ore 9,00: Celebrazione Eucaristicaore 19,00: Catechesi a cura di Mons. Lino D’Onofrio - Vicario Generale
Giovedì 8 febbraio 2018 ore 9,00: Celebrazione Eucaristica – Segue Adorazione Eucaristica ore 19,00: Adorazione Eucaristica Comunitaria Giubilare
Venerdì 9 febbraio 2018 ore 9,00: Celebrazione Eucaristicaore 19,30: “4000 giorni a Sottostante” - Momento culturale a cura di Carmine Egizio
Sabato 10 febbraio 2018 ore 18,30: Celebrazione Eucaristicaore 20,00: Concerto/Preghiera a cura del RNS diocesano
Domenica 11 febbraio ore 10,30: Celebrazione Eucaristica con gli ammalati e conferimento del mandato Missionario, presieduta da fra
Luigi Di Palma o.f.m. A seguire Pranzo comunitarioore 18,30: Celebrazione Eucaristica
Programma
Venerdì 2 febbraio 2018 - Candelora ore 18,30: Celebrazione Eucaristica e Festa dei bambini, con inizio della messa nella Chiesa di Santa Maria di
Pontecitra
Avvisi
5Gennaio 2018 Speciale Missione
MODALITÀ PER LUCRARE L’INDULGENZA PLENARIA(dal decreto della Penitenzeria Apostolica — Prot. N. 976/17/I)
E’ possibile lucrare l’Indulgenza plenaria (una sola volta al giorno) alle seguenti condizioni:
• Confessione sacramentale,• Comunione Eucaristica• Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice
Qualora si desidera applicare tale indulgenza alle anime dei fedeli in Purgatorio come suffragio, queste le condizioni richieste:• visitare in forma di pellegrinaggio la predetta Chiesa• partecipare con devozione ai riti giubilari, o per lo meno sostando per un congruo spazio di tempo in pio
raccoglimento• recita della preghiera del Padre nostro, il Simbolo della Fede (CREDO) e invocazioni in onore della Beatissima
Vergine Maria (Ave Maria, Salve Regina…).
Gli anziani, i malati e coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, potranno ugualmente lucrare l’Indulgenza plenaria, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre solite condizioni, se si uniranno spiritualmente alle celebrazioni giubilari, offrendo le loro preghiere e le loro afflizioni e gli affanni della vita a Dio misericordioso.
MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRA
Anno 15 - N. 3 • Dicembre 2014
Diffusione gratuita ad uso interno
Editoriale
La voce
che grida
pag. 3
C’è bisogno
di sentirsi sentinelle,
di farsi candela
ed illuminare la propria vita
e quelle degli altri.
E’ un patrimonio alla base
della nostra esistenza.
Ogni individuo ne è chiamato
in nome di Dio.
In difesa della
sacra famiglia
Sociale
La famiglia come nucleo
della futura società
pag. 4
Territorio
Uomini semplici
pag. 6
continua a pagina 3
mensile della comunità cristiana di Pontecitra
Anno 10 N. 6Marzo 2010
DiffusioneGratuitaAd Uso Interno
Cosa fanno i cristiani
in quaresima?di Don Pasquale Giannino
Editoriale
Qual è la funzione di Rinascita?
Perché ci ostiniamo a consumare car-
ta? Perché sprechiamo il nostro tempo
per produrre ciò di cui proprio nessuno
sembra sentire il bisogno? Assecondare
i buoni propositi del nostro parroco?
Mostrare una residua vitalità in una
comunità pesantemente adagiata nelle
sue miserie? Contribuire alla creazione
di quel caos disumanizzante che è l’inte-
ro sistema dell’informazione planetaria?
Tutte le volte che siedo al computer
per preparare il canovaccio sul quale
sviluppare un nuovo numero del nostro
giornalino, mi trovo di fronte a questi
terribili interrogativi. Tutte le volte mi
sento più stupido ed isolato e così, tut-
te le volte, concludo che è forse giunto
il momento di mettersi da parte. Che le
nostre parole non raggiungeranno mai lo
scopo che si erano prefisso. Non riusci-
ranno a chiamare alle nostre cause nuovi
“soldatini”. Non riusciranno a scuotere
le istituzioni, non riusciranno ad inte-
ressare l’opinione pubblica, non riusci-
ranno a sensibilizzare le coscienze, non
riusciranno a creare quel movimento di
pensiero che è alla base di ogni Rinascita.
Poi però, proprio quando lo scon-
forto sembra finalmente aver avuto
ragione della nostre parole e della loro
riconosciuta vanità, ecco nuove doman-
de affiorare all’orizzonte e sconvolgere
i nostri propositi. Domande intriganti e
misteriose (sempre la stessa in realtà,
declinata in questo numero dai nostri
articolisti per i vari soggetti della comu-
nità civile) che proprio non riusciamo
a tenere soffocate nel chiuso delle no-
stre coscienze. Con esse, ecco crescere
il tumulto e la speranza di trovare la
parola giusta, quella calata nelle nostre
pagine direttamente dallo Spirito Santo.
Mi dico allora che se si riuscisse ad
ottenere una sola risposta a queste do-
mande, avremmo restituito un senso
alla nostra esperienza di questi anni,
avremmo insomma fatto delle nostre
miserabili parole; la parola del Signore.
di Francesco Aliperti Bigliardo
Risposte
sto nel saper prendere quella giusta. Sono
solito affermare che la conversione, come
insegnano gli antichi rabbini, è l’arte di
centrare il bersaglio. Ebbene, il periodo del-
la Quaresima funge per il cristiano come pe-
riodo adatto ad una revisione delle propria
vita. Talvolta infatti sembra che la nostra
vita di cristiani si sia bloccato ad alcuni de-
cenni fa: anche la nostra pratica cristiano
non ha subito innovazioni, cambiamento,
maturazione. Siamo ancora legati ad una
fede fanciullesca e immatura.
Legato all’aspetto della conversione la
Quaresima è anche il tempo della metano-
ia, come affermano i Greci. La metanoia sta
ad indicare la qualità del pensiero che poi
ispira l’atteggiamento esterno del comporta-
mento: “Dimmi cosa e come pensi e ti dirò
come ti comporti!” Talvolta infatti le nostre
azioni sono non altro che la risultante dei
nostri pensieri. Anche per questo la Quaresima è tempo di
digiuno. Per quante sciocchezze e banalizza-
zione si ascoltano in proposito, il digiuno è la
capacità di essere più intuitivi, gli occhi mag-
giormente illuminati a vedere e poi soccorrere
le sofferenze altrui.
Con il mercoledì delle ceneri è iniziata
la Quaresima. Per il cristiano questo perio-
do è tempo di penitenza. Nel senso stretto
questo termine è sicuramente legato ad un
senso negativo, il che di per se è vero. Ma
l’aspetto penitenziale è legato soprattutto al
fare meglio, più del solito. Per ognuno que-
sto periodo è particolarmente motivante per
impegnarsi bene sul luogo di lavoro, nello
studio, in famiglia. Insomma, la penitenza
quaresimale di cui si parla consiste nell’appli-
carsi con decisione nello svolgimento della
vita. Quante volte risulta facile chiudere gli
occhi sulle problematiche della vita? “Non
è compito mio”, affermiamo. L’ambiente de-
turpato, l’illegalità diffusa, la corruzione che
dilaga, sembrano tutti sinonimi di situazioni
a cui anche come cristiani ci siamo troppo
abituati. Facciamo penitenza, non facendo-
ci i fatti nostri, apriamo cioè il cuore e la
mente alle problematiche della vita. Pren-
diamo una posizione evangelica. Rifiutiamo
il compromesso, per noi e per gli altri.
La Quaresima è anche tempo di con-
versione. La conversione di cui parlo ov-
viamente non è solo quella considerata nel
prendere una strada nuova, quanto piutto-
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25° Anniversario Dedicazione Chiesa Parrocchiale6 febbraio 1993 - 6 febbraio 2018MISSIONE POPOLAREChiesa in Uscita
MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRA
Anno 15 - N. 1 • Ottobre 2014
Diffusione gratuita ad uso interno
Sinodo Diocesano
Questo tempo
Riflessioni
La chiesa culturale
Riflessioni
L’istituzione chiesa
Ci siamo lasciati a luglio
con la pennetta arrabbiata,
ci ritroviamo a ottobre
per iniziare un nuovo
anno insieme.
Tante cose dovevano
cambiare e alla fine,
fortunatamente,
non è cambiato niente.
Ma questa non è soltanto
una ripresa, ma una vera
e propria partenza,
l’accensione di un nuovo ciclo
per una comunità intera
guidata dal vecchio-nuovo
parroco, chiamata
a dimostrare che questo
posto non deve essere
definito una “punizione”
da nessuno.
Chiesa di Pontecitra 2.0
Le vere luci di NataleAlcune brillano di luce riflessa,
altre richiamano da mesi turisti in preda allo stupore.Ci sono quelle che ingannano
e quelle che per un giorno riuniscono gli affetti.E poi c’è quella nascosta in fondo al cuore del credente
alimentata soltanto dall’olio della fede.Grazie a queste fiammelle abbiamo vissuto in parrocchia un tempo
di Avvento che ci ha rivelato la magia ora “dolce” ora “salata” di stare insieme.(nella foto: uno dei momenti del corso di cucina natalizia tenuto nella nostra parrocchia)
pag. 3
Antonio Molli
pag. 6
MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRAAnno 14 - N. 4 • Natale 2013 Diffusione gratuita ad uso interno
Ho fatto un sognoStorie di famiglia
Riflessioni sul NataleIl più grande atto di fede
EconomiaVorrei, non vorrei ma se posso...
continua a pagina 2
mensile della comunità cristiana di Pontecitra
Anno 10 N. 9
Giugno 2010
DiffusioneGratuita
Ad Uso Interno
Il camm
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i un
a com
un
itàrisposta sensata. N
on sono le percentuali
che interessano. Non sono i num
eri che
mi aiuteranno a stare tranquillo. Q
uando
infatti nelle famiglie ci sono form
e di di-
sagio particolarmente condizionanti per i
figli, forse devo già ringraziare Dio che per
due anni, fanciulli che hanno la “guerra
in testa”, mi hanno seguito e ascoltato le
catechiste che li hanno preparati al primo
incontro con Gesù.
Si, ma la cosa non m
i fa stare tranquillo
comunque. N
on per deresponsabilizzarmi,
ma credo che nella nostra com
unità una
delle cause di non continuità nei camm
ini
di fede è dovuta alla latenza di credibili
testimoni adulti, giovani aiutati a cresce-
re e capaci di investire il proprio tempo,
famiglie
che scoprono
nella com
unità
parrocchiale una
“seconda casa”,
come
dice un catechista della nostra parrocchia,
insomm
a persona che investono sul fatto
religioso e comunitario. D
a anni a servizio
come pastore in questa com
unità, sto cer-
cando di mettere le basi per creare percorsi
atti a fare esperienza di Gesù. Le sperim
en-
tazioni, dopo circa nove, anni non sono
mancate: “M
a consentimi una dom
anda –
chiese un sacerdote gesuita al Signore in
un mom
ento di preghiera – dopo di me chi
hai posto nel servizio della tua vigna?”. G
iovanni Paolo II, in visita nella no-
stra Diocesi il 23 m
aggio del 1993, nella
cattedrale di Nola, incontrando i sacerdoti
della Diocesi (io in quegli anni ero stu-
dente seminarista), dopo lunghe insistenze
dell’allora Vescovo di N
ola Mons. Tram
ma
circa le problematiche della nostra D
ioce-
si, con un discorso improvvisato rispose:
“Ecco, carissim
i, per la seconda volta il vostro
Vescovo m
i pone la stessa domanda. A
llora
si vede che c’è una insistenza, una domanda,
possiamo dire, basilare, una dom
anda che è il
punto di partenza della Chiesa.
Le attività parrocchiali volgono ormai
al termine. I sacram
enti dell’iniziazione
cristiana che solitamente si celebrano in
questo periodo segnano in tante parroc-
chie, e quindi anche nella nostra, la con-
clusione di tutti i camm
ini di fede che da
settembre scorso si sono posti in essere. La
nostra comunità parrocchiale però cono-
sce, ormai da anni, altre iniziative che la
tengono attiva anche nel periodo estivo;
mom
enti questi ludici, ricreativi ma anche
atti a vincere il disagio sociale che pure
esiste nel nostro quartiere. M
i pongo in questo periodo una doman-
da: come sono andate le cose quest’anno nei
percorsi di fede? Hanno sortito un valido
effetto di preparazione delle coscienze alla
recezione dei sacramenti richiesti? I geni-
tori dei fanciulli che quest’anno riceveran-
no la prima com
unione, ad esempio, sono
riusciti ad entrare nell’idea che loro sono i
primi educatori della fede dei loro figli? E
i fanciulli dopo la celebrazione della prima
comunione saranno capaci di continuare
il loro camm
ino di fede? Quesiti questi
che forse non facilmente troveranno una
“Avete m
ai pensato di privatizzare vostra m
adre? Privatizzando l’acqua è com
e se lo faceste”. È questo in sin-
tesi il pensiero di padre Alex Zanotelli
in merito alla gestione dell’acqua, così
come disegnata dalla legge R
onchi. A
pensarla come il padre com
boniano, anche il Forum
italiano dei movim
en-ti per l’acqua pubblica che è im
pegna-to in tutta Italia, nella raccolta delle firm
e (500m
ila) che
occorrono per
chiamare i cittadini ad esprim
ere il loro parere in m
erito alla delicata questio-ne. Io la penso com
e padre Zanotelli.
di Francesco A
liperti Bigliardo
Acqua
privatizzata
Editoriale
continua a pagina 3U
nasettim
anasen
zaTV
dal 7 al 13 giugno 2010
Sala teatro Parrocchiadi Pontecitra - M
arigliano
di Don P
asquale Giannino
MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRA
Anno 17 - N. 5 • Marzo 2017
Diffusione gratuita ad uso interno
L’amore nel matrimonio“Desideri, sentimenti, emozioni, quello che i classici chiamavano
“passioni”, occupano un posto importante nel matrimonio. Si generano
quando un “altro” si fa presente e si manifesta nella propria vita.
È proprio di ogni essere vivente tendere verso un’altra realtà, e
questa tendenza presenta sempre segni affettivi basilari: il piacere o il
dolore, la gioia o la pena, la tenerezza o il timore. Sono il presupposto
dell’attività psicologica più elementare. L’essere umano è un vivente
di questa terra e tutto quello che fa e cerca è carico di passioni.”
EditorialeIo sonoil Signorepag. 3
Amoris LaetitiaComplementarietà
e corresponsabilitàpag. 5
LiturgiaLiturgia della parolapag. 6
RubricheUna settimanada Diopag. 8
Anno 18 - N. 2 • Novembre 2017 Diffusione gratuita ad uso interno
25° Anniversario Dedicazione Chiesa Parrocchiale
6 febbraio 1993 - 6 febbraio 2018
MISSIONE POPOLARE
Chiesa in Uscita
MENSILE DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI PONTECITRA
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con Carmine Egiziocon la collaborazione musicale di
Biagio Santopaolo
Venerdì 9 Febbraio 2018 ore 19,30Parrocchia Sacro Cuore di Pontecitra
La redazione di
presenta
Riprendiamo la breve sintetica spiegazio-ne dei versetti che compongono la seconda sezione della preghiera .
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo: l’incarnazione del Figlio, il Suo farsi prossimo all’uomo assumendone pienamente la natura, è un atto d’amore nei confronti di ogni uomo di ogni epoca, per ri-conciliare noi peccatori con Dio e farci cono-scere il suo amore infinito, poiché Egli vuole la nostra salvezza, anche se oggi non ci vedia-mo più perduti e bisognosi di essere salvati, così potenti in noi stessi e nelle scoperte della scienza.
E la salvezza è un dono che ci raggiunge se facciamo il passo per accoglierla, un dono che Dio porge a tutti, ma che può accogliere solo chi si sforza a porgere mani svuotate di ogni orgoglio e di ogni sicurezza verso di Lui.
E per opera dello Spirito Santo si è in-carnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo: l’Incarnazione è il Mistero dell’ unione della natura divina e della natura umana nell’unica Persona divina del Verbo, Cristo. Per realizzare la nostra salvezza, il Fi-glio di Dio si è fatto carne (Gv 1,14), diventan-do veramente uomo, assumendo un vero cor-po umano attraverso il quale Dio invisibile si è reso visibile (per questa ragione Cristo può essere rappresentato e venerato nelle sante immagini) e un vero cuore umano, con il qua-le Gesù ci ha conosciuti e amati.
accedere infine alla visione di Dio. In questo modo anche i giusti vissuti prima di Cristo sono stati salvati da Lui (CCC, nn. 632-637).
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre: La Risurrezione di Gesù è la verità culminante della nostra fede e rappresenta, con la Croce, una parte essenziale del Mistero pasquale poiché conferma la divinità di Cri-sto, tutto ciò che Egli ha fatto e insegnato. Realizzando le promesse divine in nostro fa-vore, è il principio della nostra giustificazione e della nostra Risurrezione.
L’espressione secondo le Scritture è da in-tendersi con il significato di conformemente a quanto le Scritture avevano già profetizzato (perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fos-sa Sal 16,10).
Il Mistero della Risurrezione è completato dalla Sua Ascensione: Cristo sale al cielo e sie-de alla destra del Padre perché Egli è il Signo-re, che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede inces-santemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto.
E di nuovo verrà, nella gloria, per giu-dicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine: la venuta gloriosa di Cristo avverrà con il trionfo definitivo di Dio nella Parusia (la Seconda venuta di Cristo, dal greco pa-rousía, “presenza”) e con l’ultimo Giudizio. Si compirà cosi il Regno di Dio, per l’eternità. La comunità dei cristiani vive quest’attesa ogni giorno e nella celebrazione eucaristica gioi-sce nell’attesa della sua venuta.
Cristo giudicherà con il potere che ha acquisito come Redentore del mondo: i se-greti dei cuori saranno svelati, come pure la condotta di ciascuno verso Dio e verso il prossimo. Ogni uomo sarà colmato di vita o dannato per l’eternità a seconda delle sue opere. Il credente, anche e soprattutto se condannato dagli uomini, può rimanere in pace se ha obbedito a Gesù. E colui che è ri-tenuto innocente dalle folle, se non è in sin-tonia con la parola di Gesù, rimane fuori dal cuore di Dio. Chi rifiuta il dono dell’amore di Dio e della Sua Luce rimane nella tenebra. Chi rifiuta Gesù rimane privo di salvezza, re-sta immerso nella schiavitù della corruzione (CCC, nn. 675-682).
Liturgia Gennaio 20186
di Mariateresa Vitelli
L’Incarnazione di Cristo nel grembo della Vergine Maria è avvenuta per opera dello Spi-rito Santo, senza la collaborazione di uomo ed è una delle affermazioni basilari della fede, tanto che San Giovanni avverte: “ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. (1Gv 4,2-3).
Dunque Cristo è Figlio del Padre secondo la natura divina e Figlio di Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in lui una sola Persona, quella divina.
Maria è Madre di Dio, perché madre di Gesù, che è Dio, e perché ha compiuto la vo-lontà di Dio. («Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre» Mc 3, 35). Nulla è impossibile a Dio, che è libero dai nostri condizionamenti e dai nostri limiti mentali e fisiologici . Venerando (e non ado-rando!) Maria con molti titoli i cristiani di tut-te le generazioni proclamano la bellezza e la grandezza dell’opera di Dio.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori e fu sepolto: è la seconda volta che nel Credo diciamo questo per noi. Tutta la vita di Gesù è un dono di Dio per noi, tutta la vita di Cristo è libera offerta al Padre per compiere il suo disegno di salvezza: il Mistero pasqua-le, che comprende la passione, morte, risur-rezione e glorificazione di Cristo, è al centro della fede cristiana, perché il disegno salvifico di Dio si è compiuto una volta per tutte con la morte redentrice del suo Figlio.
Gesù è stato crocifisso, ha conosciuto una vera morte e una vera sepoltura. Gli interven-ti di Dio sono concreti, reali, avvengono nel tempo, in un luogo preciso, con testimoni oculari.
L’affermazione del Simbolo educa l’uomo ad accettare la morte come passaggio nor-male e sano della vita, partecipazione a quel-la di Cristo, e in preparazione ad essa a vivere con distacco dal mondo. Se il Figlio di Dio l’ha vissuta e vinta, la morte per l’uomo non è più un valico insormontabile (CCC, nn. 571-576, 595-598).
Nel Simbolo degli Apostoli troviamo an-che discese agli inferi che (diversi dall’infer-no della dannazione) costituivano lo stato di tutti coloro, giusti e cattivi, che erano morti prima di Cristo). Con l’anima unita alla sua Persona divina Gesù ha raggiunto negli inferi i giusti che attendevano il loro Redentore per
Spiegazione del Credo (2a parte)Introduzione alla liturgia
Credo di Nicea-CostantinopoliPer noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,e per opera dello Spirito Santosi è incarnato nel seno della Vergine Mariae si è fatto uomo.Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,mori e fu sepolto.Il terzo giorno è risuscitato,secondo le Scritture, è salito al cielo,siede alla destra del Padre.E di nuovo verrà, nella gloria,per giudicare i vivi e i morti,e il suo regno non avrà fine.
tralcio alla giustizia nel caso fosse fatto in un processo. Proprio di recente ed esattamente con la sentenza n. 27108, depositata il 30 maggio 2017, la sesta sezione penale della Cassazione ha sta-bilito che il delitto di falsa testimonian-za non consiste tanto in dichiarazioni non corrispondenti al vero, quanto contrarie a ciò il testimone ritiene vero; sicché commette il reato di intralcio alla giustizia chi induce il teste a rendere una deposizione diversa da quella che egli avverte come vera.
7 Gennaio 2018 Rubriche
al prossimo colpe e difetti che non ha. È falsa testimonianza il comporta-
mento, molto spesso, messo in atto dal-le istituzioni che diffondono (o fanno diffondere dai mass-media) notizie non corrispondenti alla verità perché, come diceva Benigni, “Il potere non vuole che si veda e si conosca la verità. Il potere mente, sempre.”
Non rispetta l’ottavo comandamen-to nemmeno chi induce, con qualsiasi mezzo, altri ad affermare il falso che può, addirittura, costituire il reato di in-
L ’ottavo comandamento è im-portantissimo per il suo alto significato in ordine al valore
morale. Esso infatti recita: NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA.
L’ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli al-tri. La parola diventa falsa testimonian-za, quando procura danno agli altri. Il dono divino della parola deve essere usato a fin di bene e non certamente per offendere il prossimo con la falsità, la maldicenza, l’ipocrisia, lo spergiuro e l’inganno. La bugia è sempre una falsi-tà anche se, a volte, viene detta a fin di bene, come da esempio, per nasconde-re una verità che è bene tener segreta, per evitare un danno o per tranquilliz-zare una persona.
Padre Pio (San Pio da Pietrelcina) che in vita parlava con la Madonna, diceva che Maria, madre buona e affettuosa, intermediaria nei rapporti degli uomi-ni, suoi figli, con Dio, non esita a giusti-ficare i propri figli mentendo, magari anche con il silenzio, al Padre: e questo, proprio come fa una buona madre che giustifica il figlio nei confronti del pa-dre o altri. Ecco: Maria “bugiarda” a fin di bene!
La menzogna è come un’insanabile malattia dell’animo. Infatti, il peccato che si commette accusando qualcuno falsamente di una colpa o denigrando la fama e la stima del prossimo, non è rimesso se il calunniatore non dia sod-disfazione dell’ingiuria a chi ha incrimi-nato, calunniato o denigrato.
Uno dei peccati indubbiamente più gravi contro l’Ottavo Comandamento è la calunnia, che si compie quando si at-tribuisce al prossimo un male che non ha compiuto o un difetto che non ha o quando si attribuiscono ad altri parole o concetti mai espresse solo per avva-lorare una propria tesi o per giustificare una propria cattiva azione. È questa, in assoluto, la forma più grave di maldi-cenza ed è tanto più odiosa se è ordita intenzionalmente e ordinariamente. La calunnia, insomma, è un peccato che consiste nell’attribuire malignamente
Non dire falsa testimonianzadi Salvatore Sapio
Caffetteria
Via Isonzo - MARIGLIANOTel. 081 885 36 68
L’ottavo comandamento
Ho fatto un sogno
Paroledi Francesco Aliperti Bigliardo
L ’uomo è parola. La parola è l’elemento che segna la differenza tra noi ed il resto degli esseri viventi presenti sulla terra. La parola è comunicazione, è racconto, è Storia, è pensiero. È la sintesi in-
somma di tutti i processi che sottendono all’attività umana. Cosa succede però quando questo prodigio dell’evoluzione si conta-
mina, ammorba ed intride di falsità? Come è facile immaginare la furia scatenata dalla menzogna è altrettanto incontenibile e può innescare re-azioni a catena di cui è difficile prevedere la portata.
Questo non enumerabile potere, non poteva sfuggire al Nostro Creato-re che proprio per questo ha inteso inserire il divieto assoluto di proferire falsa testimonianza tra i dieci fondanti la sua dottrina. La bugia devasta e desertifica, schiavizza e corrompe l’intera razza umana. Uccide la libertà in tutte le sue manifestazioni. Insinua il sospetto, alimenta la cospirazio-ne, sporca la verità rendendola invisibile ed impraticabile.
La falsa testimonianza è il veicolo di cui si alimenta il male per corrom-pere il bene. È l’elemento di frattura che impedisce la comunione tra i viventi a vantaggio di chi ci vuole isolati e privi di sostegno e quindi più deboli e facili da sedurre alle ragioni del maligno. Sarà per questo che in balia di ciarlatani, imbonitori e mistificatori senza scrupoli, l’umanità intera vive giorni difficili.
“…L’unico pericolo che sento veramente è quello di non riusci-re a sentire più nien-te…”. Come cantava Jovanotti nel suo brano “Fango” è que-sto il nostro unico pericolo che possia-mo realmente cor-rere, quello di non provare alcun senti-mento di compren-sione, ritrovandoci a giudicare o meglio a sparlare del nostro prossimo, l’errore che non dobbiamo infatti commettere e quello di non chiu-dere mai il nostro cuore così come han
…”Fanno male, fanno male le paro-le, Certe volte vanno oltre ogni volere. Tiran fuori dei dolori primordiali, Fan-no male, fanno male le parole. Tutta rabbia che non sai gestire dentro…”
Lo stralcio sopra riproposto fa parte del brano del 2013 “Non devi perdermi” scritto da Biagio Anto-nacci ed interpretato da Alessandra Amoroso.
Un pezzo che rimarca l’impor-tanza delle parole, di quelle parole pronunciate avvolte contro il nostro volere, ma che fanno male molto più male di quanto possiamo immagi-nare, perché aprono dei solchi pro-fondi nel cuore del nostro prossimo, i quali non possono esser visti con i nostri occhi carichi di odio.
Rubriche Gennaio 20188
Le parole come lame taglientidi Francesco Panetta
L’ottavo comandamento proi-bisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri.
Il punto è, ne siamo consapevoli ? Perché tale affermazione, spesso ci sfugge, finiamo col non dare il giusto peso alla descrizione del comanda-mento affidatoci, commettiamo l’er-rore di voler abbreviare e interpretare a piacer nostro magari minimizzando-lo con il “ non dire le bugie”, facendo-lo passare per quel comandamento da far metabolizzare soprattutto ai bambini, a rafforzare la tesi che per noi adulti non ci possa toccare più di tanto.
La parola diventa falsa testimonian-za, quando procura danno agli altri:
’’Due anziani del popolo designa-ti giudici accusarono ingiustamente la giovane e bella Susanna, che aveva rifiutato di acconsentire di soddisfare i loro desideri, incolpandola di esser-si adagiata con un giovane. Il popolo credette ai due malvagi e Susanna fu condannata a morte. Dio, però accor-se in soccorso della giovane innocente attraverso l’intervento di Daniele, che riuscì a smascherare la menzogna dei due malvagi, i quali furono a loro volta, condannati a morte, mentre Susanna fu salva. (Daniele,13)”
Quante persone affermerebbero di dire bugie e quante invece ammette-rebbero di spettegolare nella vita? Sup-pongo che le risposte cambierebbero in base a ciascuna delle due doman-de. Ma esse non si equivalgono forse?
Corso Umberto I, 303Tel. 081.885.19.50Marigliano (NA)
di Luigi Terracciano
Visto, letto, ascoltato
fatto i due anziani giudicando e mal-dicendo la giovane Susanna, ma inve-ce provare come Daniele a scindere la zizzania dalla verità.