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Meloni Gianna Irre Veneto Pratiche in classe nell’attività matematica. DdM: il contratto didattico interpretato in chiave sociologica. La classe intesa come società.

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Pratiche in classe nell’attività matematica.

DdM: il contratto didattico

interpretato in chiave sociologica.

La classe intesa come società.

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Le pratiche di apprendimento della matematica

La classe come comunità di pratiche condivise,

aventi come scopo

la costruzione di conoscenza matematica,

sono considerate pratiche esplicite

nel processo di apprendimento-insegnamento e

danno significato all’esistenza di una comunità

(come la società:classe)

i cui membri esercitano tali pratiche come attività.

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Categorie delle pratiche

Pratiche concettuali.

Pratiche algoritmiche o esecutive.

Pratiche strategiche o risolutive.

Pratiche comunicative.

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Le pratiche concettuali

Queste riguardano la noetica,

cioè la costruzione cognitiva dei concetti matematici.

Lo scopo è di far sì che ogni singolo studente

sia messo nelle condizioni

di poter costruire il/i concetto/i

posto/i come obiettivo.

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Le pratiche algoritmiche

Queste riguardano

la costruzione di abilità nel calcolo,

nella memorizzazione (dove occorra),

ai vari livelli.

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Le pratiche strategiche

Queste riguardano la risoluzione dei problemi o

le strategie messe in campo

in situazioni problematiche.

Per queste si ricorre a situazioni adidattiche

nelle quali la funzione dell’insegnante

è paragonabile a quella di un regista.

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Le pratiche comunicative.

Queste oggi sono considerate

un apprendimento a sé

con sue specificità e sue peculiarità,

di grande importanza.

La pratica comunicativa è una pratica collettiva,

lo richiede come requisito.

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Fasi della pratica comunicativa

Fasi in una struttura circolare aperta

7. Condivisione- Comprensione

1. Partecipazione

2. Devoluzione

8. Socializzazione

6. Istituzionaliz-zazione

5. Validazione- Negoziazione

4.

Collaborazione

3. Implicazione

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Pratiche trasversaliSono pratiche per apprendimenti

che rientrano in ciascuna delle precedenti categorie perché riguardano la gestione complessiva

dell’insegnamento-apprendimento

della matematica.Riguardano le caratteristiche della gestione

degli aspetti semiotici del discorso matematico: rappresentazione, trattamento,conversione.

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Classe come società

“L’attenzione è rivolta alla pratica dell’essere umano

nella società,

l’insieme delle sue esperienze, i problemi affrontati.

Linguaggio, semiotica non sono che segni che esprimono

attività dell’essere umano che è implicato,

in base alle esigenze della società e della cultura,

a manifestare le proprie azioni,

facendo direttamente riferimento alle attività, alle pratiche

del comportamento umano all’interno di una società

che esprime necessità e condizionamenti culturali”.(Bagni, D’Amore)

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La classe può essere vista

come una società specifica di individui

la cui unità sociale è sancita per legge

della effettuazione di pratiche definite e

in grande misura condivise.

Requisiti classe/i/società:occupano un territorio comune,

interagiscono tra loro, sanno di appartenere allo stesso gruppo,

hanno almeno in parte una cultura comune.

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Ogni società determina le sue specifiche pratiche...

Queste si possono dividere in due grandi categorie:quelle stabilite a priori per tale società

(l’apprendere, il condividere attività, …);quelle che nascono a causa del fine che tali attività si

prefiggono di raggiungere

(la competitività, le azioni relative al contratto didattico,alla scolarizzazione dei saperi,

quelle tese a far supporre a chi deve valutare abilità di fatto non possedute,…).

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“Le prime sono pratiche codificate e

dunque funzionali;

sono quelle che danno un significato

alla costituzione stessa di tale società;

le seconde,

che potremmo definire meta-pratiche,

sono dovute alla specifica situazione,

sono dunque a carattere extra funzionale”.(D’Amore)

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La società “classe” vive in aula,

ma questa non è isolata dal contesto “scuola”,

risente dei contesti “società” e “famiglia”,

non è immune

da una condivisione di aspettative

delle pratiche considerate tipiche dell’aula

dalla tradizione e dalla società più vasta

in cui è inserita.

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Le pratiche degli individui appartenenti alla società sono connesse alle aspettative ed alle limitazioni

poste dall’ambiente in cui vivono

ed alle possibilità che esso offre.

Le due categorie di pratiche che si esplicano in aula rientrano in un sistema di adattamento

degli individui (alunni) alla società

sotto la direzione di un altro individuo

che l’istituzione sociale ha riconosciuto

come rappresentante (l’insegnante).

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Gruppi primari e gruppi secondari.

“Una classe normale tende

ad essere un gruppo secondario

perché non è detto che tutti gli individui

che ne fanno parte condividano esattamente

gli stessi scopi ed abbiano le stesse prospettive;

tra gli studenti della stessa classe, infatti,

alcuni privilegiano le attività, le pratiche funzionali; mentre altri sono più propensi a quelle

che abbiamo chiamato metapratiche”.(Bagni, D’Amore)

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Prospettive del tutto diverse...

Un esempio…

Alcuni allievi hanno come traguardo

l’apprendere quello che è stato stabilito

come conoscenza da apprendere;

altri allievi l’apprendere

come influenzare il giudizio che chi valuta si farà.

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“Ecco allora che, all’interno della classe

(gruppo sociale secondario)

si formano gruppi primari assai diversi tra loro, insiemi ristretti di individui

che condividono scopi e dunque

interagiscono tra loro per il loro raggiungimento, secondo l’idea di ‘comportamento collettivo’.”

(Robertson)

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Alcuni gruppi primari scelgono

attività, obiettivi, pratiche che sono funzionali,

ma si formano altresì gruppi primari

i cui individui privilegiano

l’effettuazione delle metapratiche di adattamento.

La metapratica è condizionata

dal tentativo di adattamento ad una società

cui si appartiene

ma della quale si è perso il significato originario.

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Una prospettiva verso più tipologie di ostacoli

Usando un punto di vista sociologico: l’ostacolo ontogenetico mostra

la non uniformità della società classe e dunque

un errore originale nella sua costituzione; l’ostacolo didattico mostra una incongruenza

nelle scelte che stanno alla base

del rapporto costituente la società classe; l’ostacolo epistemologico mostra la necessità

di una condivisione di obiettivi

più espliciti e condivisi.

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Il contratto didattico in versione sociologica

Il soccombere alle insidie del contratto didattico

può essere interpretato

come un tentativo di adattamento

ad un gruppo secondario,

quando cioè gli scopi della società

non sono stati accettati

perché non chiariti,

perché travisati,

perché rifiutati.

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Le attività messe in campo in tale società

non sono quelle previste in essa,

ma costituiscono un insieme di metapratiche

che la sociologia ci ha aiutato a riconoscere.