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Azienda Pubblica di Servizi alla Persona MARGHERITA GRAZIOLI IL MELOGRANO Inserto al Periodico Bimestrale Tuttapovo, edito dal Club InterassociativoTuttapovo Anno V - n. 3 19 o num. pub. dicembre 2012

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Azienda Pubblica di Servizi alla Persona

MARGHERITA GRAZIOLIIL

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Inserto al Periodico Bimestrale Tuttapovo, edito dal Club InterassociativoTuttapovo

Anno V - n. 319o num. pub.dicembre 2012

2 Inserto redazionale a cura della A.P.S.P. “M. Grazioli” di Povo - Tuttapovo - dicembre 2012

IL M

ELOG

RANO

La Redazione, la Direzione ed il

Consiglio di Amministrazione

AUGURANO

a Ospiti, Familiari,

Dipendenti ed a tutti i

lettori del “Melograno”

Buon Natale e Felice

Anno Nuovo

IL MELOGRANO

Inserto redazionale a cura della A.P.S.P. “M. Grazioli” di Povo - Tuttapovo - dicembre 2012 3

Dicembre 2012 - n. 3

Anno V - XIX num. pubblicato

DIRETTORE:

Paolo Giacomoni

COORDINAMENTO:

Antonio Bernabè

IN REDAZIONE:

Antonio Bernabè - Erica Ciresa -

Giuseppina Ciurletti - Renzo Dori

- Mariarosa Dossi - Innocenzina

Groff - Gerolamo Iob - Roberto

Maestri - Renata Ricci

FOTO:

Antonio Bernabè - Renzo Dori -

Roberto Maestri - Marco Paris

- Fonti varie -

IMPAGINAZIONE E GRAFICA

Carlo Nichelatti

Si ringraziano tutti coloro che a

vario titolo hanno contribuito a

dar vita a questo numero de

“IL MELOGRANO”

STAMPA

Tipografia Arti Grafiche

Publistampa - Pergine Valsugana

s o m m a r i o

Se vuoi conoscerci meglio basta un clic www.apspgrazioli.it

Il sito aziendale è stato recentemente aggiornato attraverso l’inserimento dei testi in pdf delle

carte dei servizi relative alle varie attività. Chi fosse interessato può verificarne i contenuti

come sempre con un semplice clic.

Convegno sul tema: “Anziani & continuità assistenziale” . . . . . . . . . . . . .4

Festival della Famiglia a Riva del Garda . . . . . . . . . .7

Insediamento e presentazione del Comitato Etico . .8

Il bel dono del Natale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9

L’importanza della musicoterapia . . . . . . . . . . . . . .11

L’Autunno della RSA e del Centro Diurno . . . . . . . . .13

Professione volontario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16

Ritorna il grande concorso a premi . . . . . . . . . . . . .18

I vincitori del concorso indovina indovinelli . . . . . .19

Risveglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

La serra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22

Pranzo con i volontari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

Torneo di bocce “Marco Bauer” . . . . . . . . . . . . . . . .25

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Convegno sul tema: “Anziani & continuità assistenziale”di Renzo doRi - 5 novembRe 2012

Il cinque novembre scorso, pres-so la sala della Cooperazione

di Trento si è svolto un importan-te convegno dal titolo “Anziani e Comunità” durante il quale sono stati illustrati i risultati di uno stu-dio effettuato dal sociologo Nadio Delai, Presidente di Ermeneia Stu-di & Strategie di Sistema, sull’in-vecchiamento della popolazione trentina e specificatamente del comune di Trento e sui servizi di sostegno necessari rispetto alla fragilità e non autosufficienza. Lo studio, per dare ancor maggior concretezza ai dati e linee di ten-denza presenti all’interno della nostra società, si è avvalso anche della analisi effettuata sul campo dalla ricercatrice e docente presso la Facoltà di Economia di Trento Roberta Cuel, attraverso una si-gnificativa percentuale di anziani e familiari intervistati e che si avval-

gono sia di servizi domiciliari che residenziali (Residenza Sanitaria Assistenziale). Il convegno è sta-to introdotto dal Presidente della nostra Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “M. Grazioli” Renzo Dori che assieme ad alcune coo-perative sociali avevano promosso sia la ricerca che l’evento.

Riportiamo qui di seguito i conte-nuti di tale intervento.

“ Buon giorno a tutti e grazie del-la vostra presenza che conferma il forte interesse che esiste attorno alle tematiche poste al centro di questa intensa mattinata di lavoro.

Quando oltre un anno fa mi in-contrai con Diego Agostini della SAD per valutare in che modo era possibile pensare a delle sinergie fra le azioni della nostra Azienda Pubblica di Servizi alla Persona che gestisce una RSA, un centro Diurno, degli alloggi protetti e un

Centro servizi e la loro attività rivol-ta principalmente alla domiciliarità ben presto giungemmo alla reci-proca consapevolezza che la sepa-ratezza degli interventi per quanto qualificati non riuscivano a dare ri-sposte adeguate alle esigenze che un invecchiamento marcato della popolazione ed il conseguente au-mento della fragilità della persona anziana ponevano in modo sempre più esplicito. Entrambi condividem-mo anche la necessità di dotarsi, rispetto ad un problema tanto co-gente, di strumenti di conoscenza maggiori e più qualificati.

Dopo alcuni mesi fece seguito l’incarico da parte delle cooperati-ve SAD e FAI, al sociologo Nadio Delai esperto in materia sociale e all’Università di Sociologia di Tren-to (a cui noi aderimmo con molto interesse, assieme ad altre coope-rative sociali), per la predisposizio-ne di una ricerca che avesse come obiettivo quello di intersecare e ag-gregare i molteplici dati presenti in modo separato in vari settori e livelli istituzionali e non (Sanità, Comune, cooperative sociali, RSA). La “se-paratezza” e incomunicabilità dei dati infatti rendeva particolarmente arduo il compito di costruire una vi-sione d’insieme dei fenomeni e del-la struttura dei servizi presenti a cui collegare un esame critico dell’esi-stente per poi disegnare un possi-bile percorso futuro. Il lavoro quindi non è stato facile, ma alla fine ne è uscito crediamo un buon prodotto con altrettanto stimolanti osserva-zioni e indicazioni.

Le ragioni per le quali siamo qui oggi noi Aziende Pubbliche di Ser-vizi alla Persona (personalmente faccio parte di quel mondo) e le cooperative sociali, oltre che per

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prendere conoscenza in modo ovviamente sintetico dei risultati di tale ricerca e delle indicazioni per un per-corso possibile di migliora-mento del welfare trentino, sono anche quelle (per la pri-ma volta) di avviare un comu-ne ragionamento attorno al nostro futuro rispetto al trend di invecchiamento della po-polazione ed ai problemi che tale fenomeno irreversibile porta con sé.

Abbiamo di fronte tre sfide:• la fragilità della persona

anziana,• la fragilità della struttura

della famiglia, da sem-pre ritenuta una dei punti centrali del sistema del pren-dersi cura

• la diminuzione delle risorse pubbliche disponibili.

Questi tre elementi, queste tre criticità spesso si accavallano, si intersecano a volte si sommano generando non poche difficoltà al caregiver spesso schiacciato dai “poteri forti” e dai servizi “sordi” alle sue esigenze. La conseguen-za è che la persona anziché essere al centro delle scelte sempre più spesso viene relegata ai margini. Dobbiamo riuscire a partire sempre più dai bisogni delle persone anzia-ne e non dai servizi offerti, poiché i primi mutano nel tempo e sono incardinati nella persona, mentre i secondi risultano inevitabilmente più lenti nell’adeguarsi e spesso frammentati a seconda dell’ente o organizzazione che li fornisce. Non è più tempo di chiudersi nel proprio orticello con atteggiamenti autoreferenziali. Dobbiamo sapere immaginare risposte, come det-

to a pag. 21 del testo: che “inter-pretino costantemente una realtà sociale in movimento, alla quale si corre il rischio di rispondere con servizi inappropriati rispetto ai biso-gni emergenti, rinunciando così ad immaginare e ad organizzare mo-dalità di welfare differenti rispetto al passato e maggiormente coerenti con ciò che serve.”

Dobbiamo avere la consapevo-lezza tutti noi che operiamo nel sociale e nel socio-sanitario, ma anche i decisori politici che è ne-cessario intraprendere uno sforzo straordinario per riuscire a fare me-glio con meno “senza che questo si traduca alla fine in un peggioramen-to dei servizi, scaricando il disagio sugli anziani non autosufficienti e sulle loro famiglie (senza cioè che lo sforzo di aumentare l’efficienza finisca per penalizzare l’efficacia... penalizzando così la componente più debole” che invece dovrebbe essere sempre mantenuta al centro della nostra attenzione.

Dobbiamo avere il coraggio di

lavorare per una filiera assisten-ziale in cui i singoli soggetti che attualmente offrono e organizza-no servizi e prestazioni rispetto al mondo della disabilità e della non autosufficienza operino in una logica di “integrazione” e non di semplice “accostamen-to”. Dobbiamo riuscire a fare si-stema in modo da aumentare la continuità assistenziale e ridurre il gap delle carenti “giunzioni” oggi esistenti fra intervento sa-nitario-ospedaliero e intervento assistenziale post ricovero.

Cominciamo a lavorare, a spe-rimentare insieme metodi di pro-gettazione e attuazione di alcuni di quei principi posti in calce al testo, sono dieci, ma attuandoli

si opererebbe una rivoluzione nel nostro sistema di welfare. Attuan-doli si darebbe corpo ad un mo-dello di welfare comunitario l’unico oggi capace di fornire risposte in-novative rispetto alle necessità.

Ancora una volta solidarietà, em-powerment, reciprocità, capitale sociale, reti sociali, auto-mutuo aiuto reti formali e informali di so-stegno alle famiglie possono rap-presentare la chiave di volta per affrontare tematiche tanto rilevanti.

Essere qui nella sala della coope-razione trentina deve rappresentare per tutti noi un ulteriore significati-vo spunto di quale deve essere la strada da intraprendere. Anziani e comunità - costruire una rete ter-ritoriale di sostegno non può es-sere solo il titolo di un convegno-confronto-riflessione che si chiude nell’arco di una mattinata, ma deve divenire un obiettivo sempre più condiviso.

A partire da qui e dalle indicazioni e riflessioni contenute nella ricerca

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Festival della Famiglia a Riva del GardaUn impoRtante Riconoscimento alla azienda pUbblica di seRvizi alla peRsona “maRgheRita gRazioli”

di Renzo doRi

Nel quadro delle molteplici ini-ziative promosse all’interno del

Festival della Famiglia tenutosi a Riva del Garda dal 25 al 27 ottobre scorso, la prima giornata durante la fase di apertura e inaugurazione dei lavori, ha visto tra gli altri la nostra Azienda come protagonista.

Dopo aver aderito nel dicembre dell’anno scorso al processo di ac-creditamento al marchio Family Au-dit con l’obiettivo primario di pro-muovere e sostenere il benessere familiare nella propria organizzazio-

ne attraverso una migliore concilia-zione famiglia e lavoro ed a seguito delle verifiche positive effettuate dall’organo provinciale di controllo, ci è stato assegnato il “Certificato base”. Grande la soddisfazione per questo primo obiettivo raggiunto che ha premiato l’impegno di tut-ta la nostra organizzazione ai vari livelli. Le motivazioni e le congratu-lazioni che hanno accompagnato tale riconoscimento espresse dal dirigente provinciale che ha ricor-dato, tra l’altro che siamo la prima

ed unica Azienda Pubblica di Ser-vizi alla Persona del Trentino che abbia effettuato tale percorso, non debbono farci abbassare l’impe-gno per promuovere e perseguire con determinazione i processi di conciliazione fra le esigenze del la-voro e quelle familiari. In tale con-testo cercheremo di operare tutte quelle scelte che tendono a favorire un bilanciamento tra la vita perso-nale e la vita professionale, ai fini di assicurare il benessere organizzati-vo dei dipendenti.

sappiamo che non sarà sufficiente questa nuova volontà di fare siste-ma fra diversi attori dei servizi so-ciali e socio sanitari ci sarà anche bisogno altrettanto urgente di un aggiornamento dell’agenda politi-ca che sappia da un lato cogliere le priorità vere e dall’altro che sap-pia ridisegnare la propria visione ri-spetto a queste tematiche ancora oggi non scevre di elementi di forte contraddizione.

Basti qui citare due orientamen-ti assunti uno meno recente e uno di questi giorni: il passaggio della competenza dei centri diurni dall’a-

rea del sociale rappresentata dai comuni e dalle comunità di valle alla sanità frutto di una visione di “sa-nitarizzazione” dell’anziano fragile e l’aver previlegiato, nella fase attuati-va della recente legge sulla non au-tosufficienza, il trasferimento verso le famiglie di assegni monetari anzi-ché di “cura” legati ad una ridefini-zione e riqualificazione dei servizi a domicilio e quindi di reale aiuto alla famiglia, frutto anche questa scelta di una vecchia visione (forse con-dizionata da ragioni elettorali) che tende a privilegiare ancora una vol-ta il trasferimento monetario come

risposta anziché il rafforzamento della rete di sostegno alle famiglie.

Vorrei chiudere questo mio breve intervento con una nota di speran-za rivolta verso tutti quei familiari che giorno dopo giorno si pren-dono cura con tanto affetto di un loro congiunto parzialmente o non autosufficiente per assicurarvi che insieme noi tutti personale delle APSP e delle cooperative sociali sapremo darvi una mano ancora più forte.

Noi comunque faremo la nostra parte.

Buon lavoro a tutti.”

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Insediamento e presentazione del Comitato Eticodi maRiaRosa dossi, diRettoRe dell’apsp “m. gRazioli”

Lo scorso mese di novembre il Comitato Etico aziendale ha te-

nuto la sua prima riunione a seguito nomina dei componenti da parte del Consiglio di Amministrazione (de-liberazione n. 26 del 25 settembre 2012).

Si tratta di un traguardo molto significativo per la nostra Azienda, che corona con successo il percor-so di formazione sul campo sul tema “Condivisione di aspetti bioetici nella presa in carico e cura dell’anziano non autosufficiente in una RSA”, affidato per consulenza e docenza al “Centro Studi della Fondazione Lanza” di Padova, diretto dal dott. Renzo Pegoraro e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

La formazione, che aveva coin-volto il presidente, il direttore, il di-rigente medico coordinatore e una decina di collaboratori con ruoli di coordinamento nei servizi si era ap-punto conclusa con la stesura della bozza di regolamento che, succes-sivamente alla supervisione degli

esperti della Fondazione Lanza, è divenuta il testo del “Regolamento Comitato Etico per la pratica clinico-assistenziale dell’APSP “M. Grazio-li”, approvato con deliberazione n. 10 del 27/03/2012 dal Consiglio di Amministrazione.

Ed ecco i nominativi dei compo-nenti, ai quali si rinnova il ringrazia-mento, per aver accettato di percor-rere questo tratto di strada insieme: prof. Lucio Pinkus (teologo, psico-terapeuta), dott.ssa Lucia Galvagni (esperta in bioetica della Fondazio-ne Bruno Kessler), dott.ssa Marta Tomasi (esperta in materie bio-giuri-diche dell’equipe del prof. Casonato dell’Università di Trento), Maria Be-nini (assistente sociale esperta sui problemi degli anziani non autosuffi-cienti e delle loro famiglie), Alessan-dra Faustini (rappresentante esterna del volontariato, attiva nell’ATMAR), dott.ssa Rosanna Avi (dirigente me-dico), Maria Bordin (Operatore socio sanitario), Elisa Contini (Infermiera), Chiara Negherbon (fisioterapista), dott.ssa Michela Toniolo (Funziona-

rio responsabile della qualità; refe-rente dell’Amministrazione).

Il primo incontro del Comitato Etico (CE) si è tenuto martedì 6 no-vembre ed il Presidente Renzo Dori, nel portare il saluto dell’Amministra-zione, ha sottolineato la necessità di dotarsi di strumenti adeguati per affrontare con competenza le te-matiche etiche, al fine di riuscire a tradurre nella quotidianità dell’assi-stenza all’anziano non autosufficien-te i principi della dignità della vita, del rispetto della persona e della condivisione delle scelte con il fami-liare dell’utente.

“È in questo contesto”, ha ribadito il Presidente Dori, “che il CE diven-ta strumento e aiuto concreto per la promozione del rispetto della perso-na e per il miglioramento delle prassi assistenziali in rapporto all’etica nella gestione di casi clinici complessi”. Il Direttore dell’APSP ha quindi ripreso brevemente alcuni aspetti di proce-

Nel “Piano nazionale per la fa-miglia” approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Diparti-mento per le politiche della famiglia, si ricorda infatti che “la diffusione delle forme di Audit hanno come obiettivo la conciliazione tra fami-

glia e lavoro, perseguendo le pari opportunità fra i sessi unitamente al sostegno della vita familiare ispi-rata ad una azione sussidiaria fra la posizione lavorativa e la famiglia del lavoratore...

Il processo si svolge all’interno

dell’azienda attraverso sistemi par-tecipativi che coinvolgono i lavora-tori... e i datori di lavoro... e com-porta l’attribuzione del certificato di base, che viene dato subito dopo la definizione del progetto.”

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Il bel dono del Natalea cURa di don geRolamo iob

Il dolore di tanta gente, profughi, bambini, poveri, anziani soli, per-

sone senza speranza si è riversato sopra di me e mi ha avvolto come un’ombra oscura... ho provato angoscia.

Poi ecco la luce del Natale. Nel buio di questa umanità, Dio si è fatto uomo. Per illuminare e riscal-dare, per lenire, consolare e riapri-re un nuovo cammino per tutti.

Grazie Signore. Senza stancarti Tu avvolgi la terra con tuo calore e nasci ancora una volta là dove c’è un briciolo di bontà nella santa liturgia della vita. Abbiamo vera-mente bisogno di un nuovo Nata-le. Perché la nostra generazione è oggi davanti ad un bivio.

La paura e l’angoscia che oggi ci avvolge hanno bisogno di luce e di speranza. Siamo tutti noi, la nostra

umanità, la nostra comunità della Casa “M. Grazioli” che Ti invoca e Ti accoglie con la speranza di tem-pi nuovi.

Per questo, tu Signore, sei il no-stro Padre. Tu continui a donarci Gesù. Grazie Signore per coloro che ci ricordano gli “inciampi” po-sti sul nostro cammino, soprat-tutto quelli che le nostre stesse mani hanno posto sulla retta via: la mancanza di pazienza, la chiusura nei confronti del prossimo, i nostri egoismi. E poi le grandi “pietre” che ostacolano il cammino della fratellanza umana: le ingiustizie, le violenze, le guerre, il mercato sel-vaggio, la povertà di troppi che au-menta a dismisura in favore della ricchezza di pochi.

Tu che vieni come luce, aiutaci e vedere i segni dei tempi che par-

lano di amore, di generoso servi-zio, di volontariato e di gratuità, di aiuto fraterno, di speranza, di fe-deltà e di dono. È bello vedere il mondo dove i popoli si abbraccia-no, gli uomini e le donne di culture e religioni diverse si incontrano e fanno nascere una nuova umanità che partendo da Betlemme arriva fino agli estremi confini della tua e nostra madre terra.

Grazie Signore perché in Gesù ci manifesti il tuo progetto di amore. Con il Natale noi siamo certi che Tu ci sei Padre e noi figli tuoi. Le nostre persone, le nostre storie

dura legati al funzionamento del CE ed ha presentato la proposta di un seminario sui temi della bioetica per il personale dell’Azienda, da tenere nel mese di dicembre 2012.

Entrando nel merito della pro-grammazione dell’attività del CE si è definita quindi la data dell’11 dicem-bre per il seminario in plenaria, nel corso del quale i componenti del CE si presentano al personale, introdu-cono ai concetti essenziali che con-traddistinguono l’approccio bioetico e favoriscono una condivisone delle finalità operative del comitato etico in generale e nella nostra azienda.

Per l’anno 2013 si prevedono pro-

poste di riflessione in ambito etico rivolte a familiari e utenti dell’APSP “M. Grazioli”, interventi indirizzati al personale per creare una cultura bioetica e la prosecuzione del lavoro di autoformazione del CE per acqui-sire una metodologia di lavoro volta a favorire il buon funzionamento del Comitato stesso.

Per segnalazioni ed interrogativi di carattere etico da portare all’atten-zione del Comitato gli utenti, i fami-liari ed il personale dell’Azienda pos-sono contattare la dott.ssa Michela Toniolo, responsabile della Qualità dell’Azienda nonché componente del Comitato stesso.

A questa prima fase di lavoro nell’ambito della sensibilizzazione e formazione in bioetica, farà seguito lo sviluppo delle altre funzioni del CE previste dall’art. 2 del Regolamento ed in particolare dell’attività di con-sulenza a favore di operatori, utenti e familiari, cittadini ed associazioni che abbiano come finalità la tutela della salute del malato, specialmen-te anziano e/o disabile.

L’aggiornamento sull’attività del Comitato Etico sarà garantito attra-verso le pagine de “Il Melograno” e con gli altri strumenti informativi aziendali.

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trovano compimento nella crescita della vita che è chiamata all’amore, sempre, in qualunque età, anche come anziani: amore che vogliamo accogliere, amore che vogliamo donare.

Come il vapore sale dalla terra riscaldata, così le nostre persone tendono verso di Te. E la speran-za, seminata nei nostri cuori, diventa energia che ci fa capaci di chinarci sugli altri con la dolcezza ed il coraggio che mosse i poveri pastori palestinesi e i saggi d’Oriente quando vennero a chinarsi su di te Bambino.

Grazie Signore perché la nascita di Gesù, venuta da donna ed accolto da Giuseppe con fermezza ed amore, al pari della Resurrezione, sono una straordi-naria esplosione di luce, di vita nuova, di energia e di grazia che scioglie le catene del male, del peccato e della morte.

Siamo sereni e felici perché, con questo Natale an-cora una volta tu vieni a chiedere a ciascuno di noi un “si” come chiedesti a Maria e Giuseppe, affinché il tuo progetto di bene, di serenità, di fiducia, di speranza e di redenzione si possa compiere nel mondo.

Ecco allora, Gesù: accogli tutto quello che siamo ed abbiamo, accogli in particolare le nostre sofferenze, i nostri limiti, le nostre fragilità fisiche e spirituali. Tutto questo Ti doniamo affinché il Natale di questo 2012 sia felice ed apporti tanta fiducia e coraggio nelle fa-miglie dei nostri cari, nelle famiglie di quanti lavorano con noi e per noi, nelle famiglie dove c’è tristezza, preoccupazione, sofferenza.

Buon Natale Gesù nel cuore e nella vita di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino, nel cuore di tutta l’umanità che ti cerca e che tanto ami.

Andiamo a Betlemme

Andiamo fino a Betlemme,come i pastori.L’importante è muoversi.E se invece di un Dio glorioso,ci imbattiamo nella fragilitàdi un bambino,non ci venga il dubbio di aversbagliato il percorso.Il volto spaurito degli oppressi,la solitudine degli infelici,l’amarezza di tutti gliuomini della Terra,sono il luogo dove Egli continuaa vivere in clandestinità.A noi il compito di cercarlo.Mettiamoci in cammino senza paura.

(don Tonino Bello)Nota: Antonio Bello (1935—1993), meglio

conosciuto come don Tonino, è stato ve-scovo di Molfetta. Nel 2007 è stato avviato il processo di beatificazione.

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L’importanza della musicoterapiaa cURa di stefania filippi

Venerdì 5 ottobre 2012, pres-so la Sala Incontri del Centro

Polifunzionale di Povo, si è tenuto il convegno “L’utilizzo della musi-ca e della musicoterapia presso l’APSP “M. Grazioli”: proposta di un modello applicativo, convegno organizzato dall’APSP di Povo.

Da qualche anno presso l’A-zienda di Servizi alla Persona “M. Grazioli” si sta sperimentando l’utilizzo della musica e, più nel-lo specifico, dell’elemento sonoro nelle sue varie forme, applican-dolo ed integrandolo al progetto socio-assistenziale sanitario delle persone che vivono in RSA ed al progetto di supporto per le perso-ne che frequenta il Centro Diurno.

Alla base di questo “Progetto Attività Musicali e Musicoterapia” vi è una profonda fiducia nelle po-tenzialità dell’elemento sonoro-musicale, innanzitutto da parte degli Amministratori dell’Azienda, che hanno permesso la nascita e la continua crescita di questo la-voro, ma anche da parte del Per-sonale che a vari livelli realizza e/o collabora nell’esplicazione dello stesso. Questo credere comune nelle potenzialità della musica, ha portato nel corso degli anni ad un crescendo di idee e proposte, che l’hanno vista declinata, attra-verso diverse tecniche e modali-tà, in interventi e micro-progetti differenti gli uni dagli altri, ma dal

comun denominatore, rappresen-tato dall’intenzione di voler “sfrut-tare la musica al massimo delle sue possibilità” per metterla al completo servizio della Persona-Residente (nel caso della RSA) e della Persona-Utente (per il Cen-tro Diurno).

Il convegno realizzato si è aperto proprio in questi termini, spiegati e ripresi più volte durante la gior-nata di lavoro dalla dott.ssa Maria Videsott - musicoterapeuta e vi-ce-presidente del Centro Trentino di Musicoterapia, che nel ruolo di moderatore del convegno ha por-tato anche il contributo dell’espe-rienza dei molti musicoterapisti che operano sul territorio trentino.

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Il Presidente dell’Azienda, Renzo Dori, nella sua introduzione ha ri-cordato le radici e i primi passi del progetto: da una semplicissima attività di canto in gruppo - che si effettuava nel 2005 presso la RSA - il personale aveva osser-vato e rilevato che anche la per-sona più compromessa dal punto di vista psico-fisico rispondeva allo stimolo sonoro-musicale e ne traeva beneficio in termini di atti-vazione fisica, emozionale/affet-tiva, comunicativa e relazionale. Da quelle prime osservazioni si è passati alla seria documentazione sul tema e successivamente alla formazione di personale specia-lizzato che a tutt’oggi ha portato alla realizzazione di un possibile “modello applicativo” della mu-sica in un ambito socio-sanitario assistenziale come un’APSP, che prevede tanti e diversi progetti, per arrivare alle tante e diverse persone che vivono in RSA e che frequentano il Centro Diurno. È seguito l’intervento del Presiden-te, Alfredo Raglio - musicotera-peuta, formatore e ricercatore in musicoterapia - che ha presenta-to un interessante escursus nella letteratura attuale, fra molteplici studi e ricerche, che ha permes-so di conoscere la cornice scien-tifica dentro la quale si realizza il progetto, ponendo l’accento sul “quando la musica diventa tera-pia”. Successivamente il dott. Da-niele Bellandi - medico, Direttore Dipartimento Anziani Fondazione Sospiro - CR)- ha illustrato, dal punto di vista sanitario, l’impor-tanza per il benessere psico-fisico del paziente in fase psico-geriatri-co, dell’attivazione di interventi di natura non farmacologica - come

la musicoterapia - che utilizzano in senso terapeutico i canali di espressione e relazione alternativi alla parola, bypassando così il de-ficit cognitivo. Il dottore ha spie-gato che interventi che si basano sull’approccio espressivo/comu-nicativo e relazionale, sono deter-minanti nella gestione in partico-lare della persona con demenza che spesso presenta problema-tiche psichiche e comportamen-tali. La dott.ssa Floriana Giraudo - neuropsicologa - ha completato questa prima parte del convegno, fondamentale per conoscere la base teorica e scientifica di riferi-mento, presentando ed approfon-dendo gli aspetti che definiscono il concetto di qualità della vita, in particolare per la persona affetta da demenza, e sui quali è pos-sibile incidere positivamente con interventi, come quello musico-terapeutico, che operano a livel-lo della comunicazione/relazione non verbale.

Stefania Filippi - educatrice professionale e musicoterapista dell’Azienda - ha presentato nel dettaglio il “Progetto Attività Mu-sicali e Musicoterapia”, sottoli-neando che i vari progetti che lo costituiscono sono stati pensati per raggiungere più persone pos-sibili, qualunque sia la loro condi-zione psico-fisica, fra RSA e Cen-tro Diurno. L’obiettivo generale - spiega - è quello di contribuire, attraverso l’attivazione di attività musicali e/o di musicoterapia, al processo di continuo accresci-mento della qualità della vita della persona. Si elencano di seguito i progetti presentati:

Progetto “Ascolto Musicale” (RSA): attività in piccolo grup-

po, progettata in base alla “sto-ria sonoro-musicale” (preferenze, abitudini musicali) dei residenti di RSA; l’obiettivo è quello di offrire uno spazio fisico e relazionale in-timo e protetto, in cui la persona viene guidata e supportata nell’a-scolto di se stessa, nell’espres-sione delle proprie emozioni, in un processo di rilassamento, di socializzazione, di reminescenza, utilizzando il materiale musicale appositamente scelto e organiz-zato in precise sequenze;

Progetto “Animazione Musicale” (Centro Diurno, sospeso per l’an-no 2012): attività in grande grup-po nella quale la musica viene uti-lizzata sottoforma di momenti di ascolto musicale, attività di ballo/movimento, di canto, di utilizzo di semplici strumenti ritmici e melo-dici al fine di stimolare l’espressio-ne, la creatività, il coordinamento motorio, abilità cognitive e psico-relazionali in un contesto ludico e socializzante;

Progetto sperimentale di “Utiliz-zo dell’elemento sonoro- musica-le durante le ADL” (RSA): proget-to nato dal gruppo di formazione con gli OSS che ha l’intento di utilizzare il canto e/o musica pre-registrata durante alcune attivi-tà assistenziali, al fine di creare maggiore benessere psico-fisico durante gli interventi di cura della persona facilitando la relazione fra operatore e paziente;

“Musica ed ambiente: il proget-to filodiffusione” (RSA): utilizzo dell’impianto di filodiffusione del-la struttura per arricchire gli spazi comuni di melodie e sonorità de-rivate dal lavoro di raccolta delle preferenze sonoro-musicali dei residenti delle RSA; l’obiettivo è

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quello di accrescere la qualità so-nora dell’ambiente di vita, accom-pagnando il residente nei vari mo-menti della giornata, caratterizzati da attività e ritmi biologici diversi;

Progetto “Musicoterapia” (RSA): rivolto ai residenti con grave disa-bilità intellettiva e/o psichica op-pure con patologie neurologiche che presentano disturbi di natura psico-comportamentale e/o co-municativo relazionale; l’obiettivo è quello di incrementare abilità espressive, comunicative e rela-zionali ed attenuare i sintomi com-portamentali; la tecnica che viene utilizzata è la libera espressione/improvvisazione sonoro-musicale che può aver luogo nella relazione terapeutica individuale con il mu-sicoterapista oppure all’interno di piccoli gruppi.

La seconda parte della giorna-ta di lavoro ha lasciato spazio e voce a chi in prima linea realiz-za e conduce sia attività con la

musica, sia chi con l’intervento musicoterapeutico. Roberto Ma-estri - Animatore della RSA - ha presentato la sua esperienza di conduttore dei piccoli gruppi di ascolto musicale rilevando come i processi espressivi, emozionali, creativi e di reminescenza che ac-cadono mediante l’ascolto, creino un contesto facilitante per la per-sona nell’ascolto di se stessa, nel rilassamento, nel lasciarsi andare in un luogo fisico e psichico riser-vato. Antonella Rozza e Agnese Pompermaier - Operatrici Socio-Sanitarie - hanno presentato la loro esperienza di operatori che si mettono in gioco nella relazione con il residente (durante le ADL), utilizzando un nuovo canale di contatto e interazione: l’opera-trice Antonella, mediante la con-divisione di un ascolto musicale, l’operatrice Agnese, attraverso il canto/vocalizzo. Gli aspetti im-portanti di questa esperienza così

nuova e ancora agli inizi, sono sta-ti quelli del coinvolgimento emoti-vo fra operatore e residente, della maggiore vicinanza e complicità, del benessere che attraverso la musica si può accrescere sia nel residente che nell’operatore.

A conclusione della presentazio-ne delle varie esperienze, la musi-coterapista Stefania, ha presen-tato alcuni trattamenti di musico-terapia al fine di far comprendere approfonditamente quale tipo di lavoro si effettua mediante il suo-no (timbro, ritmo, melodia, pausa, etc...), in senso terapeutico, con persone molto compromesse, in-staurando con loro un dialogo so-noro, ovvero una relazione d’aiuto in cui alla parola si sostituiscono suoni, ritmi, timbri, etc...

Il progetto è in continua evolu-zione e prosegue nella speranza di riuscire sempre di più nel suo intento.

Le potenzialità della musica e della musicoterapia per migliorare la qualità della vita dei residenti

5 ottobre 2012

APSP Margherita Grazioli Via della Resistenza 61/f - Povo (TN) Sala Incontri Centro Polifunzionale

Destinatari:

Medici – infermieri – educatori – psicologi – animatori – OSS

Direttori ed amministratori impegnati in strutture pubbliche e

private attive in ambito socio-sanitario

Accreditamento ECM: 6 crediti

Costo: Euro 80+Iva ( se dovuta)

Comprensivo di Coffee break e Buffet

Relatori Prof. Alfredo Raglio – Musicoterapeuta Consulente APSP M. Grazioli

Dott.ssa Stefania Filippi – Musicoterapista – Educatore professionale

Dott. Daniele Bellandi – Medico – Direttore Dipartimento Anziani Fondazione Sospiro

Dott.ssa Floriana Giraudo – Neuropsicologa – Consulente APSP M. Grazioli

Moderatore Dott.ssa Maria Videsott – Musicoterapeuta – Vicepresidente Centro Trentino Musicoterapia

“La musica ci ha insegnato a vedere con l’orecchio ed a udire con il cuore”

Gilbram Gibram Kahlil

L’UTILIZZO DELLA MUSICA E DELLA MUSICOTERAPIA PRESSO L’A.P.S.P. MARGHERITA GRAZIOLI: LA

PROPOSTA DI UN MODELLO APPLICATIVO

IL MELOGRANO

Inserto redazionale a cura della A.P.S.P. “M. Grazioli” di Povo - Tuttapovo - dicembre 2012 13

L’Autunno della RSA e del Centro Diurno

Autunno ricco di iniziative, come da tra-dizione, alla APSP “M. Grazioli”. Anche

quest’anno, con l’inizio della stagione fredda si infittiscono gli appuntamenti “casalinghi” mentre diminuiscono le uscite all’esterno. Riportiamo di seguito una carrellata delle iniziative che già hanno avuto compimento e che si sono potute svolgere anche grazie al prezioso aiuto dei vo-lontari del “M. Grazioli”, sempre presenti a sup-porto delle nostre attività.

25 ottobre 2012 - Visita alla mostra “Il cavallo d’acciaio” alle Gallerie di Piedicastello—Trento.

Il percorso espositivo racconta la storia del ciclismo in Trentino dal 1885 al 1985. La mostra si sofferma sui gran-di campioni, sulle biciclette e sulle storie del ciclismo trentino legate alla nascita di questo sport. Racconta il mondo dell’associazioni-smo sportivo di fine Otto-cento, lo sviluppo dei primi club, la costruzione delle prime piste per velocipedi a Trento e a Rovereto, le pri-me leggi sulla circolazione, il pagamento della tassa annuale per le biciclette, il rapporto tra la donna e la bicicletta e tra la guerra e la bicicletta, i grandi radu-ni e i convegni ciclistici, le gite, le prime corse locali e le grandi corse a tap-pe, le prime botteghe di Trento e i primi costruttori trentini.

7 ottobre 2012 — Abbiamo partecipato alle celebrazioni del “Centenario parrocchiale” nella nostra bella chiesa di Povo dedicata ai Santi Pietro e Andrea.

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17 novembre 2012 - Castagnata in compagnia del Circolo Pensionati e anziani di Povo

11 novembre 2012 - Santa Messa cantata con la partecipazione del Coro ANA di Trento

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Si giocava con niente

Martedì 13 novembre 2012 nella bella sala affrescata di Villa Mersi a Villazzano si è

tenuto l’incontro di presentazione del progetto narrativo che ha visto partecipare due classi delle scuole elementari, alcuni anziani del loca-le Circolo “La Barchessa” assieme ad una pic-cola rappresentanza di ospiti del Centro Diur-no e della RSA dell’APSP “Margherita Grazioli” di Povo.

La mattinata ha avuto inizio con il saluto della Presidente della Commissione Politiche socia-li sig.ra Luigina Bazzanella, a cui ha fatto seguito una breve presentazione, da parte dell’animatrice Erica Ciresa, del progetto “Giochi di un tempo, il tempo dei giochi” e di coloro che in questi mesi hanno lavorato alla realizzazione dello stesso.

I protagonisti della giornata sono stati i nostri anziani che, attraverso la proiezione del filmato “Si giocava con niente”, hanno avuto la possi-bilità di avvicinarsi ai giovani presenti favorendo così un piacevole scambio generazionale. Il fil-mato ha infatti favorito la trasmissione, attraver-so il racconto e la descrizione, di quelli che era-no i giochi di una volta e di come un tempo ci si divertiva con poco. La semplicità delle parole e l’intensità degli sguardi degli anziani, hanno catturato l’attenzione dei bambini che si sono mostra-ti curiosi e attenti per tutta la durata della proiezione.

Successivamente, nella seconda parte della mat-

tinata, il Sig. Sergio Runcher ha presentato alcuni dei giochi tipici di una volta coinvolgendo direttamente i bambini nella

costruzione e sperimentazione degli stessi.L’incontro è risultato piacevole sia per gli anziani,

che hanno potuto rivivere la loro infanzia attraver-so il ricordo dei tempi passati, sia per i giovani, che hanno avuto la possibilità di entrare in con-tatto con una realtà apparentemente lontana ma facilmente avvicinabile, che trova nel gioco il de-nominatore comune.

La mattinata è risultata coinvolgente e ricca di emozioni mantenendo alta l’attenzione e la par-tecipazione dei presenti ed è terminata con un gustoso rinfresco.

(relazione a cura di Giulia Travan - tirocinante educatore presso il Centro Diurno)

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RANO

Professione volontarioa cURa di lUigi maestRelli

Perché? Quale? Come?Potrebbero essere le pa-

role-chiave per cercare di com-prendere il mondo del volonta-riato all’interno della APSP e i suoi diversi servizi: RSA, Cen-tro Diurno e Alloggi Protetti, consapevoli che il motore che muove il tutto è comune a tut-te le manifestazioni di questo tipo.

Perché delle persone, ad un certo momento della loro vita, avvertono la disponibilità verso il prossimo, tanto da dedicare parte del loro tempo gratuita-mente? Le risposte potrebbero essere molte, forse tante quan-te sono gli stessi volontari. Qualcuno lo fa per dare vita alle proprie profonde con-vinzioni religiose cercando, accanto a chi soffre, il Cri-sto che un giorno assicurò la Sua presenza accanto ai malati ed ai bisognosi d’a-iuto. Altri ritengono giusto condividere tempo ed ener-gie con chi è in difficoltà per un semplice senso di giusti-zia civile, nella convinzione di avere avuto già molto dal-la vita sembra a loro giusto condividere con chi è meno fortunato parte della propria esperienza di vita. Altri se-guono una vocazione sen-za un’identità precisa per il semplice piacere di aiuta-re chi ne ha bisogno. Altri possono essere attratti dal

senso di appartenenza ad un gruppo nei confronti del quale hanno sentimenti di stima.

Quale è il ruolo del volontario all’interno di una APSP?

Premesso che l’impegno del volontario non va confuso con il ruolo delle figure professio-nali presenti all’interno della struttura, definirei il volontario semplicemente come un’oc-casione in più. Un’occasione in più perché il suo operato, non vincolato da problema-tiche connesse col mondo del lavoro, si basa su ciò che la persona sa offrire, senza condizionamenti di nessun tipo, compatibilmente con le esigenze degli utenti e della struttura e questo è proprio il suo punto di forza. Si po-trebbe paragonare l’attività di volontariato ad una scam-pagnata dove ognuno fa la sua parte secondo le proprie possibilità: chi porta la torta, chi i tramezzini e così via. Tutti partecipano alla scampagna-ta e tutti hanno qualcosa da portare, a volte manca solo la spinta a mettersi in gioco e la consapevolezza di possedere potenzialità preziose.

Ma come si diventa volontari?

Per quanto una persona sia disponibile ed incline ad aiu-tare il prossimo, non è così scontato l’accostamento al mondo del volontariato per-

L e p a g i n e d e l v o l o n t a r i a t o

Info volontari

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ché nella pratica entrano in gioco moltissimi fattori. È quindi necessario un breve percorso di formazione che avvicini la persona a questo mondo. Come è visto dall’esterno que-sto mondo? La sensazione è che sia visto superficialmente come una galassia che vaga autonomamente seguendo del-le strane regole, quale per esempio la gratuità, incurante di spred, pil ed altre diavolerie del genere. Al volontario che si rende disponibile per qualche incombenza sono idealmente delegati i compiti per i quali si è offerto, al pari di una profes-sione. Professione volontario, e così si è snaturata e svilita l’essenza del fare volontariato. Del resto, con la specializza-zione esasperata in tutte le materie, la creazione di orticelli di competenza separati da limiti invalicabili, le responsabilità oggettive, il concetto di delega ha permeato tutti i campi per-fino i più personali diventando la regola base di tutti i rapporti umani. Perché quindi anche l’atteggiamento nei confronti del volontariato dovrebbe esserne esente? Giocano contro an-che preconcetti come: sono sempre i soliti; oppure lo farei ma penso di non riuscirci; non vorrei fare brutte figure; non dispongo di tempo libero; gli altri non hanno niente da fare; mi vergogno ecc.

In realtà basta un po’ di tempo, disponibilità a mettersi in gioco e... voglia di fare. Il resto viene da sé, un passo dietro l’altro. Lungo la strada si imparerà a rapportarsi con gli ospiti, a sincronizzarsi con i ritmi specifici della struttura, a rendersi consapevoli delle proprie possibilità e limiti. L’importante è l’esserci, in molti. Il lavoro non manca.

Attenzione!

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RANO t a n t o p e r r i d e r e . . .

Ricchi premi riservati agli ospiti della Rsa e del Centro diurno che sapranno indicare le risposte esatte ad almeno uno dei due indovinelli.

Indovinello n. 1: Qual è quella cosa che sa scrivere e non sa leggere la sua scrittura?

Indovinello n. 2: Brad Pit ce l’ha corto... Swartznegger ce l’ha lungo... il Papa ce l’ha ma non lo usa... cos’è?

Le soluzioni vanno consegnate agli operatori di animazione con indicato il nome dell’anziano; seguirà la premiazione con nome e

foto del vincitore nel prossimo numero de “IL MELOGRANO”!!

Ritorna il grande concorso a premi

. . . e d i v e r t i r s i u n p o ’

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Ecco i vincitori del concorso indovina indovinelli n° 18

All’indovinello n. 1: “Lo cogli è verde... lo sbucci è bianco... lo apri è rosso... lo mangi è dolce cos’è?” Hanno risposto esattamente: “Il fico” !

✽ Franzinelli Paola (Residenza Rosa),

✽ Contiero Giovanna (Residenza Genziana),

✽ Chini Rita (Residenza Tulipano),

✽ Mariani Nerina (Residenza Primula);

✽ Pedrotti Annamaria (Centro Diurno).

All’indovinello n. 2: “Come si chiamano i pompieri in Giap-pone?” Hanno risposto esattamente: “Con il telefono”!

✽ Contiero Giovanna (Residenza Genziana);

✽ Pedrotti Annamaria (Centro Diurno)

Congratulazioni e un applauso a tutti quelli che hanno indovinato e un incoraggiamento per quelli che non hanno azzeccato la risposta !!

FORZA CONTINUIAMO COSI’ partecipare è facile !!!

Mariani Nerina

Contiero Giovanna.

Chini Rita

Pedrotti Annamaria

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Risvegliodi innocenzina gRoff

“Quando avrai finito di stu-diare, faremo per te una

bella festa e ti daremo la possibilità di svagarti all’aria aperta, come ti meriti”. Così gli avevano promesso i suoi genitori e, infatti, mantenne-ro la promessa. Una sera organiz-zarono per lui una cena speciale, furono invitati i suoi amici e per tut-ti fu un momento di grande gioia.

Qualche giorno dopo lo studen-tello si trovò nel cortile di casa un piccolo gregge da portare al pa-scolo nei prati e nei boschi che circondavano il suo paese; là avrebbe trovato l’aria salubre e profumata delle erbe e delle pian-te. Tutto felice preparò la sua bi-saccia: vi mise del pane, del for-maggio, una ciottola per il latte di capra e non dimenticò il suo libro preferito, “La Sacra Bibbia”. Da quel giorno l’ex studente divenne un bravo pastorello.

Il piccolo gregge a lui affidato seguiva i suoi passi, lentamente, perché gli agnellini camminavano piano e s’attardavano a succhiare il latte delle mamme. Nel gregge c’era anche un agnello diverso da tutti gli altri, bellissimo, ma di colo-re nero e fra le pecore nessuna era di quel colore... Tutti lo scansava-no, nessuna pecora accettava di dargli il suo latte e sarebbe certa-mente morto di fame se il pasto-rello non si fosse preso amorevole cura di lui. Per questo egli si pose l’agnellino nero sulle spalle e s’in-camminò verso il verde pascolo del monte, là dove le limpide acque di

un ruscello e la frescura degli albe-ri rispondevano a tutte le necessità del suo gregge. Quando tutto gli sembrò tranquillo, accompagnò la sua fida capretta dove l’erba era più rigogliosa, le pose accanto il nero agnellino, quindi con un po’ di carezze e qualche parolina dolce e persuasiva convinse la capretta a lasciarlo succhiare un po’ di latte. Da quel momento il piccolo che tutti scansavano non fu più orfano.

Verso sera le pecore si sdraia-rono sazie sulla morbida erba del pascolo. Allora il pastorello si ri-focillò con il pane ed il formaggio della bisaccia, poi si poté dedicare alla lettura del suo libro preferito. Presto scese il buio e, contando le stelle che man mano crescevano in numero e lucentezza, il ragaz-zo s’addormentò accanto al suo agnellino nero.

Un alito di vento lo svegliò nel

cuor della notte e aprendo gli oc-chi scorse al suo fianco una figura evanescente, avvolta in bianche vesti che gli disse: “Alzati e se-guimi perché t’accompagno ad adorare il Salvatore del mondo, il Re dei re che è nato da poco e tu sei il primo a cui affido quest’an-nuncio”. Frastornato per quanto gli stava capitando, il giovane si alzò, riempì una scodella con il latte della capretta, prese la bisac-cia, si mise sulle spalle l’agnellino nero e seguì la luce. Fece un breve percorso per scorgere una grotta rischiarata da una strana stella. Nella grotta un piccolo giaciglio e, adagiato sulla paglia, un bellissi-mo bambino. La giovane mamma

r a c c o n t o n a t a l i z i o

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vestita d’azzurro, chinata, lo accarezzava, mentre in piedi un bel giovane osservava la scena con dolcezza e stupore. Un bue e un asinello intepidivano la stalla e dai loro grandi occhi spalancati sembrava trasparire un’emozione. Un profondo silenzio regnava là dentro perché in tutti era il cuore che parlava.

Il pastorello mise la scodella del latte accanto alla giovane madre e offrì pane e formaggio al barbuto papà. Poi s’inginocchiò davanti al Bambino per pre-gare e chiedere lumi sul proprio futuro. E in cuor suo sentì una voce che gli diceva: “Tu sei buono, gene-roso e disponibile ad aiutare il prossimo, per questo lavorerai per me, sarai uno dei miei pastori, ma di uo-mini, ed io ti sarò sempre accanto”.

Anche l’agnellino nero volle omaggiare il neonato

offrendogli un ciuffo di fiorellini azzurri che aveva bru-cato nell’erba durante il tragitto. Poi con la voce del cuore disse al Bambinello: “Tu sei piccolo e indifeso come una volta ero anch’io; ti voglio bene e vorrei fare qualcosa per te. Tu avrai certamente freddo ai piedini, ma io ti posso riscaldare; fammi sdraiare accanto a te, così potrai appoggiare e strofinare i piedini sulla mia schiena fatta di riccioli di morbida lana”. Così è stato e l’agnellino non voleva più ritornare all’ovile finché il Bambinello non gli promise che un giorno sarebbe andato a prenderlo per portarlo sempre con Lui.

Dopo i saluti, con il cuore gonfio di gio-ia il pastore e l’agnello ritornarono all’ovile, là

dove le altre pecore ancora dormivano nel cuor della notte.

Fu svegliato improvvisamente da una luce abba-gliante e da una voce famigliare che con affetto gli ricordava che era già mezzogiorno. “Alzati, gli diceva la mamma, è pronto il pranzo. E nel pomeriggio met-terai a posto la legna nella tettoia, così starai all’aria aperta”.

Solo a quel punto il ragazzo si rese conto di aver fatto un sogno meraviglioso.

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La serradi lino eccheR

Chi esercita l’attività profes-sionale di florovivaista utilizza

serre ben chiuse e riscaldate. Ma girando per il paese ho osserva-to che molti si sono costruiti una piccola serra per uso familiare e anche costoro possono permet-tersi, durante la stagione inverna-le, di seminare e trapiantare, quasi come fosse estate.

Questa fortuna stavolta è capi-tata anche a me e così nel nostro orto in novembre è stata costrui-ta la piccola serra che si vede in questa pagina. Adesso potrò final-mente mettere in pratica quanto

da tempo vado scrivendo circa la cura dell’orto.

La semina va fatta sempre con luna calante; in quel periodo si possono seminare: basilico, ci-polla bianca e rosso/oro, scalo-gno, melanzana, aglio, peperone, cavolo

precoce, insalatina da taglio.Sono per contro da sconsigliare

le semine di rapanelli, indivia, ca-rote rosse, lattuga trentina, barba del frate, prezzemolo, ecc.

Quando le piantine sono pronte, si passa al trapianto, che può esse-re fatto anche con luna crescente.

I periodi di luna calante in questa stagione sono: dal 29 novembre al 12 dicembre e dal 29 dicembre al 12 gennaio 2013.

Poiché la mia serra si trova in col-lina, sui 500 metri circa, dovrò te-ner conto che le temperature sono normalmente una paio di gradi più rigide delle serre che giacciono in valle.

i c o n s i g l i p e r l ’ o r t o

IL MELOGRANO

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l ’ a n g o l o d e l l a p o e s i a

Ancor Natale

Duemila anni e più sono passati.LUI venne al mondo per portare amore,ma i misfatti non sono mai cessati,parecchia umanità ha nero il cuore.Il tristo, ripensando a quel Bambino,dovrebbe al fin provar ravvedimento,diventare fratello a ogni vicinoe far di tutto perché sia contento.Se la speranza è l’ultima a morire,accogliamola anche questa volta.Che quel Bambino non debba più soffriresopra una croce, per la gente stolta.

Nonna Renata

Buon Natale

Natale! E’ la festa più bella che ci sia perchénasce Gesù e dona a tutti la sua benedizione.Natale! Risveglia l’anima.Gesù Bambino e Maria vi supplichiamofate scendere su noi ammalaticoraggio, forza e la Vostra santa benedizioneper superare il male per poi un giorno godere assieme a Gesù Bambinole meraviglie del Paradiso.E’ Natale!Cantiamo gloria a Gesù Bambino e alla Vergine Mariaaffinché doni a don Girolamo e a tutto il personale della Casa di Riposo di Povola sua santa benedizione.Doni pace, salute, gioia e serenità.Questo è l’augurio che laGiuseppina Ciurletti vi fa.

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RANO d a l c e n t r o d i u r n o d i P o v o

Pranzo con i volontariUna bella giornata abbiamo trascorso

martedì 18 settembre assieme ai vo-lontari, persone impegnate a svolgere attivi-tà di supporto ai nostri anziani, spendendo una parte del proprio tempo e ricevendo in cambio la gratitudine dei residenti e l’ap-prezzamento della nostra Azienda Pubbli-

ca di Servizi alla Persona “M. Grazioli”.

È stato un momento impor-tante non solo per noi opera-tori, in quanto ci ha dato modo di ringraziare personalmente tutti questi nostri collaborato-ri, ma importante anche per i volontari perché offre occa-sioni di arricchimento del loro bagaglio esperienziale al fine di svolgere al meglio le atti-vità che li vedono coinvolti, sapendo di avere alle spal-le una struttura di supporto

IL MELOGRANO

Inserto redazionale a cura della A.P.S.P. “M. Grazioli” di Povo - Tuttapovo - dicembre 2012 25

che li sostiene.In queste immagini il pranzo qui al Centro Diurno,

con la collaborazione della nostra cucina e del cuo-co Pio Bort, che ha preparato un ottimo pranzo a base di polenta e carne grigliata.

A nome di tutti, Giacomina ha ringraziato i vo-lontari del loro prezioso servizio, mentre Ernesto ha voluto donare al cuoco Pio una carota gigante, frut-to dell’orto di Centro Diurno.

Gli operatori del Centro Diurno

Torneo di bocce “Marco Bauer” - Borgo ValsuganaSul campo da bocce dell’AP-

SP di Borgo Valsugana si è svolto lo scorso settembre la XIII edizione del torneo che vede im-pegnati residenti e operatori della Aziende di servizio alla persona del Trentino.

L’edizione di quest’anno del Torneo dell’Amicizia è stata dav-vero particolare. Non avevamo mai visto giocare gli ospiti così bene. Merito certamente del nuovissimo campo di bocce situato nel parco dell’APSP di Borgo, che è davvero un gio-iello per ospitare questo tipo di manifestazione; merito della giornata conclusiva organizzata così bene e che con la Messa

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finale ha ulteriormente incrementato la qualità complessiva. Ma sono sta-te soprattutto le persone a rendere splendida la manifestazione. Incredi-bili gli ospiti che hanno partecipato, incredibile il loro spirito; straordinari gli animatori e gli accompagnatori: la vera anima del torneo sono stati loro e la formula di gioco premia il senso di compartecipazione e di apparte-nenza delle varie squadre. Funziona così, le cose davvero belle non sono mai opera di una sola persona ma avvengono attraverso la comparte-cipazione di più anime e di pensieri diversi, come in un mosaico in cui ciascuno mette la propria tessera.

Come Azienda “M. Grazioli” al torneo abbiamo par-tecipato con due squadre: una della RSA che si è qualificata al X posto ed una squadra del Centro Diur-no. In particolare gli anziani del Centro Diurno sono stati accompagnati dal volontario Carlo Degasperi e dal Presidente Renzo Dori; quest’ultimo ha fatto parte della squadra di giocatori. I quattro anziani coinvol-

ti hanno partecipato con entusiasmo e vero spirito di competizione conquistando un onorevole quinto posto.

Non potendo partecipare alla premiazione ufficiale, prevista nel giorno di sabato 29 settembre, si è effet-tuata una cerimonia di premiazione al nostro interno con momento di gioco e con un’apprezzata merenda.

IL MELOGRANO

Inserto redazionale a cura della A.P.S.P. “M. Grazioli” di Povo - Tuttapovo - dicembre 2012 27

Si ricorda a tutti che

Il libro della solidarietàè sempre aperto

e pronto a registrare al proprio interno un atto di generosità, una donazione ed ogni sostegno economico al nostro agire quotidiano per migliorare e qualificare sempre più la risposta verso le persone anziane che si trovano in una situazione di difficoltà.

I primi che hanno aderito all’iniziativa sono:• I familiari del dott. Ennio Turri - donata una pianta di tiglio sistemata nel giardino (giugno 2012);• Diego Brunelli - donazione opere pittoriche (gennaio 2012);• Famiglia baron Salvadori - donazione in denaro (agosto 2011);• M. B. – donazione in denaro (marzo 2011);• Ditta MILLS s.r.l. – donazione del mulino a vento in giardino (settembre 2009);• Cassa Rurale Trento – contributo acquisto automezzo (maggio 2009);• B. R. – donazione in denaro (febbraio 2009).Per informazioni su come effettuare eventuali donazioni rivolgersi al nostro economo dott. Fausto Galante; il

nome del donatore verrà inserito nel “Libro della Solidarietà” presente presso il nostro archivio.

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