Meeting Commissione europea (Unità C/4) Bruxelles, 15 Maggio 2009.

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Meeting Commissione europea (Unità C/4) Bruxelles, 15 Maggio 2009

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Meeting Commissione europea (Unità C/4)Bruxelles, 15 Maggio 2009

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Indice

1. Presentazione Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici2. Prassi delle pubbliche amministrazioni in materia di appalti

pubblici3. Giurisprudenza amministrativa in materia di “iniquità”4. Tempi medi di pagamento in Italia5. Stima del debito delle PA nei confronti delle imprese6. Ulteriori danni alle imprese7. Conclusioni

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Ritardi di pagamento in Italia

Presentazione

Confindustria SI

1. Presentazione Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (SI) La Federazione

A Confindustria SI fanno capo - attraverso 45 Associazioni di Categoria (fra soci effettivi e soci aggregati) e 63 Sezioni Territoriali istituite presso le Unioni Provinciali di Confindustria - circa 17.000 imprese con 600.000 addetti, che realizzano un fatturato complessivo di circa € 117 miliardi, pari al 40% del volume d’affari del settore

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Ritardi di pagamento in Italia

Presentazione Confindustria SI cont.

I servizi innovativi e tecnologici in ItaliaIl settore conta circa 1 milione di imprese (30% ditte individuali) e

2,5 milioni di addettiL’impatto del valore aggiunto (pari a circa 150 miliardi l’anno) sul

PIL (al netto dei servizi pubblici) è dell’ordine del 13%Se consideriamo che i Servizi Innovativi e Tecnologici (e la relativa

filiera di produzione e commercializzazione) incidono sulla produzione degli altri settori (industria, pubblica amministrazione, commercio, altri servizi), attraverso l’effetto input-output, abbiamo calcolato un moltiplicatore pari a 2,38, che porta l’incidenza sul totale del valore aggiunto dal 13% al 31%

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Ritardi di pagamento in Italia

Presentazione Confindustria SI cont.

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Ritardi di pagamento in Italia

Presentazione Confindustria SI cont.

Il 6 maggio 2009 Confindustria SI ha notificato alla Commissione europea, ai sensi dell’art. 226 CE, una

memoria integrativa dell’esposto depositato da TAIIS per violazione della direttiva 2000/35/CE in materia di lotta

contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

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Prassi delle PA

2. Prassi delle puliche amministrazioni (PA) in materia di appalti pubbliciClausole che introducono condizioni di pagamento notevolmente peggiorative rispetto alla disciplina comunitaria

Predisposte unilateralmente dalla PAGravemente inique: introducono indebiti vantaggi in favore delle PA e

non fondate su ragioni oggettive violazione art. 3, comma 3, direttiva 2000/35/CE

Abuso di posizione e lesione della libertà contrattuale: strumento di pressione sulle imprese che approfitta dello squilibrio del potere negoziale delle parti violazione ratio direttiva 2000/35/CE , i.e. “proibire l’abuso della libertà contrattuale in danno al creditore” (considerando 19)

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Prassi delle PA cont.

“Imposte” dalle PA in applicazione di disposizioni normative (leggi statali o regionali) incompatibili con il disposto comunitario

“superate sia dalla normativa specifica comunitaria che da quella statale (…) che disciplinano puntualmente la fattispecie” (T.A.R. Lazio 12229/2008)

aventi “carattere cedevole rispetto alla direttiva 2000/35/CE” (CS 1638/2005)

MA formalmente non abrogate

Violazione art. 6, comma 2 direttiva 200/35/CE: “Gli Stati membri possono lasciare in vigore od emanare norme che siano più favorevoli al creditore”

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Giurisprudenza

amministrativa

3. Giurisprudenza amministrativa in materia di “iniquità” → clausole relative a condizioni di pagamento censurate

Imposizione di clausole notevolmente peggiorative rispetto alla disciplina legale → indebiti vantaggi in favore delle PA (CS 1638/2005, T.A.R. Toscana 30/2004 e T.A.R. Lazio 12229/2008)

Termini di pagamento >30 giorni alla cui accettazione viene subordinata l’aggiudicazione (T.A.R. Liguria 1227/2007)

Sottoscrizione “per accettazione” → clausole imposte quale condizioni di partecipazione alle gare (CS 43/2006, T.A.R. Piemonte 720/2007, T.A.R. Piemonte 3292/2007; T.A.R. Lazio 12229/2008)

Rinuncia tout court agli interessi moratori (T.A.R. Lombardia 1349/2006)Previsione di tassi di interesse inferiori a quelli stabiliti dalla direttiva

2000/35/CE o di sconti in favore delle PA in caso di pagamento anticipato (T.A.R. Toscana 30/2004 e CS 1638/2005)

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Tempi medi di pagamento

4. Tempi medi di pagamento Commissione europea - 68 giorni media europea, 138 Italia Confindustria - oltre 200 giorni Confartigianato - 138 giorni (allegato 17 memoria integrativa) Assifact - 238 giorni (allegato 21 memoria integrativa) Farmindustria - 251 giorni Assobiomedica - 269 giorni

http://www.assobiomedica.it/Upload/D/DSOStorico1990-2009_2.xls

Associazione nazionale Costruttori edili - dai 60 ai 180 giorni http://www.ediliziasemplice.it/ritardi_pagamenti.pdf

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Stima debito delle PA

5. Stima del debito delle PA nei confronti delle imprese Banca d’Italia - 2,5 % del PIL

http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2009/intervento_210209/intervento_210209.pdf

ABI/Confindustria - € 60/70 miliardi (€ 5 miliardi solo nel settore dei servizi) http://www.abi.it/doc/123263864870438_g__servizi_documentazionecomunicazione___sito_abi_2.pdf

Corte dei Conti - € 33 miliardi (aziende sanitarie e ospedaliere) Confartigianato - € 10 miliardi

http://www.mapostudio.it/CGIA/generaNews.php?id_a=20374

Assifact - € 27 miliardi (allegato 21 memoria integrativa)

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Ulteriori danni alle imprese

6. Ulteriori danni alle imprese Rilevanti oneri finanziari ed organizzativi → mancanza di

liquidità e impossibilità ad investire Ulteriore indebitamento → 167 miliardi nel 2008 (fonte

lavoce.info) Oneri fiscali per somme non incassate Rischio di insolvenza (fallimento di 1 impresa su 4 - stima FISE)

Pregiudizio al commercio transfrontaliero Distorsione della concorrenza sul mercato e pregiudizio alla

competitività

Spesso le imprese non esigono gli interessi moratori sulle somme dovute, né si rivolgono alle corti nazionali, per timore di essere

penalizzate nel quadro di futuri rapporti contrattuali con le PA

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Ritardi di pagamento in Italia

Conclusioni

7. Conclusioni Quadro nazionale rilevante sotto il profilo della violazione degli obblighi comunitari da parte dello Stato Italiano

a. Contesto attuativo generalizzato INCOMPATIBILE con il dettato comunitario in quanto fondato su pratiche abusive e gravemente inique → comportamenti “negoziali” ampiamente radicati nella prassi delle PA in materia di appalti pubblici

La violazione degli obblighi comunitari può derivare anche dall’esistenza di una prassi amministrativa in contrasto con il diritto comunitario, pur in presenza di una normativa nazionale di per sé compatibile (CGE C 212/99, ‑§31; C-278/03, §13)

Una prassi amministrativa, “qualora risulti in una certa misura costante e generale” puó formare oggetto di ricorso per inadempimento (CGE 21/84, §13 e 15; 387/99, §42; C-494/01, §28)

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Conclusioni cont.

b. Contesto normativo CONTRARIO alla ratio e allo spirito della direttiva 2000/35/CE → leggi nazionali e regionali formalmente non abrogate e tutt’ora applicate dalle PA

Aggiramento dello scopo della direttiva e del suo “effetto utile”, i.e. garanzia di una effettiva e piena applicazione del diritto comunitario e del rispetto degli obiettivi ivi fissati (CGE C-65/01, §20; cause riunite C-58/95, C-75/95, C-112/95, C-119/95, C-123/95, C-135/95, C-140/95, C-141/95, C-154/95 e C-157/95, §14)

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