Mattone Facciavista Estruso e bisellato SOLAVA per le torri del Palazzo di Giustizia a Firenze

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Involucro in laterizio per il Palazzo di Giustizia a Firenze Mattone Faccia Vista Estruso Pieno Bisellato, Solava

Tutti I Nomi dell’Intervento

Localizzazione: Firenze

Progetto Architettonico: Arch. L. Ricci

Responsabile e Direttore Lavori: Ing. Mario Morganti

Progettazione Esecutiva : GPA Ingegneria

Consulente per l’architettura: Arch Roberto Magris

Impresa appaltatrice: ATI INSO

Impresa esecutrice dei lavori: Palagiustizia S.c.a. rl. Di Firenze

Materiale Impiegato: Mattone Faccia a vista Pieno Estruso Bisellato

Azienda Fornitrice: Solava Spa - Piandiscò (AR)

Il palazzo di Giustizia di Firenze, progettato da Leonardo Ricci in una vasta porzione a

nord-ovest dell´ex area Fiat, alla fine dei lavori, è per dimensioni il secondo palazzo di

giustizia d’Italia, dopo quello di Torino. E’ lungo 240 metri e largo 156, con altezze variabili

da 32 metri (la zona uffici) a 64 metri (la torre della Corte d’Appello).

Il Nuovo Palazzo è stato progettato intorno a una grande piazza, delle stesse dimensioni

del piazzale degli Uffizi, sormontata da alte guglie che le conferiscono l’aspetto di una

cattedrale. Sarà interamente coperta da grandi vele di vetro ed è attraversata da

passerelle che collegano i vari comparti collocati intorno alla piazza centrale, su cui si

affacceranno il bar, l’ufficio postale, la sede degli ufficiali giudiziari. Nell’ingresso, che

guarda verso il futuro parco che sorgerà al centro dell’ex area Fiat, una scala elicoidale

unifica tutti i piani. Nel centro della piazza c’è un grande ascensore esterno, al quale se ne

affiancheranno altri 17. I vari comparti del palazzo hanno diverse altezze. Dieci piani per

l’edificio che ospiterà tribunale e procura, tredici per la torre della polizia giudiziaria, 18 per

la torre che accoglierà corte d’appello e procura generale. La torre raggiunge i 64 metri: è

meno alta della cupola del Brunelleschi (103 metri) e della Torre d’Arnolfo. Il colpo

d’occhio su Firenze è straordinario.

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Quasi niente, nel palazzo, ha l’aspetto anonimo di un ufficio. Tutte le aule sono rivestite di

travertino, e così pure le camere di consiglio, dove sono stati scelti colori che ispirino

serenità. L’aula per i maxiprocessi è un’aggiunta rispetto al progetto originario. Il cemento

armato sarà coperto da altri materiali. I bastioni delle guglie saranno rivestiti di rame.

Un po’ di storia La complessa vicenda progettuale ha inizio a metà degli anni ’80. Precisamente nel 1984

vengono pubblicizzati due distinti progetti di investimento immobiliare di altrettanti grandi

gruppi economici nazionali: quello della FIAT che prevede il riutilizzo delle aree dell’ex

stabilimento di Novoli (32 ettari); e quello delle Assicurazioni LA FONDIARIA (gruppo

Montedison-Ferruzzi) che avevano acquistato una vasta porzione della piana di Sesto

(circa 186 ettari in località Castello) a nord-est della città, lungo una direttrice strategica

per l’organizzazione dell’area metropolitana, ma destinata dall’allora P.R.G. a “parco

territoriale”. Nel complesso, i due interventi avrebbero interessato più di 218 ettari di

superficie (oltre un terzo del centro storico di Firenze) che avrebbero garantito la

costruzione di più di 4 milioni di metri cubi.

Una delle caratteristiche innovative per la riconversione di quest’immensa area

precedentemente occupata da vecchi stabilimenti industriali in disuso, era la progettazione

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di un gran parco verde esteso su 15 ettari. Tale suddivisione tra spazio verde e edificato,

necessitava inevitabilmente di una creativa idea d’insieme atta a generare un’opportuna e

non banale integrazione delle due parti. Per fronteggiare questa inedita ma affascinante

proposta, Bruno Zevi, incaricato dall’amministrazione comunale di sovrintendere alla

redazione del piano particolareggiato, invita il paesaggista americano Lawrence Halprin, il

quale pensa subito ad un gran parco centrale circolare che, tagliato da un lungo asse

diagonale, diventa il cuore dell’intero progetto. Il lungo asse squarciava diagonalmente

l’isolato, fiancheggiando a Nord il sorprendente Palazzo di Giustizia e divenendo a sud, in

pratica verso il centro di Firenze, ingresso principale. Gli edifici avrebbero fiancheggiato il

parco centrale utilizzando svariate forme e differenti altezze in relazione alle funzioni

(centro direzionale, edifici per la Fiat, alberghi, uffici, abitazioni…). Una piazza circolare, in

parte sovrapposta al parco verde, garantiva un ampio affaccio al palazzo di giustizia,

generando inoltre, un pulsante e dinamico gioco fra grande e piccolo cerchio.

Nonostante si ritenesse necessaria la redazione di un nuovo piano regolatore in grado di

regolare il mercato “libero” e l’espansione urbana “a macchia d’olio”, recependo le

pressioni degli investitori sulla classe politica e amministrativa del tempo, si provvide

all’approvazione di una variante ad hoc al p.r.g. di allora che rendesse possibile

l’urbanizzazione di entrambe le aree: siamo alla fine di Luglio del 1986.

Tale progetto subì, attraverso tre lunghi workshop di progettazione tenuti a Firenze dagli

architetti coinvolti, una serie di cambiamenti che, pur lasciando inalterata l’impostazione

originale, portarono al successivo piano particolareggiato di Leonardo Ricci e Pucci

Dallerba (1989): in particolare era prevista la suddivisione del parco centrale per

permettere una migliore simbiosi tra gli spazi verdi e quelli cementificati.

Dopo questi tre lunghi e appassionanti Workschop di progettazione e il successivo piano

particolareggiato redatto da L. Ricci, a causa di un cambio dell’amministrazione comunale,

l’intero progetto viene fermato.

Nei primi anni ’90, l’incarico per la progettazione di un piano guida per l’intera area di

Novoli, viene affidato all’architetto Leon Krier, che sarà consegnato nel 1993. A questo

punto, come accade spesso in casi analoghi, si ricomincia da zero. In seguito sulla base di

tali indicazioni vengono incaricati gli architetti Roberto Gabetti e Aimaro Isola dell’attuale

piano e progetto per il Parco, consegnato nel 2000.

Nel piano adottato nel ‘93 e giunto a noi viene suddiviso l’intero isolato in tre parti (due

laterali da edificare, e una centrale da “rinverdire” con un grande parco); si ricreano nelle

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due aree edificabili forme urbane che trovano analogia con quelle medievali del centro

storico fiorentino; si creano isolati di dimensioni contenute che insistono su lotti

quadrangolari; si fissano indistintamente per tutti gli edifici una serie di vincoli costruttivi.

L’isolato viene frammentato impedendo qualsiasi rapporto tra edifici e parco verde; viene

falsato l’impianto planimetrico degli edifici; viene imposta una omologazione verticale per

tutti gli edifici (abitazioni, uffici e sedi universitarie non possono superare i 4 piani)

assediati dai “giganti” preesistenti. Il Palazzo di Giustizia, progettato a suo tempo da

Leonardo Ricci, sarà ultimato presumibilmente entro il 2007 e raggiungerà un’altezza di 65

metri, mentre il circostante agglomerato residenziale raggiunge altezze medie di 9-10

piani; viene così isolato, nella sua posizione originaria, l’unico edificio rimasto di quelli

previsti dai precedenti piani particolareggiati, il Palazzo di Giustizia appunto che continua a

mantenere l’orientamento diagonale che generava l’asse di Halprin.

Caratteristiche del Mattone - Cenni sul Prodotto Impiegato GPA Ingegneria fu a suo tempo incaricata di scegliere i materiali per l’involucro esterno.

Individuata la pietra per la facciata e il rame per la corte d’assise, per le tre torri del nuovo

Palazzo di Giustizia si è scelto il Mattone bisellato rosato pieno. Come per la pietra, anche

in questo caso si è privilegiato un materiale locale. La scelta fortemente voluta dall’ing.

Morganti, direttore dei lavori, è stata portata avanti con forti motivazioni. Si doveva

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realizzare una parete curva e si aveva bisogno di un materiale flessibile che desse la

possibilità, a differenza della pietra, di realizzare forme curve come le tre torri che

svettano su Firenze. Quindi anzitutto per esigenze architettoniche, è stato privilegiato nella

scelta il mattone, che permette di rispondere a questa necessità di flessibilità.

Come ci spiega l’ingegnere Morganti anche il fattore estetico ha giocato un ruolo

importante: è subito piaciuta infatti la bisellatura del mattone che crea un interessante

gioco di luce, come anche la colorazione rosata e stonalizzata che richiama il colore del

tipico cotto imprunetino tanto rinomato ed apprezzato per le sue alte caratteristiche

tecniche. Per la posa in opera, i pilastri in cemento armato, come la struttura di tutto il

progetto, delle torri sono stati rivestiti mediante interessanti accorgimenti con il mattone

faccia vista SOLAVA che come tutti i mattoni Solava, sia pieni che alleggeriti, sono marcati

CE. La marcatura impegna il fabbricante a garantire che i controlli di produzione e la

valutazione delle prestazioni vengano effettuate secondo i criteri stabiliti dalla norma EN di

riferimento. I prodotti devono riportare sull'etichetta i valori di tutta una serie di requisiti

tecnici che possono così liberamente essere confrontati dal cliente secondo criteri

omogenei. La normativa CE non certifica solo il prodotto ma anche l'impegno dell'azienda

SOLAVA che ne attesta i valori, la cui conoscenza da parte del mercato risulta sempre più

importante anche in vista della nuova normativa sulla certificazione energetica degli edifici.

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Il mattone bisellato, dalle elevate caratteristiche di solidità ed espressività che imprime agli

edifici, è un mattone pieno realizzato per estrusione, e coniuga elevate caratteristiche

estetiche con l’economicità di un prodotto industriale. Le argille con cui è realizzato sono

argille estratte dalle colline fiorentine ricche di ferro, resistenti al gelo, resistenti a

compressione e a carichi di rottura.

CARATTERISTICHE TECNICO-PRESTAZIONALI

Prova Risultato

Materia Prima Argilla toscana

Resistenza al gelo ANTIGELIVO Assorbimento d'acqua ~ 8 %

Resistenza chimica RESISTENTE

Resistenza a Compressione 84N/mm2

Coefficiente attrito (antiscivolo) ATTRITO ECCELLENTE

Formato 24x12x5,5

Colore Rosato stonalizzato