Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

47
Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98

Transcript of Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Page 1: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Mateialedi

Esercitazione1.0

consulta

DPCM 01.03.1991D.M. 16.03.98

Page 2: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

• D.P.C.M. 1 Marzo 1991 “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e negli ambienti esterni.

Art. 6: Zona d’appartenenza (utilizzabile nell’attesa della zonizzazione acustica comunale).

Page 3: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Classe I - Aree particolarmente protette

Aree per le quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione:

Aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

Page 4: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Aree destinate ad uso prevalentemente residenzialeclasse II

Aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali, ed assenza di attività industriali ed artigianali.

Page 5: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Classe III - Aree di tipo misto

Aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

Page 6: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Classe IV - Aree di intensa attività umana

Aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie.

Page 7: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Classe V - Aree prevalentemente industriali

• Aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni

Classe VI - Aree esclusivamente industriali

Aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Page 8: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Tabella 3: limiti di immissione validi in regime definitivo

Classe Tipologia Diurno (06.00-

22.00)Notturno (22.00-

06.00)

IAree

particolarmente protette

50 40

IIAree destinate ad

uso prevalentemente residenziale

55 45

III Aree di tipo misto 60 50

Page 9: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Tabella 3: limiti di immissione validi in regime definitivo

Classe Tipologia Diurno (06.00-

22.00)Notturno (22.00-

06.00)

IVAree di intensa

attività umana65 55

V Aree prevalentemente industriali

70 60

VI Aree esclusivamente industriali

70 70

Page 10: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Tabella 2: limiti di emissione validi in regime definitivo

Classe Tipologia Diurno (06.00-22.00)

Notturno (22.00-06.00)

I Aree particolarmente protette

45 dB 35 dB

II Aree destinate ad uso prevalentemente

residenziale

50 dB 40 dB

Page 11: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Tabella 2: limiti di emissione validi in regime definitivo

Classe Tipologia Diurno (06.00-22.00)

Notturno (22.00-06.00)

III Aree di tipo misto 55 45

IV Aree di intensa attività umana

60 50

VAree

prevalentemente industriali

65 55

VIAree esclusivamente

industriali65 65

Page 12: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

In attesa dei piani di zonizzazioneinvoco Art.6 Comma1

Diurno Notturno• Tutto il territorio nazionale 70 60• Zona A 65 55• Zona B 60 50• Zone esclus. Industriali 70 70

• Zone definite nell’art.2 D.M. 1444/68 del 2 aprile 1968.

Page 13: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Zone A e B

• A: agglomerati urbani con carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale.

• B: parti totalmente o parzialmente edificate diverse dalla zona A.

• Parzialmente edificate: zone con almeno 1/8 edificato rispetto all’area fondiaria e con densita’ > 1,5 mc/mq.

Page 14: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Strumentazione richiestaalleg. B punto 1

1) Strumentazione classe 1 IEC 651 e IEC 804

2) Costanti Slow e Impulse

3) Calibratore

4) Curva ponderazione A

5) Filtri 1/3 ottava.

Almeno

Page 15: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

1A - Breve descrizione dell’attivita’

L’attività di cui all’oggetto è svolta in un locale ubicato al piano … di un fabbricato per civile abitazione in c.a., con murature e tramezzi (in…laterizio) e solai (…laterocementizi), nel centro abitato di …………..

Dal punto di vista funzionale e logistico la struttura si può dividere in piu’ parti:

• Uffici • Produzione• Deposito• Servizi igienici

Page 16: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

1B - Il ciclo produttivo è così articolato:

• Ideazione e progettazione del prototipo• Prelievo delle pelli in deposito• Taglio del modello prototipale• Implementazione sulle macchine di lavorazione• Trasporto delle pelli alle macchine• Stampa decorazioni con macchine tipo A• Stampa con macchine tipo B• Operazioni di perforazione della pelle• Borchiatura• Applicazione dei bottoni• Piegatura• Cucitura• Altri eventuali trattamenti

Page 17: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

1C - Elenco specifiche sorgenti sonore disturbanti

N° 2 Macchine Stampanti tipo AN° 2 Macchine Stampanti tipo BN° 2 Macchine TagliatriciN° 1 Motore aerazioneN° 1 Pompa esterna di calore per

impianto di condizionamento.

Page 18: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

2 - Presenza di recettori sensibili

Scuole, Ospedali, Cliniche, etc.

Page 19: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

I comuni adottano la classificazione in zone, al fine della determinazione dei limiti massimi dei livelli sonori equivalenti (valori di qualita’)

I limiti massimi dei livelli sonori equivalenti sono determinati in relazione alla destinazione d’uso del territorio.

Il DPCM 91 stabilisce anche le differenze da non superare tra il livello equivalente del rumore ambientale e quello del rumore residuo, in base al criterio differenziale:

5 dB (A) nel periodo diurno;3 dB (A) nel periodo notturno.

Le zone esclusivamente industriali hanno limiti piu’ permissivi.

Page 20: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Allegato DD. M. dell'ambiente 16/3/1998

Presentazione dei r isultat i

I risultati dei rilevamenti devono essere trascritti in un rapporto che contenga almeno i seguenti dati:

1. Data, luogo, ora del rilevamento e descrizione delle condizioni meteorologiche, velocità e direzione del vento;

2. Tempo di riferimento, di osservazione e di misura;

3. Catena di misura completa, precisando la strumentazione impiegata e relativo grado di precisione;

e del certificato di verifica della taratura;

Page 21: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Allegato DD. M. dell'ambiente 16/3/1998

4) I livelli di rumore rilevati;

5) Classe di destinazione d'uso alla quale appartiene il luogo di misura;

6) Le conclusioni;

7) Modello, tipo, dinamica e risposta in frequenza nel caso di utilizzo di un sistema di registrazione o riproduzione;

8) Elenco nominativo degli osservatori che hanno presenziato alla misurazione;

9) Identificativo e firma leggibile del tecnico competente che ha eseguito le misure.

Page 22: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

4 - STRALCIO PLANIMETRICO DELLA

ZONIZZAZIONE ACUSTICA

Individuazione tipologia area (classe)

Page 23: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

I - Elenco strumentazione impiegata

Allegare elenco della strumentazione usata e magari aggiungere parti estratte dal manuale.

Page 24: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

III - DESCRIZIONE DEL FONOMETRO

Copiare specifiche dal manuale e inserire fotocopia del modello.

II – Certificazione SIT

Page 25: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Verifica calibrazione prima e dopo

Rilevazioni fonometriche

Livello emissioni acustiche

Si e’ individuato il punto di confine maggiormente esposto e dove c’e’ possibilita’ di presenza di persone.

Page 26: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Rilevazioni fonometriche

Livello immissioni acustiche assolute

Si e’ individuato lo spazio abitativo esterno piu’ prossimo alla considerata attivita’

Page 27: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Rilevazioni fonometriche

Livello immissioni acustiche differenziali

Si e’ e’ fatto riferimento all’interno dell’ambiente abitativo piu’ prossimo e teoricamente piu’ esposto al rumore prodotto dall’attivita’ sotto indagine.

Page 28: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Consigli pratici a carattere generaleTenere presente che senza lo schermo controvento (palla spugna) in particolari condizioni si puo’ avere anche un errore di 20 dB. In presenza di vento e’ meglio non operare. E’ consigliabile comunque il suo uso anche in interni ripara dagli urti e dalle cadute in terra.

Posizionare di norma il microfono a 120 -150 cm di altezza da terra. Eccetto per il DL 277 che prevede altezza orecchio.

Posizionare di norma il microfono lontano da oggetti riflettenti specie se lisce.

Quando si vuole valutare l’energia incidente sulle pareti posizionare la capsula in modo che la parete sia dietro a 1 m di distanza.

Posizionare di norma il microfono a 1,5 m di distanza dalle finestre.

Page 29: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Il campo di misura tipico di un analizzatore e’ circa 20-130 dB

La gamma dinamica (cioe’ la gamma dei valori misurabili durante una singola misura) solitamente non supera gli 80 dB

Pertanto se state misurando un suono con uno spettro variabile da 20 a 60 dB e lo strumento e’ settato sulla portata 40-120 dB

Taglierete inopinatamente le frequenze < di 40 dB.

Attenzione al rumore intrinseco del fonometro (valore tipico 17.5 dB)

Un valore ambientale in lineare di 45.7 dB non necessita di correttivo

Lo stesso in ponderazione A diventa 28.0 e ora la differenza con 17.5 si fa sentire e da’ 27.5

Consigli pratici a carattere generale

Page 30: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Quindi:

Un valore ambientale che in lin e’ 45.7 dB non necessita di correttivo

Lo stesso in ponderazione A diventa 28.0 dB e ora la differenza con 17.5 (rum. intr. microf.) si fa sentire e da’ 27.5

Un valore residuo in lin di 41 dB non necessita di correttivo

Lo stesso in ponderazione A diventa 21.2 e ora la differenza con 17.5 si fa sentire e da’ 18.6

Conseguenza:

Differenziale lineare = 45.7 – 41 = 4.7

Differenziale “A” = 27.5 – 18.6 = 8.9

Il lineare puo’ deprimere il differenziale.

Consigli pratici a carattere generale

Page 31: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Se la normativa non impone di agire diversamente, solitamente in acustica ambientale si usa la ponderazione A, misuriamo il livello inserendo PER PRIMO il filtro C. Se il valore e’ superiore a 70 dB OK

Altrimenti inseriamo il filtro B. Se il valore e’ > di 40 dB OK

Altrimenti inseriamo il filtro A. Se il valore e’ < di 40 dB OK

Nei rapporti riportare fedelmente le modalita’ di misurazione e l’esatta posizione del microfono.

Consigli pratici a carattere generale

Page 32: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Ricordarsi che esistono le isofoniche ISO 226/87 e le ISO 226/2003, che sono una trasformazione di quelle e non sono esattamente uguali alle prime.

Nella misura della Componente Tonale (CT) la richiesta che svetti sullo spettro dei minimi va presa con cautela. Se un fastidiosissimo tono smette per una frazione di secondo e poi riprende il suo valore minimo precipita a zero.

Consigli pratici a carattere generale

Page 33: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

PLANIMETRIA DEL LOCALE CON I PUNTI DI EMISSIONE E DI MISURA

Indicare: punto 1A, 2A, etc a cui far riferimento nella relazione.

Page 34: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

TIPO MISURAZIONI

Consistono essenzialmente:

• nella rilevazione del livello del rumore ambientale, definito come il livello continuo equivalente della pressione sonora ponderata A, prodotto dalle sorgenti di rumore esistenti in un luogo durante un periodo di tempo;

• nella rilevazione del livello di emissione, definito come il livello continuo equivalente della pressione sonora ponderata, prodotto dalla sorgente in esame e causa del potenziale inquinamento acustico;

Page 35: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Consistono essenzialmente:

• nella rilevazione del livello del rumore residuo, definito come il livello continuo equivalente della pressione sonora ponderata, presente durante la disattivazione della specifica sorgente disturbante;

• nella rilevazione del livello differenziale del rumore, definito come la differenza tra i livelli di rumore ambientale e residuo.

Page 36: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Emissioni Acustiche (LAeq)• Sito misurazione: punto di confine maggiormente

esposto frequentato da persone (v. all.)• Tempo di osservazione: diurno• Tempo di misura (in ambientale):• Livello ambientale:• Attivita’: operativa / (non operativa)• Tempo di misura (in residuo)• Livello residuo• Attivita’: (operativa) / non operativa• Rispetto del limite

Page 37: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Immissioni Assolute interno ab. (LAeq)

• Numero del sito di misura:• Sito misurazione: Spazi Interno abitazione piu’ esposta (v. all.) • Tempo di osservazione: diurno/notturno• Ora inizio misure:• Tempo di misura:• Attivita’: operativa / (non operativa)

A finestre chiuse (solo ambientale)

• Attivita’: operativa / (non operativa)

1. Livello Equivalente Ambientale a finestre chiuse (Leq): dBA

2. Correzioni per evento Imp., Tonale, T.P.: (vedi allegato) dB

3. Leq corretto (1+2) dBA

4. Limite di accettabilita’

Page 38: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Immissioni Assolute interno ab.(LAeq)

• Attivita’: operativa / (non operativa)1. Livello Equivalente ambientale a finestre aperte (Leq): dBA 2. Correzioni (vedi allegato) dB3. Leq ambientale corretto (1+2) dBA

• Attivita’: (operativa) / non operativa4. Livello Equivalente residuo a finestre aperte (Leq): dBA5. Correzioni (vedi allegato) dB6. Leq residuo corretto (4+5) dBA

A finestre aperte (ambientale + residuo)

Page 39: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Giudizio

Giudizio

Prescrizioni

Commenti

Valore differenziale dei Leq corretti: dB

Valore differenziale accettabile dB

Page 40: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Immissioni Assolute esterne (LAeq)

1. Livello Equivalente esterno ambientale (Leq): dBA 2. Correzioni (vedi allegato) dB3. Leq ambientale corretto (1+2) dBA

1. Livello Equivalente residuo esterno (Leq): dBA 2. Correzioni (vedi allegato) dB3. Leq residuo corretto (4+5) dBA

Classe del luogo di misura: Limite assoluto di zona: dBA

• Numero del sito di misura:• Sito misurazione: Spazi esterno (v. all.) • Tempo : diurno/notturno• Ora inizio misure

Page 41: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Assenza eventi impulsivi dimostrata da rilevamento strumentale ed esibizione grafici temporali

Non e’ consentita la verifica soggettiva.

Ex D.M. 16.3.98 Allegato B comma 8 e 9.

Page 42: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Assenza componenti tonali dimostrata da rilevamento strumentale ed esibizione spettrogrammi dei valori minimi di ciascuna banda e sovraimpressione delle curve isofoniche.

Ex D.M. 16.3.98 Allegato B comma 10.

Page 43: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Assenza componenti spettrali in bassa frequenza dimostrata da rilevamento strumentale notturno ed esibizione spettrogrammi dei valori minimi di ciascuna banda e sovraimpressione delle curve isofoniche.

Ex D.M. 16.3.98 Allegato B comma 11.

Page 44: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Componente tonale

31.5 63 125 250 500 1K 2K 4K 8K 16KHz

Frequency

-10

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100dB

Sound p

ressure

level (r

ef

20 µ

Pa)

MAF

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

110

120

TONI PURI (File N. 1) - Leq Spectrum - Min - Lineare

Tono puroGli spettri in 1/3 d'ottava acquisiti con costante FAST e relativi ai livelli minimi ottenuti banda per banda, suun periodo di misura di almeno 1 minuto, vengonorappresentati in N&VW con un grafico che li sovrap-pone direttamnete alle curve isofoniche della ISO-226.Sono disponibili sia la famiglia di curve per componentitonali in campo libero sia quella per bande di rumore incampo diffuso. Una specifica funzione provvede automaticamentead eseguire il riconoscimento della presenza di unacomponente tonale e la indica applicando una iconasulla banda del 1/3 d'ottava individuata.Contemporaneamente viene visualizzata con un trat-teggio anche la curva della Isofonica dominante, calcolata con la risoluzione di 1 dB. Il corrisponentevalore in Phon può essere riportato in aggiunta alle indicazioni del cursore.

Gli spettri in 1/3 ott dei MINIMI con t>1 min acquisiti in FAST vengono rappresentati inun grafico che li sovrappone alle curve isofoniche della ISO-226.

Sono disponibili sia la famiglia di curve per componenti tonali in campo libero sia quella per bande di rumore in campo diffuso.

Sono riconosciute automaticamenteSia la CT che la isofonica dominante.

Page 45: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

L’evento e’ ripetitivo.La differenza fra LAImax e LASmax deve essere > 6 dB.

La durata dell’evento a -10 dB di LAFmax deve essere <1 s.

Condizioni per l’evento impulsivo

Condizioni per l’evento tonale

• La pesatura e’ quella lineare (e non A). Nello spettro a 1/3 ott la CT deve svettare di 5 dB sulle bande adiacenti.

Lo spettro di riferimento e’ quello Min con costante Fast. La CT deve toccare la isofonica piu’ alta dello spettro (ISO226/1987)

Condizioni per l’evento in bassa frequenza

• Il verificarsi della CT nel periodo notturno e nell’intervallo 20-200 Hz

Page 46: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

Firma del Tecnico Competente (ex legge 447/95)

Con nominativo leggibile e

Copia atto di iscrizione se fuori regione.

Sottoscrizioni

Firma del Legale Rappresentante della Ditta per l’assunzione di responsabilita’ delle affermazioni fatte.

Page 47: Mateiale di Esercitazione 1.0 consulta DPCM 01.03.1991 D.M. 16.03.98.

FINE